Principi di Metabolismo Clinico degli Animali Domestici 2 - Bovini PDF

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Università degli Studi di Padova

Prof. Marchesini

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animal metabolism animal health livestock management veterinary science

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This document discusses the principles of clinical metabolism in domestic livestock, specifically focusing on cattle. It details various disease causes in bovine animals, emphasizing factors like bacteria, viruses, fungi, and metabolic imbalances. The document also covers the importance of environment, nutrition, and overall management in livestock wellbeing and production.

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PRINCIPI DI METABOLISMO CLINICO DEGLI ANIMALI DOMESTICI 2 – bovini Prof. Marchesini 02/10/2023, LEZIONE 1 CAUSE DI MALATTIA NEI BOVINI Descrizione foto: 1) rinite, scolo nasale, patologia respiratoria -> batteri e virus sono le principali cause delle patologie respiratorie. Cause di...

PRINCIPI DI METABOLISMO CLINICO DEGLI ANIMALI DOMESTICI 2 – bovini Prof. Marchesini 02/10/2023, LEZIONE 1 CAUSE DI MALATTIA NEI BOVINI Descrizione foto: 1) rinite, scolo nasale, patologia respiratoria -> batteri e virus sono le principali cause delle patologie respiratorie. Cause di malattie nei bovini: - Batteri; - Virus; - Funghi, che causano micosi → es. esistono funghi parassiti delle piante, come l’aspergillus fumigatus, che rilasciano aflatossine, pericolose perché cancerogene → vengono trasformate a livello del rumine e si concentrano nei formaggi, questi se assunti dall’uomo possono dare problemi. Solitamente l’Aspergillus si sviluppa nei foraggi sottoposti a un non corretto insilamento 2) zoppia -> quando l’animale cammina male o anche quando è in cifosi (con schiena curva). La cifosi si vede maggiormente quando la bovina cammina. Agenti causali delle zoppie: - Pavimentazioni -> sono cause di lesioni a unghione del bovino ed al tessuto corneo, ma ledono anche il corion (tessuto che produce cheratina per la formazione dell’unghione). Se sono pavimentazioni scivolose causano fratture con conseguente zoppia; - Sporcizia -> batteri come spirochete hanno come ambienti favorevoli gli ambienti sporchi, sono cause di zoppie. Le dermatiti podali sono infezioni ai piedi causate dalla sporcizia; - Corpi estranei; - Genetica, ci sono animali più predisposti; - Squilibri metabolici che partono dal rumine, danno anomalia nel circolo dei vasi sanguigni delle zone periferiche (arti, capezzoli della mammella) causando zoppie. 4) Downer cow syndrome (vacca a terra) -> patologia che si presenta maggiormente dopo il parto, causata da carenza di calcio, dovuta a produzione di latte. Il calcio necessario per la produzione di latte viene preso da ossa e sangue: se ne viene utilizzato troppo porta a carenze di calcio; queste portano ad avere difficoltà nelle contrazioni muscolari e portano la vacca a stare maggiormente a terra. Carenza di calcio può essere integrata con l’alimentazione. MALATTIE METABOLICHE o TECNOPATIE Patologie metaboliche (tecnopatie) rappresentano il 75% delle patologie che colpiscono le bovine. Le malattie metaboliche si predispongono tra loro e sono i fattori principali che causano mastiti (infezioni alle mammelle), zoppie ed infertilità -> queste patologie sono le tre cause delle riforme degli animali (=animali vengono eliminati dagli allevamenti). Nutrizione ed alimentazione influenzano le patologie che colpiscono gli animali. Nutrizione = tratta il modo in cui vengono processati gli alimenti, ossia la fisiologia. Alimentazione = a livello pratico, come viene somministrato l’alimento. GESTIONE: IMPORTANZA DELL’AMBIENTE La gestione dell’animale indica l’insieme delle scelte che l’allevatore può fare, in parte legate all’ambiente: - numero e tipo di animali -> il sovraffollamento mette l’animale in una condizione di stress, con conseguente calo di produzione; - scelta, modalità e tempi di somministrazione della razione; - scelta della profilassi sanitaria; - scelta degli ambienti di stabulazione e dei macchinari; - programmazione della pulizia degli ambienti; - scelta della provenienza degli alimenti; - scelte riproduttive; - criteri