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storytelling screenwriting film production

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CINEMA: istruzioni per l’uso Capitolo primo PROGETTARE UNA STORIA 1.1 SCRIVERE UNA STORIA Tutti i film si basano su uno storytelling, ovvero raccontando una storia che sia ben comprensibile e ben strutturata in modo da suscitare interesse allo spettatore. L’idea è il seme da cui si genere la sto...

CINEMA: istruzioni per l’uso Capitolo primo PROGETTARE UNA STORIA 1.1 SCRIVERE UNA STORIA Tutti i film si basano su uno storytelling, ovvero raccontando una storia che sia ben comprensibile e ben strutturata in modo da suscitare interesse allo spettatore. L’idea è il seme da cui si genere la storia. Come? progettando una storia (story) che prenderà vita attraverso una trama (plot) Trama= successione di accadimenti, come si sviluppano Storia= il perché di questi avvenimenti Fatta l’idea si passa alla stesura del soggetto: o dalle 2 alle 5 pagine o per individuare in maniera più nitida il contenuto del film o deve avere delle caratteristiche letterarie o può essere scritto sia in prima persona che in modo oggettivo o deve trasmettere l’intensione del film o mette insieme storia e trama il trattamento o scritto in 30/40 cartelle o delinea la struttura della storia o presente al suo interno dialoghi e scene o ci porterà verso la sceneggiatura 1.3 IL CONFLITTO, OVVERO DOVE TUTTO COMINCIA Ogni storytelling si basa sul conflitto, ovvero prove e difficoltà che i personaggi affrontano e che durante il percorso subiscono un cambiamento. Ciò che è sicuro è che la situazione finale sarà diversa da quella iniziale. Il conflitto può essere: Esterno: persona contro persona, persona contro società… Interno: il personaggio lotta contro una malattia che lo affligge… 1.3.1 PROTAGONISTA E ANTAGONISTA Protagonista: presente dal principio alla fine Antagonista: incarna l’ombra del protagonista, colui che si mette contro il protagonista. Può essere anche una situazione (invasione aliena) 1.4 L’OBIETTIVO: IL MOTORE DELLE STORIA Il protagonista deve seguire un obiettivo. L’obiettivo è la spina dorsale della storia, ciò che spinge il protagonista ad agire in quel modo. Una sfida dove il pubblico prove empatia e riconosce la posta in gioco 1.5 IL BISOGNO INCONSCIO (need): DARE PROFONDITA ALLA STORIA Un film è definito grande quando all’interno il protagonista subisce una profonda trasformazione. gli ostacoli che il personaggio non riesce ad affrontare superare lo rendono consapevole di mancanze difetti che possiede, portando a galla il suo bisogno inconscio: need (ciò che gli serve davvero). Questo può avvenire anche in un momento di illuminazione. 1.6 GLI OSTACOLI, OVVERO PERDERE L’EQUILIBRIO Sono le articolazioni del conflitto. Il conflitto si spezza in tante parti. Ogni ostacolo modifica il corso della storia. Quando si presenta il personaggio è costretto ad agire, man mano che si va avanti l’ostacolo diventa più forte 1.7 LA BACKSTORY, OVVERO PRIMA CHE IL FILM COMINCI Il backstory consiste nel scrivere la vita del nostro personaggio prima che il film cominci. In modo da poter conoscere il suo punto di vista e di conseguenza come reagirà agli ostacoli 1.8 IL TEMA, O IL MESSAGGIO MORALE Quando si scrive una storia è fondamentale porsi la domanda di che cosa parla davvero, che cosa suggerisce a noi spettatori. Il tema: strato più profondo della conoscenza dello sceneggiatore. Un concetto immediatamente condivisibile dagli spettatori La morale: la lezione di vita che affida la sceneggiatura. 1.9 LA STRUTTURA PORTANTE a storia è il motore che muove la macchina, la trama sono le strade che l'auto percorre per arrivare al punto di destinazione. Aristotele, nel libro poetica, sostiene che per attirare l'attenzione degli spettatori bisogna rispettare tre unità: 1. azione: una solo azione principale, il motore 2. luogo: stesso luogo 3. tempo: unico lasso temporale Dice anche che ogni plot deve essere organizzato in tre atti: un inizio, un mezzo e una fine. Syd field (teorico, sceneggiatore) adatta a questo paradigma al cinema stabilendo che per creare un equilibrio nella visione di uno spettatore il primo atto debba durare quanto il terzo e il secondo sia la somma del tempo del primo e del terzo atto. Ma cosa sono gli atti di un audiovisivo? sono intervalli di tempo strutturali entro i quali sono raccontate le azioni e gli accadimenti (per ritmare la storia) primo atto: situazione iniziale dei personaggi con un equilibrio interrotto da un evento (incidente scatenante) che mette in moto la storia. Il protagonista reagisce, identifica un obiettivo e elabora una strategia. Secondo atto: il protagonista si troverà a fronteggiare gli antagonisti e gli ostacoli che gli impediscono di raggiungere l'obiettivo Terzo atto: il protagonista arriverà la battaglia finale e lo storytelling arriverà a una risoluzione, un nuovo equilibrio Plot point: due momenti importanti che cambiano il ritmo della storia, una svolta. o Il primo dopo l’incidente scatenante (minuto 25) o Il secondo a metà del secondo atto dove tutto sembra andare male (minuto 75) A metà del secondo atto c’è il midpoint (minuto 50): importante ribaltamento della storia Nel terzo atto ci sarà il climax (minuto 76/100): momento di tensione massima (data dalla battaglia finale) Pich 1/ pich 2: “pinze”, mantengono l’attenzione degli spettatori IL MODELLO A SQUALO Fauci e denti: primo atto (ti tiene agganciato) Il corpo: secondo atto (sviluppo trama) La coda: terzo atto (spesso ti sorprende) 1.10 LA SCALETTA, OVVERO LA SUCCESSIONE DI SCENE Scena: azione che accade nello stesso luogo in un unico momento, girata tutta insieme in un giorno. Nella sceneggiatura viene numerata. Importante organizzare il materiale narrativo in blocchi unitari e coerenti. Questi blocchi vanno dentro una scaletta. La scaletta