Psicologia Sociale 2023/2024 - PDF
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Università degli Studi di Ferrara
2024
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These are notes from a Social Psychology course, covering topics such as social perception, the self, attitudes, social influence, aggression, prosocial behavior, interpersonal relationships, and group dynamics. The document also outlines methodologies in social psychological research, including quantitative and qualitative approaches.
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PSICOLOGIA SOCIALE 2023/2024 1 semestre 1 PSICOLOGIA SOCIALE studio scientifico = la psicologia si avvale di metodi scientifici delle relazioni tra individui e dei processi psicologici coinvolti in tali relazioni s...
PSICOLOGIA SOCIALE 2023/2024 1 semestre 1 PSICOLOGIA SOCIALE studio scientifico = la psicologia si avvale di metodi scientifici delle relazioni tra individui e dei processi psicologici coinvolti in tali relazioni sociale =studia relazioni l’obiettivo è capire come gli esseri umani in un contesto sociale - si sentiranno (affect, emozioni e stati affettivi) - si comporteranno (behavior, intenzioni comportamentali e comportamento) - penseranno (cognition, la cognizione) un elemento che la distingue è lo studio del comportamento sociale avvalendosi di 2 processi integrati 1. processi affettivi e cognitivi individuali: modi in cui ricordi, percezioni, pensieri, motivazioni e emozioni guidano la nostra comprensione del mondo e le nostre azioni 2. effetto dell’ambiente sociale: le influenze che provengono dall’ambiente sociale esterno = la psicologia sociale è l’indagine scientifica di come pensieri, sentimenti e comportamenti degli individui siano influenzati dalla presenza oggettiva, immaginata o implicita degli altri viviamo in un mondo sociale in cui seguiamo norme condivise TEMI PRINCIPALI DELLA DISCIPLINA - percezione sociale - il sé (influenzato da altre persone) - atteggiamenti = orientamento generale costituito da credenze, emozioni e tendenze comportamentali e comportamenti = azione vera e propria 2 - influenza sociale e conformismo (perché ci si adegua alle altre persone e perchè no?) - aggressività (possibili fattori psicosociali che determinano l’insorgere di comportamenti aggressivi - comportamenti prosociali ( aiutare gli altri ad esempio) - relazioni interpersonali - dinamiche relazionali all’interno dei gruppi = insieme di individui che si percepiscono come membri dello stesso gruppo, possono essere gruppi stabili come il genere o la nazionalità, fascia d’età TEMI EMERGENTI - psicologia ambientale - psicologia sociale e nuovi media - psicologia politica - neuroscienze sociali 3 INTRODUZIONE ALLA METODOLOGIA DELLA RICERCA PSICOSOCIALE la psicologia sociale è una disciplina scientifica che studia il comportamento sociale delle persone → ciò che definisce una disciplina in quanto scienza non è quello che si ricerca (oggetto di studio) ma come lo fa (metodo) → uso del metodo scientifico in psicologia sociale TEORIE = insieme integrato e logico di principi che spiegano e predicono gli eventi osservati→ una teoria ha al suo interno una logica - una teoria dovrebbe avere un certo livello di astrazione e generalità→ dovrebbe fornire un insieme di principi logici applicabili anche in altri contesti - verificate tramite ricerca scientifica → che possano supportare o meno quanto proposto dalle teorie IPOTESI = proposizione testabile che descrive una relazione che potrebbe esistere tra eventi COSTRUTTO = concetto astratto di una teoria VARIABILE = rappresentazione misurabile di un costrutto/entità empiricamente rilevabile che può assumere vari valori (l’età è una variabile e ha un valore numerico) OPERAZIONALIZZAZIONE = modo in cui costrutto è trasformato in variabile misurabile esempio: ipotesi e teoria del contatto intergruppi (cercano di spiegare i pregiudizi verso altri gruppi) - ipotesi del contatto: le persone che hanno contatti con membri di un gruppo esterno avranno meno pregiudizi - teoria del contatto: oltre all’ipotesi principale, la teoria del contatto spiega anche (ad esempio) quando e perché le persone che hanno contatti con membri di un gruppo esterno avranno meno pregiudizi (quanto il contatto sarà più efficace a ridurre i pregiudizi) - costrutti chiave: contatto e pregiudizi - variabili: quantità di amici che sono membri del gruppo esterno, atteggiamento negativo verso il gruppo esterno - operazionalizzazione: misurare il numero di amici membri del gruppo esterno e dell’atteggiamento verso il gruppo esterno 4 FASI DELLA RICERCA 1. individuazione del quesito d’indagine (la domanda di ricerca può partire da un’analisi dettagliata della letteratura e della teoria o dall’analisi di ciò che ci circonda nel mondo quotidiano) 2. si formulano vere e proprie ipotesi (una volta formulata la domanda, bisogna capire cosa la letteratura dice su quel determinato argomento) 3. pianificazione delle procedure operative (scegliere metodo di ricerca, campione, considerazioni etniche…) 4. raccolta dati 5. analisi dati 6. interpretazione risultati 7. presentazione dei risultati (pubblicazione di articoli scientifici, capitoli o testi, conferenze, lezioni, incontri) Metodi di ricerca - quantitativi: dati numerici e analisi statistiche (ricerca correlazionale, esperimenti, studi longitudinali) → idealmente il ricercatore non dovrebbe avere influenza sui risultati = il ricercatore dovrebbe pianificare la ricerca con una serie di accorgimenti perché non ci siano influenze sui risultati (formulare domande in maniera neutrale) → non sappiamo se è sempre davvero così (accade che lo scopo del ricercatore venga capito dal partecipante, esso si può adeguare o rispondere in maniera opposta) - qualitativi: analisi di materiale verbale o testuale prodotto spontaneamente dai partecipanti (interviste, focus group, osservazione) → il ricercatore partecipa attivamente allo studio → l’intervista è una conversazione(il ricercatore partecipa in maniera attiva) tra intervistatore e partecipante, il focus group è un piccolo gruppo che discute su un argomento con la presenza di moderatori RICERCA CORRELAZIONALE = studia la relazione tra due o più variabili e determina la correlazione tra le variabili, se cioè i cambiamenti in una variabile si combinano in modo attendibile con quelli di un’altra variabile esempio: somministrazione di un questionario che misura il numero di amici membri del gruppo esterno (es: quanti amici rom hai?) e il pregiudizio verso quel gruppo (es: pregiudizio verso i rom). → una volta raccolti i dati, testare se c’è una correlazione negativa, ovvero se a più alti livelli di contatto con i Rom corrisponde minore pregiudizio verso i Rom Attenzione: correlazione non indica causalità: con questo tipo di dati non è possibile sapere se il cambiamento dei livello di una variabile implichi cambiamento nei livelli dell’altra variabile 5 ESPERIMENTI - variabile indipendente: aspetto della situazione che viene manipolato dallo sperimentatore, per avere effetti su una variabile dipendente → - variabile dipendente: variabile che cambia in seguito a modifiche nella variabile indipendente Manipolazione intenzionale di una o più variabili indipendenti per verificare gli effetti su una o più variabili dipendenti. Affinchè l’esperimento venga condotto in maniera efficace 1. i partecipanti devono essere distribuiti random alle diverse condizioni esempio: - partecipanti: bambini italiani - condizione sperimentale (di contatto intergruppi): organizzazione di incontri tra bambini italiani e bambini rom - condizione di controllo: nessun intervento - variabile dipendente: pregiudizio verso i rom → il ricercatore testa se la manipolazione di variabile indipendente produce cambiamento nella variabile dipendente; ovvero se bambini nella condizione di contatto intergruppi riportano meno pregiudizio dei bambini nella condizione di controllo (si manipola 1 variabile dipendente ovvero il contatto o meno) MINACCE alla validità degli esperimenti - validità di costrutto = le variabili devono corrispondere ai costrutti che vogliamo analizzare (se io per il pregiudizio verso i rom scrivo la sola domanda “quanto provi rabbia verso i rom?” io non sto misurando in modo appropriato il pregiudizio ma solo un’emozione relativa al pregiudizio = possibile errore nell’operazionalizzazione e nella variabile che non rappresenterebbe bene il costrutto) - validità interna = il cambiamento nella variabile dipendente è dovuto unicamente alla manipolazione della variabile indipendente? - variabili di confusione (confounding): variabili non prese in considerazione ma che possono influenzare i risultati - validità esterna: i risultati sono generalizzabili ad altre situazioni, popolazioni, culture? RICERCA IN LABORATORIO O SUL CAMPO? La ricerca in laboratorio ha alta validità interna (campioni omogenei analizzati in contesto controllato con poche possibilità di interferenze esterne) ma minore validità esterna (popolazioni di studenti universitari, spesso di psicologia; cosa succede nel mondo reale, in cui molti fattori influenzano gli esiti?) La ricerca sul campo: maggiore validità esterna rispetto a esperimenti in laboratorio (campioni più eterogenei e che rappresentano i veri destinatari di possibili interventi; maggiore generalizzazione possibile) ma minore validità interna (molti fattori non controllabili dal ricercatore possono intervenire) 6 METODI QUALITATIVI - interviste libere: su un tema specifico ma senza domande definite, il partecipante è liberamente invitato a esprimere la propria opinione - interviste strutturate o semi-strutturate: serie di domande secondo un ordine preciso(strutturate) o senza ordine(semi-strutturate) - focus group: gruppi di persone (di solito 6-12) invitate a confrontarsi e discutere liberamente su un tema specifico. Presenza di un moderatore - Osservazione partecipante (ricercatore immerso nel contesto studiato) o a distanza → analisi del discorso, dei temi più ricorrenti, di come diversi temi siano connessi tra loro, interpretazioni → l’assunto non è testare relazioni tra eventi, ma piuttosto avere accesso ad interpretazioni, vissuti, costruzioni e opinioni QUALI METODI PREDILIGERE? - ogni metodo ha vantaggi e limiti - la scelta dipende dalla domanda di ricerca - idealmente, un’integrazione di metodi diversi può portare ad una migliore e più approfondita comprensione della realtà ETICA DELLA RICERCA La ricerca attuale va condotta nella salvaguardia del benessere dei partecipanti. Bisogna garantire riservatezza e anonimato. Gli esperimenti spesso sottintendono una sorta di inganno - i partecipanti non sono consapevoli degli scopi e delle ipotesi - cover story per far credere che lo scopo della ricerca sia diverso da quello reale - possibile partecipazione di confederati (finti partecipanti, in realtà collaboratori del ricercatore) → necessità di debriefing = spiegare vero scopo dell’esperimento Attualmente le ricerche vengono condotte in linea con principi e linee guida di APA (American Psychological