Lezione 5 (09-10-2024) - Sistema Osteo-Arto-Muscolare - Appunti PDF
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These notes detail the osteo-arto-muscolar system, outlining the different bone types (flat, long, short, irregular) and their function within the body. The introduction to the topic is also included.
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LEZIONE 5, 09-10-2024 SISTEMA OSTEO-ARTRO-MUSCOLARE INTRODUZIONE L’anatomia si può studiare dal punto di vista sistematico, attraverso lo studio degli apparati e dei sistemi, oppure dal punto di vista regionale o topografico, dunque per descrivere i rapporti e le regioni ca...
LEZIONE 5, 09-10-2024 SISTEMA OSTEO-ARTRO-MUSCOLARE INTRODUZIONE L’anatomia si può studiare dal punto di vista sistematico, attraverso lo studio degli apparati e dei sistemi, oppure dal punto di vista regionale o topografico, dunque per descrivere i rapporti e le regioni caratterizzanti il corpo umano. Nel corpo umano si possono identificare diverse regioni, comunemente indicate come: testa, collo, torace, addome, pelvi e gli arti superiori e inferiori; posteriormente, invece, c’è la zona superficiale, cioè il dorso. All’interno di tali regioni sono collocate delle cavità, le quali accolgono organi. Nella testa è collocata la cavità cranica che accoglie l’encefalo (la prof specifica che l’argomento verrà affrontato nella seconda parte di anatomia). TRONCO: IMPALCATURA OSTEO-MUSCOLARE Nella parte centrale del corpo umano, ovvero il tronco, sono contenute la cavità toracica, la cavità addominopelvica, che è a sua volta suddivisa in due cavità. All’interno delle cavità toracica e addominopelvica sono collocati gli organi che fanno parte dei vari apparati. Il tronco è chiuso inferiormente da una regione denominata pelvi o perineo, mentre superiormente è aperto, collegato con il collo. L’impalcatura del tronco è osteo-muscolare, dunque è formato da diverse ossa: - La gabbia toracica - La colonna vertebrale - La pelvi (ossa del bacino) La struttura è completata da muscoli che si inseriscono sulle ossa sopra elencate. L’insieme di ossa e muscoli nel tronco ha una funzione vitale, altrettanto importante di quella del cuore, ovvero la respirazione, attraverso l’introduzione dell’aria nei polmoni dal punto di vista meccanico. 1 SISTEMA OSTEO-ARTRO-MUSCOLARE: APPARATO SCHELETRICO Il primo dei componenti dell'apparato locomotore di cui si parlerà è l'apparato scheletrico. Esso è formato da poco più di 200 ossa, la loro struttura e funzione è di competenza dell’istologia. Dal punto di vista anatomico le ossa dell'apparato scheletrico si organizzano in quello che viene definito scheletro assiale e scheletro appendicolare. Lo scheletro appendicolare è formato dagli arti superiori e inferiori, lo scheletro assile è formato dalle ossa della testa, dal collo, dalla gabbia toracica, insieme al cingolo scapolare, da cui si articola l’arto superiore e il cingolo pelvico da cui si articola l’arto inferiore. Il sistema osteo-artro-muscolare verifica come l’apparato scheletrico, l’apparato muscolare e le articolazioni siano morfologicamente, anatomicamente e funzionalmente correlati. Dal punto di vista anatomo-funzionale il sistema osteo-artro-muscolare è l’insieme di queste componenti. Le ossa sono differenti tra loro e sono classificate in base alla loro forma in: Ossa piatte: prevalgono due delle tre dimensioni, mentre una è decisamente inferiore rispetto alle altre; in istologia si impara che le ossa piatte sono formate da due strati esterni di tessuto osseo compatto che contiene al suo interno tessuto osseo spugnoso. Alcune di queste sono collocate nel cranio; Ossa lunghe: una dimensione prevale sulle altre due. Alcune di queste sono collocate per esempio nel braccio (omero); Ossa brevi o regolari: le tre dimensioni sono molto simili, rendendo le ossa complessivamente regolari. Hanno un involucro esterno di tessuto osseo compatto, all'interno del quale è contenuto tessuto osseo spugnoso; Ossa irregolari: contengono sporgenze che le rendono irregolari e sono difficili da classificare. 