Sinossi ARMI - Scuola Sottufficiali dell'Esercito - PDF 2022

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Summary

This document, a 2022 edition of the booklet "Sinossi di ARMI," is a summary of weapons for the Italian Army. It details general concepts, classifications, and operational aspects of weaponry, focusing on a range of firearms commonly used by the armed forces. It's an educational resource targeting military personnel at the soldier training school.

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SCUOLA SOTTUFFICIALI DELL’ESERCITO Reparto Accademico – Dipartimento Insegnanti _____________________________________________________ SINOSSI DI ARMI 1^ PARTE - GENERALITÀ -...

SCUOLA SOTTUFFICIALI DELL’ESERCITO Reparto Accademico – Dipartimento Insegnanti _____________________________________________________ SINOSSI DI ARMI 1^ PARTE - GENERALITÀ - 2^ PARTE - PRINCIPALI ARMI IN DOTAZIONE ALLA F.A. - a cura del Reparto Accademico – Ten. Col. f. (b.) Marco SANTALUCIA Edizione 2022 AD USO DIDATTICO DEI FREQUENTATORI DEI CORSI PRESSO LA SCUOLA SOTTUFFICIALI DELL’ESERCITO PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 2 AVVERTENZE Fatte salve le esigenze di servizio, ufficio o istituto, nessuna parte di questa sinossi può essere riprodotta in qualsiasi forma a stampa, fotocopia, microfilm, scansione digitalizzata o altri sistemi, senza l‟autorizzazione scritta dell‟originatore. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 3 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 4 ATTO DI APPROVAZIONE La presente sinossi nasce dall‟esigenza di fornire ai frequentatori dei corsi uno strumento di sintesi per agevolare lo studio, accorpando gli argomenti (di cui si chiede la conoscenza) che sono trattati in più pubblicazioni. Lo scopo è quello di far acquisire una conoscenza generale della balistica e delle armi per quanto attiene alla loro classificazione, ai congegni e sistemi di funzionamento. In particolare il corso e questa sinossi focalizzano l'attenzione sulle parti costituenti le armi in generale e sulle principali armi da fuoco portatili in dotazione alla Forza Armata in particolare. Questa sinossi non abroga né sostituisce alcuna pubblicazione o direttiva emanata dagli organi competenti, né può essere considerata esaustiva per alcuno degli argomenti trattati. Viterbo, IL COMANDANTE Gen. B. Alberto VEZZOLI Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 5 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 6 INDICE 1^ PARTE GENERALE 1 NOZIONI DI BALISTICA pag. 13 1 Generalità‟ pag. 14 2 Balistica esterna pag. 14 3 Stabilizzazione del proiettile pag. 16 4 Definizioni e simboli relativi alla traiettoria pag. 17 5 Correlazione fra forma della traiettoria e conformità del terreno pag. 18 6 Definizioni relative alla forma della traiettoria e alla forma del terreno pag. 20 7 Puntamento pag. 25 8 Fattori di efficacia delle armi pag. 27 2 CLASSIFICAZIONE DELLE ARMI pag. 31 1 Generalità‟ pag. 32 2 Armi proprie pag. 32 3 Armi improprie pag. 35 3 CLASSIFICAZIONE DELLE ARMI DA FUOCO pag. 37 1 Generalità pag. 38 2 Armi da fuoco pag. 38 3 Armi bianche pag. 41 4 Classificazione delle armi da fuoco portatili pag. 42 4 ELEMENTI COSTITUTIVI DELLE ARMI DA FUOCO pag. 45 1 Generalità pag. 46 2 Munizionamento pag. 46 3 Arma pag. 47 5 MECCANISMI E CONGEGNI PRINCIPALI pag. 55 1 Generalità pag. 56 2 Meccanismo di chiusura pag. 56 3 Meccanismo di caricamento pag. 59 4 Meccanismo di sparo pag. 63 5 Meccanismo di puntamento pag. 66 6 Congegno estrazione ed espulsione pag. 66 7 Congegni di sicurezza pag. 67 8 Congegni e dispositivi vari pag. 68 9 Ciclo funzionale dell‟arma pag. 68 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 7 6 SISTEMI DI FUNZIONAMENTO ARMI AUTOMATICHE pag. 71 1 Generalità pag. 72 2 Sistemi ad azione diretta pag. 72 3 Sistemi a sottrazione/recupero di gas (azione indiretta) pag. 75 4 Sistema misto pag. 78 7 CALIBRO E MUNIZIONAMENTO ARMI DA FUOCO pag. 79 1 Calibro di un'arma da fuoco ad anima rigata pag. 80 2 Calibro delle armi da fuoco ad anima liscia pag. 81 3 Il munizionamento pag. 81 4 Il munizionamento delle armi da fuoco portatili pag. 83 5 Calibro del munizionamento per armi portatili con canna ad anima rigata pag. 88 6 Calibro delle munizioni delle armi da fuoco con canna ad anima liscia pag. 89 2^ PARTE DESCRITTIVA Le armi in dotazione all’Esercito Italiano 8 FUCILE BERETTA 70/90 pag. 93 1 Generalità pag. 94 2 Caratteristiche principali pag. 94 3 Parti principali dell'arma pag. 94 4 Congegni e dispositivi dell'arma pag.103 5 Funzionamento pag. 104 6 Versioni pag. 105 7 Dotazioni d'arma pag. 106 8 Accessori fucile beretta serie 70/90 pag. 106 9 Azzeramento dall‟arma pag. 107 10 Dati numerici dell‟arma pag. 110 9 FUCILE BERETTA ARX 160 pag. 111 1 Generalità pag. 112 2 Caratteristiche principali pag. 112 3 Parti principali dell'arma pag. 113 4 Dotazione ed accessori pag. 120 5 Meccanismi e congegni pag. 124 6 Funzionamento pag. 124 7 Puntamento pag. 128 8 Azzeramento dell‟arma pag. 128 9 Dati numerici dell‟arma pag. 130 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 8 10 PISTOLA BERETTA MOD. 92 FS pag. 131 1 Generalità pag. 132 2 Caratteristiche principali pag. 132 3 Parti principali dell‟arma pag. 132 4 Funzionamento pag. 139 5 Principali differenze tra modelli pag. 140 6 Dati numerici dell‟arma pag. 141 11 MITRAGLIATRICE LEGGERA FNMINIMI pag. 143 1 Generalità pag. 144 2 Parti principali dell'arma pag. 144 3 Alimentazione pag. 149 4 Funzionamento pag. 150 5 Dispositivi di sicurezza pag. 150 6 Rafforzatore di rinculo pag. 152 7 Azzeramento pag. 153 8 Dati numerici dell‟arma pag. 156 12 MITRAGLIATRICE MG 42/59 pag. 157 1 Generalità pag. 158 2 Parti principali dell‟arama pag. 158 3 Meccanismi e congegni pag. 161 4 Funzionamento pag. 169 5 Treppiede mod. M4 pag. 171 6 Kit di trasformazione pag. 171 7 Dati numerici dell‟arma pag. 172 13 MITRAGLIATRICE BROWNING CAL. 12.7 M2 pag. 173 1 Generalità pag. 174 2 Caratteristiche principali pag. 174 3 Parti principali dell'arma pag. 174 4 Meccanismi e congegni pag. 177 5 Dispositivi di sicurezza pag. 186 6 Treppiedi pag. 187 7 Dati numerici dell‟arma pag. 188 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 9 14 FUCILE AD ANIMA LISCIA SPAS 15 pag. 189 1 Generalità pag. 190 2 Caratteristiche principali pag. 190 3 Principali tipi di cartucce utilizzabili pag. 190 4 Parti principali dell'arma pag. 191 5 Meccanismi, congegni e dispositivi pag. 195 6 Funzionamento pag. 195 7 Dotazioni pag. 197 8 Accessori pag. 197 9 Dati numerici dell‟arma pag. 199 15 SISTEMA D’ARMA C/C PANZERFAUST 3 pag. 201 1 Generalità pag. 202 2 Parti principali dell‟arma pag. 202 3 Impiego tecnico pag. 206 4 Tecniche di puntamento pag. 209 5 Sistema d‟arma sottocalibrato Panzerfaust 3 da addestramento pag. 212 6 Dati numerici dell‟arma pag. 213 16 MORTAIO COMMANDO M6C – 210 CAL.60 MM pag. 215 1 Generalità pag. 216 2 Parti principali dell'arma pag. 216 3 Meccanismi e congegni pag. 218 4 Munizionamento pag. 220 5 Ciclo di funzionamento pag. 222 6 Avvertenze e limitazioni d‟impiego pag. 222 7 Dati numerici dell‟arma pag. 223 17 LANCIAGRANATE GLX 160 pag. 225 1 Generalità pag. 226 2 Caratteristiche principali pag. 226 3 Parti principali dell'arma pag. 227 4 Meccanismi e congegni pag. 234 5 Funzionamento pag. 236 6 Puntamento e regolazione dei congegni di puntamento pag. 239 7 Munizionamento pag. 241 8 Dotazione e accessori pag. 242 9 Dati numerici dell‟arma pag. 244 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 10 18 FUCILE BERETTA ARX 200 pag. 241 1 Generalità pag. 242 2 Caratteristiche principali pag. 242 3 Parti principali dell'arma pag. 242 4 Dotazione ed accessori pag. 252 5 Puntamento pag. 257 6 Funzionamento pag. 258 7 Smontaggio pag. 258 8 Dati numerici dell‟arma pag. 262 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 11 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 12 CAPITOLO 1 NOZIONI DI BALISTICA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 13 1 GENERALITA’. La balistica è quel ramo della fisica che studia il moto dei proiettili che avviene all'interno della canna dell'arma (balistica interna), nello spazio esterno (balistica esterna) e, infine, entro il bersaglio colpito (balistica terminale). 2 BALISTICA ESTERNA. Nello spazio esterno il proiettile percorre una traiettoria che è il risultato di tre distinte forze: l'impulso iniziale che gli imprime un moto uniforme e rettilineo, la resistenza dell'aria che si oppone ad esso in senso contrario, la forza di gravità che tende a far cadere il proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelerato. La resistenza dell'aria assume un ruolo rilevante per proiettili veloci mentre per proiettili molto lenti (artiglierie antiche, frecce, sassi) può essere pressoché trascurata. Il calcolo del moto di un proiettile nel vuoto è alquanto semplice. Ricaviamo che dopo un secondo (t) il proiettile sarà caduto dello spazio s fino al punto A, dopo due secondi fino al punto B, dopo tre secondi fino al punto C, e così via. Collegando tutti i punti A, B, C, si ottiene la traiettoria percorsa dal proiettile. Essa è rappresentata da una parabola simmetrica in cui l'angolo di partenza è eguale all'angolo di caduta, la velocità iniziale è eguale alla velocità finale e il vertice la divide in due rami simmetrici. Essa può essere calcolata conoscendo solo i parametri V (velocità iniziale) e (angolo di partenza) (fig. 1). 