Il Sangue - Appunti di Fisiologia PDF

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University of Catania

D. Puzzo

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fisiologia sangue biologia medicina

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Questi appunti di fisiologia descrivono le funzioni del sangue, il plasma e la sua composizione chimica. Inclusi sono gli elementi figurati del sangue, livelli di particolari componenti e parametri di riferimento. I contenuti includono approfondimenti riguardo all'importanza della pressione osmotica, pH e temperatura. L'argomento tratta ampi aspetti di biologia e di fisiologia umana.

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Il sangue D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Funzioni del Sangue 1. Respirazione cellulare 2. Nutrizione 3. Eliminazione prodotti di scarto 4. Difesa 5. Comunicazione (ormoni, citochine) 6. Emostasi 7. Regolazione del bilancio idro-salino 8. Regolazione della Pressione Arteriosa Siste...

Il sangue D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Funzioni del Sangue 1. Respirazione cellulare 2. Nutrizione 3. Eliminazione prodotti di scarto 4. Difesa 5. Comunicazione (ormoni, citochine) 6. Emostasi 7. Regolazione del bilancio idro-salino 8. Regolazione della Pressione Arteriosa Sistemica 9. Regolazione della Pressione Osmotica 10. Regolazione del pH 11. Regolazione della temperatura D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Il sangue TESSUTO CONNETTIVO LIQUIDO PLASMA ELEMENTI FIGURATI D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ematocrito % elementi corpuscolati /sangue F = 37%-47% Anemia: < Ht M = 42%-52% Policitemia: > Ht D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Il plasma 90% D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Il plasma Soluti Plasma Interstizio Intracell Sodio 142 139 14 Potassio 4,2 4 140 Calcio libero 1,3 1,2 10 -7 M Magnesio 0,8 0,7 20 Cloro 108 108 4 Bicarbonato 24 28,3 10 Fosfato 2 2 11 Solfato 0,5 0,5 1 Fosfocreatina/Carnitina 0 0 59 AA/Creatinina 2,2 2,2 17 Glucosio 5,6 5,6 8,7 Proteine 1,2 0,2 4 LIC = 2/3 (28 lt) LEC = 1/3 (14 lt) Plasma = 3 lt D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Il plasma PLASMA = sangue + anticoagulante => Centrifugazione SIERO = simile al plasma senza i fattori di coagulazione Coagulazione => Centrifugazione PLASMAFERESI: tecnica che consente di separare il plasma sanguigno dagli altri elementi del sangue mediante centrifugazione. Il plasma sanguigno può essere usato, al posto del sangue intero, nelle situazioni in cui si è determinata una rapida perdita di liquidi con riduzione del volume circolante (ustioni, traumi) e per sostituire un plasma ricco di sostanze nocive con quello sano di un donatore. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Proteine plasmatiche v Nutrizione v.n. 6-8 g/dl v Carriers Albumine 3.6-4.9 g/dl (55-64%) v Sistema Tampone v Coagulazione α1-globuline 0.2-0.4 g/dl (4.2-7.2%) v Pressione oncotica α2-globuline 0.4-0.8 g/dl (7-9%) v Difesa β-globuline 0.6-1 g/dl (9-13%) v Viscosità del sangue γ-globuline 0.9-1.4 g/dl (13-21%) v Funzione ormonale A/G 1.2-1.7 D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Elettroforesi L’analisi delle proteine plasmatiche viene effettuata tramite ELETTROFORESI. Il passaggio di corrente elettrica attraverso la soluzione permette la separazione delle proteine in base alla carica elettrica. Le particelle migrano verso l'elettrodo di carica opposta con una velocità legata soprattutto alla massa, alle dimensioni, alla carica e alla forma. Considerato che le proteine sono molecole cariche elettricamente, esse si dissociano in relazione al pH della soluzione. Soluzione Alcalina : -COOH + OH- → -COO- + H2O (carica negativa) Soluzione Acida: -NH2 + H+ → -NH3+ (carica positiva) Il tracciato elettroforetico è letto mediante il densitometro e le bande vengono convertite in picchi di diversa altezza e a base larga o stretta in base alla quantità di proteina presente. Aumenti o diminuzioni in altezza o nel numero di tali “picchi” sono da mettere in relazione all’aumento o alla diminuzione patologica o fisiologica delle proteine che li compongono. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Proteine totali AUMENTO: Emoconcentrazione (disidratazione) Gammopatie monoclonali e policlonali DIMINUZIONE: INSUFFICIENTE APPORTO: digiuno, dieta ipoproteica RIDOTTO ASSORBIMENTO: vomito, diarrea, insufficienza digestiva, sindrome da malassorbimento PERDITA: sindrome nefrosica; enteropatie, ustioni estese, emorragie, versamenti pleurici ed ascite RIDOTTA SINTESI: epatopatie acute e croniche IPERCATABOLISMO: ipertiroidismo, febbre, infezioni acute, traumi, interventi chirurgici, neoplasie EMODILUIZIONE: terapie idratanti dopo emorragie profuse; scompenso cardiaco congestizio D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia PREALBUMINA Carrier della tiroxina e della vitamina A; indice di attività protidosintetica epatica ALBUMINA È una proteina di PM 69KD che costituisce la frazione proteica più abbondante. Funzioni: mantenere la pressione oncotica; trasportare: ormoni tiroidei, ormoni liposolubili, acidi grassi liberi, bilirubina non coniugata, farmaci; legarsi competitivamente agli ioni calcio; tamponare il pH α1-GLOBULINE α1-antitripsina: glicoproteina, inibitore della serin proteasi che protegge i tessuti dagli enzimi prodotti dalle cellule infiammatorie α1-glicoproteina acida: glicoproteina della "fase acuta” che aumenta nei processi infiammatori α1-lipoproteina: o colesterolo HDL, trasporta vitamine liposolubili, ormoni steroidei, lipidi; > attività fisica; < fumatori e sedentari Transcortina: proteina che lega diversi ormoni steroidei (cortisolo, aldosterone, progesterone) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia α2-GLOBULINE Aptoglobina: