Summary

These notes detail the concepts of risk and how it is communicated. They cover topics such as the effect of emotions on perceived risk, the difference between risk and danger, and forms of risk communication..

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21/11/2024 (dodicesima lezione) 13.8 L’effect come guida per le decisioni L’effect è una sensazione, una blanda emozione, positiva o negativa legata a un particolare attributo o oggetto da valutare. Non è necessariamente un’emozione intensa, ma piuttosto una reazione immediata e intuitiva che guid...

21/11/2024 (dodicesima lezione) 13.8 L’effect come guida per le decisioni L’effect è una sensazione, una blanda emozione, positiva o negativa legata a un particolare attributo o oggetto da valutare. Non è necessariamente un’emozione intensa, ma piuttosto una reazione immediata e intuitiva che guida il giudizio e il comportamento, rendendo il messaggio più potente. Le persone reagiscono più alle sensazioni evocate dal messaggio che ai suoi contenuti logici o ai dati oggettivi: se lo stimolo elicita un’emozione negativa, la persona adotterà comportamenti volti a diminuirla; invece, se lo stimolo elicita un’emozione positiva, la persona adotterà comportamenti volti a mantenere o potenziare quello stato. Spesso abbiamo difficoltà a interpretare dati numerici e siamo guidati più facilmente da etichette verbali affettive: Senza le indicazioni qualitative, la scelta può risultare complessa o confusa, poiché si concentra solo sui numeri e su un confronto diretto: Si sceglierà la terapia B, perché si è propensi a evitare rischi anche a discapito di un’efficacia più bassa. CAPITOLO 14: COMUNICARE RISCHI E PERICOLI 14.1 Rischi e pericoli Il pericolo è una situazione, una sostanza o un evento che ha il potenziale di causare danni. (certo) Il rischio è la probabilità che la persona entri in contatto con il pericolo e che questo si trasformi in un danno. (incerto) 1 Il rischio è caratterizzato da incertezza (conseguenze negative probabili, non certe) perché dipende da un calcolo che può avere esiti diversi a seconda dei parametri considerati. Esempio: guidare l’auto è un’attività rischiosa. Gli effetti negativi potenziali di tale attività dipendono 1) dai comportamenti adeguati dell’autista, come velocità, alcool, droga; 2) dalle condizioni oggettive di traffico, ambientali, di sicurezza del mezzo. 14.2 Perché è importante comunicare il rischio? 1) per supportare decisioni su come accettare, ridurre o evitare un rischio 2) per garantire scelte consapevoli: una comunicazione chiara del rischio permette alle persone di prendere decisioni informate e razionali 3) per promuovere comportamenti protettivi: una comunicazione efficace può incentivare azioni utili, come vaccinarsi o seguire misure di sicurezza. 4) ridurre il panico: informazioni accurate aiutano a prevenire reazioni irrazionali o ansia eccessiva. 14.3 Forme elementari di comunicazione del pericolo Come apprendiamo a riconoscere e a reagire ai pericoli? Il nostro rapporto con il pericolo nasce dall’interazione tra predisposizioni innate e apprendimento. Ci sono due principali modalità di comunicazione del rischio: - condizionamento classico (associazione diretta con stimoli negativi) - condizionamento e apprendimento sociale (osservazione del comportamento altrui, Bandura e pupazzo Bobo). 14.3.1 Condizionamento classico 2 La paura come reazione emozionale espressa attraverso l’associazione di uno stimolo inizialmente neutro. Esempi: - impariamo a temere il fuoco (stimolo neutro) dopo la bruciatura (stimolo negativo). - sviluppiamo la fobia di guidare (stimolo neutro) dopo un incidente (stimolo negativo). 14.3.2 Condizionamento sociale Apprendiamo ad avere paura di alcuni stimoli osservando gli altri (modelli). Esempi: - le scimmie in cattività imparano a temere i serpenti osservando altre scimmie. - i bambini apprendono paure attraverso l’osservazione degli adulti. Il condizionamento sociale è il meccanismo fondamentale nella percezione del rischio e nella sua prevenzione. Esempi: - i giovani apprendono comportamenti rischiosi dal gruppo dei pari (fumare, alcool) - i lavoratori seguono modelli di comportamento dei colleghi più esperti. Sono fondamentali i modelli positivi, come le campagne del progresso con testimonial per promuovere comportamenti sicuri. 14.4 Rischio reale e rischio percepito Il rischio reale è basato su dati oggettivi e analisi scientifiche. Il rischio percepito è influenzato da fattori psicologici, culturali e sociali, può essere maggiore o minore del rischio reale. Maggiore è il rischio di perdita percepito, più si è disposti a adottare comportamenti per limitarlo. Ci sono alcuni fattori che determinano la paurosità di un rischio e di conseguenza, il modo in cui può essere comunicato. - emozioni: situazioni positive o negative associate al pericolo (paura di volare, fare sport estremi). - incontrollabilità: percezione di poter/non poter gestire il pericolo (terremoti vs. malattie prevenibili). - involontarietà: rischi subiti senza una scelta personale (esposizione passiva vs attiva al fumo). - catastroficità: eventi con impatto su larga o piccola scala (pandemie). - gravità delle conseguenze per le generazioni future. - cecità psicologica: se una vittima può essere identificata ha un impatto psicologico maggiore (effetto della vittima identificabile, come per esempio: coinvolgimento mentre guardiamo delle immagini di guerra). 