🎧 New: AI-Generated Podcasts Turn your study notes into engaging audio conversations. Learn more

Tirocinio completo.pdf

Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...
Loading...

Transcript

FOC – Sasso e Bagnasco Il dibattito sulle FOC interessa i professionisti sanitari, i rappresentanti delle professioni ed i pazienti stessi. D. Doran definisce Nursing sensitive outcome come gli esiti rilevanti e pertinenti dell’assistenza infermieristica per i...

FOC – Sasso e Bagnasco Il dibattito sulle FOC interessa i professionisti sanitari, i rappresentanti delle professioni ed i pazienti stessi. D. Doran definisce Nursing sensitive outcome come gli esiti rilevanti e pertinenti dell’assistenza infermieristica per i quali esistono prove di efficacia empirica che evidenziano la relazione tra il contributo degli infermieri (input) e gli esiti sul paziente (outcome). Gli outcome rappresentano la conseguenza o gli effetti degli interventi erogati dagli infermieri e si manifestano con cambiamenti nello stato di salute, nel comportamento o nella percezione del paziente e/o con la risoluzione del problema attuale per il quale l’assistenza infermieristica è stata prestata. Peter Griffiths descrive i Nursing Sensitive Outcome come aspetti dell’esperienza, del comportamento e dello stato di salute del paziente che sono determinati in tutto o in parte dall’assistenza infermieristica ricevuta, con variazioni che dipendono dalla qualità e dalla quantità dell’assistenza stessa. Il Francis Report scaturito a seguito dello scandalo nel 2006 del Mid Staffordshire NHS Trust, UK, che ha rivelato che le carenze assistenziali riguardavano principalmente aspetti fondamentali, come la nutrizione, l’igiene, la dignità, il rispetto, la comunicazione e la sicurezza, evidenziando il bisogno di una 1 trasformazione radicale dei nostri sistemi sanitari → le cure sono «fondamentali» perché rappresentano le fondamenta e l’essenza della professione infermieristica; Atti pratici dell’assistenza: aiutare i pazienti a gestire i propri bisogni di base (es. come usare il bagno, l’igiene personale, la mobilità, il sonno, il riposo, il comfort, sentirsi al sicuro, essere rispettato e avere la possibilità di scegliere). Guardando il framework possiamo distinguere i vari aspetti delle FOC, ossia: Fattori organizzativi: leadership infermieristica, il contesto di erogazione delle cure e la disponibilità di tempo. Fattori individuali dell’infermiere o del paziente: le esigenze assistenziali specifiche del paziente e le caratteristiche individuali di infermiere e paziente. Fattori interpersonali: relazione infermiere-paziente; coinvolgimento del paziente nella sua assistenza, assicurando la comprensione e il rispetto delle scelte; comunicazione; definizione delle priorità assistenziali. Il Framework della Cure Fondamentali è una matrice che ha lo scopo di quantificare le relazioni tra i vari elementi all'interno del Framework. Risultati attesi → esperienza riferita dal paziente; gli esiti secondari includono la qualità dell’assistenza (lesioni da pressione, cadute, errori terapeutici); capacità funzionale (indice di Barthell); depressione, ansia), e i risultati riportati dagli infermieri (Measure of Moral Distress for Health Care Professionals). Missed Care, Unrationed Care, Care Left Undone → qualsiasi intervento infermieristico necessario al paziente che viene omesso completamente, parzialmente o rimandato ad un altro momento rispetto a quanto pianificato. 2 Il “Missed Nursing Care” si riferisce a qualsiasi aspetto dell’assistenza infermieristica considerato indispensabile per il paziente, ma che invece viene in parte o del tutto omesso o posticipato. Quindi, si tratta di un atto (o errore) di omissione. Nell’ottica delle FOC, le cure e le attività mancate (Missed Care) assumono una gravità ancora più pesante, perché non rappresentano una semplice omissione che prima o poi si cerca di recuperare, ma si tratta di azioni che fanno crollare quel prezioso rapporto di fiducia tra paziente e infermiere, su cui si «fonda» l’etica professionale che pone al centro rispetto e la dignità della persona, travolgendo così la fiducia non solo nel singolo infermiere, ma a tutto il personale sanitario e persino nell’assistenza sanitaria in generale. Implicit Rationing of Nursing Care → La mancata erogazione delle attività infermieristiche necessarie alle persone assistite, per una decisione (‘razionamento’) degli infermieri a causa di carenza di personale, tempo e/o inadeguato skill/mix. Italia: 3 Le cause delle UNC possono essere a livello di: - Unità Operativa → carico di lavoro elevato, attività non infermieristiche, ore straordinarie, modello di erogazione delle cure inefficace e dipendente dal luogo in cui è situato l’ospedale (zona rurale vs urbana). - Infermieri → educazione, assenteismo e paese d’origine. - Caratteristiche del paziente → criticità vitale. Diritti Umani nel Percorso di Nascita - Nespoli La salute materna si riferisce alla salute delle donne durante la gravidanza, il parto e il periodo post- partum e il periodo post-partum. Sebbene la maternità sia spesso un'esperienza positiva e appagante, troppe donne la associano alla sofferenza, alla salute e persino alla morte. Le principali cause di morbilità e mortalità materna includono emorragia, infezione/sepsi, preeclampsia/eclampsia, aborto non sicuro e ostruzione del travaglio/rottura dell'utero. Ogni giorno nel mondo circa 800 donne muoiono per complicazioni prevenibili legate alla gravidanza o al parto ogni giorno e quasi tutti i decessi materni (99%) avvengono nei Paesi in via di sviluppo. Più della metà di queste morti si verificano nell'Africa subsahariana (SSA) e circa un terzo nell'Asia meridionale. La maggior parte delle morti materne è evitabile, poiché le soluzioni sanitarie per prevenire o gestire le complicazioni sono ben note. Tutte le donne devono avere accesso a un'assistenza prenatale di qualità, a cure qualificate durante il parto, a cure e sostegno nelle settimane successive al parto e accesso a un'assistenza ostetrica d'emergenza pienamente funzionante. È fondamentale che tutte le nascite siano assistite da ostetriche qualificate che forniscano interventi salvavita competenti e gli interventi devono concentrarsi sul miglioramento della qualità dell'assistenza ostetrica durante il parto nelle strutture. 4 Revisione della letteratura condotta da Bowser e Hill Oltre alle barriere geografiche, finanziarie e culturali che ostacolano un'assistenza ostetrica di qualità, la mancanza di rispetto e i maltrattamenti che le donne talvolta subiscono nelle strutture sanitarie sono un'ulteriore barriera all’accesso alle cure. Sono state identificate sette categorie di mancanza di rispetto e abuso, a partire dalla revisione di Bowser: abuso fisico assistenza non consensuale assistenza non confidenziale assistenza non dignitosa discriminazione abbandono delle cure detenzione nelle strutture o richiesta di pagamento. I diritti umani sono quei diritti che ogni essere umano possiede e ha il diritto di godere per il semplice fatto di essere un essere umano (Assemblea generale delle Nazioni Unite 1948). 