2 Alcune ossa non sono compatte, ma, oltre ad avere il tessuto spugnoso all’interno, contengono delle cavità piene di aria e prendono il nome di ossa pneumatiche. Tali ossa sono collocate nella testa, soprattutto del neurocranio, ma anche nello splancnocranio come per esempio nell’osso mascellare. Esistono anche altri tipi di ossa, come le ossa suturali, sono ossa localizzate nello spessore delle articolazioni, per esempio quelle situate all'interno delle suture del cranio; in questo caso si parla di ossa sovrannumerarie, cioè che vanno al di là del numero base di ossa che noi possediamo e che possono essere in numero variabile. Le ossa sesamoidi, invece, sono contenute all'interno di legamenti. Per esempio la patella o rotula. CARATTERISTICHE DELLE OSSA LUNGHE Una cosa importante da sottolineare in un osso lungo è che ad esso non basta che una dimensione prevalga sulle altre, ma deve essere presente al suo interno un canale, la cavità o canale midollare, che contiene una struttura molto importante, ovvero il midollo osseo o il midollo rosso, molto importante per la produzione delle cellule del sangue, nell’ematopoiesi. Tutte le ossa lunghe sono formate da una porzione centrale allungata detta diafisi/corpo (nella quale è contenuta la cavità midollare) e da due estremità dilatate dette epifisi. Il corpo è formato da un involucro esterno di tessuto osseo compatto che contiene la cavità midollare mentre le epifisi sono formate da tessuto osseo spugnoso. STRUTTURE TIPICHE DELLE DIVERSE OSSA Le ossa difficilmente sono regolari e oltre ad essere diverse come forma e dimensione, le ossa differiscono anche per la presenza di diversi rilievi e depressioni. Infatti, spesso presentano delle sporgenze, in genere chiamate processi, assumono un nome specifico a seconda della forma e della posizione in cui sono collocate; per esempio, se sono rotondeggianti si tratta di una testa, se sono dei rilievi irregolari si tratta di rugosità. Tubercoli: sporgenze abbastanza regolari e rotondeggianti che possono essere più o meno sporgenti. Spine: sporgenze che hanno una forma triangolare o appuntita. Rugosità o tuberosità: non sono sporgenze organizzate ma sono rilievi o rugosità. Linee: rilievi sottili e allungati Creste: rilievi sottili e allungati collocati sulla sommità delle ossa Testa (del femore o dell'omero): è la sporgenza che si trova nell’estremità prossimale del femore (osso che forma l'impalcatura della coscia) e dell'omero (osso che forma l'impalcatura del braccio) ha una forma più o meno sferica o di una porzione di sfera. Le sporgenze hanno due funzioni: 1. affinché le ossa possano articolarsi con altre ossa; 2. affinché diano inserzione ai muscoli, poiché dove il muscolo si inserisce crea una trazione sull’osso responsabile della crescita dell’osso. Ulteriori elementi appartenenti alle ossa sono le depressioni, che vengono denominate in base alla tipologia, all’ampiezza; possono essere solchi, oppure fosse se sono più sottili e allungati. Nei solchi può passare un vaso, un nervo, un legamento, mentre abbiamo una fossa, come nel bacino, quando le depressioni sono più slargate e accolgono altre componenti ossee oppure, come nel caso dell'osso 3 dell'anca, servono per accogliere organi (in questo particolare caso gli organi della cavità addomino- pelvica). Ad esempio, la fossa iliaca accoglie gli organi che vengono protetti e adagiati nella fossa. Nelle ossa possono essere presenti anche dei fori (o orifizi) di dimensioni variabili che prendono il nome di fori o forami, che permettono il passaggio a legamenti, vasi e nervi. Nelle ossa del cranio i molti fori permettono il passaggio di vasi e nervi o in entrata o in uscita dal cranio. Fessure: fori con una forma più allungata che servono per dare passaggio ad un numero maggiore di strutture. I fori possono trasformarsi in veri e propri canali Canali: all'interno delle ossa del cranio sono presenti canali che hanno un foro di entrata e un foro d'uscita per dare passaggio a strutture in ingresso o in uscita dal cranio 4 CLASSIFICAZIONE DELLE ARTICOLAZIONI La seconda componente del sistema osteo-atro-muscolare è composta dalle articolazioni che servono per tenere insieme le ossa e permettono alle ossa di muoversi l’una rispetto all'altra. Esistono diversi tipi di articolazioni che svolgono funzioni diverse, dunque, possono essere classificate in base alla loro struttura e alla loro funzione. Le articolazioni vengono classificate sulla base della loro struttura. 