MONDO GRECO (ordine ionico e tempi sicilia) PDF
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Università degli Studi di Firenze
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This document provides an analysis of ancient Greek temples from various locations, focusing on the Ionic order and temples in Sicily. It details characteristics, design elements, and construction of these temples, using examples from specific sites like the Temple of Hera at Olympia.
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## elementi orizzontali venivano sottolineati con il colore rosso mentre il giallo oro per le gocce, ricordando il materiale originario, ossia il bronzo. Come facciamo a sapere che erano colorati se i resti che vediamo oggi hanno perso queste tracce di colore? Grazie alle tombe (in particolare mace...
## elementi orizzontali venivano sottolineati con il colore rosso mentre il giallo oro per le gocce, ricordando il materiale originario, ossia il bronzo. Come facciamo a sapere che erano colorati se i resti che vediamo oggi hanno perso queste tracce di colore? Grazie alle tombe (in particolare macedoni, come quella di Filippo II) scavate e ritrovate, visto che sono rimaste sotto la luce del sole solo per il tempo necessario alla costruzione e poi interrate, quindi il colore si è conservato quasi interamente. ### Tempio di Era ad Olimpia (Heraion) Ci spostiamo nella città di Olimpia, nella regione dell'Elide nel Peloponneso, dove si trova il Tempio di Era (Heraion) nel quale si sono rivelate le forme iniziali del tempio monumentale dorico, forme che hanno raggiunto l'apice nel tempio di Zeus, sempre a Olimpia; ci troviamo sull'altis di olimpia, il bosco sacro di platani e ulivi/selvatici, che si trovava al centro di questa vasta area sacra dedicata a Zeus. Il recinto sacro, che prende il nome di temenos dal verbo greco temno, ovvero tagliare, era considerare un ritaglio di cielo proiettato sulla terra e, per questo, conteneva i principali templi; aveva diversi accessi ed era aperto a tutti i visitatori. Questo è uno dei templi che testimonia la lenta pietrificazione perché gli incastri dello stilobate mostrano il passaggio dai fusti originariamente in legno a quelli litici. Il tempio è periptero esastilo e presenta una peristati di 6x16 colonne doriche. La cella è 20x100 piedi (1 piede circa 30 cm) e questa dimensione di 100 piedi era ritenuta una misura sacra e i templi costruiti con questa particolare attenzione alla dimensione vengono chiamati "hecatonpedon'. Questa cella di 20x100 piedi è anche il rapporto con la peristasi perchè se prolunghiamo le pareti della cella vediamo che sono in asse con le colonne del pronao, in particolare con la seconda e la quinta colonna frontale, come sarà norma nei templi dorici successivi. Il tempio terminava con pronao e un opistodomo, entrambi distili in antis. Un'altra caratteristica di questo tempio, come sarà poi nei successivi, è l'allineamento delle colonne e dei pilastri interni alla cella con quelli della peristasi. Come tutti i templi aveva l'ingresso rivolto verso est e dal pronao si passava alla cella (in fondo alla quale si trovava la statua della dea Era) che però è particolare perché presenta una doppia fila di colonne che vengono alternate a dei setti murari. ### Analisi di alcuni templi Ci spostiamo sull'acropoli in Sicilia dove vengono realizzati una serie di templi di cui ne analizziamo 2. - Il tempio **C** è il più antico ed è un tempio dorico, ovviamente, periptero esastilo, il **naos** è estremamente allungato ed è una struttura che replica il megaron, ma in dimensioni monumentali. Il pronao anziché aprirsi con colonne sul fronte è chiuso da pareti con pesanti porte in bronzo e si accedeva alla cella da un gradino. Dietro il pronao troviamo il **naos** (proporzioni 1:4) dove era conservata la statua e dietro la cella l'**adyton**, l'ultima sala, chiusa all'esterno. Presenta una peristasi di 6x15 colonne che ha la stessa distanza dalle