Summary

This document provides a detailed explanation of the process of mitosis and meiosis. It also covers the stages of meiosis one and two. It then provides a basic introduction to gametogenesis, with a focus on both the male and female reproduction system. This document also looks at the maturation of gametes, the process of fertilization, and the role of the zygote.

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file 1 – mitosi e meiosi GENI E CROMOSOMI - 01.1 Ogni cromosoma è costituito da una molecola di DNA lungo la quale è posta una successione lineari di geni. Il locus è la posizione occupata da un gene su un cromosoma. Il gene è l’unità ereditaria fondamentale. Ogni cellula somatica contiene 2 copie...

file 1 – mitosi e meiosi GENI E CROMOSOMI - 01.1 Ogni cromosoma è costituito da una molecola di DNA lungo la quale è posta una successione lineari di geni. Il locus è la posizione occupata da un gene su un cromosoma. Il gene è l’unità ereditaria fondamentale. Ogni cellula somatica contiene 2 copie di ciascun cromosoma. Ogni copia dello stesso cromosoma contiene gli stessi geni nello stesso ordine ma non necessariamente in forma identica (alleli). Gli alleli sono forme diverse dello stesso gene. CICLO CELLULARE – 01.2 Le cellule attraversano una serie di stadi chiamati: fase G1, S, G2 (che insieme formano l’interfase) e fase M. la cellula diploide di partenza ha due coppie di cromosomi, per un totale di 2n cromosomi (G1). Durante la fase S questi si sono replicati per dare 4n cromatidi fratelli. Dopo la fase G2, al termine della mitosi, vi sono 2 cellule figlie, ciascuna della quali contiene 2n cromosomi (M). La mitosi vera e propria comprende: - Profase: inizia quando i lunghi filamenti di cromatina cominciano a condensarsi mediante processi di spiralizzazione nei quali i cromosomi diventano contemporaneamente più corti e più spessi. Ogni cromosoma è stato duplicato durante la precedente fase S e consiste in una coppia di unità identiche (cromatidi fratelli). Ogni cromatidio contiene una regione chiamata centromero; - Metafase: i cromosomi sono allineati lungo in piano equatoriale della cellula (piastra metafasica) e prendono contatto con i microtubuli. Per la corretta separazione dei cromosomi si forma una connessione tra i microtubuli del cinetocore e i cromosomi replicati. Il cinetocore è un insieme di proteine che aderisce al centromero; - Anafase: ha inizio quando le forze che tengono uniti i cromatidi fratelli in corrispondenza del loro centromero si allineano. Ogni cromatidio è ora considerato come un cromosoma indipendente. I cromosomi disgiunti migrano lentamente ai poli opposti grazie ai cinetocori, ancora uniti ai microtubuli del fuso, che ne guidano il cammino. L’anafase termina quando tutti i cromosomi hanno raggiunto i poli; - Telofase: è lo stadio finale della mitosi, caratterizzato dal ritorno ad una condizione simile a quella di interfase. I cromosomi si decondensano, srotolandosi. Attorno ad ogni serie di cromosomi si sviluppa un involucro nucleare. MEIOSI – 01.3 Gli organismi superiori si riproducono mediante l’unione di due cellule sessuali specializzate, i gameti (aploidi) che si unisono a formare un’unica cellula chiamata zigote (diploide). I gameti sono prodotti nelle gonadi (testicolo e ovaio) a partire dalle cellule germinali. Se i gameti (cellule uovo e spermatozoi) avessero lo stesso numero di cromosomi delle cellule del genitore che lo produce, allora lo zigote avrebbe un numero doppio di cromosomi e questo raddoppiamento si verificherebbe ad ogni generazione. Il mantenimento di un numero costante di cromosomi è assicurato mediante un tipo particolare di divisione cellulare riduzionale, chiamato meiosi. Il termine meiosi signidica infatti “rendere più piccolo”, in riferimento al fatto che il numero dei cromosomi viene dimezzato. Durante la meiosi una cellula diploide va incontro a 2 divisioni cellulari, producendo potenzialmente 4 cellule aploide. La meiosi consiste in una duplicazione dei cromosomi seguita da due divisioni nucleari e citoplasmatiche (1° e 2° divisione meiotica). - Meiosi 1: i membri di ogni coppia di cromosomi omologhi prima si uniscono, poi si separano e vengono distribuiti in nuclei distinti. Qui si genera la variabilità genetica; - Meiosi 2: i cromatidi che costituiscono ciascun cromosoma omologo si separano e vengono distribuiti ai nuclei delle cellule figlie. 1 La meiosi è una particolare divisione tipica delle cellule germinali degli organismi eucariotici a riproduzione sessuale. La funzione della meiosi è la produzione di cellule aploidi a partire da cellule diploidi. Le cellule prodotte dalla meiosi sono geneticamente diverse tra loro. La prima divisione meiotica comprende: - Profase I: o Leptotene → i cromosomi dicromatidici diventano visibili e si dispongono a bouquet; o Zigotene → i cromosomi omologhi si appaiano (complesso sinaptinemico); o Pachitene → i cromosomi si contraggono e avviene il crossing-over; o Diplotene → i cromosomi tendono ad allontanarsi, ma rimangono uniti in uno o più punti (chiasmi) dove è avvenuto il crossing-over; o Diacinesi → i cromosomi continuano a condensarsi e diventano evidenti le due coppie di cromatidi (bivalenti o tetradi) con un centromero per ogni coppia. - Metafase I, Anafase I, Telofase I, Citodieresi I: si dissolve la membrana nucleare e i cromosomi si separano. Qui le 4 copie dello stesso cromosoma sono unite nelle tetradi. La separazione genera cromosomi formati da 2 cromatidi come all’inizio della mitosi. Al termine della citodieresi il numero di cromosomi è aploide. La seconda divisione meiotica è identica ad una meiosi, ma senza duplicazione di DNA, in quanto ciascun cromosoma è già formato da due cromatidi. Comprende: - Profase II → condensazione; - Metafase II → allineamento; - Anafase II → divisione dei cromatidi di ciascun cromosoma; - Telofase II → formazione dei nuovi nuclei e citodieresi (2 cellule con numero aploide di cromosomi formato ciascuno da un cromatidio). Punti importanti della meiosi: - Produzione di cellule aploidi; - Crossing over: nella profase I durante l’appaiamento tra i cromosomi omologhi (tetradi) può avvenire uno scambio reciproco di parti