Psicologia dello sviluppo atipico PDF

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This document discusses various aspects of atypical child development, including attachment disorders, language disorders, and motor coordination disorders. It explores the theoretical foundations and practical implications of these conditions, highlighting the importance of early diagnosis and intervention. The document also touches on intellectual disability and its classification.

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DISTURBO DELL’ATTACCAMENTO E LUTTO PROLUNGATO Teoria dell'attaccamento - Bowlby Gli esseri umani nascono con un sistema psicobiologico innato che li spinge a cercare la vicinanza di altre persone significative nel momento del bisogno. Le differenze individuali negli stili di attaccamento iniziano n...

DISTURBO DELL’ATTACCAMENTO E LUTTO PROLUNGATO Teoria dell'attaccamento - Bowlby Gli esseri umani nascono con un sistema psicobiologico innato che li spinge a cercare la vicinanza di altre persone significative nel momento del bisogno. Le differenze individuali negli stili di attaccamento iniziano nelle interazioni con i genitori durante l'infanzia; tuttavia le relazioni significative che si instaurano durante l'adolescenza e l'età adulta possono modificare lo stile di attaccamento. L'attaccamento Attaccamento sicuro: chi ha un caregiver sensibile e disponibile sviluppa autostima, fiducia negli altri e aspettative positive nei confronti delle relazioni interpersonali. Attaccamento insicuro: chi ha sperimentato figure di accudimento spaventate, incerte e incostanti sviluppa autostima limitata, sfiducia nelle altre persone e aspettative negative nei confronti delle relazioni. Diversi studi mostrano una relazione tra insicurezze di attaccamento e la vulnerabilità ai disturbi mentali. Nascita della teoria di Bowlby Gli studi etologici di Lorenz (imprinting=apprendimento innato) =>paparelle L'attaccamento non dipende dall'essere alimentato e non è dovuto ad un condizionamento, ma è basato sulla ricera innata del calore emotivo (scimmie di Harlow). L'attaccamento in età evolutiva Primo semestre: nessun problema a relazionarsi con l'estraneo. Secondo semestre: instaura un rapporto preferenziale con il genitore, quindi manifesta l'angoscia dell'estraneo. Col tempo: il bambino aumenta la distanza, ma periodicamente torna a fare un rifornimento affettivo per poi riprendere l'esplorazione. L'attaccamento in età evolutiva Il bambino stabilisce relazioni di attaccamento verso più persone, con una gerarchia di importanza. Solitamente l'attaccamento più rilevante è con la madre, seguono quelli verso l'altro genitore e altre figure di riferimento. È una grande ricchezza quando gli adulti, pur comportandosi, pensando e sentendo in maniera diversa, hanno reciproca stima. Nell'età evolutiva l'attaccamento riveste un'importanza fondamentale e permea tutto lo sviluppo psichico. L'attaccamento sicuro Gli aspetti genitoriali fondamentali per un attaccamento sicuro: la protezione dai pericoli le informazioni riguardanti la previsione e la protezione dai pericoli la disponibilità affettuosa la costanza della disponibilità affettuosa la non interferenza con la ricerca esplorativa e l'autonomia del figlio Disturbi dell'attaccamento La disorganizzazione dell'attaccamento nella prima infanzia, pur essendo compatibile con una discreta salute mentale in assenza di successivi eventi traumatici, è un fattore a rischio per i successivi disturbi psicopatologici. Alcuni studi suggeriscono che l'attaccamento disorganizzato emerge all'interno di un certo tipo di relazione e non deriverebbe da tratti individuali o caratteristiche innate del bambino. Disturbi dell'attaccamento Assenza di attaccamento: bambini istituzionalizzati o con tante figure di attaccamento. Attaccamento indiscriminato: non fanno riferimento alla figura di attaccamento. Attaccamento inibito: non si allontanano dal caregiver per esplorare l'ambiente. Attaccamento aggressivo: c'è una figura di attaccamento preferenziale con cui viene espressa rabbia. Inversione di ruolo: il bambino è obbligato ad assumere le funzioni genitoriali Classificazione dei disturbi dell'attaccamento DSM-5: Disturbo reattivo dell'attaccamento Rientra nei disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti. L'esposizione al trauma o allo stress ha causato l'esordio dei sintomi, che possono essere differenti a seconda dell'età, della precedente esposizione a traumi, del temperamento e di fattori ambientali. Reazioni ad un evento luttuoso Il bambino può diventare passivo e chiuso in sé, evita le comuni attività, possono manifestare ansia e agitazione. L'ansia da separazione verso l'altro genitore. La reazione prolungata al lutto (oltre i 12 mesi). IL DISTURBO DEL LINGUAGGIO E DELLA FUNZIONE MOTORIA Tappe del linguaggio Dalla nascita ai 7-8 mesi: pianti-grida vocalizzo lallazione Dal 8-9 mesi ai 12 mesi: imitazione suoni morfemi intenzionali ecolalia parola-frase (12 mesi) Ai 2 anni: frase «telegrafica» 1 anno: 10 parole 2 anni: 50 parole > 2 anni espansione I DISTURBI SPECIFICI DEL LINGUAGGIO (DSL) Colpiscono i bambini: con intelligenza non verbale (Q.I.) > di 85 e udito normali senza apparenti problemi psicologici Frequenza: 5% in età scolare 7% in età prescolare importanti limitazioni nella capacità linguistica Differenze di genere: 3-4 volte più frequente nei maschi Sono difficili da diagnosticare: -sia rispetto alla normalità -sia per la difficoltà a discriminare le diverse componenti Il DSL ha basi genetiche, c'è una notevole familiarità nel disturbo LE COMPETENZE Competenze fonetiche, ossia la capacità di produrre, attraverso precisi atti motori, tutti i suoni linguistici propri della lingua madre; Competenze fonologiche, ossia la capacità di selezionare e organizzare i suoni della lingua nella comprensione e formulazione di parole dotate di significato; Competenze semantico-lessicali, ossia la capacità di comprendere, attribuire un significato ed utilizzare singole parole; Competenze morfosintattiche, ossia le capacità che consentono di modificare la forma e il significato delle parole (es. bambino/bambina/bambini), contribuendo alla specificazione di ruoli e funzioni grammaticali (es. soggetto-oggetto-predicato) dettando l'ordine in cui devono essere posizionati i diversi elementi nelle frasi e nel discorso (es. il gatto insegue il cane; il cane insegue il gatto). L'importanza di una diagnosi precoce Bambini che ai 3 anni non presentano un adeguato sviluppo linguistico in produzione e/o comprensione sono potenzialmente a rischio per un disturbo specifico del linguaggio Vita di relazione Apprendimenti scolastici I disturbi specifici del linguaggio (DSL) Sono di tre tipi: 1. Disturbo specifico dell'articolazione e dell'eloquio 2. Disturbo del linguaggio espressivo 3. Disturbo della comprensione del linguaggio 1. Disturbo specifico dell'articolazione e dell'eloquio Chiamato anche disturbo fonetico-fonologico Lo sviluppo dell'articolazione dei suoni è in ritardo Espressione e comprensione è nella norma Dislalie: alterazione nell'articolazione del linguaggio caratterizzati da difetti nella produzione di uno o più suoni consonantici: quelli più frequentemente interessati sono s, r, sc, 1. Disartria o Anartria: difficoltà o mancanza di articolazione Viene diagnosticato intorno ai 4 anni In molti casi creano difficoltà nell'apprendimento della lettura e della scrittura 2. Disturbo del linguaggio espressivo La capacità di esprimersi risulta marcatamente al di sotto del livello appropriato all'età cronologica o mentale del bambino. Disfasia o afasia ("insalata di parole') La comprensione è entro i limiti della norma. Es.: difficoltà a ricordare le parole o a formulare frasi complesse. Utilizzo della frase minima a 5/6 anni. 3. Disturbo della comprensione del linguaggio Si caratterizza per uno sviluppo delle abilità espressive e di comprensione del linguaggio non adeguati all'età cronologica o mentale del bambino. I fattori che permettono di individuare precocemente tale disturbo: - incapacità a identificare nomi familiari a 12 mesi - incapacità a identificare oggetti comuni a 18 mesi - incapacità a identificare istruzioni semplici e di uso quotidiano Il bambino non comprende e non viene compreso dall'ambiente, infatti in quasi tutti i casi anche l'espressione del linguaggio è marcatamente disturbata. NON sono disturbi del linguaggio La balbuzie (disfluenza) Il mutismo selettivo Balbuzie - Disturbo della fluenza con esordio nell'infanzia «È un disordine nel ritmo della parola per cui il paziente sa cosa vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che ha carattere di involontarietà» Organizzazione mondiale della Sanità Balbuzie - Disturbo della fluenza con esordio nell'infanzia Incidenza: < 1% - M/F rapporto 3/1 [sale se si considerano i casi ad insorgenza precoce (età prescolare) che va incontro ad una remissione spontanea o successiva alla terapia] -componente visibile -componente rispetto al vissuto v Difficoltà nei rapporti interpersonali v Bassa autostima v Timore ad esprimere le proprie emozioni v Condotte di evitamento verbale (uso telefono, richiesta informazioni, ecc.) MUTISMO SELETTIVO- DISTURBO D’ ANSIA Si tratta di una condizione caratterizzata da una marcata selettività nel parlare, determinata da aspetti emozionali, per cui il bambino dimostra la sua competenza linguistica in alcune situazioni, mentre non parla in altre (ben individuabili). In genere il disturbo a marcate caratteristiche di personalità, che comprendono ansia nei rapporti sociali, chiusura, ipersensibilità od oppositività. Incapace di parlare negli ambienti che lui percepisce minacciosi Non sta mettendo in atto un comportamento intenzionale Forte correlazione con la fobia sociale Caratteristiche: estremamente timidi, timorosi e spaventati dall'eventualità di imbattersi in interazioni sociali nelle quali prevedono l'urgenza di dover parlare e comunicare. Si sentono esposti al giudizio, assumono un comportamento non verbale rigido e impacciato, uno sguardo assente, inespressivo e, se si rendono conto di essere oggetto dell'attenzione di altri, tendono a evitare il contatto oculare, a trovare qualcosa con cui giocherellare e/o cercano di nascondersi. DISTURBO DELLO SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE MOTORIA Bambini disorganizzati nei giochi, impacciati nel pianificare ed organizzare alcune azioni, scarsa coordinazione dei movimenti, goffaggine e impaccio motorio. Avviene in assenza di disordini dello sviluppo intellettivo, minorazioni visive o condizioni neurologiche che interessano il movimento È un disturbo neuroevolutivo Disturbo dello Sviluppo della coordinazione motoria Campanelli di allarme: Ritardo nelle tappe di sviluppo motorio Scarsa fluidità nei movimenti Difficoltà nell'acquisizione, pianificazione ed esecuzione autonoma di sequenze motorie fini Scarsa abilità nei compiti visuo-percettivi-motori Ripercussioni sulle attività quotidiane Disturbo dello Sviluppo della coordinazione motoria Disturbo sottostimato 6% nella popolazione infantile tra i 5 e gli 11 anni Conseguenze - uno studio longitudinale ha evidenziato: -Aggressività e minor controllo -Pochi amici -Ansia e depressione -Problemi sociali -Sono più frequentemente al centro di fenomeni di bullismo LA SCALA DI INTELLIGENZA WECHSLER Scala dedicata fino ai 17 anni Viene alternata con parti verbali e parti non verbali: -informazioni => come bolle l’acqua -completamento figure -somiglianze -storie figurate (cartoncino da mettere in ordine per formare una storia) -aritmetica -disegno con cubi -vocabolario -ricostruzione di oggetti -comprensione -cifrario -memoria di cifre -i labirinti Tutti i punteggi vanno riportati in una colonna, per far si che sommandoli esce il Q.I verbale RITARDO MENTALE Le DSM 5 e ICD 11 Disabilità intellettiva ↓ deficit del funzionamento -intellettivo -adattivo Come valutarlo: Strumenti che definiscono il