è un documento tecnico che contiene tutti gli avvenimenti dall’inizio alla fine del film. Organizza le azioni e ci fa accorgere di eventuali errori o mancanze. Un modo semplice per farla e seguire il metodo delle “carte”. Ci servirà un pacco di cartoncini 3x5 cm e un pennarello… su ogni carta scrivere un’azione e poi attaccare queste carte sul muro in ordine cronologico. Di soli ogni carta a un colore: o verde: scene d’azione o giallo: grandi cambiamenti o blu: scene di passaggio o rosa: scene d’amore o viola: scene comiche SCALETTA DESUNTA: è una scaletta scritta senza sceneggiatura guardando semplicemente un film o una serie. o Nella prima colonna abbiamo il numero della scena o Nella seconda colonna il luogo dell’azione o Nella terza colonna in breve che cosa accade 1.11 SCRIVERE DIALOGHI Il dialogo deve essere realistico, evitando gli spiegoni (lungo monologo, inutile e noioso). Il personaggio deve esprimersi con naturalezza. Una soluzione ai lunghi monologhi è il voice over (voce fuori campo nel narratore). Il compito dello sceneggiatore è nascondere gli spiegoni affidandoli ai personaggi sottoforma di dialoghi/ battute veloci/ immagini. 1.12 UN FINALE SODDISFACENTE: L’IMPORTANZA DELLE EMOZIONI Il finale non deve essere sempre felice a tutti i costi 1.12 COME FORMATTARE UNA SCENEGGIATURA È importante per due ragioni: 1. La prima è dimostrare che siamo consapevoli di come funziona il mondo professionale 2. la seconda, è la più importante, è il fatto che le produzioni usano il numero di pagina e di scena come misura, il punto di riferimento per le riprese, per la realizzazione di un budget e per una scaletta di lavoro. La sceneggiatura è un documento tecnico Regole per formattare una sceneggiatura europea: o formato A4 o margini standard (2,5 cm per ogni lato, più 1,2 nel lato sinistro per la rilegatura) o interlinea o,6 cm (sale a 1 cm fra la fine di una scena e l’intestazione di quella nuova) o font courier o corpo 12 o cambio pagina alla fine di ogni scena nella sceneggiatura americana non c’è interruzione, ciò favorisce la lettura e anticipa la lunghezza del montato (ogni pagina è uguale a 1 minuto) La battuta, ovvero le parole che i personaggi pronuncia, va formattata in posizione centrale a 6,3 cm dal bordo sinistro e deve finire a 6,6 cm dal bordo destro. Il nome del personaggio in Maiuscolo si trova a 9 cm dal bordo sinistro della pagina. Una didascalia è lunga massimo 5 righe. Tra una didascalia e l'altra e si lascia una riga. l'obiettivo della formattazione e aiutare chi legge e analizza il film a realizzarlo praticamente. 1.13 PRESENTARE UNA SCENEGGIATURA Importante quando si scrive una storia è la sinossi. La sinossi è un breve riassunto della storia, senza alcun dettaglio. Dura due pagine ed all’interno si scrivo i punti importanti della narrazione e i punti di svolta. In Italia viene anche chiamata soggetto LOGLINE: riassunto breve della storia, 2 righe massimo. Si definisce anche il genere del film ▪ Chi? ▪ Azione principale? ▪ Sfida del personaggio ▪ Tempo e luogo TAGLINE: una variazione al logline, è una frase promozionale del film. Riassume la storia e l’atmosfera del film PICHT: È un incontro di presentazione con una produzione interessata al vostro lavoro. Dovete vendere la vostra sceneggiatura a chi ha il potere per darvi la green Lights (il semaforo verde) per cominciare il processo produttivo. è importante essere rapidi ed essenziali per generare curiosità nel vostro interlocutore, evidenziate l'incidente scatenante, il conflitto che ne deriva, i punti di domanda su cui viene coinvolta l'attenzione dello spettatore. Capitolo secondo LA PRODUZIONE: REALIZZARE UN PROGETTO COSTA E adesso che il film viene analizzato e organizzato, il momento in cui si stabilisce il budget necessario per realizzarlo, che si compiono le scelte fondamentali in termini di cast e crew. Di solito il via viene dato quando una casa di produzione dal semaforo verde, ovvero quando la sceneggiatura è stata accettata e ne sono stati acquisiti i diritti. In questo momento le due figure principali, il regista e il produttore, cominciano a lavorare insieme, vengono individuati subito il Segretario di edizione e l'aiuto regista. Il lavoro dell'aiuto regista è un compito delicato e fondamentale. Sia il regista, sia la produzione hanno bisogno di assistenti, poiché gli elementi a tenere sotto controllo sono troppi per una persona sola. Durante questa fase produttiva vengono assunti i capi reparto di ogni squadra, il direttore della fotografia, il responsabile audio, i capi tecnici del reparto di scenografia e del reparto costumi. Tutte le diverse figure professionali iniziano a lavorare parallelamente e in simultanea e cominciano subito con lo spoglio della sceneggiatura, ovvero l'analisi della sceneggiatura selezionata per individuare tutti i bisogni tecnici che sono richiesti in base alla visione del regista, condivisa con tutti i capi reparto. Le singole scene vengono lette secondo la prospettiva dei diversi reparti per poter assegnare a ognuno i compiti che che gli competono. o Il reparto scenografia si occuperà della location scouting e di progettare le costruzioni. o Il reparto costumi si occuperà di disegnare i bozzetti degli abiti per ogni ruolo e di reperire i vestiti di attori attrici. o Il reparto effetti speciali dovrà progettarli. Nel reparto regia il Segretario di edizione inizierà a dare un minutaggio previsto per ogni scena. Nella fase di produzione ci si occuperà anche dei contratti per ogni membro del cast delle scuole di lavoro. Molti membri della troupe rimangono sotto contratto fino alla fine del progetto e ben dopo che le riprese sono finite. Fa parte della fase di produzione anche il momento delle prove, durante le quali gli attori leggono, discutono il copione insieme al regista. E infine si stabilirà la copia definitiva dello script, che varrà