di riforma; - scelta e utilizzo del software di gestione; - rapporto con gli animali. Esistono scelte legate anche all’ambiente in senso lato: - condizioni climatiche; - strutture di stabulazione; - andamento dei mercati (se comprare o coltivare l’alimento, coltivare costa meno, ma ci vuole più tempo); - accessibilità a finanziamenti; - normative riguardo al benessere e all’ambiente; - contributi; - sensibilità dei consumatori; - obiettivi produttivi (in base a quali tipi di strutture vengono venduti i prodotti la quantità di produzione cambia). CONTESTO GLOBALE (perché si alleva e problematiche a livello globale) Allevamento animali in contesto globale per: - alimenti: carne e derivati, latte e derivati, uova, pesce, miele; - pellame, utilizzato per accessori, abbigliamento, oggettistica varia, palloni ecc…; - concimi come letame, liquame, digestato (= residuo restante dalla fermentazione di letame e liquame dai biodigestori); - dai sottoprodotti degli animali si ottengono enzimi (es. il caglio, necessario per la produzione di formaggio, si viene a formare grazie alla presenza di alcuni enzimi nello stomaco dei ruminanti in grado di produrre latte) - dai sottoprodotti degli animali si ottengono anche farmaci (es. insulina) -> questa lavorazione fa parte di una branca chiamata “pharming”; - fragranze al muschio bianco, che deriva da secreto di alcune ghiandole paranali di un cervide. NB. Bovina da latte frisona pesa sui 700 kg, la pelle di bovina pesa circa 30 kg. LE PRODUZIONI ANIMALI (PA) NEL MONDO Il 30% della superficie terrestre (ghiacciai esclusi) è utilizzata per l’allevamento. A livello globale l’allevamento animale dà sostentamento a 600 milioni di piccoli proprietari terrieri nei paesi in via di sviluppo. Tabella in cui viene riportata la distribuzione delle specie animali nel mondo: - in rosso evidenziati i numeri maggiori di quegli specifici animali -> l’Asia ha il maggior numero di quasi tutte le specie; - in blu ci sono i secondi produttori di quella determinata specie -> in Europa vengono allevati gran numero di suini e tacchini, dopo gli Stati Uniti l’Italia è il secondo produttore di tacchini; - i roditori rappresentano il 5% di consumo di carne in Sud America; - gli insetti stanno aumentato anche in Occidente, sono una buona fonte di proteine. Da un punto di vista globale l’alimento che copre la maggior parte delle calorie e delle proteine consumate sono i cereali (ricchi di carboidrati, forniscono energia), seguiti dai prodotti animali. I cereali sono poveri di proteine (fuorché le leguminose come piselli e soia, che sono ricche di proteine), ma rappresentano comunque maggior parte di proteine ingerite poiché sono alimenti molto consumati. I prodotti di origine animali forniscono il 37% di fabbisogni proteici (non è così per tutti i paesi), anche se vengono consumati meno rispetto ai cereali. Normalmente nei paesi in cui è presente la malnutrizione (detta anche “persistent hunger”=consumo ordinario di carboidrati e proteine sotto il livello di fabbisogno) è presente anche un consumo molto basso di prodotti di origine animale; quindi più si combattere il problema della malnutrizione e più aumenta la richiesta di prodotti di origine animale. NB. L’allevamento di animali è dannoso dal punto di vista ambientale, quindi si dovrebbe diminuire il consumo di prodotti animali. Questo non è realistico se si pensa ai paesi in via di sviluppo, nei quali la popolazione aumenta sempre di più e di conseguenza aumenta anche la richiesta di prodotti di origine animale. In Europa la media di carne consumata da una persona in un anno è di 90 kg, in Italia si consumano in media 78-79 kg, negli Stati Uniti si ha una media di 120 kg, in Lussemburgo si ha una media di 130-135 kg. Più aumenta la stabilità di un paese più aumenta richiesta di prodotti di origine animale perché: 1) prodotti di origine animale hanno valore biologico più alto -> si riesce a trattenere ed utilizzare meglio amminoacidi di alimento per costruire le proprie proteine (es. soia contiene molte proteine, ma ha valore biologico più basso = se ne deve mangiare di più per ottenere lo stesso effetto); valore biologico = proteine che vengono assunte e assorbite dall’animale per la produzione di tessuto corporeo (azoto alimento - azoto totale / azoto feci - azoto urine) 2) assunzione maggiore di prodotti di origine animale è uno status simbol, grazie ad aumento dei salari aumenta anche possibilità di comprare prodotti di origine animale; 3) carne per essere utilizzata ha bisogno di infrastrutture poiché facilmente deperibile, necessarie catene del freddo -> aumento di urbanizzazione; 4) il sapore della carne attira, è chiamato “umami” ed è il sapore del glutammato. Tabella trend allevamento nel mondo tra 2000-2018 (in blu pesca, in arancione allevamenti): - a livello mondiale è aumentata la domanda per tutte le specie (in particolare polli); - muli in decrescita; - in Africa si ha aumento di tutte le specie (esclusi i piccioni); - in Nord America cala richiesta di molte specie (tranne per polli che aumentano); - in Europa cala richiesta di quasi tutte le specie (escluso per i polli, che aumentano); - richiesta degli allevamenti di polli aumenta poiché si ha maggiore efficienza/resa energetica. L’allevamento di ruminanti/bovini continua ad esistere perché riescono a digerire la cellulosa grazie alla presenza di enzimi specifici; nonostante questo negli allevamenti di bovini viene utilizzato mangime a base di mais poiché grazie a questo la bovina riesce a produrre più latte. Per soddisfare aumento di richiesta di prodotti animali bisogna: 1) aumentare numero di capi allevati (nei paesi in via di sviluppo utilizzano questo metodo); 2) aumentare produttività del singolo animale tramite miglioramento genetico, alimentazione e gestione dell’animale (metodo utilizzato nei paesi già sviluppati). Entrambi i sistemi hanno problematiche: - sovraccarico dei pascoli; - aumento terreni di pascolo o di coltura per mangimi, a discapito delle foreste; - aumento intensità dell’uso del suolo; - inquinamento da azoto; - produzione di gas serra. Altre conseguenze riguardano: - Salute pubblica -> rapida diffusione di patogeni negli allevamenti intensivi (es. in Cina dove si sta iniziando ad utilizzare il sistema di allevamento occidentale), questo porta all’utilizzo di più antibiotici con conseguente aumento della batterio resistenza; - Conseguenze di tipo sociale -> la maggiore richiesta di prodotti di origine animale richiede maggior utilizzo di mangimi (mais) destinati agli animali, che porta all’aumento del costo di questi prodotti mettendo in difficoltà le famiglie più povere; - Conseguenze sul benessere degli animali -> elevato numero di animali per operatore diminuisce lo stato di benessere di questi. CONSIDERAZIONI SULLA SOSTENIBILITÀ DELLE PRODUZIONI Le principali conseguenze degli allevamenti sono: - Inquinamento atmosferico -> gli allevamenti di bovini sono responsabili del 14% delle emissioni totali di gas serra, poiché producono metano (es. un bovino produce circa 600L di metano al giorno); - Inquinamento idrico; - Sfruttamento dei terreni; - Rifiuti; - Cambiamento climatico; - Impronta idrica -> indica l’utilizzo totale di acqua dolce durante un ciclo di produzione (es. una bovina da latte in lattazione può arrivare a bere fino a 200L di acqua al giorno). In media in Italia per la produzione di 1kg di carne si utilizzano 11500L di acqua (acqua verde ossia piovana, blu ossia di irrigazione e grigia utilizzata per lo stabilimento/lavorazioni). IMPATTO AMBIENTALE Per ridurre l’impatto ambientale bisognerebbe: - Ridurre gli allevamenti (non possibile nei paesi in via di sviluppo); - Diminuire consumo di carne nei paesi già sviluppati, in cui se ne consuma in maniera eccessiva; - Recupero degli scarti (poiché 1/3 degli elementi viene scartato); - Spostamento da carne bovina a pollame; - Carne in vitro a partire da cellule staminali. ALIMENTAZIONE ANIMALE E SANITÀ PUBBLICA Esistono casi in cui l’alimentazione sbagliata degli animali ha portato a problemi di sanità pubblica: - Diossina all’interno di mozzarelle di bufala in Italia, dovuto a contaminazione dei pascoli a causa di grandi incendi in quel periodo; - Diossina nella carne di suino in Germania, causata da utilizzo di oli particolari all’interno dei mangimi; - Aflatossine nel latte bovini in Italia, dovuto a contaminazione da funghi dei mangimi. 