Q.I. Funzionamento adattivo I quattro livelli di gravità (DsM] Lieve Moderato Grave Estremo in base ai seguenti domini: -concettuale -sociale -pratico Classificazione ICD F7o Ritardo mentale lieve F71 Ritardo mentale di lieve gravità F72 Ritardo mentale grave F73 Ritardo mentale profondo F78 Ritardo mentale d'altro tipo F79 Ritardo mentale non specificato [Bozza ICD11 Disturbi dello sviluppo intellettivo] Caratteristiche Il ritardo mentale racchiude una varietà di situazione anche molto diverse fra loro, ma accumunate dalla presenza di una carenza più o meno marcata di competenze cognitive, del linguaggio verbale, delle autonomie personali e sociali, eventualmente della motricità. Come si diagnostica Ritardo mentale è diagnosticabile mediante la misurazione del quoziente intellettivo ottenibile con la seguente operazione: l'Età Cronologica è l'effettiva età del soggetto, l'Età Mentale invece, è quella che viene attribuita al soggetto dopo che questi ha risolto dei problemi o delle prove attitudinali risolti già con esito positivo dai soggetti della sua stessa età. Livelli di gravità - Ritardo mentale lieve=> non è immediatamente evidente. Prima dei 20 anni possono acquisire capacità scolastiche corrispondenti all'incirca alla quinta classe primaria. Al termine del percorso scolastico (14-16 anni) possono raggiungere un'età mentale compresa tra gli 8 e gli 1 anni e delle competenze cognitive tipiche della fase dell'intelligenza operatoria concreta. Durante l'età adulta, di solito acquisiscono capacità sociali e occupazionali adeguate per un livello minimo di autosostentamento, ma possono aver bisogno di appoggio, di guida e di assistenza, specie quando sono sottoposti a stress sociali o economici inusuali. - Ritardo mentale moderato =>acquisisce il linguaggio e le abilità prescolastiche molto lentamente. Possono beneficiare dell'addestramento alle attività sociali e lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda classe primaria nelle materie scolastiche. Al termine dell'iter evolutivo possono acquisire un'organizzazione cognitiva tra i 4 i 7 anni (non arrivano cioè all'intelligenza operatoria concreta). Possono imparare a spostarsi da soli in luoghi familiari. Durante l'adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i coetanei. Nell'età adulta, la maggior parte riesce a svolgere lavori non specializzati, sotto supervisione, in ambienti di lavoro protetti o normale. - Ritardo mentale grave=>durante la prima fanciullezza questi soggetti acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo; la produzione verbale è costituita prevalentemente da singole parole o frasi semplici. Possono imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività elementari di cura della propria persona. Nell'età adulta possono essere in grado di svolgere compiti semplici in ambienti altamente protetti. Possono essere presenti comportamento autolesivi e di disadattamento. La maggior parte di essi si adatta bene alla vita in comunità o con la propria famiglia, a meno che non abbia una disabilità associata che richieda assistenza specializzata o altre cure. - Ritardo mentale gravissimo=>ha una comprensione molto limitata della comunicazione simbolica nell'eloquio o nella gestualità. Può comprendere alcuni gesti o istruzioni semplici e comunicare attraverso il non verbale. L'individuo è dipendente dagli altri in ogni aspetto della cura fisica, della salute e della sicurezza quotidiane, sebbene possa essere in grado di partecipare ad alcune di queste attività. Alcuni possono svolgere compiti semplici in ambienti altamente controllati e protetti. Possono essere presenti, in una piccola parte di questi soggetti, comportamenti disadattivi. Funzionamento intellettivo limite Limiti intellettivi lievi e problemi adattivi che rendono difficile rispondere a tutte le richieste dell'ambiente. -ha un Q.I. compreso fra 70 e 85. -debolezze non gravi ma diffuse -riescono ad integrarsi nella normale vita adulta Comorbilità: FIL primario o secondario? Interventi precoci (socioeducativi, riabilitativi) -una volta quadro organico irreversibile -adesso variamente presenti elementi genetici, organici e psicorelazionali Le cause Causa prenatale: - Cromosomica - Non cromosomica (malattie dismetaboliche, malformazioni, fetopatie, sindromi e in gravidanza malnutrizione, farmaci); Causa perinatale: trauma da parto, anossia, traumatismi ostetrici; Causa post-natale: infezioni, traumi, epilessia, vasculopatie etc.; Cause psicosociali: carenza gravi e precoci di cure materne e/o insufficienze prolungate di stimolazione ambientale (carenze socio economiche familiari, carenza di accadimento, affettive patologia mentale dei genitori, abbandono, abuso) Deficit => È potenzialmente lesivo di alcune delle più significative componenti narcisistiche proiettate sul figlio. Famiglia e handicap lo shock della diagnosi iniziale urgenza di conoscenza circa la patologia e le possibilità di cura accudimento continuo spesso caratterizzato da crisi e peggioramenti vedere costantemente la sofferenza del proprio figlio rischio che la cronicità della cura possa ripercuotersi anche sulla relazione di coppia preoccupazione per il benessere degli altri figli questioni legate ad un' adeguata distribuzione delle risorse all'interno della famiglia. 18 marzo SINDROMI E DISTURBI COMPORTAMENTALI ED EMOZIONALI CON ESORDIO NELL'INFANZIA E NELL'ADOLESCENZA Storia della patologia Fino al 1900 è inesistente Dal 1900 carente sviluppo del controllo morale del bambino Anni '30 Danno Cerebrale minimo Anni 'бо «Reazione Ipercinetica del Bambino» (DSM) Anni '80 Disturbo da Deficit dell'Attenzione 1987 Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI) non ci sono cause certe per questa sindrome, solo di recente si è iniziato a vedere le case reali del disturbo Davide ha 8 anni fa la terza elementare ed è un "terremoto": basta un non nulla per distrarlo. Il suo comportamento iperattivo e deconcentrato che manifestava da anni è oggi un problema concreto, ai limiti dell'handicap. Il suo comportamento è pressoché ingestibile. In classe è sempre fuori posto, impulsivo, si atteggia a buffone della classe. Se non è impegnato in lotte e litigi coi compagni si barcamena socialmente come buffone della classe; è deriso, evitato e spesso, nonostante il suo comportamento clownesco, mostra disappunto e tristezza. Sintomi che caratterizzano la DHD Sindromi ipercinetiche Un bambino deve presentare almeno 6 sintomi: per un minimo di sei mesi, in almeno due contesti (scuola e casa), devono essere presenti prima dei 6 anni di età (DSM 7 anni) devono compromettere il rendimento scolastico e/o sociale. Secondo l'ICD-10 l'incidenza è tra 1'1% e il 2%. Il rapporto maschi/femmine va da 4:1 a 9:1. Caratteristiche delle sindromi ipercinetiche Bambini imprudenti e impulsivi Inclini agli incidenti Incapaci di pensare alle regole che infrangono senza un'esplicita volontà Sfrontati con gli adulti soprattutto chi si presenta in modo ferreo Rifiutati dal gruppo dei pari o capobanda Chiedono attenzione costante Due forme di iperattività Iperattivi con disturbo dell'attenzione Fin dalla prima infanzia hanno evidenti difficoltà a carico di altre funzioni (linguaggio, prassie o gnosie) Iperattivi che non hanno disturbi specifici (più vicini al disturbo della condotta in adolescenza perché gli adulti li sgridano e spesso li picchiano e i pari lo rifiutano) la base è prevalentemente relazionale e influisce sugli aspetti di regolazione, vi è un disturbo nel filtro degli stimoli. I veri ipercinetici disperdono molte energie e sono disorganizzati e sregolati, a volte anche per condizioni organiche. Negli iperattivi con disturbo dell'attenzione è stato rilevato che durante l'attività il loro cervello funziona in toto, contrariamente a quanto avviene nella popolazione in cui solo una parte del cervello viene attivata. Incidenza ADHD Le stime degli Psichiatri Americani: tra il 3% e il 5% Rapporto M e F da 4:1 a 9:1 Disturbo da deficit di attenzione: ADD – ADS Disturbo di attenzione con iperattività ADHD – ADDI Chi sono gli ADHD? Si caratterizza per la presenza di sintomi pervasivi e persistenti nel tempo. Disattenzione e difficoltà a pianificare gli interventi: faticano a selezionare le informazioni necessarie per eseguire un compito, incapacità ad eseguire azioni complesse, resistere alle distrazioni dell'ambiente, riluttanza ad impegnarsi nei compiti che richiedono sforzi mentali prolungati, perdita del materiale e scarsa motivazione. Iperattività: movimenti frequenti delle mani e dei piedi, agitazione sulla sedia, difficoltà a rimanere seduto, parlano spesso passano da un gioco all'altro senza concludere nulla. Impulsività: difficoltà a rispettare le regole pur avendole capite, non aspettare il proprio turno, incapacità a costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei, difficoltà a controllare i livelli di aggressività e a regolare le emozioni L'ADHD non è Frutto di una cattiva educazione familiare Mancanza di intelligenza Mancanza di volontà Legato solo a determinate culture Una fase della crescita che il bambino deve superare Le cause Le diverse 'etichette' per definire questi bambini (Minima disfunzione cerebrale, 'Reazione ipercinetica dell'infanzia, ecc.) rispecchia l'incertezza sulle cause del disturbo. La durata Non si risolve con l'età in età adulta. => può persistere anche Comorbidità con altri disturbi (Disturbo della condotta, Disturbo opposizionale, Disturbo dell'apprendimento, ecc.) ADHD e la scuola Prestazioni scolastiche inferiori Interazioni non adeguate con i compagni Alta frequenza di comportamenti negativi Sarà soltanto molto vivace o ci sarà qualcosa di più? Problemi: - i farmaci => Nel passato c'è stato un abuso di quello che sono i farmaci. Per i bambini ADHD, invece, il farmaco viene ritenuto utile proprio perché aiuta la persona a mantenere la concentrazione su quello che sta facendo. -la famiglia, in estrema difficolta perché additata come se non è riuscita a educare in modo corretto il figlio. Stati d'animo: rabbia ansia imbarazzo Gli altri: Pierino incapaci Preoccupazione Frustrazione ADHD Soffre È isolato Deriso Evitato Come gestire gli altri? -pensare a dei lavori non troppo impegnativi -un ritorno alle azioni \ comportamenti adeguati Infanzia Età adulta E irrequieto Dipendente dal lavoro Corre di qua e di là Alla ricerca di un lavoro molto attivo Difficoltà a giocare con calma Troppo impegnato Sempre attivo Bassa tolleranza alla frustrazione Parla troppo Lascia lavoro/rompe relazioni Risponde senza pensare Personalità soggetta alle dipendenze Difficoltà ad aspettare il suo turno Va sempre di fretta Interrompe o è inopportuno L'aggressività è un comportamento fisiologico quando diventa un problema? => quando non corrisponde a quello che è un comportamento in entrata. caratteristiche che il disturbo positivo provocatorio ha nei bambini: -un bambino che è perennemente arrabbiato con gli altri. -un bambino che litiga con gli altri -Spesso esprime rancore -sfida con facilità le regole -spesso non si assume le responsabilità di ciò che fa -offende Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) Umore: arrabbiato-irritabile comportamento polemico-provocatorio Vendicatività (presente con una persona diversa dei fratelli) - Può precedere il disturbo della condotta - Compromette significativamente il funzionamento sociale, scolastico e lavorativo del soggetto - Può essere lieve, moderato o severo Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) Cause: Fattori individuale Fattori di temperamento Fattori biologici Fattori ambientali Fattori di rischio: difficoltà nella regolazione emotiva modalità educative rigide, incoerenti o negligenti fattori genetici Disturbi della condotta (si sta parlando del bullismo-bullo) I disturbi della condotta sono caratterizzati da una modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale aggressiva o provocatoria. Spesso c'è una collusione tra un minore che ha difficoltà a raggiungere una propria autonomia di regolazione e un ambiente che ha difficoltà a dare regole e a farle osservare in maniera continuativa, trascurato, che ha un'intensa litigiosità, dove i sono maltrattamenti, abusi e discontinuità affettive. [condotte aggressive e oppositive sono normali nello sviluppo infantile, in particolare nelle tappe connesse con i processi di individuazione e differenziazione] Disturbi della condotta (DC) Sintomi: Aggressione a persone o animali Distruzione di proprietà Frode o furto Violazione di regole Il funzionamento sociale, scolastico e lavorativo è gravemente compromesso Evoluzione del disturbo: si manifesta fin dai primi anni di vita oppure in adolescenza può essere lieve, moderato o severo può modificarsi: sia per cambiamenti nelle relazioni familiari sia per l'instaurarsi di relazioni positive con persone esterne alla famiglia può continuare anche in adolescenza: sviluppando condotte antisociali (tossicodipendenza, furti, adesioni a bande, ecc) Predisporre I manifestarsi del Disturbo antisociale di personalità Disturbo della condotta (DC) Cause: Fattori genetici Fattori ambientali [significativo per determinare l'insorgenza sembrano essere le caratteristiche dei modelli familiari e sociali] Evoluzione dei sintomi: 0 - 3 anni => I sintomi possono riguardare il sonno, l'organizzazione motoria, il disturbo del linguaggio, il comportamento oppositivo, una relazione arrabbiata-ostile, maltrattamenti o abuso. 