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This document provides an overview of tensile testing in materials science. It covers various aspects of the test, including mechanical behavior, types of testing, calculations, and experimental setup. The document also provides data for different materials as well as their mechanical properties.

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PROVE MECCANICHE: LA PROVA DI TRAZIONE 1 PROVE MECCANICHE - Il comportamento meccanico di una struttura può essere accertato mediante prove sforzo-deformazione. - Si tratta di test condotti in genere a temperatura ambiente. - Esistono 4 modalità principa...

PROVE MECCANICHE: LA PROVA DI TRAZIONE 1 PROVE MECCANICHE - Il comportamento meccanico di una struttura può essere accertato mediante prove sforzo-deformazione. - Si tratta di test condotti in genere a temperatura ambiente. - Esistono 4 modalità principali di applicazione del carico. Trazione Compressione Taglio Torsione 2 TENSIONE O COMPRESSIONE L’applicazione di un carico F (di trazione o compressione) genera sulla sezione nominale del campione uno stato di sforzo . Sforzo → Forza per unità di area 𝐹 𝑆𝑓𝑜𝑟𝑧𝑜 = 𝜎𝑇𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 = 𝜎𝐶𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 = 𝐴0 3 TAGLIO E TORSIONE F  N  - Nel caso del taglio: Sforzo =  = A 0  mm2  NB: in questo caso l’area resistente A0 è parallela alla direzione del carico F. - Nel caso della torsione: T r2  N  Massimo sforzo =  max =  mm2  J dove:  r4 J = momento d'inerzia polare = 2 4 CALCOLO DELLA DEFORMAZIONE Nel caso di stato di sforzo di trazione uniassiale, il calcolo della deformazione  prodotta nel materiale è molto semplice. 5 DEFORMAZIONE ELASTICA E PLASTICA - Il movimento delle dislocazioni provoca deformazioni plastiche → deformazioni permanenti (i.e., irreversibili allo scarico). - La rottura dei legami atomici comporta la formazione di nuovi, nello stesso numero, in corrispondenza delle aree deformate plasticamente → non c’è variazione di volume! 6 PROVE MECCANICHE: CLASSIFICAZIONE 7 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE Prova di trazione → Utilizzata per determinare diverse proprietà dei materiali → Proprietà importanti per la progettazione. Nel corso della prova il provino viene deformato fino a rottura per effetto di un incremento graduale del carico applicato → carico uniassiale applicato lungo l’asse principale del campione. Durante la prova, la deformazione è confinata nella zona centrale a sezione costante. Con questa prova è possibile determinare diverse proprietà del materiale: il modulo elastico (E, Young’s modulus); Rigidezza il carico unitario di snervamento (Rp0,2, Rs, 𝜎y, YS); Resistenza meccanica il carico unitario di rottura (Rm, 𝜎R, UTS); l’allungamento percentuale (A%, elongation); Duttilità la strizione percentuale (Z%, reduction of area). 8 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE Tale prova dovrà essere eseguita, per motivi di comparabilità, attenendosi alle relative norme standard → UNI EN 10002, EN 10002-1, ISO 6892, ASTM A370, ASTM E8… Sezione provini: Provini… → → Circolare (più comune) → Rettangolare Tratto a sezione uniforme (calibrato) + estremità a sezioni maggiorate per l’afferraggio alle traverse della macchina di prova. 9 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE La lunghezza del tratto prismatico è costituita da… L0: tratto utile → sul quale si effettuano le misure delle deformazioni. L: tratto calibrato → lunghezza del tratto prismatico prima dei raccordi con le teste. L – L0 → circa pari alla massima dimensione della sezione trasversale. Si assicura che in ogni punto della sezione trasversale si abbia una tensione normale uguale. 