come sceneggiatura di riferimento. Le modifiche introdotte dovranno perciò rispondere a una nuova numerazione molto precisa. Se si aggiungono delle scene, verranno nominate con un numero legato da una lettera. Ad esempio se dopo la scena 27 ne aggiungiamo un'altra, la nomineremo A27. Il principio è di modificare ma non riorganizzare la scansione numerica dello script di riferimento, il location script, che in questa fase viene considerato chiuso a chiave, concluso. Nel caso invece di scene riscritte, quando si sarà già nella fase delle riprese, è buona regola che le nuove scene vengano stampate su fogli di carta colorati a cui sono assegnati colori convenzionali. Se la sceneggiatura di riferimento è stampata su carta bianca, la nuova versione sarà stampata su carta gialla… 2.1 LE PROFESSIONI DEL CINEMA È importante puntualizzare che esiste un'importante differenza terminologica fra sistemi cinematografici italiano e americano. MIBAC (Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.) = ITA PGA (Producers Guild of America) = USA Chi esegue materialmente la produzione? o Produttore esecutivo (ITA) o Line producer (USA) Chi fornisce un rilevante contributo alla produzione in termini finanziari o artistici? (definito da PGA) o Co-produttore (ITA) o Executive producer (USA) (Ecco perché molte volte un attore viene indicato nei titoli americani come EP) ❖ Il produttore è responsabile di ogni cosa che succede sul set. Assume le squadre di lavoro dei vari reparti, prende accordi per effettuare riprese nei diversi luoghi, collabora con il regista. ❖ Il co-produttore contribuisce finanziariamente al film. ❖ Il produttore esecutivo è colui che si occupa della stesura del budget. ❖ Il direttore di produzione e responsabile diretto dell'organizzazione produttiva, agisce alle dipendenze dirette dal produttore esecutivo e si occupa anche dei contratti, dei permessi e controllo le spese ❖ ispettori di produzione si occupa di due mansioni 1. coordinare la preparazione degli ambienti in cui si effettueranno le riprese nelle 2. giornate di lavoro coordinare le funzioni logistiche del SET ❖ il segretario di produzione è considerato una figura professionale di scarso valore. In poche parole fa l'autista e possiedi un'auto o un motorino. È molto di più che l’autista, deve sapere dove andare e quando e chi portare ❖ L'amministratore del film coordina e sovrintende a tutte le operazioni contabili in collaborazione con il cassiere. ❖ L'aiuto o primo aiuto regista controlla ogni dettaglio sul SET ed è il braccio destro del regista, colui colei che fa le veci del regista, anche i ruoli decisionali e collabora con tutti i capi reparto nelle grandi produzione può capitare che al primo aiuto regista serva una mano, entra in gioco il secondo assistente alla regia per sostituirlo e che in generale si occupa di tutte le funzioni di raccordo tra le parti e si accerta che gli attori abbiano mandato a memoria il dialogo che dovrà essere girato nella giornata. ❖ il Segretario di edizione ha il compito specifico e fondamentale di curare la continuity, ovvero la coerenza delle riprese, in modo che non vi siano saltati di immagine o incongruenze che renderebbero il girato inutilizzabile ai fini del montaggio. È considerato la memoria del film. 2.2 SPOGLIO ALLA SCENEGGIATURA In fase di pre produzione la sceneggiatura viene destrutturata andando alla ricerca di tutto quello che serve per realizzare il film. Per realizzare lo spoglio bisogna effettuare due passaggi: 1. Lo script marketing (colorare la sceneggiatura): non è altro che l'azione di evidenziare con colori diversi ogni ambito di budget, cioè ogni aspetto che dovrà essere tenuto in considerazione per realizzare lo script. In pratica, dopo aver assegnato a ogni ambito il proprio colore, si tratta di percorrere tutta la sceneggiatura evidenziando con colori diversi le parole che rimandano a esigenze del set. 2. il breakdown page (scalettare le pagine o spoglio della sceneggiatura vero e proprio): è un documento tecnico in più colonne che, scena per scena, evidenzia le azioni specifiche da compiere per ogni reparto. In questo modo ci si rende conto di che luci saranno necessarie per ogni singola scena, di come sarà il suono, di cosa dovranno fare i tecnici responsabili, quante persone ci vorranno sul SET. 2.3 COME SI COMPILA UN BUDGET Stendere il budget del film è un momento cruciale e si realizza insieme al piano di lavorazione, poiché ogni scelta del piano di lavorazioni influenza il denaro che serve. Molto spesso per poterlo realizzare si parte con una cifra complessiva ideale che si riduce presto a “quello che si ha” e con quella cifra si cerca di far tornare tutti i conti senza sprecare nemmeno un centesimo. Si sceglie su cosa puntare, su quale reparto investire di più. Il budget di un film è proprio questo, capire quanto si può spendere per ciascun reparto, dove risparmiare e cosa privilegiare. 1. Le prime quattro voci e chiamate “sopra la linea” sono quelle che riguardano la preproduzione, ovvero i diritti della sceneggiatura, produttore, regia, cast. 2. Il secondo blocco di spesa riguarda la produzione e la preparazione delle riprese. 3. la terza parte delle spese, invece fanno parte della post produzione, tutte spese cosiddette “sotto la linea” Da tener presente che avere un budget ben scritto aiuta a reperire fondi, sia che lo sottoponiate a un ente produttivo, sia che organizziate un crowdfunding, ovvero enti, fondazioni sul territorio italiano che finanziano progetti artistici. 