Lezione 2 ortesi età geriatrica 23-97 PDF
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Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
F. Mattogno
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These notes cover orthotics for geriatric patients, including specific examples like the polio and post-polio syndrome. It explores the symptoms, design considerations, and materials used in orthotic devices. Also including different types of orthotic designs.
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Ortesi in età geriatrica C.I. Malattie dell’apparato locomotore in età geriatrica III Anno- LEZIONE 2 T.O. F. Mattogno Docente “Corso di Laurea in Tecniche Ortopediche” Università degli studi di Roma “Tor Vergata”...
Ortesi in età geriatrica C.I. Malattie dell’apparato locomotore in età geriatrica III Anno- LEZIONE 2 T.O. F. Mattogno Docente “Corso di Laurea in Tecniche Ortopediche” Università degli studi di Roma “Tor Vergata” 1 POLIO E POST-POLIO SYNDROME 2 INTRODUZIONE INIZIO ANNI ’80… Nei portatori di esiti di polio, aumentano le segnalazioni di tardivo e improvviso deterioramento delle funzioni necessarie alle attività di vita quotidiana Sindrome Post Polio 3 INTRODUZIONE In Italia si contano 70.000 – 80.000 sopravvissuti alla poliomielite che possono quindi essere interessati dalla SPP Hanno un’età media di 40 – 50 anni e sono quindi vicini al periodo in cui è statisticamente maggiore l’insorgenza di tali forme 4 INTRODUZIONE Sintomi della SPP Fatica Dolore muscolare a carico di gruppi muscolari già colpiti o Dolore articolare altri in precedenza apparente risparmiati dalla fase acuta Debolezza muscolare Problemi di deglutizione 5 INTRODUZIONE Debolezza muscolare Colpisce più frequentemente gli arti inferiori Causa sovraccarico e sovrautilizzo delle articolazioni Problemi di deambulazione 6 INTRODUZIONE Debolezza muscolare Dei pazienti che riferiscono la nuova sintomatologia: L’83% riporta una progressiva riduzione della capacità di camminare L’81% riferisce una maggiore difficoltà nel salire e scendere le scale da uno studio dei dott. Halstead e Rossi 7 ORTESI E AUSILI Gli utilizzatori di ortesi e ausili tecnici per la statica e la deambulazione si lamentano per: Eccessivo peso Perdita di funzione Crescente paura di traumi e cadute Dolori 8 ORTESI E AUSILI Il paziente affetto da esiti da polio tende a conservare il massimo delle proprie capacità residue anche a scapito di maggiori costi energetici, sovrautilizzando le strutture vicarianti e procurandosi facilmente dolore 9 ORTESI In passato … Veniva privilegiato l’esercizio fisico L’utilizzo delle ortesi veniva ritardato il più possibile Le ortesi erano “costruite” e non “progettate” 10 ORTESI Oggi … Si adotta la teoria del “risparmio”, evitare di “fare troppo” L’utilizzo delle ortesi deve avvenire il più presto possibile Le ortesi vengono prima “progettate” e poi “costruite” 11 ORTESI Requisiti di progettazione Pattern energetici favorevoli Ottimizzazione dell’utilizzo della forza muscolare residua Pattern cinematici più vicini a quelli fisiologici Specifiche di progettazione Peso Caratteristiche meccaniche dei materiali Linee di taglio dell’ortesi Articolazioni 12 ORTESI MATERIALI In passato … cuoio articolazione bloccata metallo Struttura pesante e rigida 13 ORTESI MATERIALI Oggi … polietilene Materiali termoplastici polipropilene fibra di carbonio Materiali compositi fibra di vetro kevlar alluminio Leghe leggere titanio 14 ORTESI MATERIALI lega leggera materiale plastico allineato ai metatarsi Struttura leggera e rigidezza localizzata 15 ORTESI MATERIALI Il tutore smette di essere un apparecchio “passivo” finalizzato solo al mantenimento della stazione eretta e a garantire la deambulazione secondo qualsiasi pattern energetico, ma diventa “attivo”, perché consente all’utilizzatore di affaticarsi di meno riducendo il dispendio energetico, grazie anche al contributo “elastico – potenziale” dei materiali 16 ORTESI MATERIALI LEGGEREZZA INSICUREZZA E’ importante l’addestramento all’uso da parte del Tecnico Ortopedico 17 ORTESI DEFICIT BIOMECCANICI