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Università degli Studi di Torino

Chiara Ghislieri

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decision-making organizational decisions psychology business management

Summary

Lezioni sulla presa di decisioni nelle organizzazioni. Si analizzano i processi decisionali razionali e quelli basati su razionalità limitata. Si trattano diversi modelli decisionali e le trapole da evitare nella presa di una decisione. Si descrivono le caratteristiche dei gruppi virtuali e gli strumenti che aiutano nella presa di decisioni di gruppo.

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Psicologia del lavoro – canale A Chiara Ghislieri e Monica Molino Università degli Studi di Torino Dipartimento di Psicologia AA 2024/2025 Le decisioni nelle organizzazioni Chiara Ghislieri – Lezione a cura di Domenico...

Psicologia del lavoro – canale A Chiara Ghislieri e Monica Molino Università degli Studi di Torino Dipartimento di Psicologia AA 2024/2025 Le decisioni nelle organizzazioni Chiara Ghislieri – Lezione a cura di Domenico Sanseverino IL PROCESSO DECISIONALE La vita organizzativa è scandita da una serie di decisioni: üstrategie a lungo termine ücaratteristiche della struttura üandamento dei processi üsuccesso o insuccesso del cambiamento üqualità della vita lavorativa üclima relazionale. La presa di decisione (o decision making) è alla base delle strategie per la risoluzione di problemi (o problem solving). https://www.youtube.com/watch?v=jDCIX_ObpVE DEFINIZIONE ED ELEMENTI COSTITUTIVI Le dimensioni principali di una decisione sono: RILEVANZA – specifica l’impatto su tutta l’organizzazione TEMPORALITÀ – esprime il periodo di tempo in cui si avvertiranno le sue conseguenze CONTESTO – le condizioni ambientali influenzano la decisione (es. reperire informazioni) Distinzione tra situazioni di certezza, di rischio e di incertezza (Schermerhorn, Hunt, Osborn, 1997) TIPOLOGIA Due tipi di decisioni PROGRAMMATE – AFFRONTANO PROBLEMI STRUTTURATI (DECISIONI OPERATIVE) NON PROGRAMMATE – AFFRONTANO PROBLEMI NON STRUTTURATI DECISIONI TATTICHE (effetti a breve-medio termine) DECISIONI STRATEGICHE (più ampia rilevanza e livello di rischio) I MODELLI DECISIONALI: modello razionale 8. Valutazione 1. Ricognizione e controllo del problema della decisione 2. Definizione 7. Implementazione del problema e della decisione degli obiettivi IL PROCESSO DI DECISION MAKING 3. Definizione 6. Scelta della dei criteri della soluzione decisione 5. Valutazione 4. Generazione delle alternative delle alternative I MODELLI DECISIONALI: modello razionale (presupposti) IL CONTESTO IN CUI VIENE PRESA LA CONTESTO DECISIONE È ININFLUENTE SUL RISULTATO IL DECISORE È UN ESSERE PERFETTAMENTE DECISORE RAZIONALE E NON INFLUENZABILE LE ALTERNATIVE VENGONO ANALIZZATE TUTTE INSIEME METODO PARALLELAMENTE È POSSIBILE INDIVIDUARE LA SOLUZIONE CHE RISULTATI OTTIMIZZI I BENEFICI ED ELIMINI TUTTI I PROBLEMI (P. MASSIMIZZAZIONE) I MODELLI DECISIONALI: razionalità limitata Herbert Simon attaccò i presupposti del modello razionale a partire dall’assunzione che l’essere umano fosse dotato di una capacità razionale perfetta: Le fasi del processo decisionale vanno riviste assumendo che l’ essere umano sia dotato di una razionalità limitata, passibile di fraintendimenti, errori e dimenticanze Razionalità limitata significa: limitata capacità di elaborazione delle informazioni utilizzo di euristiche decisioni secondo il principio della soddisfazione I MODELLI DECISIONALI: razionalità limitata Ricognizione del problema Definizione del problema e degli obiettivi Definizione dei criteri della decisione Generazione delle alternative Valutazione delle alternative e scelta della soluzione I MODELLI DECISIONALI: razionalità limitata (presupposti) IL CONTESTO IN CUI VIENE PRESA LA DECISIONE PUÒ INFLUENZARE CONTESTO PESANTEMENTE IL RISULTATO IL DECISORE È UN ESSERE DOTATO DI UNA DECISORE LIMITATA CAPACITÀ RAZIONALE E FACILMENTE INFLUENZABILE LE ALTERNATIVE VENGONO ANALIZZATE UNA PER UNA METODO IN MODO SEQUENZIALE IL PROCESSO DECISIONALE SI INTERROMPE NON APPENA VIENE RISULTATI TROVATA UNA SOLUZIONE CHE SODDISFI REQUISITI MINIMI (P. SODDISFAZIONE) UN CONFRONTO Presupposti del Modello Razionale Presupposti del Modello di Simon I decisori scelgono le alternative I decisori scelgono l’alternativa che li migliori soddisfa di più I decisori valutano le alternative in I decisori valutano tutte le alternative modo sequenziale simultaneamente I decisori utilizzano obiettivi chiari, I decisori dispongono di obiettivi ambigui, raggiungibili e condivisi contradditori e non condivisi I decisori possono elaborare tutte le I decisori hanno capacità informazioni sulle alternative e i loro di elaborazione limitate esiti I decisori elaborano informazioni I decisori elaborano solo i fatti influenzate dalle percezioni personali MATRICE DEI MODELLI DECISIONALI OBIETTIVI ACCORDO DISACCORDO Modello razionale Modello politico (metodo della coalizione) ACCORDO Nessuna incertezza, Bassa incertezza, alta nessuna ambiguità ambiguità METODI Modello incrementale Modello del “cestino DISACCORDO (metodo prova/errore) della spazzatura” Alta incertezza, bassa Alta incertezza, alta ambiguità ambiguità INFLUENZE SUL PROCESSO DECISIONALE INFLUENZE INTERNE (EFFETTO DI INQUADRAMENTO, DISSONANZA COGNITIVA, ANSIETÀ POST-DECISIONALE) INFLUENZE ESTERNE SUL PROCESSO (DIVISIONE DEL LAVORO, GERARCHIA ORGANIZZATIVA, QUALITÀ E ACCESSIBILITÀ DELL’INFORMAZIONE, LIMITI DI TEMPO, COMUNICAZIONI INFORMALI) INFLUENZE ESTERNE SULLA PERSONA (INCAPACITÀ INSEGNATA, RESPONSABILITÀ LIMITATA) TRAPPOLE Fattori psicologici individuali e sociali (autogiustificazioni, difesa dell’immagine personale, sottovalutazione rischi e sopravvalutazione possibilità, paraocchi percettivo) Fattori organizzativi (comunicazione, inerzia, …) Caratteristiche del progetto (es. no profitti immediati) Fattori contestuali (pressioni sociali, politiche, …) DECISIONI DI GRUPPO: vantaggi Qualità della decisione Gestione efficace del tempo Accettazione e motivazione DECISIONI DI GRUPPO: svantaggi Tempo Dispersione di risorse Conflitti Dominio Conformismo EFFICACIA ED EFFICIENZA DECISIONE INDIVIDUALE DECISIONE DI GRUPPO EF Precisione < > FI C A Velocità > < CI A Creatività < > Accettazione < > EF FI MENO EFFICACE PIÙ EFFICACE CI E PIÙ EFFICIENTE MENO EFFICIENTE N Z A STRUMENTI PER LA DECISIONE DI GRUPPO DECISIONE PER DECISIONE MANCANZA DI RISPOSTA ALL’UNANIMITÀ DECISIONE PER DECISIONE PER CONSENSO AUTORITÀ DECISIONE DELLA MAGGIORANZA / MINORANZA BRAINSTORMING Parlare a ruota libera Abolire la critica Partecipare tutti GRUPPO NOMINALE, NGT GRUPPO DELPHI, DGT Fare attenzione alla quantità AVVOCATO DEL DIAVOLO Costruire sulle idee degli altri Scrivere tutte le idee GRUPPI SOCIALI VIRTUALI: CARATTERISTICHE ASSENZA DI SEGNALI PARAVERBALI O NON VERBALI NELLA COMUNICAZIONE SCAMBIO SOCIALE LIMITATO POSSIBILITÀ DI SUPERARE LE INIBIZIONI E MINORE CONFLITTUALITÀ Media Richness Theory (Daft & Hengel, 1986) DISFUNZIONI DELLA PRESA DI DECISIONI üCONFORMISMO üTENDENZA AL RISCHIO ü(POLARIZZAZIONE DI GRUPPO) üPENSIERO DI GRUPPO ü ILLUSIONE DI INVULNERABILITÀ ü ILLUSIONE DI MORALITÀ ü STEREOTIPI NEGATIVI CONDIVISI ü RAZIONALIZZAZIONI COLLETTIVE ü AUTOCENSURA ü ILLUSIONE DI UNANIMITÀ ü PRESSIONE A CONFORMARSI ü “GUARDIANI DEL PENSIERO” PROCESSO DECISIONALE SECONDO PDT (PRESCRIPTIVE DECISION THEORY) DEFINIRE CORRETTAMENTE IL PROBLEMA UTILIZZARE IL BRAINSTORMING PER IDENTIFICARE QUESTIONI E SEQUENZA DI SCELTE ANALIZZARE OBIETTIVI CHIAVE IDENTIFICARE I FATTORI DI INFLUENZA RICONOSCERE FATTORI CONTROLLABILI E NO SPECIFICARE PIANI DI EMERGENZA UTILIZZARE IL BRAINSTOMING PER PREVEDERE POSSIBILI ESITI DI FATTORI INCONTROLLABILI COSTRUIRE UN MODELLO CON I VANTAGGI DI OGNI ALTERNATIVA IDENTIFICARE I FATTORI REALMENTE DECISIVI COSTRUIRE UN MODELLO BASATO SOLO SU QUESTI FATTORI DEFINIRE LA DECISIONE FINALE INTEGRANDO I MIGLIORI ASPETTI DI TUTTE LE ALTERNATIVE ANALIZZATE RAZIONALITÀ ECOLOGICA LE PERSONE, SENZA BISOGNO DI GRANDE PREPARAZIONE, SFRUTTANDO LA PROPRIA ESPERIENZA, RIESCONO A PRENDERE BUONE DECISIONI A PARTIRE DA MECCANISMI LA CUI STRUTTURA INTERNA Può SFRUTTARE LE CONFIGURAZIONI ASSUNTE DALL’INFORMAZIONE ESTERNA DISPONIBILE NELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE. (TODD E GIGERENZER, 2003)

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