Organografia Foglia PDF
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This document provides a detailed description of leaf (organography) structure, functions, and different types. It covers terms like nomofilli, embriofilli, succulente, and spines, emphasizing the diverse morphologies in plant life. Suitable for botany students or related studies.
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ORGANOGRAFIA FOGLIA Funzioni: Fotosintesi (nomofilli) Traspirazione Accumulo di nutrienti (cotiledoni) Accumulo di acqua (succulente) Difesa (spine) Protezione delle gemme (perule) Sostegno (cirri) Cattura e digestione degli insetti, assorbime...
ORGANOGRAFIA FOGLIA Funzioni: Fotosintesi (nomofilli) Traspirazione Accumulo di nutrienti (cotiledoni) Accumulo di acqua (succulente) Difesa (spine) Protezione delle gemme (perule) Sostegno (cirri) Cattura e digestione degli insetti, assorbimento dell’azoto (piante insettivore) Vessillifera (elementi del perianzio) MODIFICAZIONI delle foglie Nomofilli: foglia non modificata Embriofilli: detti anche foglie cotiledonali, hanno il compito di immagazzinare sostanze di riserva nei semi Catafilli = in organi sotterranei (rizomi o bulbi) funzione di protezione se membranosi o di riserva se carnosi Ipsofilli = dette anche brattee, servono a proteggere il fiore o l’infiorescenza Antofilli = foglie fiorali (petali, sepali, tepali) Sporofilli = responsabili della riproduzione METAMORFOSI fogliari: riduzione di grandezza, modificazione o soppressione di funzione Foglie SUCCULENTE: si modificano per avere principalmente funzione di riserva di acqua, accumulata in tessuti parenchimatici del mesofillo. Si ha un aumento di spessore per la formazione di vari strati di parenchima acquifero. Foglie e stipole SPINESCENTI: sono trasformate in spine ossia organi prevalentemente deputati alla difesa passiva e il fusto sviluppa attività fotosintetica e di riserva. Piante che crescono in climi aridi (come i cactus). VITICCI o CIRRI fogliari: La foglia si trasforma in un viticcio che cresce in contatto con un oggetto solido (tipici delle piante a fusto volubile). Foglie di piante INSETTIVORE: cambiamento molto profondo della foglia che trasforma in una trappola per la cattura di insetti. A seconda della disposizione reciproca dei due parenchimi si riconoscono Foglie BIFACCIALI Foglie ISOFACCIALI: il parenchima a palizzata si trova sia sopra l’epidermide della faccia inferiore sia sotto l’epidermide della faccia superiore e il tessuto spugnoso (poco abbondante) è al centro Foglie UNIFACCIALI: foglie di molte monocotiledoni, il parenchima a palizzata e quello spugnoso non sono distinguibili. In varie specie del genere Iris e Allium il lembo fogliare si incurva e i margini si saldano così che l’epidermide esterna corrisponde su entrambi i lati all’epidermide della faccia inferiore della foglia. Fillotassi disposizione della foglia sul fusto a seconda del numero di foglie presenti in un nodo: Alternata: ad ogni nodo si inserisce una singola foglia Opposta: ad ogni nodo si inseriscono due foglie Verticillata: ad ogni nodo si inseriscono più di due foglie PICCIOLO In gran parte delle angiosperme dicotiledoni le foglie sono dotate di un peduncolo, il picciolo, che connette la lamina fogliare al fusto. Le foglie con picciolo sono dette picciolate, quelle sprovviste sono dette sessili Inserzione di una foglia sessile: Inserzione nel mezzo del lembo perpendicolare al caule Amplessicaule: foglia, brattea o stipola con la base allargata che circonda il caule nel suo punto di inserzione Connato-perfogliate: foglie opposte, connate e concresciute, che avvolgono completamente con la base del lembo il ramo su cui sono inserite (come se il ramo le attraversasse) Margine fogliare Intero Piccole intaccature: − Dentato − Seghettato − Crenato Grandi intaccature Nervature fogliari Pedata: la nervatura principale si divide in due laterali Palmata o palminervia: più nervature che si distaccano dal piccolo (platano) Peltata: le nervature si dipartono a raggiera dal centro della lamina (ninfea) Pennata o penninervia: dalla nervatura centrale si distaccano le secondarie (olmo) Parallela o parallelinervia o listata: più nervature corrono parallele (grano) Retinervia: suddivisa in piccolissime nervature