tra cromosomi omologhi; - Assortimento casuale dei cromosomi omologhi (I divisione) e dei cromatidi fratelli (II divisione) con formazione di nuove combinazioni. All’anafase I gli omologhi si disgiungono e migrano ai due poli della cellula in modo indipendente per ogni paio, allo stesso modo si comportano i cromatidi fratelli all’anafase II. - Rimescolamento del patrimonio genetico (grazie a crossing-over e assortimento casuale). Nella femmina: Nel maschio: - Le cellule staminali (ovogoni) proliferano prima della - La proliferazione di cellule staminali (spermatogoni) nascita; inizia dopo la pubertà e dura tutta la vita; - La meiosi inizia in tutte le cellule germinali durante la - Non si verifica meiosi né durante lo sviluppo fase fetale e si arresta prima della nascita; prenatale né prima della pubertà; - In numero di ovociti è massimo alla nascita e non se ne - La formazione di spermatozoi avviene formano di nuovi durante la vita; continuamente dopo la pubertà; - La meiosi riprende con la pubertà interessando un solo - Con la pubertà inizia la meiosi che rimane ovocito per ogni ciclo estrale. simultaneamente attiva in molte cellule germinali per tutta la vita. Crossing over: scambio di porzioni di DNA tra cromatidi paterni e materni. Tetradi: i cromatidi fratelli di cromosomi omologhi (materno e paterno) che si appaiano e sono costituiti da 4 copie dello stesso cromosoma. 2 file 2 – gametogenesi maschile e femminile GAMETOGENESI MASCHILE – 02.1 Cellule: - Cellule A dark → cellule staminali. Vanno in contro a 2 tipi di divisione: autoreplicazione e divisione asimmetrica, con cui una cellula dark dà origine a una cellula A pale. Si mantengono un certo numero di cellule staminali originali (vanno difficilmente in contro a rischi di mutazione); - Cellule A pale → cellule progenitrici. Mantengono integro il patrimonio genetico delle cellule staminali.; - Cellule B → popolazione di amplificazione. Il differenziamento delle cellule germinali maschili in spermatozoi procede dalla periferia del tubulo, verso il lume. La barriera emato-tubulare contribuisce, insieme alle cellule del Sertoli, a prevenire reazioni immunitarie verso gli spermatozoi che si formano per la prima volta dopo la pubertà, quando il riconoscimento degli antigeni self è già completato da tempo. La spermiogenesi (da spermatide a spermatozoo), comprende: 1. Formazione dell’acrosoma; 2. Modificazione del nucleo e della forma della cellula; 3. Formazione del flagello; 4. Riduzione del citoplasma; 5. Condensazione della cromatina (sostituzione degli istoni con le protammine); 6. Distacco degli spermatozoi dalle cellule del Sertoli (spermiazione). Durante la trasformazione da spermatide a spermatozoo, si perdono i vari organuli. Rimangono solamente il nucleo, i mitocondri e il centriolo (nel collo), che fa da corpo basale per l’assonema del flagello. Modificazioni dopo l’uscita dal testicolo: Al termine della spermatogenesi, lo spermatozoo non è in grado di fecondare. Durante il passaggio lungo l’epididimo acquisisce la motilità e la capacità di riconoscere l’ovocita. Durante il tragitto lungo le vie genitali femminili va incontro alla capacitazione: serie di modificazioni della membrana acrosomiale indispensabili per completare la penetrazione dell’oocita. 3 GAMETOGENESI FEMMINILE – 02.2 È un processo lungo e incostante. L’ovaio va incontro a modificazioni cicliche dalla maturità in poi. L’ovaio produce gameti e ormoni. La produzione di gameti si interrompe alla nascita e inizia il differenziamento degli oociti (circondati dal follicolo. A partire dalla 11-12° settimana di vita intrauterina, alcuni ovogoni cessano di proliferare per mitosi ed entrano in meiosi, trasformandosi in ovociti primari. Prima della nascita tutti gli ovogoni sono diventati ovociti primari. La meiosi si arresta allo stadio di diplotene dopo la formazione delle tetradi e dopo che è avvenuto il crossing-over. L’ovocita primario, insieme alle cellule che lo circondano (singolo strato di 2-3 cellule appiattite), costituisce il follicolo primordiale. Durante le prime settimane di gestazione avviene la mitosi degli ovogoni. Dal 3° al 7° mese di gestazione gli ovogoni si trasformano in ovociti primari (in meiosi I arrestata in diplotene). Dalle ultime settimane di gestazione alla pubertà gli ovociti primari rimangono quiescenti. Dalla pubertà alla menopausa si ha la riattivazione della maiosi: maturazione dell’ovocito primario in ovocito secondario, ovulazione e fecondazione (solo dopo la fecondazione termina la meiosi). NB: l’ovaio postnatale non contiene cellule germinali in gradi di replicarsi per mitosi. Alla pubertà una donna possiede tra 200.000 e 400.000 ovociti quiescenti (riserva ovarica). Maturazione del follicolo: - il follicolo primordiale è un ovocito circondato da un singolo strato di cellule follicolari appiattite; - il follicolo primario o prenatale è costituito da un singolo strato di cellule allungate, poi strati multipli; è evidente la zona pellucida, equivalente del guscio (strati acellulare specializzato, corrisponde alla membrana basale, rimane fino a 7 gg dopo la fecondazione). - nel follicolo secondario o antrale compare una cavità piena di liquido detto antro; - nel follicolo terziario o maturo o preovulatorio o di Graaf l’ovocito si trova in posizione eccentrica circondato da ooforo. Si ha il rapido aumento di diametro fino a 15-20 mm. Ultime fasi di maturazione: - arresto dell’attività mitotica delle cellule follicolari; - espansione del cumulo ooforo → le cellule del cumulo iniziano a produrre matrice extracellulare mucillaginosa che tende ad accrescere il volume del cumulo dissociandone le cellule; - ripresa della meiosi nell’ovocita in seguito al picco di LH → conclusione della prima divisione e inizio della seconda con nuovo arresto in metafase. Deiescenza del follicolo e ovulazione: - la parete del follicolo rivolta verso la superficie dell’ovaio e la parete di quest’ultimo si assottigliano formando un’area traslucida detta stigma; - lo stigma sporge come una vescichetta sulla superficie dell’ovaio; - le pareti del follicolo e dell’ovaio si rompono provocando la fuoriuscita del cumulo ooforo che contiene l’ovocita; - la maggior parte delle cellule del cumulo ooforo si stacca mentre permangono quelle più vicine all’ovocita, dette corona radiata; - l’ovocita in 10 minuti raggiunge l’ampolla tubarica; - il follicolo che rimane nell’ovaio si trasforma rapidamente in corpo luteo (ghiandola endocrina). COMPETENZA DEI GAMETI – 02.3 Lo spermatozoo è dotato di motilità progressiva, acrosoma, genoma aploide, centriolo, fattori maschili non ben determinati; l’oocita è dotato di genoma aploide e di tutto il necessario per le prime fasi dello sviluppo embrionale (mRNA, proteine, mitocondri, vitello, ecc.). 