5 I diritti umani si fondano su principi religiosi, filosofici e giuridici. La maggior parte delle religioni promuove il concetto di trattamento uguale ed equo di tutti gli esseri umani. Il principio di uguaglianza, dignità e non discriminazione costituisce la base filosofica dei diritti umani. (Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1948). Le caratteristiche: - Garantiti a livello internazionale - Legalmente protetti - Focalizzati sulla dignità degli esseri umani - Obblighi degli attori istituzionali e non. I diritti non sono assoluti, in determinate condizioni, lo Stato può imporre limitazioni all'esercizio e alla realizzazione di alcuni diritti. In questo modo si garantisce il rispetto dei diritti altrui e si soddisfano le giuste esigenze di ordine pubblico, salute, morale e sicurezza nazionale. Per esempio, un diritto alla libertà di riunione e di espressione di un individuo è soggetto a preoccupazioni di sicurezza nazionale e alle esigenze di ordine pubblico. Definizione di salute riproduttiva: Benessere fisico, mentale e sociale completo in tutte le questioni relative al sistema riproduttivo compresa una vita sessuale soddisfacente e sicura, la capacità di avere figli e la libertà di decidere se, quando e con quale frequenza farlo, e quanto spesso farlo. Definizione di diritti riproduttivi: I diritti delle coppie e degli individui di decidere liberamente e responsabilmente il numero e la distanza tra i loro figli; di avere le informazioni, l'educazione e i mezzi per farlo; di raggiungere i più alti standard di salute sessuale e riproduttiva; e di prendere decisioni sulla riproduzione liberi da discriminazioni, coercizioni e violenze. Il processo per rendere chiari i valori e che porta poi al cambiamento consta di 3 fasi: 1) Scegliere: Un valore deve essere scelto liberamente tra le alternative, con la consapevolezza delle conseguenze positive e negative di tale scelta. Una volta chiariti i valori, è possibile una scelta informata su quali valori vogliamo veramente e consapevolmente sostenere. 2) Valutare: Un valore scelto deve essere associato a un certo livello di soddisfazione e affermazione, nonché alla fiducia nel valore stesso. 6 3) Agire: Un valore liberamente scelto e affermato deve tradursi in azione. Idealmente, l'azione che porterà a qualche risultato positivo tenderà ad essere compiuta ripetutamente. Violenza di Genere - Nespoli Obiettivo: fornire indicazioni per una presa in carico tempestiva e adeguata delle donne vittime di violenza, al fine di elaborare un progetto personalizzato di uscita dalla violenza. Destinatarie: le Linee Guida si rivolgono a tutti gli operatori sanitari, sociali e giudiziari che entrano in contatto con donne vittime di violenza. Rete e attori coinvolti: Servizi sanitari del Servizio Sanitario Nazionale, ospedalieri e territoriali Servizi socio-sanitari territoriali Centri antiviolenza e Case rifugio Forze dell’ordine e Forze di Polizia locali Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario e presso il Tribunale per i Minorenni Tribunale (civile-penale-per i minorenni) Enti territoriali (Regioni – Province – Città metropolitane - Comuni) Accesso al Pronto Soccorso e Triage: La donna può accedere al PS spontaneamente (sola o con minore/i), accompagnata dal 118 o FF.OO o volontarie Centri Antiviolenza o persona da identificare o autore della violenza. Nella zona del Triage deve essere presente materiale informativo (cartaceo e/o multimediale) visibile e comprensibile anche da donne straniere, relativo a: o Tipologie di violenza o Effetti della violenza sulla salute di donne e bambine/i o Normativa di riferimento o Indicazioni logistiche sui servizi pubblici e privati dedicati presenti sul territorio o Servizi per il sostegno a figlie/i minori testimoni e/o vittime di violenza o Indicazioni relative al numero di pubblica utilità 1522 (Linea telefonica nazionale attiva H24) 7 Non bisogna attribuire un codice rosso se non c’è la necessità, tuttavia bisogna riconoscere un codice giallo o equivalente per garantire una visita medica tempestiva, in questo modo si riduce il rischio di ripensamento e allontanamento volontario da parte della donna. Alla donna dovranno essere assicurate l’assistenza e la protezione necessarie, verrà spostata in un’area più riservata e lontana dalla folla e solo i figli minori potranno rimanere con lei. L’area protetta rappresenta, possibilmente, l’unico luogo in cui la donna viene visitata e sottoposta a tutti gli accertamenti + luogo di primo ascolto. Trattamento diagnostico-terapeutico: L’operatrice/operatore che prende in carico la donna dovrà: o Utilizzare una corretta comunicazione con un linguaggio semplice, comprensibile e accessibile anche alle donne affette da disabilità sensoriale, cognitiva o relazionale o Garantire un ascolto e un approccio empatico e non giudicante o Instaurare con la donna un rapporto basato sulla fiducia o Attivare per donne straniere, ove necessario, la presenza di mediatrici culturali e linguistiche o Attivare per donne affette da disabilità, ove necessario, la presenza di figure di supporto o Informare nel dettaglio la delle varie fasi del Percorso o Acquisire in consenso libero e informato per ogni fase del Percorso Al fine di: Rilevare, anche con domande specifiche, la violenza subita e i rischi immediati Verificare la presenza di figlie/i minori, informando la donna dei propri obblighi di legge Informare la donna della presenza sul territorio dei Centri antiviolenza e dei servizi dedicati Avviare, su richiesta della donna, le procedure di contatto con i Centri antiviolenza o con altri attori della rete antiviolenza territoriale Informare la donna della possibilità di sporgere denuncia o querela Repertazione e conservazione prove → importantissimo evitare di contaminare le prove biologiche o perderle, ci sono varie linee guida per questo. Dimissione dal PS → l’operatore sanitario dovrà refertare gli esiti della violenza in modo dettagliato e redigere il verbale completo di diagnosi e prognosi con l’aggiunta dei codici di diagnosi. La scheda di valutazione Brief Risk Assessment for the Emergency Department permette di identificare il rischio: - Basso rischio → l’operatore sanitario informa della possibilità di rivolgersi ai Centri antiviolenza, servizi pubblici e privati e la rinvia al proprio domicilio. 8 - Medio/alto → Come sopra, però non viene rinviata al proprio domicilio ma in una struttura adeguata; qualora non ci fossero luoghi/posti disponibili può rimanere in OBI/ambiente ospedaliero per massimo 36/72h. Questo servizio deve essere garantito 24/7 con il coinvolgimento di tutti gli attori di questo percorso. Le Aziende Ospedaliere devono impegnarsi a creare percorsi personalizzati, garantire che queste attività procedano bene e senza intoppi, partecipare a tavoli di confronto periodici, assicurare il monitoraggio del fenomeno della violenza maschile contro le donne e cercare di migliorarsi sempre. Inoltre, le Aziende devono identificare un referente PS per le donne che subiscono violenza che deve interfacciarsi con tutti gli attori ella rete antiviolenza territoriale. Formazione professionale: devono essere sempre garantiti, si suggerisce una formazione articolata in 8 moduli per un totale di ore che varia dalle 20 alle 50h. Seminario Fadda Hula Hoop → rappresenta le 4 fasi di evoluzione del gruppo e ha dimostrato che, quanto è maggiore il numero di partecipanti tanto maggiore è la complessità. Formula di Thelen (canali di comunicazione): N x (N-1)/2 Palla niente → esercizio sviluppato nelle scuole di teatro, serve per potenziare la capacità di ascolto di chi parla ad un pubblico; infatti la palla è la metafora della parola che deve essere lanciata solo quando il pubblico è pronto a riceverla. Indovina che forme ho → la chiave per il successo della comunicazione è l’ascolto e soprattutto l’uso del codice linguistico più comodo per il pubblico; il feedback è l’unico modo per capire se la gente mi ha capito + tutto ciò che non è esplicitamente vietato è valido. Gioco della bottiglia → questo gioco si basa sul 2^ assioma della comunicazione e il pubblico a cui ci si deve rivolgere è quello che si ha davanti, uno è tanto più efficace quanto più utilizza ciò che conosce del pubblico. 9 3 assiomi: 1- Non si può non comunicare, 2- Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione, 3- Tutti gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari. Informazione: Passaggio di informazioni possedute da colui che parla, ma ignote oppure aggiuntive per il destinatario. Vendita: L’emittente propone al destinatario una soluzione ad un problema precedentemente non avvertito o rende appetibile un oggetto che era assolutamente indifferente o ignoto. Coinvolgimento: Proposta di attivazione di energie da parte di chi parla, ad un destinatario che deve essere coinvolto. Presume una presa di posizione emotiva “a caldo” senza una direzione pre-definita. Gioco rosso o nero → gioco che si basa sulla capacità di negoziazione, il punto fondamentale è capire cosa serve effettivamente a me e comprendere se il mio «avversario» ha davvero il mio stesso bisogno (logica win-win). Il riferimento metodologico per la negoziazione è il modello di Chamberlain. 