1. Le articolazioni fibrose sono quelle che prevedono tra i capi articolari tessuto connettivo fibroso (il tessuto connettivo è quello più diffuso nel corpo umano). Il tessuto connettivo fibroso è resistente, conseguentemente le due ossa dell’articolazione fibrosa non compiono grandi movimenti; si tratta di articolazioni fisse che prendono il nome di sinartrosi. 2. Ulteriori articolazioni sono quelle cartilaginee, quindi tra le due ossa appartenenti all’articolazione è presente cartilagine, che risulta maggiormente malleabile e flessibile permettendo maggiore movimento rispetto alle articolazioni fibrose. Un tempo le articolazioni cartilaginee venivano chiamate anfiartrosi. 3. Il terzo tipo di articolazione è quella sinoviale, ovvero la diartrosi; essa è l’articolazoine mobile per eccellenza ed è chiamata così poiché tra le due ossa è collocata una cavità detta sinoviale, chiusa all’interno di una capsula. N.B. il termine anfiartrosi è poco utilizzato, perciò la distinzione si limita spesso a sinartrosi (tra le ossa è collocato connettivo fibroso e cartilagineo) e diartrosi. Alcune categorie delle articolazioni fibrose sono: gonfosi: è l’articolazione tra le radici del dente e l’osso di un alveolo nel quale esse sono contenute; è un’articolazione fibrosa e non consente alcun movimento; sindesmosi: sono tranci di tessuto connettivo che uniscono le estremità delle ossa lunghe; suture: sono articolazioni fibrose tra le ossa piatte che formano la scatola cranica. In questo tipo di articolazione i margini ossei non sono lisci ma presentano seghettature che si ingranano perfettamente e tra le ossa è interposto connettivo fibroso che completa l'unione tra le ossa e non consente alcun movimento. ARTICOLAZIONI CARTILAGINEE sincondrosi: sono articolazioni caratterizzate dalla presenza di cartilagine ialina tra le ossa, in questo caso è possibile un lieve movimento di un osso rispetto all'altro; sinfisi: è un’articolazione fibrocartilaginea, ovvero tra le due ossa che entrano in contatto c’è una struttura che è fibro-cartilagine, composta da tessuto connettivo fibroso e tessuto connettivo cartilagineo; è un’articolazione parzialmente mobile; anche in questo caso è possibile un lieve movimento tra le due strutture che entrano in contatto articolare; sinostosi: quando il tessuto connettivo o il tessuto cartilagineo interposto tra le ossa delle suture o delle sincondrosi è sostituito da tessuto osseo. In questo caso si ha una fusione completa tra le due ossa che prima erano in contatto articolare che diventano di fatto un osso unico. 5 CARATTERISTICHE DELLE DIARTROSI Le due ossa sono in contatto articolare e la diartrosi consente il massimo movimento. La struttura delle diartrosi è più complessa ma tutte le diartrosi hanno delle componenti obbligatorie: due capi articolari, ovvero le due ossa che entrano in contatto e che sono rivestiti, salvo diversamente indicato, da cartilagine articolare che di solito è cartilagine ialina; cartilagine articolare che riveste i due capi e che con il tempo può andare incontro a delle modifiche; capsula articolare che circonda il tutto, è un manicotto di tessuto connettivo fibroso che circonda e tiene insieme le due ossa. È situata e fissata tra i due capi; membrana sinoviale, che riveste la superficie interna della capsula, comprese le ossa e i capi articolari, escluse le superfici articolari, ovvero la cartilagine che non è ricoperta. Questa membrana produce il liquido sinoviale, ottenuto come prodotto del plasma sanguigno dai vasi che irrorano la membrana, e delimita la cavità articolare. Il liquido sinoviale ha una quantità variabile, in genere abbastanza ridotta e raggiunge al massimo qualche millilitro (si trova in quantità massima nell’articolazione del ginocchio, circa 3 ml). La funzione del liquido sinoviale è quella di lubrificare le superfici articolari. Questo liquido è composto principalmente da acido ialuronico e proteine il che