NELLA SPP Dorsiflessione insufficiente nella fase di “swing” Collasso in dorsiflessione nella fase d’appoggio Ginocchio recurvato Ginocchio valgo Instabilità della caviglia medio-laterale da uno studio di Clark e Perry 18 ORTESI DORSIFLESSIONE INSUFFICIENTE IN FASE DI “SWING” Il piede ciondola nella fase di “swing” a causa dell’insufficienza dei muscoli tibiali anteriori La punta del piede tocca il suolo e aumenta il rischio di cadere 19 ORTESI DORSIFLESSIONE INSUFFICIENTE IN FASE DI “SWING” I tutori evitano o assecondano la flessione plantare in fase di “swing” Tutore di gamba a giorno con molla di spinta Molla di Codivilla Toe Off 20 ORTESI CEDIMENTO IN DORSIFLESSIONE IN FASE DI APPOGGIO Una ridotta flessione plantare nel momento del contatto al suolo comporta una flessione del ginocchio che normalmente non è controllabile in un paziente con una insufficienza del quadricipite 21 ORTESI DORSIFLESSIONE INSUFFICIENTE IN FASE DI “SWING” Il piede non sostiene il carico nella seconda metà della fase di appoggio Il ginocchio diventa instabile perché la tibia si muove anteriormente Occorre intervenire con dei tutori AFO che hanno un freno rigido alla flessione dorsale 22 ORTESI GINOCCHIO RECURVATO Pazienti con insufficienza del quadricipite ricercano la stabilità in fase di appoggio anteriorizzando il baricentro rispetto all’asse articolare del ginocchio in modo da bloccarlo in estensione È necessaria una tutela ortesica che eviti l’estensione dolorosa in fase di appoggio 23 ORTESI GINOCCHIO RECURVATO Occorre raggiungere tre obiettivi: Prevenire un eccessivo angolo in recurvato del ginocchio Mantenere una leggera iperestensione Preservare la flessione del ginocchio per la fase di “swing” 24 ORTESI GINOCCHIO RECURVATO TUTORE FEMORO-PODALICO AD ASSE POSTERIORIZZATO braccio di leva b Ci possono essere delle difficoltà in caso di pendenze! asse di carico 25 ORTESI DEAMBULAZIONE A GINOCCHIO BLOCCATO deambulazione deambulazione a fisiologica ginocchio bloccato 26 ORTESI DEAMBULAZIONE A GINOCCHIO BLOCCATO ELEVATO DISPENDIO ENERGETICO AFFATICAMENTO SOVRAUTILIZZO ARTICOLAZIONI DOLORE CADUTE DIFFICOLTA’ RESPIRATORIE RIFIUTO DEL TUTORE 27 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” NASA Selective Locking Brace 28 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” SCOKJ – Horton Technology Inc. 29 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” SCOKJ – Horton Technology Inc. A = Automatic = Controllo della fase di “stance” U = Unlock = Articolazione libera L = Locked = Articolazione bloccata in estensione 30 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” SCOKJ – Horton Technology Inc. Applicabilità: Il piede deve essere incluso Peso inferiore ai 102 kg Contrattura in flessione del ginocchio < 10° Nessuna spasticità significativa del ginocchio Capacità cognitive dell’utilizzatore 31 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” FreeWalk– Otto Bock cavetto in acciaio 32 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” FreeWalk– Otto Bock Molto leggero Facilità di cambiare le calzature ma per poter funzionare richiede: Mobilità della tibiotarsica di almeno 10° Capacità cognitive dell’utilizzatore 33 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” FreeWalk– Otto Bock Funzionalità residua dei flessori ed estensori dell’anca oppure funzionalità residua degli estensori del ginocchio oppure iperestensione del ginocchio Contrattura in flessione del ginocchio < 10° Valgismo del ginocchio < 10° Nessuna spasticità Instabilità non grave della tibiotarsica Peso inferiore ai 120 kg 34 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” FreeWalk– Otto Bock 35 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” Swing Phase Lock Joint – Fillauer Un meccanismo a pendolo consente il bloccaggio dell’articolazione quando il ginocchio è in completa estensione Swing Phase Lock Viene attivato dal momento estensorio e dalla forza di gravità quindi non necessita di una parte che includa il piede L’SPL si monta lateralmente in combinazione, sulla parte mediale, con l’SPC che usa una molla e una frizione per