10 Complessità e Cambiamento sociale - Manzoni La complessità e il cambiamento dei fenomeni sociali interroga le identità personali, professionali e organizzative. Secondo Bauman nella società contemporanea si sono “liquefatti” i legami tra gli individui, legami sociali che tendono a dissiparsi, a disgregarsi e a diventare sempre più effimeri. Bauman pensa che il “processo di liquefazione” si attui in diversi ambiti della vita nella società contemporanea come ad esempio il lavoro, la comunità, l'individuo, come già detto i rapporti sociali, la libertà, le strutture sociali etc. Complessità → holon, ossia un qualcosa che è sia tutto che solo una parte; «il “tempo della complessità”, la nuova condizione umana e la nuova epoca in cui ci troviamo a vivere e che rappresenta un vincolo ed opportunità al contempo poiché definisce la possibilità di globalizzare un nuovo umanesimo. Dunque, complesso vuol dire integrato e accogliere la complessità significa infatti rendere intero ed ottenere un risultato che è maggiore e diverso della somma dei risultati dei singoli elementi che compongono l’intero medesimo. Convivere con la complessità definisce anche lo sforzo scientifico di non ridurre i fenomeni, di non scomporli necessariamente verso un impoverimento interpretativo, nonché la consapevolezza della limitatezza delle scienze nei confronti dell’umano e dell’universo da lui creato. Integrare, quindi, non ha il significato di mettere insieme perché sarebbe riduttivo e non sufficiente a definire un intero. L’intero, per sua natura, afferma che ogni approccio di una parte assume la coscienza di ridurre l’intero stesso rendendosi insufficiente ad una compiuta comprensione del fenomeno. Il mondo sanitario, è per eccellenza definito il mondo della maggior complessità e, proprio questa complessità, per sua natura è integrata e chiede integrazione → la complessità è assumere l’incertezza come sfida. Incertezza necessaria per : creare, comprendere, conoscere, narrare e, soprattutto, integrare. La cultura dell’integrazione, per l’uomo occidentale così affascinato dal particolare, è condizione di risultato non di genesi e per convivere la complessità è necessario costituire un universo esplicativo di filosofia di organizzazione di cura. Cambiamento: termine polisemico che significa processo in cui qualcosa diventa diverso; complessità e cambiamento sono, nella visione classica della letteratura, variabili spazio- temporali. Per la disciplina infermieristica il termine più adeguato è divenire. Divenire Due movimenti compenetrati muovono la ricerca dell’identità delle professioni sanitarie del XXI° secolo: La persona è un essere eccentrico sospeso tra immanenza e divenire. L’uomo, nella sua dimensione ontologica, ha volontà e necessità di Cura, che da sempre e per sempre è fenomeno del vivere; al 11 contempo egli è chiamato ad evolvere nella dimensione antropologica trovando i migliori mezzi per rispondere con delle cure, umane e professionali, alla ineludibile necessità di Cura. 1^ movimento → sta internamente all’uomo stesso e vive nel continuum immanenza/trasformazione. Le società occidentali sono caratterizzate da due cifre definitorie come cambiamento e complessità. Sono questi fenomeni sociali estrinseci alle persone che tuttavia determinano il comportamento umano alla ricerca di un giusto equilibrio. 2^ movimento → sta esternamente all’uomo e lo condiziona, per lo più con il fascino di Tecnica. Caratteristiche del divenire: - Sostanziale (generazione e corruzione dell'ente, come appunto l’invecchiamento); - Qualitativo (l'alterazione dell'essere, come il passaggio dal bisogno al desiderio); - Quantitativo (aumento e diminuzione, la quantità dell'essere, come la malattia); - Locale (lo spostamento, la traslazione di un essere da un posto ad un altro, oggi più che mai attuale nelle necessità infermieristiche) → il movimento locale a sua volta si distingue in: - Circolare → sempre uguale a se stesso, caratterizza il movimento dei cieli composti dal quinto elemento l'etere che è eterno, non ha mutamenti; - Rettilineo → dal basso in alto e dall'alto in basso, proprio dei quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Gli esseri che hanno questi moti contrari sono corruttibili. Le cause del movimento possono essere accidentali (se riguardano fenomeni naturali) o volute (se compiute dall’uomo). Il divenire mantiene in sé una continua evoluzione del fenomeno senza tradirne la sua identità originaria. L’uomo nella sua costituzione ontologica è sempre uguale a sé stesso, per la costituzione antropologica è sempre diverso da sé stesso (qua ci sono le dimensioni spazio-temporali). Lo spazio della salute Lo spazio prima di essere un luogo fisico è uno spazio psichico e concettuale. I muri prima di essere fuori di noi sono dentro di noi; Le suddivisioni oppositive tra prevenzione-cura-riabilitazione o ospedale territorio non hanno più senso. Nel mondo occidentale e, segnatamente in Italia, a causa dei mutamenti demografici ed epidemiologici acclarati, l’unico contenitore spaziale che ha senso oggi è la persona presa in carico, infatti essa attraversa lo spazio e i tempi, i servizi e le professioni, lo stare bene e lo stare male. Tempo: confiniamo il cambiamento della dimensione del Tempo in una percezione che chiamiamo “accelerazione”. Ma l’epoca della accelerazione è già conclusa, quindi ciò che avvertiamo come accelerazione è infatti soltanto uno dei sintomi della dispersione temporale. Viviamo una discronia, la mancanza di ordine che dia un ritmo. Questo fenomeno spinge il nostro vivere “fuori tempo”, lo agita e lo disorienta. 12 La discronia non è tuttavia il risultato di una accelerazione forzata quanto invece l’atomizzazione del tempo che porta in sé la sensazione che il tempo proceda più velocemente di prima. La dispersione temporale rende impossibile qualsiasi esperienza di durata del tempo stesso. Nell’ambito di Cura e di cure diamo al tempo due concetti: - Kairos → significa “tempo nel mezzo”, cioè un momento in un periodo di tempo indeterminato nel quale qualcosa accade in una dimensione qualitativa. - Kronos → si riferisce al tempo cronologico e sequenziale, in una dimensione quantitativa. Il concetto di salute viene per lo più ancora visto come meta o mete. La salute viene vista come una meta da cui si parte –l’essere sano – e a cui si tende in un tentativo di conquista che sempre più abbandona il senso di finitezza che il mondo greco aveva celebrato. L’etimologia latina di salute porta il significato di stare bene ed al contempo di salvezza, nonché di sicurezza. - OMS del 1948, l’obiettivo dell’Organizzazione era “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute", definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. - Carta di Ottawa del 1986 “per promozione della salute si intende il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per conseguire uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente o di adattarvisi”. - Le Nazioni Unite hanno definito, nell’Agenda 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile: il n.3 identifica “Assicurare la salute e il benessere per tutti e a tutte le età”. Queste definizioni di salute sovranazionali hanno certamente una visione planetaria e quindi rivolta ai diversi mondi del nostro globo ormai estremamente differenziati tra loro e pur manifestando un salto di qualità dalla salute al benessere rimangono una meta. L’homo viator (viaggiatore) cammina lungo il filo della storia che è orientata verso una fine ed un fina, ovvero il viaggiatore è orientato verso una meta. La salute nella tradizione teorica e teoretica infermieristica Il concetto di salute, in ambito epistemologico infermieristico, si è sempre posto a cavallo tra teoria e teleologia. Sin da Peplau, il primo autore moderno che descrive un modello teorico, la salute è l’obiettivo che ha valore teorico e metodologico ma perviene anche con chiarezza ad un fine (télos) altamente simbolico, non misurabile, non trattabile, che lo riavvicina al significato originale di salus come salvezza. In ogni caso la costruzione scientifica infermieristica non è sfuggita alla visione della salute come meta, ed una meta positiva e positivista. Una meta instabile denominata nei diversi autori e nei diversi tempi in modo differenziato: l’equilibro omeostatico di Roy, i sistemi compensatori di Orem, le attività di risposta temporanea al bisogno di Henderson e Roper, il bisogno di assistenza infermieristica nelle triplici componenti di Cantarelli, il paradigma di simultaneità e di non simultaneità di Parse, e via dicendo. 