4 - 11 anni=> Disturbi del controllo sfinterico, comportamento fortemente oppositivo, disturbo del linguaggio e dell'apprendimento, relazione arrabbiata-ostile e maltrattante. In alcuni casi è solo a livello intrafamiliare. 12 - 18 anni => Comportamenti pesantemente dissociali se non delinquenziali. La sindrome non compromette i processi cognitivi e di pensiero. DOP Meno grave L’aggressività è espressa verbalmente DC L’aggressività è agita (usa le mani) 8 aprile Strategie per gli iperattivi -la bici banco per gli studenti iperattivi Stati uniti - In Germania giubbotti con la sabbia per calmare i bambini iperattivi: "Ma non sono costretti" Pesa da 1,2 a 6 Chilogrammi BULLISMO E CYBERBULLISMO I PRINCIPI INTENZIONALITÀ => intenzionale, un soggetto lo fa intenzionalmente verso un altro soggetto. SISTEMATICITÀ => un qualcosa che continua a cambiare ASIMMETRIA=> due piani diversi Genere ed età M/F Femminile=> verbale ma anche fisico Maschile=> fisico 12-14 anni e 14 18 anni Le forme Diretto - fisico Verbale Indiretto I DIVERSI RUOLI BULLO: CHI PRENDE ATTIVAMENTE L'INIZIATIVA NEL FARE PREPOTENZE AI COMPAGNI AIUTANTE: CHI AGISCE IN MODO PREPOTENTE MA COME "SEGUACE" DEL BULLO SOSTENITORE: CHI RINFORZA IL COMPORTAMENTO DEL BULLO, RIDENDO, INCITANDOLO O SEMPLICEMENTE STANDO A GUARDARE DIFENSORE: CHI PRENDE LE DIFESE DELLA VITTIMA CONSOLANDOLA O CERCANDO DI FAR CESSARE LE PREPOTENZE ESTERNO: CHI NON FA NIENTE ED EVITA IL COINVOLGIMENTO DIRETTO O INDIRETTO IN SITUAZIONE DI PREPOTENZA VITTIMA: CHI SUBISCE PIÙ SPESSO LE PREPOTENZE CARATTERISTICHE DEL BULLO COMPORTAMENTO AGGRESSIVO SIA VERSO GLI ADULTI SIA VERSO I COETANEI PREFERISCONO SCONTRARSI CON SOGGETTI PIÙ DEBOLI, MA LITIGANO SENZA PAURA ANCHE CON GLI ALTRI PERCHÉ SI SENTONO FORTI E SICURI SONO SPESSO IMPULSIVI VEDONO LA VIOLENZA COME QUALCOSA DI POSITIVO E SENTONO IL BISOGNO DI DOMINARE HANNO UN'OPINIONE POSITIVA DI SÉ E HANNO SCARSA EMPATIA VERSO LE VITTIME ALCUNI PSICOLOGI CREDONO CHE IL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO NASCONDA INSICUREZZA ED ANSIA CARATTERISTICHE DELLA VITTIMA SONO ANSIOSE E INSICURE DI SÉ SONO SENSIBILI, CALME E NON AGGRESSIVE SI SENTONO FALLITE, STUPIDE, POCO ATTRAENTI ED HANNO UN'OPINIONE DI SÉ MOLTO NEGATIVA REAGISCONO ALLA VIOLENZA PIANGENDO E RINCHIUDENDOSI IN SE STESSI SONO ISOLATI E SONO FISICAMENTE PIÙ DEBOLI. CYBERBULLISMO DEFINIZIONE: L'USO DELLE NUOVE TECNOLOGIE PER INTIMORIRE, MOLESTARE, METTERE IN IMBARAZZO, FAR SENTIRE A DISAGIO O ESCLUDERE. COME: FACENDO PETTEGOLEZZI POSTANDO IMMAGINI O VIDEO IMBARAZZANTI RUBANDO IDENTITÀ E PROFILO PER DANNEGGIARE INSULTANDO LA VITTIMA FACENDO MINACCE CARATTERISTICHE CYBERBULLISMO PERVASIVITÀ ED ACCESSIBILITÀ: IL CYBERBULLO PUÒ RAGGIUNGERE LA SUA VITTIMA IN QUALSIASI MOMENTO E IN QUALSIASI LUOGO; PERSISTENZA DEL FENOMENO: IL MATERIALE DIFFAMATORIO PUBBLICATO SU INTERNET PUÒ RIMANERE DISPONIBILE ONLINE ANCHE PER MOLTO TEMPO; MANCANZA DI FEEDBACK EMOTIVO: IL CYBERBULLO, NON VEDENDO LE REAZIONI DELLA SUA VITTIMA AI SUOI COMPORTAMENTI, NON E MAI TOTALMENTE CONSAPEVOLE DEL DANNO CHE ARRECA: QUESTO LO RENDE PIÙ DISINIBITO E ABBASSA I LIVELLI DI AUTOCONTROLLO. SPETTATORI INFINITI: LE PERSONE CHE POSSONO ASSISTERE AD EPISODI DI CYBERBULLISMO SONO POTENZIALMENTE ILLIMITATE. MOLTIPLICAZIONE DI CYBERBULLI: LO SI DIVENTA ANCHE SOLO CONDIVIDENDO O PROMUOVENDO L'EPISODIO DI CYBER BULLISMO. DISTURBI SPECIFICI DELLE ABILITÀ (DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO) Caratteristiche La loro insorgenza si colloca nell'infanzia. il disturbo ha un'origine neurobiologica [componente ereditaria e genetica?] Si manifestano con un decorso continuo senza le remissioni o le recidive caratteristiche delle patologie a prevalente eziologia psicorelazionale. Gli aspetti emotivo-motivazionali «Va precisato che i problemi emotivo-motivazionali sono molto spesso conseguenza di una difficoltà specificatamente legata all'area dell'apprendimento.» «A causa della pervasività di questi stati psicologici appare problematico caporiso il una intico indiaiuto problemo tersotivazionali che «In linea di principio si ritiene che quando il problema primario è nella sfera emotivo-motivazionale sia opportuno procedere con un intervento impostato psicodinamicamente o con una vera e propria psicoterapia e, quando invece il problema primario interessa la sfera specifica dell'apprendimento, si debba prevedere un intervento centrato su tali difficoltà.» Tratto da C. Cornoldi «Le difficoltà di apprendimento a scuola», Bologna, II Mulino, 1999 Premessa Difficoltà di apprendimento => Qualsiasi difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica Disturbo di apprendimento => Problematiche gravi e meglio definite, legate al processo apprendimento Disturbi specifici delle attività scolastiche Disturbi specifici delle attività scolastiche Alcuni bambini con DSA possono avere difficoltà di: -coordinazione -motricità fine -nelle abilità di organizzazione e sequenza -difficoltà nell'acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni, ecc.) Comorbilità (disturbo associato) Possono comparire assieme oltre che isolatamente Possono comparire con altri disturbi (del comportamento, ADHD, disturbi d'ansia) Campanelli di allarme Forte difficoltà nell'acquisizione della lettura e della scrittura Errori caratteristici: > Inversione di lettere e numeri > Sostituzioni di lettere (m/n, v/f, b/d, a/e) > Difficoltà ad imparare tabelline, alfabeto, giorni della settimana, ecc. > Confusione dei rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra, ieri/domani) > Difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che pensa > Possono esserci difficoltà motorie (allacciarsi le scarpe) Punti di forza Intelligenza nella norma e/o superiore Sono globali, riescono a «leggere» le situazioni in modo ampio Ragionano in modo dinamico, creando connessioni inusuali Apprendono facilmente dall'esperienza Pensano per immagini Memorizzano più facilmente per immagini Sono capaci di vedere le cose da diverse prospettive Sono molto curiosi ed intuitivi DSA: quando fare una diagnosi La diagnosi viene posta alla fine del II anno della scuola primaria. Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva. Un'ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening. Aree della diagnosi -Livello cognitivo generale -Abilità scolastiche (lettura, scrittura, calcolo) -In alcuni casi il linguaggio -In alcuni casi le funzioni cognitive di base (attenzione, memoria, prassie) 11 aprile DISLESSIA È quella più conosciuta al punto di diventare sinonimo di qualsiasi disturbo di apprendimento. Dislessia specifica evolutiva = difficoltà o incapacità di leggere specifica legata ad un processo evolutivo mai portato a compimento (e quindi evolutiva e non acquisita) [alcuni preferiscono il termine di Disturbo di decodifica della lettura] Cos'e Cause: neurobiologiche, ma c'è anche familiarità Nel soggetto con dislessia la lettura non è un'abilità automatizzata Il problema della demotivazione verso l'apprendimento => all’inizio se mai viene detto al soggetto che è svoglaito o non si applica Incidenza nella popolazione: L'AID stima che il 3,5-4% della popolazione sia dislessico (uno in ogni classe) => Ritardo nell'accedere ai servizi Comorbidità: La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti, vivaci e creativi. [comorbidità anche con altri disturbi] Prima della scuola elementare Il dislessico incontra frequentemente problemi: Nella denominazione rapida di oggetti Nella ripetizione di parole rare o nuove Nella manipolazione dei suoni linguistici Dal linguaggio orale al linguaggio scritto La difficoltà dei bambini nei primi anni di vita nell'uso e nella comprensione del linguaggio sono chiamati Disturbi specifici del linguaggio Metà dei casi in cui è stato diagnosticato questo disturbo rientra successivamente in una delle categorie di disturbo specifico di apprendimento. Al termine del primo anno: Il bambino presenta una delle seguenti caratteristiche: 1) difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema; 2) mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura 3) eccessiva lentezza nella lettura e scrittura 4) incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile La valutazione delle difficoltà di lettura Sono tre gli indici fondamentali: Accuratezza Velocità Comprensione I primi due indici possono essere esaminati facendo leggere un brano non conosciuto e valutando il numero di errori di lettura e la velocità di lettura. Il terzo indice facendo leggere un secondo brano nel modo e nel ritmo preferito per poi rispondere a domande di comprensione. Dislessia: come affrontarla "non impara perché non si impegna": la diagnosi toglie l'etichetta Con la diagnosi si mettono in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica: la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano. Legge 170/2010 - strumenti compensativi La legge oggi impone l'ingresso degli strumenti compensativi nella scuola e ammonisce anche a controllarne l'efficacia (art.5), mentre le precedenti circolari ministeriali si limitavano a suggerirne l'impiego. Gli strumenti compensativi: dislessia: sintetizzatore vocale disgrafia: registratore e pc disortografia: programmi di video scrittura con correttore ortografico discalcalculia: calcolatrice e formulari Strumenti dispensativi È sempre utile dispensare? Nel mondo lavorativo non esistono misure dispensative, ma esistono strategie per compensare il disturbo L’insegnante Cosa fare - riconoscere e accogliere realmente la "diversità"; - parlare alla classe e non nascondere il problema; - spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento; - collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema; - comunicare con i genitori Cosa non fare - far leggere il bambino a voce alta - ridicolizzarlo - correggere tutti gli errori nei testi scritti - dare liste di parole da imparare - farlo copiare dalla lavagna - farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato - paragonarlo ad altri La dislessia dalla scuola superiore in avanti: Nella scuola superiore tende a mimetizzarsi A casa rifiuta il monitoraggio degli adulti E da adulto... Non guarisce ma migliora 15 aprile DISCALCULIA Definizione La discalculia è una difficoltà specifica nell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del s i m b o l o n u m e r i c o a l lla q u a n t i t à corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche. I s i m b o l i n u m e r i c i s o n o quantitativamente inferiori rispetto a