pareti della cella, davanti, dietro e anche sui lati lunghi. Ad un certo punto per dare maggior prestigio all'ingresso viene aggiunta una seconda peristasi di 6x2 colonne, creando un doppio portico della profondità di 2 interassi. Anche la scalinata davanti al tempio raddoppia sul fronte, sempre per dare maggiore magnificenza al prospetto. - Il tempio **a Selinunte**, a cui si ispira, sempre a Selinunte, venne attribuito ad Apollo per un iscrizione trovata nel 1871. È un tempio maestoso paragonato, per le dimensioni, al **Dídymaion**, un diptero monumentale attribuito ad Apollo a Didima, in Turchia; invece il tempio che stiamo analizzando è uno pseudo diptero (ovvero la peristasi è posta a distanza doppia e ci sarebbe spazio per una seconda peristasi). Il Didymaion aveva dimensioni immense ma era ionico quindi per le sue proporzioni era più adatto a leggere proporzioni colossali, mentre un tempio dorico, ad assumere queste proporzioni, appare veramente mastodontico ed eccessivamente tozzo e pesante infatti i diametri di queste colonne sono di 3/4 m quindi era una sequenza veramente serrata e incombente. È octastilo sul fronte, il pronao invece è tetrastilo. Viene iniziato verso il 520 ac ma rimane incompleto intorno al 409 ac, quindi non viene completato anche probabilmente per le dimensioni che stava raggiungendo perché si stavano sostituendo le prime colonne messe in opera con colonne più grandi e pesanti. Nella prima meta del sec ac l'adyton viene sostituito con un opistodomo, distilo in antis. Contrariamente alla consuetudine siciliana la cella era divisa in 3 navate, quasi della stessa ampiezza, da due file di colonne che erano necessarie a sorreggere il tetto di un vano di una cella che era davvero molto largo. Anche le colonne interne alla cella sono doriche ma più piccole di quelle della peristasi e ciò vuol dire che erano sovrapposte, infatti nella cella troviamo 3 ordini di colonne sovrapposti e questi devono raggiungere l'altezza del tetto, visto era impossibile usare una sola colonna dorica. La soluzione quindi è sovrappore gli ordini oppure cambiarlò totalmente, utilizzando un ordine alto e snello, come lo ionico. Al termine della cella troviamo il **naiskos** una sorta di tabernacolo all'interno della quale si trovava la statua del dio. Dietro questa edicola il percorso continuava, infatti si poteva camminare intorno alla statua con un percorso continuo a forma di π. Interessante è anche un'altra soluzione infatti tutte le navate, in cui è divisa la cella, hanno un loro ingresso separato. L'accesso libero al centro del tempio è possibile se le colonne sono presenti sul fronte in numero pari. Ci spostiamo adesso in **Campania**, a **Paestum**, dove troviamo un **Heraion**, detto **basilica** per la magnificenza delle sue forme, costruito dopo la meta del VI sec; rimane ancora intatta tutta la peristasi e si conservano anche importanti tratti di trabeazione. Le colonne sono molto tozze con una rastremazione estremamente evidente e anche l'entasi ha dimensioni che non sono state mai più raggiunte. Ha una peristasi che sorprende per alcuni motivi: la fila di colonne che si estende quasi a perdita d'occhio, c'è una contrazione degli interassi importante ed è il primo tempio ennastilo che troviamo (9x18 colonne) quindi comporta che la colonna dispari si posizioni proprio al centro del tempio, impedendo l'ingresso assiale (in architettura questo si chiama **pieno in asse**). Allineate a questa colonna dispari al centro del prospetto, troviamo anche la fila di colonne che taglia in 2 la cella che quindi è divisa in 2 navate (a cui corrispondono (2 ingressi) e la fila centrale di sostegni era funzionale a sostenere il tetto e si conciliava male con un ingresso centrale, creando problemi per la statua del dio da porre in fondo alla cella che necessariamente doveva trovarsi a sinistra. Questa soluzione è una soluzione arcaica, come nel tempio di Apollo a Thermos, mentre più avanti la cella si dividerà in 3 