2.4 PIANO DI LAVORAZIONE Si tratta di un grande foglio nella quale si fanno corrispondere a ogni giorno di lavorazione immaginato i numeri delle scene, che verranno girate quel giorno con le location previste, gli attori coinvolti… Questo documento diventa il punto di partenza per ogni lavoratore della troupe. Per fare il piano di lavorazione l'organizzatore generale dovrà calcolare, insieme alla regia, il tempo necessario per girare ogni scena. Per organizzare al meglio il tempo a disposizione. Il piano di lavorazione prevede che si girino nello stesso giorno tutte le riprese previste in uno stesso luogo. In questo caso poi, il Segretario di edizione annoterà tutti i cambi d’abito, trucco, parrucco. Nel periodo di lavorazione ci si serve di colori convenzionali per distinguere i giorni di lavorazione da quelli liberi, le scene da girare in interno da quello esterno, se avvengono di giorno o di notte. TYPE OF SCENE SCRIPT COLOR Interno giorno BIANCO Interno notte GIALLO Esterno giorno BLU Esterno notte VERDE Inizio nuova scena NERO Inizio nuova settimana ARANCIONE Giorno di riposo GRIGIO vacanza ROSSO 2.5 L’ORDINE DEL GIORNO L'ordine del giorno è costituito da uno o più fogli in cui viene indicato il programma di riprese del giorno successivo, cioè il numero è l'ordine delle scene che andranno girate, gli attori, le comparse coinvolte dove se effettueranno le riprese, l'orario in cui ogni membro della troupe dovrà essere sul set, l'orario di pausa... E questo documento verrà consegnato a ogni reparto, giorno per giorno. 2.6 I SOPRALLUOGHI È un momento fondamentale nella pre produzione. Dopo una prima ricognizione dedicata alla scelta dei luoghi dove girare, il regista e i responsabili di ogni reparto si recano nella location identificata per verificare le opportunità e le criticità tecniche che presenta. Nelle grandi produzioni ci sono moduli richiesti che servono per girare in quel luogo, ovvero il location scouting Form (documenti burocratici) pongono domande importantissime come ad esempio: Dov'è il più vicino ospedale e che piano si gira, ci sono ascensori o scale? Tutti questi documenti aiutano a compilare la nostra immaginaria check list, che aiuta tutti gli ambiti a non commettere errori e a considerare tutti i dettagli. 2.7 I PERMESSI, I CONTRATTI E LE LIBERATORIE Anche i permessi sono un aspetto importante di cui occuparsi, per produzione, per girare negli spazi pubblici bisogna chiedere il permesso al Comune di competenza. C'è una precisa documentazione da presentare e moduli da compilare entro i tempi prefissati. ✓ Per progetti scolastici, permessi di solito sono gratuiti. ✓ Attenzione alla scelta del luogo esterno pubblico dove si vuole girare, perché ogni zona potrebbe avere sotto una giurisdizione diversa. ✓ I permessi variano anche a seconda di quanto suolo pubblico si occupa, una videocamera con un cavalletto o una camera a mano hanno bisogno di due permessi diversi. ✓ Se si gira scene in cui sono presenti armi da fuoco, è necessaria la presenza di un esperto d'armi certificato e anche della polizia ✓ se si accendono fuochi e si simulano esplosioni sono richiesti anche i vigili del fuoco. ✓ Attenzione alle scene di insieme o quelle prese in strada, i passanti non devono essere riconoscibili, altrimenti devono essere informati e consenzienti, bisognerà preparare per loro una liberatoria da far firmare a ogni comparsa o volontario. Altre azioni da compiere durante la produzione sicuramente sono i contatti delle persone coinvolte in modo da poterli raggiungere in tempi brevi, in caso di bisogno Compilare il calendario in presenza di ciascun attore e dei membri della troupe. Occuparsi del reperimento dei mezzi di trasporto e di conseguenza anche del parcheggio di questi mezzi. In una grande produzione bisogna anche preparare i moduli di report giornaliero delle riprese. La produzione deve essere tenuta generalmente al corrente di tutto ciò che accade sul SET e che deve registrare il Monte ore di ciascun lavoratore per la retribuzione. Infine bisogna preparare delle liberatorie per attori e tecnici per ciascun luogo in cui si gira e in generale per chiunque con cui si sia presi accordi, i rapporti all'inizio possono essere idilliaci, ma nel tempo possono cambiare e per evitare discussioni o frantendimenti, prima che cominciano le riprese, tutti sono tenuti a firmare un documento. In cui si stabilisce ogni aspetto del rapporto di lavoro, della durata delle riprese fino all'utilizzo futuro delle immagini registrate e i diritti sfruttamento del film terminato. È importante stilare un'assicurazione per eventuali incidenti, anomalie e quant'altro. 2.8 UNA RIFLESSIONE SULLA CONTINUITA La continuità fra le riprese è il fattore che assicura che tra uno stacco e l'altro non si creino incongruenze. La persona in carico di verificare che la continuità sia sempre rispettata è Il Segretario di edizione. Una figura che tiene la sceneggiatura sempre sotto controllo e che fin dalla preproduzione la studia alla perfezione, tanto da saper dire in che punto della sceneggiatura si trova ciascuna scena. A ogni ciak registra cosa è stato fatto, e al termine della giornata di riprese riporta la produzione quali scene e quante pagine della sceneggiatura sono state girate in modo da verificare l'avanzamento del lavoro. La continuità è importante perché ogni scena che viene girata deve essere editabile con la successiva, sia sotto l'aspetto formale che sotto quello della linea del tempo. Ci deve essere continuità nel costume, nella sceneggiatura, negli oggetti utilizzati, a seconda di cosa si sta registrando. Attenzione importante durante la fase di montaggio i raccordi per collegare le scene ed evitare gli stacchi netti. La continuità porta con sé la discontinuità. Il girato deve essere sempre editabile. Nel linguaggio cinematografico i Jump cuts. sono improvvisi cambi di inquadratura senza continuità che rompono l'illusione della realtà. Le ellipsis, ovvero ellissi, sono dei vuoti di contenuti in cui qualcosa è stato lasciato volutamente fuori, possono essere definiti o indefiniti. Le pick-up sono quelle scene che vanno rigirate perché quando si arriva al montaggio ci si accorge che mancano o che le riprese non