quelli alfabetici (10 cifre contro 21 lettere), ma complessa è la loro combinazione che si basa sul valore posizionale. Per molti bambini, infatti, non c’è differenza tra 15 e 51 in quanto essi, pur essendo in grado di denominare le singole cifre, non riescono ad attribuire significato alla loro posizione all’interno dell’intero numero. Le difficoltà in matematica A differenza delle difficoltà di lettura possono non essere così evidenti: è più raro che un alunno sia impegnato in un’attività prolungata di calcolo. Le discalculie specifiche evolutive sono il 0,2% della popolazione. Il disagio nell’apprendimento della matematica porzione molto più ampia Matematica e stati d’animo negativi La paura di sbagliare: in matematica l’errore è evidente Timore di non sapere come procedere: non basta essere diligenti Credenza che per riuscire in matematica bisogna essere «portati» e avere una particolare intelligenza Discalculia grave Il disturbo del calcolo può essere associato con altri disturbi specifici di apprendimento ANCHE CON La disorganizzazione spaziale che produce una serie di scompensi, fra cui difficoltà a capire il ruolo del valore posizionale ed errori di allineamento Disturbi della soluzione del problema1 I problema Una persona deve cucinare su un padellino 3 frittelle. Ogni frittella deve essere cotta due minuti per lato. Il padellino può contenere solo 2 frittele per volta. Qual è il tempo minimo possibile che è necessario per cucinare le 3 frittelle? Si tende a d utilizzare una procedura consolidata di risoluzione del problema che consiste nella scomposizione in due parti II problema Un mattone pesa un chilo più mezzo mattone. Quanto pesa il mattone? La difficoltà consiste nella formulazione contratta che mette in difficoltà anche gli adulti che non riescono a scomporlo in affermazioni distinte ed arrivare alla conclusione. Qual è la difficoltà? Comprensione Prevedere la difficoltà (capire le insidie) Pianificare Monitorare ciò che ho fatto Valutazione finale Rigidità cognitiva Cosa chiede la risoluzione dei problemi Comprensione del testo Pianificazione del processo di soluzione Controllo dei vari passaggi Lucangeli, Tressoldi e Cendron: Il bambino riesce a capire il problema? Riesce a prevedere gli elementi di difficoltà Riesce a pianificare un percorso di soluzione? Riesce a tenere sotto controllo le operazioni che compie? Riesce a valutare alla fine se ha eseguito correttamente il compito La discalculia Tale disturbo coinvolge, in particolare, l'acquisizione di abilità quali ad esempio: - la scrittura e la lettura dei numeri - il sistema del calcolo (come ad esempio la memorizzazione delle tabelline, l'esecuzione delle procedure di calcolo ecc.). La discalculia viene suddivisa in primaria e secondaria: - la discalculia primaria rappresenta il disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche - la discalculia secondaria si presenta associata ad altri problemi di apprendimento, quali la dislessia, la disgrafia, ecc. Bisogna intervenire all'origine del problema e non sul disturbo di calcolo in sé, che da solo non darebbe risultati soddisfacenti. I bambini discalculici compiono frequentemente questi errori: - difficoltà nell'identificare i numeri e nello scriverli, in particolare se sono lunghi con molte cifre - difficoltà nel riconoscere le unità che compongono un numero - difficoltà nell'identificare i rapporti fra le cifre all'interno di un numero - difficoltà nel saper scrivere numeri sotto dettatura - difficoltà nel numerare in senso progressivo ascendente e discendente - difficoltà nello svolgimento delle quattro operazioni matematiche - difficoltà nel cogliere nessi e relazioni matematiche - difficoltà nell'associare ad una certa quantità il numero corrispondente - difficoltà nell'imparare il significato dei segni (più, meno, per e diviso) - difficoltà ad analizzare e riconoscere i dati che permettono la soluzione di un problema - difficoltà nell'apprendere le regole dei calcoli (prestito, riporto, incolonnamento, ecc.) - difficoltà nell'apprendere semplici operazioni come ad esempio le tabellone, i cui risultati vengono ottenuti in modo automatico senza ricorrere a difficili procedure di calcolo - difficoltà di organizzazione spazio-temporale e visuo-spaziale - difficoltà di coordinazione motoria, soprattutto fine - difficoltà di svolgimento di compiti in sequenza. Legge 170/2010 – strumenti compensativi La legge oggi impone l’ingresso degli strumenti compensativi nella scuola e ammonisce anche a controllarne l’efficacia (art.5), mentre le precedenti circolari ministeriali si limitavano a suggerirne l’impiego. Gli strumenti compensativi (il computer e la calcolatrice) non risolvono da soli i problemi, non scrivono da soli i temi o i riassunti, ma costituiscono un elemento di facilitazione che, mentre per i più può essere considerato un optional, un eventuale valore aggiunto, per i dislessici diviene un mezzo necessario per soddisfare le richieste scolastiche. Memoria di lavoro https://www.youtube.com/watch?v=8YgU7-Ai058 Disturbi specifici della scrittura Disturbi specifici dell’attività scolastiche Le fasi di sviluppo della scrittura Pre-calligrafica (fino agli 8 anni) Calligrafica (dai 9 anni agli 11 anni) Post-calligrafica (periodo della pre-adolescenza) DISGRAFIA Definizione La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in assenza di deficit intellettivi e neurologici, che incide sulle funzioni fondamentali della scrittura. È.di natura grafomotoria Si può manifestare in vari modi: scarsa leggibilità; lentezza e stentatezza; disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici; scarso controllo del gesto; confusione e disarmonia; rigidità ed eccessiva accuratezza; difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari; La disgrafia Va individuata precocemente in quanto: tende a peggiorare nel tempo, può avere riflessi sullo sviluppo della personalità incidere negativamente sul rendimento scolastico, innescando sentimenti di delusione, scoraggiamento e demotivazione. Il bambino disgrafico scrive e incolonna male i numeri, questo comporta per lui difficoltà nel ricostruire i calcoli correttamente. Quando poi deve disegnare figure o grafici, questo bambino può trovarsi molto in difficoltà: egli non solo fa molta fatica (anche con il righello), ma si rende anche conto che il risultato del suo lavoro è esteticamente scadente. Disortografia Il disortografico può commettere errori sia con le eccezioni sia con parole senza «tranello». È meglio valutarla per se stessa e non quando il bambino è impegnato a produrre un testo originale. Si deve inoltre tenere presente che la maniera in cui si detta incide fortemente sulla qualità della prestazione, per cui è meglio usare dettati registrati. Un altro modo potrebbe essere quello di far copiare un testo scritto perché il disortografico commette errori anche quando copia. 18 aprile DISTURBI DELL’EVACUAZIONE E DEL SONNO Disturbi del controllo sfinterico -Si parla di disturbi del controllo sfinterico solo a partire dai 5 anni. -L’importanza della relazione -Il problema della rigidità di fronte all’educazione sfinterica -La familiarità Disturbi del controllo sfinterico ENCOPRESI si tratta di ripetuta, volontaria o non, perdita di feci (in luoghi spesso socialmente inaccettabili) Scarsamente diffusa rispetto all’enuresi Forte componente familiare Spesso segnala: -un conflitto tra bambino e caregiver (per opposizione ad un’educazione rigida e incoerente) -conflitto interno al bambino (significati inconsci che assumono per lui le feci o l’atto di defecare) Le fasi del sonno: FASE REM: -20% del tempo totale -Aumento di: battito cardiaco, pressione e frequenza respiratoria Stadio di prevalenza frequenza dei sogni FASE NON REM: -Rilassamento muscolare e diminuzione della temperatura corporea -Pochissima frequenza dei sogni Disturbi del sonno -In questa categoria vengono inclusi i disturbi del sonno in cui le cause emozionali sono ritenute essere un fattore primario. -Nel bambino è la modalità più consona di espressione del disagio. -Nel neonato la regolazione del sonno è una funzione omeostatica duale, cioè lo stato psichico della madre ha una profonda influenza nel sonno del bambino. I diversi disturbi del sonno -Severe insonnie (I e II semestre) → grave disturbo della regolazione e della relazione del caregiver. -Disturbi del ritmo del sonno→ sono legati a problemi fisici o dell’ambiente primario (trascuratezza, incostanza, carenza o eccesso di stimolazioni). -Disturbo di addormentamento→ il bambino manifesta insoddisfazione di altri bisogni primari o dei conflitti riguardo la separazione, il controllo o, dopo i 3 anni, alla gelosia e alla paura. -Disturbi durante il sonno→ indicano un conflitto specifico. -Sonnambulismo→ stato di coscienza alterata in cui sono simultaneamente presenti fenomeni del sonno e della veglia. Durante l’episodio l’individuo si alza dal letto e cammina, mostrando bassi livelli di consapevolezza. Al risveglio non c’è consapevolezza dell’evento. -Terrori notturni (pavor nocturnus) → episodi notturni di estremo terrore e panico associati ad intensa vocalizzazione, movimenti del corpo ed alti livelli di attivazione del sistema nervoso vegetativo. -Incubi→ Esperienza onirica di ansia o paura e di un ricordo molto dettagliato del contenuto del sogno. Durante l’episodio non c’è vocalizzazione apprezzabile né movimenti del corpo. 22 marzo Il bambino nel lettone A favore Margot Sunderland consiglia ai genitori di respingere l'opinione dominante e permettere ai bambini di dormire nel "lettone", con papà e mamma, sino all'età di cinque anni. Questa abitudine, chiamata in inglese "co-sleeping" (dormire insieme), rende più probabile che i bambini diventino degli adulti calmi, sani ed emotivamente equilibrati, mentre abituare i bambini a dormire da soli da quando hanno soltanto poche settimane di vita è "dannoso", perché la separazione dai genitori aumenta il flusso di ormoni dello stress. Contro Anna Oliverio Ferraris: 1. La colpa è quasi sempre dei genitori che riversano, consciamente o inconsciamente, i loro problemi sulla famiglia e sui figli. Tensioni di coppia, alibi per mandare 'in soffitta' la propria vita sessuale, malumori e incomprensioni tra i grandi vengono percepite e rielaborate dai figli che sviluppano una serie di paure, come quella del buio o di sentirsi abbandonati. Oppure i bambini cercano proprio di 'infilarsi' tra moglie e marito per evitare che litighino in continuazione. 