navate per lasciare la statua al centro. Dietro la cella di trova l'adyton. Doveva esserci una trabeazione molto alta. ### Tempio di Era (isola di Samo) Ci spostiamo nel mar Egeo, in particolare nell'isola di Samo. per incontrare il primo tempio di ordine ionico, ad opera degli ioni che portarono il culto di Era. Siamo nella prima metà del VIII sec Ac e questo è il più antico tempio greco, a noi noto, con una lunghezza di 100 piedi (hecatonpedon) e 20 di larghezza quindi uno spazio stretto e allungato e per questo erano necessari sostegni che correvano all'interno della cella che la dividevano in 2 navate spostando la statua da un lato (e ciò lo si può testimoniare perché la base è stata conservata). In un secondo momento viene aggiunta intornio all'edificio una leggera peristasi, inizialmente 7x 17 colonne, mentre verso il 670 ac un'inondazione distrugge il tempio e sui suoi resti viene edificato il secondo con pianta simile ma con forme più progredite, quindi diventa un periptero esastilo 6x18 colonne (non soltanto un numero pari di colonne sul fronte, ma anche un numero di colonne sul lato lungo pari a 3 volte quelle sul lato corto). Finalmente si può rinunciare alla fila interna nella cella che faceva da sostegno perché le tecniche erano avanzate e i sostegni si avvicinano alle pareti laterali della cella, però erano comunque necessari perché è un'ampiezza importante, ma almeno la cella è libera e la statua occupa di nuovo il centro. Successivamente sarà realizzata una terza versione del tempio, un progetto degli architetti Reco e Teodoro facendolo diventare sempre più monumentale, un dittero con pronao profondo diviso in navate che troviamo anche nella cella, e all'esterno (sempre rivolto ad est) l'altare per i riti. ### Artemision (nella città di Efeso) Ci spostiamo analizzando l'**Artemision** nella città di Efeso, dedicato alla dea Artemide: era un tempio considerato tra le 7 meraviglie del mondo antico ma di cui orá non resta più nulla. Troviamo tante novità e caratteristiche da sottolineare tra cui la prima è l'orientamento, infatti è il primo tempio ad essere orientato ad ovest e non ad est, probabilmente dovuto al carattere notturno di questa dea cacciatrice. Le colonne erano gigantesche anche grazie all'ordine ionico, slanciato, che raggiungeva altezze incredibili. Si tratta di un tempio diptero octastilo con una struttura colossale di 59x115m interamente realizzato in marmo, tutto regolarizzato con elementi disposti secondo una perfetta maglia ortogonale, infatti gli assi verticali e orizzontali delle colonne si intersecano perfettamente con i muri della cella. Gli interassi si allargano in corrispondenza dell'accesso principale, che è chiaramente più largo per sottolineare il carattere assiale del tempio; in corrispondenza dell'accesso, che sul fronte era libero, sul retro troviamo, al contrario, un'altra colonna che chiude l'interasse, quindi sul retro è ennastilo. C'è un pronao molto profondo che viene ovviamente diviso in 3 navate proprio per la presenza di queste 2 file di colonne che entrano all'interno del portico; al termine del pronao troviamo cella e dietro l'adyton. Di fronte al tempio, come sempre, troviamo l'altare per i sacrifici e interessante è che il frontone triangolare era bucato da 3 aperture per alleggerire il carico sull'architrave e per non gravare eccessivamente, di conseguenza, sulle colonne. L'ordine è raffinatissimo, decorato in ogni dettaglio: c'è la presenza caratteristica delle volute sul capitello e un (regio che è continuo e quindi poteva essere decorato o scolpito, a differenza di quello dorico che era caratterizzato da triglifi e metope; il fregio quindi si presta ad un'ampia narrazione (nel Partenone le processioni panatenaiche) e decorate sono anche le basi delle colonne. ### L'ordine ionico Questo genere di ordine è la più tipica espressione architettonica delle popolazioni ioniche che negli ultimi secoli del 2 millennio, una volta abbandonata la Grecia, si