5 4 3 2 1 B C D A E α Figura 1 – Descrizione della traiettoria Dovendo descrivere le forze agenti sul proiettile (fig. 2), si è soliti definire due importanti punti d‟applicazione delle stesse. Il centro di massa o centro di gravità (CG) è il luogo geometrico nel quale può intendersi concentrata tutta la massa del proiettile e quindi applicata l‟azione della forza di gravità. Il centro di pressione (CP) è, invece, il punto ove agisce la risultante delle infinitesimali forze di pressione cui è soggetto il proiettile nel suo incedere attraverso il “fluido aria”. La differente posizione di CP e CG comporta comunque un effetto di capovolgimento che risulta mitigabile attraverso l‟induzione di un‟appropriata velocità angolare o rotazionale rispetto all‟asse longitudinale del proiettile mediante il tormento meccanico prodotto dal forzamento della parte cilindrica rispetto alla rigatura della canna. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 14 Centro di massa o di gravità Centro di pressione Figura 2 – Punti di applicazione delle forze agenti sul proiettile Il proiettile nel momento in cui ha lasciato la canna è soggetto agli effetti indotti dalla forza di gravità, a quelli della pressione relativa dell‟aria (intesa quale fluido viscoso e compressibile) (fig. 3) ed a quelli indotti dalla rotazione rispetto al suo asse longitudinale. Nello spazio libero il proiettile risulta a tutti gli effetti un solido di rotazione dotato di tre assi di simmetria rispetto ai quali definire coordinate e di conseguenza effetti rotazionali, quali rollio, beccheggio ed imbardata (fig. 3a). Y Imbardata resistenza X Velocità Velocità iniziale Rollio Peso Linea orizzonte Z Beccheggio Figura 3a – Assi di simmetria ed effetti Figura 3 – Forze agenti sul proiettile rotazionali sul proiettile Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 15 3 STABILIZZAZIONE DEL PROIETTILE. La precisione di un‟arma è legata ad una corretta stabilizzazione del proiettile, che a sua volta dipende dalle caratteristiche dello stesso (in modo particolare peso e lunghezza) e dal passo della rigatura dell‟arma. Con il termine di stabilità si intende la capacità del proiettile di mantenere un corretto orientamento lungo la traiettoria e di ritornare in questo stato se disturbato. La stabilizzazione può essere ottenuta in vari modi. 3.1 Proiettile sferico (fig. 4). È la soluzione più antica. In questo caso centro di massa e centro di spinta coincidono e pertanto il problema del ribaltamento non sussiste. A parte gli ovvi svantaggi aerodinamici, proiettili di questo tipo se deformati o per densità del materiale non omogenea (centro di massa e centro di spinta non coincidono più) possono dare origine a traiettorie irregolari oltre al noto effetto Magnus1, qualora per qualche motivo sia innescato un movimento di rotazione. VELOCITA’ RESISTENZA Figura 4 – Proiettile sferico 3.2 Stabilizzazione tramite alette [impennatura (fig. 5)]. Questo sistema è utilizzato per razzi, proiettili con borra d‟impennaggio (es. palle in cal. 12), proiettili con alette stabilizzatrici. In questo tipo di proiettili il centro di spinta si trova in posizione molto arretrata (in prossimità delle alette) ed il centro di massa si trova invece all‟estremità (sulla porzione anteriore più pesante) che è piuttosto distante dal centro di spinta. Questi proiettili non richiedono un movimento rotatorio, ma è stato appurato che, una angolazione delle alette tale da imprimere una rotazione di alcune centinaia di giri al minuto, correggono errori di Razzo traiettoria. Alette stabilizzatrici Borra d‟impennaggio Figura 5 – Stabilizzazione tramite alette 1 Fenomeno di deviazione balistica per cui se un proiettile animato da movimento di rotazione assiale viene investito lateralmente da una corrente fluida anche di debole intensità (vento) non devia nella direzione del vento ma in quella ortogonale. Ciò è dovuto al fatto che sulla parete che ruota in direzione contraria alla corrente agisce una pressione superiore a quella che si verifica sula lato opposto. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 16 3.3 Stabilizzazione tramite rigatura della canna (fig. 5 – 5a - 5b). La rigatura ha l'effetto di trasformare il proiettile in un sistema giroscopico. Il compito della rigatura di un‟arma è quello di impedire che il proiettile si capovolga e di far sì che il suo asse longitudinale rimanga il più possibile aderente alla tangente alla traiettoria. Occorre tenere presente che in questo caso avremo una deviazione laterale del proiettile. Tale deviazione prende il nome di derivazione. La derivazione è volta sempre dalla stessa parte della rigatura (a sinistra se è sinistrorsa, a destra se è destrorsa). La derivazione aumenta con l‟inclinazione della traiettoria. Nel tiro teso perciò possiamo dire che la derivazione è molto piccola. Nelle armi portatili in genere non se ne tiene conto. È comunque interessante notare che imporre una velocità angolare troppo elevata, rispetto la velocità di decomposizione della polvere, in funzione della stabilità, può determinare fenomeni di rasatura (deformazione del proiettile lungo la rigatura) o quanto meno fenomeni anomali d‟impegno e d‟intaglio (slippage). Le principali caratteristiche della stabilizzazione giroscopica: passo della rigatura, lunghezza del proiettile, massa del proiettile, velocità del proiettile e densità del moto attraversato. Figura 5 Figura 5a Figura 5b Rigatura canna Movimento giroscopico Rigatura ogiva 4 DEFINIZIONI E SIMBOLI RELATIVI ALLA TRAIETTORIA (fig. 6). - Traiettoria: linea percorsa dal centro di gravità del proietto nel suo moto nello spazio. - Origine della traiettoria (O): punto in cui il proietto inizia il suo moto nello spazio dopo aver abbandonato la bocca da fuoco. - Punto di caduta (C): punto in cui la traiettoria incontra l‟orizzonte dell‟arma. - Punto di arrivo (B): punto in cui la traiettoria incontra il terreno o qualsiasi ostacolo. - Linea di Sito (OB): la linea di sito di un punto (B) della traiettoria è la retta che congiunge l‟origine della traiettoria con il punto stesso; è cioè la linea retta che congiunge la volata con il bersaglio. - Linea di Tiro (OT): prolungamento dell‟asse della bocca da fuoco quando l‟arma è puntata prima dello sparo. - Linea di proiezione (OP): è il prolungamento dell‟asse della canna al momento in cui il proiettile abbandona l‟arma (è la tangente all‟origine della traiettoria). - Orizzonte dell’Arma (OB): piano orizzontale passante per il punto di origine della traiettoria. - Angolo di caduta (ω): angolo formato dalla tangente alla traiettoria nel punto di caduta (C) con la linea d‟orizzonte. - Alzo (α): l‟angolo di elevazione o alzo è l'angolo formato dalla linea di Tiro con la linea di Sito. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 17 - Gittata: distanza, misurata sulla linea dell'orizzonte, tra il punto d'origine(O) ed il punto di caduta della traiettoria (C). - Angolo di rilevamento (ρ): angolo che al momento dello sparo la linea di proiezione (asse della b.d.f. all‟atto dello sparo) forma con la linea di tiro. È generato dalla reazione degli appoggi della b.d.f.; gli appoggi elastici servono a limitare l‟entità del suo valore. - Angolo di sito di un punto B del terreno o della traiettoria (ε): angolo formato dalla linea di sito del punto B con l‟orizzonte dell‟arma. - Angolo di tiro (i): angolo che la linea di Tiro forma con l‟orizzonte dell‟arma. Il suo valore è uguale alla somma algebrica dell‟alzo e del sito preso con il proprio segno. - Angolo di proiezione (Փ): angolo compreso tra la linea di proiezione e l‟orizzonte dell‟arma. Il suo valore è uguale alla somma algebrica dell‟alzo, del sito e dell‟angolo di rilevamento. Figura 6 – Definizione e simboli traiettoria 5 CORRELAZIONE FRA FORMA DELLA TRAIETTORIA E CONFORMITÀ DEL TERRENO. 5.1 Fasci di traiettorie a carica fissa (fig. 7). Il fascio di traiettorie a carica fissa è l‟insieme delle traiettorie che si possono realizzare, a parità di bocca da fuoco, di proietto e di condizioni atmosferiche, dal valore zero, la gittata aumenta sino ad un massimo di 800°° superato il quale la gittata decresce. Figura 7 – Fascio traiettorie a cariche fisse Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 18 5.2 Fasci di traiettorie ad angolo fisso (fig. 8). È l‟insieme delle traiettorie che si possono realizzare, a parità di bocca da fuoco, di proietto e di condizioni atmosferiche, mantenendo costante l‟angolo di proiezione e facendo variare la velocità iniziale, cioè impiegando cariche progressivamente crescenti. Per tale fascio la gittata, l‟ordinata massima e l‟angolo di caduta variano concordemente con le variazioni della velocità iniziale. Figura 8 – Fascio traiettorie ad angolo fisso 5.3 Inviluppo (fig. 9). È la linea continua tangente a ciascuna delle traiettorie di un fascio a carica fissa nel loro ramo discendente. Si definisce anche come luogo dei punti di gittata massima sulle diverse linee di sito. Il punto di contatto con l‟inviluppo divide la traiettoria in due archi: - primo arco: dall‟origine al punto di contatto; - secondo arco: oltre detto punto. Il tiro può essere eseguito col primo o col secondo arco secondo che si utilizzi l‟uno o l‟altro arco della traiettoria. Ciascun arco presenta caratteristiche proprie ai fini pratici del tiro: - nel tiro con il primo arco, a ogni variazione in più o in meno dell‟angolo di tiro corrisponde uno spostamento concorde del punto di arrivo, cioè questo si allontana o si avvicina all‟origine del fascio; - nel tiro con il secondo arco, a ogni variazione in più o in meno dell‟angolo di tiro corrisponde uno spostamento discorde del punto di arrivo, cioè questo si avvicina o si allontana dall‟origine del fascio. Figura 9 – Inviluppo Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 19 6 DEFINIZIONI RELATIVE ALLA FORMA DELLA TRAIETTORIA E ALLA FORMA DEL TERRENO. 