4 file3 – fecondazione, sviluppo e differenziamento MATURAZIONE DELLO SPERMATOZOO – 03.1 Uscii dal testicolo gli spermatozoi vanno incontro al processo di maturazione durante il loro passaggio attraverso le vie genitali maschili (rete testis, epididimo e deferente), acquisendo la motilità e la capacità di riconoscere l’ovocita. Inoltre, vengono avvolti dal plasma seminale che dà loro protezione e nutrimento. Un eiaculato contiene milioni di spermatozoi, ma solo pochi raggiungono l’ovocita. La maggior parte non super la giunzione utero-tubarica, il resto si ferma nell’istmo della tuba: riserva tubarica. Capacitazione: per essere in grado di fecondare, gli spermatozoi devono andare incontro al processo di capacitazione, che consiste nella rimozione di certe componenti proteiche della membrana plasmatica acrosomiale; questo avviene nel tragitto tra vagina e ovidotto (da fare anche per fecondazione in vitro). Nella tuba uterina si forma un deposito di spermatozoi in attesa dell’ovulazione. Tra l’accoppiamento e l’ovulazione, gli spermatozoi aderiscono alle cellule dell’istmo della tuba, dove mantengono intatta la loro capacità fecondante. Al momento dell’ovulazione una piccola parte viene rilasciata, risale nell’ampolla della tuba dove avviene la fecondazione. Il deposito dura un paio di giorni nei mammiferi, è molto prolungata negli uccelli. FECONDAZIONE – 03.2 Consiste nel superamento di una serie di barriere che proteggono l’ovocita, per arrivare alla fusione della membrana dello spermatozoo con quella dell’ovocita, che permette di far entrare l’intero spermatozoo nell’ovocita (non solo il suo nucleo). Comprende diverse fasi: 1. penetrazione della corona radiata → cellule della granulosa provenienti dal cumulo ooforo; 2. reazione acrosomiale e penetrazione della zona pellucida → la zona pellucida si forma nelle prime fasi dello sviluppo dell’oocita primordiale. Le cellule della zona pellucida fanno delle gap junction con l’oocita, riversano all’interno varie sostanze. Quando c’è il picco di LH le gap junction si interrompono e l’oocita diventa una cellula indipedente; 3. fusione con la membrana dell’ovocita; 4. ingresso dello spermatozoo nell’ovocita; 5. attivazione dell’ovocita. Fasi iniziali: a. passaggio attraverso la corona radiata; b. adesione alla zona pellucida e reazione acrosomiale; c. adesione e fusione tra le membrane dello spermatozoo e dell’ovocita. Reazione acrosomiale: a. spermatozoo intatto con acrosoma; b. fusione tra membrana plasmatica e membrana acrosomiale esterna; c. formazione di vescicole tra le due membrane; d. lisi dell’acrosoma e liberazione degli enzimi. La testa dello spermatozoo rimane delimitata solo dalla membrana acrosomiale interna, mentre il segmento equatoriale della membrana plasmatica rimane intatto. MECCANISMI DI ADESIONE E FUSIONE – 03.3 La reazione che avviene tra spermatozoo e ovocita è simile a quella tra ligandi e recettori: ci sono dei recettori sull’ovocita e la membrana acrosomiale interna contiene delle proteine che corrispondono alla zona di adesione. La presenza di un ligando e un recettore permette di creare barriere biochimiche 5 interspecifiche: la specificità tipo ligando-recettore con la quale si legano i gameti previene la fecondazione interspecifica. MITOCONDRI E RIPRODUZIONE – 03.4 I mitocondri sono organelli deputati alla produzione di energia, hanno un piccolo genoma al loro interno, a testimonianza del fatto che siano un fenomeno di interiorizzazione di batteri all’interno di cellule eucariotiche (teoria endo-simbiontica). NB: tutti i mitocondri derivano dalla linea femminile. Ciò è giustificato da 2 motivi: maggior numero di mitocondri nell’oocita rispetto al numero contenuto nello spermatozoo e per la necessità di corrispondenza tra DNA mitocondriale cellulare e DNA mitocondriale velo e proprio (porzione contenuta nel mitocondrio stesso). - oocita → 100.000 mitocondri; - spermatozoo →50–75 mitocondri. I mitocondri si replicano indipendentemente dalla cellula, ma geni che contribuiscono alla formazione di un nuovo mitocondrio non sono solo contenuto nel mitocondrio, ma anche all’interno del genoma cellulare → ci vuole corrispondenza tra genoma mitocondriale e quello cellulare. La compatibilità tra genoma cellulare e genoma mitocondriale è essenziale → i mitocondri che derivano dallo spermatozoo vengono marcati specificatamente (con ubiquitina, che costituisce un target per i lisosomi dell’ovocita stesso) e distrutti. FECONDAZIONE: FASI SUCCESSIVE – 03.5 Una delle prime cose che deve fare l’ovocita è impedire che entri più di uno spermatozoo. Sono solitamente 10-20 spermatozoi che incontrano un ovocita. Lo spermatozoo porta nell’ovocita il nucleo, i mitocondri (che vengono distrutti) e il centriolo. Il centriolo durante la mitosi va in contro a replicazione come il DNA → è importante che alla fine della fecondazione ci sia un solo centriolo. Una delle alterazioni principali dell’attivazione partenogenetica è la presenza di centrioli in eccesso che portano ad alterazioni cromosomiche. Subito dopo l’ingresso del 1° (e unico) spermatozoo si ha la reazione corticale, cioè l’esocitosi dei granuli corticali contenuti nel citoplasma dell’ovocita, che modifica la struttura della zona pellucida, impedendo l’ingresso di altri spermatozoi (inibizione della polispermia). Ciò porta alla modificazione della struttura delle proteine della zona pellucida, diventano rigide (indurimento della zona pellucida) e non sono più in grado di fare la reazione ligando-recettore (gli altri spermatozoi non sono + in grado di attraversale la zona pellucida). La polispermia (ingresso