LEZIONE 24 PDF - Biodiversità dei pesci in Italia

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pesci biodiversità specie autoctone Italia

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Il documento, intitolato "LEZIONE 24", esamina la biodiversità dei pesci in Italia, trattando le specie autoctone e alloctone, e considerando i livelli di rischio e le minacce ambientali. Analizza le cause della perdita di habitat e dell'inquinamento, concentrandosi sulle specie in pericolo. Vengono anche discussi i metodi di conservazione e le principali sfide.

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LEZIONE 24 martedì 17 dicembre 2024 11:46 Biodiversità dei Pesci in Italia - In acqua dolce: ○ 64 specie autoctone (2 estinte, 24 endemiche) ○ 63 alloctone acclimatate § Alloctone significa estranee --> specie che giungono in un territorio ma non ne sono natie § A...

LEZIONE 24 martedì 17 dicembre 2024 11:46 Biodiversità dei Pesci in Italia - In acqua dolce: ○ 64 specie autoctone (2 estinte, 24 endemiche) ○ 63 alloctone acclimatate § Alloctone significa estranee --> specie che giungono in un territorio ma non ne sono natie § Acclimatate significa che formano popolazioni stabili per quasi tutto l'anno nello stesso territorio ○ 23 non acclimatate § Solo per brevi periodi riescono a riprodursi in una zona, poi vanno via ○ Per un totale di 150 specie (4 Agnati) § Agnati = no mascelle --> missine e lamprede ○ La fauna italiana è caratterizzata da elevato tasso di endemismo (37.5%), ma anche di invasione (praticamente 50%) § Endemico = specie natia di un territorio, si può trovare esclusivamente in un territorio ○ Le due specie estinte sono due specie di storione: § Storione comune Accipenser sturio. □ Specie estinta in Italia intorno al 1980. □ Soggetto a pesca intensiva per carne e caviale (uova), è un migratore anadromo e la costruzione di dighe lungo i fiumi ne impedisce la risalita. § Storione ladano Huso huso. □ E’ il più grande pesce d’acqua dolce esistente, sebbene essendo un migratore anadromo si ritrovi anche in mare. □ Specie estinta in Italia, dove viveva esclusivamente nel Fiume Po e nell’Adriatico. □ Le cause di estinzione sono simili a quelli della specie precedente. ○ La lampreda Padana (Lampetra zanandreai) è presente nei bacini idrografici di Italia e limitatamente ai Balcani, soprattutto quello del fiume Po. § E’ pertanto da considerarsi un subendemismo italiano. § E’ una specie esclusiva di acque dolci e l’adulto non è parassita in quanto non si nutre. § Per la distruzione e degrado del suo habitat è considerata in pericolo di estinzione in Italia. ○ Carpione del Garda Salmo carpio. § Salmonide endemico del Lago di Garda. § Le sue popolazioni sono diminuite fortemente a causa della pesca incontrollata, ed è oggi considerato ‘in pericolo’ ○ Panzarolo Orsinigobius punctatissimus. § Gobide tipico di ambienti di risorgiva (fontanili), distribuito esclusivamente nella regione padana, di cui è endemico □ Le risorgive sono delle sorgenti in piena pianura --> formate da strati argillosi che bloccano l'acqua dei ghiacciai alpini, che prima va in profondità e poi risale □ L'acqua è molto pulita e a T costante tutto l'anno § A causa dell’inquinamento e della distruzione del suo habitat è oggi ritenuto in ‘pericolo critico’. Minacce e Conservazione dei Pesci in Italia -- Acque dolci - L’uso intensivo dell’acqua da parte dell’uomo ha effetti deleteri sugli ecosistemi acquatici. - Soprattutto nei paesi industrializzati, lo stato di conservazione di questi ambienti è precario. - I pesci d’acqua dolce sono fra gli organismi più impattati dal degrado degli ambienti acquatici e sono fra gli organismi in pericolo più critico, quasi tutti in diminuzione di areale e di dimensione di popolazione. - Su 49 specie valutate nella Lista Rossa Nazionale, solo 9 sono state valutate ‘a minor preoccupazione’, tutte le altre sono state inserite in una categoria di rischio e ben 15 in pericolo critico di conservazione. - Il confronto con la stessa valutazione fatta nel 2013 evidenzia in soli 10 anni un preoccupante aumento delle specie a rischio. ○ RE: regionally extinct (estinto a livello nazionale) ○ CR: critically endangered (in pericolo