consente anche di nutrire la cartilagine articolare; contiene anche macrofagi, che rimuovono i detriti dalla cavità sinoviale, e immunoglobuline, che servono a rendere sterile il contenuto della cavità articolare. Questo film di liquido è contenuto nella cavità articolare e la membrana lo ricava dai fluidi circolanti e contiene dei nutrimenti e immunoglobuline, dunque sterilizza l’ambiente. Oltre a queste strutture fondamentali, e quindi sempre presenti in tutte le diartrosi (capi articolari, cartilagine articolare sulle superfici articolari, capsula, membrana sinoviale, cavità articolare), ci sono altre strutture accessorie come i legamenti, il disco articolare e le borse sinoviali. 6 Se le articolazioni sono molto mobili, la capsula non è sufficiente a tenere unite le ossa durante il movimento, per cui possono essere presenti i legamenti. Si tratta di tralci di connettivo fibroso, che possono essere collocati all'esterno della capsula stessa (legamenti extra- articolari) o possono essere contenuti anche nella cavità articolare (legamenti intra-articolari). Un esempio potrebbe essere quello dell'articolazione del ginocchio si trovano infatti i legamenti crociati (intra-articolari) e i legamenti collaterali (extra-articolari). Questi legamenti sono tanto più spessi e organizzati quanto più l'articolazione è sottoposta a carichi importanti. A volte le superfici che entrano in contatto articolare non sono perfettamente congrue quindi tra esse è posto il disco o menisco articolare. Si tratta di strutture fibrocartilaginee interposte tra le due superfici articolari allo scopo di renderle più congrue ovvero più adatte ad interagire l’una rispetto all'altra. Nel ginocchio, per esempio, sono presenti due menischi. Anche a livello dell’articolazione temporo-mandibolare si trova un disco articolare. Altre componenti facoltative sono le borse sinoviali ovvero estroflessioni della cavità sinoviale, quindi della membrana sinoviale, che si collocano al di sotto di tendini o strutture ossee allo scopo di ridurre l'attrito fra strutture muscolo-tendinee. Le articolazioni sinoviali possono compiere movimenti molto ampi e vari che dipendono dalla forma dei capi articolari; infatti, sulla base di questa le articolazioni possono essere: Uniassiali: un osso si muove rispetto all’altro ruotando attorno ad un solo asse; Biassiali: un osso si muove rispetto ad un altro attorno a due assi di rotazione tra loro perpendicolari; Multiassiali: le articolazioni possono muoversi in tutte le direzioni dello spazio, anche di poco, ma in tutte le direzioni. 7 ARTICOLAZIONI UNIASSIALI La troclea e la trocoide sono articolazioni uniassiali anche definite ginglimi (angolare o assiale). Nella troclea un capo articolare presenta un cilindro mentre l'altro capo articolare presenta una depressione. Il movimento dell’articolazione consiste nella rotazione di un capo articolare attorno all'asse passante per il capo articolare stesso, di conseguenza è consentito un solo tipo di movimento. Nel caso della trocoide un capo articolare ha una forma cilindrica mentre l'altro ha una forma sferica all'interno della quale il cilindro può ruotare attorno al suo asse principale. ARTICOLAZIONI BIASSIALI Le articolazioni biassiali sono l'articolazione condiloidea (o condilo) e l’articolazione a sella. Nel condilo una superficie leggermente convessa si articola con una superficie leggermente concava. In questo caso il movimento possibile è la rotazione di un capo articolare attorno a due assi tra loro perpendicolari. In genere i movimenti di queste articolazioni non sono molto ampi. L’articolazione a sella ha due capi articolari che prendono la forma di una sella e del dorso di un animale; in questo caso il movimento possibile è un’oscillazione attorno a due assi tra di loro perpendicolari. ARTICOLAZIONI MULTIASSIALI Per quanto riguarda le articolazioni multiassiali si considerano l’artrodia e l’enartrosi. L'artrodia è la più semplice ed è l'articolazione tra due superfici articolari pianeggianti. Il movimento possibile è lo scivolamento di un capo articolare rispetto all'altro in tutte le direzioni, si tratta di un movimento che ha diversi gradi