10/10/2023, LEZIONE 2 BOVINA DA LATTE, CICLO DI ALLEVAMENTO E GESTIONE Vacche da latte (Bruna, Frisona): - Mammella grandi dimensioni; - A livello della coscia angolo quasi concavo; - Muscolo della spalla quasi inesistente. Vacche non da latte: - Mammelle di minor dimensioni; - A livello della coscia si ha parte più arrotondata; - Muscolo della spalla evidente; - Collo massiccio. La Pezzata Rossa è una vacca da latte a duplice attitudine, meno specializzata. La Limousine è una vacca specializzata da carne. PRODUZIONE DI LATTE A LIVELLO MONDIALE Razze più diffuse al mondo: 1) Frisona (Holstein Frisian) -> rappresenta il 95% delle bovine da latte allevate; 2) Jersey -> 4% rispetto a tutte le bovine da latte allevate a livello mondiale; 3) Brown Swiss; 4) Guernsey -> razza tipica delle isole della Manica. La Frisona è caratterizzata da: - Mammella grande; - Peso tra 600-700 kg, peso si differenzia in base alle linee genetiche. La Jersey è caratterizzata da: - Peso tra 400-450 kg; - Produce meno latte, il quale però è più grasso e più proteico; - Adattata meglio al pascolo -> in Nuova Zelanda ed in Australia si incrociano Jersey e Frisona per avere razza ad alta produzione e che si adatta bene al pascolo. In Italia: 1) Frisona per l’80%; 2) Bruna; 3) Pezzata Rossa. Altre razze sono per lo più locali: Rendena, Grigio Alpina, Valdostana e Burlina. L’ultima è simile ad una Frisona ma più tozza e produce meno latte. Confronto Frisona, Bruna e Pezzata Rossa Quantità di latte media per lattazione: - Frisona -> 93 quintali; - Bruna -> 71 quintali; - Pezzata Rossa -> 67 quintali. Gli allevatori valutano sia la quantità che la qualità del latte, ma il guadagno grazie alla qualità del latte è molto inferiore rispetto al guadagno grazie alla quantità del latte -> per l’allevatore conviene sempre puntare sulla quantità, per questo la Frisona è la più presente come vacca da latte. Numero di lattazioni medie (= numero di parti avuti dalla vacca prima di essere riformata) sono basse: - Frisona -> 2.42; - Bruna -> 2.87; - Pezzata Rossa -> 2.91. In linea teorica la massima produzione potenziale di una vacca si ha alla quinta lattazione; i dati sopra indicati mostrano che non si arriva mai al massimo potenziale della vacca. TREND NELLA PRODUZIONE DI LATTE Le aziende di vacche da latte continuano a diminuire ma le dimensioni delle stalle continuano ad aumentare. Per quanto riguarda il singolo animale si ha un continuo aumento della produzione (dovuto a miglioramento genetico e alla corretta alimentazione), ma diminuzione della fertilità (=bovine non rimangono gravide facilmente). Dal punto di vista economico le bovine si trovano in una fase inattiva/di calo di produzione più a lungo, invece di essere al picco produttivo tipico del dopo parto -> perdita per l’allevatore. Infatti i principali motivi per cui una vacca viene eliminata dall’allevamento (=riformata) sono: - Ipofertilità -> non rimane gravida facilmente; - Zoppie; - Mastiti -> hanno cause principali ma anche molti fattori che le influenzano. La fertilità si può valutare con diversi parametri: - Tasso di concepimento -> numero di gravidanze che si ottengono fratto (/) numero di fecondazioni che si fanno. È un buon indice della fertilità delle vacche, ma si deve capire quando fecondare gli animali, quindi individuare il calore delle bovine; - Tasso di rilievo calori -> se nei primi 21 giorni di ciclo si riesce ad individuare il calore si ottiene una percentuale, che può essere buona se >70%, media se tra 50-70% o bassa se in Italia si tende a far partorire la vacca in inverno, la si alimenta con concentrati e si arriva in primavera che non è più al picco di lattazione. Allevamento in stabulazione fissa/confinata La produzione è molto alta -> 100 quintali/vacca/anno in media. In questo caso si possono avere parti tutto l’anno perché gli alimenti sono sempre presenti in maniera costante. CICLO DI ALLEVAMENTO Vacca Dal punto di vista produttivo l’animale, dopo il parto, inizia a produrre latte (=lattazione), per poi arrivare al periodo di asciutta. Dal punto di vista riproduttivo si ha il periodo di servizio (=periodo di recupero dopo il parto e preparazione per la futura gravidanza), seguito dalla gravidanza. NB. L’allevatore per avere più latte possibile dovrebbe riuscire a far partorire la vacca una volta all’anno (quasi impossibile). Il periodo di servizio/interparto (=numero di giorni tra