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Capitolo Capitolo 2 2 Sergio Vergalli [email protected] Politica Economica  Policymaker (“autorità di politica economica”): o Governo per le politiche di bilancio (fiscali) e quelle strutturali; o Banca centrale: per le politiche monetarie.  Diversi livelli...

Capitolo Capitolo 2 2 Sergio Vergalli [email protected] Politica Economica  Policymaker (“autorità di politica economica”): o Governo per le politiche di bilancio (fiscali) e quelle strutturali; o Banca centrale: per le politiche monetarie.  Diversi livelli di governo: nazionale, sovranazionale (ad es. politiche dell’UE), regionale, etc.  Approcci seguiti nella Politica economica: o normativo: dà indicazioni al policymaker su come modificare una data realtà (ad es. in presenza di “patologie”); o positivo: studia il comportamento effettivo dei policy- maker, soggetti a vincoli istituzionali, convinzioni teoriche e ideologiche, giudizi di valore, pressioni politiche e di lobby, interessi particolari. Obiettivi e Strumenti di Politica Economica  La teoria della politica economica considera due variabili fondamentali: 1. Obiettivi finali: macrovariabili che il policymaker intende modificare o tenere sotto controllo. Esempi: produzione (Y), livello dei prezzi (P), tasso di disoccupazione (u), bilancia commerciale (NX), ecc. 2. Strumenti: macrovariabili che il policymaker può direttamente manovrare (controllabilità) e la cui variazione influenza l’obiettivo finale (efficacia) Esempi: spesa pubblica (G), imposte (T), trasferimenti (Tr), offerta di moneta (intesa come base monetaria H), ecc. o Vi sono poi gli obiettivi intermedi, macrovariabili “a metà strada” tra strumento ed obiettivo finale, al quale sono connesse con una relazione stabile e devono essere abbastanza ben controllabili dal policymaker (sebbene non pienamente). Per esempio, nel campo della politica monetaria, se un dato strumento – ad es. la base monetaria H – controlla lo stock di moneta M, allora ci si può aspettare che anche il prodotto Y sarà prima o poi influenzato (considerati i legami tra M ed Y ipotizzati nei modelli economici). !!!! Classificazione di Obiettivi e Strumenti Classificazione degli obiettivi: o obiettivi fissi: predeterminati dal policymaker anche nel valore Esempi: far crescere il pil del 2%, tenere l’inflazione sotto il 2%, creare 1 milione di posti di lavoro, ecc. o obiettivi flessibili (o ottimi): derivati attraverso la massimizzazione di una “funzione del benessere sociale”, sotto il vincolo del modello economico positivo. Esempio: ridurre il più possibile la disoccupazione o l’inflazione (tenuto conto delle interdipendenze).  Classificazione degli strumenti proposta da Tinbergen: NO o strumenti quantitativi: variazioni quantitative delle variabili strumentali esistenti (ΔG, ΔT, ΔH, ecc.); o strumenti qualitativi: introduzione di nuovi strumenti, modifiche nei processi decisionali o attuativi relativi agli strumenti esistenti; o politiche di riforma, simili ai precedenti, implicano però ampi mutamenti nelle regole di funzionamento del sistema economico. o Il termine “riforme” è oggi associato soprattutto alle politiche strutturali, mentre nel caso delle politiche macroeconomiche si utilizza il concetto di “mutamento di regime di politica economica”. Gli obiettivi intermedi !!!!  Livello medio dei tassi d’interesse, proposto dai economisti keynesiani: o Politica monetaria «ancella» di quella fiscale, per eliminare l’effetto spiazzamento o Con una politica fiscale espansiva ( G), il tasso d’interesse aumenta (i), causando un effetto spiazzamento degli investimenti (I) e determinando un minor aumento di reddito: Y poco, in quanto α

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