13 Per gli infermieri, per le comunità infermieristiche, la salute assume un fine teleologicamente teorico, assoluto, simbolico, che da senso alla vita stessa. La salute oggi è una esperienza di divenire. Complessità e cambiamento vivono nelle dimensioni spazio-temporali seppur arrivano a modificare la strutturazione ontologica dell’uomo e del suo vivere. Il concetto di salute, nelle società occidentali, è sostituito dal concetto di benessere. Avendo superato i confini di tipo quantitativo del concetto di salute, ci si rivolge a elementi qualitativi e personalistici, che chiamano in causa il ben-essere e, superando il concetto di bisogno, si aprono al desiderio. I dati di ricerca confermano in modo evidente due atteggiamenti della popolazione, seppur con piccole variazioni di classi di età: non interessa più una etichetta di malattia, essa è superata in una visione tecnica della salute e del mondo sanitario, dove interessa l’autosufficienza, lo stare bene, l’autonomia, la propria immagine. In secondo, nelle survey post Covid, questi dati vengono molto messi in discussione ed è questa mutevolezza di cambiamento continuo che ci interessa. ➔ La salute non è più un momento della vita ma è il vivere, un’esperienza esistenziale in un continuo divenire. Non va confusa la Tecnica con la Tecnologia, la seconda è il prodotto della prima ma la Tecnica è una forma di pensiero, di visione del mondo, di visione delle relazioni, di considerazione anche della salute. La salute, nel mondo occidentale ha oggi una visione Tecnica, sia per i cittadini sia per le discipline e le professioni cresciute attorno al concetto di salus. Affermare che la salute ha una visione tecnica significa sottolineare che essa assume la tecnica a valore simbolico sostituendo le finalità originarie ed alimentando sé stessa. Le discipline sanitarie non appartengono alla Tecnica, non sono scienze: sono invece Arti che utilizzano Tecnica e metodi scientifici per creare evidenze. Spaesamento → significa che il paesaggio in cui quotidianamente viviamo non ci offre criteri a cui fare riferimento per riflettere sulla vita che conduciamo, sui comportamenti che pratichiamo, sulle idee che escogitiamo per giustificare le nostre condotte. È anche uno spaesamento dell’Etica che ogni giorno deve confrontarsi con l’impotenza prescrittiva. Sembra infatti che nel nostro tempo il “dovere” non sia più nelle condizioni di prescrivere il “fare”, ma solo inseguire gli effetti già prodotti del “fare”: dal “fare tecnico” che prescrive produttività ed efficienza senza saper indicare una direzione e tantomeno un orizzonte di senso e dal “fare economico” che assume il danaro come unico generatore simbolico di tutti i valori a prescindere da qualsiasi finalità. Insomma, la salute non esiste più, esiste il vivere; o meglio, possiamo affermare come non abbia più senso definirla nel breve panorama presentato. Infatti, parliamo di stili di vita, di autonomia, di benessere. La salute ha solo bisogno di improbabili definizioni operative per gli addetti ai lavori ma non ha più un interesse tecnico per la comunità sociale che cerca un vivere qualitativo, oltre ogni confine di potenziamento e oltre ogni recinto definitorio. Nelle necessarie mete che le professioni si danno esse, al contempo, debbono assumere l’incertezza e la provvisorietà del loro pensare ed agire, in uno spaesamento che non è confusione ma transizione. Quindi dobbiamo sostituire la visione dell’uomo da viator a viandante. 14 Questa nuova configurazione del vivere umano, della sua essenza e del suo passo nel mondo, chiede alla disciplina infermieristica alcuni atteggiamenti: 1) Una nuova visione dell’assistenza infermieristica Lo sviluppo della riflessione teorica e infermieristica dell’ultimo periodo ha abbandonato la visione di Teorie prescrittive infermieristiche rivolgendosi alla più impegnativa visione di Filosofie dell’assistenza infermieristica. Esse non si pongono più lo Scopo di definire il fenomeno assistenza infermieristica con obiettivi comportamentali di risultato (Conoscenza-Metodo-Strumento), ma pongono l’accento sulla identità del fenomeno stesso lasciando aperto il passo all’inatteso e valorizzando la componente teoretica. Queste sono le teorie infermieristiche dei divenire, che consentono di convergere la immanenza della promessa di cura con la complessità e il cambiamento. 2) Tenere insieme Il viandante coniuga il proprio essere in “congiunzioni” e mai in “opposizioni”; la cultura della separatezza sviluppatasi nei secoli tra salute e vivere, tra scienza e coscienza, tra passato e futuro, tra etica ed evidenza scientifica, tra organizzazione e relazione hanno costruito veri e propri dualismi antagonisti. Oggi questi meccanismi esplicativi antagonisti ed oppositivi non hanno alcun senso. 3) Una visione biocentrica La visione antropocentrica della salute (dal dominio statuito della radice giudaico cristiana) non ha più senso. E’ necessaria una visione biocentrica di ecosistema che metta in luce, senza gerarchie, tutte le forme di vita ed il pianeta stesso che ci ospita. 4) La Dea Cura (storia di Cura, Giove ecc) Custodire: concetto complesso che rappresenta un simbolo di vigilanza, di assistenza e di protezione. Il difendere. Il custode non è una guardia bruta, ma ha cura, preserva dai pericoli, provvede alle necessità. Il custode non definisce l’oggetto della sua attenzione come suo, ma ha cura e attraverso tale atteggiamento l’oggetto diventa Soggetto. 5) Nessuna nostalgia Il viandante non è nostalgico, egli sa che oggi non è possibile ritornare alla natura regredendo come in un grembo materno. Senza la tecnica che è un prodotto culturale e non un prodotto naturale, sarebbe molto difficile riuscire a vivere e senza la tecnica delle discipline e professioni sanitarie, sarebbe impossibile difendersi dalle malattie e dalle epidemie. Si cammina nell’incertezza alla ricerca della giusta misura, con limitazione volontaria e con il cambio di paradigma di salute da meccanicistico a sistemico; nessuna conclusione è possibile, solo appunti provvisori di transizione che aprano il passo del viandante. 15 Florence Nightingale – Florence Nightingale 7 contributi: 1) Contributo di una biografia: Padre: William Edward Nightingale(1794–1874),nato William Edward Shoree preso cognome nel 1815, in quanto nipote ed erede del ricco, eccentrico Peter Nightingale, pioniere dell'epidemiologia, liberale. Madre: Frances "Fanny" Smith (1789–1880), di famiglia radicale, figlia di un influente membro del Parlamento britannico, il nonno materno che era l'abolizionista William Smith (1756–1835), la nonna paterna Mary Evans era la nipote di Peter Nightingale. Si sposano e successivamente nascono Parthenope (1819) scrittrice e giornalista che nel 1858 sposa il secondo barone Henry Verney, membro del parlamento come liberale; e Florence il 12/05/1820. Florence: - Formazione giovanile e lignaggio colto. - Fede anglicana (chiamata al servizio il 7/02/1837). - Viaggia molto per l’Italia e nel 1845 annuncia di volersi occupare di poveri e malati. - Nel 1850 soggiorna a Kaiserswerth presso Düsseldorf, un ospedale gestito da un gruppo di diaconesse luterane, e rimane molto impressionata dall'elevata qualità delle cure mediche fornite; vi torna nel 1851 per un periodo di formazione e per preparare la pubblicazione di un rapporto pubblicato anonimamente. - Dal 22 agosto 1853 al 18 ottobre 1854, Nightingale è sovrintendente all'Institute for the Care of Sick Gentlewomen di Londra. - Il 21 ottobre 1854, autorizzata da Sidney Herbert, Nightingale parte con 38 infermiere volontarie addestrate da lei; lì viene rinominata “the lady with the lamp”. - Il 9 luglio 1860 istituisce la Nightingale Training School presso il St. Thomas' Hospital. - Nel 1859 (1860) pubblica Notes on Nursing. - Muore il 13 agosto 1910, ma era già malata e confinata a letto dal 1896. - Nel 1915 c’è la lettera alle infermiere, pubblicata postuma. 