10 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE Affinché le grandezze ricavate dalla prova siano indipendenti dalla geometria del provino è necessario fissare il valore corretto del tratto utile L0. Esso viene stabilito in base alla sezione iniziale della provetta 𝑆0 secondo la seguente formula… 𝐿0 = 𝑘 ∙ 𝑆0 → 𝑘= costante 𝐿0 = 𝑛 ∙ 𝑑 Per le sezioni rettangolari si prende analogamente il multiplo 𝑛 del diametro del cerchio di uguale area. Nelle normative europee → 𝑘= 5,65 , n=5 Nelle normative americane → 𝑘= 4,61 , n=4 11 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE La geometria e le dimensioni delle provette dipendono: - dal tipo di prodotto o semilavorato da cui vengono estratte (lamiere, barre, profilati, ecc.); - dal tipo di componente da testare. Provino estratto da un Barra nervata per getto in ghisa grigia cemento armato 12 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE Macchine di prova Si possono distinguere 3 parti fondamentali: 1. Parte destinata a produrre lo sforzo: incastellatura con traversa mobile e traversa fissa + comando idraulico o meccanico azionato con un motore elettrico. 13 PROVE MECCANICHE: PROVA DI TRAZIONE 2. Parte destinata alla trasmissione dello sforzo. Comprende le due morse (afferraggi) e tutte le attrezzature che permettono di afferrare i campioni. 3. Parte destinata alla misura dello forza e dell’allungamento. - Cella di carico disposta in serie con il provino - Estensimetro per la misura degli allungamenti del provino 14 PROVA DI TRAZIONE - RISULTATI Le grandezze ricavate nel corso della prova sono 2: ✓ L’allungamento ∆L del tratto utile del provino di lunghezza iniziale L0. ✓ La forza F che sollecita il provino e lo deforma. Da esse possono essere derivate le seguenti relazioni… 𝐹 ∆𝐿 ∆𝐿 𝜎= 𝜀= → spesso indicata in %: 𝜀 = 100 ∙ 𝐴0 𝐿0 𝐿0 Le due grandezze 𝜎 (sforzo o tensione) e 𝜀 (deformazione) sono definite nominali o ingegneristiche perché sono riferite, rispettivamente, alla sezione iniziale 𝐴0 e alla lunghezza iniziale 𝐿0 del tratto di riferimento del campione. 15 PROVA DI TRAZIONE - RISULTATI Curva 𝜎 − 𝜀 Risultato di Prova Ingegneristica o nominale 𝜎 [𝑀𝑃𝑎] 𝐹 [𝑁] ∆𝐿 𝜀 16 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTICO La maggior parte dei metalli, a carichi relativamente bassi, subisce una deformazione elastica, descritta dalla legge di Hooke: σ = Eε scarico dove:  = sforzo (MPa)  = deformazione elastica E = modulo elastico o di Young (MPa) NB: il modulo di Young è una proprietà carico piuttosto stabile nei metalli (es. negli acciai varia tra 190-210 GPa). 17 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTICO Definiremo come elastico il comportamento di un materiale che allo scarico, cioè una volta rimossa l’azione esterna, ripercorre lo stesso legame 𝐹 − ∆𝐿. All’aumentare del carico, il comportamento elastico del materiale può subire delle deviazioni dall’andamento perfettamente lineare. Limite di proporzionalità → carico oltre il quale cessa il comportamento elastico-lineare del materiale (non vale più la legge di Hooke). Limite elastico → carico oltre il quale cessa il comportamento elastico (si entra nel campo delle deformazioni plastiche). 18 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTICO Per alcuni materiali (es. ghise grigie, polimeri, ecc.) già il tratto iniziale della curva non è lineare → 𝐸 è funzione della deformazione → 𝐸 = 𝐸(𝜀). In questi casi è necessario riferirsi ad altri tipi di modulo elastico: 1) Modulo tangente all’origine 2) Secante 3) Cordale 4) Tangente Es. ghise grigie → 𝐸 molto variabile (80-150 GPa) → dipende dalla quantità e dalle caratteristiche della grafite. 