regolare Swing Phase Control la flessione in fase di “swing” 36 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” Swing Phase Lock Joint – Fillauer 37 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” Swing Phase Lock Joint – Fillauer Applicabilità: Non è destinato ad ortesi per il supporto del carico Buona attività dei flessori dell’anca Contrattura in flessione del ginocchio < 10° Iperestensione del ginocchio < 10° Nessuna spasticità Capacità cognitive dell’utilizzatore 38 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” E-knee – Becker Orthopedic Un microprocessore rileva i dati da una soletta che contiene sensori di pressione Il ginocchio si blocca quando la soletta rileva lo stato di pressione dovuto al carico e si sblocca in assenza di pressione, corrispondente alla fase di swing Si applica ai pazienti con un elevato livello di disabilità in quanto richiede minime abilità Microprocessore residue rispetto alle articolazioni precedenti Funziona con una batteria al litio che va ricaricata quotidianamente per 4 – 6 ore Soletta 39 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” E-knee – Becker Orthopedic Applicabilità: Peso inferiore ai 100 kg Deformità in varismo e valgismo < 15° Mobilità della tibiotarsica < 5° Iperestensione del ginocchio < 15° Nessuna spasticità Capacità cognitive dell’utilizzatore Piccole asimmetrie degli arti 40 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” E-knee – Becker Orthopedic inoltre: è ingombrante è rumorosa è molto costosa a volte si blocca e si sblocca in continuazione 41 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI McMillan, Kendrick, Michael, Haronson, Horton: “Preliminary Evidence for Effectiveness of a Stance Control Orthosis” – JPO vol. 16, 2004 Herbert, Liggins: “Gait Evaluation of an Automatic Stance Control Knee Orthosis in a Patient with PolioMyelitis” – Arch Phys Med Rehabil vol. 86, 2005 42 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI PARAMETRI SPAZIALI Lunghezza del semipasso (m) Lunghezza del passo (m) Soggetto “A” Soggetto “B” Soggetto “C” Soggetto “A” Soggetto “B” Soggetto “C” Tutore a ginocchio bloccato Tutore con articolazione per il controllo della “stance” 43 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI PARAMETRI TEMPORALI Velocità media (m/s) Soggetto “A” Soggetto “B” Soggetto “C” Frequenza (passi/min) Soggetto “A” Soggetto “B” Soggetto “C” Tutore a ginocchio bloccato Tutore con articolazione per il controllo della “stance” 44 ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI FLESSO-ESTENSIONE DEL GINOCCHIO Soggetto “A” Soggetto “A” Tutore a ginocchio bloccato Tutore con articolazione per il controllo della “stance” Angolo (gradi) Angolo (gradi) Ciclo del passo normalizzato (%) Ciclo del passo normalizzato (%) 45 Arto destro (tutorizzato) Arto sinistro (NON tutorizzato) ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI FLESSIONE LATERALE DEL TRONCO Soggetto “A” Soggetto “A” Tutore a ginocchio bloccato Tutore con articolazione per il controllo della “stance” Angolo (gradi) Angolo (gradi) Ciclo del passo normalizzato (%) Ciclo del passo normalizzato (%) 46 Arto destro (tutorizzato) Arto sinistro (NON tutorizzato) ARTICOLAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA “STANCE” CONCLUSIONI L’applicazione dei tutori KAFO con articolazioni per il controllo della fase statica della deambulazione, rispetto ad un tutore con ginocchio bloccato: migliora i parametri spazio-temporali della deambulazione consente una deambulazione più simmetrica (meno compensi) consente una deambulazione più vicina a quella fisiologica riduce il consumo energetico 47 OSTEOPOROSI 48 OSTEOPOROSI osso sano osteoporosi DAL PUNTO DI VISTA BIOMECCANICO L’osteoporosi riduce notevolmente la densità di tessuto osseo e di conseguenza abbatte le caratteristiche meccaniche dell’osso sano In tali condizioni l’osso si frattura anche per le sollecitazioni abituali nell’attività di vita quotidiana 49 OSTEOPOROSI Le fratture più frequenti legate all’osteoporosi riguardano: ▪ IL COLLO DEL FEMORE O SEGMENTI PIU’ DISTALI ▪ IL POLSO (frattura