2) Contributo di una scelta personale: Il 7 febbraio 1837 dice di aver ricevuto la chiamata perché Dio le ha parlato, quindi decide di impegnarsi nel mecenatismo, filantropismo e servizio personale → la famiglia si oppone. Primo viaggio: Nel 1837 lei e la famiglia partono per l’Italia, arrivano a Genova nel 1938 e visitano un po’ di città liguri; poi vanno a Firenze e studia la lingua italiana; legge Tasso, Ariosto ed Alfieri in italiano con suo padre e analizza Cicerone. Di ritorno a Ginevra, nell’estate del 1838 incontrano gli esuli italiani della fallita insurrezione del 1821, racconta nelle lettere le storie degli esuli uno ad uno sottolineando la ferocità del governo austriaco. E’ la scoperta della ferocità, della ingiustizia, del dovere di resistenza civile. Poi arrivano a Parigi e il 24 marzo 1839 tornano a casa. 16 Secondo viaggio: Questa volta FN si muove via mare insieme a due amici di famiglia (Selina e Charles Bracebridge), stanno un po’ a Parigi poi vanno a Marsiglia e approdano a Civitavecchia il 9 novembre. Questo è un viaggio di maturità nel quale la conoscenza si mescola con l’esperienza e la necessità di costruire universi interpretativi. La sua scelta di occuparsi degli altri le è ormai molto chiara anche se tenuta per sé e per pochi poiché la famiglia continua a non ammettere questa argomentazione. Questo viaggio deve essere letto secondo 4 chiavi di lettura diverse: 1- Luoghi: la compagnia prende temporaneamente stanza vicino a Piazza del Popolo ed il primo approccio di Florence con la città è quello attorno a San Pietro e circondario. E’ impossibile tracciare tutti i luoghi che Florence ha visitato a Roma, però la corrispondenza di Florence nei circa quattro mesi di soggiorno romano, sono una vera propria guida turistica ed artistica della città. FN lascia Roma il 26 marzo 1848. 2- Libertà: mentre Florence soggiorna a Roma l’Italia è una polveriera in fermento. La repressione nel sangue delle varie insurrezioni degli inizi degli anni venti del XIX secolo, i cui esuli aveva incontrato Florence a Ginevra, non ha sopito lo spirito liberale post Restaurazione. Florence Nightingale manifesta grande entusiasmo per Pio IX, eletto Papa nel 1846, ammirando le sue riforme ecclesiastiche e il sostegno ai movimenti liberali italiani contro l’Austria. È affascinata dalle riforme all'ospedale di Santo Spirito e dalla concessione di amnistie per reati politici. Lo considera "padre della libertà" e "rigeneratore della Chiesa Cattolica". Tuttavia, il suo entusiasmo si affievolisce quando il Papa, con l’allocuzione del 29 aprile 1848, ritira il sostegno militare agli italiani in nome della neutralità cattolica. Infine, la proclamazione dei dogmi dell'Immacolata Concezione e dell’infallibilità papale rafforzano il giudizio negativo di Florence sul Pontefice. Per lei, la libertà e l'autodeterminazione sono valori fondamentali, ereditati dalla sua famiglia di idee liberali. Durante i suoi viaggi in Italia, queste idee trovano concreta applicazione, influenzando il suo impegno contro l'ingiustizia e la dominazione, sia in Italia che, successivamente, nell'India imperiale. All'inizio, Florence ripone fiducia nelle riforme papali e 17 vede l'Austria come il principale nemico dell'Italia, anticipando profeticamente la loro uscita dal paese. Durante il suo secondo viaggio, Florence riallaccia i contatti con esuli italiani conosciuti a Ginevra e segue da vicino la situazione degli Stati preunitari, come il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, sperando nella costruzione di una nuova Italia. Mantiene contatti con esponenti della borghesia e nobiltà "ghibellina" romana, che dureranno oltre il suo soggiorno a Roma. Florence si impegna anche nel ruolo di reporter, informando l'Impero britannico sugli eventi italiani tramite lettere dettagliate al padre. È entusiasta delle rivolte, come quelle di Palermo e Napoli, e loda l'eroismo dei siciliani, uomini e donne, nella rivoluzione del gennaio 1848. 3- Religione: pur rimanendo fedele all'anglicanesimo, sviluppa una visione religiosa universale, guidata da un forte senso di missione verso gli altri. Sebbene attratta dalle liturgie cattoliche, critica certi aspetti del cattolicesimo, come il devozionalismo delle suore e le rigide regole ecclesiastiche. Apprezza invece la vita consacrata attiva, incentrata sull'impegno sociale, e distingue tra "nuns" cattoliche e "sisters" riformate. Durante i suoi viaggi in Italia e Germania, stringe legami con donne consacrate e visita numerosi monasteri, ma non approverà mai le conversioni al cattolicesimo delle persone a lei vicine. 4- Istituzioni di assistenza: a Roma, Florence Nightingale incontra Sidney ed Elizabeth Herbert, una coppia inglese con cui svilupperà un forte legame. Sidney, politico abile e riformista, condivide con Florence l'interesse per la riforma del sistema ospedaliero e dell'assistenza sociale. I due diventeranno alleati stretti, tanto che Florence assisterà alla nascita della loro figlia Elisabeth Maud. Sidney è più cauto nell'appoggiare l'indipendenza italiana rispetto a Florence, ma lavora per migliorare i rapporti tra la Chiesa Cattolica d'Irlanda e l'Impero britannico. Con gli Herbert, Florence visita diverse istituzioni ospedaliere romane, rimanendo colpita dall'organizzazione dell'Ospedale di San Michele e dall'assistenza fornita dalle Suore di San Vincenzo de' Paoli all'Ospedale di Santo Spirito. La coppia Herbert sarà fondamentale per il futuro di Florence, soprattutto quando Sidney, diventato Ministro della Guerra, contribuirà al suo coinvolgimento nelle riforme ospedaliere durante la guerra di Crimea. FN visita anche il San Giacomo che poi rappresenta un modello di Notes on Nursing in negativo; le numerose visite ospedaliere ed assistenziali di Nightingale a Roma influenzeranno certamente il suo pensiero o per avvicinamento o per distanziamento. 5- Incontri romani: uno degli aspetti poco esplorati è il legame tra Florence Nightingale e le grandi donne dell’Ottocento italiano attive nel campo assistenziale, come Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Non ci sono prove di un contatto diretto tra loro, sebbene la Belgiojoso venga citata in due lettere di Nightingale. Entrambe frequentarono i salotti intellettuali di Parigi, ma non risulta che si siano mai incontrate personalmente, né a Parigi nel 1839 né in Inghilterra. Durante il secondo viaggio di Florence a Roma nel 1847-48, Cristina era a Napoli, impegnata nelle rivoluzioni italiane. Nonostante ciò, Florence continuò a seguire con interesse le vicende italiane nelle sue lettere dalla Francia e dall’Inghilterra, soprattutto riguardo la Prima Guerra di Indipendenza e le sorti del Regno Lombardo-Veneto. 