19 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTICO Es. Ghise grigie. Per le ghise grigie spesso si utilizza il modulo secante: 𝜎1 = 25% 𝜎𝑅 20 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - Il passaggio dal comportamento elastico a quello plastico può assumere forme diverse a seconda del metallo considerato. - Può avvenire in maniera graduale, oppure in modo netto, manifestando un punto di snervamento (yielding point). Fase di snervamento 21 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - Per i metalli dove la transizione risulta graduale, lo snervamento può essere fatto coincidere convenzionalmente con il limite di proporzionalità 𝜎pr (MPa). → carico unitario di snervamento 𝜎𝑦 (Rsn) = 𝜎pr - Se però lo scostamento dalla linearità non è netto, lo snervamento può essere definito come lo sforzo che produce una deformazione plastica di 0,2% (𝜀 = 0,002) → in tal caso 𝜎𝑦 viene chiamato Rp02 (NB. Nel caso delle ghise, il carico unitario di snervamento è definito per  = 0,001). 22 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - I metalli che presentano il punto di snervamento si deformano plasticamente a carico costante o lievemente crescente (es. acciai con impurezze interstiziali di C e N). - Primi slittamenti lungo i piani a 45° rispetto alle direzioni principali di sforzo, a cui seguono via via slittamenti più estesi→ formazione delle bande di Lüders. 23 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - Nei metalli che presentano il punto di snervamento la deformazione plastica inizia con la caduta dello sforzo → limite di snervamento superiore (ReH). - Segue una fluttuazione dello sforzo Limite di snervamento intorno ad un valore medio → limite di superiore snervamento inferiore (ReL). Limite di snervamento Sforzo inferiore - Successivamente lo sforzo 𝜎 torna a crescere con la deformazione 𝜀. - Il carico unitario di snervamento 𝜎𝑦 viene fatto coincidere con il limite di snervamento inferiore ReL. Deformazione 24 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - Come già detto, lo snervamento (yielding point) caratterizza gli acciai dolci contenenti atomi interstiziali quali C e N. - La presenza nel reticolo di atomi interstiziali (es. C e N) produce un eccezionale incremento di durezza. - La solubilità di C e N è così bassa, che i due atomi hanno una forte tendenza a segregare sulle dislocazioni presenti. - Le dislocazioni vengono così bloccate nella loro posizione → atmosfere di Cottrell. 25 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO ELASTO-PLASTICO - La formazione delle atmosfere di Cottrell (‘strain aging’) spiega il fenomeno dello snervamento. - Arrivati al limite superiore ReH, le dislocazioni si sbloccano improvvisamente, producendo un brusco calo del carico necessario a muoverle → transizione elasto-plastica. 26 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO PLASTICO SENZA STRIZIONE Dopo lo snervamento, lo sforzo necessario per deformare il provino continua ad aumentare fino a raggiungere un valore massimo  carico unitario di rottura R [MPa]. R NB: il provin Sforzo o non  si è ancor a rotto! Deformazione  27 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO PLASTICO SENZA STRIZIONE - L’aumento del carico necessario per continuare la deformazione è conseguenza del fenomeno di incrudimento. - Nel tratto plastico, scaricando il provino si recupera solo la deformazione elastica. Se il provino viene ricaricato, il carico unitario di snervamento y cambia e risulta più elevato. 28 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO PLASTICO SENZA STRIZIONE - L’incrudimento può essere descritto dalle seguente equazione: dove: 𝑛 = indice di incrudimento, 𝑘 = fattore di sforzo NB: i risultati di una prova di trazione dipendono fortemente dalla microstruttura del materiale (influenzata dai trattamenti termici). 