sono venute come volevamo. È importante pianificare le riprese con grandissima cura per evitare delle pck-up. Le grosse produzioni non smontano il set fino a quando la produzione e la regia, i capi reparto, non hanno guardato ogni ripresa giornaliera, i dailies, e decretato che vanno bene. Capitolo terzo SUL SET, A OGNUNO IL SUO RUOLO 3.1 IL LAVORO DEL REGISTA Il regista è al servizio di un progetto, collabora con un numero enorme di persone e ascolta i suoi collaboratori. Ne ha la guida solo in quanto ha una versione d'insieme del film e si prende la responsabilità di tutte le decisioni. È coinvolto nel progetto fin dall'inizio e lavora con il reparto montaggio fin dalla versione definitiva del film. Il punto di partenza è sempre la sceneggiatura, che va compresa in ogni dettaglio e viene letta dagli attori durante una sessione di lettura, seduta spesso attorno a un tavolo davanti ai responsabili di tutti i reparti. Le prove sono un momento privato del regista a cui gli attori durante il quale si affrontano le tematiche del carattere del personaggio è l'andamento della storia. Un lavoro fondamentale per il regista e costruire il cast, ovvero scegliere attori e attrici a cui assegnare le diverse parti. Per costruire il cast ci si avvale del reparto casting. Sarà la squadra di questo reparto, assieme all'aiuto regista provinare gli attori a mostrare al regista, le loro foto e le performance dei migliori. Il regista partecipa anche a riunioni tecniche con i responsabili dei vari reparti per analizzare i vari documenti prodotti in pre produzione, da questi documenti vengono fatte le shortlist o tabelle delle riprese, ovvero gli elenchi in ordine cronologico di cosa la regista dovrà girare nelle diverse giornate. un'altra tabella serve contare il numero di cambi di posizione o di lente della macchina da presa/ videocamera. Si possono anche disegnare o abbozzare schemi di movimenti di Camera, per esempio gli storyboard. Sempre ricordato che il regista e al servizio della storia e non il contrario, colui che permette la traduzione della parola scritta a immagine. È importante saper leggere la sceneggiatura, sapere che scena fare, che cosa serve per quella scena. 3.1.1 STORYBOARD, DALL’IDEA ALLA VISIONE CONDIVISA Una volta approvato la sceneggiatura, il regista deve iniziare a trasformare le parole in immagini. Lo storyboard è un documento tecnico disegnato, a volte solo abbozzato, in cui si mostra la composizione delle singole inquadrature scena dopo scena. In ordine cronologico e si rendono visive le scelte registiche. Il regista lavora allo storyboard durante le prime fasi della produzione, collaborando strettamente con tutti i capi reparto e con il location manager che viene mandato alla ricerca delle location di cui si farà responsabile per permessi e quant'altro. 3.1.2 IL LAVORO DEGLI ATTORI Lavorare con gli attori e una parte consistente del lavoro registico, l'attore ha studiato moltissimo per essere davanti alla lente della telecamera e non può essere considerato un burattino che si attiene alle indicazioni del regista. Gli attori hanno bisogno di conoscere la storia, le motivazioni dei personaggi e le intenzioni del regista. Hanno bisogno di capire il senso di quello che gli viene richiesto. Compito del regista, infatti, a parlare con gli attori usando verbi opportuni il più esatti possibile. Parlate quindi al positivo e non negativo. L'attore deve sapere cosa deve fare, che gesto deve fare e soprattutto cosa non devi fare. Gli deve essere fornito indicazioni chiare e semplici. Importante vedere la posizione di partenza e di arrivo degli attori in scena. Hanno bisogno di sapere dove devono stare, dove devono andare per essere ripresi una volta in posizione, spesso per terra viene fatto un segno, o con una penna o con lo scotch. L'operatore di macchina dovrà mettere a fuoco, l'obiettivo è verificare i parametri di ripresa, luce, suono, nel mentre l'attore immobile davanti alla ripresa. Gli attori devono stare in una posizione precisa davanti alla macchina da presa e devono prendere la stessa posizione a ogni ripresa, a ogni take. 3.2 IL REPARTO DI SCENOGRAFIA, COSTUMI, TRUCCO E PARRUCCO La responsabilità di questi reparti e reperire, costruire tutto ciò che verrà visto nelle riprese. Negli Stati Uniti viene chiamata production designer i responsabili di tutto l'apparato visivo del film. in Italia invece esistono tre capi reparto che lavorano a strettissimo contatto tra loro e con la produzione. o lo scenografo: comincia durante la pianificazione, nei colloqui con il regista e con lo spoglio della sceneggiatura. Nella fase di pianificazione il suo compito è produrre bozzetti e schizzi che dovranno essere approvati prima di essere messi in produzione. o l'aiuto scenografo: realizza le scenografiecosì o gli attrezzisti: responsabili delle decorazioni. o l'arredatore: sceglie, procura, tutto ciò che arreda il set, dai tappeti agli oggetti di scena o l'attrezista: ha la responsabilità del mantenimento degli oggetti che si consumano, come ad esempio riempì di bicchieri che vengono svuotati durante le riprese. o il maestro d'armi: responsabile delle armi delle esplosioni e possiedi un'autorizzazione speciale per maneggiare le armi sul SET o Il costumista: sovrintende il reparto costumi e anche il trucco e parrucco è una figura chiave, presente nello spoglio della sceneggiatura, i costumi contribuiscono a definire le estetiche visive del film. Dei reparti sono quelli che in fase di preparazione del budget avranno più spese chiamate expandable, ovvero “a fondo perduto”. Tutti quei materiali che verranno utilizzati una volta sola come prodotti per il trucco. 