di più spermatozoi nell’ovocita) non è osservabile in vivo (embrione muore); se in vitro l’ovocita viene a contatto con molti spermatozoi si è notato che la reazione corticale non è sufficientemente veloce. La meiosi femminile (che rimane bloccata fino all’inizio dell’ovulazione), si completa solo se e quando avviene la fecondazione: si ha la ripresa della meiosi con il raggiungimento della telofase II e l’estrusione del 2° globulo polare. La penetrazione dello spermatozoo porta ad una iperpolarizzazione della membrana plasmatica dell’ovocita ed un aumento della concentrazione intracellulare di Ca che si manifesta in picchi successivi. Questo fenomeno determina la ripresa del ciclo cellulare che si era arrestato in meiosi II. Si può stimolare questo aumento oscillatorio del Ca anche in assenza dello spermatozoo, ottenendo così la partenogenesi: sviluppo di un embrione senza genoma maschile. Tutti i meccanismi che sono fisiologicamente attivati dalla fecondazione, possono essere attivati anche da meccanismi diversi; ciò è alla base della partenogenesi. Basta ad esempio pungere l’ovocita per ottenere la stessa reazione. 6 OOTIDE Dopo la penetrazione e la ripresa della meiosi, si formano il pronucleo maschile e quello femminile. Fin quando rimangono separati si parla di ootide. Durante questa fase i due pronuclei entrano in fase S e duplicano il loro DNA mentre si avvicinano e si portano al centro dell’ovocita → è avvenuta la fecondazione ma non c’è ancora un nuovo individuo, perché i due genomi sono ancora separati. ZIGOTE Al termine della fase S si dissolvono le membrane dei due pronuclei ed i cromosomi, ora divenuti dicromatidici, si allineano in una piastra metafasica. I due genomi si fondono e si forma lo zigote. SEGMENTAZIONE Partendo da un ovocita (cellula molto voluminosa), l’embrione va incontro ad una serie di rapide divisioni cellulari dette riduzionali (servono a ridurre il volume cellulare dello zigote fino a quello delle normali cellule somatiche). Le cellule dell’embrione a questo stadio vengono chiamate blastomeri. Le cellule dell’embrione a questo stadio vengono chiamate blastomeri. La segmentazione termina con la formazione della blastocisti. L’embrione passa attraverso lo stadio di 2, 4, 8, 16 cellule. Successivamente si forma la morula e infine la blastocisti. La blastocisti è una sfera cava piena di liquido, il cui diametro, inizialmente, è uguale a quello dell’ovocita. La parete è formata da due tipi cellulari: uno strato periferico detto trofectoderma (TE) da cui deriveranno gli annessi embrionali e un piccolo ammasso di cellule in posizione eccentrica detto nodulo embrionale (ICM) da cui deriverà l’embrione vero e proprio. La cavità venutasi a formare si chiama blastocele. (nodulo embrionale è anche detto massa cellulare interna) Le cellule si dividono in maniera simmetrica; queste cellule sono funzionalmente uguali: tagliando a metà l’embrione in questa fase si ottengono 2 embrioni. L’oocita fecondato si evolve in morula, le cellule sono ancora tutte rotondeggianti → non sono un vero e proprio tessuto, sono appoggiate le une alle altre. Successivamente le cellule vengono appiattite e assumono le caratteristiche tipiche dell’epitelio. Lo stadio delle 8-16 cellule è uno stadio critico, perché è il momento in cui si ha l’attivazione del genoma embrionale. Tutto ciò che viene fatto prima di questo stadio avviene grazie alla presenza di sostanze derivanti esclusivamente dall’ovocita (RNA, aa, ecc). In questo momento si attiva il genoma embrionale con la sintesi di tutte le sostanze che servono all’embrione. La blastocisti si forma 6 giorni dopo la fecondazione. All’inizio è ancora racchiusa nella zona pellucida. Nei due giorni successivi aumenta rapidamente di diametro (espansione) fino a lisare la zona e ad uscirne (sgusciare). Nel topo e nell’uomo subito dopo si impianta nella parete uterina. Negli animali domestici, prima di prendere rapporti con l’utero (annidamento) la blastocisti rimane libera nel lume per diversi giorni aumentando notevolmente di diametro (cavallo) o allungandosi fino ad oltre un metro. La secrezione di 7 segnali specifici inibisce la secrezione di prostaglandine da parte dell’utero, prevenendo così la lisi del corpo luteo. La permanenza del corpo luteo assicura la produzione di progesterone che consente l’instaurarsi e il perdurare della gravidanza. La qualità dell’ovocita determina le possibilità di sviluppo dell’embrione. DIFFERENZIAMENTO – 03.6 La capacità di totipotenza diminuisce durante lo sviluppo dell’embrione. Man a mano la plasticità del genoma si riduce e si va incontro al processo di differenziamento: - meccanismi genetici → caratteri ereditari che risultano da cambi della sequenza del DNA; - meccanismo epigenetico → caratteri ereditari che non dipendono dalla sequenza del DNA. Le cellule totipotenti si specializzano in cellule pluripotenti, che a loro volta evolvono in cellule multipotenti che andranno in contro al totale differenziamento Le modificazioni epigenetiche durante lo sviluppo fisiologico avvengono gradualmente e a partire da cellule specificamente predisposte: i gameti. clonazione 8 file 4 – gastrulazione 1° parte BLASTOCISTI E SGUSCIAMENTO – 04.1 Alla fase di blastocisti si distinguono il trofectoderma, ben differenziato, il nodulo embrionale che contiene cellule pluripotenti da cui derivano le cellule staminali embrionali, il blastocele (cavità interna) e la zona pellucida che avvolge l’intera blastocisti. Negli ungulati domestici la blastocisti sguscia all’8° giorno (4-5 gg dopo l’arrivo in utero). 9° giorno: - Nel nodulo embrionale ora si distinguono due porzioni cellulari: l’ipoblasto (posto verso il blastocele) e l’epiblasto (posto verso il trofectoderma). - La porzione di trofectoderma che ricopre l’epiblasto prende il nome di strato di Rauber ed inizia ad assottigliarsi. 11° giorno: - L’ipoblasto si espande a rivestire tutto il blastocele; - L’epiblasto rimane ancora pluripotente; - Lo strato di Rauber inizia a regredire; - Si forma il sacco vitellino primitivo. 