un parto e l’altro, in media 12-15 mesi) è il periodo più variabile. In genere si cerca di ottenere il concepimento dopo 90 giorni dal parto. Durata della gravidanza nelle bovine: in media 282-285 giorni, varia in base alla razza ed al sesso del vitello (se maschio dura 2 giorni in più). VWP (=voluntary waiting period) è il periodo di attesa volontaria, durante il quale l’allevatore decide dopo quanto tempo rifecondare la vacca che ha precedentemente partorito -> l’allevatore deve aspettare che ci sia il periodo di anaestro (=35 giorni) e l’involuzione uterina (=utero che torna normale, dopo 50 giorni), quindi dopo 55-60 giorni la vacca viene fecondata nuovamente. NB. Dovendo fecondare entro 90 giorni dal parto precedente ed aspettando 55-60 giorni per la nuova fecondazione, si hanno a disposizione circa 30 giorni, ossia 2/3 calori da individuare ed utilizzare per la fecondazione (pochi!!). Periodo di transizione= periodo più delicato della bovina, si deve calibrare la razione per evitare patologie, sono le 3 settimane che precedono il parto + 3 settimane che seguono il parto. Periodo delicato a causa di: - Cambiamenti ormonali; - Inizio produzione di latte; - Cambiamento dei fabbisogni -> da fabbisogni bassi ad altissimi; - Si ha diminuzione dell’appetito prima del parto, ricominciano a mangiare in modo normale 1/2 mesi dopo. Vitelli/e I vitelli maschi vengono veduti entro 10 giorni, le vitelle femmine costituiscono la rimonta. Lo svezzamento dura 2 mesi, dopo di che vengono chiamate manzette e poi manze (=tra fecondazione e parto). Per effettuare la fecondazione le manze devono avere 15 mesi (in modo che partoriscano a 24 mesi), valutando il peso corporeo che deve aver raggiunto il 60% del peso dell’adulto. A 24 mesi la manza ha raggiunto il 90% del peso corporeo dell’adulto. CICLO OVARICO Le bovine sono poliestrali continue (=hanno il ciclo continuo tutto l’anno, ogni 21 giorni). La possibile fecondazione si ha durante il calore, ma l’estro ha la durata di 18h -> tasso di rilievo calori importante poiché influenza l’abilità riproduttiva in un’azienda. Conoscendo il ciclo della vacca si riesce a capire quando fecondare l’animale. È importante l’ovulazione (=follicolo si rompe e si ha rilascio dell’oocita) durante l’estro -> si ha picco di estrogeni prima e poi picco di LH (=ormone prodotto da corpo luteo). NB. Estro prende nome dagli estrogeni, i quali inducono l’estro ed influenzano il pattern comportamentali della vacca, la quale accetta l’accoppiamento. Durante estro: - Progesterone molto basso; - Estrogeni alti; - Picco di LH. Avvenuta l’ovulazione si riforma il corpo luteo (aumento del progesterone) e si ha il metaestro. Durante il diestro il progesterone rimane ad un plateau; questo periodo serve alla preparazione di un’eventuale gravidanza. Se la fecondazione non avviene si ha produzione di prostaglandina a livello uterino, conseguente rottura del corpo luteo, calo del progesterone e nuovo inizio del ciclo con la produzione di estrogeni. La fase di discesa rapida del progesterone a causa della rottura del corpo luteo è chiamato proestro. La regolazione del ciclo ovarico parte dall’ipotalamo: produzione GnRH (=gonadotropin relising hormone) -> agisce sull’ipofisi -> produzione di FSH ed LH -> FSH stimola crescita follicoli -> LH dà ovulazione -> formazione follicolo di Graaf e conseguente corpo luteo. NB. Il GnRH viene rilasciato solo in assenza di progesterone. SÌ gravidanza: produzione progesterone -> feedback negativo verso l’ipotalamo per blocco della secrezione di GnRH. NO gravidanza: utero produce prostaglandina -> distruzione del corpo luteo -> diminuzione progesterone -> feedback positivo verso l’ipotalamo per produzione di GnRH -> inizio nuovo ciclo. INSEMINAZIONE ARTIFICIALE Nei bovini da carne non si fa l’inseminazione artificiale poiché la linea vacca-vitello, sfruttando molto il pascolo, è poco controllata per quanto riguarda gli estri. Per le bovine da latte l’inseminazione artificiale si fa per: - Non avere il toro in stalla, perché spesso è un pericolo; - Attraverso l’inseminazione artificiale si può utilizzare il seme di un individuo per ottenere più figlie; l’individuo può arrivare a fare anche 4 salti a settimana (300 dosi di seme a salto -> 1200 dosi a settimana). NB. Normalmente