Media Digitali e Maschilità - PDF
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Università degli Studi di Padova
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Questo documento analizza il concetto di maschilità nell'era digitale, esaminando come le tecnologie influenzano e sono influenzate dalle relazioni di genere. L'analisi esplora diversi aspetti, inclusi il gaming e le app di dating, evidenziando come gli stereotipi di genere siano spesso riprodotti o riadattati in questi nuovi ambienti.
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Media digitale e maschilità. DALLE ORIGINI ALLE MASCHILITÀ GLOBALI. Negli anni Ottanta nascono gli studi critici sulla maschilità, che, influenzati dai movimenti femministi e dagli studi di genere, analizzano la maschilità non come un dato biologico, ma come una costruzione sociale plasmata da relaz...
Media digitale e maschilità. DALLE ORIGINI ALLE MASCHILITÀ GLOBALI. Negli anni Ottanta nascono gli studi critici sulla maschilità, che, influenzati dai movimenti femministi e dagli studi di genere, analizzano la maschilità non come un dato biologico, ma come una costruzione sociale plasmata da relazioni di potere. => Raewyn Connell, nel suo libro Masculinities (1995), introduce il concetto di maschilità egemone: un modello ideale che legittima il dominio degli uomini sulle donne e organizza le gerarchie sia tra i generi che all’interno del genere maschile. Connell distingue tre relazioni tra maschilità: 1. Subordinazione: riguarda quegli uomini, come gli omosessuali, che sono esclusi dalla maschilità egemone perché ritenuti incompatibili con i suoi valori. 2. Complicità: descrive invece gli uomini che, pur non incarnando direttamente il modello egemone, traggono vantaggi dal sistema patriarcale e dalla subordinazione delle donne. 3. Marginalizzazione: si manifesta nelle relazioni di potere tra uomini appartenenti a diversi gruppi sociali, dove fattori come classe ed etnia interagiscono con il genere per creare ulteriori disuguaglianze. Questo approccio aiuta a comprendere le dinamiche di potere nella società e offre strumenti per decostruire le disuguaglianze di genere. Il concetto di maschilità egemone di Raewyn Connell ha tuttavia ricevuto diverse critiche per il rischio di essere visto come un modello statico, incapace di cogliere la fluidità e il cambiamento delle relazioni di potere. Per rispondere a queste critiche, negli anni Duemila sono state proposte nuove prospettive. Tra queste, l’idea di ibridazione della maschilità di Bridges e Pascoe descrive come la maschilità egemone possa adattarsi incorporando elementi di maschilità subordinate o femminilità, mantenendo però il suo dominio strutturale. Eric Anderson, invece, con la teoria della maschilità inclusiva, evidenzia come alcuni pilastri tradizionali, come l’omofobia e il rifiuto della femminilità, si stiano indebolendo, soprattutto tra i giovani, favorendo una maggiore apertura e vicinanza emotiva tra uomini. Infine, Karla Elliott propone la teoria delle maschilità accudenti, che valorizzano cura, emotività e parità, immaginando relazioni più egualitarie e basate sul rispetto reciproco. Questi approcci offrono una visione più dinamica e inclusiva, mostrando come le maschilità possano evolvere verso una società più equa e libera da gerarchie rigide. Gli studi critici sulla maschilità hanno ampliato il loro campo analizzando l’interazione tra genere e tecnologia, evidenziando come le innovazioni digitali abbiano trasformato non solo l’economia, ma anche le pratiche di genere. Inizialmente si pensava che il cyberspazio potesse superare le disuguaglianze di genere, offrendo spazi più fluidi e liberi dai vincoli tradizionali. Tuttavia, le tecnologie digitali hanno spesso rafforzato il predominio maschile, come evidenziato dal concetto di patriarcati transnazionali, che descrive l’uso delle ICTs (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) da parte degli uomini (soprattutto occidentali) per consolidare il proprio potere nel capitalismo globale. - Un esempio significativo è la GEEK MASCULINITY. I geek, spesso descritti come uomini eterosessuali ma desessualizzati, incarnano un modello basato su intelligenza tecnica e