lega l'emoglobina e la trasporta al SRE (sist. reticolo-endoteliale) Ceruloplasmina: deputata al trasporto del rame nel sangue α2-macroglobulina: inibitrice di proteasi plasmatiche e trasportatrice di ormoni (GH e insulina) α2-lipoproteina: proteina che trasporta i lipidi Antitrombina III: glicoproteina ad azione anticoagulante indipendente dalla vitamina K. Inibisce la trombina e altri fattori della coagulazione. La sua azione è potenziata dall'eparina Protrombina: o fattore II, proteasi che interviene nel processo di riparazione dei danni ai vasi sanguigni. Viene attivata a livello dei vasi sanguigni ove vi è un danno sotto forma di trombina β-GLOBULINE Transferrina: trasporta il ferro nel sangue C3: proteina del complemento attivata quando l'organismo riconosce la presenza di batteri o ICC LDL: lipopreoteine a bassa densità, trasportano il colesterolo ai tessuti Fibrinogeno: interviene nella coagulazione γ-GLOBULINE Immunoglobuline (IgG, IgM) C3: proteina del complemento attivata quando l'organismo riconosce la presenza di batteri o ICC Proteina C reattiva: proteina della "fase acuta" che aumenta negli stati infiammatori D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia IMMUNOGLOBULINE IgG: risposta secondaria, neutralizzazione tossine, immunità neonatale. IgE: allergia, anafilassi IgD: difesa dai virus IgM: risposta primaria, agglutinazione, emolisi, neutralizzazione virale IgA: neutralizzazione dei virus, protezione delle mucose dalle infezioni locali D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia S = Sifilide (treponema pallidum) T O = Toxoplasma R = Rosolia C = CMV H = HSV D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia GENERALE FEGATO INFIAMMAZIONE Volemia = 5 lt Bilirubina tot. = 0.1-1.3 mg/dl VES = 10-20 mm/hr P.S. = 1,057-1,062 diretta < 0.4 mg/dl Indice di Katz = 10-20 η = 4,5 (sangue); 2,62(plasma) indiretta = 0.1-1mg/dl [ VES (I ora) + VES (II ora) / 2] / 2 Posm = 5.016 mmHg GOT (AST) fino a 31 U/l PCR < 5mg/lt pH= 7,4 GPT (ALT) fino a 31 U/l TAS < 333 U.l SANGUE Ormoni Emocromo con formula Protidogramma elettroforetico Cortisolo, ACTH, Aldosterone Emogruppo RENE Tipizzazione RH Azotemia = 15-45mg/dl FSH, LH, PRL, Progesterone, Hb-foresi Creatinina = 0,5-2,5 mg/dl E2 Testosterone, DEA, Androstenedione Sideremia = 50-160 mcg/dl Esame urine Ferritina = 20-200 ng/ml ASSETTO LIPIDICO T3, T4, FT3, FT4, TSH Transferrina = 200-400 mg/dl Colesterolo totale = 130-200 mg/dl ENZIMI ELETTROLITI Colesterolo-HDL = 45-65 mg/dl CPK (creatinfosfochinasi) Sodio = 136-145 mEq/lt Trigliceridi = 40-175 mg/dl GOT, GPT Potassio = 3,5-5 mEq/lt LDH (lattico deidrogenasi) Cloro = 98-106 mEq/lt Lipidogramma ALP (fosfatasi alcalina) Calcio = 4,3-5,3 mEq/lt ASSETTO GLUCIDICO Fosfatasi acida Magnesio = 1,7-2,5 mg/dl Glicemia = 60-110 mg/dl Amilasi pancreatica Fosfati inorg. = 3-4,5 mg/dl Insulina Lipasi Bicarbonato = 20-24 mEq/lt Curva glicemica e insulinica γ-GT (γ- glutamiltransferasi) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia ELEMENTI FIGURATI D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emocromo con formula 50-70 20-40 2-8 1-4.1 D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Indici corpuscolari MCV = mean cell volume (volume corpuscolare medio) = 80-100 fL Ht*10/g.r. Es. 420/5 = 84 MCH = mean cell hemoglobin (contenuto cellulare medio di Hb) = 27-32 pg Hb*10/g.r. Es. 140/5 = 28 MCHC = mean cell hemoglobin concentration (concentrazione cellulare media di Hb) = 32-37 % Hb/Ht*10 Es.140/420 = 33 % RDV = Red-cell Distribution Width (ampiezza della curva di distribuzione degli eritrociti) = 11-17% Indica l'omogeneità del volume dei globuli rossi. > RDV = > disomogeneità D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia EMAZIE Descrizione: i globuli rossi (o eritrociti o emazie) sono cellule anucleate a forma di disco biconcavo Funzione: trasportare i gas, ossigeno e anidride carbonica, nell’organismo Produzione: midollo osseo, stimolata dall’eritropoietina (EPO) Distruzione: milza (e fegato in alcune circostanze) Vita media: 120 giorni Quantità: 4.5-6 mln/dl Composizione: non contengono nucleo né organuli citoplasmatici. Il citoplasma è ricco di emoglobina, acqua e potassio. Ogni globulo rosso contiene 300.000.000 molecole di Hb ed è quindi in grado di portare 1,2 miliardi di atomi d’ossigeno per volta. Possiedono proteine transmembranarie, alcune delle quali determinano il gruppo sanguigno e il fattore Rh. Sono ricchi di Anidrasi Carbonica: CO2 + H2O H2CO3 H+ + HCO3- Metabolismo: ATP dalla glicolisi aerobica (90%) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia EMAZIE D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Gruppi sanguigni Determinato da sostanze specifiche presenti sulla membrana dei globuli rossi: antigeni e agglutinine plasmatiche. Le agglutinine sono anticorpi capaci di distruggere i globuli rossi, contenenti antigeni di gruppo diverso, tramite una reazione di agglutinazione. Gene che codifica per il sistema AB0: cromosoma 9 D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Gruppi sanguigni Trasmissione mendeliana. A e B dominanti su 0. Genitori A e B à 25% AB, 25% A, 25% B, 25% 0 A0xB0 = 25% AB, 25% A0, 25% B0, 25% 00 Genitori AB e AB à 25% A, 50% AB, 25% AB ABxAB = 25% AA, 50% AB, 25% BB Genitori AB e A à 50% A, 25% AB, 25% 0 ABxA0 = 25% AA, 25% A0, 25% AB, 25% B0 Genitori A x 0 à 100% A AAx00 = 100% A0 Genitori AB e 0 à 50% A, 50% B ABx00 = 50% A0, 50% B0 D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Gruppi sanguigni Fattore Rh: incompatibilità materno-fetale Donna Rh negativo e feto Rh positivo => la donna sviluppa Ac anti-Rh+ Seconda gravidanza: Feto Rh positivo => emolisi a causa degli Ac della madre => Immunizzazione della puerpera con Anti-Rh+ dopo la prima gravidanza D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Gruppi sanguigni D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emoglobina L'emoglobina è una proteina globulare di struttura quaternaria presente nei globuli rossi e responsabile del trasporto dell'ossigeno. Le catene proteiche, chiamate globine, contengono un gruppo eme formato da un anello protoporfirinico e un atomo di ferro. Le CATENE GLOBINICHE sono di gruppo α (α1, α2 e ζ) e β (β, Aγ, Gγ, δ, ε). Nell' uomo i geni delle catene α si trovano sul cromosoma 16 e quelli del gruppo β sul cromosoma 11. L’EME è costituito da un complesso ferro- protoporfirina IX responsabile del legame facilmente reversibile con l'ossigeno. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emoglobina FORMA FETALE HbF, α2γ2, forma fetale - affinità molto elevata per l'O2 FORME DELL’ADULTO HbA α2β2 - 96% HbA2 α2δ2 - 3% HbF α2γ2 - 1% N.B. Alcune sostanze (acqua ossigenata, farmaci, DEFINIZIONI: sostanze contenute nelle fave) trasformano lo ione Ossiemoglobina, Hb legata all'O2 ferroso (Fe2+) in ione ferrico (Fe3+) causando la Deossiemoglobina (o emoglobina trasformazione dell’Hb in metaHb, incapace di legare ridotta), Hb non legata all’O2 l'ossigeno e compromettendo la respirazione. Un altro pericolo per la respirazione è il monossido Carbodiossiemoglobina (o di carbonio (CO): l'emoglobina ha una affinità 200 carbammemoglobina), ha ceduto l'O2 volte superiore per questo gas che per l'ossigeno. Se ed ha captato una parte della CO2 nell'aria è presente una percentuale di CO pari a Metaemoglobina, il ferro si ossida, 1/200 quella dell'ossigeno, la metà dell'emoglobina passando dallo stato ferroso a ferrico si combinerà con l'ossido di carbonio, dando luogo a Cianoemoglobina, Hb ridotta, a cui è carbossiemoglobina (HbCO), incapace di legare legato uno ione H+ ossigeno. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emopoiesi III Settimana: Sacco vitellino Periodo embrionale: Fegato, Milza, Linfonodi, Midollo Osseo Nascita: Midollo Osseo di tutte le ossa 5 anni: Midollo osseo ossa piatte (sterno, vertebre, coste, pelvi) e Tratto prossimale omero e femore ⇒ Midollo giallo (inattivo) + Midollo rosso (attivo) ⇒ 25% globuli rossi; 75% globuli bianchi ⇒ CITOCHINE: CSF, EPO, Trombopoietina ⇒ IL1, IL24, IFN, TNF D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Sostanze necessarie alla produzione e funzione degli eritrociti SOSTANZE FUNZIONE Lipidi Colesterolo e fosfolipidi - membrana Proteine Metabolismo - membrana Ferro Trasporto O2 - Hb AA Sintesi proteica (Hb) Citochine EPO, CSF-E Vit. B12 Sintesi DNA (2-desossiribonucleotidi e AA) - maturazione Fattore intrinseco di Castle Assorbimento B12 Vit. B6 (piridossina) Mitosi cellulare Rame Hb Cobalto Hb Vit. B9 (acido folico) Sintesi Dna (purine e AA) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ferro È il minerale maggiormente presente nel sangue, essenziale per il trasporto dell’ossigeno a tutti i tessuti, l’ossidazione degli acidi grassi, la sintesi del collagene, la sintesi di neurotrasmettitori (5-HT, dopamina, noradrenalina). Si trova combinato alle proteine emoglobina e mioglobina o in forma di trasporto e deposito o riserva (transferrina, emosiderina, ferritina). Ferro emoglobinico = 65% Ferro mioglobinino = 3,5% Ferro di deposito = 27% Ferro di trasporto = 0.1% Ferro tissutale = 0.2% Sideremia = 50-160 mcg/dl Ferritina = 20-200 ng/ml Transferrina = 200-400 mg/dl D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ferro Fonti dietetiche Carne: fegato, cuore, carne magra, lingua, pollo Pesce: ostriche, salmone Verdure: verdure a foglia verde, zucca, cavoli Cereali: cereali integrali, crusca Frutta: frutta secca, fragole, avocado, limoni Legumi, piselli Tuorlo d’uovo Viene assorbito nel duodeno e nel primo tratto del digiuno in forma eminica (Fe2+, ferroso) cioè legato a emoglobina e mioglobina, o in forma ionica (Fe3+, ferrico). Il pH acido gastrico ne favorisce la riduzione (Fe3+ => Fe2+) rendendolo maggiormente assorbibile. Variazioni fisiologiche dei livelli di ferro Maggiore al mattino Minore durante allattamento, mestruazioni, invecchiamento D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ferro SIDEREMIA Misura la concentrazione di ferro nel sangue (ferro legato alla transferrina). L’esame della sideremia è indicato per verificare l’eventuale presenza di anemia e nei soggetti in trattamento con ferro. I valori si modificano in relazione al sesso e all’eta: Neonato: 170-190 mcg/dl Infanzia: 70-100 mcg/dl Uomo adulto: 75-160 mcg/dl Donna adulata: 60-150 mcg/dl Anziano: 40-80 mcg/dl Diminuzione: ridotto assorbimento (malattie del tratto gastrointestinale), emorragie, anemia, diabete, insufficienza renale, malattie infettive, neoplasie, infarto, dieta povera di ferro, farmaci (colchicina, meticillina, testosterone, ACTH). Aumento: malattie genetiche (talassemie, emocromatosi), eccessive trasfusioni di sangue, emosiderosi, epatite virale acuta, leucemie, terapie con ferro, overdose accidentale di ferro, assunzione di farmaci (estrogeni, pillola contraccettiva, metildopa, cloramfenicolo). D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ferro TRANSFERRINA La transferrina è una proteina che trasporta il ferro dall’intestino e dal fegato ai tessuti, quindi la transferrinemia indica la capacità dell’organismo di trasportare il ferro. Nel sangue, la transferrina può trovarsi sia in forma libera (transferrina insatura), sia in forma legata al ferro (transferrina satura). La quota di transferrina legata coincide con il valore della sideremia. TIBC = total iron binding capacity = tranferrina * 1,25 UIBC = unsaturated iron binding capacity UIBC + sideremia = TIBC (transferrina) Sideremia/TIBC = quoziente di saturazione = 30% Transferrina sierica = 200-400 mg/dl Capacità ferro-legante totale = 250-380 microgrammi/dl Diminuzione: emocromatosi, anemie, malnutrizione, cirrosi epatica, sindrome nefrosica, farmaci (ACTH, cloramfenicolo) Aumento: anemia sideropenica, assunzione pillola contraccettiva D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ferro FERRITINA La ferritina è la forma di deposito tissutale del ferro. Modeste quantità sono rilevabili nel sangue e possono essere dosate. Il test serve a determinare quanto ferro di riserva è a disposizione dell’organismo. Ferritina sierica /depositi tissutali (1mcg/lt di ferritina sierica = 10 mg di fero di deposito) Neonato: 25-200 ng/ml (aumento nel primo mese: 200-600 ng/ml) Donna: 20-120 ng/ml Uomo: 20-300 ng/ml Diminuzione: carenza cronica di ferro, carenza di vitamina C, malnutrizione, anemia sideropenica (causata da carenza di ferro). Aumento: malattie del fegato, emocromatosi, neoplasie, infezioni acute e croniche, malattie autoimmunitarie, eccessive trasfusioni di sangue. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Eritropoietina Per la formazione dei globuli rossi sono necessari: AA, Ferro, Rame, Vit. B2 (riboflavina), Vit. B12 (cianocobalamina), Piridossina, Acido folico IPOSSIA TISSUTALE Hypoxia-inducible factor 1 _ + (HIF1) > capacità trasporto O2 nel sangue RENE (+ 10% fegato) + + Globuli rossi EPO + ERITROPOIESI + Midollo ossseo D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia EPO e doping EPO (Eritropoietina) Dynepo (EPO di seconda generazione) CERA (Continuous Erythropoietin Receptor Activator ) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Doping ematico DOPING EMATICO: consiste nella somministrazione di sangue, globuli rossi e/o emoderivati all'atleta, procedura che può essere preceduta da un prelievo di sangue sull'atleta che continua l'allenamento in uno stato di insufficienza ematica. Somministrazione di trasportatori artificiali di ossigeno o di sostituti del plasma. Manipolazioni farmacologiche, chimiche e fisiche. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Vitamina B12 Vitamina idrosolubile costituita costituita da una porzione planare (corrina) in cui è chelato uno ione cobalto che le conferisce il colore rosso scuro. VITAMINA ESSENZIALE: DEVE ESSERE Assorbimento della vit. B12: INTRODOTTA CON LA DIETA Fattore intrinseco di Castle RDA: 2-2.4 µg/die (doppio in gravidanza) Calcio FONTI: carne (fegato), pesce, derivati animali) Assorbimento nell’ileo ATTENZIONE: dieta vegana! D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Vitamina B12 FUNZIONI: Metabolismo amminoacidi, acidi nucleici, acidi grassi Produzione mielina Sintesi DNA ed RNA Eritropoiesi Fissaggio vitamina A nei tessuti Sintesi DNA Assorbimento e utilizzo del Ferro Sintesi colina con l’acido folico Adenosilcobalamina Conversione metilmalonil-CoA in succinil- CoA Metilcobalamina: Conversione dell’omocisteina in metionina D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Vitamina B12 CARENZA VITAMINA B12 1) Ridotto apporto con la dieta 2) Fattori gastrici deficit congenito di FI ANEMIA PERNICIOSA atrofia mucosa gastrica DISTURBI NEUROPSICHIATRICI gastrectomia totale/parziale NEUROPATIE PERIFERICHE assenza di secrezione di FI SPINA BIFIDA 3) Fattori intestinali insufficiente proteolisi pancreatica difetti di assorbimento ileale (resezione, malattie infiammatorie croniche) 4) Difetti congeniti nel trasporto D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Acido Folico Vitamina del gruppo B: acido monopteroilglutammico o pteroilmonoglutammico. Folati = poliglutammati à Acido folico = Monoglutammato Tetraidrofolato: reazioni di trasferimento di unità monocarboniose FUNZIONI: FONTI: Sintesi, riparazione e metilazione del Verdure a foglia verde, legumi, frutta DNA (kiwi, fragole e arance), frutta secca Metabolismo omocisteina (come mandorle e noci). Formazione dell’emoglobina Sensibili al calore, alla luce, all’aria e Cellule a rapido turnover, all’acidità. proliferazione e differenziazione RDA: 0,4 mg/die CARENZA: Anemia macrocitica, Leocopenia, Piastrinopenia Dermatiti Disturbi gastrointestinali Malattie del tubo neurale D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia ANEMIE DA AUMENTATA PERDITA DI EMAZIE Emorragia Anemia emolitica - ereditaria (sferocitosi, favismo) - acquisita (malaria, farmaci, autoimmunità) DA ALTERATA PRODUZIONE DI EMAZIE Danno midollare (metastasi, aplasia da radiazioni o farmaci) Ridotta produzione da malattie infettive croniche, neoplasie Ridotta produzione di EPO da danno renale DA ALTERATA SINTESI DI Hb (microcitosi) Anemia sideropenica Anemia drepanocitica Talassemie DA ALTERATA SINTESI DI DNA (anemia megaloblastiche) Carenza di acido folico Carenza di Vit. B12 (anemia perniciosa) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologiac DREPANOCITOSI O ANEMIA FALCIFORME Mutazione: acido glutammico 6 della catena β sostituito con valina => HbS (sickle cell Hemoglobin) Trasmissione: autosomica recessiva Epidemiologia: molto frequente nell’Africa centrale, in India e nel Mediterraneo (Sicilia) Le molecole di Hb deossigenata si ancorano a formare strutture rigide che deformano i globuli rossi (forma a falce) causando fragilità e rottura degli stessi (vita media g.r. = 10-20 giorni) ⇒anemia emolitica. Inoltre i globuli rossi a falce si aggregano facilmente provocando aumento della viscosità ematica e fenomeni di occlusione vasale per la formazione di trombi, soprattutto nei piccoli vasi. La sopravvivenza di questi pazienti solitamente non supera i 20 anni, a causa delle infezioni intercorrenti e delle trombosi vascolari. Condizioni aggravanti: ipossia, < ph, infezioni, > temperatura e ac. 2,3 bfg Sintomi: pallore, astenia, estremità fredde, cefalea, crisi dolorose da ostruzione vasale, ittero, edemi, ritardo della crescita, problemi visivi, infezioni, emolisi con sovraccarico di ferro, iperbilirubinemia e calcoli biliari, modificazioni ossee da iperattività midollare, alterazioni cardiache, sindrome polmonare acuta, ictus e infarti. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia TALASSEMIA Malattia ereditaria autosomica recessiva caratterizzata dalla diminuita sintesi di emoglobina Epidemiologia: Nord Africa, Spagna, Sicilia, Sardegna. La diffusione è sovrapponibile a quella della malaria. Spesso coesiste con la drepanocitosi. α-TALASSEMIA: ridotta sintesi di catene globiniche α ⇒ Hb γ4 (di Bart) => idrope fetale ⇒ Hb β4 (HbH) => emolisi e splenomegalia β-TALASSEMIA (anemia mediterranea): ridotta sintesi di catene β => catene α => emolisi ⇒Ridotta sintesi di Hb, Anemia ipocromica microcitica Minor: eterozigote o portatore sano. Asintomatica, microcitemia, < Hb, > g.r. Major: omozigote o Morbo di Cooley. Pallore, anemia grave, < Hb, deformazione g.r., ispessimento delle ossa del cranio, problemi di accrescimento e ritardo della pubertà, ittero, ulcere agli arti inferiori, colelitiasi, splenomegalia. Il paziente deve sottoporsi a trasfusioni periodiche (1-20 giorni) per tutta la vita con conseguente tossicità da ferro che si accumula in organi vitali quale cuore (insufficienza cardiaca), fegato (cirrosi) e ghiandole endocrine. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia TALASSEMIA Categoria Anemia MCV % Hb A2 % Hb F β-Talassemia Eterozigote Lieve < < Variabile Omozigote Grave < Variabile fino al 90% α-Talassemia Difetto di 1 gene Assente =, < =, < = Difetto di 2 geni Lieve < =, < < 5% Difetto di 3 geni Moderata < (Hb H o Hb di Variabile Bart) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia FAVISMO Malattia genetica ereditaria causata da difetto congenito dell'enzima glucosio-6-fosfato- deidrogenasi (G6PD), normalmente presente nei globuli rossi e fondamentale per la loro sopravvivenza. La carenza dell'enzima provoca un'emolisi acuta con ittero. La crisi è scatenata quando il soggetto assume fave, piselli, naftalina, trinitrotoluene, antipiretic, analgesici, antimalarici, sulfamidici, salicilici, cloramfenicolo, alcuni chemioterapici, chinidina, menadione, blu di metilene etc. Le crisi possono manifestarsi anche per inalazione. Queste sostanze inibiscono l'attività dell'enzima, aggravando una situazione già carente. Trasmissione: ereditaria legata al cromosoma X => maschi malati, femmine portatrici Diffusione: Africa, Asia meridionale e nel Mediterraneo Sintomi: dopo 12-48 ore dall’assunzione della sostanza scatenante, il soggetto presenta ittero e nei casi gravi può manifestarsi scompenso cardiocircolatorio. Diagnosi: ricerca dell’enzima D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emocateresi macrofagi di milza, fegato, midollo coniugazione ac. glucuronico Hb Co Fe3+ sali biliari Catene globiniche Eme Eme ossigenasi transferrina INTESTINO AA biliverdina Biliverdina urobilinogeno reduttasi sintesi proteica bilirubina urobilina stercobilina plasma – albumina urina feci FEGATO D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Ittero Colorazione giallastra della cute e delle mucose PRE-EPATICO aumentata produzione di bilirubina (es. emolisi) EPATICO incapacità del fegato di captare o coniugare la bilirubina POST-EPATICO mancata eliminazione epatica (es. calcoli del coledoco) Bilirubina sierica: 1 mg/100ml Indiretta o non-coniugata: 0.7 -0.8 mg/100ml Diretta o coniugata: 0.2 mg/100ml Urobilinogeno urinario: 0.2-0.3 mg/100ml Urobilinogeno fecale: normale 100-200 mg/die D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Leucociti MOTILITÀ AMEBOIDE ⇒CHEMIOTASSI FAGOCITOSI PRODUZIONE DI ANTICORPI D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Granulociti NEUTROFILI Aumento: Infezioni da Batteri e Funghi Vita media: poche ore – 3 giorni Mobili, attività fagocitaria, fasi iniziali della risposta infiammatoria, pus Enzimi in grado di degradare i mediatori dell'infiammazione (detriti, batteri, danni fisici) EOSINOFILI Aumento: Allergie, Parassitosi Mobili, attività fagocitaria, recettori per le IgE, azione citotossica per parassiti e batteri ma intervengono raramente in processi infiammatori e infettivi. BASOFILI: Allergie e reazioni di ipersensibilità Granuli di istamina, eparina, leucotrieni e vari enzimi. Recettori per le IgE; se stimolati si degranulano -> reazione anafilattica D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Monociti e Macrofagi I monociti sono i globuli bianchi più grandi. Hanno spiccata attività diapedesica, cioè in seguito a stimolazione migrano verso il luogo dell'infezione tramite il circolo sanguigno e raggiunto il tessuto si trasformano in macrofagi. I monociti sono quindi cellule di transizione. I macrofagi sono cellule mononucleate tissutali che svolgono un ruolo molto importante nelle risposte immunitarie naturali e specifiche. La loro funzione principale è la fagocitosi cioè la capacità di inglobare nel loro citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e di distruggerle. Secernono inoltre citochine ad attività proinfiammatoria e presentano l’antigene ai linfociti T-CD4. In relazione alla sede hanno caratteristiche diverse: Fegato: cellule di Kupffer. SNC: cellule della microglia Polmone: macrofagi alveolari Osso: osteoclasti Stimolazione -> Macrofagi attivati Funzioni: Fagocitosi e distruzione dei microrganismi patogeni, Secrezione di enzimi e di fattori di crescita, Produzione di IFN, IL, TNF, proteasi, idrolasi, arginasi, lisozima, presentazione dell’Ag ai linfociti T. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Linfociti Caratteristiche: piccole cellule (diametro 7-15 um) con nucelo rotondo, citoplasma scarso e pochi granuli. Originano dalla linea linfoide delle cellule staminali totipotenti del midollo osseo e si differenziano in linfociti di tipo B (maturano nel midollo osseo) o di tipo T (maturano nel timo). ü Cellule effettrici: combattono e distruggono gli agenti patogeni ü Cellule della memoria: in caso di ripresentazione dell'antigene, riescono a sferrare un attacco veloce e deciso RECETTORI PRESENTI SUI LINFOCITI antigene, MHC (complesso maggiore di istocompatibilità) fattori di crescita Homing interazione cellula-cellula D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Linfociti LINFOCITI B Stimolazione -> proliferazione e trasformazione in plasmacellule -> produzione di Ac - RISP. UMORALE LINFOCITI T Tc (citotossici – CD8): funzione effettrice (distruzione cellule tumorali e organismi patogeni) - RISPOSTA CELLULO– MEDIATA Th (helper – CD4): funzione regolatrice (produzione di linfochine), attivazione linfociti B e Tc Ts (suppressor): riduzione risposta NK: attività anti-tumorale e anti-virale D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Linfociti T Le cellule T CD4 helper proliferano sotto stimolazione antigenica in presenza di Interleuchina2 (IL2). Il riconoscimento associativo dell'antigene necessita di molecole HLA di seconda classe. I linfociti T effettori (CD8) necessitano di segnali da parte dei linfociti T helper (CD4) e riconoscono l'antigene in associazione a molecole HLA di prima classe. Un antigene è in grado di stimolare l'espansione clonale di cellule T mature che montino in membrana il peculiare recettore in grado di riconoscerlo. Gli antigeni esogeni possono attivare i linfociti T maturi solamente se presentati in associazione con molecole self del sistema HLA. Questa presentazione viene operata da cellule presentanti l'antigene (di origine monocitaria) che operano la fagocitosi, digestione e coniugazione Solo il riconoscimento discriminativo tra self e non- con molecole HLA che vengono espresse in self, può indurre attivazione T linfocitaria. membrana. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Linfociti B I linfociti B maturano nel midollo osseo. Sotto stimoli dei linfociti Th possono differenziare clonalmente a plasmacellule che sono specializzate a produrre l'anticorpo selezionato. I linfociti B hanno essi stessi capacità di presentare un antigene ai linfociti T. I linfociti T ne regolano l'attivazione e l'espansione clonale, dopo stimolo antigenico. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Immunità Le CITOCHINE sono proteine (azione ormonale) che fungono da linguaggio tra cellule del sistema immunitario. Mediano molteplici funzioni tra cui differenziazione e attivazione cellulare, esressione di recettori, infiammzione. Il SISTEMA HLA è un insieme di geni che codificano per proteine di membrana dei leucociti che conferiscono identità univoca a queste cellule. E' fondamentale nella risposta immunitaria per il riconoscimento associativo dell'antigene. Il COMPLEMENTO è un sistema proteico che si attiva a cascata, con attivazione di enzimi che clivano proteine, similmente a quanto avviene nel sistema della coagulazione. Il complemento media funzioni fondamentali dell'infiammazione, tra cui la chemotassi (richiamo di cellule nel sito di infiammazione), lisi cellulare, reazioni vasomotorie. La vicinanza delle immunoglobuline, come avviene negli immunocomplessi, può determinare l'attivazione della cascata complementare. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario comunicazione comunicazione comunicazione comunicazione psichica nervosa endocrina immunitaria Emozioni SNC Ghiandole Immunità Sistema cognitivo SNP Ormoni Agenti esterni Citochine D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia NEUROIMMUNOLOGIA Le fibre del SN periferico innervano gli organi linfoidi: sinapsi neuroimmunitarie Le fibre secernono catecolammine, neuropeptidi e un CRH immunitario che regola la risposta di tipo Th. Le cellule immunitarie sono quindi in grado di leggere i messaggi provenienti dal SN autonomo e, per suo tramite, dal SNC IMMUNONEUROLOGIA Le cellule immunitarie comunicano con il SN attraverso la produzione di citochine → IL-1 e IL-6 inducono modificazioni biologiche sia a carico dei sistemi di neurotrasmissione (↑ del metabolismo delle catecolammine) sia a carico degli assi neuroendocrini (IL-1 attiva l’asse dello stress e inibisce gli assi tiroideo e gonadico). Rilevante è anche la dimostrazione, in animali da esperimento, dell’aumento di IL-1β dopo una fase di stimolazione neuronale. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia NEURO-ENDOCRINO-IMMUNOLOGIA Il SNC comunica e controlla l’insieme delle attività dell’organismo attraverso gli assi neuroendocrini L’asse corticosurrenalico - in quanto snodo essenziale per la regolazione fisiologica del sistema-organismo - è il centro dei circuiti neuroendocrini La produzione di cortisolo ha infatti un’azione finale contro l’infiammazione → il più frequente segnale fisiologico in grado di attivare la risposta immunitaria CORTISOLO E CATECOLAMMINE regolano la risposta allo stress Stress acuto → effetto stimolante sul SI → incremento della produzione di anticorpi e proliferazione dei linfociti T (cortisolo), stimolazione dei linfociti B e delle cellule NK (catecolammine) Stress cronico → il cortisolo – o prolungate terapie cortisoniche – e le catecolammine → inibizione della risposta Th1 e dislocazione sul profilo Th2 Il cortisolo ottiene questo effetto inducendo il rientro dei linf. T nella milza, bloccando la produzione di citochine e inibendo l’attività delle cellule NK, fino a sollecitare quella dei LT D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia CRH È documentato l’effetto inibitorio di una sovrapproduzione di CRH sull’asse gonadico, con alterazione della produzione di testosterone ed estradiolo → problemi nella sfera sessuale e riproduttiva e alterazioni a livello del sistema immunitario, a sua volta fortemente influenzato dagli ormoni sessuali PROLATTINA A concentrazioni fisiologiche, in presenza di IL-2, promuove l’attivazione delle cellule NK e la crescita dei LT, cooperando alla differenziazione dei LT helper in Th1 Ad alte concentrazioni, invece, sopprime l’attività