Association) e AIP (Associazione italiana di psicologia) 7 COGNIZIONE E PERCEZIONE SOCIALE = la cognizione sociale analizza come le persone, in contesti sociali, raccolgono, elaborano e interpretano informazioni riguardo sé stessi, gli altri e le situazioni sociali. MODELLI E PRINCIPI 1. Siamo pigri → ACCESSIBILITA = più le informazioni sono accessibili e più esercitano un’influenza sulla nostra vita mentale, sul nostro modo di percepire gli altri e di interpretare la realtà sociale 2. Siamo conservatori = PROFONDITÀ DI ELABORAZIONE a. elaborazione centrale= percorsi di elaborazione profondi, controllati e dispendiosi cognitivamente quando gli schemi pregressi vengono contraddetti o in stati di alta motivazione b. elaborazione periferica= tendenza a risparmiare energie cognitive e affidarsi a un’elaborazione superficiale e il più possibile rapida delle informazioni (ad esempio attraverso le euristiche) La cognizione sociale è determinata da principi motivazionali - principi motivazionali direzionali = perché diretti a un obiettivo = interagiscono con i processi cognitivi per portare l’esito del percorso verso la conclusione desiderata - principi motivazionali non direzionali = = la cognizione non ha specifici obiettivi ma è volta a conoscere e capire veramente il mondo esterno = determinati dalla propensione degli esseri umani verso il raggiungimento di un senso di padronanza del proprio mondo - I processi della cognizione sociale possono essere: - controllati= sono attivati e terminati consapevolmente, richiedono una quantità considerevole di risorse cognitive e svolgono le loro funzioni sotto il controllo volontario dell’individuo - automatici= si attivano in modo non intenzionale e non sono consapevoli, richiedono una quantità ridotta di risorse cognitive, non possono essere interrotti volontariamente e generano impressioni intuitive 8 PROCESSO TOP-DOWN E BOTTOM-UP EURISTICHE = sono scorciatoie cognitive utilizzate per giungere a un giudizio sociale senza troppo sforzo cognitivo - euristica della disponibilità: tendenza a giudicare più frequente e probabile un certo evento o un dato esemplare sulla base della facilità con cui vengono in mente eventi o esemplari simili - fallacia dello scommettitore: gli individui non riescono a tenere presente gli assunti della legge dei grandi numeri nel corso del ragionamento probabilistico Come ci formiamo le impressioni degli altri? Le prime impressioni ovvero la percezione degli altri è immediata e veloce, giocano un ruolo, l’impressione iniziale è come una guida di interpretazione di future interazioni con una persona o un gruppo. La percezione sociale è un insieme di sistemi che ci portano a tale rappresentazione, le sue caratteristiche sono: - efficacia e affidabilità - basata sulle euristiche, ovvero sulle scorciatoie mentali - flessibilità 9 Quali dimensioni sono fondamentali nella percezione degli altri? 1. Categorie sociali d'appartenenza (genere, gruppo etnico, età) 2. aspetto fisico 3. comportamento non verbale 4. tratti di personalità 1. la categorizzazione è la tendenza degli esseri umani a suddividere il mondo in categorie → raggruppiamo i gruppi sociali più salienti (in contesto attuale): genere, gruppi etnici e nazionali, fascia d’età - il categorizzare ha una funzione adattiva: riduce le complessità del mondo sociale MA pone la base per stereotipi, pregiudizi e discriminazioni 2. è la tendenza inconsapevole degli individui a considerare ciò che è bello come buono - ci si aspetta che chi è attraente sia più interessante, estroverso e socialmente dotato delle persone meno attraenti - le persone percepite come attraenti avranno maggiore possibilità di ricevere aiuto - alcune ricerche (1975) spiegavano come anche nel mondo scolare, gli insegnanti giudicavano come più dotati e predisposti allo studio i bambini più attraenti - in ambito lavorativo vi sono vantaggi per gli uomini (dirigenti maschi di bell'aspetto considerati come più produttivi e capaci rispetto a quelli meno attraenti) ; per le donne l'attrattività è associata alla bassa competenza, successo delle donne dirigenti viene percepito come dovuto all’aspetto fisico piuttosto che alle capacità) 3. riguarda le espressioni del volto, il linguaggio corporeo, il contatto oculare….sono indizi importanti per formare le prime impressioni - le impressioni più positive sono verso chi si pone direttamente di fronte a noi, a chi annuisce mentre parliamo o a chi mantiene frequenti contatti oculari 4. fin dal primo momento, cerchiamo di inferire i tratti di personalità della persona che incontriamo MODELLO CONFIGURAZIONALE = modello di impostazione gestalista: le singoli componenti di una figura complessa si integrano fra loro, il processo percettivo non è la semplice somma delle diverse componenti ma come esperienza nuova e complessa, che porta a una visione unitaria della persona percepita → effetto primacy: i tratti presentati o percepiti per primi guidano maggiormente le impressioni globali → alcuni tratti sono considerati come più centrali di altri che sono considerati periferici 10 → i partecipanti cui veniva presentato il tratto caloroso descrivevano la persona come saggia, generosa e di buon carattere. (Ad esempio una persona che crede che certe cose siano giuste, che vuole che gli altri capiscano le sue idee e sincera nelle argomentazioni) → i partecipanti cui veniva presentato il tratto freddo descrivevano la persona come antipatica e calcolatrice (ad esempio una persona snob che crede che i propri successi e la propria intelligenza possano porla al di sopra delle persone comuni) DIMENSIONI FONDAMENTALI DEL GIUDIZIO SOCIALE Quando si incontra una nuova persona si formano impressioni sul - calore= tratti che si riferiscono alle relazioni sociali e alla cooperazione (amichevolezza, socievolezza, sincerità, buone intenzioni e fiducia) - competenza = tratti che si riferiscono alla capacità di raggiungere obiettivi (competente, affabile, capace, efficace e intelligente) Le inferenze di competenza e calore ci aiutano a rispondere a due domande fondamentali per la nostra sopravvivenza, che si pongono quando si entra in relazione con persone sconosciute: calore: è un amico o un nemico? 11 competenza: è in grado di mettere in atto le proprie intenzioni? Il calore permette di capire se quella persona ha buone o cattive intenzioni verso di me, la competenza se è capace o meno di metterle in atto MODELLO ALGEBRICO = processo di percezione come integrazione algebrica dei singoli elementi di informazione Impressione di personalità come somma del valore associato ai tratti che riconosciamo nella persona (quindi, impressione determinata da importanza data ai tratti e da percezione se una persona possiede o meno tali tratti) lui è intelligente + 3 freddo -4 = giudizio negativo lui è pigro -1 calore +4 = giudizio positivo TEORIE IMPLICITE DI PERSONALITÀ = ci si forma un’impressione generale di una persona a partire da una singola informazione (tratto) a causa della tendenza ad assumere che i tratti positivi siano legati tra loro e che i tratti negativi rappresentino un gruppo a parte → ai partecipanti veniva detto che avrebbero partecipato ad una discussione di gruppo condotta da una persona calorosa (condizione warm) oppure fredda (condizione cold) → l’interlocutore era stessa = esso era valutato meglio in condizione warm = più interazioni con interlocutore in condizione warm Come si passa dall’osservazione all’attribuzione? inferenze: attribuzioni interne vs esterne interne: attribuire le ragioni di un comportamento a caratteristiche stabili dell’individuo esterne: attribuire le ragioni di un comportamento a cause esterne, caratteristiche della situazione Nell’osservazione tendiamo a sottostimare le influenze situazionali (cause esterne) e a sovrastimare quelle disposizionali (interne) → inferire tratti da comportamenti Negli altri quello che noi vediamo è come si comportano, mentre di noi stessi abbiamo un’immagine più complessa → tendenza ad attribuire cause esterne ai propri comportamenti e cause interne a comportamenti altrui - accessibilità di informazioni (abbiamo maggiori info su noi stessi) - motivazioni (poter prevedere comportamenti altrui, mantenere autostima come ad esempio l’aumento di spiegazioni esterne per i comportamenti negativi successi a noi stessi CAMBIAMENTO DELLE PRIME IMPRESSIONI “non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione” C’è una scarsa propensione degli esseri umani ad aggiornare le prime impressioni. Bias di conferma: - ricerca di nuove informazioni 12 - ricordo e interpretazione di nuove informazioni - risposta comportamentale PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA = credenza che conduce al proprio compimento → in ambito sociale e relazionale, ognuno di noi deriva la conoscenza di sè stesso anche dalle relazioni con gli altri e tenderemo quindi ad assomigliare all’idea che gli altri si sono fatti di noi. In altre parole, le nostre aspettative riguardo l’altra persona determinano come ci comporteremo verso tale persona. Il nostro comportamento verso l’altro determinerà a sua volta come lui si comporta con noi. esempio: in una classe primaria viene sottoposto un test d’intelligenza a inizio anno scolastico. Agli insegnanti venivano comunicato un falso feedback: i ricercatori comunicavano i nominativi degli alunni che avrebbero compiuto migliori progressi intellettuali (estratti casualmente) → a fine anno, viene sottoposto un nuovo test e sono state raccolte delle valutazioni soggettive agli insegnanti → il risultato è che vi è stato un incremento di intelligenza maggiore nel gruppo di alunni presentati come con maggiore potenziale, anche le valutazioni soggettive erano in linea con questo risultati infatti le valutazioni soggettive erano più positive per i bambini che erano presentati con maggiore potenziale rispetto agli altri → profezia che si autoavvera: gli insegnanti nel momento in cui hanno saputo che alcuni bambini avevano un gran potenziale, hanno prestato loro più attenzione, li hanno stimolati e lodati di più, i bambini quindi hanno migliorato le loro prestazioni e il loro comportamento = come ci si comporta con gli altri ha un’influenza su come gli altri risponderanno MODELLO DEL CONTINUUM = la valutazione di una persona dipende dalla motivazione all'accuratezza e dalla quantità di risorse di elaborazione disponibili. Fasi: 1. categorizzazione di una persona sulla base di tratti percettivi (operazione automatica) 2. in caso di mancanza di motivazione e di informazioni, la percezione potrebbe fermarsi a informazioni categoriali 3. in caso di motivazione e di informazioni disponibili, useremo risorse cognitive per un’analisi più raffinata = giudizio superficiale 13 IL SÉ ACQUISIZIONE DEL CONCETTO DI SÉ Le autodescrizioni sono abbastanza semplici da fornire, ma come facciamo a conoscere noi stessi? 