di libertà ma che solitamente consiste in uno spostamento molto limitato. La diartrosi per eccellenza è la enartrosi dove un capo articolare ha la forma di una sfera (o di una porzione di sfera) e l'altro capo articolare ha una introflessione che si adatta all'altro capo articolare. Questo tipo di articolazione consente un ampio movimento attorno a diversi assi; è l'articolazione che consente il movimento più ampio in assoluto. Questo tipo di articolazione è presente nella spalla e nell'anca. 8 9 I MUSCOLI L'ultima componente del sistema osteo-artro-muscolare è costituita dai muscoli. Il movimento delle ossa all’interno delle articolazioni è consentito grazie alla presenza di muscoli, che agisce su di esse. I movimenti articolari sono possibili grazie alla presenza dei muscoli che si inseriscono nei capi articolari. Si tratta dei muscoli striati. Dal punto di vista anatomico è importante ricordare che i muscoli sono composti da una parte rossa, la parte carnosa, ovvero quella che si contrae, formata dalle fibre muscolari striate a cui fa seguito la porzione tendinea, e una parte bianca, ovvero il tendine, che è un tessuto connettivo, fibroso denso, per cui è resistente, che da un lato dà inserzione alle fibre muscolari, mentre dall’altro inserisce il muscolo stesso sull’osso. In corrispondenza dei rilievi si trovano gli attacchi dei tendini alle ossa. I muscoli uniscono soprattutto due ossa, ma anche due cartilagini. Dal punto di vista funzionale, in un’articolazione sono presenti due ossa, una delle quali rimane ferma, mentre l’altra che si muove. (per esempio, flettendo l’avambraccio sul braccio, l’omero rimane fermo, mentre le ossa dell’avambraccio si muovono) Nel muscolo possiamo identificare: l’origine e l’inserzione. Origine di un muscolo: l’osso che rimane fermo e la porzione più prossimale del muscolo; Inserzione di un muscolo: l’osso che si muove e l’estremità distale del muscolo In alcuni casi l’origine e l’inserzione del muscolo sono ben Nella figura mostra due muscoli del definite mentre a volte entrambi i capi ossei possono muoversi e braccio che hanno origine prossimale quindi l'origine e l'inserzione funzionale cambiano a seconda di sul cingolo scapolare e hanno quale capo osseo viene tenuto fermo. inserzione nell’osso dell’avambraccio. La contrazione del muscolo avvicina In ogni caso la contrazione del muscolo avvicina l'inserzione l’avambraccio al cingolo scapolare. funzionale all'origine. Come le ossa, anche i muscoli non sono tutti uguali e sono classificati in base alle loro caratteristiche: forma complessiva: sono chiamati lunghi quando una dimensione prevale nettamente sulle altre due, si dicono larghi quando due dimensioni sono simili oppure muscoli orbicolari quando le fibre che li compongono sono disposte concentricamente le une rispetto alle altre; forma e numero dei capi di inserzione: dipende dall'organizzazione delle fibre (può essere in parallelo o in serie). Il bicipite per esempio ha due capi, quindi due origini diverse ma un solo capo d'inserzione (anche il muscolo tricipite e quadricipite seguono la medesima logica). Nei muscoli digastrici, i due gruppi di fibre sono separati da un tendine intermedio. In questo caso l'origine e le inserzioni sono diversi ma può essere anche inserito su una terza componente ossea, il tendine intermedio. Nei 10 muscoli poligastrici invece, i tanti ventri sono separati da fasci di connettivo (tendini); un muscolo di questo tipo caratterizza la parete anteriore della cavità addominale; distribuzione delle fibre sui tendini: muscoli pennati o semipennati: classificati in base al modo in cui le fibre muscolari si inseriscono nei tendini. Un concetto molto importante è quello dei muscoli intrinseci, ovvero quelli che hanno origine e inserzione nella stessa struttura, come i muscoli intrinseci della colonna vertebrale. I muscoli estrinseci, invece, hanno origine su una struttura e inserzione su ossa appartenenti ad un’altra struttura. I muscoli si inseriscono sulle ossa attraverso i tendini i quali, in base alla forma che hanno i muscoli, possono essere sottili e slargati, che danno quindi una ampia inserzione sulle strutture