3.3 IL DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: IL CINEMA SI SCRIVE CON LA LUCE La luce che impressiona la pellicola è il simbolo del cinema è ne è la sua essenza, un film si scrive con la luce. La luce è lo strumento che crea l'atmosfera, che aiuta a raccontare la storia sottolineando i momenti emotivi. Il direttore della fotografia si occupa della fotografia sul SET supervisionando l'illuminazione di ogni sequenza ed è affiancato da più assistenti che hanno la responsabilità di trasportare, montare, smontare l'attrezzatura, verificare se le batterie sono funzionanti. Attraverso la luce è anche possibile determinare il mood del film, è l'emozione che intende comunicare. Ci sono regole precise da seguire a seconda che si stia girando un documentario o una storia di finzione. All'interno è possibile giocare molto con il colore: ❖ il rosso rende palpabile il pericolo di morte, nei film Romantici simboleggia La passione ❖ l'arancione è associato ad atmosfere esotiche e al colore del deserto ❖ il giallo comunica pensieri positivi e felicità ❖ il verde può essere sia un richiamo a un senso di malessere oppure rinascite serenità. ❖ Il blu è il colore freddo per eccellenza, che comunica tranquillità e meraviglia e, all'estremo, malinconia. È il colore della notte. ❖ Il viola, colore seduttivo, è associato al mistero e alla mobilità. ❖ Il Rosa pastello evoca l'innocenza e la giovinezza, oppure il glamour ❖ il bianco e il nero è il segno del cinema noir e l'omaggio al cinema muto. Le luci resnels sono faretti al tungsteno provviste di una lente d'ingrandimento regolabile in modo da aprire e chiudere il raggio di illuminazione e danno la possibilità di regolare anche l'intensità della luce. Le luci open FACE sono semplici lampadine all'interno di gabbie e riflettenti e sono molto utili per ottenere una luce soffusa su un soggetto. I LED sono le luci ormai usate più comunemente poiché consumano meno energia, sono regolabili come colore e intensità e fanno risparmiare sia in termini di energia elettrica che di uso di gelatine colorate. Le luci fluorescenti sono efficaci, consumano poca energia per un ottimo rendimento. bisogna fare attenzione a bilanciare il bianco nella macchina da presa. Le luci di scena sono quelle luci che si trovano nell'inquadratura come una lampada sul tavolo, i lampadari, le luci di una parete. La scelta della luce comincia con due possibilità di base. o Forte contrasto: per ottenere forti ombreggiature e un contrasto definito tra luce e ombra, bisogna usare un piccolo fascio di luce potente. o luci diffusa: è una luce ampia, cancella le ombre e rende il nostro soggetto ben visibile e più piacevole alla vista. Le luci diffusa, che viene anche chiamata Ambient, arriva in genere dall'alto e della luce che riempie la stanza. Per illuminare un soggetto generalmente si utilizzano due faretti disposti ai due lati del soggetto. 1. La key Lights, ovvero la luce principale, è puntata sul soggetto 2. Fill light: posizionata nel punto opposto, per diluire le ombre esistono anche altre luci: Backlight: arriva dall'alto e da rotondità al Soggetto Kicker: è posizionata sul punto posto alla key light e Sfiora la guancia che rimane in ombra grazie alla luce principale e illumina l'altro lato del soggetto. Attenzione, far presente la scala kelvin che la misura della temperatura di del colore di una fonte di luce. o Le luci più calde, hanno un numero più basso sulla scala kelvin (Una lampada tungsteno rossa gialla e di 3200 K) o le luci più fredde hanno un numero più alto (La luce che ricostruisce la luce del giorno e sui 5600 K) 3.4 LE RIPRESE Il metodo più semplice è quello di girare per primo una scena master, ovvero la scena intera dall'inizio alla fine, in un'unica ripresa, di solito inquadratura a figura intera. Solo una volta che la scena è stata ripresa nella sua interezza si passa alle coperture, ovvero si cambia posizione alla macchina da presa, o si cambia l'ente per girare diversi punti di vista, inquadrature diverse, dettagli, piani medi, primi piani. Questo è un ottimo metodo per assicurare la necessaria continuità. C'è anche un'altro metodo chiamato triple take, più complesso, rischioso, che consiste nel dividere l'azione dell'attore in punti in cui si immobilizza per permettere alla presa di posizionarsi in angoli diversi e riprendere la persona. Il metodo di ripresa più semplici di tutti, quello che ha detto in One, ovvero generazioni in un'unica ripresa continua, soprattutto se l'azione è semplice, questo metodo si può evolvere in un piano sequenza, una ripresa molto lunga che va coreografa nei dettagli, perché accada sempre qualcosa su più piani prospettici e che implica che l'intera crew si sposti insieme alla macchina da presa, che non smette di girare dall'inizio fino alla fine della sequenza. Una variazione, questo metodo è il Walk and talk usato durante un dialogo che si svolge in movimento. Qui la macchina da presa segue i personaggi con movimenti fluidi e addirittura agire intorno a loro se necessario. Utilizzato anche il metodo chiamato stile documentaristico, ovvero con una Camera a mano con movimenti fluidi, seguendo gli attori di ripresa che sembrano spontanee e non pianificate. Naturalmente non è vero, anche queste riprese sono preparate, spesso sono girate più volte in modo da sembrare un documentario vero e proprio. Importante è avere tempo nel girare le scene soprattutto per la fase di montaggio, che consiste nel mettere insieme riprese apparentemente slegate che hanno un comune denominatore. 