2. Un'altra causa dell'amore dei bambini per il lettone è la perdita della regola che imponeva di andare a letto presto la sera. Oggi i bambini vanno a dormire troppo tardi e quindi soffrono più frequentemente di disturbi del sonno, perché non si assecondano più i loro normali ritmi fisiologici. La crescita del 'fenomeno' è legata a doppio filo con l'aumento delle separazioni fra genitori. I DISTURBI D'ANSIA Avere ansia è normale? Nello sviluppo Nel corso dello sviluppo paure e timori sono un'esperienza che accomuna tutti i bambini si parla di disturbo quando queste paure compromettono gravemente il funzionamento sociale e scolastico del bambino e possono impedire l'acquisizione di competenze adeguate ai diversi stadi evolutivi. Nevrosi Disturbo psichico di media entità, di origine psicologica (non ha cause organiche). Il rapporto con la realtà risulta disturbato, ma l'adattamento sociale non è compromesso. La nevrosi è quindi una modalità di relazione disturbata del soggetto con l'ambiente, per un modo di porsi della persona stessa che complica la sua capacità di relazionarsi agli altri e all'ambiente che lo circonda. I disturbi d'ansia includono una paura pervasiva e un eccessivo stato di allerta, un'esagerata risposta emotiva e ingiustificata a determinate situazioni è presente un'erronea valutazione cognitiva della situazione, delle proprie capacità di fronteggiarla e delle reazioni fisiologiche. Disturbo d'ansia generalizzato Disturbo ossessivo compulsivo Disturbo d'ansia da separazione Fobia Fobia sociale Disturbo post-traumatico da stress Disturbo d'ansia generalizzato Il Disturbo d'Ansia Generalizzata (DAG) è costituito da una eccessiva tendenza a preoccuparsi e dallo stato di tensione che ne deriva, non è transitoria e non è giustificata dal contesto. Nervosismo o irrequietezza Tensione muscolare Facile affaticabilità Alterazioni del sonno Irritabilità Difficoltà di concentrazione Palpitazioni Difficoltà respiratoria (respiro corto) Disturbo da attacchi di panico Si caratterizza per attacchi inaspettati e ricorrenti e inaspettati non legati ad una situazione specifica e dalla paura di soffrire di altri attacchi. Sintomatologia - fisica: palpitazioni, nausea, senso di soffocamento, capogiri, sudorazione, tremori, apprensione, terrore. senso di derealizzazione (irrealtà dal mondo) - senso di depersonalizzazione (sentirsi fuori dal proprio corpo) - paura di perdere il controllo Può comparire il età adolescenziale ma anche, sia pure raramente, in epoca puberale. FOBIE -generalizzate (agorafobia e fobia sociale) fortemente invalidanti -specifiche (animali, sangue, buio,...) ben gestite dai soggetti Paura marcata e persistente - È sproporzionata rispetto al reale pericolo - Non può essere controllata - Permane per un periodo prolungato - L'individuo riconosce che la paura è irragionevole Sintomi: tachicardia, vertigini, disturbi gastrici, senso di soffocamento, sudorazione eccessiva, ecc. -Agorafobia Timore per le situazioni in cui è difficile scappare o ricevere soccorso. Può essere secondaria all'insorgenza di attacchi di panico. Sintomi: uscire soli a stare a casa soli, frequentare luoghi affollati, prendere autobus o aeroplano, essere su un ponte o in ascensore -Claustrofobia Paura irrazionale per gli spazi stretti e chiusi. Il disagio è dovuto dalla sensazione di costrizione. Sintomi: locali senza finestre, ascensori, tunnel, cinema, metropolitana -Fobia scolare Nei bambini che rifiutano la scuola si può manifestare una vera e propria fobia della scuola contraddistinta da un comportamento di evitamento della scuola grave e pervasivo. Le cause: Ansia da separazione Immaturità Esperienze traumatiche precedenti Nuova situazione familiare Difficoltà di apprendimento o comportamento Difficoltà di integrazione e socializzazione Esordio: solitamente 5/6 anni qualche volta 10-11 anni o in adolescenza 12-15 anni può essere brusco (fulmine a ciel sereno) o dopo un periodo di difficoltà a frequentare Prevalenza: di solito maschi (80% di figli unici, primogeniti o prediletti) Sintomi: tachicardia, vomito, sudorazione, nausea, diarrea, dolori addominali, al petto agli arti, sonno disturbato. Cause Alcuni studi hanno cercato di definire la struttura della famiglia che sta alla base della fobia scolastica: Madre ansiosa Iperprotettività Padre poco rassicurante o assente Regime educativo lassista Altri studi sui gemelli ipotizzano una vulnerabilità biologica, quattro profili: Bambini che evitano situazioni che provocano ansia Bambini che fuggono da situazioni di valutazione Bambini che cercano l'attenzione delle figure significative Bambini che cercano rinforzi positivi fuori da scuola Sindrome ossessivo-compulsiva Si caratterizza in due aspetti: - 1 pensieri ossessivi sono idee, rappresentazioni o impulsi che si presentano ripetutamente alla mente del soggetto in modo stereotipato. - Gli atti o i rituali compulsivi sono comportamenti stereotipati che vengono più volte ripetuti. I sottotipi del disturbo ossessivo-compulsivo:... da controllo Il soggetto ha timori ricorrenti e controlli protratti e ripetuti, correlati al dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver fatto un errore Es. Ho chiuso la porta di casa... da contaminazione Il soggetto ha delle ossessioni connesse al rischio di contagi o contaminazioni Es. Lavaggio di mani, vestiti, ecc.... da accumulo Il soggetto ha l'impulso di accumulare e conservare oggetti, anche insignificanti e deperibili es. giornali, pacchetti di sigarette vuoti, bottiglie vuote... da ordine e simmetria Il soggetto è intollerante al disordine o all'asimmetria. Es. Libri, penne, abiti, ecc. devono risultare perfettamente allineati, simmetrici e ordinati secondo una precisa logica... da superstizione eccessiva Il soggetto ha pensieri superstiziosi portati all'eccesso. L'esito degli eventi viene legato al compimento di certi gesti. Es. Ho rovesciato il sale devo fare.... Ossessioni pure Le ossessioni sono senza compulsioni. | pensieri ossessivi riguardano l'avverarsi di situazioni altamente improbabili. Es. Paura di diventare omosessuale, pedofilo, -Fobia sociale Timidezza o fobia sociale Paura irrazionale e persistente generata dall'esposizione a persone non familiari o al giudizio altrui. fobia sociale fobia sociale generalizzata specifica maggior parte delle interazioni parlare in pubblico si evitano le situazioni di valutazione/le situazioni sociali 29 aprile DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS Si presenta come una risposta ritardata protratta ad un evento o situazione stressante (di breve o di lunga durata) di natura eccezionalmente minacciosa o catastrofica, in grado di provocare grave malessere nella maggior parte delle persone. Sintomi del disturbo includono ansia, ripetuti episodi in cui viene rivissuto il trauma in ricordi intrusivi ("flashbacks"), sogni sgradevoli o incubi. L'esordio segue il trauma. Il decorso è fluttuante ma la guarigione si verifica nella maggior parte dei casi. In una piccola percentuale di soggetti la condizione può presentare un decorso cronico per molti anni e un passaggio ad una durevole modificazione della personalità PTSD nei bambini Nei bambini il PTSD ha delle caratteristiche differenti rispetto a quelle dell'adulto: i sentimenti di paura intensa e orrore possono esprimersi nei bambini con un comportamento disorganizzato o agitato. Il bambino può manifestare il ripresentarsi di ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi con giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma. Infine, a differenza dell'adulto, nel bambino i sogni possono essere spaventosi senza un contenuto riconoscibile e possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma. Sindromi Somatoformi I problemi psicologici assumono una forma fisica. I sintomi non vengono spiegati da una causa fisiologica, sfuggono al controllo volontario e sono legati all'ansia. Incidenza fra il 15 e il 50%. Rapporto donne-uomini 2:1. La sintomatologia comprende disturbi psichici e fisici, ma i pazienti tendono a mettere in risalto solo quelli fisici. A livello psichico: ansia, nervosismo, irritabilità, affaticabilità, difficoltà di concentrazione. Es. Ipocondria Il termine "ipocondria" ha però assunto, negli ultimi anni, implicazioni negative e, molto spesso, viene rifiutato da chi ne soffre: Tipocondriaco viene spesso associato a un "malato immaginario", senza però considerare la sofferenza e la disperazione che effettivamente provano questi individui (Leveni, Lussetti e Piacentini, 2011). DSM 5 parla di: Il disturbo da sintomi somatici è caratterizzato da molteplici disturbi fisici persistenti che sono associati a pensieri eccessivi o disadattivi, sentimenti e comportamenti in risposta a questi sintomi. 1 sintomi non sono prodotti intenzionalmente o simulati e possono accompagnare o meno una malattia medica nota. Il disturbo da ansia di malattia ha come caratteristica centrale la paura di avere un grave malattia fisica; insorge a causa di una errata interpretazione di sintomi fisici minori, come una normale sensazione fisiologica, una disfunzione benigna o un disagio corporeo. AUTOLESIONISMO L'adolescenza Periodo dagli 11 anni ai 18 anni. Molti autori sono concordi nel portarla ai 25 anni. L'adolescente e le emozioni: - Il cervello dell'adolescente funziona in modo più emotivo di quello del bambino e il cambiamento dell'umore è spesso legato a queste modificazioni - Deve affinare la capacità di gestire le emozioni è in cerca dell'identità ed è particolarmente sensibile all'immagine di sé che gli altri gli rimandano Ha una forte propensione ad esprimere la sua sofferenza e i suoi conflitti attraverso disordini del comportamento: atti delittuosi, disturbi del comportamento alimentare, tossicomanie e tentati suicidi. L’Autolesionismo Cos'è Sono delle azioni intenzionali che alterano o danneggiano il tessuto corporeo. Le caratteristiche fenomeno poco conosciuto, ma in espansione per gli adolescenti esordio: 13/14 anni incidenza: dal 13% al 24% può rientrare in diverse patologie autolesionismo è differente dal suicidio (anzi ne è il contrario) tendenza a nascondere le tracce come volontà a nasconderla dal mondo esterno qualche credenza -non c'è associazione con il suicidio, la persona si serve del dolore per affrontare e gestire un'angoscia legata a cause profonde. [il dolore è circoscritto, mentre il dolore psichico e immenso] -nella maggior parte di casi non è un tentativo di attirare l'attenzione, il soggetto è reticente e si vergogna a mostrare a mostrare le ferite o cicatrici. Sono azioni fatte in privato e difficilmente esibite, tanto che i genitori spesso ne sono ignari. Cause Spesso nascono come: - risposta ad emozioni negative -ansia - difficoltà interpersonali - forma di autopunizione Il comportamento autolesionistico sposta così l'attenzione dal dolore emotivo a quello fisico, vissuto come più tollerabile. Il dolore fisico in un primo momento allenta la tensione, generando sollievo, e allontana da esperienze emotive che non si vogliono sperimentare. Diagnosi Serie di atti intenzionalmente autolesivi nei confronti del proprio corpo per almeno 5 giorni nell'ultimo anno. Inoltre deve: - Dare sollievo - Risolvere una situazione relazionale - Indurre una sensazione positiva le diverse categorie Impulsivo: eventi autonocivi, che sono intermittenti e volti al piacere. Tende a dare dipendenza Compulsivo: include comportamenti ripetuti che si presentano molte volte al giorno -strapparsi i capelli (tricotillomania) -mordersi le unghie fino a farle sanguinare -graffiarsi -bruciarsi con le sigarette -stuzzicare vecchie ferite -trafiggere con aghi la pelle -procurarsi dei tagli controllati Stereotipico: caratteristiche delle persone con ritardo mentale o spettro autistico -sbattere la testa contro un muro -comprimersi i bulbi oculari -percuotersi -mordersi Maggiore: è la più grave delle mutilazioni e si presenta come evento isolato durante episodi psicotici o in intossicazione acuta di sostanze. È la forma meno frequente. -amputazioni di organi o di parti di essi -enucleazione dei bulbi oculari -autocastrazione -taglio di orecchio L'educatore L'educatore dovrebbe: saper cogliere le manifestazioni del disagio attivare un intervento di rete e multidisciplinare mettersi in ascolto con un approccio non giudicante essere consapevole di avere una funzione di accompagnamento dell'adolescente contenere le ansie che si sfogavano nelle condotte autolesive per renderle comprensibili, accettabili e pensabili. Il cutting Nel cutting la pelle ha un ruolo fondamentale, è la barriera fra il dentro e il fuori, è la parte caratterizzante di ogni individuo. Il ritratto: «mio figlio è cambiato, non è più lo stesso di prima: ha crisi incontrollabili di rabbia, è svogliato, è chiuso in se stesso, non studia più, è sempre insoddisfatto, si fa le canne, beve, non è mai contento e poi … Si taglia» TENTATO SUICIDIO Il suicidio -Fenomeno tipicamente giovanile Charmet: i minori pensano al suicidio o arrivano ad inscenarlopiù del resto della popolazione, ma lo realizzano in percentuale minore rispetto agli adulti. -Status psichico: perdita di contatto con la realtà, somiglia ad un momento psicotico acuto [il corpo è un oggetto esterno, è un nemico da abbattere] Suicidio riuscito: deliberata e volontaria decisione di autosoppressione, attuato con modalità tali da renderlo, nelle intenzioni, un gesto irreversibile Suicidio mancato: quando il comportamento suicidario non ottiene lo scopo voluto esclusivamente per un caso fortuito Suicidio dimostrativo: è la messa in atto di un gesto autolesionista, attuato per richiamare l'attenzione sul proprio malessere. Più frequente negli adolescenti e nel genere femminile. Sei livelli di espressione: 1. ideazione generica di voler morire, 2. ideazione di un piano, 3. minaccia di suicidio, 4. comportamenti autolesivi, 5. suicidio dimostrativo, 6. suicidio riuscito La minaccia o l'ideazione di suicidio sono scarsamente predittivi, molto significativi sono invece i comportamenti autolesionistici ripetuti. l'intervento educativo: prevede il coinvolgimento dei genitori nella comprensione del messaggio lanciato dal figlio per tentare di aiutare l'adolescente ad affrontare in modo diverso il dolore. 