che permeano il mesofillo (digitale) MORFOLOGIA fogliare (nomofillo) Le foglie sono dette semplici se la lamina fogliare è intera, anche se profondamente lobata. Le foglie sono dette composte se la lamina è suddivisa in foglioline, ognuna dotata di un proprio peduncolo, definito peduncolo secondario o piccioletto. composta pennata: le foglioline si dipartono dal rachide (estensione del picciolo) composta palmata: rachide assente, le foglioline si dipartono dal picciolo FUSTO o CAULE Funzioni: Sostegno Conduzione Fotosintetica (giovani fusti) Riserva Fusti ERBACEI Acaule: non ha fusto Culmo: cavo e provvisto di nodi nei quali sono inserite foglie guainanti. È il fusto tipico delle Graminacee Calamo: fusto cavo ma sprovvisto di nodi ed è tipico dei giunchi Scapo: fusto senza rami dove i fiori e le foglie si trovano inseriti sulle due estremità opposte Stelo: porta fiori e foglie e, al suo interno è pieno di midollo (margherita, leguminose da granella, oleifere) Fusti LEGNOSI Suffrutice: fusto legnoso nella porzione basale e superiormente erbaceo Arbusto: simile all'albero, una pianta legnosa perenne, i cui rami si separano dal fusto centrale molto vicino al terreno, o il cui tronco non è presente del tutto, viene chiamato anche frutice e da alcuni è usato come sinonimo del termine cespuglio Arboreo: ramificazioni che iniziano ad una certa altezza, il fusto supera normalmente i 5 m Stipite: fusto allungato, non ramificato di piante arboree (palme), che presenta cicatrici per la caduta delle foglie che mantiene all'apice in una specie di pennacchio MODIFICAZIONI del fusto, strutture ipogee modificate con funzione di accumulo TUBERO (con funzione di riserva di nutrienti): organo vegetale ingrossato per abbondante sviluppo di parenchimi di riserva (è ipogeo). Esempi di tuberi caulinari sono la patata e il topinambur. La tuberizzazione può riguardare i tre organi fondamentali del corpo di una pianta (nella barbabietola tuberifica il colletto). La più frequente sostanza di riserva è l’amido (patata); non mancano altri glucidi, come l’inulina (topinambur) o anche zuccheri solubili (barbabietola), nonché mucillagini (Orchidacee) e, molto di rado, oli grassi. BULBO-TUBERO: Germoglio ipogeo a forma ovata simile al bulbo, ma con le foglie che lo avvolgono più sottili, non carnose (Gladiolo). Hanno una forma più o meno tondeggiante. Hanno delle radici nella parte bassa e le foglie che si originano dalla parte alta. RIZOMA: fusti modificati divenuti sotterranei e striscianti in orizzontale nel terreno, dotati della capacità di produrre radici e gemme per dare luogo a fusti aerei, e quindi adatti a propagare nuove piante. BULBO: strutturalmente è un fusto brevissimo (disco o girello) che da una parte è munito di tante radici fascicolate e dall'altra di una gemma. Quest'ultima è circondata e protetta da foglie, alcune interne (catafilli), ricche di sostanze di riserva, altre più esterne, secche e con funzione protettiva. Lo sviluppo della gemma, in condizioni ambientali favorevoli, darà luogo alla formazione di varie foglie verdi e di uno o più assi fiorali. Le sostanze di riserva contenute nei catafilli hanno il compito di nutrire il germoglio durante queste fasi. Fusti con funzione di propagazione Stoloni: fusti epigei (sono sopra la superficie) striscianti che partendo dal colletto della pianta stolonifera, si sviluppano sul terreno, nudi o con poche foglie ridotte a scaglie nella parte superiore dei nodi che inferiormente si radicano, facendo nascere nuove piantine che successivamente diventano autonome rompendo il collegamento con la pianta madre. Rappresentano un veloce sistema di riproduzione vegetativa. Fusti con funzione di riserva idrica: epigei e succulenti. Alcuni esempi sono il cactus, le euforbie e il fico d’india. Le pale del fico d’india sono rami appiattiti e specializzati che svolgono sia la funzione fotosintetica sia di accumulo idrico. Fusti con funzione fotosintetica: cladofilli (es. asparago). Fusti con funzione di difesa: le spine possono essere foglie (spine fogliari) o rami modificati (spine rameali). Fusti con funzione di sostegno Eretti (tulipani) Nutanti: si inclinano da un lato Rampicanti: attacco o sostegno di una pianta rampicante non volubile Volubili: si sostengono avvolgendosi