L’immagine rappresenta il ossee. bicipite. In questo caso si parla di aponevrosi o aponeurosi. Si nota come i capi siano Un’aponeurosi è una struttura connettivale molto sottile, quindi diversi tra loro; sono chiamati un tendine, slargata che da un'ampia inserzione muscolare e capo lungo e capo breve i due costituita da tante fibre poco spesse. Spesso le aponeurosi si capi del bicipite brachiale. fondono con le fasce che sono delle guaine connettivali che I tendini, quindi, saranno il rivestono e separano diversi muscoli. Le fasce si trovano sia nel tendine prossimale del capo tronco che negli arti e servono per separare fisicamente i vari lungo e il tendine distale. muscoli. Queste fasce hanno anche il compito di creare degli spazi dove decorrono i vasi sanguigni e i nervi, soprattutto negli arti. 11 RACHIDE Il rachide è una struttura complessa osteo-artro-muscolare; esso rappresenta la principale struttura assiale di sostegno nel tronco e della testa, è un esempio molto calzante di come l’apparato scheletrico e quello muscolare siano strettamente interdipendenti. La componente ossea del rachide è la colonna vertebrale, le articolazioni che collegano le vertebre e la componente muscolare è formata dai muscoli intrinseci del rachide che si sviluppano principalmente dorsalmente, posteriormente rispetto alla colonna vertebrale. È importante ricordare che i muscoli propri del rachide sono intrinseci, ovvero con origine e inserzione sulla colonna vertebrale. Questi muscoli appartengono al gruppo dei muscoli spino-dorsali. Sulla colonna vertebrale sono presenti anche muscoli estrinseci, che vanno ad inserirsi su altre strutture e prendono il nome di spino- costali, se si inseriscono sulla gabbia toracica, spino-appendicolari quando invece si inseriscono sugli arti superiori o inferiori. La prima immagine (immagine sopra) raffigura una sezione secondo un piano sagittale che passa attraverso il cranio, la colonna vertebrale, l’impalcatura ossea del torace e dell’addome. Nell’immagine al centro è mostrata una radiografia a livello della colonna vertebrale. Infine a destra vi sono una serie di disegni della colonna vertebrale secondo un piano frontale anteriore, sagittale e frontale posteriore. Il rachide sostiene la testa e si articola con essa grazie all’articolazione atlanto-occipitale, nome che richiama le ossa coinvolte, l’atlante, che è la prima vertebra della colonna vertebrale C1, e l’occipitale che è un osso del neurocranio. Il rachide sostiene anche tutte le parti del tronco: torace, addome e pelvi. Inoltre, il tronco è protezione per il nevrasse, ovvero il midollo spinale, avvolto dalle meningi, è collocato all’interno della colonna vertebrale, la quale cresce attorno al midollo spinale (così come il neurocranio cresce intorno all’encefalo) per cui il midollo spinale è indispensabile per l’esistenza della colonna vertebrale. La crescita del sistema nervoso gestisce la crescita dell’osso attorno a sé, come sviluppo parallelo. 12 COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale forma l’asse longitudinale dello scheletro insieme alla testa. La colonna è segmentaria (come lo sarà il midollo osseo in essa contenuto), quindi è formata da tante porzioni molto simili, ovvero le vertebre, che si susseguono come sequenza di segmenti. La segmentarietà riguarda sia le vertebre sia ciò che è interposto tra le vertebre, i dischi vertebrali. Le vertebre, a seconda della loro posizione, formano delle regioni. Le prime sette sono le vertebre cervicali, numerate da C1 a C7, e formano l’impalcatura ossea della regione collo. In seguito, sono presenti 12 vertebre toraciche, numerate da T1 a T12, che formano l’impalcatura della regione torace. A seguire ci sono 5 vertebre lombari, numerate da L1 a L5, impalcatura posteriore della cavità addominale nella regione addome. Successivamente sono presenti 5 vertebre sacrali, fuse a formare un unico osso, l’osso sacro, che forma l’impalcatura della pelvi insieme alle ultime 3-5 vertebre coccigee, L’immagine mostra una sezione secondo un piano sagittale parzialmente fuse a formare il che mostra le diverse regioni della colonna vertebrale. coccige. Dato che la