1. autoriflessione 2. osservazione del proprio comportamento 3. esperienze quotidiane 4. confronto sociale 5. giudizio altrui 6. cultura di riferimento 7. appartenenze a gruppi AUTORIFLESSIONE tramite l’autoriflessione possiamo avere moltissime informazioni su noi stessi accessibili tramite ricordi e profonda riflessione, ma non sempre usiamo l’introspezione. Avviene ciò perché come proposto dalla teoria dell’autoconsapevolezza oggettiva, quando il sé diventa oggetto dell’attenzione, avviene un confronto tra la situazione reale e i canoni interiorizzati, se sarà un confronto non soddisfacente, si avrà una dissonanza. → Come ridurre tale dissonanza? evitare l’attenzione su noi stessi Gli stimoli che indirizzano l’attenzione su noi stessi sono specchi, videocamere, risentire la nostra voce, la richiesta di descriverci (in particolare di come ci differenziamo dagli altri), aggiornare i profili social pubblicando foto di sé…. OSSERVAZIONE DEL PROPRIO COMPORTAMENTO Dal nostro comportamento possiamo inferire caratteristiche e tratti: secondo la teoria dell’autopercezione l’inferenza tra comportamento e atteggiamento è maggiore quando - l’atteggiamento è poco chiaro - il comportamento messo in atto è senza costrizione (senza spiegazioni alternative) L’evidenza empirica della tecnica del piede nella porta propone che: acconsentire a una piccola richiesta iniziale aumenta la probabilità di acconsentire a una richiesta più grande e che quindi invitare persone a un primo compito aumenta la possibilità che tali persone eseguano compiti più grandi (ad esempio opporre su una finestra un piccolo adesivo per promuovere la guida sicura) questo porta a maggiori probabilità di acconsentire ad una richiesta più grande (apporre un grande e vistoso cartello per promuovere la guida sicura) → spiegazione sulla base della teoria dell’autopercezione: accettare la prima richiesta porta a percepirsi come persona che sostiene iniziativa pro-guida sicura CONFRONTO SOCIALE Per valutare le nostre capacità e i nostri livelli, ci confrontiamo con gli altri usandoli come parametro di riferimento, soprattutto quando non sono disponibili informazioni oggettive. Con chi ci si confronta? 14 - con persone simili a noi - verso l’alto (innalzano lo standard e possono fungere da spinta a migliorare ma anche creare ansie e sensazione di inadeguatezza) - verso il basso (per proteggere l’autostima) Quando e su che dimensioni ci confrontiamo? - situazioni di incertezza (campi nuovi in cui ci cimentiamo) - dimensioni ritenute importanti - emozioni e loro regolazione (il modo di esprimere varia in base a culture e contesti e questo è utile per vedere come gli altri dimostrano e come noi dimostriamo) I rischi legati alla forte tendenza al confronto sociale: invidia, rammarico, senso di colpa, ridotto benessere personale esempio di Kim e Marcus: vengono reclutati in un aereoporto internazionale a San francisco alcuni partecipanti americani e asiatici e vengono invitati a compilare un breve questionario, in seguito riceveranno una penna in regalo tra 5 proposte —> il 74% degli americani ha scelto la penna del colore diverso rispetto agli altri → il 24% degli asiatici ha scelto la penna del colore diverso rispetto agli altri SÉ IN CULTURE DIVERSE L’individualismo è l’assegnazione della priorità ai propri obiettivi rispetto a quelli del gruppo e della propria identità in termini di attributi personali invece che di gruppo→ Nelle culture individualiste (nord-america, europa occidentale) c’è il sé indipendente Il collettivismo è la tendenza ad assegnare priorità agli obiettivi dei gruppi d’appartenenza (famiglia, amici, colleghi) e definire la propria identità in base a questi gruppi → nelle culture collettiviste il sé è interdipendente (gli altri sono considerati parti del sè) MOTIVAZIONE AL MANTENIMENTO DELL’AUTOSTIMA: l’autostima è la valutazione complessiva che una persona ha di se stessa, è la percezione del proprio valore. Gli effetti benefici sono: gestire le situazioni stressanti, essere meno soli, meno depressione e ansia, atteggiamento più positivo, migliore salute fisica 15 → strategie di mantenimento dell’autostima= tendenze e distorsioni sistematiche a percepire se stessi in modo positivo. → Gli stili attributivi a fare del sè: nel caso in cui si ottengono risultati positivi, le persone attribuiscono il successo a se stessi, quando i risultati sono negativi, essi vengono attribuiti a fattori esterni → Ottimismo irrealistico: diffusione di un ottimismo generale verso eventi futuri per se stessi (vs. pessimismo difensivo= anticipazione di problemi per compiere azioni efficaci) STRATEGIE DI MANTENIMENTO DELL’AUTOSTIMA Tendenza, distorsione sistematica a percepire se stessi in modo positivo → stili attributivi a favore del sè: tendenza ad attribuire a se stessi i risultati positivi e a fattori esterni i risultati negativi 1. ottimismo irrealistico: ottimismo generale verso eventi futuri per se stessi (vs: pessimismo difensivo: anticipazione di problemi per compiere azioni efficaci) 2. falso consenso: tendenza a sopravvalutare la diffusione delle proprie opinioni e dei propri comportamenti indesiderabili 3. falsa unicità: tendenza a sottovalutare la diffusione delle proprie capacità e dei propri comportamenti desiderabili e di successo Interpretazione di tratti ambigui come a favore del sè, attenzione selettiva a stimoli positivi, tralasciando quelli negativi. Il confronto con gli altri è favorevole per il sé; si tende a considerarsi migliori, sopra la media, i confronti sociali avvengono verso il basso. - Teoria del completamento del sé: quando un fallimento rischia di minacciare un aspetto centrale del sé, le persone ricorrono a modi per riaffermare tale immagine minacciata tramite simboli di competenza - Teoria del mantenimento del giudizio di sè: i risultati conseguiti da persone vicine a noi aiutano ad accrescere la nostra autostima (ma se la dimensione in oggetto non è centrale per noi) - distorsioni percettive: effetto attore-osservatore, maggior capacità di ricordare ciò che abbiamo fatto noi stessi - motivazioni di salvaguardia dell’autostima Queste strategie sono funzionali al mantenimento di un’autostima elevata e per la prevenzione da depressione e stress. ù LATI OSCURI DELL’AUTOSTIMA La bassa autostima ha conseguenze negative…anche un successo può essere vissuto male da chi ha bassa autostima MA anche l’alta autostima ha conseguenze negative perché le persone con autostima alta possono avere reazioni forti e aggressive agli insuccessi MANTENIMENTO DI UN SENSO DI SÉ COERENTE è la tendenza a preservare le opinioni su se stessi (resistenza al cambiamento) - funzioni: conoscenza, previsione e controllo su ambiente sociale MA: informazioni su noi stessi spesso contraddittorie attribuzioni esterne di comportamenti incoerenti 16 TEORIA DELLA VERIFICA DEL SÉ Le persone preferiscono che gli altri le vedano come loro vedono se stesse, anche se il loro concetto di sé è negativo. Sono 3 le strategie che possono essere utilizzate per creare un mondo sociale auto-confermante. 1. cercare e costruire relazioni che confermano il concetto di sé e uscire dalle relazioni che non soddisfano questo bisogno 2. comunicare attivamente il proprio concetto di sé agli altri 3. vedere la conferma anche dove non esiste TEORIA DEGLI SCHEMI DEL SÉ le informazioni riguardanti la propria persona si organizzano in strutture cognitive definite schemi di sé= strutture di conoscenza che organizzano in memoria le rappresentazioni di sé centrali e altamente stabili Le persone che hanno sviluppato uno schema di sé su una certa dimensione (ad. esempio indipendenza useranno in misura maggiore aggettivi relativi a quella dimensione (ad es. indipendente, individualista) per descrivere se stessi, rispetto alle persone che non hanno uno schema di sè relativo a quella dimensione (aschematici). Gli stimoli esterni codificati alla luce di schemi di sè pongono l’attenzione agli stimoli relativi alla dimensione per cui siamo schematici ma non per gli stimoli relativi alla dimensione per cui siamo aschematici TEORIA SULLE DISCREPANZE DEL SÉ Il sé è strutturato in 3 diversi schemi 1. sé reale = come realmente siamo 17 2. sé ideale= come vorremmo essere 3. sé normativo= come pensiamo che dovremmo essere il confronto tra i 3 diversi schemi può mettere in luce delle discrepanze che danno origine a diverse emozioni negative sé reale - sé ideale = tristezza, inadeguatezza e depressione sé reale - sé normativo = ansia e frustrazione SÉ NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI Come ci presentiamo agli altri? Mettiamo in atto strategie di autopresentazione= tendenza ad esprimersi e comportarsi in modo da mostrare l’immagine di sé desiderata. La presenza di altri influenza il nostro comportamento e l’espressione dei nostri atteggiamenti. Funzioni per mostrare l’immagine del sé desiderata - strumentale= influenzare gli altri nella direzione voluta (vantaggi derivati dal piacere agli altri) - costruzione della propria identità: bisogno di conferme sociali per definirci Automonitoraggio: grado di sensibilità a richieste situazionali che porta a regolare il proprio comportamento in base alle aspettative situazionali (variabile di differenza interindividuale) Nei rapporti con gli altri alcune persone possono mettere in atto strategie autolesive come l’autosabotaggio: la messa in atto di comportamenti controproducenti che creano una scusa pronta nel caso di fallimenti, sono strategie messe in atto soprattutto da chi ha molta paura di sbagliare. Nel caso in cui le cose vadano bene nonostante le strategie di autosabotaggio, ci sarà una conferma personale e pubblica ancora maggiore delle proprie abilità. secondo la teoria dell’autopercezione di Bem…. possiamo dedurre il nostro atteggiamento dal nostro comportamento secondo la teoria dell’autoconsapevolezza oggettiva:.. gli esseri umani potrebbero evitare l’introspezione per evitare confronti spiacevoli tra come si è e come si vorrebbe essere quali motivazioni guidano principalmente la percezione di sé? …… la motivazione al mantenimento dell’autostima e motivazione al mantenimento del senso di sé coerente 18 GLI ATTEGGIAMENTI Cos’è l’atteggiamento? = orientamento (favorevole o sfavorevole) relativamente stabile verso un’entità (persona, gruppo, evento, comportamento, oggetto) = valutazione relativamente durevole di un oggetto, una persona, un evento o una situazione = possono cambiare (cambiare atteggiamento è uno dei meccanismi retro della pubblicità) ma sono stabili tendenzialmente IL MODELLO TRIPARTITO = l’atteggiamento è composto da - una componente affettiva = sentimenti ed emozioni (Affect) - una comportamentale = disposizioni e intenzioni comportamentali (Behavior) - una cognitiva = conoscenze e credenze (Cognition) → ognuna delle 3 componenti ha una direzione (positiva o negativa) e un’intensità o forza (credenze forti o non forti) → l’atteggiamento dipende dalla mediazione tra tali componenti. Le tre componenti possono avere lo stesso peso nel determinare l’atteggiamento oppure alcune componenti possono prevalere rispetto alle altre ATTEGGIAMENTO VS COMPORTAMENTO In psicologia sociale non sono sinonimi, sono due concetti associati ma distinti. Anche se, secondo il modello tripartito, l'atteggiamento include una componente comportamentale. Atteggiamento = orientamento, valutazione, relativamente stabile. NON è direttamente osservabile perché è un insieme di credenze, valutazioni e tendenze. Esso è misurabile consultando la persona di cui si vuole conoscere l’atteggiamento (limiti di misurazione come desiderabilità sociale, difficoltà di accesso ai propri atteggiamenti) Comportamento = azioni vere e proprie che le persone mettono in atto, è osservabile e potenzialmente osservabile da esterni tramite osservazione sistematica. Può essere misurabile consultando la persona di cui si vuole conoscere il comportamento PASSATO (limiti di misurazione come desiderabilità sociale, difficoltà di ricordo accurati dei propri comportamenti) DALL’OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO ALTRUI POSSIAMO DEDURRE L’ATTEGGIAMENTO ALTRUI. ATTEGGIAMENTI ESPLICITI E IMPLICITI Atteggiamenti espliciti e controllati= sono gli atteggiamenti di cui le persone sono consapevoli e le valutazioni sono deliberate e consapevoli Atteggiamenti impliciti = sono valutazioni automatiche e spontanee perché si attivano senza sforzi cognitivi, sono atteggiamenti di cui le persone possono non essere consapevoli. La salienza di un concetto attiva altri concetti associati nella memoria (rete associativa) a tale concetto. 