di Colles) ▪ LA COLONNA VERTEBRALE 50 FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE E’ molto spesso causata da piccole cadute che avvengono in ambiente domestico e che normalmente non porterebbero a frattura in un soggetto non osteoporotico 51 ORTESI PREVENTIVA ▪ previene le fratture del collo del femore dovute a cadute o urti accidentali ▪ le conchiglie realizzate in materiale polimerico leggero e resistente hanno una forma che permette di assorbire gli urti HIP PROTECTION ▪ realizzato in tessuto elastico, rinforzato lateralmente con molla in acciaio flessibile, limita i movimenti di adduzione, abduzione e flessione 52 Tutore in tessuto elastico FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE ORTESI DI IMMOBILIZZAZIONE E FUNZIONALI ▪ si applicano nel caso di pazienti fratturati non operabili o nel post-operatorio ▪ stabilizzano l’anca ▪ posizionano l’anca in maniera ottimale controllano l’adduzione, abduzione e la flessione ▪ prevengono la dislocazione dell’anca presa di bacino articolazione regolabile cosciale Tutore in plastica Tutore in plastica con costruito su misura 53 componenti predisposti FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE TUTORI FUNZIONALI Tutore funzionale pelvi-femorale Tutore funzionale Tutore funzionale femoro-podalico pelvi-podalico 54 FRATTURA DISTALE DEL RADIO E’ detta anche frattura di Colles e si verifica nel tentativo di frenare la caduta portando le braccia in avanti. 55 FRATTURA DISTALE DEL RADIO ORTESI AVAMBRACCIO – POLSO – MANO - PREVENZIONE ▪ polsiera elastica di sostegno in morbido materiale ecologico ▪ presa attorno al pollice chiusa ▪ stecca in plastica sagomata anatomicamente, flessibile e sostituibile. 56 FRATTURA DISTALE DEL RADIO ORTESI AVAMBRACCIO – POLSO – MANO DI IMMOBILIZZAZIONE ▪ viene applicato per immobilizzare il polso in fase post-acuta dopo frattura o per il trattamento post-operatorio ▪ ortesi realizzata in “neoprene”, offre il massimo comfort e la massima traspirazione ▪ mantiene il polso in posizione funzionale ▪ ha un rinforzo flessibile modellabile ▪ e’ leggero ▪ ortesi su misura avvolgente realizzata in materiale termoplastico morbido ▪ mantiene il polso fermo in posizione funzionale ▪ può includere o meno il pollice 57 FRATTURE DELLA COLONNA La caduta al suolo è responsabile di circa 1/3 delle fratture vertebrali ertnemil rimanente numero è dovuto ad un carico compressivo nei movimenti di sollevamento, torsione o piegamento 58 FRATTURE DELLA COLONNA Le forze applicate nelle normali attività di vita quotidiana possono causare fratture sostanzialmente riconducibili a due tipologie: FRATTURA A CUNEO riduzione di altezza della colonna anteriore la parte posteriore rimane intatta conseguente incremento della cifosi dorsale normalmente non vi sono compromissioni neurologiche FRATTURA PER CROLLO TOTALE riduzione di altezza di tutta la colonna crolli di più vertebre causano una forte riduzione di altezza della colonna i muscoli paravertebrali si accorciano e sono costretti a una contrazione prolungata per mantenere la postura questo può causare dolore da fatica che si associa a 59 compromissione neurologica da schiacciamento FRATTURE DELLA COLONNA Nel momento in cui si verifica il primo crollo vertebrale, la colonna diventa instabile dal punto di vista strutturale e le altre vertebre sono esposte a sollecitazioni sempre maggiori che ne facilitano il cedimento, dando inizio ad una serie di crolli vertebrali assimilabili ad una sorta di reazione a catena che deve necessariamente essere contenuta sostenendo e scaricando la colonna vertebrale 60 FRATTURE DELLA COLONNA I crolli vertebrali: 1. aumentano il grado di cifosi dorsale; 2. riducono e appiattiscono la lordosi lombare; 3. Modifica la postura del paziente 4. determinano una riduzione dell’altezza corporea con possibile frizione ileo-costale. 