abilità computazionali. Nonostante questa apparente distanza dall’archetipo maschile tradizionale, la maschilità geek contribuisce comunque a riaffermare il predominio maschile, mascolinizzando lo spazio tecnologico e relegando le donne a ruoli marginali o subordinati. - Parallelamente, le tecno-maschilità, rappresentate da figure come Elon Musk o Mark Zuckerberg, incarnano un nuovo tipo di egemonia legata al controllo delle risorse tecnologiche e dei dati, consolidando il potere nell’economia digitale globalizzata. Queste dinamiche mostrano come la tecnologia, pur aprendo a nuove espressioni di maschilità, continui a rafforzare vecchie gerarchie e creare nuove disuguaglianze. I MEDIA DIGITALI E LE DIFFERENTI FORME DI MASCHILITÀ. Gli ambienti digitali stanno ridefinendo il concetto di maschilità, creando spazi dove le gerarchie di genere tradizionali possono sia rafforzarsi che essere messe in discussione. Le networked masculinities sono nuove configurazioni che emergono nei contesti digitali, modellate dalle norme sociali preesistenti. - Il gaming, ad esempio, pur valorizzando l’intelletto e l’abilità strategica, resta dominato da dinamiche misogine, dove episodi di trolling e sessismo rafforzano una maschilità egemone adattata al digitale. - Le app di dating, invece, mostrano modelli maschili diversificati, ma spesso ancorati a dinamiche di potere che privilegiano l’uomo come figura dominante. - Anche nella cura estetica maschile, l’adozione di pratiche tradizionalmente femminili come il trucco si limita a enfatizzare virilità e attrattiva, senza sfidare realmente il sistema patriarcale. Questi esempi dimostrano che, sebbene i media digitali offrano opportunità per ridefinire le maschilità, spesso riciclano vecchi modelli di potere adattandoli ai nuovi contesti. Gli ambienti digitali, come le chat e gli spazi virtuali dedicati agli uomini gay, hanno rappresentato a lungo rifugi sicuri per incontri e scambi, evolvendosi in luoghi visibili di espressione e negoziazione dell’identità maschile. Ad esempio, i gay fashion blogger utilizzano piattaforme digitali per sfidare stereotipi tradizionali della maschilità, combinando un tono professionale con espressioni più libere della propria identità queer sui social media. Questo equilibrio mostra come gli individui possano modificare l’espressione di sé in base al pubblico a cui si rivolgono, evidenziando il peso delle dinamiche egemoniche ma anche la capacità di resistere e creare spazi inclusivi. Blog su piattaforme come Tumblr dedicati alla body positivity, coinvolgendo uomini eterosessuali e queer, ridefiniscono la maschilità inclusiva. Utilizzando termini tradizionalmente associati al femminile, come cute o adorable, senza ironia, questi spazi accettano apertamente la diversità maschile. Celebrano la varietà dei corpi e partecipano attivamente all’attivismo. Questi spazi promuovono un’idea di maschilità inclusiva e equa, e si oppongono esplicitamente ai pregiudizi contro le donne (resistenza alla misoginia), mostrando come i media digitali possano essere utilizzati per sfidare e trasformare le strutture di potere tradizionali. Storicamente, la figura paterna è stata associata al ruolo di unico procuratore di reddito, distante dalla cura quotidiana dei figli. Tuttavia, negli ultimi decenni, grazie anche ai media digitali, si è assistito a un graduale spostamento verso modelli di paternità più partecipativi ed emotivamente coinvolti. I dad blog diventano un luogo privilegiato per osservare questo cambiamento. Con la condivisione di storie personali, fotografie e riflessioni, questi spazi hanno creato comunità online dove i padri possono confrontarsi sulle sfide e le gioie del ruolo paterno. Sebbene alcuni blog perpetuino stereotipi tradizionali, altri sfidano la visione dominante della maschilità, proponendo narrazioni più inclusive. In Nord America, i dad blogger più influenti, spesso bianchi e di classe medio-alta, utilizzano i loro spazi digitali per opporsi alla visione tradizionale della maschilità. Promuovono una paternità empatica e alleata del femminismo, affrontando questioni come il privilegio maschile, il divario salariale di genere, il razzismo sistemico e l'inclusione LGBTQIA+.