19 IMPLICIT ASSOCIATION TEST 1998 = compito di categorizzazione di stimoli (come parole o immagini) che si svolge al computer - i partecipanti sono invitati a categorizzare stimoli usando due testi - ci sono 2 blocchi: uno congruente (stimoli appartenenti a categorie che si ipotizza essere associate categorizzate con lo stesso tasto) → schiaccio A per fiori e concetti positivi, schiaccio L se vedo insetto e concetto negativo → e uno incongruente (stimoli appartenenti a categorie che si ipotizza essere associate categorizzate con tasti diversi ) → schiaccio L se vedo un fiore e un concetto negativo, schiaccio A se vedo un insetto e un concetto positivo - idea alla base: persone più veloci e accurate a categorizzare con lo stesso tasto stimoli che sono fortemente associati (ad esempio insetti e parole negative) piuttosto che stimoli che non sono associati (ad esempio insetti e parole positive) - indice di atteggiamento calcolato su tempi di risposta (con penalizzazione epr errori) 20 FORMAZIONE DI ATTEGGIAMENTI MERA ESPOSIZIONE mera esposizione = l’esposizione ripetuta a oggetti o individui aumenta sentimenti positivi nei loro riguardi - principalmente per target verso cui la prima impressione o l’atteggiamento iniziale è neutro (o positivo) Evidenza empirica → cover story: studio su come si apprende una lingua straniera - presentazione ai partecipanti di ideogrammi cinesi un numero diverse di volte - ai partecipanti era detto che ogni ideogramma rappresentava un aggettivo, e che dovevano indovinare se fosse positivo o negativo - maggiore è l’esposizione, maggiore è la positività percepita APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO Il condizionamento classico è quando uno stimolo neutro (stimolo condizionato) viene associato sistematicamente ad uno stimolo positivo oppure negativo (stimolo incondizionato); la valenza dello stimolo condizionato somiglierà alla valenza dello stimolo incondizionato Il condizionamento operante è quando un comportamento è seguito da una ricompensa, tale comportamento sarà rinforzato → quando un comportamento è seguito da una punizione, tale comportamento sarà indebolito FORMAZIONE DI ATTEGGIAMENTI: TEORIA DELL’AUTOPERCEZIONE Lo sviluppo degli atteggiamenti avviene attraverso l’osservazione del nostro comportamento e la sua attribuzione ad una causa interna → evidenza empirica: - i partecipanti sono invitati a esprimere un'opinione su vignette umoristiche - due condizioni: tenendo una penna tra i denti o tenendo una penna tra le labbra 21 - i risultati: l’impressione è più positiva per i partecipanti che tenevano la penna tra i denti che per quelli che la tenevano tra le labbra → i partecipanti considerarono la propria espressione facciale come indicativa della loro opinione FUNZIONI DEGLI ATTEGGIAMENTI avviene per rispondere a bisogni psicologici. esempio atteggiamento favorevole verso la laurea in scienze dell’educazione perché… La relazione tra l’atteggiamento e il comportamento non è sempre costante e sempre forte. Evidenza empirica: - contesto storico: negli Usa ci sono forti pregiudizi contro i cinesi - il ricercatore La Piere viaggiò attraverso gli USA con una coppia di cinesi, fermandosi in ristoranti e hotel → 1 su 251 tra ristoranti e hotel si rifiutò di ospitare la coppia cinese - in seguito, il ricercatore ricontattò gli stessi ristoranti e hotel, chiedendo se avrebbero accettato una coppia cinese nella loro struttura– ricevette 128 risposte di cui il 92% era NO I fattori che aumentano l’associazione tra atteggiamento e comportamento sono: - specificità (principio di compatibilità, target, contesto, tempo) - accessibilità dell’atteggiamento (disponibilità e facilità di recupero nella memoria) - forza dell’atteggiamento - tempo di misurazione (a livello di ricerca) TEORIA DELL’AZIONE RAGIONATA Propone che questi fattori derivino da - intenzione comportamentale (di metterlo in atto) - atteggiamento = credenze riguardo le conseguenze del comportamento e valore associato a tali conseguenze - norme soggettive = percezioni e credenze su come gli altri giudicano il comportamento 22 TEORIA DEL COMPORTAMENTO PIANIFICATO = controllo del comportamento percepito: credenza di quanto un comportamento sia facile o difficile, attuabile o non attuabile La teoria dell’azione ragionata e la teoria del comportamento pianificato partono dalla concezione dell’uomo come essere razionale che prende decisioni, sviluppa intenzioni comportamentali e le attua. Anche gli atteggiamenti automatici impliciti influenzano il comportamento: di fronte ad entità avviene l’attivazione automatica di atteggiamenti impliciti che andranno poi ad influenzare il comportamento GLI ATTEGGIAMENTI ESPLICITI INFLUENZANO PRINCIPALMENTE I COMPORTAMENTI CONTROLLATI MENTRE GLI ATTEGGIAMENTI IMPLICITI INFLUENZANO PRINCIPALMENTE I COMPORTAMENTI SPONTANEI. 23 → per un’evidenza empirica considerando pregiudizio esplicito e implicito, valutazione della discriminazione verso una sperimentatrice afroamericana CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI AUTOMATICI → la ripetuta associazione di un oggetto a uno stimolo positivo o negativo può cambiare la struttura associativa → vi è il possibile cambiamento del pattern di attivazione → in caso di associazioni miste positive e negative in memoria, indizi contestuali possono guidare l’attivazione di un atteggiamento piuttosto che di un altro TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA = la teoria non riguarda come il cambiamento di atteggiamento deriva dall’esterno ma cerca di spiegare come noi stessi possiamo cambiarli. = stato di attivazione determinato dalla percezione di un’incoerenza tra le proprie cognizioni (ad esempio atteggiamenti e comportamenti) → si sviluppa una motivazione a cambiare una delle due cognizioni → al momento in cui si prova disagio dato dall’incogruenza è più probabile cambiare l’atteggiamento piuttosto che il comportamento ( cambiare il modo richiede più sforzo, è più facile cambiare atteggiamento ) SECONDO LA TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA, IN CASO DI ATTEGGIAMENTI E COMPORTAMENTI DISCORDANTI, LE PERSONE TENDENZIALMENTE CAMBIERANNO IL LORO ATTEGGIAMENTO esempio: i partecipanti erano invitati a svolgere due compiti noiosi per un’ora (svuotare e riempire un vassoio con filo) Due erano le condizioni sperimentali e una di controllo: nelle due condizioni sperimentali veniva chiesto ad ogni partecipante di sostituire un collaboratore, dicendo al partecipante successivo che la prova che avrebbe dovuto svolgere sarebbe stata piacevole e divertente (si chiedeva quindi ai partecipanti di comportarsi in modo opposto ai loro atteggiamenti) → il compenso era 1 dollaro o 20 → il gruppo di controllo non doveva mentire al partecipante successivo → la variabile dipendente è la valutazione del compito giustificazione dello sforzo: modificare l’atteggiamento per giustificare sforzi e investimenti dissonanza post-decisionale: cercare informazioni a sostegno della scelta compiuta 24 Persuasione e modelli di cambiamento di atteggiamento - comunicazione persuasiva: messaggi destinati a un pubblico di cui si intende cambiare un atteggiamento e i comportamenti a esso collegati - quando e attraverso quali meccanismi sono efficaci? 1. modelli DUALI a. modello della probabilità dell’elaborazione b. modello euristico-sistematico → entrambi i modelli propongono due percorsi di cambiamento dell’atteggiamento - percorso centrale: il target della comunicazione elabora le informazioni in modo attento, riflettendo sul contenuto del messaggio. Forza e qualità degli argomenti determinano il fatto che il messaggio sia efficace e persuasivo - percorso periferico: non vengono elaborate la forza e la qualità degli argomenti, ma piuttosto i cosiddetti indizi periferici (competenza e attendibilità della fonte, attraenza della fonte, presunta somiglianza percepita con la fonte, quantità di argomentazioni, lunghezza del messaggio e presenza di grafici o equazioni. Modello della probabilità dell’elaborazione In questa ricerca a degli studenti universitari era presentato un messaggio riguardo la necessità di modificare la modalità di stesura della tesi - ad alcuni veniva detto che la modifica sarebbe stato immediata (direttamente coinvolti) - ad altri che la modifica avverrà in anni successivi (non coinvolti e meno motivati) - manipolazione motivazione: modifica da subito o dopo la laurea - manipolazione autorevolezza della fonte: veniva detto da un prof autorevole e ad altri da uno non autorevole - manipolazione della qualità del messaggio: argomenti forti ad alcuni, deboli ad altri - la variabile dipendente: accordo con messaggio → chi era in condizione di alta motivazione (le modifiche sono immediate per la tesi) l’influenza nell’accordo con il messaggio veniva dalla qualità del messaggio → percorso centrale (l’autorevolezza della fonte non era un’influenza) → chi era in condizione di bassa motivazione (le modifiche non erano immediate) l’influenza proveniva dall’autorevolezza della fonte e non dalla qualità del messaggio → percorso periferico 25 L’INFLUENZA SOCIALE = processo tramite il quale, pensieri, atteggiamenti e comportamenti delle persone sono influenzati dalla presenza, reale, immaginata o implicita, di altre persone. CONFORMISMO = tendenza ad approvare l’opinione di un’altra persona o di un gruppo di persone, ed agire, in conseguenza di ciò, diversamente da come avremmo fatto NORME SOCIALI = canoni condivisi a cui le persone tendono a conformarsi = credenze condivise, regole, alle quali i membri dei gruppi tendono a conformarsi e che guidano le azioni Formazione delle norme sociali→ esperimento di Sherif - effetto autocinetico: illusione ottica in cui un puntino luminoso che brilla nella totale oscurità sembra muoversi - cover story = ricerca, compito di percezione visiva - i partecipanti erano invitati a stimare l’ampiezza dei movimenti (quanto si muoveva il pallino tra 0 e 20 cm) - 3 condizioni 1. fare il compito da soli 2. prima da soli e poi in gruppo 3. prima in gruppo e poi da soli→ in gruppo si conoscevano le valutazioni degli altri partecipanti - risultati 1. condizione 1: stime che differivano sensibilmente l’una dall’altra ma variavano fortemente tra i partecipanti 2. condizione 2: i partecipanti si distaccavano dalle stime iniziali per convergere verso una stima di gruppo 3. condizione 3: convergenza delle stime verso stima di gruppo, tale stiva guidava poi quelle individuali → la norma di gruppo guida le stime individuali INFLUENZA SOCIALE INFORMAZIONALE stimoli ambigui→ comportamento degli altri come fonte di informazioni - accettazione della norma anche a livello privato → la norma viene interiorizzata e accettata anche a livello privato (condizione 3) - l’influenza sociale informazionale viene usata in situazioni di incertezza ed emergenza (mancanza di tempo per elaborare la soluzione adeguata), quando altri sono ritenuti esperti - c’è convergenza verso risposte comuni in situazioni di gruppo anche quando gli stimoli non sono ambigui? 