stanziarono nelle regioni occidentali dell'Asia minore dove nasce quella che definiamo la versione asiatica dell'ordine ionico. Nel V sec l'ordine ionico troverà una sua particolare espressione anche in terra attica, dando vita alla versione attica dell'ordine, ad opera di quelle popolazioni ioniche che erano rimaste li. Queste 2 versioni convivono fino alla fine del IV secolo a.c. quando, sempre in Asia minore, nasce e matura una nuova versione dell'ordine, una sorta di ibrido che fonde insieme i caratteri più tipici dell'ordine ionico attico con quelli del precedente asiatico. Quest'ultima evoluzione, definitivamente canonizzata in età ellenistica (e per questo chiamata versione ellenistica), si mantiene pressoché invariata fino all'età romana e risulta vincente perché la più ornata e ricca. Al di là di alcune differenze, sostanzialmente alcuni caratteri morfologici distintivi, rimangono, come il capitello con le volute che si trova in tutte e 3, mentre le differenze vere e proprie si concentrano negli elementi della trabeazione e nelle basi. Nella descrizione dell'ordine ionico partiamo dall'ultima versione, quella ellenistica, perché presenta caratteristiche di entrambi gli ordini; la analizziamo prendendo come modello il tempio di Artemide Leucofriene nella città di Magnesia sul fiume Meandro, in Asia minore: l'ordine si erge su un crepidoma che diventa sempre più alto e imponente e il primo elemento nuovo, dal basso verso l'alto, è proprio la base (susseguita da elementi concavi e convessi), visto che quello dorico non ha la base quindi in questo caso le linee fondamentali sono 9, anziché 8 come nel dorico. Il fusto è sopra la base e restano valide tutte le caratteristiche enunciate per l'ordine dorico come la particolare geometria ad arco di cerchio molto teso che si rastrema dall'alto verso basso con entasi a circa 1/3 dell'altezza; il fusto è scanalato ma le scanalature sono più piccole e frequenti, diventando 24 anziché 20 e sono divise non da uno spigolo vivo ma da un listello, un elemento piano. Sopra il fusto troviamo il capitello, caratterizzato dalla presenza delle volute, e sopra la colonna l'elemento orizzontale, ovvero la trabeazione divisa anche in questo caso in 3 elementi principali: l'architrave (che nell'ordine dorico era liscio, un unico blocco, mentre qui è tripartito in 3 fasce sovrapposte concluse dall'elemento finale, la cimazio), il fregio (è liscio e continuo, non come il dorico) e la cornice) (divisa a sua volta in sottocornice, gocciolatoio e sima, che si inclina nella colonna ad angolo, seguita dal gocciolatoio, che troviamo anche orizzontalmente al di sopra della sottocornice). Resta valido il discorso sul modulo, l'unità minima, che è il diametro alla base del fusto. La colonna è estremamente slanciata, in particolare in questo caso è di 9 moduli, mentre la trabeazione solo 2 ovvero circa 1/4 della colonna, mentre nel dorico era quasi la metà della colonna, rendendola ovviamente più tozza. ## de basi Gli elementi fondamentali sono gli stessi e sono le unità minime, le modanature: - **Asiatica:** più ricca perché presenta un maggior numero di elementi, visto che vengono duplicati; infatti in ordine troviamo plinto, tondini, scozia, tondini, scozia, tondini, toro, fusto; quindi troviamo gli stessi elementi principali (toro e scozia) ma divisi da coppie di tondini e manca il toro inferiore - **Attica:** in ordine troviamo il plinto (modanatura a base quadrata ma a sezione rettangolare), toro inferire (modanatura dal profilo a semicerchio, più grande del toro superiore), scozia (modanatura dal profilo concavo molto pronunciato, dal greco skotos che vuol dire ombra), toro superiore e infine il fusto (che inizia con un tondino, ovvero una piccola modanatura di raccordo a semicerchio) ## il capitello È l'elemento più rappresentativo dell'ordine ionico; si parte, dall'alto verso il basso, dall'abaco (una tavoletta che trasferisce il peso dei carichi superiori sulla colonna; potrebbe