13° giorno (stadio del disco embrionale): - Lo strato di Rauber è completamente regresso; - L’epiblasto entra in contatto con il lume uterino e insieme con l’ipoblasto sottostante prende il nome di disco embrionale; - Tra trofectoderma ed epiblasto si formano delle giunzioni strette che servono a mantenere la cavità del sacco vitellino sigillata anche se il trofectoderma non è più continuo. 9 GASTRULAZIONE 04.2 LINEA PRIMITIVA La linea primitiva è costituita da un accumulo di cellule dell’epiblasto che si forma all’estremità posteriore del disco embrionale. Questo segna l’inizio della gastrulazione (10-12 gg per maiale, pecora, capra e gatto; 14 gg per bovino e cavallo; 16 gg per il cane). Avviene l’ingressione delle cellule che daranno origine al mes-endoderma (da cui si formeranno sia il mesode,a che l’endoderma). Rappresenta la prima transizione epitelio-mesenchimale. (slide 14) ENDODERMA O SACCO VITELLINO Alcune delle cellule dell’epiblasto che hanno formato la linea primitiva si invaginano e sostituiscono gradualmente le cellule dell’ipoblasto formando l’endoderma embrionale. Le cellule dell’endoderma poste ventralmente al disco embrionale ormano la porzione ventrale della parete del sacco vitellino primitivo e, oltre i margini nel disco embrionale, si continuano con l’ipoblasto ora chiamato mesoderma extraembrionale. La parte di sacco vitellino rivestita da endoderma verrà inglobata nell’embrione e darà origine all’intestino primitivo. La parte rivestita da ipoblasto si localizzerà al di fuori dell’embrione formando il sacco vitellino definitivo. MESODERMA EMRBIONALE ED EXTRA-EMRBIONALE Altre cellule epiblastiche si staccano dalla linea primitiva e dal trodecroderma per dare origine, rispettivamente, al mesoderma embrionale, posto tra epiblasto ed endoderma nell’ambito del disco embrionale e mesoderma extra-embrionale che si continua al di fuori del disco embrionale. Il mesoderma extraembrionale si divide in due lamine: parietale e viscerale. La parietale insieme al trofectoderma forma il corion; la viscerale insieme all’ipoblasto, o endoderma extraembrionale) forma la parete del sacco vitellino primitivo. La cavità delimitata dal corion e dal sacco vitellino primitivo è il celoma. FOGLIETTI EMRBIONALI Quando il mesoderma embrionale e l’endoderma definitivo si sono formati, ciò che resta dell’epiblasto assume la denominazione di ectoderma. L’epiblasto quindi è il precursore di tutti e tre i foglietti definitivi del disco embrionale. FORMAZIONE DELL’AMNIOS All’inizio della gastrulazione il trofectoderma è rivestito internamente da uno strato di mesoderma extra- embrionale ed insieme formano il corion. In seguito, il corion forma le pieghe corion-amniotiche che si 10 ripiegano a rivestire il disco embrionale. In questo modo il disco embrionale si ritrova racchiuso nella cavità amniotica. Il punto in cui le due pieghe corion-amniotiche si fondono prende il nome di mesamnios che collega l’amnios col corion. Se persiste fino al momento del parto, il neonato nasce nudo perché l’amnios si lacera. Se regredisce, il neonato nasce avvolto da n amnios intatto che deve essere lacerato dalla madre o da chi assiste al parto per evitare il soffocamento del neonato (cavallo, cane, gatto). CELOMA EMBRIONALE E EXTRA-EMBRIONALE Inizialmente il celoma è presento solo fuori dal disco embrionale (celoma extra-embrionale) poi lo spazio tra mesoderma viscerale e parietale si estende anche all’interno del disco embrionale dando origine al celoma embrionale. CAVITÀ CELOMATICHE E SIEROSE La cavità amniotica si ripiega ulteriormente dando origine al celoma embrionale, che formerà le cavità del corpo (pleura e peritoneo, dette cavità celomatiche). Quando questo processo è ultimato distinguiamo la somatopleura, che darà origine al foglietto parietale di pleura e peritoneo, e la splancnopleura da cui deriveranno i rispettivi foglietti viscerali. PIANI DEL CORPO La formazione della linea primitiva determina l’asse cranio-caudale. La linea primitiva è posta all’estremità caudale del disco embrionale e alla sua estremità craniale si forma il nodo primitivo. Il nodo primitivo è formmato da una popolazione di cellule specializzate in epiblasto attraverso le quali si invaginano altre cellule dell’epiblasto che, differenziandosi in mesoderma, vanno a formare la notocorda, posta anteriormente alla linea primitiva. Il disco embrionale rappresenta la superficie dorsale e determina l’asse dorso ventrale. ULTERIORI STRUTTURE PRIMITIVE Anteriormente la notocorda è delimitata dalla placca precordale. Anteriormente a questa, l’epiblasto è così adeso all’endoderma che non c’è spazio per il mesoderma. In questo punto di forma la membrana bucco- faringea che chiude temporaneamente l’inizio del tubo intestinale primitivo. Posteriormente esiste una struttura simile chiamata membrana cloacale che chiude la futura apertura comune di intestino, apparato urinario e organi genitali. 11 12 file 5 – gastrulazione 2° parte DIFFERENZIAMENTO DELL’ECTODERMA – 05.1 Nel mesoderma si forma la notocorda, struttura cilindrica posta immediatamente al di sotto dell’ectoderma, qui succede un fenomeno comune nello sviluppo embrionale (il differenziamento di un tessuto induce il differenziamento di altre parti): la notocorda (precursore colonna) induce il differenziamento della porzione dell’ectoderma che si trova immediatamente sopra alla notocorda e dall’ectoderma si differenzia inizialmente nella placca neurale. All’inizio la placca è solo un ispessimento lineare, poi si sollevano i margini laterali formando le pieghe neurali, si forma una profonda scanalatura (doccia neurale). Si passa alla doccia neurale, le pieghe neurali si fondono e la doccia si trasforma in tubo neurale. Tutto ciò che non rimane compreso nel tubo neurale forma la cresta neurale (cellule considerate un po’ il 4° foglietto embrionale, danno origine a varie componenti). Il neuroectoderma dà origine al sistema nervoso centrale. Quando si forma il tubo neurale all’inizio è in comunicazione con la cavità amniotica (struttura che si forma attorno al disco neurale, all’interno della quale si sviluppa l’embrione), tramite il neurone anteriore e posteriore. La chiusura dei due neuropori rappresenta il processo iniziale della formazione del SNC. Il SNC è il primo sistema che si può riconoscere nella sua interezza all’interno