26 Esperimento di Asch (1951) L'assunto di base del suo esperimento consisteva nel fatto che l'essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona. L'esperimento si focalizzava sulla possibilità di influire sulle percezioni e sulle valutazioni di dati oggettivi, senza ricorrere a false informazioni sulla realtà o a distorsioni oggettive palesi. - gruppi di 8 studenti di sesso maschile - cover story: compito di percezione visiva - 18 prove simili - condizione sperimentale: i partecipanti rispondevano dopo gli altri 7 partecipanti (in realtà erano collaboratori i 7). Dopo le prime sei prove, i collaboratori davano risposte errate e convergenti - condizione di controllo giudizi individuali Risultati - condizione di controllo: nessun errore - condizione sperimentale: - conformismo totale del 33% - conformismo in almeno una risposta per il 76% dei partecipanti (almeno 1 volta hanno dato la stessa risposta errata uguale ai 7 partecipanti) - conformismo in tutte le risposte per il 5% dei partecipanti Interviste ai partecipanti: - dubbi riguardo alle proprie percezioni tra alcuni che si erano conformati - conformismo solo per non sembrare ridicoli tra alcuni che si erano conformati - sensazione di forte disagio tra chi non si conformava - sensazioni di ansia e disagio per tutti QUESTA FORMA DI INFLUENZA SOCIALE SI CHIAMA NORMATIVA = conformare opinioni e comportamenti al modo di agire degli altri solo per essere graditi e accettati. Si tratta di una forma di accondiscenza pubblica ma non di accettazione privata. Quando avviene il conformismo? - se il gruppo è unanime= maggiore probabilità di conformismo quando il gruppo è unanime - l’impegno precedente verso una posizione, un atteggiamento o un comportamento può portare a una resistenza al conformismo - se il gruppo avesse dovuto rendere conto al gruppo, il conformismo sarebbe stato maggiore - differenze individuali: maggiore conformismo tra chi ha bassa autostima e bassa fiducia nelle proprie capacità - risposte private o pubbliche: conformismo maggiore per risposte pubbliche, minore per quelle private - differenze culturali: conformismo maggiore in società collettiviste, minore in quelle individualiste 27 - conoscenza diretta degli altri membri del gruppo: proposte teoriche e risultati empirici misti maggiore conformismo minore conformismo fiducia impegno unanimità bassa autostima risposte pubbliche risposte private società collettiviste società individualiste Influenza sociale e obbedienza all’autorità Fonti di influenza: - persone appartenenti ad altri gruppi di pari (stesso status) - influenza normativa - influenza informativa - persone di status superiore come le autorità (è qualcosa di relativo) → obbedienza all’autorità: adeguamento a norme impartite da autorità per rispetto dell'autorità o per paura di conseguenze negative Esperimento di Milgram (1963) partecipanti maschi tra i 20 e i 50 anni, di varia estrazione sociale partecipanti normali = persone senza problemi comportamentali evidenti o precedenti penali i partecipanti erano assegnati al ruolo di insegnante (tramite sorteggio fittizio) e dovevano far apprendere agli allievi (in realtà collaboratore dello sperimentatore) associazioni tra coppie di parole gli allievi (collaboratori) venivano fatti sedere e legati alla sedia, gli insegnanti ( i partecipanti veri e propri) erano posti davanti a un’apparecchiatura per infliggere scosse elettriche agli allievi le istruzioni erano che le scosse elettriche che doveva dare l’insegnante all’allievo in caso di errori, erano scosse che avrebbero provocato dolore fisico ma non danni alla salute al partecipante vero e proprio ovvero all’insegnante veniva detto di dare un rinforzo verbale giusto in caso di risposta corretta e una scossa elettrica in caso di errore di intensità crescente → in realtà l’allievo collaboratore non riceveva alcuna scossa lo sperimentatore spiega all’insegnante che per la ricerca e per aumentare la conoscenza sul comportamento umano, doveva continuare a infliggere scosse elettriche in caso di errore→ insegnante e studente non si vedevano ma si sentivano 28 → lo studente dimostrava, attraverso la voce, il dolore crescente per le scosse ricevute (in realtà recitava secondo un copione) → infatti doveva commeterne molti → tutti hanno acconsentito ad infliggere le scosse 29 Le registrazioni delle sessioni sperimentali e interviste agli insegnanti i partecipanti richiedevano di interrompere l’esperimento→ lo sperimentatore rispondeva di continuare = obbedienza alle autorità può portare a compiere gesti estremi Perchè? ❖ norma dell’obbedienza all’autorità: convinzione secondo cui bisogna obbedire se l’autorità è legittima ❖ tale norma era sempre altamente accessibile (richiami dello sperimentatore) ❖ nella società ci sono altre norme, come quella della responsabilità sociale secondo cui dovremmo aiutare chi dipende da noi, in questo caso tali norme erano inaccessibili ❖ la procedura sequenziale: le scosse erano di intensità crescente come gli ordini a continuare, obbedire alle prime minori richieste può legittimare l’obbedienza → dissonanza cognitiva: aver dato le prime scosse elettriche è incongruente con l'immagine di sé che uno ha di se stesso come persona non spietata → si può cambiare l’atteggiamento verso la vittima? ❖ stato d’agente: percepire se stessi come meri agenti dell’autorità (lo faccio per ordini superiori) varianti dell’esperimento di Milgram - lontananza dall'autorità: minore obbedienza - se gli ordini sono impartiti da un altro partecipante invece che dal ricercatore: minore obbedienza - se l’allievo chiedeva di continuare e lo sperimentatore di smettere: non c’è obbedienza - due ricercatori presenti in disaccordo: non c’è obbedienza - vicinanza con l’allievo (stessa stanza dello sperimentatore insegnante): minore obbedienza per la norma della responsabilità sociale perché vedere la persona che soffre potrebbe far attivare questa norma - contatto fisico con allievo: minore obbedienza - presenza di dissidenti (confederati che non obbediscono alle autorità): minore obbedienza - (non c’erano differenze di genere) INFLUENZA MAGGIORITARIA VS MINORITARIA Influenza maggioritaria= spiegata dal modello funzionalista di influenza sociale - la maggioranza rappresenta ordine, un sistema sociale stabile - opporsi alla maggioranza è difficile e può creare squilibri sociali - la maggioranza tende alla conservazione del sistema sociale esistente facendo pressioni su individui che non si conformano - l’obiettivo dell’influenza sociale è mantenere e rinforzare il controllo sociale - chi non si conforma è deviante, la maggioranza si adatta al gruppo Influenza minoritaria= spiegata dal modello genetico di influenza sociale - tutti i membri di un gruppo considerati come portatori e ricevitori di influenza sociale - minoranza come stimolo all’innovazione capace di incidere sulla collettività 30 - sistema sociale come costruzione che avviene attraverso l’interazione sociale - conflitto tra maggioranza e minoranza è capace di generare crescita e processo Ricerca classica: Influenza minoritaria, evidenza empirica Il compito dei partecipanti era riconoscere ed enunciare il colore di alcune diapositive - i partecipanti erano esposti a 36 diapositive di varie tonalità di blu - in due condizioni i gruppi erano formati da 4 partecipanti e due collaboratori dello sperimentatore (minoranza) - condizione minoranza coerente: i collaboratori per 36 volte dicevano VERDE - condizione minoranza non coerente: i collaboratori rispondevano per 24 volte VERDE - condizione di controllo: i partecipanti fornivano giudizi individualmente - risultati: ❖ nella condizione di controllo 0.25% di risposte verde ❖ nella condizione di minoranza coerente: 8.42% di risposte verde ❖ nella condizione di minoranza non coerente: 1,25% di risposte verde→ non c’è stato un significativo cambiamento di percezione Quando l’influenza della minoranza ha maggiori probabilità di successo? - coerenza a. diacronica = nel tempo b. sincronica = tra tutte le persone all’interno del gruppo minoritario - stile di negoziato a. flessibile (potenziale negoziazione) → leader carismatico FridayfortFuture → coerenza diacronica e sincronica, leader rappresentativo e stile di negoziato non sempre flessibile → una maggiore apertura a considerare la sostenibilità anche sotto altri aspetti come sociali o economici potrebbe aumentare le probabilità di successo Sembra esserci un’adeguamento maggiore da parte delle maggioranze, la maggioranza spesso riesce ad esercitare influenza su numeri più grandi ma porta alla compiacenza pubblica (adeguamento ma non radicale cambiamento). La minoranza, per quanto convinca meno persone, quando riesce a esercitare influenza, porta a una vera conversione. 