2 maggio DISTURBI DELL’UMORE o Depressione maggiore È chiamata : depressione endogena o depressione unipolare. Incidenza: è uno dei disturbi più invalidanti al mondo 6% della popolazione mondiale Genere: rapporto femmine/maschi 2:1 Età di insorgenza : 25-40 anni Andamento del disturbo: differisce da persona a persona Cause -Traumi o abusi -Lutti e perdite di persone importanti -Divorzi e separazioni -Disoccupazione o insicurezza finanziaria -Isolamento sociale -Mobbing lavorativo e bullismo a scuola -Malattie gravi o croniche Sintomi Depressione ≠ tristezza - Perdita dell’energia vitale - Abbassamento del tono dell’umore - Stanchezza cronica e perdita di energia - Perdita di interesse - Alterazione dell’appetito - Difficoltà di concentrazione - Pensieri di morte La depressione in età evolutiva Cause: -Fattori individuali -Fattori ambientali Caratteristiche: -Tono dell’umore molto basso -Preoccupazione -Poca energia -Ansia da separazione -Insonnia Frequenza della depressione in età evolutiva -Circa il 2 % dei bambini in età scolare (fra i 6 e i 12 anni) mostrano sintomi di depressione. Con la pubertà, la percentuale di depressione aumenta a circa il 4 % complessivamente. -Con l’adolescenza le ragazze hanno una maggior probabilità rispetto ai maschi di soffrire di depressione per la prima volta. Questo maggior rischio di contrarre la depressione rispetto ai maschi persiste durante il resto della vita. -La depressione è diagnosticabile anche prima dell’età scolare (2-5 anni) quando è più difficile che si manifesti, ma può comunque verificarsi. Depressione nell’adolescente Caratteristiche: -l’anedonia (ossia incapacità a provare piacere) -apatia -le difficoltà scolastiche -il senso di impotenza -l’ipersonnia -i cambiamenti del peso -i tentativi di suicidio -comportamenti " ribelli" o Disturbo bipolare La fase ipomaniacale e maniacale: La fase depressiva: -Disinibizione eccessiva -Segue spesso quelle maniacali e ipomaniacali - Euforia - L’umore è molto basso - Azioni impulsive - Il sonno e l’appetito possono aumentare o - Può divenire delirio di onnipotenza. diminuire. - La persona in mania, inoltre, non riesce a portare a - Ci si sente senza energie e facilmente affaticati, con termine alcun progetto. una grande difficoltà nel concentrarsi. - Grande energia, tanto da non sentire il bisogno di - Idee di suicidio o ad atti autolesionistici. mangiare né dormire. - Le fasi depressive solitamente durano di più di - Comportamento disorganizzato e inconcludente quelle maniacali, e sono anche più frequenti completarne alcuna. nell’arco della vita. Depressione senile Si differenzia dalla depressione dell’adulto (non c’è deflessione dell’umore) -Irritabilità -Facile affaticamento -Tendenza a rimanere a letto -Preoccupazioni ipocondriache -Profondi sentimenti di inutilità IL DISTURBO DELL’IDENTITA’ Un inciso -1973 l’omosessualità viene cancellata dal DSM -1987: Le caratteristiche n DSM IV disturbo dell’identità di genere si focalizzava sulla percezione di un’identità diversa dal senso biologico, senza considerare il disagio del soggetto n DSM 5 disforia di genere: -Marcata incongruenza tra il genere esperito e le caratteristiche sessuali -Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali -Forte desiderio di appartenere al genere opposto e di essere trattato come un membro del genere opposto -Sofferenza significativa o compromissione in ambito sociale e Lavorativo nei bambini -Forte preferenza per l’abbigliamento del sesso opposto e resistenza ad indossare quello del proprio genere -Forte preferenza per i ruoli tipicamente assegnati al genere opposto nei giochi di «far finta» o di fantasia -Forte preferenza per i giocattoli, giochi o attività tipicamente assegnati al genere opposto -Forte rifiuto per giocattoli, giochi o attività tipici del genere assegnato -Forte avversione per la propria anatomia sessuale -Forte desiderio per le caratteristiche del genere esperito qualche riflessione -La condizione deve essere associata a sofferenza significativa o a compromissione del funzionamento in ambito sociale, scolastico e in altre aree importanti -Un semplice comportarsi da maschiaccio nelle ragazze o un comportamento effeminato nei ragazzi non è sufficiente per definire il disturbo -Si manifesta entro i 2 o 3 anni 6 maggio LO SPETTRO AUTISTICO Dal DSM IV al DSM 5 DSM 5 e disturbo spettro autistico: Disturbo autistico - Sindrome di Asperger - Disturbo pervasivo dello sviluppo - Disturbo disintegrativo - Non più una diagnosi categoriale ma dimensionale Perché spettro autistico La differenza fra persone affette da autismo e le altre persone è di tipo quantitativo e non qualitativo Es.: la spiccata attenzione ai dettagli è presente, magari in forma lieve, anche in altre persone Definizione L'autismo è un disturbo dello sviluppo neurospicologico che si manifesta in marcate e persistenti difficoltà nelle seguenti aree: -interazione sociale -comunicazione -interessi e attività ludiche Un po' di storia 1943 Kanner: parla di psicosi infantile con sintomatologia molto caratteristica. - Incapacità di rapportarsi con l'ambiente -Tendenza ad isolarsi - Non recepire i segnali provenienti dall'esterno 1944 Asperger: parla di situazioni che variano da situazioni con danni organici a situazioni prossime alla normalità Succede che la comunità scientifica tende ad incolpare la mamma come causa del rapporto con il figlio => chiusura in se stesso del bambino autistico dovuto al fatto che la mamma non è in grdo di relazionarsi Per Bettelheim l’unica soluzione è togliere i bambini alle famiglie => si uscì da questa cosa negli anni 80 dove Bettelheim si rese conto che ne erano queste mamme frigorifero il problema e quindi si ipotizzarono altre cause - Anni 50 «genitori frigorifero» Caratteristiche Ci sono caratteristiche simili indipendentemente dal contesto geografico Ci sono differenze di genere, colpisce molto di più i maschi (3 a 1 o 4 a 1), nelle femmine colpisce però in maniera più grave Stime recenti: colpisce 1 su 150, in Italia si stima 1 su 250 Ci sono antecedenti, con frequenza significativa, di disturbi cognitivi o del linguaggio in famiglia Sia DSM IV sia ICD10 non prendono in considerazione le cause, ma forniscono griglie di osservazione per la diagnosi Perdura tutta la vita Cause / Sulle cause c'è molta incertezza. / Si ritiene ci sia una causa genetica Dati recenti parlano di un danno organico che si verifica nelle fasi di sviluppo del sistema nervoso Falsa ricerca aveva incolpato un vaccino per il morbillo Area interazione sociale incapacità ad usare adeguatamente lo sguardo faccia a faccia, l'espressione facciale, la gestualità e la postura (anomalie dei comportamenti non verbali) incapacità a sviluppare appropriate relazioni con i coetanei mancanza di reciprocità socio-emozionale mancanza di condivisione di divertimenti o interessi con altre persone Area comunicazione -ritardo o mancanza dello sviluppo del linguaggio verbale, non compensato dall'uso di gesti o della mimica 170% ha un ritardo dello sviluppo del linguaggio] -incapacità ad iniziare o a sostenere una conversazione in cui vi sia una reciprocità -uso di un linguaggio ripetitivo o stereotipato -assenza di gioco imitativo o inventivo Area degli interessi e attività ludiche preoccupazione pervasiva per uno o più interessi limitati adesione a pratiche o rituali specifici e disfunzionali manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere le mani) preoccupazioni per parti di oggetti o per elementi non funzionali dei materiali di gioco (odore, rumore, ecc.) Stereotipi più diffusi non parla: alcuni posseggono il linguaggio, spesso lo sviluppano in ritardo o non l'utilizzano in modo appropriato. non vuole comunicare con gli altri: in realtà non sa comunicare con gli altri. è chiuso nel suo mondo e non vuole essere toccato: non per tutti è così non migliorerà mai: con degli interventi possono ottenere miglioramenti significativi Sindrome di Rett Si tratta di una condizione riscontrata per ora solo nel sesso femminile, in cui uno sviluppo che all'inizio è apparentemente normale è seguito da: -perdita parziale o completa del linguaggio -perdita parziale o completa delle capacità motorie e dell'uso delle mani rallentato -rallentamento dell'accrescimento cranico in generale esordisce tra i 7 e i 24 mesi. Stime: 1 su 10.000 * E la seconda causa di ritardo mentale nelle bambine Sindrome di Rett: caratteristiche -Perdita progressiva della motricità fine: perdita dei movimenti intenzionali delle mani a favore dei movimenti stereotipati di torsione -Perdita progressiva della motricità grossa: andatura mal coordinata o instabile e/o di movimenti del tronco / Rallentamento dell'accrescimento cranico / Disfunzione della comunicazione Compromissione delle interazioni sociali Possono essere presenti disturbi del sonno, difficoltà respiratorie, crisi epilettiche. Quasi sempre segue un grave deficit mentale Sindrome di Rett: i quattro stadi clinici 1. Fra i 6 e i 18 mesi: rallentamento e stagnazione dello sviluppo psicomotorio, disattenzione verso l'ambiente circostante e verso il gioco, primi sporadici stereotipi con le mani, rallentamento della circonferenza cranica. 2. Fra i 18 ei 3 anni: rapida regressione dello sviluppo, compaiono manifestazioni di tipo autistico, perdita del linguaggio e dell'uso funzionale delle mani, comportamenti autolesivi. 3. Fino ai 10 anni: lo sviluppo si stabilizza, diminuiscono gli aspetti di tipo autistico, recuperato il contatto emotivo con l'ambiente. Hanno frequenti attacchi epilettici. 