critico) ○ EN: endangered (in pericolo) ○ VU: vulnerable (vulnerabile) ○ NT: near threated (quasi minacciato) ○ LC: least concearn (a minor preoccupazione) ○ DD: data deficient (assenza di dati) - La trota marmorata Salmo marmoratus è considera in ‘pericolo critico’ di estinzione in Italia. ○ La principale minaccia per questa specie è costituita dalle ingenti immissioni di trota fario Salmo trutta per la pesca, che produce competizione e inquinamento genetico. - Fra le principali minacce per i pesci d’acqua dolce italiani si annoverano: ○ bonifica delle zone umide (con conseguente perdita di habitat) ○ canalizzazione dei fiumi e interventi sugli alvei (costruzione infrastrutture, cave di inerti). § Sono interventi volti a renderli navigabili o per far defluire le acque più rapidamente, con il fine, spesso illusorio, di proteggere il territorio dalle inondazioni. § Tali opere riducono drasticamente la diversità degli habitat e dei microhabitat fluviali, con la scomparsa o la diminuzione di molte specie □ Lo Spinarello Gasterosteus gymnurus è minacciato dalla canalizzazione dei corsi d’acqua e dalla distruzione del suo habitat, la vegetazione acquatica che cresce all’interno di fontanili e canali, costantemente eliminata per mantenere alta velocità di scorrimento dell’acqua. - Costruzione di dighe e chiuse, per la creazione di bacini per il stoccaggio d’acqua per vari usi e la produzione di energia idroelettrica. ○ Un effetto chiaro delle dighe è che trasformano ambienti lotici (di acqua corrente) in ambienti lentici (di acqua ferma) e pertanto molte specie adattate ai primi scompaiono. ○ Inoltre esse impediscono alle specie migratrici anadrome, o che comunque risalgono il corso d’acqua, di raggiungere le aree di frega (di riproduzione) ○ La Cheppia Alosa fallax è un migratore anadromo. § La popolazione del bacino del Rodano è rimasta confinata all’ultimo tratto del fiume in seguito alla cosrtuzione di due dighe, che ne hanno determinato la scomparsa a monte - Prelievo eccessivo di acqua con riduzione del livello idrometrico o la sua eccessiva fluttuazione. ○ Tali processi sono aggravati dal cambiamento climatico globale, che ha aumentato le aree e le stagioni siccitose nel nostro paese. - Inquinamento termico, quando acqua calda di derivazione industriale viene immensa in un corpo idrico. ○ I pesci hanno degli optimum di temperatura, e quindi sono fortemente impattati da alterazioni consistenti e continue - Inquinamento chimico. ○ Può essere di origine agricola, zootecnica, urbana, o industriale. ○ Può essere cronico, quando grandi quantità di una sostanza nociva raggiungono un corso d’acqua, eliminando gran parte della fauna ittica presente, oppure acuto, quando piccole quantità di una o più sostanze vengono immesse nell’ecosistema e vanno incontro a processi di biomagnificazione (accumulo nella rete trofica, con valori di inquinanti via via più alti nei livelli più alti della rete). - Una particolare tipologia di inquinamento è l’eutrofizzazione, ossia l’immissione di azoto e fosforo (deiezioni animali e fertilizzanti) in grande quantità nei corpi idrici. ○ Ciò comporta un forte aumento dei nutrienti e un cambiamento da uno stato oligotrofico a uno appunto, eutrofico. ○ Ciò comporta un aumento incontrollato delle alghe e una conseguente riduzione dell’ossigeno con gravi impatti su tutti i pesci che vivono normalmente in acque ben ossigenate, fino a morie di massa di tutta la comunità. - Pesca eccessiva, non regolamentata o illegale-immissione deliberata o accidentale di specie aliene (o alloctone). ○ Le introduzioni volontarie dipendono principalmente da motivi commerciali (acquacoltura), ricreativi (pesca commerciale o sportiva), ma anche di controllo biologico. ○ Le introduzioni involontarie sono spesso legate alla fuga da laghetti privati di specie detenute a scopo ornamentale o a semine di altri pesci. ○ Quando una specie aliena forma popolazioni vitali che si autosostentano al di fuori del suo areale originario, si parla di specie acclimatate o naturalizzate. ○ Il coregone o lavarello Coregonus lavaretus. § Salmonide introdotto in Italia alla fine del XIX con l’idea di allevarlo, in virtù delle sue pregiate carni. § E’ oggi comune