61 FRATTURE DELLA COLONNA CONSEGUENZE 1. forte dolore alla schiena; 2. riduzione della funzione polmonare; 3. limitazione delle attività di vita quotidiana; 4. inattività con conseguente aumento dell’atrofia muscolare; 5. insicurezza nei movimenti con conseguente aumento del rischio di cadute e fratture. RIDUZIONE DELLA LA QUALITA’ DELLA VITA 62 ORTESI DI TRONCO LE ORTESI CATASTA SOLIDA DI LEGNO Il trattamento ortesico consiste nel cercare di ridurre il carico applicato sui corpi vertebrali in modo che le sollecitazioni generate abbiano un valore inferiore a quelle sopportabili dalla colonna. CATASTA DI STERPAGLIA Le ortesi hanno quindi il compito di: ▪ RIDURRE O CORREGGERE LE DEFORMITA’ ▪ RIDURRE IL DOLORE ▪ RIDURRE L’INSTABILITA’ VERTEBRALE 63 ORTESI DI TRONCO A seconda della gravità della patologia, si possono applicare diversi tipi di ortesi di tronco in modo da ricercare il giusto compromesso fra quelle che sono le necessità di correzione, stabilizzazione della colonna e riduzione del dolore imposte dalla deformità e quelle che sono le esigenze di mobilità del paziente. DINAMICI RIGIDI PREVENTIVI SEMIRIGIDI STABILIZZAZIONE STABILIZZAZIONE GRAVITA’ DELLA PATOLOGIA 64 ORTESI DI TRONCO BUSTO IN STOFFA Agisce sul rachide tramite forza esterna, favorendo una migliore distribuzione dei carichi. L’effetto principale del busto in stoffa si ottiene grazie alla compressione addominale. L’addome può considerarsi come un sacco colmo di liquidi al quale viene applicata una pressione esterna che lo deforma e lo costringe ad occupare, sia verso l’alto, che nel basso e nella parte posteriore, lo spazio venuto a aumento mancare. pressione L’aumento di pressione all’interno dell’addome agisce sulla idrostatica colonna vertebrale in due modi: a) permette una riduzione della lordosi b) assorbe una notevole quantità di sollecitazioni alle quali la compressione colonna è sottoposta, in quanto l’addome e il torace diventano addominale una specie di colonna semirigida situata davanti al rachide, realizzando una diminuzione della compressione dei dischi intervertebrali. delordosi lombare Altro effetto che si raggiunge utilizzando il busto in stoffa armata è la limitazione del movimento sia in senso antero diminuzione del posteriore che laterale della zona lombare. 65 carico sul rachide ORTESI DI TRONCO CORSETTO ELASTICO LOMBO-SACRALE - PREVENTIVE ▪ Ortesi lombo-sacrale che stabilizza e scarica la pressione della colonna vertebrale: ▪ Realizzata in materiale altamente traspirante - Posteriormente: 4 stecche in plastica - Anteriormente: 2 molle a spirale flessibili - Sistema di tiranti (2 fasce elastiche incrociate a X) con chiusura in velcro per regolare l’aderenza dell’ortesi al corpo 66 ORTESI DI TRONCO CORSETTO ELASTICO CON SPALLACCI - PREVENTIVE ▪ Ortesi costituita di una parte lombosacrale e di una posteriore più alta dotata di fasce elastiche incrociate sulla schiena che si allacciano sul davanti ▪ Realizzata in tessuto elastico che consente la traspirazione e conferisce un comfort ottimale - Posteriormente: 2 stecche corte rigide e fisse e 2 più lunghe flessibili in acciaio, removibili - Anteriormente: 2 stecche corte flessibili, fisse - Pelotta termica removibile - Chiusura in velcro per un adattamento ottimale - Leggera e semplice da indossare 67 ORTESI DI TRONCO (PREVENTIVE) SPINOMED ▪ Caratteristiche Tecniche ▪ Migliora la postura del tronco tramite un bio- feedback di attivazione della muscolatura dorso-lombare ▪ Telaio in alluminio a supporto della colonna vertebrale adattabile individualmente senza ausilio di particolari strumenti ▪ Le cinture per le spalle e per l’addome e la pelotta addominale educano alla corretta postura prevenendo il rischio di cadute ▪ Leggera e semplice da indossare ▪ Tutti le componenti tessili possono essere rimosse dall’ortesi e lavate 68 ORTESI DI TRONCO (PREVENTIVE) SPINOMED COME INDOSSARE L’ORTESI…. 1. INDOSSARE 2. POSIZIONAMENTO 3. SERRAGGIO 4. REGOLAZIONE L’ORTESI PELOTTA CHIUSURA CINTURE MAGNETICA ESTREMA FACILITA’ NELL’INDOSSARE L’ORTESI → COME UNO ZAINETTO Aprire la chiusura magnetica della cintura per le spalle e la chiusura in velcro su un lato del cuscinetto addominale. 1. Indossare l’ortesi similmente ad uno zainetto. 2. Posizionare la pelotta addominale al centro dell’addome e serrare le chiusure in velcro. 3. Serrare la chiusura magnetica sotto il torace. 