6.1 Traiettoria tesa (fig. 10). Una traiettoria è tesa quando il valore delle sue ordinate, misurate rispetto alla linea di tiro, è piccolo. Per avere traiettorie tese, occorre avere grandi velocità iniziali e piccoli angoli di proiezione. La traiettoria tesa non deve essere confusa con la traiettoria radente. Mentre la prima è una caratteristica specifica che si riferisce all‟altezza sull‟orizzonte, la seconda si riferisce soltanto al terreno sul quale la traiettoria si sviluppa. I vantaggi della tensione della traiettoria derivano dalla entità degli errori battuti (tolleranza nella stima della distanza). Figura 10 – Traiettoria tesa 6.2 Traiettoria curva (fig. 11). Una traiettoria è curva quando il valore delle sue ordinate, misurate rispetto alla linea di tiro, è relativamente grande. Figura 11 – Traiettoria curva Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 20 6.3 Traiettoria radente (fig. 12). La traiettoria di un proietto si definisce radente quando il suo andamento si avvicina al profilo del terreno e le sue ordinate, misurate rispetto al profilo del terreno, sono molto piccole, anche una traiettoria curva può essere radente. Figura 12 – Traiettoria radente 6.4 Traiettoria ficcante (fig. 13). Una traiettoria è ficcante quando il valore delle sue ordinate, misurate rispetto al profilo del terreno, è relativamente grande. Figura 13 – Traiettoria ficcante Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 21 6.5 Zone battute e non battute (fig. 14). Per accertare le possibilità di tiro di una batteria dalla posizione occupata, si determinano, per il proietto di normale impiego, i limiti di massima e minima distanza di tiro e le zone non battute (o zone in angolo morto). La zona battuta è quella porzione di terreno compresa tra il punto di arrivo della traiettoria utile inferiore (quella relativa all'angolo di tiro minimo) ed il punto di arrivo della traiettoria avente gittata massima. Traiettoria gittata massima Traiettoria utile inferiore ZONA BATTUTA Figura 14 – Zona battuta 6.6 Errore battuto (fig. 15). È il massimo errore che può essere commesso in più o in meno nella stima della distanza e conseguentemente nella graduazione dell'alzo, senza che il bersaglio cessi di essere colpito. Pertanto se si fa variare l‟alzo nei limiti dell‟errore battuto, le traiettorie relative hanno sempre il punto di arrivo sul bersaglio. A O ω ω ω A’ H S CORTO B ESATTO LUNGO Figura 15 – Errore battuto Sia AB un bersaglio di altezza “h” posto ad una distanza OS dall‟arma. Sia S il punto ove viene diretta la linea di mira. Se la distanza OS è stata stimata esattamente e si è impiegato l‟alzo relativo, la traiettoria passa per S. Se nell‟apprezzamento della distanza si è commesso un errore in più o in meno, il bersaglio è colpito al di sopra o al di sotto di S pur dirigendo sempre Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 22 la linea di mira in S. Dalla figura si osserva che il bersaglio è colpito in “A” (estremo superiore) se l‟errore nella stima in più della distanza è uguale a S A‟ ed è colpito in “B” (estremo inferiore) se l‟errore nell‟apprezzamento della distanza in meno è uguale a SB‟. L‟errore battuto viene misurato in metri sulla linea di sito, ma è uguale, per il principio della rigidità della traiettoria, a quello misurato sull'orizzonte dell'arma. Il suo valore è direttamente proporzionale all'altezza del bersaglio (h) ed inversamente proporzionale all'angolo di caduta (ω). Considerando che in una traiettoria molto tesa l‟angolo di caduta tende a zero e l‟angolo di caduta aumenta con la gittata, si desume che le armi a tiro teso sono particolarmente idonee a colpire obiettivi mobili ed aventi caratteristiche verticali. 6.7 Spazio battuto (Sb) (fig. 16). Data una determinata traiettoria e un bersaglio di determinata altezza h, lo spazio entro cui questo ultimo viene sempre colpito dalla traiettoria in esame si chiama “spazio battuto”. Viene misurato in metri sulla linea di sito, ma è uguale, per il principio della rigidità della traiettoria, a quello misurato sull'orizzonte dell'arma. SPAZIO BATTUTO Figura 16 – Spazio battuto 6.8 Zona defilata (Zde) (fig. 17). La zona defilata (Zde) è il tratto di terreno compreso tra un ostacolo, che offra sufficiente protezione ed il punto di arrivo della traiettoria che sfiora il vertice di tale ostacolo. A O C B ZONA DEFILATA Figura 17 – Zona defilata Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 23 6.9 Zona protetta (Zp) (fig. 18). È il tratto di terreno posto dietro un ostacolo che offra sufficiente protezione nel quale un bersaglio di altezza “h” non può essere colpito dalla traiettoria che ne sfiora il ciglio. Sia la profondità della zona defilata che quella della zona protetta aumentano con l‟aumentare dell‟altezza dell‟ostacolo e della tensione della traiettoria, diminuiscono con l‟aumentare della distanza arma-obiettivo e variano in relazione all‟andamento del terreno. Se il terreno sale nel senso del tiro, Zde e Zp diminuiscono, mentre se il terreno scende, aumentano. A A’ O h C B’ B’ B B’ B’ ZONA PROTETTA Figura 18 – Zona protetta Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 24 7 PUNTAMENTO. 7.1 Generalità. Puntare un‟arma significa far assumere ad essa quella direzione ed inclinazione necessaria affinché la traiettoria passi per un punto prefissato. Il segno è quel punto sul quale viene effettuato il puntamento; si identifica con il centro dell‟obiettivo che si assume come origine del sistema di riferimento per la valutazione della deviazione dei colpi. La linea di mira o di collimazione, nelle armi portatili a puntamento diretto è individuata dalla retta passante per l‟occhio del puntatore, la tacca di mira, il mirino e il segno (fig. 19). Negli alzi a cannocchiale la linea di mira è coincidente con l‟asse ottico dello strumento (fig. 20), materializzato, di norma, da un incrocicchio inciso su una lastrina incorporata nel cannocchiale (lastrina diastimometrica) (fig. 21). È la linea definita dall‟asse ottico di un cannocchiale o di un collimatore. Negli strumenti nei quali le graduazioni di alzo e scostamento sono incise su di una lastrina incorporata nel cannocchiale, la linea di mira è quella passante per i valori d‟alzo e di scostamento necessari per battere l‟obiettivo. Collimare ad un punto significa dirigere su quel punto la linea di mira. LINEA DI MIRA Allineamento occhio – tacca di mira – mirino – segno del bersaglio Figura 19 – Linea di mira armi portatili a puntamento diretto Figura 21 – Lastrina diastimometrica Figura 20 – Linea di mira armi portatili con ottica Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 25 7.2 Tiro con il puntamento diretto (fig. 22). Il puntamento si dice diretto quando, per effettuarlo, si collima direttamente sul bersaglio che deve essere visibile all‟arma. All‟arma dovrà essere imposto, sul congegno d‟alzo, l‟angolo di elevazione relativo al bersaglio ed eventualmente, se necessario, l‟angolo di scostamento. Figura 22 – Puntamento diretto 7.3 Tiro con il puntamento indiretto (fig. 23). Il puntamento si dice indiretto quando, per effettuarlo, si collima ad un elemento diverso dal segno detto falso scopo (F.S.). Normalmente l‟obiettivo non è visibile all‟arma. Per eseguire il puntamento indiretto occorre conoscere l‟angolo che la direzione arma-falso scopo (linea di mira) fa con la direzione arma-segno (d t). Questo angolo, modificato dello scostamento (S) necessario per correggere la derivazione, dovrà essere fatto segnare al congegno di mira dell‟arma (d) affinché mirando al falso scopo l‟arma risulti puntata. Figura 23 – Puntamento indiretto Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 26 8 FATTORI DI EFFICACIA DELLE ARMI. 8.1 La dispersione del tiro (fig. 24). La dispersione del tiro è quel fenomeno per cui, sparando con la stessa arma in condizioni uguali, i colpi non descrivono un‟unica traiettoria ma diverse traiettorie quanti sono i colpi sparati. L'insieme di queste traiettorie viene chiamato cono di dispersione, il cui vertice coincide con l‟origine comune delle traiettorie (ed anche con il vivo di volata dell'arma). Figura 24 – Cono di dispersione 8.2 Rosa di tiro (fig. 25). La rosa di tiro è costituita dall'insieme dei colpi racchiusi su un piano che taglia trasversalmente il cono di dispersione. La rosa di tiro è simmetrica rispetto a due assi, uno longitudinale e l'altro trasversale, il cui punto d'incrocio rappresenta il centro della rosa dove la densità dei colpi è massima e diminuisce alla periferia. Figura 25 – Rosa di tiro Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 27 8.3 Precisione del tiro (fig. 26). È un fattore relativo alle deviazioni accidentali che determinano la dispersione dei vari punti di arrivo dei colpi rispetto al centro della rosa di tiro e non da qualità intrinseche dall‟arma. Un'arma è tanto più precisa quanto più piccole sono le dimensioni della rosa di tiro. Un tiro è preciso quando il centro della rosata coincide con il centro del bersaglio. I colpi sono racchiusi in un cerchio piuttosto ristretto, ma comunque aperto. Figura 26 – Tiro preciso Fig. 26a – Tiro meno preciso 8.4 Giustezza del tiro (fig. 27). È una caratteristica tecnico-balistica che genera le deviazioni sistematiche del tiro derivanti da elementi che