essere a sezione rettangolare ma più spesso ha un profilo a gola rovescia, che ha il suo specifico motivo decorativo), sotto l'abaco il **pulvino** che ha l'elemento caratteristico delle **volute** (ha le facce parallele a 2 a 2, significa che il fronte con le volute è quello parallelo all'architrave, lateralmente invece sono presenti dei motivi decorativi vegetali stretti al centro da una fascia, che si chiama **balteo**), anche in questo caso troviamo, l'echino con la sua decorazione ad ovoli e lancette e quindi dal profilo complesso, sotto l'echino troviamo un' **astragalo**, con la tipica decorazione a perline che stacca il capitello dal fusto. Le **colonne d'angolo** (in tutti i tipi di tempio, indistintamente) hanno un problema dovuto alla particolare forma del capitello, infatti c'è un incastro che non funziona e la cosa che disturba maggiormente è il fatto che all'angolo il capitello offriva contemporaneamente alla vista dell'osservatore 2 lati del capitello trattati diversamente; quindi decidono, esclusivamente nella colonna ad angolo, ⇒ di disporre le facce che presentano le volute in modo perpendicolare e non parallelo in modo che i due lati che presentano le volute diventano continui e le 2 volute d'angolo che si incontrano vengono piegate esternamente creando un angolo a 45°. Lo possiamo trovare nel portico dell'Eretteo, sull'Acropoli di Atene. Sull'angolo opposto rispetto a quello dove si incontrano le volute, le due parti si incontrano in un angolo interno a 90° che presenta 2 mezze volute. (MA) La vista frontale non è armonica, infatti avevano risolto il problema nella vista dall'esterno ma più mi sposto più trovo lo stesso problema. Quindi la soluzione finale è che basta replicare la soluzione precedente anche su tutti i lati, facendo nascere il **capitello ionico a 4 facce** in cui tutte e 4 sono costituite da volute, in tutti gli spigoli dove le volute si incontrano vengono accoppiate e disposte su un angolo di 45 (monumento delle Nereidi, Licia); ovviamente questa soluzione è studiata sempre per le colonne d'angolo, perché la visione d'angolo, da qualsiasi punto la di guardi, presenta la stessa visione su tutti i lati, osservando sempre il fronte principale. ## la trabeazione - La prima caratteristica comune a tutti è che l'architrave è tripartito ovvero costituito da 3 fasce sovrapposte concluse da un gruppo di piccole modanature - **Attica (Eretteo):** al di sopra dell'architrave in questa trabeazione troviamo un regio liscio continuo e poi sottocornice, gocciolatoio (con la modanatura a becco di civetta) e la sima (che ha una modanatura a gola dritta) - **Asiatica (tempio di Atena Polias a Prione, nella Ionia):** dopo il solito architrave tripartito troviamo una serie di piccoli elementi a forma di parallelepipedo a sezione rettangolare ripetuti in sequenza molto fitta chiamati **dentelli** (perchè ricordano una serie di denti); secondo alcuni studiosi i dentelli costituiscono già la sottocornice della trabeazione, che quindi sarebbe senza fregio - **Ellenistica (Tempio di Artemide Leucofriene, Magnesia al Meandro nella Ionia):** unisce gli elementi di quella attica e di quella ionica, infatti sopra l'architrave troviamo sia il fregio liscio attico che i dentelli asiatici, e poi, come sempre, gocciolatoio e sima Perchè i **dentelli** vengono riconosciuti come sottocornice? Bisogna fare una ricerca in quelle che dovevano essere le strutture originarie, ovvero in legno e genericamente più accettata di quella dorica perché è più semplice riconoscere negli elementi litici la forma e la funzione di quelli originali lignei, anche se poi su alcune questioni gli studiosi tornano a dividersi; la fonte letteraria più antica e principale è Vitruvio ma, nel caso dell'ordine ionico, a confermare l'ipotesi, abbiamo anche alcuni trovamenti archeologici ovvero dei piccoli monumenti funebri trovati in Turchia. Nel monumento in pietra questi elementi (dentell sono perfettamente visibili e riconoscibili