dell’embrione. Le cellule che rimangono fuori dal tubo neurale formano la cresta neurale che è molto plastica; queste cellule (della cresta) danno origine a: SNP (neuroni + cellule della glia), aracnoide e pia madre (rivestimenti che avvolgono il SNC), melanociti (tipo cellulare che è parte dell’epidermide,), componente midollare della ghiandola surrenale (ghiandola endocrina, è uno dei punti di contatto tra SN e sistema endocrino), derma della faccia e del collo, muscoli dell’iride, cartilagini della faccia, odontoblasti, setto troncoconico del cuore → chiamato 4° foglietto embrionale. Il destino delle cellule della cresta neurale dipende dalla posizione lungo l’asse cefalo-caudale. L’ultima parte dell’ectoderma è l’ectoderma di rivestimento. È la parte che riveste tutto l’organismo. Si richiude sul tubo neurale e forma l’apparato tegumentale (cute, annessi cutanei, e ghiandole annesse all’apparato tegumentario stesso). Inoltre forma i placoidi ottici e acustici (precursori degli organi di senso: orecchio interno e cristallino). Genera stomodeo, proctodeo (estremità dell’apparato digerente), l’epitelio di rivestimento della cavità orale da cui deriva lo smalto dei denti e l’adenoipofisi. MESODERMA È diviso in: notocorda (lungo il piano sagittale mediano); mesoderma parassiale, intermedio e laterale, che si dispongono ai lati della notocorda in direzione medio-laterale. Notocorda: determina la formazione dell’asse mediano. È il modello su cui si va a formare lo scheletro assile. La colonna è una struttura metamerica: si ripete in strutture simili lungo l’asse. Il mesoderma più vicino ad entrambi i lati della notocorda inizia a proliferare e costituisce il mesoderma parassiale. Dal mesoderma parassiale prendono origine i somiti. I somiti si formano in senso cranio caudale, hanno una formazione graduale. Il numero di somiti fornice un’indicazione precisa dell’età embrionale (si usa per datare le varie fasi di sviluppo). Nella parte più craniale i somiti sono 7, sono parzialmente fusi tra di loro, si chiamano somitomeri (perché fusi). Dopo partono i somiti veri e propri, sono separati. Ogni somite presenta una cavità (somitocele), con cellule indifferenziate (cellule che mantengono lo stato mesenchimale), mentre le cellule esterne assumono una struttura epiteliale. Si formano a coppie su entrambi i lati del tubo neurale. Nella regione della testa i somitomeri, insieme al mesoderma laterale ed alle cellule della cresta neurale, si differenziano in tessuto connettivo, osseo e cartilagine. Nella regione del corpo, i somiti danno origine al derma, muscoli scheletrici ed alle vertebre. 13 Da ogni somita si formano: - Sclerotomo → vertebre e costole; - Miotomo → muscoli; - Dermatomo → derma e sottocute (parti connettivali della cute) del dorso. In seguito ogni miotomo e dermatomo riceverà, dalla cresta neurale, la sua componente nervosa. All’inizio c’è una corrispondenza diretta (la componente del SNP esce perpendicolarmente), quando c’è l’accrescimento e si formano i vari organi la fuoriuscita perpendicolare si perde e l’angolo si restringe in senso caudale. Dal mesoderma intermedio (porzione di mesoderma che connette il mesoderma parassiale col mesoderma laterale) si forma l’apparato uro-genitale. La porzione anteriore forma una struttura transitoria (pronefro) che poi degenera, mentre la porzione caudale rimane come cordone compatto che forma il mesonefro. Dal mesonefro si formano: - Dotto di Wolff, che dà origine alle vie genitali maschili (se presente cromosoma Y); - Dotto di Muller, che dà origine alle vie genitali femminili (se non presente cromosoma Y); - Creste genitali che rappresentano le gonadi indifferenziate. Il mesonefro regredisce a sua volta per consentire la formazione del metanefro, che dà origine ai reni definitivi. ORIGINE DEI GAMETI E DELLE GONADI Al momento della formazione di mesoderma ed endoderma un piccolo gruppo di cellule dell’epiblasto esce dall’embrione e si porta nell’angolo tra allantoide e sacco vitellino. Qui le cellule germinali primordiali (PGC: primordial germ cells) proliferano per 2-3 settimane e poi rientrano nell’embrione portandosi nelle creste genitali dove continuano a proliferare fino a quando le gonadi si differenziano e quindi anche loro si differenziano in ovogoni e spermatogoni. Le cellule germinali originano separatamente dalle gonadi e si formano nella porzione caudale del sacco vitellino, poi migrano lungo il mesentere fino ad arrivare alla cresta genitale → gonadi e gameti hanno inizialmente un’origine separata. Le cellule germinali colonizzano la cresta genitale ed iniziano a proliferare, ma sono ancora indifferenziate tra i due sessi. Se è presente un cromosoma Y a questo punto si ha il differenziamento in senso maschile mediato dagli ormoni: AMH (anti- mulleriano) e DHT (diidrotestosterone) → si differenzia il dotto di Wolff. Nelle femmine, non essendo presente AMH, si differenzia il dotto di Muller. Imprinting Il prodotto finale sono 2 gameti con 2 imprinting diversi → combinandoli si crea un patrimonio genetico con l’imprinting corretto. 14 MESODERMA LATERALE (origine tonache sierose) Il mesoderma laterale dà origine a due lamine: mesoderma somatico (o somatopleura), che fa parte della parete dell’amnios e il mesoderma viscerale (o splancnopleura), che fa parte della parete extra-embrionale che inizialmente è ampia in comunicazione col celoma extra-embrionale. Quando l’amnios si ripiega avvolgendo completamente l’embrione, i due celomi si separano. Il celoma embrionale poi si suddivide nelle cavità: pleurica, pericardica e peritoneale (+ cavità scrotale). Queste cavità sono rivestite dalle rispettive sierosi il cui foglietto parietale deriva dalla somatopleura e quello viscerale dalla splancnopleura (origine del mesotelio). Il mesoderma viscerale forma: - Mesoderma cardiogenico, da cui si forma il cuore; - Emangioblasti, che differenziano ulteriormente in: o Cellule staminali emopoietiche; o Angioblasti, che formano l’endotelio dei vasi; - Muscolatura liscia degli organi addominali. Il mesoderma somatico forma: - Parete delle cavità celomatiche; - Componente mesenchimale degli abbozzi di arti. RIPIEGAMENTI DELL’EMBRIONE – 05.2 