ad un supporto I CIRRI o VITICCI derivano da metamorfosi (cirrazioni) del caule, delle foglie, delle stipole o di radici. Sono semplici (passiflora) o ramosi (vite del Canada), lunghi e volubili o semplicemente uncinati. EUSTELE: presenza nella stele di una cerchia di fasci vascolari, collaterali o bicollaterali (eventualmente aperti) disposti in modo ordinato I raggi midollari sono quelle aree di parenchima, presenti nei fusti eustelici (gimnosperme e dicotiledoni), che si trovano tra i fasci conduttori e mettono in comunicazione il midollo (se presente) con la corteccia. ATACTOSTELE: stele con fasci conduttori collaterali chiusi distribuiti con ordine sparso, è tipica delle monocotiledoni EPIDERMIDE Si forma dal protoderma che a sua volta trae origine dallo strato più esterno della tunica. Spesso monostratificata, con cellule allungate longitudinalmente (no spazi intercellulari). Parete tangenziale esterna con cuticola. Presenza di stomi (con cloroplasti) per garantire gli scambi gassosi. Può presentare dei tricomi. CILINDRO CORTICALE (eustele) Insieme di tessuti compresi tra l’epidermide e il cilindro centrale. Formata da strati cellulari prevalentemente parenchimatici, tra i quali si trovano spazi intercellulari più o meno ampi a seconda della specie. Spesso in fusti giovani il parenchima più esterno è fotosintetico. Possono essere presenti tessuti meccanici e secretori. CILINDRO CENTRALE (eustele) MERISTEMI SECONDARI Le gimnosperme e parte delle angiosperme dicotiledoni presentano un accrescimento secondario del diametro del fusto. L'accrescimento secondario è dovuto alla presenza di due diversi meristemi secondari: il cambio cribro-legnoso e il cambio subero-fellodermico. I tessuti che traggono origine da questi meristemi costituiscono il corpo secondario della pianta. Meristema ad attività dipleurica produce nuove cellule da entrambi i lati del meristema. Una cellula iniziale fusiforme si divide dando origine a una cellula madre del floema, rivolta verso l’eterno del fusto, e una cellula madre dello xilema, rivolta verso l’interno del fusto, che attraverso divisione cellulari e differenziamento daranno origina a cellule floematiche e xilematiche. Entrambe le cellule madri vengono prodotte insieme ad altre cellule iniziali fusiformi che potranno continuare l’attività dipleurica. L'attività cambiale è più intensa verso l’interno del fusto (viene prodotto più xilema) Le cellule iniziali dei raggi vanno incontro a divisione cellulare principalmente secondo piani longitudinali periclinati, dando origine a cellule allungate radialmente che formano i raggi midollari (coinvolti nel trasporto radiale dell’acqua, dei sali minerali, dei fotosintati o nell’accumulo di nutrienti e metaboliti secondari) Sistema ASSIALE: formato da cellule floematiche, xilematiche e iniziali fusiformi allungate secondo la direzione dell’asse maggiore del fusto Sistema RADIALE: formato da cellule dei raggi midollari e dalle iniziali dei raggi, con asse maggiore orientato radialmente Per migliorare la conduzione dell’acqua il lume degli elementi xilematici varia di diametro a seconda delle stagioni, questo permette di distinguere le cerchie annuali del legno. Modificazioni della zona esterna del fusto nel passaggio da struttura primaria a secondaria: Periderma: si origina per attività del fellogeno (cambio subero-fellodermico) e comprende fellogeno, sughero e felloderma. I tessuti esterni del periderma degenerano, si forma un secondo periderma nello spessore del libro secondario. I tessuti di quest’ultimo degenerano e formano il ritidioma, un nuovo periderma si formerà più internamente. Scorza o ritidoma: nella maggioranza delle piante arboree, rappresenta l’insieme dei tessuti che vanno dal sughero più interno fino all’ esterno della pianta (detta anche corteccia esterna). XILEMA SECONDARIO nelle gimnosperme Legno OMOXILO poiché presenta una struttura semplice ed omogenea Assenti: fibre sclerenchimatiche, cellule parenchimatiche, trachee Sistema assiale: tracheidi con parete ispessita aventi funzione di conduzione e di sostegno (fibrotracheidi) con punteggiatura areolata, tra le facce combacianti di due cellule affiancate le punteggiature sono corrispondenti (ruolo nella comunicazione tra cellule contigue). Presenza di