spostano nello stesso senso e nella stessa quantità le traiettorie del cono di dispersione. E‟ la proprietà di un‟arma di raggruppare più o meno i colpi sparati. Un tiro si dice giusto quanto la rosata è sul bersaglio, ma il centro della stessa non corrisponde con il centro del bersaglio. La giustezza del tiro è anche inversamente proporzionale alla distanza tra il centro della rosa di tiro ed il punto mirato. Un tiro è tanto più giusto quanto minore è tale distanza. Il tiro è centrato quando questa distanza è nulla. Le modalità con le quali, agendo sull'arma, si tende ad annullare tale distanza, vengono chiamate AZZERAMENTO dell'arma. Figura 27 – Tiro giusto Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 28 8.5 Tiro centrato (fig. 28). Un tiro si dice centrato quando il centro della rosa di tiro si sovrappone al centro del bersaglio ma i colpi sono molto sparsi su di esso. Figura 28 – Tiro centrato 8.6 Tiro esatto (fig. 29). Si definisce esatto, un tiro che sia centrato, preciso e giusto. Tutti i colpi sono raggruppati sul centro del bersaglio in una rosata molto stretta. Figura 29 – Tiro esatto Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 29 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 30 CAPITOLO 2 CLASSIFICAZIONE GENERALE DELLE ARMI Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 31 1 GENERALITA’. Si definisce “arma” qualunque mezzo atto ad accrescere le possibilità fisiche dell'uomo per offendere o per difendersi. Una prima distinzione viene fatta tra armi proprie e armi improprie. Agli effetti delle leggi speciali, di quelle di pubblica sicurezza e delle altre disposizioni legislative o regolamentari in materia sono: - Armi proprie: quelle armi da sparo o le altre la cui destinazione naturale è l‟offesa alla persona. - Armi improprie: tutti gli strumenti atti ad offendere dei quali la legge ne ha vietato il porto in modo assoluto ovvero senza giustificato motivo. 2 ARMI PROPRIE. Con riguardo alle loro modalità di offesa e di funzionamento le armi possono così suddividersi: - Armi da sparo: sono tutte quelle atte a lanciare uno o più proiettili mediante una forza propellente dovuta all‟azione di un esplosivo (armi da fuoco ) o da altra energia (es. aria compressa, molla); - Armi bianche: sono tutti quegli strumenti metallici da punta e/o da taglio da usarsi manualmente per l‟offesa al corpo umano (es. sciabole , spade, lance, baionette, pugnali , stiletti, manganelli, storditori elettrici, ecc.); - Congegni esplodenti, dirompenti o incendiari: sono tutte quelle macchine o strumenti la cui efficacia lesiva è realizzata per mezzo dello scoppio (dovuta per lo più ad una carica di esplosivo) e per la proiezione di schegge o per la diffusione di sostanze incendiarie (es. bombe a mano, ad orologeria, bombe incendiarie ecc.). - Aggressivi chimici: sono tutte quelle macchine o strumenti la cui efficacia lesiva è realizzata per mezzo della diffusione di sostanze chimiche nocive: es. lancia gas, lancia fiamme, bombe all‟iprite, ecc.). Con riguardo alla loro destinazione e definizione giuridica possiamo distinguerle in varie tipologie come illustrato di seguito. 2.1 ARMI DA SPARO O DA FUOCO. Sono fucili, pistole, lanciarazzi, che espellono un proiettile attraverso una canna mediante l‟uso di un combustibile; ad esse sono talvolta equiparate le armi che usano aria o gas compressi (armi a gas) anche se di regola sono strumenti sportivi. Si distinguono giuridicamente in: - Armi da guerra: armi di ogni specie che, per loro spiccata potenzialità di offesa, sono o possono essere destinate al moderno armamento delle truppe nazionali o estere per l‟impiego bellico;  le armi pesanti e tutte le armi a raffica;  fucili di assalto semiautomatici con elevata capacità di fuoco;  le bombe di qualsiasi tipo o parti di esse;  gli aggressivi chimici, biologici, radioattivi;  i congegni bellici di qualunque natura;  le bottiglie o gli involucri esplosivi o incendiari. - Armi tipo guerra sono tutte quelle che pur non rientrando tra “le armi da guerra”:  possono utilizzare lo stesso munizionamento delle armi da guerra;  sono predisposte al funzionamento automatico per l‟esecuzione del tiro a raffica;  presentano caratteristiche balistiche o di impiego comuni con le armi da guerra. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 32 - Armi comuni vietate:  i caricatori che superano i 15 colpi (che non sono né armi né parte di armi);  armi da fuoco corte in cal. 9x19 o parabellum se semiautomatiche o a ripetizione ;  le armi lunghe non sportive con caricatore o serbatoio capace di più di 5 colpi;  armi corte non sportive capaci di più di 15 colpi e i caricatori che superano dette capacità. - Armi comuni da sparo:  i fucili anche semiautomatici con una o più canne ad anima liscia;  i fucili con due canne ad anima rigata, a caricamento successivo con azione manuale;  i fucili, le carabine e i moschetti da una canna ad anima rigata, anche se predisposti per il funzionamento semiautomatico;  i fucili e le carabine che impiegano munizioni a percussione anulare, purché non a funzionamento automatico;  le rivoltelle a rotazione;  le pistole a funzionamento semiautomatico;  le repliche di armi antiche ad avancarica di modelli anteriori al 1890 fatta eccezione di quelle a colpo singolo. Sono altresì armi comuni da sparo i fucili e le carabine che pur potendosi prestare all‟utilizzo del munizionamento da guerra, presentino specifiche caratteristiche per l‟effettivo impiego per uso di caccia o sportivo, abbiano limitato volume di fuoco e siano destinate ad utilizzare munizioni di tipo diverso a quelle militari. Sono armi comuni da sparo anche quelle denominate “da bersaglio da sala” o ad emissione di gas, nonché le armi ad aria compressa, sia lunghe sia corte i cui proiettili erogano una energia cinetica superiore a 7,5 Joule e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti armi destinate alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali, in relazione alle rispettive caratteristiche, sia stata esclusa l‟attitudine a recare offesa alla persona. Il limite del numero dei colpi nei caricatori o serbatoi, fissi o amovibili , delle armi comuni da sparo destinate al mercato civile nazionale, è fissato rispettivamente nel numero di 5 colpi per le armi lunghe e di 15 colpi per quelle corte. - Armi comuni sportive: Sono armi classificate tali dalla Commissione Consultiva (sentite le federazioni sportive interessate affiliate al CONI) ed iscritte su un apposito elenco annesso al Catalogo Nazionale delle armi comuni da sparo sia lunghe che corte a canna rigata, e quelle che verranno classificate dal Banco di prova; per le loro caratteristiche strutturali e meccaniche, si prestano esclusivamente allo specifico impiego per attività sportive. Possono essere classificate con caricatori maggiorati. Il numero dei colpi ammessi è 10. - Armi comuni da caccia: Tutte le armi lunghe da fuoco usabili per cacciare in Italia e cioè quelle lunghe, sia a canna liscia (purché il calibro non sia più grande del 12; quindi non sono da caccia i calibri 8 e 10 che hanno un diametro superiore a 18,1 mm.), che rigata; queste, se di calibro pari o inferiore a 5,6 mm, devono impiegare una cartuccia con bossolo di lunghezza superiore a 40 mm. La cartuccia rimane tecnicamente una cartuccia per arma corta e se ne possono detenere solo 200 al massimo. Tutte le armi devono avere al massimo tre canne o un caricatore o serbatoio che non possa contenere, sul terreno di caccia, più di due cartucce. Fanno eccezione le armi a ripetizione manuale e a canna rigata e per cui non vi è limitazione di colpi, salvo quella del serbatoio o a del caricatore in uso. Fucili a pompa o a leva a canna Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 33 liscia devono poter contenere solo tre colpi. Cara-bine a palla semiautomatiche possono contenere fino a sei colpi, ma solo per la caccia al cinghiale in battuta. Se una delle canne è in calibro non consentito, essa deve essere resa inutilizzabile sul terreno di caccia. Anche moschetti militari o fucili d‟assalto demilitarizzati sono armi da caccia. Le armi ad aria compressa sono vietate per la caccia. - Armi comuni in genere: tutte le altre, quali pistole da difesa, armi ad aria compressa non sportive e non liberalizzate, pistole lanciarazzi, fucili non consentiti per la caccia in Italia. - Armi antiche: le armi da sparo artistiche o rare di importanza storica di modelli anteriori al 1890. Sono armi antiche anche quelle costruite dopo (ad es. revolver mod. 1889, anche se fabbricato nel 1920).Il numero dei colpi ammessi è 10.Non sono più armi se è otturata la canna o il luminello oppure che sia rotto il meccanismo di sparo. - Repliche: sono le riproduzioni di armi da sparo antiche, più o meno fedeli, prodotte dopo il 1975. Esse devono recare tutti i prescritti segni distintivi e passano la prova al Banco di Prova. - Parti di armi: sono parti essenziali di armi, per norme internazionali ed italiane, le canne, le carcasse, i carrelli, i fusti, i tamburi, le bascule. Le norme europee vi aggiungono l'otturatore e, per assimilazione, i silenziatori. I caricatori non sono più parti di arma e non vanno denunziati. Rimangono proibiti i caricatori che sono parti di arma da guerra (stesso innesto e stesso numero di colpi) questi, se ridotti, lo devono essere in modo irreversibile. I caricatori per arma lunga con più di 5 colpi o per arma corta con più di 15 colpi, già posseduti prima del 5-11-2013, possono essere ulteriormente detenuti ed usati; non possono