4. Dopo i 10 anni: migliora il contatto emotivo, gli attacchi epilettici sono più controllabili. Diversi problemi impediscono spesso alle ragazze di camminare. Sindrome di Asperger [autismo ad alto funzionamento] Sindrome caratterizzata dallo stesso tipo di anomalia qualitativa dell'interazione sociale che è proprio dell'autismo, insieme ad un repertorio limitato, stereotipato e ripetitivo di interessi e di attività. La sindrome differisce dall'autismo perché non vi è nessun ritardo nel linguaggio o nello sviluppo cognitivo. Spesso e associata a marcata goffaggine. C'è una tendenza a persistere nell'adolescenza e nella vita adulta. Area del comportamento sociale -Incapace di interagire con i compagni -Mancanza di comprensione degli indizi sociali -Comportamento sociale e affettivo inadeguato -Uso limitato di gesti Linguaggio corporco maldestro * Mimica facciale limitata Espressioni inappropriate Sguardo fisso e caratteristico Area del linguaggio I bambini con la sindrome di Asperger sviluppano il linguaggio in ritardo, ma entro i 5 anni parla fluentemente. Difficoltà: -Recuperare una conversazione -Fronteggiare l'incertezza e i dubbi -Superare la tendenza a fare commenti a sproposito -Sapere quando non bisogna interrompere -Interpretare in modo letterale Area degli interessi e abitudini -Interessi speciali -Ricerca di abitudini e di routine Area della sensibilità sensoriale => area molto importante per i ragazzi autistici -Sensibilità ai suoni -Sensibilità tattile -Sensibilità al gusto -Sensibilità visiva -Sensibilità dell'olfatto -Sensibilità al dolore e alla temperatura Punti di forza ~ Creatività ~ Sincerità ~ Umorismo ~ Profili superiori alla media in alcuni domini Stephen Wiltshire, 37 anni, artista londinese, e' capace di riprodurre nei minimi dettagli un paesaggio dopo averlo osservato per pochi minuti. LO SPAZIO -Occorre delimitare lo spazio e renderlo facilmente identificabile, di modo che il bambino possa coglierne gli aspetti funzionali -E' necessario limitare il più possibile la presenza di stimoli distraenti alle pareti -E' importante fare uso di scaffali dove riporre il materiale e che fungano anche da zone di confine tra uno spazio e l'altro -In generale, occorre predisporre un ambiente ordinato, stabile e facilmente identificabile (etichette di riconoscimento) I DISTURBI ALIMENTARI I disturbi dell'alimentazione Si tende ad individuare l'insieme dei disturbi dell'alimentazione essenzialmente in due sindromi: -anoressia nervosa -bulimia nervosa Anoressia nervosa Caratteristiche: perdita di peso l'eliminazione di cibi considerati ipercalorici (regime alimentare molto rigido) condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso scriteriato di lassativi e diuretici) notevole iperattività fisica. amenorrea, quindi la mancanza di mestruazioni era un segnale dell'anoressia. Bulimia nervosa Caratteristiche: attacchi di iperalimentazione anormale preoccupazione per il proprio peso corporeo abitudini atte a neutralizzare l'apporto calorico del cibo in seguito agli attacchi di iperalimentazione Anoressia e Bulimia a confronto ANORESSIA BULIMIA -Perdita di peso (15% al di sotto del peso normale) -Episodi ricorrenti di iperalimentazione -Perdita di peso autoindotta (no a cibi che fanno -Preoccupazione riguardante l'alimentazione, ingrassare) desiderio o senso di compulsione a mangiare -Percezione di se stesso come troppo grasso -Tentativo di mitigare gli effetti ingrassante del -Disturbo endocrino diffuso (donna-amenorrea, cibo(vomito, purghe, digiuni, farmaci) uomo-perdita di interesse e potenza sessuale -Percezione di se stesso come troppo grasso DSM 5 non è stato più messo nei disturbi dell'alimentazione, Vigoressia => Disturbo di Adone, disturbo che prende più facilmente gli uomini => la tendenza alla ricerca del corpo perfetto. Ossessivo compulsivo Disturbi d’ansia Disturbi che non si sa di preciso dove nascano. Se un aspetto relazionale o atti di bullismo Altri disturbi della nutrizione e dell'alimentazione Disturbo evitante e restrittivo dell'assunzione del cibo: ◦ evitamento del cibo ◦ mancanza di interesse per il cibo. Disturbo da Binge-eating: ◦ mangiare una quantità di cibo significativamente maggiore di quella di quella di cui si ha bisogno ◦ non è accompagnato da condotte compensatorie. ◦ frequentemente è associato con l'obesità, ma è possibile che una persona di peso normale soddisfi i criteri. Ortoressia Attualmente questo disturbo non è ancora riconosciuto come patologia, come l'anoressia e la bulimia, per cui non è annoverato nel DSM. Caratteristiche: fobia per i cibi che si ritengono non sani o contaminati ossessione delle componenti caloriche (zuccheri e grassi). Disturbo dell'alimentazione della I e II infanzia Si tratta di un disturbo dell'alimentazione con manifestazioni variabili, di solito specifico dei primi anni di vita. In genere comporta il rifiuto del cibo ed un comportamento alimentare estremamente capriccioso in presenza di un'adeguata disponibilità di cibo e di una persona ragionevolmente competente che si prenda cura del bambino, e in assenza di una malattia organica. Noi dobbiamo arrivare a far mangiare al bambino la quantità di cibo che lui ritiene indispensabile, per far sì che il bambino crei un rapporto con il cibo piacevole, dare al bambino l’idea che il cibo sia qualcosa di piacevole, il cibo è conviviale caso 21 anni. E' una bella ragazza, un po' sottopeso, ma di una magrezza non patologica. E infatti il suo problema non è l'anoressia, ma una serie di disturbi legati al cibo. Lamenta di essere troppo selettiva, mangia pochissimi alimenti e in piccole quantità. Se sgarra ha mal di stomaco ed altri disturbi. Tuttavia, il problema che la preoccupa di più e che l'ha portata in terapia è di tipo sociale. Riesce a consumare i pasti solo in casa ed in presenza dei famigliari o del fidanzato. Anche a mangiare una semplice pizza fuori con gli amici è fonte di grosso stress. Se si trova ad una grande tavolata viene presa da crampi o conati di vomito. Per evitare di trovarsi in situazioni imbarazzanti si trova quindi costretta a declinare gli inviti e questo è fonte di contrasti con il fidanzato. I genitori non emergono come eccessivamente rigidi o esigenti, entrambi cercavano di assecondarla senza obbligarla a mangiare. Unica nota negativa: il confronto costante con la sorella più paffuta e mangiona. 13 maggio IL DISTURBO DA DIPENDENZA DA SOSTANZE E LE DIPENDENZE COMPORTAMENTALI Disturbo da uso di sostanze L'inizio in adolescenza Nuove droghe o nuovi usi? I tre fattori che portano ad un consumo stabile: -Caratteristiche del soggetto -La sostanza e i suoi effetti -Il contesto Consumo dipendenza -Dominanza -Tolleranza -Astinenza Le diverse forme di dipendenza Dependance=> dipendenza fisica e chimica dell’organismo Addiction=> dipendenza psicologica che spinge alla ricerca dell’oggetto. E’ un profondo coinvolgimento del soggetto nei confronti di qualcosa. Fattori cognitivi Fattori motivazionali: -Provare emozioni forti -Ricerca del rischio e del limite -Migliorare l’immagine di sé -Appartenenza al gruppo Le principali classi di sostanze da abuso: - Stimolanti (cocaina e amfetamine) - Oppiacei (morfina, eroina e metadone) - Depressori (sedativi, ipnotici e ansiolitici) - Alcol - Allucinogeni (LSD) -Cannabinoidi (hashish e marijuana) Le sostanze psicoattive… Con il termine di “tossicodipendenza” l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce una “malattia ad andamento cronico e recidivante che spinge l’individuo, in maniera coatta, ad assumere sostanze a dosi crescenti o costanti per avere temporanei effetti benefici soggettivi, la cui persistenza è indissolubilmente legata alla continua assunzione della sostanza”. Nel DSM-5 la categoria “disturbi da dipendenza e correlati all’uso di sostanze” ha conosciuto cambiamenti sostanziali rispetto alle edizioni precedenti del DSM: le categorie di “abuso” e “dipendenza da sostanze” sono state riunificate in un unico disturbo, misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la diagnosi sono stati uniti in un unico elenco di 11 sintomi. Il Disturbo da Uso di Sostanze - Tolleranza: è necessario intensificare il comportamento di uso per raggiungere i medesimi effetti sull’organismo. - Astinenza: presenza di sintomi emotivi o fisici che si manifestano quando il soggetto non può mettere in atto il comportamento di assunzione. - Interruzione o riduzione delle attività sociali, lavorative o ricreative. - Tentativi infruttuosi di ridurre e controllare l’uso: è frequente che il soggetto abbia tentato da solo di ridurre l’uso o di “controllarlo”. - Dispendio di tempo: quando il disturbo si instaura un criterio da guardare è quello del tempo che il paziente dedica alla ricerca, all’utilizzo o al riprendersi dagli effetti della sostanza. - Perdita di controllo sull’uso: il comportamento di uso diviene “compulsivo”. - Uso continuativo nonostante la consapevolezza che la droga rappresenti un problema. - Uso ricorrente con incapacità ad adempiere i propri compiti. - Uso in situazioni a rischio: nel corso del tempo la capacità di stimare il rischio associato alle assunzioni si riduce progressivamente (ci si sente “costretti” a fare uso nonostante ci si debba mettere alla guida , ecc.). - Uso ricorrente nonostante ciò determini problemi sociali o interpersonali. - Craving: desiderio impellente della sostanza. DATI 2021 Relazione al parlamento Sostanze Tra gli studenti 15-19enni il 18% ha assunto una sostanza psicoattiva illegale nel corso dell’ultimo anno, il 10% ha fatto uso di sostanze nell’ultimo mese e il 2,8% ne ha fatto uso più volte a settimana. Il dato è in diminuzione dal 2017. La cannabis è la sostanza illegale più usata, il 18% degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta nel corso del 2021. Il 2,5% ne riferisce un uso quasi quotidiano, dato in leggero decremento. Oltre la metà degli utilizzatori ha avuto il primo contatto fra i 15 e i 16 anni e per il 91% rappresenta l’unica sostanza illegale utilizzata. Le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) [ecstasy, LSD, ecc] sono la seconda tipologia di sostanze più utilizzate. Nel 2021 il 4,8% degli studenti le ha assunte. Il 2% degli studenti hanno fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita, dato in crescita. Segue la diffusione dell’eroina, con una media di 3,2 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. Molto più ridotti, i consumi di metamfetamina, con una media di 0,14 dosi/1.000 abitanti/giorno e di ecstasy con una media di 0,05 dosi/1.000 abitanti/giorno. Sigarette Oltre un terzo ha fumato la prima sigaretta prima del compimento dei 13 anni di età. Il 21% degli studenti fuma quotidianamente, la maggior parte (53%) fuma al massimo 5 sigarette al giorno. Quintuplica in quattro anni la percentuale di studenti che utilizza sigarette senza combustione raggiungendo un quarto degli studenti come esperienza d’uso. Circa 600mila studenti nel corso del 2021 hanno utilizzato sigarette elettroniche con una prevalenza più alta fra le studentesse. Bevande alcoliche Oltre mezzo milione di studenti (21%), nel corso del 2021, ha consumato bevande alcoliche fino al punto di barcollare, non riuscire a parlare correttamente, vomitare o dimenticare l’accaduto. Psicofarmaci Circa 170mila studenti hanno utilizzato psicofarmaci senza prescrizione medica nel corso del 2021 con una prevalenza tripla fra le studentesse. Oltre il 50% lo ha fatto per “star meglio con se stesso” e “migliorare l’andamento scolastico”. Internet Sono oltre 350mila gli studenti che, nel 2021, hanno un profilo di rischio per l’uso di Internet. Cresce sensibilmente anche il numero di studenti coinvolti in fenomeni legati al cyberbullismo sia per quanto riguarda le vittime, che arrivano al 46%, sia per quanto riguarda i cyberbulli (29%). Gioco d’azzardo Il 68% degli studenti afferma di aver giocato ai videogame nel 2021. Il 21% risulta avere un profilo di gioco a rischio con percentuali quasi doppie fra gli studenti di genere maschile. Oltre un milione di studenti ha giocato d’azzardo nel corso del 2021: i giochi maggiormente praticati sono i Gratta&Vinci (72%) preferito soprattutto dalle ragazze e le scommesse calcistiche (35%) praticate in percentuale maggiore dai ragazzi. Gli studenti giocatori con un profilo di gioco problematico sono il 7% con percentuale tripla fra gli studenti di genere maschile. Isolamento Poco meno di un quinto degli studenti afferma che, nel corso della sua vita, si è isolato per un tempo significativamente lungo (non considerando il lockdown. Fra questi, circa un quarto è rimasto isolato per meno di una settimana, il 31% fra una e due settimane e il 21% per uno o due mesi. Il 17% degli studenti ha affermato di essere rimasto isolato volontariamente e che potrebbe avere le caratteristiche per una diagnosi “Hikikomori”. Inizio della pratica della tossicomania - Un adolescente emotivamente immaturo, che può disporre facilmente delle sostanze di abuso è il miglior candidato all’uso di sostanze se la gratificazione derivante da tale esperienza sarà superiore agli effetti collaterali iniziali, sgradevoli. - L’iniziazione alla sostanza da parte di gruppi di amici - Culture permissive - Un ambiente distruttivo in cui il giovane non possa sviluppare il senso di identità, non creda nelle proprie possibilità e non abbia speranze di futuro L’impossibilità di fronteggiare efficacemente le richieste di responsabilizzazione sociale - Sintomi psichiatrici, quali ansia e depressione, la presenza di sentimenti di ribellione e soprattutto comportamenti antisociali sono buoni predittori di predisposizione all’uso di sostanze. - I comportamentisti ritengono che sia l’effetto piacevole della sostanza che predispone e condiziona poi l’autosomministrazione. Problematiche 1. L’insorgenza e la diffusione sono in continuo cambiamento 2. L’arrivo al SERT non prima dei 14-16 anni e solo di alcune categorie 3. Le sostanze psicoattive vengono da sempre usate in tutti i modi e da tutte le classi sociali con funzioni molto diverse 4. In passato la tossicodipendenza era solo un problema sociale (Anni 70 – periodo di creazione dei SERT), ora l’assunzione di una sostanza è sempre l’espressione di una sofferenza psichica grave, combinata con l’esistenza sul mercato di queste sostanza. 