dotti resiniferi. Sistema radiale: costituito da raggi midollari, spesso uniseriati (formati da un singolo strato di cellule), costituiti da cellule parenchimatiche e talvolta da tracheidi dei raggi midollari. Presenza di dotti resiniferi. XILEMA SECONDARIO nelle angiosperme Legno ETEROXILO poiché presenta una struttura complessa ed eterogenea Sistema assiale: trachee e tracheidi presenti, fibre di sostegno, cellule parenchimatiche, presenza di dotti secretori (resiniferi, oleiferi, gummiferi) Sistema radiale: costituito da raggi midollari uni o pluriseriati formati da cellule parenchimatiche. Presenza di dotti secretori (resiniferi, oleiferi, gummiferi) RADICE Organo sotterraneo. Funzioni: Assorbimento di acqua e sali minerali Ancoraggio della pianta al terreno Sito di accumulo di sostanze nutritive Produzione di ormoni Apice Cuffia: funzione protettiva, costituita da poche decine di file di cellule Protoderma: origina i tessuti tegumentali Meristema fondamentale: origina i tessuti parenchimatici Procambio: origina xilema e floema primari (tessuti di conduzione primari) Le cellule della zona di differenziazione (accrescimento) pur presentando una residua attività mitotica sono caratterizzate da una forte crescita per distensione (aumento delle dimensioni cellulari) Zona di assorbimento Radici laterali: prendono origine dal periciclo Peli radicali: strutture specializzate per l’assorbimento di acqua e sali minerali, parete ricca di mucillagini. I nuovi peli si formano poco al di sopra della zona di distensione quasi alla stessa velocità con la quale i più vecchi muoiono e cadono CILINDRO TEGUMENTALE: rizoderma+esoderma CILINDRO CORTICALE: parenchima di riserva+endoderma Corteccia: parenchima pluristratificato a funzione di riserva (spesso amilifero) Endoderma monostratificato privo di spazi intercellulari e con parete primaria suberificata (BANDA DEL CASPARY). Monocotiledoni ispessimento a U, dicotiledoni ispessimento a O. CILINDRO CENTRALE: periciclo+tessuti conduttori+midollo (midollo solo nelle monocotiledoni) Periciclo: costituito da un unico strato di cellule poste immediatamente al di sotto dell'endoderma. L'endoderma ha origine comune con il cilindro corticale, il periciclo invece deriva dal procambio, la sua origine è comune a quella del sistema di conduzione, e pertanto, si considera appartenere al cilindro centrale. Da esso si originano le radici laterali (strato rizogeno) Tessuto conduttore Xilema o legno: formato da vasi associati a cellule parenchimatiche e fibre Floema o libro: formato da tubi cribrosi associati a cellule parenchimatiche e fibre SISTEMA VASCOLARE Dicotiledoni e gimnosperme: radice con i tessuti vascolari a disposizione raggiata Monocotiledoni: presenza del midollo, tessuto parenchimatico centrale spesso a funzione di riserva amilifera STRUTTURA SECONDARIA della radice In tutte le gimnosperme e in molte angiosperme dicotiledoni, là zone di struttura primaria è limitata a un breve tratto a cui segue una zona di struttura secondaria. Nelle angiosperme monocotiledoni generalmente non si formano tessuti secondari. MERISTEMI SECONDARI Cambio cribro-legnoso: si origina dallo sdifferenziamento di alcune cellule parenchimatiche in corrispondenza delle arche floematiche. Genera xilema secondario verso il lato interno e floema secondario verso l’esterno (attività dipleurica) Cambio subero-fellodermico con attività dipleurica Passaggio dalla struttura primaria alla secondaria Si forma un anello cambiale continuo di forma sinuosa. Il cambio produce legno e libro secondari, inizialmente solo nelle zone tra le arche di legno primario: in queste zone il cambio viene spinto all’esterno, l’anello cambiale perde la sua forma sinuosa. Tre tipi principali di radice Radice a fittone: la radice principale permane viva per l’intera vita della pianta, le radici laterali restano più corte e sottili Radici fascicolate: le radici laterali si accrescono uniformemente alla radice principale Radici omorriziche: non vi è una radice principale Radici tuberizzate: Radici in cui prevale la funzione di riserva, cessata la funzione di assorbimento, metamorfosano facendo prevalere nella loro struttura interna i tessuti parenchimatici con funzione di accumulo di carboidrati A differenza dei bulbi e dei