più essere importati e venduti. Il fatto di usare un caricatore maggiorato su di un‟arma non costituisce alterazione di arma. Non sono parti di armi quelle che potrebbero appartenere anche ad un'arma giocattolo o disattivata (calcio in legno, grilletto, minuterie) o quelle di un‟arma danneggiate in modo da non poter essere assemblate in essa senza lavorazioni meccaniche. Non è parte il tamburo o il caricatore di un'arma a salve. Le parti essenziali di armi, che non facciano parte di un'arma intera, devono essere denunziate così come le canne aggiuntive; queste ultime devono inoltre possedere un loro numero di matricola. Non sono parti di arma, ma accessori di libera detenzione i riduttori di calibro (canne riduttrici e bossoli riduttori), i visori notturni, i puntatori laser, i cannocchiali e simili accessori. - Armi lunghe: sono quelle la cui canna ha una lunghezza di almeno 30 cm e in cui la lunghezza totale è almeno 60 cm; corte sono quelle con misure inferiori. - Armi disattivate o inefficienti: un ‟arma si considera “inefficiente in modo irreversibile” quando sono rese non funzionanti tutte le parti essenziali; ed è quindi necessario che il ripristino non sia possibile con la normale attrezzatura di famiglia. - Armi giocattolo: sono tali quegli oggetti che pur simulando l‟arma nel loro aspetto esteriore non hanno tuttavia idoneità ad offendere la persona ed hanno come destinazione naturale l‟uso del gioco o comunque di attività di ricreazione e di divertimento. Gli stessi non possono essere fabbricati in modo tale da poter essere trasformati in armi da guerra o comuni da sparo o che possano utilizzare il munizionamento o comunque consentire il lancio di oggetti idonei all‟offesa della persona; a tal fine debbono avere l‟estremità della canna occlusa totalmente o anche solo parzialmente da un tappo ben visibile di colore rosso Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 34 - Armi liberalizzate: tutte le repliche di armi ad avancarica mono colpo (quindi non i revolver e le armi con più canne o a ripetizione) e le armi ad aria o gas compressi, di potenza non superiore a 7,5 Joule, sono liberamente acquistabili presso gli armieri e non vanno denunziate; possono essere liberamente trasportate. Il privato le può cedere od acquistare da altro privato senza formalità. Con esse si può sparare in qualsiasi luogo non aperto al pubblico (luogo ben recintato a cui non possono accedere estranei se non autorizzati) e in poligoni pubblici e privati. 2.2 ARMI BIANCHE. Sono armi bianche le spade, i pugnali, le baionette, i tirapugni, i bastoni animati, le mazze ferrate, i manganelli, gli storditori elettrici, le bombolette lacrimogene non approvate dal Ministero dell‟Interno. Non sono considerate armi bianche le bombolette contenenti olio di peperoncino se liberalizzate a seguito dell‟esame da parte della Commissione Consultiva Armi (se contengono solo olio di peperoncino e non più di 20 ml (20 gr.) di liquido; altrimenti sono armi proprie). Non sono armi, le spade, le katane, le sciabole non particolarmente affilate o appuntite o il pugnale subacqueo, da considerare o strumenti sportivi o da arredamento o da uso scenico o completamento di divisa. Un‟arma bianca spuntata e non affilata non è più un‟arma, ma solo un pezzo di ferro. 3 ARMI IMPROPRIE. 3.1 Strumenti atti ad offendere. Non sono armi, ma strumenti i coltelli di qualsiasi genere e dimensioni (un coltello a scatto non diventa un pugnale se non ha la lama da pugnale), gli archi, le balestre, i fucili da pesca subacquea, accette, forbici, punteruoli, attrezzi sportivi delle arti marziali, ecc., vale a dire ogni strumento che può ferire, ma che è destinato ad altro scopo come strumento di lavoro o sportivo. Gli archi e le balestre non sono considerate armi improprie se portati senza le frecce o non incordati (è comunque chiaramente solo un trasporto). Per il D. L. vo 204/2010 vi rientrano i laser di classe superiore alla 3b e le armi a salve e i simulacri di armi. Questi strumenti sono liberamente acquistabili e trasportabili; possono essere portati solo per giustificato motivo, cioè per essere usati per la loro destinazione primaria. Non sono armi proprie le spade, le katane, le sciabole, le shuriken , non particolarmente affilate o appuntite, da considerare o strumenti sportivi o da arredamento o da uso scenico, o complemento di divisa. Il porto senza giustificato motivo è punito dall‟art. 4 L. 110/1975. 3.2 Strumenti riproducenti armi. Il D. L. vo 204/2010 ha introdotto la categoria degli Strumenti riproducenti armi, in cui sono finiti: - armi giocattolo che imitano armi vere ma non in metallo e che sparano, sono cappette per giocattoli; sono del tutto libere e non devono avere il tappo rosso; - armi giocattolo che imitano armi vere ma in materiale metallico, devono avere il tappo rosso; vi rientrano quindi le armi disattivate; - armi giocattolo in qualsiasi materiale che sparano proiettili con potenza inferiore a un Joule (soft air):  tappo rosso solo se confondibili con un‟arma vera;  altrimenti devono avere la parte anteriore colorata in rosso per almeno tre cm. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 35 - strumenti in metallo a forma di arma che possono sparare cartucce a salve; devono avere la canna occlusa e il tappo rosso; sono soggetti a bancatura; non possono sparare razzi (il detentore può eliminare tappo rosso e verniciature senza conseguenze). Il D. L. vo 204/2010 vieta le armi a salve con sfogo dei gas attraverso la canna. Inoltre, vieta il porto senza giustificato motivo di tutti gli strumenti riproducenti armi. Le armi soft-air sono libere se con potenza non superiore a 1 Joule e la canna colorata di rosso per almeno tre cm. Le paintball erano vietate; ora il D.L. vo121/2013 distingue tra quelle con più o meno di 7,5 J, ma occorre attendere un regolamento. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 36 CAPITOLO3 CLASSIFICAZIONE DELLE ARMI DA FUOCO Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 37 1 GENERALITA’. Le armi, dal punto di vista militare, si suddividono in bianche e da fuoco. 2 ARMA DA FUOCO. “Macchina termobalistica atta a lanciare un corpo pieno o cavo (proietto o proiettile) utilizzando la forza espansiva dei gas prodotti da una sostanza esplosiva (carica di lancio) la cui reazione chimica avviene in un tubo, a pareti resistenti (bocca da fuoco o canna) nel quale il proiettile e la carica di lancio vengono disposti attraverso l’operazione di caricamento.” La classificazione più diffusa e tradizionale suddivide le armi da fuoco in: Armi portatili, Artiglierie, Armi autopropulse e Armi particolari. 2.1 Armi portatili. Le armi da fuoco portatili sono armi di calibro relativamente modesto, leggere, facilmente trasportabili ed impiegabili, atte a lanciare a distanza proietti d'urto ed esplodenti alle brevi e medie distanze, con tiro teso o curvo e non richiedono mezzi speciali per il trasporto. A loro volta si suddividono in: - lunghe (fig. 1): quelle armi leggere dedicate ai tiri su lunghe distanze; hanno la canna lunga almeno 30 cm. e la lunghezza totale è almeno 60 cm; vengono imbracciate con entrambi le mani. Figura 1 – Fucile Beretta ARX A3 - corte (fig. 2 e 3): quelle destinate o ad un uso per la difesa personale o per bersagli a breve distanza; presentano la canna piuttosto corta; generalmente vengono impugnate con una mano sola. Hanno la canna di lunghezza inferiore a 30 cm. e la lunghezza totale inferiore a 60 cm. Figura 2 – Pistola Beretta APX Figura 3 – Pistola mitragliatrice Beretta PMX Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 38 2.2 Artiglierie. Armi da fuoco di peso e dimensioni tali da richiedere mezzi speciali per il movimento, un affusto che garantisca un solido appoggio al terreno ed un servizio effettuato da più uomini. Lanciano proietti d'urto ed esplodenti alle medie e grandi distanze con tiro teso e curvo. Sono impiegate a puntamento diretto (artiglierie controcarri) o a puntamento indiretto (mortai e artiglierie campali (fig. 4 e 4a). Figura 4 – Artiglieria Figura 4a – Mortaio 2.3 Armi autopropulse. In tali armi l'autopropulsione è generata dall'effetto di reazione di sostanze gassose prodotte al loro interno e defluenti attraverso appositi ugelli in direzione opposta al loro movimento. Si distinguono in: - razzi (fig. 5), armi autopropulse prive di sistemi di guida durante la traiettoria; - missili (fig. 6), armi autopropulse con sistemi di guida per il controllo e la modifica, volo durante, della traiettoria. Figura 5 – Razzo Panzerfaust Figura 6 – Missile SPIKE Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 39 2.4 Armi particolari. Sono quelle armi nelle quali l'elemento essenziale di offesa è costituito da una carica esplosiva. Tra di esse possiamo annoverare le bombe e le mine. Le bombe, sono armi nelle quali la carica esplosiva ed il relativo contenitore, a seconda del tipo di organizzazione, possono essere lanciati a mano (fig. 7), lanciati con vari tipi di organizzazioni (tromboncini, lanciabombe, ecc.) (fig. 8) o lasciati cadere da aeromobili (fig. 9). Figura 7 Bomba a mano MF 2000 Figura 8 Figura 9 Bomba da fucile Bombardiere B52 Le Mine, sono ordigni esplodenti per azione involontaria dell'oggetto stesso dell'offesa [personale - mezzi ruotati - mezzi cingolati (fig. 10)] mediante accenditori sensibili all'urto, alla pressione o allo strappo. Possono essere sistemati sul terreno in modalità classica (posa manuale) o speditiva (dispositivi semina mine). Figura 10 Mina anticarro MATS/2 Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 40 3 LE ARMI BIANCHE. L'origine del loro nome è probabilmente dovuta alla lucentezza del metallo che le costituisce. Si suddividono in: - offensive: destinate a produrre lesioni per mezzo della forza muscolare dell'uomo (sciabole, baionette, pugnali, ecc.) (fig. 11). - difensive: destinate a proteggere le parti più vulnerabili del corpo, mediante l'annullamento o la riduzione del potere vulnerante delle armi offensive (scudi, elmetti, corpetti antischegge ed antiproiettile, ecc.) (fig. 12). Figura 11 Armi bianche offensive Elmetto balistico Giubbetto antiproiettile Figura 12 Armi bianche difensive Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 41 4 CLASSIFICAZIONE DELLE ARMI DA FUOCO PORTATILI. Le armi da fuoco portatili vengono inoltre classificate in base alle seguenti caratteristiche tecnico-tattiche: - forma della traiettoria; - caricamento; - sistema di funzionamento; - trasporto; - impiego; - tipologia di canna. 