31 L'AGGRESSIVITÀ = qualsiasi comportamento intenzionale che mira a provocare dolore fisico o psicologico. = in psicologia sociale se ci si vuole riferire solo alla componente fisica si parla di violenza. = aggressività ingloba anche quella verbale o psicologica Cruciale è l’intenzionalità perché un comportamento è aggressivo se ha il fine di arrecare danno ad altre persone. Non conta il risultato, ma la motivazione sottostante ovvero l’intenzione. ( una molestia verbale o un insulto che ha l’obiettivo di screditare una persona, è un comportamento aggressivo). ( investire una persona non è un comportamento aggressivo perchè non è intenzionale) I comportamenti aggressivi possono avvenire in moltissimi ambiti dell’esistenza umana: - tra sconosciuti (rapina, violenza, aggressione..) - in relazioni intime e familiari (abuso, violenza domestica..) - in interazioni tra pari in contesti educativi (bullismo, cyberbullismo..) - in contesti lavorativi tra pari o a livello gerarchico (mobbing..) - membri di gruppi etnici diversi (razzismo e aggressioni razziste) - contatti fra gruppi etnici o nazionali su larga scale (guerre) → Il comportamento aggressivo spazia da due singole persone (conosciuti o non) fino a contesti sociali (ambito scolastico o lavorativo) o conflitti nazionali. esempio: credere di infliggere scosse elettriche o credere di infliggere un suono fortissimo con auricolari ad altre persone → ricerche sull’aggressività → associazione alla vita esterna al laboratorio → negli studi sull'aggressività il focus è molto sui giovani e adolescenti perché - possono essere suscettibili a stimoli esterni che incitano l’aggressività - focalizzarsi sui più giovani è appropriato per cercare di ridurre il livello di aggressività nella popolazione Fattori centrati sulla persona che possono influenzare il comportamento aggressivo GENERE = c’è una maggiore tendenza all’aggressività tra gli uomini piuttosto che tra le donne a. a livello fisico, vi è una questione ormonale → causa biologica b. causa di socializzazione → diversa tra maschi e femmine, la società può ancora trasmettere l’idea che la violenza sia più per maschi che per femmine (i giochi di guerra sono più regalati ai maschi che alle femmine) → questo non riguarda l’aggressività verbale o l'esclusione sociale che sembrano essere ugualmente diffuse → forme indirette e passive (non metto in atto un comportamento) = diffusione di pettegolezzi, non aiutare appositamente una persona in difficoltà.. CARATTERI INDIVIDUALI - amicalità: la quantità e qualità di relazioni interpersonali positive e la coscienziosità come l’autodisciplina e la scrupolosità sono associate a minore aggressività 32 - invece il nevroticismo è associato a maggiore aggressività - il narcisismo è associato a più aggressività - autostima: risultati contrastanti MAGGIORE aggressività MINORE aggressività nevroticismo amicalità narcisismo FATTORI CENTRATI SULLA PERSONA Alcool e droghe sono associate ad un aumento aggressività → deficit della funzione neuropsicologica = minor capacità di elaborare informazioni su una situazione, diminuzione autoconsapevolezza, riflessi meno lucidi → teoria delle aspettative sull'alcol: chi ha assunto alcool potrebbe avere comportamenti fuori dal comune e tali comportamenti possono essere giustificati dall'alcool (effetto placebo) FATTORI SOCIALI E SITUAZIONALI AMBIENTE FISICO - temperatura: maggiore aggressività con temperature elevate (con limiti) - rumore - affollamento (attivazione fisiologica, deindividuazione, deresponsabilizzazione) INFLUENZE CULTURALI Norme a livello di gruppo possono condannare l’aggressività a livelli diversi (cultura dell’onore, sottoculture di violenza in gang violente) FATTORI SOCIALI E SITUAZIONALI Deindividuazione = sensazione psicologica caratterizzata da una riduzione del senso di individualità e di responsabilità personale provata da colui che si sente anonimo in una situazione di folla o di gruppo e che avverte una ridotta capacità di considerare sé stesso come individuo. → diffusione della responsabilità. La persona agisce seguendo esclusivamente le norme instaurate dal gruppo: il gruppo domina l’individuo. La persona può mettere in atto comportamenti aggressivi e immorali se questi comportamenti vengono accettati all’interno del gruppo→ MA se le norme di gruppo non legittimano l’aggressività o se l’identità di gruppo non è saliente, non ci sarà aggressività = dipende fortemente dalle caratteristiche del gruppo - gruppi numerosi con leader o vicinanza fisica → gruppo saliente TEORIA DELLA FRUSTRAZIONE AGGRESSIVITÀ = la teoria propone che la presenza di un comportamento aggressivo è sempre conseguenza di uno stato di frustrazione → la frustrazione deriva da una deprivazione 33 oggettiva determinata da un’interferenza con il soddisfacimento di un bisogno primario o di un desiderio → tale frustrazione produce uno stato di arousal = di attivazione di energia fisiologica che si vuole sfogare tramite il comportamento aggressivo → esperimento di Barker, Dembo e Lewin - a dei bambini vengono mostrati una grande quantità di giocattoli, che venivano però tenuti fuori dalla loro portata - due condizioni sperimentali: alcuni bambini potevano giocare subito, altri dopo una lunga attesa → condizione di frustrazione - i bambini che giocavano dopo una lunga attesa di comportavano in modo distruttivo verso i giocattoli La carica aggressiva non sempre può essere sfogata verso la causa della frustrazione: - non la sfogo se qualcuno è troppo potente (figlio con un genitore) - fonte non identificabile → non è chiaro cosa porti alla frustrazione e in questi casi non si potrà sfogare l’aggressività verso la causa ( sono in bici e mi bagna un’auto da una pozzanghera ma non so chi è la fonte) - non immediatamente disponibile ( non mi trovo direttamente con la fonte della mia frustrazione) Il più delle volte tale carica aggressiva viene dislocata su un individuo o un gruppo estraneo (capo espiatorio) → è diverso rispetto all’individuo o al gruppo di frustrazione → è debole → esposto e facilmente individuabile I CAPRI ESPIATORI NELLE RELAZIONI INTERGRUPPI Hovland e Sears 1940: Il contesto sono gli Stati Uniti del Sud tra il 1882 e il 1930: la diminuzione del prezzo del cotone era associata con l’aumento di aggressioni razziali da parte dei bianchi verso le persone di colore → germania nazista: grande adesione a ideologie distruttive e aggressive verso gruppi minotari causata da un passato di frustazioni e umiliazioni dovute al crollo dell’economia tedesca SPECIFICAZIONI E LIMITI DI QUESTA TEORIA Specificazioni: - frustrazione come risposta a insoddisfazione ma soprattutto per chi ha aspettative elevate 34 - attribuzione di significato alla frustrazione: no reazioni aggressive se la frustrazione è legittima e non intenzionale Limiti: - non tutti gli eventi frustranti portano a reazioni aggressive (pianti, fuga, apatia..) - i comportamenti aggressivi non sono sempre causati da eventi frustranti (come un sicario che uccide qualcuno) - deprivazione oggettiva o relativa? → è una questione di percezione MODELLO COGNITIVO-NEO ASSOCIAZIONISTA Evidenza empirica: FASE 1: induzione dello stato di frustrazione I partecipanti dovevano risolvere un problema e venivano valutati da un complice dello sperimentatore → la valutazione consisteva in lievi scosse elettriche Due condizioni: a. stato d’animo negativo di frustrazione: venivano somministrate molte scosse elettriche b. stato d’animo neutro: venivano somministrate un numero esiguo di scosse elettriche (partecipanti non frustati) FASE 2: comportamento aggressivo - venivano invertiti i ruoli tra i partecipanti (prima lo studente, ora l’insegnante) e il complice dello sperimentatore (prima insegnante, ora studente) - ai partecipanti veniva chiesto di valutare la prestazione del complice dello sperimentatore, somministrandogli scosse elettriche - Manipolazione sperimentale: due condizioni a. condizione presenza stimolo aggressivo: i partecipanti assegnavano le scosse con accanto un fucile (veniva detto che era stato dimenticato da una ricerca precedente) b. condizione presenza stimolo non aggressivo (racchetta da tennis) gli stimoli che richiamano risposte aggressive, aumentano l’aggressività 35 RINFORZO OPERANTE: Un bambino nasce come tabula rasa, la mente del bambino si sviluppa tramite delle influenze ambientali. Le modifiche del comportamento in seguito a delle reazioni agli stimoli presenti nell’ambiente - ricompensa al comportamento: comportamento rafforzato - punizione al comportamento: comportamento inibito La punizione è efficace se spiacevole, se la probabilità che venga inflitta è elevata e se è impartita dopo il comportamento → sono disponibili alternative comportamentali → il rischio è di trasmettere il messaggio che la violenza sia una risposta accettabile Apprendimento strumentale: premiare i comportamenti desiderabili piuttosto che punire quelli non voluti TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE → se le persone dovessero basarsi solo sulle esperienze dirette, l’apprendimento sarebbe lungo e faticoso → buona parte dei comportamenti umani vengono appresi tramite l’osservazione del comportamento altrui (apprendimento osservazionale o modellamento) → modellamento: processo di apprendimento che si attiva quando l’atteggiamento e-o il comportamento di un individuo che osserva si modifica in funzione del comportamento di un altro individuo → applicazione anche al campo dell’aggressività Esperimento della bambola Bobo: I bambini osservavano un adulto giocare con una bambola: i bambini venivano divisi in 2 gruppi 1. gli adulti aggredivano la bambola 2. gli adulti facevano giochi innocui con la bambola In seguito, i bambini potevano giocare con la bambola; Risultati: i bambini che avevano osservato un adulto che aggrediva la bambola avevano più comportamenti aggressivi verso la bambola rispetto a bambini che avevano osservato adulto che faceva giochi innocui Varianti dell’esperimento della bambola Bobo - Condizioni sperimentali in cui i bambini vedevano l’adulto giocare o aggredire la bambola Bobo in Tv: risultati simili - condizioni sperimentali in cui un adulto riceveva una punizione per aver aggredito la bambola: non c’era imitazione e modellamento e quindi non c’era un incremento dell’aggressività - il variare del genere dell'adulto che aggrediva o giocava con la bambola: ,maggiore intenzione del comportamento dell’adulto dello stesso genere del bambino (si tende ad imitare chi è più simile come nel genere) 36 ESPOSIZIONE A VIOLENZA ATTRAVERSO MASS MEDIA I mass- media sono una fonte di apprendimento sociale molto potente, in particolare nel processo di apprendimento dell’aggressività dei bambini Esperimento di Liebert e Baron: I bambini erano assegnati a 2 condizioni sperimentali: 1. guardare un telefilm molto violento 2. guardare un programma sportivo → in seguito i bambini delle 2 condizioni venivano riuniti per giocare: i bambini che avevano guardato un telefilm violento avevano più comportamenti aggressivi rispetto a quelli che avevano guardato il programma sportivo Evidenza empirica: → studentesse universitarie assegnate a 3 condizioni 1. nel primo caso erano esposte a scene di violenza fisica 2. nel secondo esposte a scene di violenza relazionale 3. nell’ultimo non erano esposte ad aggressività Studio apparentemente non collegato al primo: eseguire un compito in coppia con il partner (complice dello sperimentatore) che si comportava in modo competitivo - possibilità di somministrare rumore a volume alto al partner (aggressività fisica) - valutare male il partner (aggressività verbale) Risultati: rispetto alla condizione di controllo era stata riscontrata maggiore violenza fisica e relazionale per chi era esposto a entrambe le condizioni di esposizione a violenza Videogiochi e aggressività L’aggressività nei videogiochi, rispetto a film o Tv hanno un livello di realismo maggiore e sono virtualmente attivi → si simula un atto violento e si può creare un avatar