colonna deve sostenere le varie parti del corpo la posizione della colonna vertebrale non è costante nelle varie regioni e non è sempre collocata centralmente (come si potrebbe pensare data la sua funzione di sostegno): a livello cervicale le vertebre occupano una posizione quasi centrale, importante perché esse sostengono la testa e ha dimensioni di circa 1/3 del diametro della sezione anteroposteriore del collo; nella regione dorsale la colonna si sposta posteriormente e ha un minore ruolo di sostegno, occupando una dimensione molto piccola, un quarto, rispetto al diametro del torace; nella regione lombare la posizione delle vertebre si modifica ulteriormente, poiché la colonna si sposta più anteriormente occupando metà dello spessore della regione L’immagine raffigura tre lombare e sporgendo all’interno della cavità addominale, è la sezioni secondo un piano porzione che mantiene in equilibrio il resto del tronco, trasverso orizzontale compresi testa e collo. ottenute a livello del collo (a), della regione toracica Già la posizione della colonna vertebrale potrebbe darci un’idea (b) e della regione sulle funzioni strutturali che hanno le diverse regioni. addominale (c). La parete è A livello dorsale la colonna non è importante per sostenere il indicata in nero, mentre in corpo, ma ha funzione attiva di introduzione ed espulsione grigio la cavità centrale. dell’aria all’interno dei polmoni. 13 Sul piano sagittale la colonna non è verticale e lineare, ma presenta delle curvature fisiologiche entro certi limiti, che si sviluppano solo sul piano sagittale. Le curvature sono di due tipi: cifosi e lordosi. Sono chiamate cifosi quelle che prevedono convessità posteriore e concavità anteriore; una cifosi è in corrispondenza delle vertebre toraciche e una è in corrispondenza della pelvi. Le lordosi sono curvature che prevedono convessità anteriore e concavità posteriore e sono in corrispondenza della regione cervicale e una a livello lombare, nei punti in cui la colonna vertebrale ha maggiore funzione di sostegno. Le cifosi sono curvature primarie, mentre le lordosi sono secondarie, in quanto le cifosi si formano più precocemente dal punto di vista evolutivo rispetto alle lordosi. Nel passaggio dalla posizione quadrupede alla posizione eretta sono state determinate delle modifiche molto importanti riguardanti la colonna vertebrale, che ha dovuto adattarsi a sostenere l’intero peso dell’individuo. Nella vita fetale, che ricalca l’evoluzione dell’uomo, l’embrione mostra inizialmente un’unica curvatura, successivamente nel neonato sono comparse le due curvature primarie. Solamente dopo la nascita compaiono le lordosi, per prima la lordosi cervicale e successivamente quella lombare con la deambulazione. I termini lordosi e cifosi vengono utilizzati sul piano sagittale per indicare un’ipercifosi, ovvero un’accentuazione delle cifosi soprattutto della cifosi toracica, e un’iperlordosi, un’accentuazione delle lordosi soprattutto della lordosi lombare Sul piano frontale non ci devono essere curvature; le deviazioni della colonna sul piano frontale vengono chiamate scoliosi. Durante la crescita è fisiologico attraversare una fase di parziale scoliosi, in quanto durante l’accrescimento può verificarsi la crescita di due arti non sincrona, conseguentemente, come tentativo di stabilizzazione della posizione, si sviluppa una scoliosi. Domanda: per quale motivo compare la scoliosi? La scoliosi compare per riportare la testa in posizione, nel piano orizzontale di Francoforte, per mantenere l’asse visivo correttamente. Le cattive abitudini protratte nel tempo possono indurre la comparsa o l’accentuazione di curve anomale della colonna vertebrale. Ad esempio, a causa di un atteggiamento posturale scorretto, 14 soprattutto nelle fasi della crescita, si può andare ad enfatizzare le lordosi o le cifosi. Anche il peso corporeo può avere un ruolo importante, infatti se si è sottopeso si può aumentare la cifosi toracica, mentre in sovrappeso si accentua la lordosi lombare. Con l’invecchiamento è fisiologica una retti linearizzazione della colonna, infatti l’individuo anziano perde la lordosi cervicale e si riduce