4. Regolare la cintura per le spalle e la cintura addominale alla lunghezza appropriata servendosi delle chiusure in velcro. La cintura per le spalle può essere accorciata ulteriormente su entrambi i lati allontanando la chiusura magnetica; successivamente riapplicare la chiusura tramite velcro. 69 ORTESI DI TRONCO SPINOMED Uno studio condotto su 62 donne di età superiore ai 60 anni, deambulanti con almeno una frattura vertebrale da osteoporosi e un’ipercifosi maggiore di 60° Cobb, che hanno indossato lo Spinomed due ore al giorno per 6 mesi ha portato ai seguenti risultati: ▪ Significativo incremento dell’altezza corporea ▪ Rinforzo degli estensori dorsali e dei flessori addominali ▪ Miglioramento della funzione respiratoria ▪ Significativa riduzione dell’ ipercifosi dorsale ▪ Miglioramento della postura ▪ Riduzione del dolore Pfeifer et al.– Am J Phys Med Rehabil 83:177 -186 - 2004 ▪ Ottima tollerabilità 70 ORTESI DI TRONCO BUSTO IN STOFFA E STECCHE SU MISURA Busto con allacciature Busto con allacciatura a velcro a occhielli Busto con spallacci Busto con spallacci per donna per uomo Il busto viene costruito interamente su misure rilevate sul paziente. A seconda dell’altezza può essere del tipo lombare, dorso-lombare e alto con spallacci. E’ costruito in broccato di cotone, con fodera interna in tela di cotone 100% e inserti laterali in elastico pesante. Si adatta alla forma anatomica del paziente. Posteriormente si estende da 2 cm sotto le scapole fino a metà glutei per gli uomini e al di sotto degli stessi per le donne. E’ sostenuto da 8 stecche metalliche modellate sul paziente. Quattro stecche situate a gruppi di due su ciascun lato in sede paravertebrale, altre due sono collocate su ciascun fianco, le due più flessibili sono collocate anteriormente. Il Busto può essere realizzato con apertura centrale, destinato principalmente a soggetti magri e tonici, e con doppia allacciatura, il modello maggiormente utilizzato. Esso si contraddistingue a destra da una apertura con occhielli ove un laccio passante permette di regolare la pressione addominale. Sul lato sinistro vi è un allacciatura con ganci usata per mettere e togliere il busto. Inserti laterali in elastico permettono una migliore respirazione. 71 ORTESI DI TRONCO (PREVENTIVE) BUSTO SEMIRIGIDO IN STOFFA SU MISURA Caratteristiche Tecniche Confezionato in broccato di cotone, colore grezzo per uomo e rosa o nero per donna, foderato in cotone 100% con inserti laterali in elastico e con rinforzi in pelle sulle stecche. L’allacciatura centrale può essere realizzata: - con tiranti a velcro - occhielli o/e ganci Indicazioni Lombosciatalgie - ernie discali - osteoporosi - post traumatico - post operatorio. 72 ORTESI DI TRONCO (PREVENTIVE) BUSTO SEMIRIGIDO IN STOFFA SU MISURA CON SPALLACCI Caratteristiche Tecniche Confezionato in broccato di cotone, colore rosa o nero, foderato in cotone 100% con inserti laterali in tessuto elastico; spallacci modellati, morbida imbottitura sottoascellare rivestita in tessuto. Rinforzi in pelle sulle stecche. Allacciatura centrale ad occhielli o ganci. Indicazioni Lombosciatalgie - ernie discali - dorso curvo - osteoporosi - post traumatico - post operatorio 73 ORTESI DI TRONCO (STABILIZZAZIONE) BUSTO UNIVALVA LOMBARE Caratteristiche Tecniche rivestimento Il busto lombare univalva è costruito in materiale morbido termoplastico, su misura rilevate con scanner a laser e modellazione con CAD-CAM. Sul positivo realizzato viene valva in applicato uno strato di plastozote da mm 5 in modo da plastica rendere più confortevole il contatto con il paziente. Successivamente viene termoformato in polietilene a bassa pancera in densità dello spessore di mm 3. stoffa Il corsetto si estende dal bacino, copre l’osso sacro, i due trocanteri fino alle spine iliache antero-inferiori e arriva fin sotto le scapole. Nella parte anteriore avvolge le costole fluttuanti fin sotto il seno. Indicazioni del tratto lombare Grazie alla sua forma semplice ed efficace, assicura la Osteoporosi - Osteoartrite - Spondilolisi - posizione corretta della