14.5 La via esperienziale per valutare e comunicare il rischio Due vie: a) analitica, che si basa sulla logica, lenta e complessa. È adatta alle decisioni ponderate, come gli investimenti. Analizza il dato oggettivo. 3 b) esperienziale, che è rapida, automatica e guidata da emozioni. Sfrutta il sistema emozionale per valutare il rischio. Spesso sollecitata da immagini, dalla comunicazione non verbale. Le immagini sono veicoli privilegiati con cui la nostra mente associa emozioni agli stimoli. Una campagna di promozione del rischio ha spesso più effetto se comprende immagini cariche di emotività (più dei dati statistici). Le emozioni negative hanno un impatto maggiore rispetto a quelle positive: - più attenzione dedicata a stimoli negativi - ricordo più duraturo degli eventi associati a emozioni spiacevoli - maggiore influenza sul comportamento (effetto framing) Le emozioni negative spingono a decisioni preventive. 14.6 Comunicare il rischio usando i numeri Presentare numeri, probabilità e statistiche è un modo per comunicare il rischio informando su dati a disposizione. Le informazioni presentati in modi matematicamente equivalenti, possono creare effetti psicologicamente diversi: - “Il tumore al seno è la causa di morte principale tra le donne di età compresa tra i 40 e i 55 anni” - “Una donna su otto svilupperà il cancro al seno nel corso della propria vita” - “ Quest’anno ogni 3 min viene diagnostica un nuovo cancro al seno e ogni 13 min muore una donna per questa malattia” (ha un impatto più forte e efficacia comunicativa differente). Il rischio può essere comunicato utilizzando formati diversi: - 1 su X: (1 su 20, frazioni), ed è molto usato per gli screening prenatali, ma molto difficile da capire, soprattutto se si confrontano eventi con rischi diversi, ed è influenzato dalla gravità della malattia (es: 1 bambino su 4 sviluppa una data malattia). Non è facilmente comprensibile. - Percentuale: ambigua, perché non specifica la classe di riferimento (es: il 90% degli utenti ha riscontrato benefici significativi). - Frequenze naturali: sono il formato più trasparente, più semplice da capire, anche per chi non ha elevata capacità nella rappresentazione dei numeri (numeracy, competenza numerica); (es: se in uno studio su 1000 persone, 30 sviluppano una malattia, si comunica che 30 persone su 1000 sono a rischio). Si riporta il campione da cui si parte, il che conferisce trasparenza e un’oggettività anche per chi legge i dati e non è esperto. 14.7 Analfabetismo statistico Incapacità di comprendere e interpretare correttamente dati numerici e probabilità. Informare a volte non è sufficiente: molto spesso le persone si discostano da quelle che dovrebbero essere le scelte razionali e ottimali, per il proprio benessere e quello della collettività. L’analfabetismo statistico può dipendere dalle modalità ambigue di presentazione dei numeri. Tale ambiguità può essere intenzionale e con lo scopo di manipolare l’opinione pubblica. 14.7.1 La ratio bias Cos vuol dire di preciso l’1% delle persone sono a rischio? 4 Nonostante le frequenze aiutino la comprensione, le persone si focalizzano sul numeratore e ignorano le informazioni relative al denominatore (ratio bias). Esempio: un evento che uccide 1286 persone ogni 10.000 è considerato più pericoloso di uno che uccide il 24.14 persone su 100, nonostante sia esattamente il contrario. Le persone dimostrano di non saper considerare la numerosità del campione quando devono prendere una decisione. Esempio: se si estrae un fagiolo nero da una delle due urne si vince un premio. Spiegazione della ratio bias: le frazioni più grandi sono più complesse da capire. Le persone si concentrano sul valore assoluto anziché calcolare la proporzione. 14.8 Rischio assoluto e rischio relativo Si poteva evitare sicuramente, non presentando il rischio assoluto, ma solamente quello relativo. Rischio relativo: confronta il rischio tra due gruppi, come quelli esposti a un fattore (es: un trattamento) rispetto a quelli esposti (es: aumento del 100% rispetto alla pillola precedente). Rischio assoluto: indica la probabilità effettiva che un evento si verifichi in un determinato gruppo. Non significa non fare un confronto tra due gruppi, ma farlo in maniera diversa e più ragionata. Quando si interviene per evitare un comportamento dannoso si deve fare in modo che persone: riconoscano i benefici futuri e non restino focalizzate sugli effimeri benefici del momento. 5 È rilevante conoscere i meccanismi psicologici che sottendono la percezione del rischio e utilizzarli in modo consapevole. Conoscere i meccanismi psicologici alla base della percezione del rischio è fondamentale per comunicare efficacemente. La percezione de rischio è influenzata da emozioni, esperienze personali, sociali, euristiche, bias, caratteristiche del rischio basso (es: involontarietà e gravità delle conseguenze). Utilizzarli consapevolmente permette di adattare il messaggio al pubblico, evitando distorsioni e favorendo decisioni informate. 6

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