Ripiegamenti longitudinale e trasversale che modificano la forma dell’embrione da disco a cilindro, delimitandolo sia longitudinalmente che trasversalmente e separandolo dai suoi annessi. RIPIEGAMENTO LONGITUDINALE O CRANIO-CAUDALE Quando il mesoderma ha formato la notocorda, l’ectoderma e l’endoderma posti alle due estremità sono uniti tra loro e formano la membrana bucco-faringea e la membrana cloacale, cosicché, quando l’ectoderma cresce rapidamente in seguito alla trasformazione del tubo neurale in cervello e midollo spinale, l’embrione si piega in senso ventrale, tale ripiegamento è favorito anche dall’accrescimento in senso longitudinale dell’amnios. In questo modo il corpo viene delimitato in senso longitudinale. RIPIEGAMENTO LONGITUDINALE ANTERIORE Nella regione craniale il cervello si proietta oltre l’aria cardiogenica, spingendola prima ventralmente e poi caudalmente. In questo modo parte del sacco vitellino primitivo viene incorporato nell’embrione formando l’intestino anteriore che finisce a fondo cieco a livello della membrana bucco-faringea. RIPIEGAMENTO LONGITUDINALE POSTERIORE Nella regione caudale il midollo spinale si proietta oltre la membrana cloacale, determinando un ripiegamento caudale in senso ventrale. Ciò che determina l’incorporazione di parte del sacco vitellino primitivo all’interno dell’embrione che darà origine all’intestino posteriore. Subito dopo, questo di dilata dando origine alla cloaca. RIPIEGAMENTO TRASVERSALE L’accrescimento del mesoderma parassiale e la formazione dei somiti insieme all’accrescimento trasversale della cavità amniotica portano al ripiegamento della somatopleura verso il piano mediano, formando così un embrione cilindrico. 15 RIPIEGAMENTO TRASVERSALE SOPRA- E SOTTO-OMBELICALE In queste due regioni il ripiegamento è completo, le pieghe sx e dx si fondono e il sacco vitellino primitivo, intrappolato nel celoma embrionale, si trasforma rispettivamente in intestino primitivo anteriore e posteriore. L’intestino primitivo decorre lungo l’asse cranio-caudale dalla membrana bucco-faringea alla membrana cloacale. Risulta diviso in 3 pari: l’intestino anteriore, dalla membrana bucco-faringea all’intestino medio, che è la porzione dove sbocca il dotto vitellino, e l’intestino posteriore, che si continua fino alla membrana cloacale. La porzione più anteriore prende il nome di intestino faringeo, che termina con lo stomodeo (depressione ad imbuto che si trasformerà nella nocca); posteriormente termina col proctodeo, che darà origine al canale anale ed ai genitali esterni). RIPIEGAMENTO TRASVERSALE NELLA REGIONE OMBELICALE Qui la chiusura resta incompleta perché le due pieghe stringono il sacco vitellino, ma non lo staccano dall’embrione. Il sacco vitellino viene così diviso in 3 parti: l’intestino primitivo (all’interno dell’embrione), il dotto vitellino (la parte compressa delle pieghe che verrà incorporata dall’ombelico) e il sacco vitellino definitivo, posto fuori dall’embrione nel celoma extra-embrionale. DIFFERENZIAMENTO DELL’ENDODERMA – 05.3 All’inizio la parete dorsale del sacco vitellino primitivo è rivestita dall’endoderma appena formato, mente la parete lateroventrale rimane rivestita da ipoblasto. Al termine dei ripiegamenti longitudinale e trasversale la porzione rivestita da endoderma forma l’intestino primitivo, mentre quella rivestita da ipoblasto forma il sacco vitellino definitivo. Poco dopo la definizione delle 3 parti dell’intestino primitivo da questo si sviluppano i rivestimenti epiteliali di: - Sistema gastro-intestinale; - Sistema respiratorio; - Vescica urinaria e uretra; - Cavità e antro timpanici; - Tuba uditiva. Dall’endoderma derivano anche il parenchima di tonsille, tiroide, paratiroidi, timo, fegato e pancreas. 16 17 file 6 – annessi embrionali e placentazione ANNESSI EMBRIONALI – 06.1 Sono organi che circondano l’embrione prima e il feto poi, lo proteggono (es. amnio fornisce all’embrione un ambiente “marino” gli permette di non disidratarsi) durante lo sviluppo. Nei mammiferi si distinguono l’amnios, il corion, il sacco vitellino e l’allantoide. Nei mammiferi vivipari il sacco vitellino va incontro a rapida involuzione in parallelo allo sviluppo del cordone ombelicale della placenta. UOVO AMNIOTICO È presente un guscio calcareo permeabile all’ossigeno che permette la respirazione aerea e impedisce la disidratazione; all’interno ci sono il corion e l’amnios, che protegge l’embrione dalla disidratazione e dalla compressione; l’albume gelatinoso fornisce un’ulteriore riserva nutritiva (proteine) per l’embrione, lo isola meccanicamente, lo idrata e lo protegge dalle infezioni microbiche. FORMAZIONE DELL’AMNIOS All’inizio della gastrulazione il trofectoderma è rivestito internamente da uno strato di mesoderma extra- embrionale ed insieme formano il corion. In seguito, il corion forma le pieghe corion-amniotiche che si ripiegano a rivestire il disco embrionale. In questo modo il disco embrionale si ritrova racchiuso nella cavità amniotica. Il punto in cui le due pieghe corion-amniotiche si fondono prende il nome di mesamnios che collega l’amnios col corion. Se persiste fino al momento del parto, il neonato nasce nudo perché l’amnios si lacera. Se regredisce, il neonato nasce avvolto da n amnios intatto che deve essere lacerato dalla madre o da chi assiste al parto per evitare il soffocamento del neonato (cavallo, cane, gatto). CORION È l’annesso embrionale più esterno, che avvolge sia il feto che tutti gli altri annessi ed entra in contatto con la mucosa uterina. Inizialmente è formato dal trofoblasto a cui si aggiunge il mesoderma parietale extraembrionale durante l’amniogenesi. La superficie esterna inizialmente è liscia, poi sviluppa una serie di villi primari che, in alcune zone, possono regredire (corion laeve) e, in altre, differenziarsi con modalità specifiche in funzione del tipo di placenta che si dovrà formare (corion frondosum). Nelle placente più superficiali (per apposizione), i villi sono formati da un asse connettivale vascolarizzato da vasi allantoidei rivestito da un epitelio semplice (citotrofoblasto). Nelle placente che prendono un rapporto più intimo (endoteliocoriali ed emocoriali) i villi hanno