18 3) Contributo alla società italiana: Florence Nightingale vedeva in Giuseppe Garibaldi un simbolo di libertà e unificazione per l’Italia, sostenendo non solo la sua causa politica ma anche una rivoluzione con risvolti sociali. Durante la Repubblica Romana, molti inglesi disapprovavano l'insurrezione, ma Nightingale difendeva Garibaldi e contribuì finanziariamente alla sua causa, fornendogli anche consigli sulle riforme ospedaliere. Nonostante ciò, rifiutò due volte di incontrarlo a Londra nel 1864, prima di cedere a un incontro privato. Lo descrisse come un uomo logorato e depresso, ma con un grande cuore e una visione sociale limitata. Nightingale stimava molto anche Camillo Benso di Cavour, che inviò truppe alla Guerra di Crimea nel 1855, dove Florence ammirò il lavoro delle suore negli ospedali piemontesi, mantenendo con loro una forte relazione di stima. Alla morte di Cavour il 6 giugno 1861, Sidney Herbert inviò a Florence Nightingale un telegramma, in cui esprimeva la sua ammirazione per la vita e la morte dello statista italiano. Secondo Nightingale, una buona infermiera avrebbe potuto salvare Cavour. Era convinta che, con un’assistenza adeguata, come aprire le finestre, mantenere la stanza fresca e nutrirlo correttamente, l'uomo avrebbe potuto sopravvivere. Questo riflette i principi infermieristici avanzati di Florence, già ben consolidati al tempo. Inoltre, Nightingale seguì anche le vicende di Giuseppe Mazzini, sebbene nutrisse critiche nei suoi confronti. In alcune note del 1872, Florence affermava che l'influenza di Mazzini, ormai ridotta, stava avendo effetti negativi sugli interessi del paese. Pur riconoscendo il suo grande lavoro nella creazione di una perfetta organizzazione sociale, Florence sottolineava che Mazzini non aveva lasciato un'eredità concreta, paragonando il suo operato a quello di un medico che rimanda i pazienti senza medicinali. Nel 1850, Florence Nightingale intraprese un viaggio in Grecia, facendo scalo nei mari italiani e toccando diverse città lungo il percorso. Durante il tragitto, effettuò scali tecnici ad Ancona e Brindisi, immergendosi nuovamente nell'atmosfera italiana al ritorno. Dopo essere passata per Corfù, si diresse verso Kaiserswerth, in Germania, un luogo fondamentale per la sua formazione infermieristica. Questo viaggio segnò una tappa importante nel percorso di Florence verso il suo impegno infermieristico. Dopo aver convinto la sua famiglia, Florence fu autorizzata a trascorrere tre mesi del 1851 presso le Diaconesse di Kaiserswerth, sotto la guida del pastore Theodor Fliedner, nei pressi di Düsseldorf. Questa esperienza, seguita da un periodo a Parigi nel 1853 presso le Figlie della Carità, le fornì il necessario tirocinio per sviluppare la sua vocazione. Infine, il padre accettò la sua decisione e le assegnò una rendita, che le permise di diventare sovrintendente all'Establishment for Gentlewomen during Illness a Upper Harley Street, Londra. 4) Contributo alla nascita della professione infermieristica: Si può ipotizzare che Florence divenne «protoinfermiera» a Kaiserswerth, in Germania dove arrivò per seguire un corso. Ottenne il sostegno incondizionato degli Herbert, così che la madre non poté più sostenere che si trattava di un progetto vergognoso. Orientandosi al modello di Elizabeth Fry, impegnata nell'assistenza ai carcerati, il pastore Theodor Fliedner fondò nel 1833 a Kaiserswerth la prima "Casa madre delle Diaconesse", donne nubili che si consacravano stabilmente all'assistenza (non retribuita) ai poveri. Da allora, l'opera delle diaconesse si diffuse in molte Chiese evangeliche in Europa, America e Medio Oriente. Florence raggiunse Kaiserswerth dopo un lungo viaggio, ma, giunta a destinazione, fu 19 davvero completamente felice e fece il suo internato nell’ambito della scuola, dell’ospedale, della casa di correzione. Guerra in Crimea: FN partì per la Crimea nel 1854 con 38 infermiere, ma il 17 dicembre arrivarono altre 46 infermiere, inviate senza consultarla. Tra loro c'erano 15 suore cattoliche, il che alterò l'equilibrio confessionale. Prima della partenza, scrisse una preghiera esprimendo la sua offerta del viaggio come un sacrificio a Dio. Dopo un tentativo fallito di reclutare suore a Parigi, arrivò a Costantinopoli il 4 novembre, giusto prima della battaglia di Inkermann, e successivamente a Scutari, dove rimase fino alla fine della guerra. Tornò in Inghilterra il 6 agosto 1856 e, dopo un breve recupero, incontrò la regina Vittoria a Balmoral. Il 18 febbraio 1857, il ministro della guerra Lord Panmure le chiese un rapporto sulla Crimea, che fu pubblicato solo nel febbraio 1858 dopo numerose revisioni. Nel primo inverno a Scutari, morirono 4.077 soldati, dieci volte più per malattie come tifo, colera e dissenteria che per ferite di guerra. Le prime suore cattoliche a soccorrere i soldati inglesi furono irlandesi, guidate ufficialmente da Mary Stanley, amica di Nightingale. Tuttavia, il vero leader era Mary Francis Bridgeman, madre superiora delle Suore della Misericordia di Kinsale, che ebbe un rapporto difficile con Florence. Bridgeman non riconosceva l'autorità di Nightingale e dedicava molte suore all'assistenza dei cappellani piuttosto che ai malati. La corrispondenza tra le due donne fu intensa e conflittuale, principalmente sulla questione dell'autorità delle suore. Oltre alla guerra contro i russi, si svolse una "guerra" interna, con Florence che lottava contro i medici, gli ufficiali militari e le commissioni di inchiesta. Solo l'11 aprile 1856, Florence ottenne formalmente il titolo di unica soprintendente dell'attività infermieristica negli ospedali. Tuttavia, Bridgeman e le sue suore lasciarono la Crimea il 17 aprile, rifiutando di obbedire agli ordini di Nightingale. Florence criticava spesso le suore cattoliche per mettere la conversione dei soldati al di sopra della loro cura, un comportamento inaccettabile in tempo di guerra. Nonostante le sue critiche, Florence ammirava comunque le donne consacrate, in particolare le Figlie di Carità, e non era consapevole che i precetti ospedalieri medievali richiedevano l'accesso ai Sacramenti per ricevere cure. All'inizio della guerra, le Figlie della Carità francesi, preoccupate per le condizioni dei soldati, ottennero di partire per soccorrere i feriti in Crimea dopo una richiesta del Ministro della Guerra francese. Circa 240 suore e sette missionari furono inviati, dedicandosi ai servizi infermieristici in dieci ospedali da campo. Nel 1855, il Ministero della Guerra sardo chiese l'intervento delle suore seguendo l'esempio francese. Un primo gruppo di quindici suore partì il 21 aprile 1855. Nonostante le difficoltà nel viaggio e le inadeguate condizioni di alloggio, le suore raggiunsero Balaclava e si divisero il lavoro negli ospedali da campo, affrontando gravi malattie tra i soldati. Il generale in capo esprimeva un grande bisogno del loro aiuto, ma le sfide erano significative, come dimostrò la malattia di alcune suore segnalata in una lettera del Della Rovere. Florence Nightingale esprimeva frequentemente la sua ammirazione per le Figlie della Carità, in particolare per suor Cordero. Nella prefazione del suo libro "Notes of Nursing," scrisse che le suore italiane, in particolare quelle di San Vincenzo de' Paoli, dimostravano una speciale attitudine per l'assistenza agli ammalati, evidenziando l'eccezionale competenza della Superiora in Crimea. 20 Nel 1856, mentre le suore rientravano in Piemonte, Nightingale continuò a mantenere un rapporto con suor Cordero, riconoscendo il suo operato durante la guerra. Il Ministero della Guerra, in segno di gratitudine, assegnò otto medaglie per i servizi prestati, pur non destinandole direttamente alle suore. Dopo la guerra, il legame tra Nightingale e Cordero si consolidò. Suor Cordero, trasferitasi a Siena e dedicandosi a orfani e ragazzi in difficoltà, mantenne una corrispondenza duratura con Nightingale, la quale sostenne finanziariamente la sua istituzione e coinvolse amici per aiutarla, anche se a volte questi si lamentavano delle richieste insistenti della suora. 