29 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO PLASTICO CON STRIZIONE - Raggiunto il carico massimo, nel provino si comincia a formare un restringimento di sezione localizzato, definito strizione, che aumenta fino a portarlo a frattura. - Lo sforzo massimo viene definito carico unitario di rottura R (o RM, UTS), nonostante non ci sia la rottura. - Rappresenta lo sforzo massimo che può essere sostenuto dalla struttura sollecitata a trazione. 30 PROVA DI TRAZIONE – TRATTO PLASTICO CON STRIZIONE - La strizione si verifica a causa della presenza di inclusioni non metalliche all’interno del metallo. - La deformazione plastica si localizza su questi difetti  formazione di micro-cavità (dimples) che coalescono, fino a causare la rottura del provino. Dimples Taglio Fibrosa 31 PROVA DI TRAZIONE – CURVA REALE - Dopo la strizione il materiale sembra indebolirsi  ciò è FALSO! - Nella curva - nominale, lo sforzo è infatti calcolato utilizzando la sezione iniziale A0 e non quella istantanea Ai. - In alcuni casi (es. grandi deformazioni), è più corretto calcolare e disegnare la curva - reale: F L Curva σR = ε R = ln i reale Ai L0 poiché Ai∙Li = A0∙L0, si ottiene: Curva σR = σ  (1+ ε ) nominale εR = ln(1+ ε ) 32 PROVA DI TRAZIONE – ENERGIA ASSORBITA - L’area sottesa dalla curva - rappresenta l’energia assorbita prima della rottura → indice di tenacità del materiale. - In generale, un materiale tenace è anche un materiale duttile, ma non è necessariamente vero il contrario (es. Pb). Fragile Duttile e tenace Fr Duttile Sforzo  agi le Deforma zione  33 PROVA DI TRAZIONE – DUTTILITA’ - La duttilità di un materiale può essere misurata in termini di allungamento e strizione percentuale a rottura: Allungamento percentuale A% (specificando il valore di L0) : L f − Lo A% =  100 Lo Lo Lf Strizione percentuale Z%: A − Af Ao Af Z% = o  100 Ao 34 Carico Carico unitario di unitario di snervamen rottura to MPa MPa Proprietà meccaniche tipiche di alcuni metalli e leghe allo stato ricotto Carico unitario di snervamento Duttilità Tipo di ghisa Carico unitario di rottura MPa MPa A% GJL-150 132 200 0.3-0.8 GJL-250 197 300 0.3-0.8 GJL-350 257 400 0.3-0.8 Proprietà meccaniche tipiche di alcune ghise 35 PROVA DI TRAZIONE – TEMPERATURA - La temperatura ha grande influenza sui risultati della prova:  T   modulo elastico, carico unitario di snervamento e di rottura;  T   duttilità.  [Mpa] Sforzo Sforzo  [psi] Deform azione  36 PROVA DI TRAZIONE – FRATTURA Superfici di frattura Anche l’aspetto macroscopico delle superfici di frattura riflette la natura duttile o fragile del materiale in esame. Rottura in un punto Rottura coppa-cono Rottura per distacco (estremamente duttile) (materiale duttile) (materiale fragile) 37 PROVA DI TRAZIONE – FRATTURA Superfici di frattura 38 PROVA DI TRAZIONE – FRATTURA La rottura duttile osservata ad alti ingrandimenti mostra la presenza di dimples con 2 diverse morfologie, a seconda del punto di analisi: Bordo inclinato di Frattura piatta scorrimento Dimples emisferici (dritti e simmetrici) Dimples allungati (deformati nella direzione di scorrimento) 39 PROVA DI TRAZIONE – FRATTURA La rottura fragile, se analizzata ad alti ingrandimenti, può presentare 2 diverse morfologie, a seconda dei casi: Frattura fragile Frattura fragile transgranulare intergranulare (per clivaggio) 40 PROVA DI TRAZIONE – APPROFONDIMENTO innesco innesco innesco NB: la superficie di frattura fragile di un componente reale ha spesso caratteristiche distintive che la contraddistinguono. 41

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