e, molto probabilmente, nell'originaria costruzione in legno dovevano corrispondere a delle travi orizzontali del solaio perpendicolari all'architrave che corrispondono, nel tempio dorico, ai **triglifi** presenti nel fregio; quindi se i dentelli coprono le travi e costituiscono il fregio, perché non dovrebbero essere identificati come fregio se anch'essi sono le testate delle travi orizzontali? Però i triglifi sono più grossi mentre i dentelli sono più piccoli quindi devono essere ripetuti più spesso. Allora in sostanza triglifi e dentelli sono gli stessi elementi che coprono la testata delle travi orizzontali che si poggiavano sul architrave, che è tripartito perché, probabilmente, fatto da più assi di legno sovrapposte. ## DENTELLI = MUTULI DORICI Vitruvio invece ritiene che il corrispettivo dei dentelli fossero le travi inclinate del tetto, ovvero i **mutuli** nell'ordine dorico; per quanto riguarda invece l'origine del capitello, la sua forma e le sue proporzioni suggeriscono la sua derivazione da una soluzione costruttiva in cui i sostegni lignei erano sormontati da questi elementi orizzontali, molto allungati (chiamati a stampella), che offrivano dei vantaggi innanzitutto univano le 2 travi dell'architrave e poi offrivano alle travi una maggiore base d'appoggio, diminuendo anche la luce (distanza tra 2 sostegni verticali) che restava libera trai due sostegni verticali); poi per questioni estetiche si aggiunse il motivo delle volute. Quindi se riconosciamo nei dentelli i travetti orizzontali, ovvero una componente strutturale fondamentale per una struttura lignea, non possiamo certo immaginare che questi elementi orizzontale mancassero nella versione attica (semplicemente perché non li vediamo non significa che non ci fossero) e li troviamo sempre lì però probabilmente decisero di coprirli con una tavola lignea, come le tavolette in terracotta coprivano le testate nell'ordine dorico, cosi decidono di coprirli per avere una superficie da scolpire e decorare e ciò spiega anche perché la versione ellenistica, che unisce fregio liscio e dentelli, rappresenterebbe una incongruenza, visto che sto ripetendo lo stesso elemento due volte. Perchè yo fanno? Probabilmente perché questa versione nasce lontana dai luoghi di origine in cui erano sorte le altre versione, quindi si era persa la memoria di quello che dovevano essere gli elementi in origine; per cui decidono di replicare una forma semplicemenre per il suo valore decorativo e per questo la versione ellenistica avrà maggiore fortuna in futuro. ## Il colore dell'ordine ionico Come quello dorico è riccmaente decorato e colorato; anche qua lo testimoniano le tombe che venivano interrate e che quindi hanno conservato il colore originario. I colori utilizzati sono gli stessi, tra cui il rosso per gli elementi orizzontali, addirittura anche per l'occhio della voluta. ## Acropoli di Atene Ci spostiamo nell'Attica, nella città di Atene, in particolare nell'acropoli elevata su un costone roccioso dove troviamo tutta una serie di edifici sacri fondamentali per lo sviluppo dell'architettura occidentale: i **propilei** (ingresso monumentale a quest'area sacra all'interno della quale gli edifici non sono disposti ordinatamente lungo l'asse di percorrenza ma sono sempre obliqui per fornire l'angolo alla visione dello spettatore, che permetteva immediatamente di conoscere l'edificio nella sua interezza dando una percezione dello sviluppo dell'edificio e della sua profondità), il **tempietto di Atena Nike** (dea della vittoria), il **Partenone** ovvero l'imponente tempio dedicato ad Atena e l'**Eretteo**, un complesso di edifici sulla sinistra. ## Propilei Sono un edificio che segna l'ingresso, e sono resi ancora più monumentali dalla grandiosa gradinata che li precedeva. Furono costruiti tra 437 e 432 a.c. da Mnesicle in posizione dominante al culmine della gradinata monumentale; sono composti da una grande sala, fiancheggiati da 2 edifici a nord-ovest e sud-ovest. Il