5. Diffusione di sostanze a basso costo e facilmente reperibili 6. Differenza tra i vari tipi di droga (sigaretta, vino e coca) e differenza fra uso sporadico e craving 7. La tossicodipendenza è una malattia cronica, che inizia lentamente, da qui l’importanza degli educatori nel cogliere i primi segnali 8. Ragazzi che assumono sostanze sono sensibili all’aspetto emozionale, sentire il loro corpo è la loro ossessione. 9. Quasi tutti siamo dipendenti da qualche sostanza, quindi anche gli adolescenti, ma non bisogna confondere l’uso occasionale con la tossicodipendenza. Impulsività e compulsività -L’impulsività gioca un ruolo importante nello stadio iniziale del disturbo -Lo stadio più avanzato è caratterizzato da un comportamento di assunzione compulsivo e meno legato alla ricerca di gratificazione. Il DSM 5 Ha inserito all’interno del capitolo sui disturbi da uso di sostanze e dipendenze: - disturbo da gioco d’azzardo -il disturbo da gioco su internet Questo cambiamento riflette una nuova visione per cui alcuni comportamenti, come il gioco patologico, attivano il sistema di ricompensa del cervello con effetti simili a quelli delle droghe, motivo per il quale molti autori stanno cominciando a considerare le “dipendenze da sostanze” e le “dipendenze comportamentali” come manifestazioni cliniche con diverse analogie tra loro e trattabili secondo approcci similari. Gioco d’azzardo I tipi di gioco nell’adulto: -Agon: i giochi di competizione (es. prestazioni sportive) -Alea: giochi dove la vittoria e la perdita è legata al caso (es. casinò, lotteria) -Mimicry: gioco dove si finge di essere altri (es. spettacolo, carnevale) -Ilinx: gioco dove si cerca smarrimento fisico o emozioni forti (es. luna park) Il G.A. fa parte dell’alea, nega il lavoro, la pazienza e il valore personale. Ci si abbandona al destino. Gioco d’azzardo -DSM IV –TR: Disturbo del controllo degli impulsi -Nel G.A. vi è la perdita della funzione socializzante del gioco. -Giocatore d’azzardo: occasionale /compulsivo. -Dati: il rapporto donne – uomini è di 1-2 a 9. -Vi è un rischio familiare: i figli di giocatori hanno più probabilità di diventar a loro volta un giocatore. Gioco d’azzardo e giovani -Nei giovani si associa all’uso di sostanze, assenteismo scolastico, delinquenza, depressione, uso improprio o abuso di internet. -Nei giovani è più frequente nei maschi e nelle minoranze etniche a basso reddito. Gioco d’azzardo Evoluzione: -Prima: tensione e/o eccitazione -Durante: senso di gratificazione, piacere, sollievo -Dopo: senso di colpa, dispiacere, autorimprovero. Slot machine: possono determinare transitori stati dissociativi che isolano il soggetto dal contesto mantenendolo in uno stato oniroide di restrizione del campo di coscienza. Gioco d’azzardo -Come per le tossicodipendenze, sono descrittivfenomeni di tolleranza e astinenza nel giocatorevdipendente. -Il giocatore elabora delle giustificazioni per le vincite e per le perdite ed è propenso a ricordare più le vincite delle perdite, che vengono puntualmente sottostimate. In questo modo il soggetto si illude di controllare la fortuna. Gioco d’azzardo -I giochi rapidi, quelli dove si deve puntare nuovamente, creano rischio dipendenza da 3 a 16 volte maggiore dei giochi lenti, come per esempio la lotteria. -Un ricercatore ha fatto un’importante riflessione: individua come uno dei fattori a rischio il rapporto che l’individuo ha con la sorte. Cyber-dipendenza IAD = Internet Addiction Disorder abuso da dipendenza dello strumento La dipendenza da internet comprende aspetti differenti a seconda del tipo di attività svolta in rete: sesso virtuale, relazioni virtuali, gioco online (d’azzardo e non), ed è diffusa non solo tra le nuove generazioni, ma in grande misura anche tra adulti ed anziani. Caratteristiche: - Ore davanti al computer - Problemi scolastici e relazionali, finanziari, di lavoro e fisici - Inquietudine e irritabilità nella fase off line Cyber-dipendenza Soggetti più a rischio: - Dai 15 ai 40 anni - Quadro clinico problematico - Carenze comunicative - Isolamento -Difficoltà relazionali Sono più predisposti gli ossessivi-compulsivi e/o tendenti al ritiro sociale e/o con aspetti di inibizione nei rapporti interpersonali. Cyber-dipendenza Due tipi di «retomani»: 1. Con disturbi nell’area affettiva o con tratti ossessivi_compulsivi 2. Senza altre patologie Si è riscontrata un’associazione tra: -Uso di internet -disturbi dissociativi separazione di alcuni processi mentali dal resto della coscienza Comobilità tra disturbi legati ad internet, shopping compulsivo, gioco d’azzardo e altri disturbi psichiatrici. Cyber-dipendenza -240.000 adolescenti passano più di 3 ore al giorno on line; in casi estremi gli adolescenti vengono completamente assorbiti dalla realtà virtuale e passano l’intera giornata in una dimensione virtuale -Il rischio maggiore in cui può incappare un adolescente è quello di trasportare la propria vita virtuale in quella vera, finendo con confondere ciò che è reale con ciò che non lo è Tipi di cyber-dipendenza -Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction), caratterizzata da un’eccessiva tendenza a instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute in rete principalmente via chat, forum o social networks. In tale condizione, le relazioni online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e con gli amici reali. -Sovraccarico cognitivo (Information Overload), caratterizzato da una ricerca ossessiva di informazioni sul web: gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione dei dati in rete. -Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction), nella quale si individua un uso compulsivo di siti dedicati alla pornografia e al sesso virtuale. Gli individui sono di solito dediti allo scaricamento e all’utilizzo di materiale pornografico online, sono coinvolti in chat per soli adulti e possono manifestare masturbazione compulsiva. -Gioco Offline (Computer Addiction), caratterizzato dalla tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non sono giocati in rete. Shopping compulsivo All’inizio viene visto come sollievo immediato da ansia e stress emotivo, come fonte di gratificazione personale. RINFORZO DEL COMPORTAMENTO E’ una perdita cronica del controllo degli impulsi DSM IV- TR : Disturbo del controllo degli impulsi non altrimenti specificati. Per lo S.C. è corretto parlare di spettro impulsivo compulsivo perché sono rappresentate entrambe le componenti. Shopping compulsivo -Dati: dal 2% all’8% della popolazione adulta negli USA con un rapporto donne –uomini di 9 a 1. (in Italia non ci sono ancora studi). -La fantasia e l’immaginazione sono elementi importanti nel rinforzare i comportamenti compulsivi perché permettono all’individuo di anticipare conseguenze positive della propria attività. -Lo S.C. è spesso associato ad altre forme di addiction e a disturbi psichiatrici. Chi soffre di S.C. ha punti di riferimento esterni da cui è guidato. Shopping compulsivo Caratteristiche di personalità: -Bassa autostima -Tendenza a fantasticare -Abilità a vedersi diversi da come si è -Vissuto emotivo di ansia e depressione Cleptomania Prevalenza: 0,3-0,6 Diagnosi: -Non resistere all’impulso di rubare oggetti in modo ricorrente senza averne bisogno e non per ricavarci qualcosa. -Il furto è preceduto da tensione emotiva -Produce piacere, gratificazione o sollievo -Non è effettuato per rabbia o vendetta -Non è meglio spiegato da altri disturbi Cleptomania Cause: Le cause della cleptomania non sono chiare. È stato notato che nei familiari è presente un tasso maggiore di presenza di disturbo ossessivo-compulsivo e/o di uso di sostanze, tra cui alcol (DSM-5). Da non confondere con il furto come sfida. SCHIZOFRENIA La psicosi Disturbo che influisce sulle funzioni mentali con conseguente perdita del rapporto con la realtà. La psicosi può portare a cambia e delle funzioni mentali e all’insorgere di idee anormali. È molto difficile capire lo stato d’animo della persona. Sintomi caratteristici: Confusione delle funzioni mentali: la persona si esprime con frasi poco chiare o senza senso, ha difficoltà a concentrarsi, a seguire una conversazione e a ricordarsi le cose. Convinzioni false: è convinta che le illusioni siano vere che nessun discorso logico riesce a farle cambiare idea. Allucinazioni => percezioni senza oggetto, vedono cose che non ci sono Cambiamenti emotivi: lo stato emotivo può cambiare senza motivo Cambiamenti comportamentali: il soggetto si comporta diversamente dal solito DSM-5 Assume un approccio a spettro. Le persone ricevono una diagnosi a spettro a seconda del numero e del grado di deficit, a partire dal disturbo schizotipico di personalità caratterizzato da sintomi di bizzarria e stravaganza ma senza interruzione del grado di realtà, alla schizofrenia, dove le allucinazioni e i deliri sono preminenti. La gravità si colloca su un continuum. Cos'è la schizofrenia? Il termine deriva da una parola greca che significa «mente divisa» I pazienti affetti da schizofrenia (incidenza 1% ) possono: - ridere mentre raccontano un episodio tragico - avere allucinazioni - crede che ci siano delle forze che dirigono i suoi pensieri - che i suoi pensieri siano così potenti da influenzare le persone - assumere posizioni motorie bizzarre False credenze Le persone con schizofrenia hanno una doppia personalità Le persone con schizofrenia sono violente e pericolose. Le persone con schizofrenia sono pigre e inaffidabili. Le persone con schizofrenia non sono in grado di prendere decisioni razionali sulla loro vita. Le persone con schizofrenia sono imprevedibili. Esordio Fase prodromica: riduzione delle relazioni, peggioramento scolastico/lavorativo, insonnia, diff. concentrazione Fase attiva: sintomi si stabilizzano, presenza di deliri e allucinazioni Fase residua: diventano più evidenti il ritiro sociale e l'appiattimento effettivo Cause Fattori genetici (es.gemelli) Fattori biologici (legato al nostro cervello) Fattori ambientali Gli ambiti disfunzionali: Ci sono disfunzioni in diversi ambiti di primaria importanza: -il pensiero, la percezione e l'attenzione; -il comportamento motorio; -lo stato affettivo o emozionale I sintomi positivi (comprendono gli eccessi) L'eloquio disorganizzato si riferisce all'incapacità di organizzare le idee e di parlare in modo che un ascoltatore possa comprendere. I discorsi di uno schizofrenico sono incoerenti, i frammenti di pensiero e le immagini non sono connessi e risulta difficile capire esattamente ciò che egli vuole dire. Le allucinazioni esperienze sensoriali in assenza di qualunque stimolo ambientale. Le allucinazioni di tipo uditivo sono assai più frequenti di quelle di tipo visivo. Le più comuni sono quelle che si riferiscono ad una voce che ripete i pensieri della persona, o a voci che litigano fra loro. I deliri sono invece convinzioni contrarie alla realtà dei fatti. Lo schizofrenico ne soffre in quanto non si rende conto della sua condizione; egli appare assolutamente inconsapevole di ciò che gli succede e ritiene che sia tutto normale. Egli è convinto di essere suo malgrado il bersaglio di un agente esterno che gli impone determinate sensazioni, oppure che i suoi pensieri vengano emanati e che gli altri p

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