tuberi (fusti modificati sotterranei) le radici tuberizzate non possono generare da sole una nuova pianta (non hanno gemme), la nuova vegetazione si sviluppa dal colletto (punto d’incontro delle radici con il fusto) Pneumatofori: Radici ricche di parenchimi aeriferi, che in alcuni casi si accrescono verso l’alto (geotropismo negativo) così da fuoriuscire dal terreno e facilitare l’areazione (radici respiratorie) delle radici di piante con apparato radicale sommerso Avventizie: Produzione di radici non da altre radici, ma dal fusto o da foglie Tabulari: radici avventizie che prendono origine dai rami e formano colonne di sostegno agli stessi. Rimangono superficiali e si dipartono a raggiera dalla base del tronco Austori: Apparati che si insinuano nei tessuti della pianta ospite (parassitata) per ricavarne sostanze nutritive Fotosintetiche: Piante che vivono nelle rapide di alcuni fiumi tropicali e piante epifite, di aspetto laminare è un organo di assimilazione Micorrize: Radici in simbiosi mutualistica con funghi che favoriscono l’assorbimento di sali e acqua alla pianta stessa cedendo composti elaborati. Gli scambi nutrizionali consistono nel movimento del carbonio organico dalla pianta verso il fungo e di elementi minerali presenti nel suolo dal fungo verso la pianta. ECTOMICORRIZA: il fungo forma un mantello esterno che arriva a ricoprire gli apici radicali (angiosperme arboree e conifere) ENDOMICORRIZE: il fungo penetra all’interno delle cellule radicali Noduli radicali: simbiosi con batteri azotofissatori RIPRODUZIONE Vegetativa (agamica): permette la duplicazione di un individuo attraverso la divisione del corpo vegetativo o attraverso il distacco di una sua parte. Il nuovo individuo è un clone dell’individuo da cui è stato generato. La riproduzione agamica può avvenire attraverso diversi processi: Scissione: formazione di due cellule figlie in seguito a divisione mitotica di una cellula iniziale. Tipica di organismi unicellulari (batteri) Gemmazione: formazione di cellule figlie in seguito a divisione mitotica di una cellula madre in un organismo pluricellulare (lieviti) Sporulazione: produzione di mitospore capaci di germinare e dare origine a un nuovo individuo (funghi e alghe) Frammentazione: nelle piante superiori avviene naturalmente attraverso la formazione di bulbilli, bulbi, tuberi, stoloni, rizomi oppure artificialmente attraverso talea, margotta, innesto Sessuale (gamica) Caratterizzata da due eventi: La produzione di 4 cellule aploidi (n) a partire da una cellula diploide (2n) in seguito a meiosi La fecondazione (gamia) per fusione di due cellule aploidi (gameti) con formazione dello zigote (2n) FIORE Struttura: Peduncolo fiorale Ricettacolo: porzione apicale del peduncolo su cui si inseriscono le componenti fiorali Sepali: appendici sterili che si inseriscono sul ricettacolo al di sotto dei petali. L'insieme dei sepali costituisce il CALICE Petali: appendici sterili che si inseriscono sul ricettacolo al di sopra dei sepali e al di sotto degli stami e dei carpelli. L'insieme dei petali costituisce la COROLLA Perianzio: insieme di sepali e petali Calice e corolla costituiscono gli elementi sterili del fiore. Stami: chiamati collettivamente ANDROCEO, sono formati da un filamento che termina in un’antera bilobata, ogni antera è formata da due parti simmetriche (teche) unite da tessuto parenchimatico (connettivo) in cui corre un fascio vascolare. Ogni teca contiene due cavità (logge/loculi) che si fondono poco prima dell’apertura dell’antera. Le logge contengono i granuli di polline e sono rivestite da un tessuto, il tappeto, che nutre i granuli pollinici durante il loro sviluppo. Al di sotto dell’epidermide si trova uno strato di cellule con parete ispessita, l’endotecio, esse sono responsabili dell’apertura dell’antera che si verifica in seguito alla disidratazione dell’antera stessa. Pistilli: chiamati collettivamente GINECEO, sono formati da un ovario che racchiude gli ovuli, una parte intermedia chiamata stilo e una parte superiore chiamata stimma Carpelli: foglie modificate che danno origine ai pistilli Stami e carpelli costituiscono gli elementi fertili del fiore. Classificazione delle piante superiori in base ai sessi e alla loro collocazione nei fiori: Dioiche: piante a