estremamente la lordosi lombare, assumendo un aspetto cifotico. Come vediamo nell’immagine a destra, la colonna vertebrale del feto ha un’unica grande curvatura (una cifosi) che richiama quella avuta negli individui quadrupedi. Già alla nascita sono presenti le due curvature primarie (cifosi dorsale e pelvica). Soltanto successivamente compariranno le curve secondarie (chiamate così perché appunto si sviluppano dopo la nascita). La prima curvatura secondaria che si forma dopo la nascita è la lordosi cervicale, perché il primo movimento del neonato è quello di sollevare la testa. Sarà con la comparsa della deambulazione, verso i due anni, che comparirà anche la lordosi lombare. Entrambe le tipologie di curvature si stabilizzeranno soltanto una volta terminata la crescita e dunque quando l’apparato osteo-artro-muscolare avrà assunto le caratteristiche definitive. LE VERTEBRE Le vertebre sono ossa irregolari formate tutte quasi allo stesso modo per un motivo ben preciso. Tutte le vertebre hanno una parte anteriore che viene chiamata corpo vertebrale, che assomiglia ad un osso breve, ha una forma ovoidale e quindi un involucro esterno di tessuto osseo compatto all’interno del quale è contenuto tessuto osseo spugnoso. Il corpo vertebrale ha il compito di sostenere il peso del corpo 15 ovvero il sostegno della parte superiore alla vertebra stessa. A seconda della posizione del rachide, infatti, il corpo vertebrale ha delle caratteristiche diverse e delle funzioni diverse. Posteriormente al corpo è fissato l’arco vertebrale che delimita un foro, il foro o forame vertebrale. Il foro vertebrale serve a dare passaggio al contenuto della colonna vertebrale, cioè al midollo spinale. Una volta che le varie vertebre saranno articolate l’una con l’altra si formerà un canale Nell’immagine è mostrata una vertebra sul completo, chiuso, che conterrà il midollo spinale. piano orizzontale. Il foro ha delle dimensioni adeguate al midollo spinale e non è uniforme, perché il midollo spinale non è una struttura con diametro costante, ma con dimensioni variabili nelle sue diverse porzioni. Dunque, l’arco vertebrale andrà a proteggere il midollo spinale. Sull’arco sono inserite altre strutture chiamate processi; infatti, le ossa hanno delle sporgenze che vengono chiamate processi o apofisi. I due processi inseriti sull’arco posteriore prendono il nome di apofisi articolari, che si vanno ad inserire ai due lati dell’arco e sono destinati ad articolarsi con le vertebre precedente e successiva. Il processo articolare divide l’arco in due porzioni, una anteriore che si chiama peduncolo, porzione tra il processo articolare e il corpo vertebrale, una porzione posteriore che prende il nome di lamina, tra il processo articolare e quello spinoso. Il peduncolo non è regolare ma presenta un’incisura superiore, una depressione del margine superiore del peduncolo, e un’incisura inferiore, una depressione del margine inferiore del peduncolo. Quest’ultima andrà a giustapporsi all’incisura superiore della vertebra sottostante, dando così origine al foro intervertebrale che darà passaggio verso l’esterno ai nervi spinali. I processi trasversi e quello spinoso, che sporgono, danno inserzione ai muscoli che serviranno per muovere una vertebra rispetto all’altra. I processi articolari sono destinati ad articolare una vertebra con la precedente (tramite superficie o faccetta articolare superiore) e con la successiva (superficie o faccetta articolare inferiore). Le faccette sono ricoperte da cartilagine ialina. Nell’immagine è mostrata una vertebra sul Posteriormente nell’arco, sul piano sagittale mediano piano sagittale. è fuso un processo chiamato apofisi spinosa, invece sempre alle apofisi articolari e in direzione laterale sono fusi, uno per lato, altri due processi detti processi trasversi. Questi processi, come tante sporgenze delle ossa, servono per dare inserzione ai muscoli, responsabili del movimento di una vertebra rispetto all’altra. Le vertebre però non sono tutte uguali. Quelle appartenenti ad una specifica regione presentano caratteristiche morfologiche simili, che quindi variano, anche se di poco, da una regione all’altra. 16