5) Contributo alla scienza infermieristica: Alla conclusione del suo lavoro sulla guerra di Crimea, Florence Nightingale sviluppa un “metodo Nightingale” di ricerca, fondato sull'identificazione dei problemi e sulla raccolta di materiali, incluse statistiche ufficiali e documenti storici. La sua metodologia prevede di prendere nota dei fatti e valutare criticamente le informazioni ricevute, portando a una visione scientifica innovativa per l'epoca. Nightingale vive in un contesto di filosofia positivista, che mette in discussione i sistemi di conoscenza tradizionali. Integra l’approccio ipotetico-deduttivo e quello empiristico-induttivo, creando un equilibrio necessario per una comprensione più profonda della realtà. Il suo uso delle Annotazioni sistematiche diventa il suo genere scientifico preferito, e nel 1858 invia un rapporto confidenziale alla regina e pubblica opere fondamentali come "Mortality of the British Army" e "Notes on Nursing". Riconosce l'importanza della responsabilità civile e religiosa, attingendo da tradizioni italiane, francesi e tedesche il valore della carità. Osserva con attenzione le condizioni di vita e le sofferenze umane, annotando dettagli fondamentali per l'evoluzione dell'assistenza infermieristica moderna. Le sue Note non sono semplici appunti, ma un nuovo percorso scientifico che contribuisce a un approccio pratico, teleologico e sociale della conoscenza. In conclusione, "Notes on Nursing" rappresenta non solo un testo letterario, ma un approccio scientifico che getta le basi per la scienza infermieristica e per il progresso di varie discipline nel XIX secolo, con l'obiettivo di creare una società più sana, giusta e inclusiva. Notes on Nursing: l protagonista è la Natura, in un periodo in cui non si conoscono ancora i batteri e Florence Nightingale stessa si ammala di brucellosi durante la guerra di Crimea. All'epoca della pubblicazione del libro nel gennaio 1860, prevale in Europa una generica teoria degli zymoti, priva di legami di causa ed effetto. La visione di Nightingale si concretizza nella creazione di condizioni affinché la Natura possa agire, attraverso l'uso di fattori critici come ventilazione, illuminazione, igiene e alimentazione, che trasformano la Natura da matrigna a madre, portando vita invece di morte. Questo approccio stabilisce una relazione scientifica di causa-effetto. Il pensiero divergente sull'assistenza specialistica trova infine un'eco convergente, contribuendo alla nascita dell'assistenza infermieristica. La traduzione dell'opera è curata da Sabilla Novello, una cantante lirica in cerca di cura per la sua voce, e amica di Florence. La sua famiglia, legata a personalità influenti del periodo, condivide la passione liberale di Nightingale e il desiderio di riformare il ruolo delle donne nella società. ➔ La parola chiave di FN è strategia. 21 6) Contributo oltre la professione: impegno per le donne, donne islamiche, india, categorie povere, documentazione statistica, formazione; rappresenta la fondatrice del Sistema Sanitario Inglese. Crea un modello esportabile, forma i formatori che vadano a riprodurre il suo sistema formativo Rapporto con l’Italia: Dopo gli anni '60 del XIX secolo, Florence Nightingale non viaggia più, ma mantiene attivi rapporti con il mondo tramite scritti e congressi. Le sue idee influenzano vari Paesi, inclusa l'Italia. Comunica con Elena Comparetti Raffalovitch, che desidera aprire una scuola per infermieri a Padova. Nightingale risponde nel 1887, augurando successo al progetto. Raffalovitch visita Londra per incontrarla e discutere la traduzione di un libro sulla formazione infermieristica, ma il progetto non si realizza. Si dovrà attendere il 1896 per vedere la prima scuola di formazione infermieristica in Italia, a Napoli. 7) Contributo a noi oggi: dati e memoria, futuro, strategia, visione sociale della professione, giuste alleanze ecc.. Madre Segreta – Facchi Gli ospedali per esposti: Partiamo con l'evoluzione degli ospedali per esposti, ovvero le strutture che ospitavano neonati abbandonati, un fenomeno che affonda le radici nell'antichità. Questa pratica di abbandonare i neonati, specialmente quelli illegittimi, era diffusa sia nel mondo ebraico che in quello greco, romano e cristiano, con l’obiettivo di offrire loro una possibilità di sopravvivenza. In Italia, dal XV secolo, iniziarono a nascere istituzioni come i brefotrofi per prevenire l'infanticidio e dare un'alternativa alle famiglie indigenti. A Milano, uno dei primi esempi di assistenza strutturata fu lo xenodochio, fondato nel 787 da Dateo, che accoglieva viaggiatori e neonati abbandonati. Con il tempo, molte altre strutture sorsero grazie all'iniziativa di ordini religiosi e confraternite laiche, fino a quando nel 1456 Francesco Sforza fondò la Cà Granda, uno dei primi ospedali pubblici per poveri ed esposti. Questo ospedale divenne una struttura di riferimento per l'assistenza alle madri povere e ai neonati. Nel XVIII secolo, grazie all’imperatrice Maria Teresa d'Asburgo, il sistema assistenziale subì una serie di riforme importanti. Queste migliorarono non solo le condizioni degli ospedali, ma anche l’assistenza alle partorienti e agli esposti. Nel 1780 venne fondata la "Pia Casa degli Esposti e delle Partorienti" a Milano, un'istituzione che si occupava sia delle madri in difficoltà che dei loro figli. Queste riforme si inserivano in un quadro più ampio di rinnovamento medico e chirurgico, che vide anche l’introduzione delle prime scuole per levatrici e chirurghi ostetrici. Uno degli strumenti simbolo di questo periodo fu la ruota degli esposti, un cilindro rotante che permetteva di lasciare i neonati in un ospizio senza essere visti. La ruota veniva azionata da una campanella, avvisando chi all'interno dell'ospizio si occupava di ritirare il bambino. Questo metodo di abbandono garantiva protezione e anonimato alle madri che, per povertà o altre difficoltà, non potevano tenere i loro figli. 22 Tuttavia, le condizioni all'interno degli ospedali per esposti erano spesso terribili, con sovraffollamento e scarse condizioni igieniche. La mortalità infantile era molto alta: molti bambini morivano a causa di malattie e della mancanza di balie adeguate. Proprio per questo, Maria Teresa avviò riforme che includevano la formazione di personale medico e la creazione di scuole di ostetricia, come la prima scuola per levatrici fondata a Milano nel 1767. Bernardino Moscati, un medico influente, fu il promotore dell'insegnamento pratico dell’ostetricia a Milano, portando innovazioni come l'uso del forcipe. Un altro aspetto interessante era la pratica di lasciare piccoli segni o bigliettini tra le fasce dei bambini abbandonati, con l’intenzione di poterli riconoscere e magari riprenderli una volta migliorate le condizioni economiche. Questi segni, come monete o immagini religiose, dimostravano che l’abbandono non era sempre legato alla mancanza di amore, ma spesso alla speranza di un futuro migliore. Storia della maternità: Inizialmente, la maternità è stata poco studiata dalla storiografia, nonostante il ruolo cruciale delle donne nella società. È stato solo in tempi relativamente recenti che demografi, antropologi e sociologi hanno iniziato ad approfondire il tema, riconoscendo l'importanza della maternità non solo come esperienza personale, ma anche come fenomeno sociale, giuridico e culturale. Nel passato, il ruolo della madre era spesso subordinato a quello del padre, sia a livello giuridico che sociale. Le leggi derivanti dal Diritto Romano, come il Corpus Iuris Civilis, e successivamente il Codice Napoleonico, attribuivano ai padri la massima autorità all'interno della famiglia, riducendo la madre a un ruolo secondario. Solo nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia, venne riconosciuta la potestà congiunta tra padre e madre sui figli. Nel corso della storia, il legame tra madre e figlio è stato considerato più un fatto "naturale" che giuridico, escludendo quindi le madri da un ruolo di potere ufficiale sui figli. Tuttavia, a livello religioso e simbolico, la figura materna è sempre stata esaltata, come dimostra l'iconografia legata alla Vergine Maria, madre per eccellenza. Questo dualismo tra invisibilità giuridica e centralità simbolica caratterizza gran parte della storia della maternità. Durante il Medioevo e il Rinascimento, le aristocratiche erano spesso private del ruolo di madri attive, poiché l’allattamento veniva delegato alle balie. Questa pratica era molto diffusa, anche se molte testimonianze mostrano che le madri si preoccupavano della salute dei figli. Nel Seicento, le donne iniziarono ad avere maggiore controllo sulla scelta delle balie, come dimostrato dalle lettere di Eugenia Maidalchini, una nobildonna romana che visse la maternità con grande coinvolgimento, pur affidando i figli a balie. Il ruolo delle madri nelle società preindustriali era limitato non solo dal sistema patriarcale, ma anche dalle condizioni economiche e sociali. Le famiglie aristocratiche dovevano spesso bilanciare il desiderio di avere un erede maschio con il costo delle doti per le figlie femmine, che poteva pesare enormemente sul patrimonio familiare. In alcune situazioni le famiglie ricorrevano persino al "panno freddo" per far morire le neonate femmine, perché considerate un peso economico. Un altro aspetto importante della maternità storica riguarda la vedovanza. Le donne vedove potevano acquisire un certo grado di indipendenza, ma spesso perdevano la tutela dei figli se si risposavano. Questo poneva le vedove in una situazione delicata, in bilico tra la famiglia d'origine e quella acquisita. 