delle cellule NK MELATONINA La quota di melatonina non sottoposta alle variazioni ritmiche nelle 24 ore (tono di base di melatonina) ha una funzione di stimolo sul circuito Th1 D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia L’ultima frontiera degli studi sulla comunicazione tra i tre sistemi di regolazione dell’organismo è la conoscenza del loro funzionamento integrato, comprendendovi anche la psiche - identità cognitiva ed emotiva - fino ad approdare ad una visione del funzionamento dell’organismo umano come rete strutturata e interconnessa, in reciproca relazione con l’ambiente fisico e sociale. Le differenze interindividuali nella funzionalità dell’asse dello stress vengono plasmate nelle fasi precoci della vita Molti studi convergono nell’assegnare alla programmazione cerebrale che avviene nella fase fetale e perinatale – una sorta di imprinting dei circuiti neuroendocrini del nascituro, che farà sentire i suoi effetti nel corso della sua vita, anche rispetto alla predisposizione alle malattie Stress materno → effetto negativo di catecolammine e cortisolo su ippocampo e amigdala → iperattivazione del sistema dello stress del feto, soprattutto rispetto alla sensibilità emotiva Carezze → effetto positivo sul futuro adattamento del neonato allo stress ambientale D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Piastrine Le piastrine o trombociti sono elementi figurati del sangue specializzate nei fenomeni di emostasi (processo che permette la formazione del coagulo in seguito a lesione vasale impedendo la perdita di sangue). Vita Media: 10 giorni Numero: 150.000-350.000/mm³ di sangue Esse in realtà sono frammenti cellulari derivati dal citoplasma dei megacariociti. Non possiedono nucleo ma hanno organuli citoplasmatici. Contengono granuli secernenti diverse sostanze: fattori di crescita, serotonina, calcio, ADP, ATP, idrolasi lisosomiali. FUNZIONE: Quando l'endotelio vasale viene danneggiato, le piastrine aderiscono fra di loro formando un tappo (“trombo bianco”) che impedisce la perdita di sangue. Inoltre, vengono prodotte sostanze vasocostrittrici (che rallentano il flusso sanguigno) e tromboplastina che attiva la cascata della coagulazione. Alla fine del processo si formerà un tappo più resistente (“trombo rosso”) costituito da un intreccio di fibrina, piastrine, globuli rossi e glubuli bianchi. Questo coagulo verrà poi lisato dalla plasmina. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Emostasi Insieme dei processi che mantengono il sangue in uno stato di fluidità ottimale evitando l'insorgere di fenomeni emorragici (eccessiva fluidità e incapacità di riparare un eventuale danno vasale) e trombotici (formazione di coaguli intravasali che possono staccarsi e andare in circolo causando occlusione vasale) Coagulazione La coagulazione è un fenomeno che porta alla formazione di un coagulo allo scopo di riparare la lesione di un vaso. In seguito alla lesione si forma rapidamente un tappo localizzato che impedisce la perdita di sangue e permette alle cellule di riparare la ferita. Al termine del processo di riparazione, il tappo viene disgregato. FASI della COAGULAZIONE üdanno dell'endotelio üemostasi primaria formazione di fibrina üemostasi secondaria üretrazione del coagulo üfibrinolisi D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Coagulazione DANNO DELL'ENDOTELIO La lesione dell'endotelio provoca la liberazione di sostanze ad azione vasocostrittrice (endoteline) che servono ad impedire la perdita di sangue EMOSTASI PRIMARIA Si forma il tappo di piastrine (trombo bianco) Endotelio -> secrezione fattore di von Willebrand -> adesione piastrine Piastrine -> secrezione ADP -> aggregazione piastrinica -> secrezione di trombossano A2 -> reclutamento altre piastrine EMOSTASI SECONDARIA Il coagulo viene reso stabile dalla presenza di fibrina con formazione del trombo rosso (piastrine, globuli rossi e bianchi e fibrina). La fibrina si forma dal fibrinogeno che viene attivano tramite un complesso meccanismo. L'attivazione del fibrinogeno in fibrina può verificarsi tramite una via intrinseca ed una via estrinseca, in relazione all'evento scatenante, che convergono in una via comune. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia VIA ESTRINSECA VIA INTRINSECA Rapida, viene innescata dalla lesione Lenta, viene innescata dal contatto con dell'endotelio. superfici non endoteliali (matrice collagene). Lesione endoteliale Liberazione Fattore XII (di Hageman) Liberazione Fattore III (tromboplastina o fattore tissutale) Attivazione Fattore XI Attivazione Fattore VII Attivazione Fattore IX + Fattore VIII Fattore X (via comune) Attivazione Fattore X (via comune) VIA COMUNE Fattore X attivato Fattore V attivato Fattore II attivato (protrombina) Fattore I attivato (fibrinogeno) Fattore XIII attivato Precipitazione della fibrina Formazione del tappo piastrinico Normalmente la lesione endoteliale attiva entrambe le vie, mentre in alcune condizioni patologiche in cui la superficie endoteliale è danneggiata, può attivarsi solo la via intrinseca. In ogni caso, la via estrinseca è sempre seguita dalla via intrinseca che è necessaria per rendere il coagulo stabile. Infatti, alcune patologie in cui vi è la carenza del fattore VIII della via intrinseca (emofilia), determinano gravi emorragie. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia FATTORI DELLA COAGULAZIONE Fattore Funzione Via I - Fibrinogeno -> Fibrina Comune II – Protrombina (vit. K dip) -> Trombina Comune Attiva i fattori V, VII e XIII III – Fatt. tissutale (Tromboplastina) Attivazione via estrinseca Estrinseca IV - Calcio Necessario per tutte le reazioni: in Tutte sua assenza il sangue non coagula V - Proaccelerina -> Accelerina Comune VI - Accelerina Protrombina -> Trombina Comune Complesso VI-X -> attiva protrombina VII – Proconvertina (vit. K dip) Complesso III-VII -> attiva IX e X Estrinseca VIII - Fattore antiemofilico A Complesso VIII-IX -> attiva X Intrinseca IX - Fattore di Christmas (vit. K dip) Complesso VIII-IX -> attiva X Intrinseca X - Fattore di potenza di Stuart (vit. K dip) Complesso X-V -> attiva trombina Comune XI – Anteced. plasm. tromboplastina Attiva IX Intrinseca XII - Fattore di Hageman Attiva XI Intrinseca XIII - Fattore stabilizzante la fibrina Stabilizza il coagulo di fibrina Comune D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Vitamina K La vitamina K (Koagulation vitamin) è una vitamina liposolubile molto importante per l’attivazione di alcuni fattori della coagulazione (II, VII, IX, X) e per la fissazione del calcio nelle ossa. E’ sintetizzata dai batteri della flora intestinale (vit. K1) e può essere assunta con la dieta poiché diversi vegetali ne sono ricchi (vit. K2). METABOLISMO: Bile -> Assorbimento intestinale -> chilomicroni -> VLDL -> LDL -> tessuti Eliminazione con le urine FONTI ALIMENTARI: vegetali a foglie verdi (lattuga, spinaci, broccoli, cavoli), legumi (soia, piselli, ceci), tè verde, uova, fegato. Cereali, latticini e frutta ne contengono minori quantità. CARENZA: rara, visto che i batteri intestinali la producono e che molti alimenti ne sono ricchi. Può verificarsi in seguito a malassorbimento intestinale, malattie epatiche, alterazioni della funzione biliare. Nei neonati è più frequente (scarso passaggio transplacentare, scarsa quantità nel latte materno, assenza di flora batterica intestinale nei primi giorni di vita). Ciò, associato alla scarsa attività del fegato, e quindi alla ridotta produzione di fattori della coagulazione, può portare a patologie emorragiche. ANTICOAGULANTI: alcuni farmaci anticoagulanti (warfarin, dicumarolo) agiscono come antagonisti della vitamina K determinando una riduzione dei fattori della coagulazione. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia RETRAZIONE DEL COAGULO E FIBRINOLISI Quando la lezione vasale è stata riparata il coagulo si retrae e la fibrina viene disgregata tramite il sistema della plasmina. La fibrinolisi evita l’eccessiva deposizione di fibrina e la formazione di trombi. La plasmina è un enzima proteolitico che Plasminogeno degrada la fibrina dando origine a frammenti peptidici solubili. TPA Urochinasi α2- antiplasmina La plasmina deriva dal plasminogeno che α2- macroglobulina Fatt. IX, XI viene convertito grazie ad attivatori quali Callicreina l'atttivatore tissutale del plasminogeno (TPA) e l'urochinasi. Plasmina La secrezione della plasmina è inibita durante la coagulazione da sostanze secrete dalle cellule endoteliali e dalle piastrine. Prodotti di Fibrina degradazione L'attività fibrinolitica può essere potenziata o inibita da farmaci che vengono usati, rispettivamente, nei casi di eccessiva Trombina coagulazione o di emorragie. Attivazione Inibizione D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia Anticoagulanti EPARINA: prodotta dal fegato e dai polmoni, impedisce un'eccessiva coagulazione evitando la formazione di trombi. Il farmaco viene somministrato come anticoagulante in caso di rischio trombotico. L'eparina si lega all'antitrombina III che inattiva la trombina, il fattore X e altre proteine coinvolte nella coagulazione. Può causare emorragia, quindi va somministrata con cautela nei pazienti a rischio, monitorando gli indici della coagulazione. Inoltre, la somministrazione prolunga è associata ad osteoporosi. Una delle complicanze più gravi è rappresentata dalla Trombocitopenia da Eparina (sindrome HIT) in cui si verifica un paradossale aumento del rischio protrombotico. EDTA (acido etilendiamminotetracetico): blocca la coagulazione sequestrando il calcio e quindi rendendolo non disponibile per i fenomeni della coagulazione. è utilizzato in laboratorio. CITRATO: sequestra il calcio ed è usato in laboratorio, ad esempio per evitare la coagulazione del sangue da trasfondere. DICUMAROLICI (Warfarin): utilizzati come anticoagulanti orali nelle terapie croniche dei soggetti con aumentato rischio trombotico. Inibiscono la formazione dei fattori della coagulazione vitamina K dipendenti. D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia COAUGULO: si forma all'esterno del vaso, TEST DELLA COAGULAZIONE ha superficie liscia ed è difficilmente rimovibile. Conta delle piastrine > Trombocitosi TROMBO: aggregato di piastrine, globuli < Trombocitopenia bianchi e globuli rossi che si forma all'interno di un vaso. Aderisce alla parte PT (tempo di protrombina o di Quick) Misura il tempo (in secondi) necessario alla vascolare, ha superficie irregolare e coagulazione. Valuta la via estrinseca. consistenza friabile. Valori normali: 12-15 sec. PTT (tempo di tromboplastina parziale Bianco: piastrine, fibrina attivata) Rosso: piastrine, fibrina, globuli rossi e bianchi Misura il tempo (in secondi) necessario alla coagulazione. Valuta la via intrinseca. Ostruttivo: occlude totalmente il lume vasale Valori normali: 30-45 sec. Parietale: occlude parzialmente il il lume vasale TT (tempo di trombina) A cavaliere: a cavallo di una biforcazione vasale Misura il tempo (in secondi) necessario alla coagulazione. Valuta la via comune. Valori normali: fino a 21-22 sec. Arterioso: si forma all'interno dell'arteria es. arterie coronariche (-> infarto) o cerebrali (-> ictus) INR Venoso: si forma soprattutto nelle vene degli arti (rapporto normalizzato internazionale) inferiori (trombosi venosa) PTpaziente / PTmedia dei plasmi normali Cardiaco: si forma soprattutto negli atri e può andare Valori normali: 0.9-1.5 in circolo in seguito a sollecitazioni (ad esempio nei Pazienti con terapia anticoagulante: 2-3 pazienti affetti da fibrillazione atriale che per tale ragione devono assumere anticoagulanti) D. Puzzo – Lezioni di Fisiologia

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