sessi separati, individui a fiori femminili e individui a fiori maschili (kiwi, luppolo, canapa) Monoiche: piante ermafrodite con individui che portano entrambi i sessi Diclini: fiori maschili separati dai femminili portati sullo stesso individuo (betulla, nocciolo) Monoclini: fiori unici portanti organi sessuali femminili e maschili (digitale, papavero, camomilla) Varianti fiorali SESSILE: inserito direttamente sul fusto senza peduncolo NUDO: manca di calice e corolla PERFETTI o MONOCLINI o ERMAFRODITI: hanno sia l’androceo che il gineceo IMPERFETTI o DICLINI o UNISESSUALI: nel fiore è presente uno solo degli organi riproduttivi. Fiori staminiferi o maschili: solo androceo, fiori pistilliferi o femminili: solo gineceo Placentazione: disposizione degli ovuli all’interno dell’ovario Parietale: gli ovuli si originano dalla parete dell’ovario o da sue estensioni Assiale: gli ovuli sono portati da una colonna centrale di tessuto in un ovario concamerato Centrale libera: gli ovuli sono portati da una colonna centrale di tessuto non collegata alle pareti dell’ovario Mitosi: processo di divisione che porta alla clonazione cellulare Meiosi: parte di un meccanismo legato alla riproduzione sessuale, determina la produzione di cellule diverse dalle progenitrici IMPOLLINAZIONE In seguito alla deiscenza (apertura) dell’antera il granulo pollinico viene rilasciato e trasportato allo stimma AUTOGAMA: autoimpollinazione ALLOGAMA: impollinazione incrociata Dispersione dei semi attraverso il vento (anemocoria): semi estremamente leggeri o con tegumenti modificati in appendici pelose o alate Attraverso gli animali (zoocoria): presenza di strutture ad uncino o spine in grado di impigliarsi tra i peli dell’animale. Oppure specie con frutti commestibili in grado di attraversare il tratto digerente senza danni Attraverso l’acqua (idrocoria): acqua piovana, corsi d’acqua, acqua salata (noce di cocco essendo in grado di galleggiare sfrutta correnti marine per colonizzare nuoci territori) Autodisseminazione (autocoria): il frutto a maturazione avvenuta, contiene un gas sotto pressione e una sostanza mucillaginosa. Spontaneamente o al minimo contatto i semi contenuti nella sostanza mucillaginosa vengono spruzzati a distanza, la capsula viene lanciata in direzione opposta EMBRIOGENESI: eventi che vanno dalla fecondazione alla formazione dell’embrione Con l’embriogenesi si stabilisce l’organizzazione della pianta costituita da organizzazione apice-base organizzazione radiale GERMINAZIONE non è un evento casuale il seme attende il momento favorevole per germinare Fattori per interrompere la quiescenza del seme Disponibilità di acqua: processo di imbibizione. Il seme è in grado di assorbire una quantità d’acqua pari a 2/3 volte il duo peso secco, questo processo non coinvolge attività metaboliche ma avviene perché il seme presenta un potenziale idrico molto basso. Presenza di ossigeno: attivazione del metabolismo respiratorio che demolisce le macromolecole di riserva presenti nei semi per produrre ATP e molecole più piccole, trasportate e utilizzate per lo sviluppo della pianta Temperatura adeguata Per alcuni semi detti fotoblastici la luce è un fattore essenziale per la germinazione Germinazione di un seme DICOTILEDONE (fagiolo): il seme si imbibisce di acqua, i tegumenti si lacerano ed esce una prima radichetta che cresce verso il basso e si ramifica. L’asse ipocotile si allunga e porta i due cotiledoni fuori dal terreno. La pianta neoformata si nutre a scapito delle riserve dei cotiledoni, parenchima di accumulo dei semi ormato di norma da due involucri: tegmen (interno) e testa (esterno), che successivamente diventano verdi e fotosintetizzanti. L’asse epicotile allungandosi permette lo sviluppo e la distensione delle prime foglie. Germinazione di un seme MONOCOTILEDONE (mais): Il seme si imbibisce di acqua, i tegumenti si lacerano ed esce una prima radichetta, che cresce verso il basso e si ramifica. L’unico cotiledone presente ha la funzione austoriale e assorbe il nutrimento presente nell’endosperma. Il germoglio è avvolto dal coleoptile che, allungandosi, formerà le prime foglie. Germinazione Epigea: ipocotile si allunga portando in superficie i cotiledoni Ipogea: epicotile si allunga e i cotiledoni rimangono nel terreno