regione lombare favorendo un Spondilolistesi - Iperlordosi - Ipercifosi - rilassamento muscolare che quasi sempre allevia il dolore. Compressioni radicolari - Fratture apofisarie I vantaggi nell’uso di questo corsetto sono la possibilità di - Alterazioni discali - Fratture da essere applicato precocemente nei casi che lo richiedono schiacciamento della colonna vertebrale - senza l’obbligo di fare gessi. Dolori di schiena di natura meccanica - Immobilizzazione post-chirurgica. L’apertura può essere realizzata con la continuità della valva nella parte anteriore del tronco con allacciatura a Particolarmente indicato per tutte quelle velcro o realizzata con una panciera in stoffa, entrambi alterazioni della colonna che necessitano di consentono una presa addominale che assicura un efficace un certo grado di immobilizzazione. controllo della lordosi in una grande varietà di pazienti e di 74 situazioni ed un angolo lombare di 15°. ORTESI DI TRONCO (STABILIZZAZIONE) appoggio occipito BUSTO “a tre punti” mentoniero Caratteristiche Tecniche Il busto a tre punti per iperestensione è un dispositivo con componenti predisposti. E’ realizzato in duralluminio (materiale leggero, resistente, malleabile). La struttura a giorno è composta spinta lombare da due bande laterali regolabili in altezza, raccordate tra loro nella parte antero-interiore da una barra in alluminio sagomata con convessità postero-anteriore. Due molle applicate lateralmente sulle giunture permettono di seguire l’obliquità addominale del paziente. Nella parte prossimale sempre nelle due bande laterali sono applicate due fasce in alluminio che si estendono anteriormente nella zona sternale e sono collegate attraverso una placca che permette la loro regolazione in larghezza. Posteriormente, a livello lombare, una pelotta in materiale plastico semirigido è collegato alla struttura attraverso una cinghia fissata sulle due bande laterali, una cerniera con chiusura a trazione regolabile determina sulla pelotta una spinta postero-anteriore. L’appoggio pelvico e l’appoggio sternale determinano i due punti di controspinta. Sul dispositivo è possibile, per patologie cervico- appoggio sternale dorsali, applicare un collare con appoggio occipito-mentoniero anteriore regolabile in altezza.. appoggio Indicazioni pelvico-pubico 75 Osteoporosi - fratture vertebrali traumatiche e/o patologiche lombari. ORTESI DI TRONCO (STABILIZZAZIONE) BUSTO MZ MOD. ITOP Caratteristiche Tecniche Il Busto MZ Mod. ITOP è realizzato su misura, modellato con componenti predisposti sulle caratteristiche somatiche del paziente e costruito su stampi realizzati tramite CAD-CAM. È composto da una presa di bacino in polietilene dello spessore di 4 mm che si adatta facilmente al paziente a livello delle creste iliache superiori. Lateralmente due aste in ergal dello spessore di 2,5 mm sovrapposte tra loro e regolabili in altezza si estendono fino sotto al cavo ascellare. Sulle stesse aste nella parte prossimale vi è applicato trasversalmente un appoggio sottoascellare pre-sagomato in ergal (materiale rigido ed elastico) che viene modellato sulle zone ascellari e si estende nella parte anteriore fino agli appoggi acromiali e posteriormente fino alla spina della scapola. Le due aste descritte sono collegate con la parte controlaterale (speculare) da un’asta dorsale completamente traforata per renderlo registrabile. Posteriormente a livello sacrale (piastra sacrale) sono applicate due aste in alluminio con una distanza tra loro di 5 o 6 cm, perpendicolari sulle apofisi trasverse, collegate all’asta dorsale. Una pelotta in materiale morbido applicata internamente sulle due stecche modellate in lordosi, dà sostegno al tronco. Nei traumi cervico dorsali è possibile applicare un appoggio occipito-mentoniero attraverso due aste una posteriore applicata sul dorsale, registrabile in altezza, una anteriore, collegata ad un’asta sternale, applicata tra i due appoggi acromiali. Indicazioni Fratture vertebrali/traumatiche e/o patologiche - dorso lombari D6-L2 Fratture vertebrali/traumatiche e/o patologiche o traumi cervicali 76