con la monta naturale un individuo ha circa 50 figli/figlie nell’arco della sua vita; - Genetica -> comprare seme utile per scopo dell’azienda dell’allevatore; - Controllo delle patologie veneree; - Si può utilizzare la linea genetica di un toro morto anche dopo anni; - Costi minori per il trasferimento solo del seme rispetto al trasferimento dell’animale. SESSAGGIO DEL SEME Sessare il seme=selezione degli spermatozoi, funziona al 90%, si preferisce selezionare il cromosoma X. Avviene attraverso l’utilizzo di integratori ed è più utile utilizzarlo sulle manze, poiché questa tecnica rende meno fertile il seme (sulle vacche pluripare si rischia di abbassare ulteriormente il tasso di concepimento, mentre le manze sono al massimo della fertilità). RILIEVO DEI CALORI NELLA BOVINA I problemi di fertilità all’interno di un’azienda sono legati a patologie, ma spesso sono causati dal fatto che l’allevatore non riesce ad individuare correttamente i calori: la vacca feconda ma non in un momento ideale -> tasso di concepimento basso. Per individuare i calori si utilizza: - Metodo visivo -> spesso accompagnato da registrazione dei dati; uno dei comportamenti tipici è che la bovina inizia a cavalcare gli altri animali (dalle 10 alle 100 volte al giorno), inoltre si capisce che si è vicini all’ovulazione quando la bovina ha il riflesso di immobilità (normalmente 12 ore dopo sarebbe ideale fecondare l’animale). Altri segnali tipici sono la presenza di escoriazioni dovute alla monta e lo scolo vaginale. Le finestre in cui avvengono maggiormente queste dimostrazioni comportamentali sono dalle 2 alle 4 di mattina (maggior parte in questa fascia oraria), dalle 12 alle 14 e dopo le 20, ma sono influenzati da fattori esterni (es. sovraffollamento delle stalle, pavimenti scivolosi) che impediscono alle bovine di cavalcare. - Sistemi assistiti -> diversi metodi: Inizialmente utilizzati i pedometri che analizzavano la quantità di movimento dell’animale (dato non molto preciso se l’azienda è molto grande), i dati venivano trasferiti quando questo andava in mungitura (ogni 12h) -> avendo un calore che dura 18h si perdeva il momento ideale per la fecondazione. Più utilizzati sono gli attivometri, che vengono applicati ad un collare o ad uno strumento auricolare elettronico, dotati di accelerometri che analizzano i movimenti degli animali -> quanto si muove e tipo di movimento, dati vengono trasmessi ogni 30 min-2h. Una volta venivano utilizzati anche dei sensori di pressione posti sulla groppa dell’animale, quando l’animale veniva montato rilevava la pressione e trasmettevano il segnale. Esistono sistemi che misurano dal sangue o dal latte i livelli di progesterone -> alto progesterone=no calore, basso progesterone=sì calore. Vengono usati dei cerottoni che vengono messi sulla groppa dell’animale, contengono una fialetta con del colorante -> quando l’animale viene montato la fialetta si rompe. Tail painting -> con un colore atossico si colora la base della coda delle vacche, il quale se vengono montate si toglie. - Sincronizzazioni -> attraverso l’utilizzo di ormoni. STADIO DI LATTAZIONE Persistenza della lattazione=quanto velocemente decresce la curva dopo il picco di lattazione, si fa il calcolo un mese dopo il picco di lattazione -> rapporto percentuale tra produzione giornaliera ad un mese di distanza dopo il picco di lattazione ed il dato preso in considerazione durante il picco di lattazione; può essere: - Ottima se >90%; - Buona se 80-90%; - Bassa se essendo al pascolo, la lattazione dura per il tempo di cui ha naturale bisogno il vitello. 07/11/23, LEZIONE 3 BODY CONDITION SCORE (BCS) Dal picco di lattazione la bovina inizia ad alimentarsi di meno, pur avendo un picco dei fabbisogni -> diverse conseguenze: predisposizione ad infezioni (qui focus sanitario), calori più ritardati e meno manifestati -> si deve misurare il deficit negativo (=bilancio energetico negativo). NB. La vacca pur di produrre latte consuma il grasso corporeo e dimagrisce, ma non smette di produrre latte (cala solo la sua produzione). Per ridurre deficit negativo bisogna misurare body condition score -> pesare gli animali non basta poiché bevendo/urinando/defecando cambia di molto il peso (si riesce a capire se l’animale prende peso