4.1 Forma della traiettoria. In base alla forma della traiettoria le armi da fuoco possono essere suddivise in: - armi a traiettoria tesa: caratterizzate da elevate velocità iniziali, grande precisione, piccole ordinate rispetto alla linea di sito, piccoli angoli di caduta, grande errore battuto, grandi zone defilate; - armi a traiettoria curva: caratterizzate da basse velocità iniziali, buona precisione, grandi ordinate rispetto alla linea di sito, grandi angoli di caduta, piccolo errore battuto, piccole zone defilate. 4.2 Sistema e modalità di caricamento. In base alla parte della bocca da fuoco attraverso la quale avviene il caricamento, le armi da fuoco vengono suddivise in: - armi ad avancarica: quelle in cui il caricamento, sempre singolo, viene effettuato dalla parte anteriore della canna (volata) ed il cui ciclo di funzionamento si limita alle fasi di caricamento e sparo (allo stato attuale sono in dotazione alla Forza Armata solo i mortai); - armi a retrocarica: quelle in cui il caricamento viene effettuato dalla parte posteriore della canna (culatta) ed il cui ciclo di funzionamento si realizza attraverso le fasi di:  apertura della culatta,  caricamento,  chiusura della culatta,  sparo. A seconda delle modalità con cui viene realizzato il caricamento, le armi da fuoco possono essere ulteriormente classificate in: - armi a caricamento singolo: quelle nelle quali le fasi di caricamento e sparo vengono sempre effettuate per azione manuale del servente, colpo per colpo. Esse sono prive di contenitore per il munizionamento (le fasi di apertura e chiusura possono essere effettuate manualmente o automaticamente); - armi a caricamento multiplo: quelle nelle quali il caricamento viene effettuato per più colpi, in quanto dispongono di un contenitore per il munizionamento. In questo caso si possono anche chiamare “armi a ripetizione”. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 42 4.3 Sistema di funzionamento (armi a caricamento multiplo). In base al sistema di funzionamento, le armi da fuoco a caricamento multiplo (o a ripetizione) vengono suddivise in: - armi a funzionamento manuale: quelle in cui tutte le fasi del ciclo funzionale sono effettuate dall‟operatore. In queste armi alimentazione e chiusura sono contemporanee. - armi semiautomatiche (o a tiro intermittente, o a colpo singolo): quelle nelle quali l'azione sulla leva di sparo determina la partenza di un solo colpo e tutte le fasi del ciclo funzionale avvengono automaticamente con l'eccezione della fase di sparo che è sempre ottenuta manualmente. - armi automatiche (o a tiro continuo o a raffica): quelle in cui tutte le fasi del ciclo funzionale si succedono automaticamente con l'eccezione del primo colpo per il quale il funzionamento è manuale. La fase di sparo successiva al primo colpo è automatizzata. 4.4 Modalità di trasporto. In base al sistema di trasporto, le armi vengono suddivise in: - armi individuali: sono quelle che vengono trasportate (unitamente alla propria dotazione d'arma) e impiegate da un solo operatore (pistole, fucili, pistole mitragliatrici, ecc.). - armi collettive: sono quelle che richiedono l'impiego di almeno due operatori per il trasporto (compresa la dotazione d'arma) e l'impiego. 4.5 Caratteristiche d'impiego. In relazione al loro impiego le armi da fuoco possono essere classificate in: - armi per il combattimento ravvicinato: caratterizzate da piccola potenza, breve gittata, grande maneggevolezza; vengono impiegate alle brevissime distanze, sono idonee a svolgere azioni di assalto e contrassalto (pistole, fucili, fucili mitragliatori, lanciagranate, mortai d'assalto, ecc.); - armi per l'accompagnamento e l'arresto: caratterizzate da media potenza, media gittata, grande volume di fuoco o notevole effetto del colpo singolo (granata); vengono impiegate alle brevi e medie distanze e sono idonee a svolgere azioni di accompagnamento in attacco e di arresto in difesa (mitragliatrici, mortai medi e leggeri, ecc.); - armi per l’interdizione: quelle che per potenza e gittata sono idonee a svolgere azione di interdizione alle medie distanze (mortai pesanti); - armi controcarro: quelle che svolgono prevalentemente azione controcarro in qualsiasi fase del combattimento (lanciarazzi e missili c/c); - armi contraerei: quelle che svolgono azione contraerei e contro elicottero in ogni fase del combattimento (artiglierie e missili c/a). 4.6 Tipologia di canna. - a canna liscia: fucili muniti di canna cilindrica ad anima liscia che sparano cartucce allestite con pallini, pallettoni o con palla. - a canna rigata: armi che sparano proiettili cilindrico - ogivali che vengono stabilizzati per ottenere maggiore precisione nelle lunghe distanze. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 43 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 44 CAPITOLO 4 ELEMENTI COSTITUTIVI DELLE ARMI DA FUOCO Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 45 1 GENERALITA’. Le armi da fuoco sono costituite da due elementi fondamentali: - munizionamento (elemento attivo):  carica di lancio;  proietto o proiettile; - arma propriamente detta (elemento passivo):  bocca da fuoco;  affusto. 2 MUNIZIONAMENTO. Il munizionamento delle armi da fuoco è costituito dai seguenti elementi: - proietto o proiettile; - carica di lancio; 2.1 Proietto o proiettile (elemento attivo). Corpo metallico, cavo o pieno, che, ricevuta da una carica di lancio gran parte dell'energia cinetica da essa prodotta, è in grado di percorrere una particolare traiettoria per raggiungere un obiettivo sul quale apportare effetti distruttivi. A seconda delle dimensioni si distingue in: - proietto: quello lanciato con armi di calibro superiore o uguale ai 20 mm e che, nella generalità dei casi, è esplodente e l'arma assume il nome di “artiglieria”. In questo caso l'effetto desiderato viene realizzato dalle schegge generate dall'esplosione della carica di scoppio che viene innescata, al momento desiderato, dalla “spoletta”; - proiettile o pallottola: quello lanciato con armi, generalmente portatili, di calibro inferiore ai 20 mm e che, nella quasi totalità dei casi, è inerte. L'effetto desiderato viene realizzato per mezzo dell'energia cinetica residua (forza viva)2 posseduta dal proiettile al momento dell‟impatto. Essendo il proietto o proiettile il vero mezzo di offesa, questo è parte integrante dell'arma da fuoco anche se è invalsa l'abitudine di attribuire la dizione “arma da fuoco” al solo mezzo di lancio. 2.2 Carica di lancio La carica di lancio è formata dalla polvere esplosiva che, in chiamata dall'innesco, brucia rapidamente producendo il gas che si espande a causa del calore che viene generato durante il processo di infiammazione e combustione. Questa imprime una determinata velocità iniziale al proiettile che, nel suo moto di traslazione sfrutta la sola inerzia di cui è stato dotato. Il tipo di reazione che producono gli esplosivi da lancio è progressivo e non istantaneo. La forma di esplosione a cui danno origine è la deflagrazione. 2 La forza viva residua è l’energia posseduta dal proiettile alle varie distanze (normalmente espressa in Kg per metro) ed è in funzione del tipo di canna (lunghezza e pressione max tollerabile). Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 46 3 ARMA. L‟arma propriamente detta è costituita da bocca da fuoco e affusto (elementi passivi) 3.1 Bocca da fuoco. Tubo metallico con il quale, utilizzando la forza espansiva dei gas prodotti dalla deflagrazione della carica di lancio, si scaglia a distanza un proietto guidandolo nel tratto iniziale della traiettoria. È costituita da: - canna; - culatta. 3.1.1 Canna (fig. 1). È la parte della bocca da fuoco che ha il compito di: - contenere e dirigere il proietto nel tratto iniziale della traiettoria; - resistere all‟azione dei gas prodotti dalla deflagrazione della carica di lancio consentendo la propulsione del proietto. Nelle armi portatili il suo profilo interno si suddivide in: - camera di cartuccia (1):spazio nel quale viene sistemato il colpo completo che si suddivide a sua volta in:  camera del bossolo (o camera di scoppio) (2);  camera del proietto (3); raccordati da un tratto tronco-conico che costituisce l‟appoggio del bossolo. - anima (4): parte cilindrica interna (liscia o rigata) percorsa dal proietto nel suo movimento verso l'esterno. 