23 Alcuni cambiamenti, però, iniziarono a verificarsi già dall'epoca di Giustiniano, che concesse alle donne la possibilità di chiedere la tutela dei propri figli, a condizione di non risposarsi. Infine con l’avvento della modernità, la maternità sia diventata una scelta consapevole grazie alla diffusione dei contraccettivi e alla liberalizzazione dell'aborto. Questo ha permesso alle donne di vivere la maternità non più come un destino obbligato, ma come una scelta personale. Tuttavia, la maternità continua a essere un tema complesso, con sfide e dilemmi che accompagnano le madri contemporanee nel tentativo di bilanciare le proprie esigenze con quelle dei figli. Presa in carico e assistenza neonato “Culla per la vita”: In Italia, la legge tutela le madri che si trovano in situazioni di difficoltà e scelgono di lasciare il proprio neonato in una "Culla per la vita". Questo servizio, presente in diverse strutture ospedaliere, garantisce l'anonimato della madre e la sicurezza del bambino. Il percorso di assistenza inizia con l'accoglienza della donna da parte di un operatore, che le fornisce informazioni e attiva un'équipe specializzata ("Madre Segreta"). Questa équipe offre supporto alla madre, ascoltandola e informandola sul percorso di sostegno previsto, che include la presa in carico medica e ostetrica in imminenza del parto, garantendo sempre la privacy e l'anonimato. La gestione della documentazione avviene nel rispetto dell'anonimato, e la madre viene assistita durante il travaglio e il parto. Dopo la nascita, il neonato viene affidato alle cure del personale medico e infermieristico, mentre l'équipe segnala lo stato di abbandono al tribunale dei minori e procede con la denuncia di nascita. Prima della dimissione, la madre viene informata sui servizi sociali a sua disposizione e, se lo desidera, può essere accompagnata per usufruirne. Infine, tutti i dati relativi al percorso vengono registrati e archiviati in modo sicuro. L'obiettivo principale di questo processo è garantire la salute e il benessere sia della madre che del neonato, offrendo un'alternativa sicura all'abbandono in luoghi non protetti. Sibilla Aleramo e Maria Montessori: Confronto tra le vite di Maria Montessori e Sibilla Aleramo, due figure femminili italiane che, agli albori del XX secolo, hanno sfidato le norme sociali e raggiunto l'emancipazione in un'epoca in cui il ruolo della donna era prevalentemente relegato alla sfera domestica e materna. Nonostante entrambe abbiano affrontato la maternità in un contesto sociale poco favorevole alle donne, le loro strade si sono divise notevolmente. Maria Montessori, illustre pedagogista, ha intrapreso un percorso "solitario e quasi ascetico". Nonostante la nascita di un figlio fuori dal matrimonio, evento considerato scandaloso per l'epoca, è riuscita a forgiarsi una brillante carriera accademica e professionale. Laureatasi in medicina, superando pregiudizi e discriminazioni, si è dedicata all'insegnamento e alla ricerca, sviluppando un metodo pedagogico innovativo che le ha conferito fama internazionale. Pur non rinunciando al figlio, che in seguito ha riconosciuto e tenuto sempre al suo fianco, Maria Montessori ha fondato la sua identità sull'indipendenza e sulla dedizione al lavoro, dimostrando che maternità e carriera potevano coesistere. Sibilla Aleramo, scrittrice e femminista, ha invece seguito un percorso più "ribelle" e anticonformista. Ha abbandonato il marito e il figlio piccolo in cerca della propria realizzazione personale, una scelta audace e controcorrente che le è costata un elevato prezzo sociale. La sua esperienza di "non madre" è narrata nel romanzo autobiografico "Una donna", opera che ha riscosso grande successo e ha 24 contribuito a mettere in discussione il ruolo tradizionale della donna nella società. Sibilla Aleramo ha vissuto una vita intensa e anticonformista, costellata di relazioni amorose e intellettuali, e si è battuta per i diritti delle donne, diventando un simbolo dell'emancipazione femminile. Entrambe le donne, pur con percorsi differenti, incarnino due aspetti dell'emancipazione femminile a cavallo tra Ottocento e Novecento. Maria Montessori ha dimostrato la possibilità di conciliare la maternità con una carriera di successo, mentre Sibilla Aleramo ha rivendicato il diritto delle donne alla libertà e all'autodeterminazione, a costo di rompere con le convenzioni sociali. Le loro storie, con le loro scelte coraggiose e anticonformiste, hanno contribuito a trasformare la visione della donna nella società italiana, aprendo la strada alle generazioni future. Inoltre, viene sottolineato come il contesto familiare abbia influenzato le loro scelte di vita. Entrambe provenivano da famiglie borghesi, ma con padri diversi: quello di Maria Montessori era un uomo affettuoso, mentre quello di Sibilla Aleramo era autoritario e violento. Anche le loro relazioni con gli uomini sono state diverse: Maria Montessori ebbe una relazione con un collega sposato, mentre Sibilla Aleramo visse diverse relazioni amorose e intellettuali, testimoniando una maggiore libertà sessuale. Entrambe furono impegnate in attività sociali: Maria Montessori si dedicò all'educazione dei bambini, mentre Sibilla Aleramo si batté per i diritti delle donne e partecipò alle proteste dei lavoratori. Entrambe ottennero successo e riconoscimento nel loro campo: Maria Montessori divenne una pedagogista di fama internazionale, mentre Sibilla Aleramo fu una scrittrice e intellettuale apprezzata. Depressione post-partum: Depressione post-partum (DPP), un disturbo che colpisce una percentuale significativa di neomamme, solitamente tra la sesta e la dodicesima settimana dopo il parto. È fondamentale distinguere la DPP dalla stanchezza e dai normali momenti di sconforto che possono accompagnare il periodo puerperale. C’è differenza tra "baby blues" una condizione di lieve alterazione emotiva che si risolve spontaneamente in pochi giorni, e la DPP vera e propria, che si manifesta con sintomi più complessi e persistenti, come irritabilità, disturbi del sonno, stanchezza, senso di inadeguatezza, pensieri ossessivi e senso di colpa. Cause → fattori ormonali, come le brusche variazioni di estrogeni e progesterone dopo il parto, e i fattori psicosociali, come precedenti disturbi psichici, conflitti familiari, mancanza di supporto sociale e eventi traumatici recenti. Contrariamente a quanto si pensava in passato, l'allattamento al seno non è causa di depressione, anzi può avere un effetto protettivo grazie alla produzione di prolattina. Prevenzione e la diagnosi precoce → l'importanza di screening di routine durante il periodo prenatale e post-natale. In caso di sintomi, si raccomanda un piano terapeutico che includa incontri di sostegno, valutazione della salute mentale e l'utilizzo di strumenti standard per identificare le madri a rischio. Il supporto di altre madri o gruppi di sostegno può essere utile per affrontare la depressione e trovare soluzioni. Sebbene non esista un trattamento definitivo per la DPP, diverse terapie farmacologiche e di counseling si sono dimostrate efficaci nel controllo dei sintomi. La scelta del programma terapeutico dovrebbe essere personalizzata in base alle esigenze specifiche della paziente. 25

Tags

nursing healthcare outcomes patient care medical ethics
Use Quizgecko on...
Browser
Browser