personalizzato simile a sé → interiorizzazione di ciò che si fa nel videogioco Evidenza empirica → studenti universitari giocavano alla Wii per 20 minuti 1. videogioco violento 2. videogioco non violento L’avatar poteva essere: 1. personalizzato 2. non personalizzato Poi si partecipava a uno studio di marketing su salse dolce e piccanti e veniva chiesto di somministrare una sala molto piccante ad un partecipante dello studio di marketing -= la quantità di salsa piccante come misura di aggressività un'esposizione prolungata alla violenza può condurre a una maggiore tolleranza della violenza → lo shock iniziale si attenua → minore attivazione a causa di abitudine → accettazione normativa dell’aggressività 37 PREVENZIONE E INTERVENTO - Rinforzi: sarebbe da prediligere ricompense invece che punizioni - ipotesi della catarsi: scaricare la tensione aggressiva attraverso l’attività fisica o canali simbolici (battute, giochi) può ridurre l’aggressività → una ricerca empirica ha dimostrato che questo metodo non è efficace ma anzi può aumentare i comportamenti aggressivi futuri - de-escalation: stimolare condizioni ed emozioni positive come deterrente: ad esempio giocare a un videogioco prosociale o ascoltare musica rilassante, possono essere utili a contrastare l’aggressività - rivalutazione cognitiva: reinterpretazione della situazione da una prospettiva esterna, considerando aspetti contestuali della provocazione → discussione - mindfulness: diminuzione dell’eccitazione fisiologica derivante da emozioni negative - mass media: riduzione del consumo e consumo critico 38 I COMPORTAMENTI PROSOCIALI Comportamento d’aiuto= azione che ha lo scopo di migliorare il benessere del destinatario o fornirgli un beneficio Comportamento prosociale= comportamento definito dalla società beneficio per le altre persone e per il sistema sociale Comportamento altruistico= comportamento di aiuto e sostegno verso gli altri senza che ciò comporti immediati benefici personali Quando le persone aiutano? (dipende dalla natura delle situazioni) - Caso di Kitty Genovese → effetto testimone : non offrire aiuto a persone in difficoltà quando sono presenti altre persone = maggiore è la quantità di persone presenti, minore è la probabilità di prestare aiuto Perchè? - il potenziale soccorritore deve stabilire se tocchi a lui fornire aiuto - costi: incolumità fisica e-o emotiva + mettersi al centro dell’attenzione delle altre persone che osservano = influenza sociale informazionale EFFETTO TESTIMONE Esperimento Obiettivo: Verificare la diffusione di responsabilità in una situazione di laboratorio. Partecipanti: 97 studenti universitari iscritti al primo anno della Columbia University di New York. Procedura: Esperimento presentato come una discussione tra studenti per far emergere problematiche relative alla vita del campus → i partecipanti discutevano con le altre persone tramite interfono. Situazione di anonimato → dopo pochi minuti dall’inizio della discussione, uno dei partecipanti (collaboratore dello sperimentatore) si sente male e chiede l’aiuto degli altri partecipanti. Tre condizioni sperimentali: 1. Gruppo di due persone → al partecipante veniva detto che alla discussione partecipavano solo due persone: lui e un’altra persona (futuro richiedente d’aiuto) 2. Gruppo di tre persone → al partecipante veniva detto che alla discussione partecipavano tre persone: lui e altre due persone (tra cui il futuro richiedente d’aiuto) 3. Gruppo di sei persone → al partecipante veniva detto che alla discussione partecipavano sei persone: lui e altre cinque persone (tra cui il futuro richiedente d’aiuto). 39 Modello stadiale di intervento Le condizioni che si devono verificare prima che una persona intraprenda un comportamento d’aiuto: - accorgersi dell’evento - interpretare l’evento come emergenza - assumersi la responsabilità - sapere cosa fare - decidere di intervenire Perchè le persone aiutano? TEORIA DELLO SCAMBIO SOCIALE Propone che le Interazioni siano guidate da un’ economia sociale e che come nell’economia ci si scambiano beni e servizi, anche i bene sociali vengono scambiati (come dare affetto con l'aspettativa di riceverlo) = scambio non solo di beni materiali ma anche beni sociali Nelle nostre azioni attuiamo una ponderazione dei costi legati al prestare aiuto e dei benefici futuri potenziali conseguenti nella decisione di prestare aiuto. (prospettiva che vede l’essere umano razionale). L’idea è che ci siano dei costi - Materiali (es. tempo, energie) - Timore di conseguenze negative (es. giudizio sociale, situazioni e persone spiacevoli) I possibili benefici del prestare aiuto: - Restituzione aiuto (norma della reciprocità) - Approvazione sociale - Aumento autostima 40 - Alleviare emozioni negative (es. senso di colpa per azioni negative, anche dirette verso altro target) Prosocialità appresa Se a un comportamento di aiuto verso gli altri, segue un premio, aumenterà la probabilità che tale comportamento venga rifatto. = i rinforzi positivi a comportamenti prosociali aumentano la probabilità che tali comportamenti vengano attuati nuovamente in futuro. Apprendimento sociale (imparare per imitazione osservando comportamenti altrui) Evidenze empiriche 1. Gli automobilisti vedevano una donna con una gomma bucata e un altro automobilista che la aiuta (condizione di modellamento) vs. controllo 2. Gli automobilisti passavano davanti ad un’altra donna con una ruota a terra. 3. Risultati: più automobilisti si fermano ad aiutare nella condizione di modellamento che nella condizione di controllo NORME SOCIALI = regole che descrivono comportamenti, valori e credenze accettabili o desiderabili in un gruppo. Teorie normative sul comportamento d’aiuto= le persone aiutano gli altri perché possiedono delle aspettative sui rapporti sociali o perché il comportamento di coloro che hanno di fronte suggerisce che aiutare è la risposta socialmente più appropriata. Norme della reciprocità: (restituire i favori ricevuti): - Per chi ha dato aiuto: aspettativa di essere aiutati e non danneggiati da chi è stato aiutato. - Per chi è stato aiutato: ricambiare aiutando e non danneggiando chi ha dato aiuto - Relazioni stabili e reciproche tra persone - Uno sbilanciamento è spiacevole e motiva a contraccambiare per chi ha ricevuto aiuto - Se non c’è la possibilità di ricambiare verso chi ha prestato aiuto? si aiuta qualcun’altro ❖ Norma dell’equità: relazione equilibrata quando c’è un giusto equilibrio tra quanto si dà e quanto si riceve; motivazione a ripristinare l’equità quando c’è uno squilibrio ❖ Credenza in un mondo giusto: idea che le cose positive accadano alle persone buone e che le cose brutte accadano alle persone cattive. Aiutare fa sentire persone buone, che meritano di ricevere cose belle ed eventi positivi. MA c’è il rischio di credere che le vittime abbiano colpe per quello che subiscono (blaming the victim) ❖ Norma della responsabilità sociale: abbiamo il dovere di aiutare chi è in difficoltà e chi dipende da noi ❖ Norma di autosufficienza: le persone hanno il dovere di badare a se stesse, non è necessario prestare aiuto a chi si comporta in maniera negligente ❖ Norma della privacy familiare: evitare di fornire aiuti non richiesti e di intromettersi in situazioni in cui è importante rispettare la privacy altrui 41 Modello del sollievo dello stato d’animo negativo → interpretazione del comportamento prosociale come comportamento egoista 1. Gli eventi sono percepiti come negativi: esperienze personali negative, aver causato danno a qualcuno, osservazione di persone in difficoltà 2. Sensazioni negative (come il senso di colpa per aver causato un danno a qualcuno, tristezza causata dall'osservazione di una persona in difficoltà) 3. Prestare aiuto come mezzo per sentirsi meglio e ridurre le emozioni negative Le persone aiutano non veramente per gli altri ma per sentirsi bene → questo modello propone anche che il comportamento prosociale e di aiuto vengano messi in atto solo in alcune situazioni → il comportamento prosociale è solo uno tra i modi per risollevare lo stato d’animo negativo Evidenza empirica FASE 1: tre condizioni - in due condizioni sperimentali, induzione di uno stato d’animo negativo (vi erano fogli caduti a terra che avrebbero compromesso il lavoro di tesi di un altro studente) - fase di controllo FASE 2: compito di valutazione di foto FASE 3: registrazione del credito formativo, per i partecipanti nelle condizioni sperimentali vi erano 2 varianti: (o solo la registrazione del credito o, oltre al credito, somma di denaro inaspettata per il compito) FASE 4: i partecipanti erano fermati da un altro sperimentatore e invitati a condurre delle interviste telefoniche per un’altra ricerca (senza ricevere crediti) → variabile dipendente:; numero di interviste condotte che rappresentano un comportamento di aiuto Ipotesi empatia-altruismo → alcuni dei comportamenti di aiuto a favore di altre persone possono essere realmente orientati verso il benessere dell’altro e non legate a motivazioni egoistiche → assistere alla sofferenza di un individuo che soffre può portare a due risposte emotive 1. disagio e dispiacere egoistico (personal distress): stato di attivazione negativo di fronte alla sofferenza di qualcuno incentrato su noi stessi 42 2. empatia, preoccupazione empatica (empathic concern): stato di attivazione orientato alla vittima, simpatia e compassione sono le emozioni che si presentano verso la persona che sta soffrendo emozioni negative → dispiacere e il disagio egoistico generano il desiderio di ridurre il proprio stato d’animo negativo. L’empatia genera desiderio altruistico Evidenze empiriche (Batson) in diversi esperimenti i partecipanti osservavano un individuo che in realtà era complice dello sperimentatore e che riceveva scosse elettriche ai partecipanti veniva data la possibilità di ricevere alcune scosse elettriche per alleviare la sofferenza del soggetto era manipolata la somiglianza tra la persona e il collaboratore dello sperimentatore perché l’idea alla base è che la somiglianza dovrebbe incrementare empatia → se ci si percepisce simili, è maggiore la probabilità di rendersi conto di ciò che la persona prova per manipolare la somiglianza si diceva che erano stati condotti test di personalità o che a livello di personalità (tra vittima e partecipante) c’era grande dissomiglianza l’altra manipolazione riguardava la facilità di fufa: ai partecipanti veniva spiegato che se non accettavano di ricevere scosse al posto della persona che stava soffrendo, avrebbero continuato a osservare la persona che stava soffrendo oppure che se non avessero accettato, non avrebbero più assistito alla visione della vittima → se c’è un vero e proprio altruismo allora si accetterà di ricevere scosse anche quando la fuga è facile → se la fuga è difficile è probabile che molti accettino di ricevere alcune scosse per alleviare il malessere della persona che sta soffrendo e perchè si continua a vedere la forte sofferenza che provoca disagio → se la fuga è facile, per alleviare il proprio disagio si può andare via ma se si sceglie di prendere comunque alcune scosse, allora si tratta di vero altruismo risultati: per i partecipanti di alta somiglianza ed empatia molti hanno accettato di ricevere scosse anche se la condizione era di fuga facile →indice di comportamento puramento altruistico Promozione del comportamento prosociale - promuovere un’osservazione attenta delle situazioni attorno a noi (spesso le situazioni di emergenza non vengono percepite) - promuovere una sensibilizzazione alla necessità di assumersi la responsabilità anche se altre persone sono presenti - promuovere conoscenza dell'effetto testimone - promuovere conoscenze su quale aiuto indiretto può essere più appropriato (chi contattare per le diverse emergenze?) - indurre empatia e assunzione di prospettiva (programmi di educazione emotiva) Ricevere aiuto Come si sente chi riceve aiuto? 