2 3 1 4 anima canna Figura 1 – Canna L‟anima al suo interno è caratterizzata da particolari che ne determinano il funzionamento e l‟efficacia. Tra questi troviamo:  Throat (fig. 2). Il throat è progettato in fase di sviluppo di un'arma e può variare sia in lunghezza che in angolazione, infatti altro non è che la porzione terminale dell'alesatore che andrà a dar vita alla camera di cartuccia, quindi è lo spazio tra la camera di cartuccia e l‟inizio delle righe. Si possono trovare dei throat cortissimi (maggiormente usati nei fucili con proiettili affusolati) oppure lunghi e con angoli di incidenza più o meno acuti (pistole) (fig. 2a). Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 47 Il throat essendo la porzione di canna che intaglia la palla e che riceve la vampa derivata dalla combustione della polvere, è soggetto aduna usura che ne compromette piuttosto velocemente la funzione primaria. Tale funzione è quella di garantire un perfetto allineamento con la palla, infatti proviamo ad immaginare una canna con 4 - 6 righe che presentino un consumo anomalo in almeno una delle righe: ciò impedirà alla palla di appoggiarsi in modo uniforme e riceverà cosi una spinta anomala al momento di inserirsi nelle rigatura. Figura 2 – Throat Figura 2a – Throat corto e lungo  Freeboring (fig. 3). È dato da una somma di fattori quali il tipo di ogiva del proiettile, throat e il tratto che l'ogiva percorre prima di impegnare il throat. Nelle armi da guerra, generalmente si trovano throat lunghi per permettere l'impiego dell'arma in ogni condizione atmosferica evitando quindi inceppamenti, mancate camerature, pulizia saltuaria ed una esplosione considerevole di colpi. Con il termine "FREE-BORE" si intende quello spazio che il proiettile percorre dopo essere uscito dal bossolo, ma prima di impegnarsi nella rigatura. Questo dipende dalla lunghezza del cono di forzamento (fig. 3a) in rapporto alla lunghezza del corpo del proiettile. In questo spazio, anche se molto breve, il proiettile è soggetto a forze laterali prodotte dai gas che riescono a superarlo e a disturbare il suo inserimento nella rigatura, il che comporta deformazioni e minor precisione. Inoltre il proiettile viene frenato bruscamente quando si impegna nella rigatura e ciò provoca vibrazioni della canna. Si hanno fenomeni di erosione della canna nel punto del free bore. CAMERA DI CARTUCCIA CANNA  Heads OTTURATORE FREE-BORE Figura 3 – Free Bore Figura 3a – Cono di forzamento Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 48  Headspace (spazio di testa). Con il termine “Headspace” (spazio di testa) viene indicato lo spazio che intercorre tra la faccia anteriore dell‟otturatore e la superficie della canna, esterna o interna alla camera di cartuccia, che provvede a bloccare il bossolo nel punto di massima introduzione. Nello specifico è lo spazio che intercorre tra bossolo e camera di cartuccia e più esattamente lo spazio morto dove appoggia il bossolo e rimane così bloccato tra otturatore chiuso e camera. Questo spazio si trova in punti diversi del bossolo e della camera a seconda della forma di entrambi. Teoricamente esso dovrebbe essere pari a zero ma in realtà a causa delle lavorazioni sia delle camere che dei bossoli, si hanno Headspace diversi tra le varie marche di armi e le marche di bossoli. Nei bossoli a "bottiglia"3(fig. 4) solitamente utilizzati in armi lunghe, il punto di appoggio in camera di cartuccia avviene sulla spalla del bossolo, qui si ha l'Headspace. Figura 4 Figura 5 - Bossolo rimmed Headspace bossolo a bottiglia (orlo sporgente) Figura 6 Figura 6a Figura 7 Bossolo rimless (scanalato) Bossolo rimless con Bossolo belted (cinturato) crimpatura ripiegata 3 Nella cartuccia il cui bossolo ha l'orlo (fig. 5), lo spazio di testa, sarà di pochi millimetri, pari allo spessore dell'orlo che ha per l'appunto la funzione di bloccare il bossolo facendo contrasto con il piano di culatta, eventualmente munito di scanalatura (munizioni a percussione anulare, munizioni per fucili a canna liscia). La stessa cosa vale per le munizioni semi-rimmed. Invece lo spazio di testa sarà lungo quanto l'intero bossolo se questo è rimless (fig. 6 – 6a) poiché il bossolo viene fermato dal contrasto della sua bocca con il gradino terminale della camera di cartuccia (munizioni per pistola) oppure dal contrasto della spalla del bossolo con la corrispondente spalla della camera. Nel caso di bossoli cinturati (fig. 7) lo spazio di testa è, in teoria, misurato a partire dal risalto anteriore della cintura; in pratica questo è spesso insufficiente ad arrestare la cartuccia ed anche la spalla interviene a fissare il bossolo e a determinare lo spazio di testa. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 49 Ogni tipo di bossolo ha quindi comportamenti diversi a causa di variazioni dello spazio di testa. Lo spazio di testa deve essere il minore possibile tenendo però conto che il bossolo non deve interferire con il sistema di chiusura, con il percussore, con il funzionamento semiautomatico. È chiaro che uno spazio di testa errato per eccessiva riduzione potrebbe portare a difficoltà di chiusura dell'arma o a difficoltà di sua apertura dopo lo sparo. Inoltre lo spazio di testa troppo corto può portare a forzare il bossolo nella camera di cartuccia; se la bocca del bossolo finisce per impegnare un po' l'inizio della rigatura si verificheranno senz'altro sovrapressioni pericolosissime. Il pericolo però, specialmente nei bossoli a bottiglia, viene senz'altro da un eccessivo spazio di testa che può essere dovuto: - a difetto dell'arma per errori di produzione o per deformazioni successive; - a difetto del bossolo perché di calibro errato, (ad esempio confondendo un 6,5x57 con uno 6,5x54) o perché deformato o accorciatosi nel corso di precedenti operazioni di ricalibratura. Se lo spazio di testa è superiore al dovuto, anche per valori di poco superiori ad un millimetro, al momento dello sparo avvengono i seguenti fenomeni:  il bossolo si dilata alla bocca e l'attrito la fa aderire alle pareti della camera; il fondello, non appoggiato contro l'otturatore, arretra, il bossolo si dilata in lunghezza e spesso si provoca la sua rottura circolare circa mezzo centimetro sopra il fondello (fig. 8);  i gas di sparo escono dalla chiusura con pericolo per il tiratore; in alcuni casi anche il castello può scoppiare;  l'otturatore, se ha gioco, viene sospinto violentemente indietro con un effetto martello (slapback) che produce ulteriori danni. Figura 8 – Bossolo rotto  Rigatura classica. La rigatura consiste nel ricavare dei pieni e dei vuoti (righe) caratterizzati da spigoli vivi. In caso di canna rigata viene definita la lunghezza della canna, l‟inclinazione, il senso, il passo, il profilo ed il numero delle righe. Lunghezza della canna. La lunghezza influisce sulla velocità. Una data polvere abbisogna di una data lunghezza di canna per poter bruciare completamente e così venire sfruttata al meglio la carica di lancio. Inclinazione. L‟inclinazione delle righe è l‟angolo che esse formano con le generatrici dell‟anima. Quando questo angolo è costante su tutta la lunghezza dell‟anima la rigatura ha forma esattamente elicoidale. Quando l‟angolo di inclinazione è crescente andando verso la bocca, la rigatura si dice progressiva. Senso. È la parte verso cui volge la rigatura. Questa è destrorsa quando le righe volgono da sinistra verso destra, sinistrorsa nel caso contrario. Passo. È la distanza misurata su di una generatrice fra i due punti in cui la rigatura incontra la generatrice stessa. Il passo viene studiato per ottenere un movimento giroscopico ottimale per una data tipologia di proiettili. A seconda del passo di rigatura bisognerebbe impiegare una data tipologia di proiettile Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 50 tenendo presente quanto della lunghezza del proiettile va ad impegnare la rigatura. Percorrendo un passo il proietto compie un intero giro su sé stesso. Può essere “costante” o “progressivo ”. Il passo da dare ad una rigatura dipende dalla forma del proiettile e dalla velocità di uscita di quest‟ultimo dalla volata. Il passo di rigatura, si esprime in pollici per giro, ovvero ad es. 1/10 vorrà dire che la palla per compiere una rotazione dovrà percorrere 10 pollici di canna. Profilo. Il profilo è la figura geometrica che si ottiene sezionando l'anima rigata di una canna con un piano normale all'asse di essa è generalmente costante per tutta la lunghezza della canna. II profilo praticato in molte armi è quello "italiano" nel quale la riga presenta: un fondo concentrico all'anima, due fianchi rettilinei paralleli al raggio condotto per il punto medio del fondo e raccordati a questo mediante breve arco di circolo. I fianchi per tutta la lunghezza dell'anima hanno andamento parallelo fra loro, cioè la riga è di larghezza costante e, generalmente, anche la profondità è costante. Righe. Il numero di righe delle canne, può variare da 3 a 12, questa è una scelta del costruttore e non influisce in maniera significativa sulle prestazioni dell'arma. La scelta del numero delle righe in parte è legata al calibro. Un calibro molto grosso può richiedere 8 rigature anziché 6 per stabilizzare un grosso proiettile, mentre un calibro piccolo necessita di meno rigature. Le rigature hanno una inclinazione che varia in base alla velocità dei proiettili che è destinata a sparare.  Rigatura poligonale4 (fig. 9). In alcune armi la rigatura classica è sostituita da un profilo poligonale con andamento elicoidale e lati rettilinei o curvilinei. Una canna poligonale ha sempre le righe, ma tra di esse non ci sono spigoli vivi, bensì spigoli raccordati, cioè tondeggianti. Non si tratta di righe che intagliano il metallo, ma di righe che lo schiacciano, lo "plasmano". Figura 9 – Rigatura poligonale 4 Non avendo spigoli da consumare, le canne poligonali durano molto di più. Non avendo spigoli che possano intagliare il tenero piombo, le canne poligonali mal si sposano con i proiettili in piombo nudo, a meno che non abbiano la necessaria durezza superficiale. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 51 3.1.2 Culatta. La culatta ha il compito di chiudere permanentemente la canna nelle armi ad avancarica (fig. 10), o a costituire alloggiamento ed appoggio del meccanismo preposto alla sua chiusura temporanea in quelle a retrocarica (fig. 11). Figura 11 Culatta armi retrocarica (canna MG 42/59) Figura 10 (chiusura temporanea) Culatta armi avancarica (chiusura permanente) La culatta è sempre ricavata da acciaio di qualità che nelle armi portatili a tiro teso è cementato e trattato per renderne le superfici esterne particolarmente dure. Nelle armi portatili per tiro teso, oltre ad assolvere il compito specifico, adempie a numerose altre funzioni quali: - collegare le varie parti dell'arma; - contenere e sostenere parte dei meccanismi e dei congegni; - determinare le aperture di caricamento e di espulsione. Ne consegue, quindi, che la culatta ha forma particolare per ogni arma; in tutte però essa è allungata e costituisce prolungamento della canna per consentire il movimento del meccanismo di chiusura. In molte armi a "ripetizione automatica" (fucili mitragliatori, mitragliatrici), la culatta costituisce parte integrante del castello, normalmente chiuso, che, oltre ad assolvere ai compiti secondari della culatta, costituisce elemento di raccordo tra b.d.f. ed affusto. 3.2 AFFUSTO (fig. 12). Insieme di strutture idonee a: - sostenere la bocca da fuoco durante il trasporto ed il tiro; - consentire i movimenti della bocca da fuoco in direzione ed in elevazione per il puntamento. Figura 12 – Affusti varie tipologie Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 52 Nelle armi da fuoco portatili, l‟affusto è costituito dal tiratore, la cui funzione è quella di sorreggere la bocca da fuoco sia durante il trasporto, il puntamento ed il tiro. Schematicamente un affusto è costituito da: - un’organizzazione per l’appoggio al terreno; è quella che, vincolando l‟arma al suolo, ne garantisce la stabilità all‟atto dello sparo e che, tramite appositi organi, ne consente un agevole movimento; - un’organizzazione per i movimenti della b.d.f. in direzione ed in inclinazione; è quella che provvede a far assumere alla bocca da fuoco la posizione in funzione dei dati di puntamento imposti; nei materiali in cui si sviluppa una rilevante energia di rinculo, un affusto così costituito resiste alle notevoli sollecitazioni solo arretrando, oppure opponendo una resistenza rappresentata da un peso notevole che influisce, però, negativamente su alcune delle qualità fondamentali quali la leggerezza e la mobilità; - un’organizzazione per la deformazione (si riferisce alla figura visibile dell‟arma durante lo sparo), che consenta lo scorrimento della bocca da fuoco rispetto all‟elemento che la sostiene; questa organizzazione, consentendo l‟arretramento frenato dalla sola b.d.f., permette la riduzione del peso e quindi attenua gli inconvenienti sopra citati. L‟organizzazione per la deformazione è realizzata per mezzo di organi elastici che collegano la b.d.f. alla parte fissa dell‟affusto. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 53 PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 54 CAPITOLO 5 MECCANISMI E CONGEGNI Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 55 1 GENERALITA’. Un' arma da fuoco costituita solo da elementi essenziali ci offrirebbe bassa celerità di tiro, limitata possibilità di impiego e scarsa efficienza bellica. Si ha pertanto la necessità di completare l'arma con meccanismi e congegni. Per comprendere meglio il funzionamento di questi meccanismi/congegni occorre avere chiari alcuni concetti, quali “sparo” e “tiro”. Si definisce “sparo” o “colpo” l‟atto con cui si provoca la deflagrazione. Si definisce “tiro” l‟insieme di spari o colpi. Si definisce meccanismo, un complesso ordinato di più congegni. Si definisce congegno, l‟insieme di due o più parti intimamente collegate in modo da costituire un complesso organico avente nell‟arma una ben definita funzione. 2 MECCANISMO DI CHIUSURA (fig. 1). Provvede alla chiusura meccanica ed ermetica (permanente o temporanea) della parte posteriore della bocca da fuoco o canna, durante il tiro fino al momento in cui il proietto abbandona l‟arma. La chiusura può essere permanente o temporanea. La chiusura è permanente nelle armi ad avancarica in quanto la bocca da fuoco è fornita di una culatta chiusa, avvitata e fissata alla canna. La chiusura è temporanea nelle armi a retrocarica. Questa viene realizzata da un meccanismo di chiusura che assicura la chiusura meccanica ed ermetica della bocca da fuoco durante il tiro. Il meccanismo di chiusura fornisce appoggio ai gas della carica di lancio ed è costituito dai seguenti congegni: - otturatore; - congegno per la tenuta ermetica; - congegno per la manovra. Otturatore (chiusura meccanica) Bossolo (congegno tenuta ermetica) Figura 1 – Meccanismo di chiusura 2.1 Otturatore. Chiude meccanicamente la bocca da fuoco, contribuisce alla tenuta ermetica dando appoggio al relativo congegno e, nelle armi portatili, assolve ai compiti relativi al caricamento, fungendo da organo introduttore. Negli otturatori si considerano: - forma; - appoggio; - movimento. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 56 In base alla forma gli otturatori si suddividono in: - cilindrici (es. FAL, GARAND) (fig. 2); - prismatici (es. MG 42/59, Browning 12,7) (fig. 3); - blocco (es. artiglierie ed armamento navi) (fig. 4). Figura 2 Otturatore cilindrico Figura 3 Otturatore prismatico Figura 4 Otturatore a blocco In base all‟appoggio gli otturatori si classificano in: - assoluto o stabile (geometrico); - labile: quando si oppone una massa adeguata alle pressioni dei gas; - metastabile: meccanismi di chiusura con otturatore ad appoggio labile con apertura ritardata. L‟appoggio si dice assoluto quando (fig. 5): - tutta o parte della superficie dell'otturatore prende appoggio contro la culatta; - appositi vincoli - organi di appoggio - collegano stabilmente l'otturatore alla culatta; gli organi di appoggio possono essere portati dall‟otturatore stesso, dalla culatta o dal castello ed hanno forme diverse. Gli organi di appoggio assoluto possono essere: - fissi all‟otturatore ed alla bocca da fuoco e vengono definiti “risalti”; - portati dall‟otturatore, dalla bocca da fuoco o da parti ad esse collegate e vengono definiti “blocchi” e sono sempre mobili; - articolati all‟otturatore ed alla b.d.f. definiti “bielle articolate” es. la Browining. Figura 5 – Appoggio assoluto Meccanismi di chiusura con otturatore ad appoggio labile (fig. 6). Questo sistema di chiusura, detto anche labile semplice o genericamente “a massa”, garantisce la chiusura tramite alcuni fattori quali il peso dell‟otturatore, la resistenza della sua molla di recupero e gli attriti di scorrimento che si generano nella camera di cartuccia, in fase di apertura, nell‟estrazione del bossolo. Questi elementi creano quel ritardo di apertura necessario a far uscire la palla della canna prima che l‟otturatore si apra. Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 57 Figura 6 – Appoggio labile Meccanismi di chiusura con otturatore ad appoggio metastabile con apertura ritardata (fig. 7). La chiusura labile ritardata, più conosciuta come “metastabile”, è un sistema di chiusura che sfrutta l‟attrito generato dallo stretto contatto tra parti dell‟arma, senza però che vi sia un incastro vero e proprio tra le stesse. È per questo motivo che le chiusure metastabili non rientrano propriamente nelle chiusure labili, ma neanche nelle chiusure stabili. Figura 7 – appoggio metastabile 2.2 Congegno per la tenuta ermetica. Ha il compito di evitare la fuoriuscita dei gas dalla culatta. La chiusura ermetica è sempre ottenuta per forzamento automatico in quanto sono i gas prodotti dalla deflagrazione che sollecitano il congegno o parte di esso ad espandersi in modo da aderire alle pareti della camera di caricamento con una pressione superiore o almeno uguale a quella posseduta dal dai gas che ne provocano il funzionamento. La chiusura ermetica viene realizzata: - per espansione di un bossolo metallico (fig. 7a); - per espansione di anelli metallici plastici (artiglierie di medio e grosso calibro). Il congegno che realizza il forzamento automatico per espansione di un bossolo metallico è costituito dallo stesso contenitore della carica (bossolo) le cui pareti, per azione dei gas, aderiscono a quelle dello spazio di caricamento Figura 7a – Bossolo metallico Scuola Sottufficiali dell‟Esercito, Sinossi di ARMI, Ed. 2022 58 2.3 Congegno per la manovra. La manovra dell‟otturatore può essere: - manuale o ordinaria, quando l‟apertura e la chiusura sono imposte manualmente dall‟operatore per azione su organi di comando fissi all‟otturatore o ad esso collegati tramite il congegno di manovra (leve di manovra nelle artiglierie); - semi automatica, quando l‟apertura è ottenuta per azione manuale mentre la chiusura è automatizzata da un dispositivo di recupero; - automatica, quando l‟apertura e la chiusura vengono automatizzate, la prima ad opera della pressione che i gas (dispositivo motore) esercitano direttamente o

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