nei grandi laghi del nord, dove è ancora oggi molto pescato ○ Il siluro europeo Silurus glanis è stato introdotto nei corsi d’acqua Italiani dopo la metà degli anni ‘50 per motivi di pesca sportiva. § Raggiunge dimensioni ragguardevoli e provoca dei danni ecologici ingenti negli ecosistemi che colonizza. ○ La gambusia Gambusia affinis è stata introdotta nel XX secolo come agente di lotta biologica contro le zanzare. § Tuttavia è un predatore generalista, quindi non ha aiutato a controllare le zanzare e ha creato grandi danni alle comunità di invertebrati autoctone. ○ La pseudorasbora Pseudorasbora parva è stata introdotta involontariamente nei corsi d’acqua Italiani nel 1988 con la semina di altri pesci di interesse commerciale e si è rapidamente diffusa. § Causa problemi alle comunità autoctone in quanto è una specie estremante competitiva - In acqua marina: ○ 1 missina (Myxine glutinosa) ○ 76 specie di Condroitti ○ 468 specie di Teleostei (di cui 407 nativi, 51 occasionali o non nativi). ○ 2 specie di Lamprede sono anadrome, quindi passano una parte della loro vita in mare ○ I Pesci ossei marini italiani costituiscono una consistente frazione di quelli presenti nell’intero Mediterraneo (circa il 78%). ○ Fra i pesci marini, i Condroitti appaiono fortemente minacciati in quanto particolarmente sensibili all’impatto antropico. ○ Inoltre essi hanno bassa fecondità, crescita lenta, maturità sessuale tardiva; inoltre sono, per la maggior parte predatori all’apice delle catene alimentari e quindi le loro popolazioni non sono naturalmente abbondanti in natura. ○ Queste caratteristiche si traducono in ritmi molto lenti nel rinnovo delle popolazioni e in scarse capacità di recupero ai prelievi di pesca o ad altre minacce determinate dall’attività umana ○ Lo spinarolo Squalys achantias è un piccolo squalo, che nel passato era la specie di Condroitto più abbondante sulla terra. ○ La sovrapesca commerciale ha portato le sue popolazioni europee a diminuire di più del 95% e oggi è considerato ‘in pericolo critico’ in Italia ○ La situazione dei pesci ossei marini pare migliore, 8 risultano a rischio nei nostri mari (1.9%). ○ Altre 9 specie sono vicine ad essere considerate a rischio, e per altre 51 specie, che costituiscono il 12.5% di quelle considerate, non esistono informazioni sufficienti a valutare il rischio. ○ Le rimanenti specie (83.3%) non sono a imminente rischio di estinzione. ○ Pesci ossei marini maggiormente minacciati in Italia ○ L’ombrina bocca d’oro Argyrosomus regius vive in ambienti costieri. ○ Il degrado del suo ambiente e la sovrapesca la rendono il pesce osseo più minacciato delle acque italiane. ○ Le più gravi minacce verso i pesci marini derivano dalla pesca commerciale. ○ Oggi la pesca commerciale è in gran parte insostenibile in quanto opera un prelievo eccessivo (gli individui prelevati superano i nuovi nati), si parla infatti di sovrapesca (overfishing). ○ Gli effetti della pesca possono essere diretti, cioè quando la specie minacciata è specificatamente oggetto di pesca (es. tonno pinne rosse e pesce spada), sia quando specie di limitato o nullo interesse commerciale vengono catturate da metodi di pesca non selettivi (come le reti a strascico), il cosiddetto bycatch. ○ Questo effetto indiretto è particolarmente impattante sui condroitti. ○ Altre minacce riguardano lo sviluppo urbano delle aree costiere, che distrugge gli habitat delle specie legate ad ambienti costieri, e l'aumento dell'inquinamento delle acque costiere che esso comporta. ○ Altra minaccia di rilievo è rappresentata dal cambiamento climatico, che ha reso il Mediterraneo molto più caldo. ○ Ciò influisce sui cicli vitali di molte specie, rendendo tra l’altro il nostro mare adatto a specie invasive che provengono dal Mar Rosso attraversando il canale di Suez (migratori lessepsiani). § Il pesce flauto Fistularia commersonii è una specie lessepsiana segnalata per la prima volta nel 2000 in Israele § Negli anni successivi si è rapidamente espanso raggiungendo la Turchia, l'isola di Rodi, Creta, il mar Adriatico, la Sicilia, la Sardegna, le coste tirreniche, spingendosi sino alle coste della penisola iberica

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