3.4.1 LE RIPRESE IN DIGITALE: ASPECT RATIO Le riprese ormai sono quasi tutte in HD (1920x1080) o UHD (3840x2160) La risoluzione: o 2k (2000 px) o 4k (4000 px) l'aspect radio, ovvero la forma dell'inquadratura o lo standard e il rapporto 16.9 o un film in bianco e nero siamo invece 4.3 3.4.2 GLI OBIETTIVI, LE LENTI Quando parliamo di obiettivi parliamo: - della lunghezza focale, ovvero la misura dell'angolo di visione fornita dalla lente a seconda che riprenda con un angolo ampio un angolo stretto. Focale ridotta, si presenta con numeri bassi (25-35 mm) e riprende con un angolo ampio. focale lunga degli obiettivi funzionano come un telescopio e riprendono con un angolo strettissimo con un forte potere di ingrandimento. - La messa a fuoco è uno strumento utile per raccontare, possiamo enfatizzare un dettaglio tenendolo a fuoco e lasciando tutto il resto fuori fuoco. - Il tempo a disposizione è l'apertura del diaframma, influenzano la ripresa della misura in cui vogliamo un risultato più scuro o più chiaro. Senza incorrere in quello che si chiama rumore, ovvero dei disturbi di granulosità. 3.4.3 LA COMPOSIZIONE DELL’INQUADRATURA Strumento cardine dello storytelling, la composizione non ci dà soltanto le informazioni di base su cosa stiamo guardando, ma ci comunica il come ci viene chiesto di guardare. A seconda che l'inquadratura sia in equilibrio, sia dritta o storta, fuori asse, su asse. La composizione si basa su equilibrio e ordine e la base è la regola dei terzi. Questa suddivisione in terzi verticali orizzontali sfrutta i movimenti involontari dell'occhio umano, il cui sguardo si posa in modo spontaneo su uno dei quattro punti centrali della griglia. il punto di vista influenza la composizione dell'inquadratura, il modo essenziale, l'obiettivo della macchina da presa può raccontare un punto di vista oggettivo o soggettivo 3.4.4 LA STORIA SI RACCONTA CON I MOVIMENTI DI MACCHINA Ogni inquadratura è l'alfabeto visivo con cui raccontiamo la storia. Con il montaggio creiamo la sintassi, con le inquadrature scegliamo cosa far vedere, con i movimenti di macchina comunichiamo un'intenzione e rendiamo visibile un obiettivo. Le scelte di inquadratura determinano cosa il pubblico guarderà e in che ordine, che Cosa deve vedere e cosa invece non deve vedere. o Con inquadrature ampie diamo informazioni su ambienti, luoghi e tempo della storia, senza dover pronunciare battute. o L'inquadratura campo medio si mostra in modo più chiaro dettagli e piccoli movimenti del corpo. o Un primo piano enfatizza le espressioni facciali. o Un piano detto 50 50 mostra due personaggi che si fronteggiano metà schermo, per ciascuno o l'inquadratura detta di risposta è un primo piano dell'interlocutore del personaggio parlante, di cui abbiamo già girato un primo piano gemello e simmetrico. o La static shot ripresa posata, ovvero su cavalletto. o Pan e la panoramica (La Camera a ruota, da sinistra a destra e viceversa) o tilt e la panoramica verso l'alto o verso il basso o zoom, ovvero avvicinamento o allontanamento. o Dolly in, allontanamento avvicinamento della macchina da presa, o Dolly left, Dolly right, allontanamento, avvicinamento della macchina da presa a destra o a sinistra rispetto al soggetto ripreso o boom, movimento verso l'alto o verso il basso del braccio rigido che sostiene la macchina da presa o dutch tilt, il movimento asimmetrico fuori asse, la macchina da presa non è al livello della bolla o il cutaways sono scene, d’intermezzo, ovvero inquadrature di ogni tipo, di oggetti e soggetti diversi dai protagonisti che non sono collegati direttamente con la storia. 3.4.5 IL CIAK Il ciak serve a sincronizzare le immagini con il suono, è a identificare il numero della scena che si sta girando. Il ciak ha degli spazi da compilare con le indicazioni su dove trovare una scena una volta girata. o la casella roll indica l'identificativo della schedina di memoria dove si sta girando. o Poi viene il numero della scena o il numero del take. Nei ciak elettronici che sono collegati alla macchina da presa o al Recorder audio, non solo, vi è una sincronizzazione automatica, ma viene registrato anche il minutaggio. Se si decide di girare una master scene e al tempo stesso un close up con un'altra macchina da presa, il master scene porterà il numero della scena da sceneggiatura e i dettagli avranno una lettera dell'alfabeto dopo il numero (ad esempio 27A, 27B, 27C) 3.4.6 IL GREEN SCREEN il colore verde brillante e il blu si possono sostituire in post produzione con altre immagini. Di qui il grande uso dello schermo verde per ambientare le scene nei luoghi più inaccessibili o fantasiosi, senza uscire da uno studio. Si gira prima l'ambientazione di fondo e poi si riprendono i soggetti davanti al green screen. Le due riprese saranno combinate attraverso il montaggio. l'importante è che il Green screen si illumini in modo uniforme 3.5 IL SUONO La qualità della registrazione audio determina la qualità del film, non solo bisogna sentire bene i dialoghi per capirli, ma bisogna poter controllare i rumori di sottofondo e i suoli da ambiente gestirli dove servono. La registrazione della traccia audio di un film è affidata al reparto suono, il Sound recordist e il boom operator, che raccolgono l'audio con microfoni di solito montati su asta, tenuti il più vicino possibile agli attori. La traccia audio viene mandata a un mixer è memorizzata sul registratore esterno. Ci sono diversi tipi di microfoni tra cui scegliere, a seconda del tipo di ripresa microfoni omnidirezionali che raccolgono il suono a 360 ° attorno a loro i microfoni a canna di fucile che raccolgono solo il suono che arriva dalla direzione frontale il microfoni unidirezionali che raccolgono il suono con un campo d'azione a 180 °. I microfoni hanno un sistema di sospensione per ridurre al minimo i rumori meccanici che derivano dal movimento stesso del microfono. I microfoni Dynamic mix possono essere collegati direttamente alla videocamera o a un mixer. I contest mix hanno bisogno di un'alimentazione automatica, in genere offerta direttamente dalla macchina da presa. Importante rispettare 3 regola 1. seguire e tenere il microfono il più vicino possibile alla fonte del suono. Questo si ottiene usando il boom oppure il microfono Lavalier, un piccolo microfono nascosto nel colletto che esclude i rumori di fondo. 2. tenere in considerazione di registrare più tracce audio. Anche se non si è sicuri di averne bisogno. 