lo stesso asse connettivale vascolarizzato dall’allantoide, ma sono rivestiti da uno strato di citotrofoblasto più interno e da un sinciziotrofoblasto all’esterno. SACCO VITELLINO Nei mammiferi ha perso la sua funzione trofica, ma rimane importante perché nella sua parete (mesoderma viscerale della splancnopleura) prendono origine i primi vasi sanguigni. Inoltre, qui si originano le cellule germinali primordiali nell’angolo tra l’allantoide e il sacco vitellino. ALLANTOIDE L’allantoide si forma durante la 2°-3° settimana di gestazione come estroflessione dell’endoderma dell’intestino posteriore che si spinge nel celoma extra-embrionale. Intestino posteriore e allantoide rimangono collegati dal dotto allantoideo che, insieme al dotto vitellino, verrà incorporato nel cordone ombelicale. La sua parete è formata da uno strato interno di origine endodermica e da uno strato esterno che deriva dal mesoderma viscerale. Col tempo, l’allantoide assume una forma a T e si estende fino a rivestire, prima parzialmente e poi completamente, l’amnios. Nei mammiferi l’allantoide ha perso l’originaria funzione di vescica urinaria, ma rimane molto sviluppato in quanto fornisce i vasi ai villi coriali e quindi collega l’embrione alla circolazione placentare. Nei carnivori e negli equidi, l’allantoide è molto sviluppato, occupa tutto il celoma extra-embrionale e circonda completamente l’amnios. Anche nei 18 ruminanti e nel suino si espande in tutto il celoma extra-embrionale tranne che in corrispondenza della parte dorsale dove persiste il mesamnios. CORDONE OMBELICALE È rivestito esternamente da ectoderma embrionale, che si continua con l’ectoderma amniotico. All’interno ci sono i dotti vitellino e allantoideo, coi relativi vasi. Sono contenuti in un connettivo lasso mucoso (gelatina di Warton), che costituisce l’impalcatura del codone. Ha il compito di proteggere i vasi da possibili costrizioni in caso di piegature del cordone dovute al movimento del feto. PLACENTA Annesso embrionale tipico dei mammiferi vivipari che provvede agli scambi materno-fetali per la nutrizione, la respirazione e l’escrezione dei cataboliti. Inoltre, ha un’importante funzione endocrina secernendo vari ormoni. è formata da una componente fetale (corion) e da una materna (endometrio). Prima della formazione della placenta, l’embrione si nutre assorbendo l’istiotrofo (o latte uterino) prodotto dalle ghiandole della mucosa uterina. Dopo la formazione della placenta, la nutrizione avviene attraverso l’emotrofo, cioè mediante l’assunzione dei metaboliti della matre attraverso la circolazione placentare. Le placente vengono classificate in base a diversi fattori. - In base alla vascolarizzazione del corion: o Allantoidea → vascolarizzata dai vasi allantoidei (la più diffusa); o Vitellina (o onfaloide) → vascolarizzata dai vasi vitellini (tipica dei marsupiali); presente nei carnivori insieme all’allantoidea per tutta la gravidanza, mentre negli equidi è limitata alla sola prima fase. - In base alla distribuzione dei villi coriali: o Diffusa (suino, equidi) → villi su tutta la superficie e affondano in piccole nicchie della mucosa uterina; o Multipla o cotiledonare (ruminanti) → villi raggruppati in piccoli ciuffi (cotiledoni) che si inseriscono in punti ben distinti della mucosa uterina (caruncole) a formare placentomi; o Zonata (carnivori) → i villi del corion frondosum formano un anello che avvolge la fascia equatoriale; o Discoidale (primati e roditori) → i villi sono raggruppati in una zona circolare o ovoidale. - In base al rapporto corion-mucosa uterina: o Epitelio-coriale (suino, equidi) → i villi si appongono alla mucosa senza alcuna torsione; o Sinepitelio-coriale (ruminanti) → cellule coriali si fondono con cellule dell’endometrio; o Endotelio-coriale (carnivori) → l’epitelio del corion prende contatto direttamente con l’endotelio dei vasi materni; o Emo-coriale (primati e roditori) → i villi coriali si inseriscono in lacune sanguigne senza nessuno barriera che li separi dal sangue materno. - In base al comportamento della mucosa uterina: o Decidua (carnivori, primati e roditori) → placenta che presenta una decidua, cioè profonde modificazioni della mucosa uterina per consentire l’impianto della blastocisti. Quando il corion si distacca al momento del secondamento, si determina un’emorragia più o meno imponente. Si distingue una decidua basale (area in rapporto coi villi coriali), una decidua capsulare (area in rapporto col corion leave), e una decidua parietale (area non coinvolta nell’impianto); o Adecidua (equidi e ruminanti) → placenta in cui la mucosa uterina non ha subito erosione da parte dei villi coriali, come la placenta epitelio coriale degli equidi e la sindesmo-coriale dei ruminanti. Quando i villi coriali si distaccano dalla parete uterina al momento del secondamento non si hanno perdite di sangue. 19 Nei ruminanti la mucosa dell’utero presenta caruncole disposte su 4 file longitudinali, dal corpo a ciascun corso, 8-12 per fila per un totale di 80-120 per utero. Le caruncole hanno diametro iniziale di 1-1.5 cm, diventano di 6-8 × 2-2.5 cm durante la gravidanza quando nelle loro cripte vengono accolti i villi del corion fetale raccolti in cotiledoni ed insieme formano i placentomi. Presenti anche in pecore e capre dove la mucosa uterina può presentare macchie nere di pigmento. FUNZIONI DELLA PLACENTA Consente gli scambi respiratori e metabolici tra madre e feto. In nessun caso il sangue fetale si mescola con quello materno, per cui gli scambi avvengono attraverso il filtro placentare che ostacola il passaggio di sostanze o microorganismi nocivi. Dalla madre al feto possono però passare farmaci, virus, batteri e parassiti, le placente deciduate consentono anche il passaggio di anticorpi, che così conferiscono una certa protezione immunitaria al feto. Nelle placente adeciduate il passaggio di anticorpi non avviene e la protezione immunitaria viene conferita attraverso l’assunzione del colostro all’inizio dell’allattamento. La placenta è un’importante ghiandola endocrina che produce gonadotropine corioniche (FSH, LH), estrogeni, progesterone e prolattina. 20

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