43 in molti casi le persone sono contente in altri, si prova imbarazzo o inferiorità (bisogno di equilibri e equità nelle relazioni con gli altri) Il tipo di aiuto - modello della minaccia all’autostima - modello dell’aiuto intergruppi basato sulle relazioni di status Questi modelli propongono di distinguere i diversi aiuti 1. aiuto orientato all’autonomia (fornire al beneficiario strumenti affinché possa risolvere il problema autonomamente) → è più apprezzato perché permette alle persone di sviluppare i giusti mezzi per farcela da solo 2. aiuto orientato alla dipendenza (fornisce al beneficiario una soluzione finale, trattandolo come non in grado di risolvere la situazione → situazione di dipendenza) 44 APPARTENENZA ED ESCLUSIONE SOCIALE IPOTESI DI APPARTENENZA = Gli esseri umani possiedono una spinta fondamentale a formare e mantenere almeno una quantità MINIMA di relazione interpersonali che siano DURATURE, POSITIVE e SIGNIFICATIVE - criterio qualitativo: le interazioni devono essere durevoli e non negative - criterio quantitativo: riguarda la frequenza delle interazioni sociali e il fatto che le fonti di affiliazione devono essere più di una Il BISOGNO DI APPARTENENZA è fondamentale nella misura in cui non è secondario a nessun altro bisogno umano. Il bisogno è diverso dal DESIDERIO= la mancata soddisfazione di un bisogno, a differenza di quanto accade con un desiderio, produce conseguenze immediate che coinvolgono tutte le dimensioni di una persona, inclusa salute e speranze di vita. → l'assenza di rapporti sociali duraturi e significativi ha effetti anche sulla salute I bisogni umani sono caratterizzati da - SOSTITUZIONE= in assenza di un determinato stimolo, uno stimolo diverso ma con proprietà simili può fungere da sostituto - SAZIETÀ= l’appagamento di un bisogno a un certo punto raggiunge un livello di soddisfazione tale per cui l’individuo ne ha a sufficienza IL BISOGNO FONDAMENTALE DI APPARTENENZA è universale: non è specifico di una cultura o di un gruppo sociale ci accompagna per tutto il ciclo di vita: dai primi istanti di vita fino agli ultimi consente l’accesso alla soddisfazione di tutti gli altri possibili bisogni e desideri: il bisogno di connessioni sociali è il bisogno chiave, quello che se soddisfatto consente l’accesso alla soddisfazione di tutti gli altri possibili bisogni e desideri PROSPETTIVA EVOLUZIONISTA Per l'individuo isolato eseguire una serie di compiti risultava difficile se non impossibile. Per questo è stato ipotizzato che nel corso del cammino evolutivo della nostra specie siano stati selezionati una serie di meccanismi psicologici finalizzati a spingere l’individuo a cercare, mantenere e riparare le connessioni sociali. Hirsch e Clark individuano 4 percorsi principali per soddisfare il bisogno di appartenenza 1. relazione reciproche = tutte le relazioni di vicinanza, basate su un supporto reciproco e caratterizzate da un attaccamento sicuro l’uno con l’altro. Questi tipi di relazioni sono tra le più GRATIFICANTI E IMPEGNATIVE; perché richiedono tempo, energia e fiducia nell’altro 2. approvazione generale = tutte le possibili strategie che una persona mette in atto per cercare di guadagnarsi l’ammirazione degli altri, senza mostrare vulnerabilità e stabilire delle relazioni reciproche 45 3. sentirsi parte di un gruppo = ci si può sentire parte di un gruppo senza che vi sia intenzionalità da parte di questo, ad esempio, basandosi unicamente sulle caratteristiche demografiche (es: età, genere, etnia) oppure ci si può unire intenzionalmente a gruppi (es: interessi comuni, sport) 4. forme di socialità minore = brevi interazioni, che possono essere anche frequenti, intrattenute con persone con le quali non si ha un rapporto di relazione reciproca (ad esempio una rapida conversazione sul meteo con il vicino di casa) LE MINACCE AL BISOGNO DI APPARTENENZA Se l’appartenenza è un bisogno psicologico fondamentale, le minacce alla soddisfazione di questo bisogno devono produrre una varietà di effetti negativo che coinvolgono tutte le dimensioni della persona ESCLUSIONE SOCIALE = l’esperienza di essere tenuti separati dagli altri dal punto di vista fisico e-o emotivo. La definizione di esclusione sociale comprende una varietà di fenomeni che possono essere classificati in 2 categorie 1. rifiuto sociale = riguarda gli atti comunicativi volti a esplicitare in modo diretto a una persona ciò che questa non è desiderata 2. ostracismo= comprende l’esperienza di essere ignorati: rientrano in questa categoria tutte le forme di invisibilità CYBERBALL = paradigma sperimentale ideato da Williams nella metà degli anni ‘90 con il fine di poter studiare l’esperienza dell'ostracismo in laboratorio. 1. in una prima fase, cyberball è un gioco fisico in cui 2 complici dello sperimentatore sono seduti in una sala assieme ad un partecipante ignaro 2. tutti e 3 stanno aspettando di prendere parte ad uno studio, uno dei due collaboratori dello sperimentatore prende una palla da uno scatolone e, sulla base della manipolazione sperimentale, implementa una condizione di ostracismo (un cui gioca assieme al collaboratore ma esclude il partecipante ignaro) o di inclusione (in cui gioca assieme a tutti i partecipanti) 3. Il complice dello sperimentatore termina il gioco e ripone la palla nello scatolone 4. al partecipante viene proposto un questionario proposto un questionario per indagare le sue emozioni e i livelli di minaccia percepiti ai bisogni psicologici di base IL SOCIAL MONITORING SYSTEM Gli esseri umani possiedono un sistema di monitoraggio sociale che può essere attivato in un dato momento e contesto. Una volta attivato, questo sistema MOTIVA l’individuo a monitorare e seguire i segnali sociali che le altre persone emettono per migliorare le possibilità di RE INCLUSIONE → il principale effetto è l’ipersensibilità verso gli stimoli di natura sociale (i volti) Perché sia funzionale, il sistema deve attivarsi solo in date circostanze, ovvero quando l’inclusione sociale è a rischio → quando è a rischio, gli individui sono più bravi a individuare volti sorridenti e sguardi diretti. 46 Perchè quando la nostra inclusione è a rischio, abbiamo bisogno di dedicare ancora più risorse cognitive del solito per leggere l’ambiente sociale che ci circonda e decidere chi può essere una nuova fonte di affiliazione e chi no Studio di Bernstein e colleghi Obiettivi: verificare gli effetti dell’inclusione sociale sull’abilità individuale a distinguere tra sorrisi genuini e falsi. Partecipanti: 32 studenti universitari di cui 17 femmine e 15 maschi Procedura: i partecipanti sono stati casualmente assegnati a una tra tre condizioni sperimentali 1. i partecipanti scrivevano un testo su un precedente episodio di esclusione sociale 2. i partecipanti scrivevano un testo su un precedente episodio di inclusione sociale 3. i partecipanti scrivevano un testo sulla mattina precedente (condizione di controllo) Dopo questa prima fase, ai partecipanti venivano mostrati diversi volti in sequenza che mostravano sorrisi reali o falsi. Il compito dei partecipanti era quello di distinguere se ciascun sorriso era genuino o meno. La variabile dipendente è il numero di risposte corrette al compito. IL TEMPORAL NEED-THREAT MODEL 1. segnali minimi → percezione di ostracismo= gli esseri umani hanno la capacità di percepire anche forme minime e ambigue di ostracismo. Rendersi conto dell’esclusione è il primo passo per poter reagire e cercare di re-inserirsi nel gruppo o formare nuove connessioni sociali. 2. reflexive stage 3. reflective stage 4. resignation stage 47 48 LE CONSEGUENZE DELL'ESCLUSIONE SOCIALE - attiva una vasta gamma di emozioni negative - influenza l’elaborazione cognitiva di stimoli non sociali e complessi = persone che sono escluse sono a maggiore rischio di avere performance cognitive negative in compiti non legati alla socialità, al di là dei rapporti con gli altri (esercizi di memoria, risoluzione di problemi..) - il rifiuto sociale e l’ostracismo inducono al rimuginio e questo riduce la capacità della persona di pensare e ragionare lucidamente su altro - quando l’esperienza di esclusione è prolungata, essere esclusi aumenta il rischio di depressione e pensieri suicidari - rende le persone più vulnerabili all’influenza sociale - compromette la speranza di vita degli esseri umani AFFRONTARE L’ESCLUSIONE SOCIALE Le strategie sono raggruppate in strategie DISFUNZIONALI= rimuginio, soppressione, abuso di alcool e droghe, gioco d’azzardo, aggressività, eccessivo utilizzo di videogiochi violenti 49 LA CATEGORIZZAZIONE = processo in cui si riconosce che determinati oggetti appartengono a una categoria e condividono certe caratteristiche = processo grazie a cui raggruppiamo cose o persone Ha varie funzioni: 1. gestire una quantità elevata di informazioni 2. padroneggiare l'ambiente e avere un funzionamento efficiente 3. fornire informazioni utili 4. ignorare informazioni irrilevanti Categorizzazione di stimoli non sociali → esperimento di percezione obiettivo: studiare gli effetti della categorizzazione su stimoli non sociali (capire se il favorire la categorizzazione ha effetti su come oggetti e cose vengono percepiti) i partecipanti erano studenti inglesi che dovevano stimare individualmente la lunghezza di 8 linee in cm, ognuna era presentata 6 volte per un totale di 48 linee mostrate in tutto materiale sperimentale: ogni linea era più lunga del 5% rispetto alla linea più corta 3 condizioni sperimentali 1. classificazione con criterio: in ognuna delle 6 presentazioni, le 4 linee più corte erano classificate con la lettera A, le 4 più lunghe con la lettera B 2. classificazione senza criterio: ogni linea era etichettata come A in 3 presentazioni e come B nelle altre 3, senza nessuna relazione tra lunghezza ed etichetta 3. senza classificazione: le linee erano presentate senza etichetta 1. risultati: a. fenomeno di differenziazione intercategoriale: la differenza tra la linea 4 e 5 era sovrastimata nella condizione di categorizzazione con criterio rispetto alle altre due condizioni = le categorie sono percepite come più differenti b. fenomeno di assimilazione intracategoriale: la differenza tra le linee 1-4 e le linee 5-8 era sot