3. registrare una traccia unica con dialoghi completi, senza le immagini. potrebbe essere molto utile avere le voci registrate in caso le riprese audio fossero di bassa qualità. Una possibilità a questo è il doppiaggio. in studio in fase di post produzione si aggiungono i foley, ovvero tutti gli effetti sonori come passi, oggetti che cadono scricchioli, colpi di pistola, esplosioni. Quando si gira in esterno, un problema comune e il rumore del vento, il soffio, e quindi al microfono si mette una copertura pelosa che viene chiamata blimp. Una volta che tutto è stato registrato e identificato con il proprio limecode, minutaggio, la sincronizzazione di immagini tracce sonora diventa facile. 3.6 IL MONTAGGIO La fase del montaggio in genere non aspetta che il film sia terminato, comincia direttamente sul SET nel momento in cui l'operatore di Camera consegna al reparto Montaggi i Dailies, ovvero le riprese del giorno approvate dal regista. L’assistente al montaggio, controlla che le riprese siano corrette e editabili e il montatore comincia a guardarle per avere una prima idea di come assemblarle. Nel momento in cui il film è finito e probabile che il reparto montaggio sia già a una fase avanzata nella scelta delle riprese. È altrettanto probabile che il regista abbia già passato molto tempo nello studio di montaggio 3.6.1 I 6 PASSAGGI PER UN MONTAGGIO A REGOLA D’ARTE Il montaggio ha dei passaggi obbligatori che vanno rispettati. 1. La prima visione: è la prima volta che il montatore vede le riprese, le sequenze sono ancora fuori contesto, si guarda la fluidità dei movimenti di Camera e si verifica che le riprese siano coerenti. 2. L'assemblaggio: serve a organizzare il materiale in ordine cronologico per farlo vedere al regista. Questo serve per decidere se c'è bisogno di effettuare riprese aggiuntive. 3. Il premontaggio: è il primo vero passo verso la forma finale che il film prenderà in questa fase. A volte regista e montatori lavorano insieme, a volte è un lavoro solitario. L'aspetto fondamentale è Verificare la continuità delle sequenze 4. la prima versione: è il risultato approvato da regia, montaggio e produzione. La selezione delle sequenze è stata completata, ma c'è spazio per dei cambiamenti. 5. La seconda versione: affronta i dettagli di ogni singolo taglio, va nel particolare cerca il ritmo di montaggio che darà una personalità unica al film, una volta che questa versione è stata approvata da regia, montaggio, produzione si passa al passaggio successivo 6. il montaggio finale: viene passato ai Sound design, ai compositori delle musiche e ai title Design per finire il lavoro con colonna sonora e titolo di testa e di coda. 3.6.2 GLI ELEMENTI DEL MONTAGGIO Ci sono molti modi per passare da una scena all'altra o taglio netto, dove c'è un cambio completo di scena, secondo tempo e luogo o fade-in, passaggio dal nero che si dissolve nell'immagine, che appare lentamente o dissolvenza incrociata o feed out, la scena si dissolve al nero. È importante che tra una scena e l'altra ci sia una continuità spesso utilizzato, sono utilizzati i raccordi di montaggio. La continuità deve essere anche presente a livello sonoro. Il già citato leggendario Montatore Walter Murch fa notare che se lo spettatore Indovina cosa aspettassi e anticipa il taglio di montaggio successivo, il film è perduto. nel suo libro più famoso espande il concetto e parla della regola del sei per realizzare un buon montaggio. 1. L'emozione parte fondamentale di un film e manipolare canonizza col montaggio. 2. La storia deve essere portata avanti dal montaggio in modo significativo. 3. Il ritmo, come accade in un brano musicale, il montaggio deve dare un film, un passo, un ritmo sempre interessante 4. l'occhio dello spettatore va guidato. 5. Lo schermo è un luogo bidimensionale, vanno seguite le linee orizzontali verticali in modo che l'azione abbia continuità. 6. Lo spazio, il film è tridimensionale, se accostiamo inquadrature con un diverso punto di vista dello stesso oggetto, vedremo l'oggetto in modo differente. Murch fa poi una piccola aggiunta e parla di ellissi e montaggio parallelo o l'ellissi sono i tre punti messi alla fine della frase, ovvero la scena lasciata in sospeso, o montaggio parallelo e mostrare scene che accadono in luoghi diversi ma nello stesso momento. 3.6.3 IL MONTAGGIO è UNA TECNICA INVISIBILE La prima regola del montaggio e dare l'illusione che quello che stiamo vedendo sia vero il montaggio ricrea l'illusione della realtà vista dallo spettatore pianificando addirittura i movimenti dei suoi occhi. Ecco perché si accostano azioni e reazione: all'inquadratura di un personaggio che parla si accosta un’ inquadratura del personaggio che ascolta e che reagisce a ciò che dice. Le reazioni sono tanto importanti che spesso la voce di chi pronuncia una frase significativa è montata su l'inquadratura di chi ascolta e reagisce. Il montaggio regola il passare del tempo: i jump cut, salti, accostano di inquadrature dello stesso luogo in due momenti diversi. un buon montaggio significa saper tagliare via quello che non è necessario per la storia. poiché l'obiettivo del montaggio e la continuità insieme alla coerenza con la storia, sarà contenuto principale del film a fornire il “filo rosso” che guida il montaggio: in un film di azione si darà molto spazio alle sequenze dinamiche che portano avanti il plot. In conclusione, creare un film e inventare una realtà originale, plausibile nella sua potenzialità di emozionarci. Lo spettatore viene manipolato e portato a credere a quello che vede grazie agli strumenti che il regista e i suoi collaboratori conoscono, utilizzano in base alle esigenze della storia, la storia tradotta in un prodotto audiovisivo che deve essere realizzabile editabile.

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