nel lungo periodo, non in breve tempo), quindi la cosa più efficiente è misurare grasso sottocutaneo. Il grasso si deposita prima a livello intracellulare, poi cellulare, viscerale e infine sottocutaneo. Per valutare il BCS si considerano punti di repere: punta della natica, attacco della coda, punta dell’anca (=ileo), processi trasversi delle vertebre lombari e quanto sono visibili le coste. È un sistema soggettivo, per questo è bene che una sola persona faccia il BCS all’interno della stalla. Il BCS è una scala che va da 1 a 5: - 1 -> si contano le coste, si vedono i processi trasversi, si contano le vertebre, non si ha nessun strato di grasso sopra alle ossa; - 3/3,5 -> BCS ideale; - 5 -> animale grasso, non si vedono ossa, ha solo profili convessi. BCS dopo picco di produzione di latte cambia: - Prima e subito dopo parto BCS ideale della bovina è 3/3,5. Nei primi 3 mesi si deve guardare BCS almeno ogni 2 settimane/una volta a settimana idealmente per evitare che l’animale dimagrisca eccessivamente; - Dopo lattazione, in periodo di messa in asciutta (=negli ultimi 2 mesi di gravidanza, finisce periodo di lattazione, si prepara al parto successivo) il BCS deve essere 3/3,5. 🡺 Nei primi 3/4 mesi il BCS cala, poi aumenta grazie al fatto che la produzione di latte cala e l’ingestione aumenta. Il BCS all’inizio (i primi 3/4 mesi) non dovrebbe andare al di sotto di 2/2,5 (idealmente -0,5 punti da BCS ideale) -> al di sotto si hanno problemi metabolici e di fertilità (ritardo calore, difficoltà di avere fecondazione efficace, allungamento del periodo di interparto, più giorni non produttivi, più probabilità di mastiti, zoppie e dislocazione dell’abomaso). NB. Un animale sovrappeso è predisposto a perdere grasso, quindi dopo il parto successivo si avrà più bilancio energetico negativo ed aumenta il rischio di avere parti distocici. Durante la lattazione la qualità del latte cambia: - Lattosio costante, tra 4,5-4,8%; - Grasso e proteine hanno picco iniziale, poi calano in corrispondenza del picco di lattazione per poi aumentare nuovamente; il picco iniziale è dovuto al fatto che si ha il colostro, ricco di energia e di proteine utili per il vitello -> importante è la presenza di immunoglobuline all’interno per il trasferimento dell’immunità materna al vitello. 🡺 La placenta delle bovine è di tipo cotiledonale sindesmocoriale, ossia filtra molto e non permette il passaggio degli anticorpi, che sono molecole molto grosse. Colostro Si ha per i primi 2/3 giorni, deve avere molte immunoglobuline (almeno 50 g/L), altrimenti si ha vitello con meno di 10g/L di immunoglobuline nel sangue, ossia un vitello non coperto dal sistema immunitario. Per somministrare abbastanza colostro vengono utilizzati: - sondini -> si riesce a dare anche 4L di colostro; - biberon -> somministrazione di minore quantità di colostro, ma se in più fasi durante i pasti si arriva ad un buon livello. È importante che il colostro venga somministrato immediatamente (entro 1/2h dal parto) poiché la concentrazione di sostanza secca e di proteine all’interno di esso cala velocemente, con conseguente calo di quantità di immunoglobuline (che si diluiscono sempre di più), ma anche perché l’assorbimento delle proteine diventa sempre più difficile a livello intestinale del vitello (essendo molecole grosse). Solitamente al vitello si somministrano due pasti: uno entro 2h dal parto ed un altro dopo 5/6h. Il colostro contiene: - Energia -> 8% di grasso in più rispetto al latte normale; - Vitamine -> 5 volte in più rispetto al latte normale; - Proteine; - Fattori che favoriscono l’accrescimento. GHIANDOLA MAMMARIA La mammella è divisa in quarti -> se si infetta un quarto non si infettano gli altri (sono 4 ghiandole separate). La mammella è sostenuta da legamenti molto robusti ed è suddivisa in lobi/lobuli. Ogni lobulo contiene circa 200 alveoli (=strutture a palloncino, tappezzati da cellule epiteliali secernenti, chiamati lattociti, che una volta partorito sintetizzano e sercernano latte). Attorno all’alveolo ci sono le cellule mioepiteliali, a forma stellata, che hanno la funzione di spremere l’alveolo per iniettare il latte nei tubi galattofori, sino a confluire nella cisterna del capezzolo. Il capezzolo presenta una struttura fisica chiamata ‘rosetta di Furstenberg’, che ha la funzione di impedire la risalita dei batteri. A sinistra una mammella normale, a destra si nota la rottura del legamento sospensore della mammella (questo porta a rischio maggiore di infezioni batteriche per la mammella causate da sporcizia). Il latte che viene sintetizzato, viene poi secreto negli alveoli; una parte arriva in cisterna della mammella e l’altra parte rimane negli alveoli: si ha latte alveolare, che corrisponde circa al 40% del latte -> perché questo latte arrivi in cisterna è necessaria l’azione delle cellule mioepiteliali, che si contraggono solo se viene secreta ossitocina (=ormone neuroipofisario con la funzione di indurre contrazione delle cellule neoepiteliali). Se il capezzolo è sano, non lesionato, è chiuso ermeticamente. Durante la mungitura (per azione del vitello o della mungitrice) lo sfintere si apre -> rilascio latte, ma rischio entrata di batteri; lo sfintere si richiude dopo 20/30 minuti (finestra temporale in cui si ha alto rischio di mastiti, causata dall’entrata dei batteri nelle mammelle). Per evitare questo rischio: - Disinfezione capezzoli -> barriera chimica che uccide il batterio; ora vengono utilizzati disinfettanti per effettuare l’immersione dei capezzoli dopo la mungitura (=‘post-dipping’), che crea una pellicola simil-plastica che tappa il capezzolo; - Dal punto di vista gestionale si deve evitare che la vacca si sdrai nello sporco -> bisogna dar da mangiare subito dopo la mungitura: la vacca trascorre 20/30 minuti a mangiare in modo che lo sfintere si richiuda. A sinistra ci sono 5 capezzoli invece di 4 (capezzolo sovranumerario), a destra si hanno quarti atrofici. NB. Nella mungitura robotizzata la mammella deve avere una conformazione standard, con capezzoli di determinate dimensioni, altrimenti non vengono presi bene dai gruppi prendicapezzoli o non vengono localizzati bene dai laser presenti nei robot di mungitura. PRODUZIONE DI LATTE Produzione di latte composta da 4 fasi: - 3 fasi attive, legate alla bovina; - l’ultima fase (passiva) di rimozione del latte è eseguita dal vitello o dalla mungitrice. Fasi: 1) Sintesi del latte -> mammella prende dal sangue vari nutrienti (alcuni nutrienti vengono secreti direttamente nel latte, altri vengono sintetizzati e poi secreti nel latte). La sintesi del latte (=lattogenesi) avviene nelle ghiandole mammarie e viene azionata da diversi ormoni. La lattogenesi comprende: - fase prelattazione -> ormoni coinvolti nella formazione della mammella e delle sue unità produttive (=alveoli): estrogeni, progesterone, prolattina, GH=ormone della crescita e ormone lattogeno placentare; - fase dopo il parto, dove si hanno le funzioni galattopoietiche, per le quali vengono coinvolti ormoni (GH, prolattina) deputati alla produzione del latte dalla mammella. 🡺 La mammella prende nutrienti dal sangue e li sintetizza nel latte, tra i quali le proteine del latte (caseine), sieralbumine e grassi (-> acidi grassi a catena corta vengono sintetizzati in mammella, acidi grassi a catena media vengono in parte presi direttamente dal sangue ed in parte sintetizzati in mammella, acidi grassi a catena lunga vengono presi direttamente dal sangue senza essere sintetizzati). Gli acidi grassi possono avere un profilo a 5 diverso; quelli che compongono i nutrienti provenienti dal sangue sono: acidi grassi a catena corta (dall’acetico con 2C al butirico con 4C), acidi grassi a catena media (fino a 12C-16C), acidi grassi a catena lunga (18C). I grassi all’interno del latte per metà vengono presi direttamente dal sangue e per l’altra metà vengono sintetizzati in mammella. 2) Processo di secrezione -> i lattociti hanno sintetizzato i componenti e li secernano a livello di lume alveolare. La secrezione non è continua: quando l’alveolo è pieno la pressione aumenta a livello alveolare e si ha l’aumento del fattore proteico di inibizione della secrezione del latte -> secrezione si ferma (ciò avviene dopo 9/10 ore in cui l’animale non viene munto -> mungere più di 2 volte al giorno aiuta a produrre di più). Il grasso sintetizzato dai lattociti viene secreto per ultimo (a fine mungitura), ciò comporta parziale rottura della membrana cellulare -> se mungitura incompleta si avrà latte più magro. 3) Fase di eiezione -> corrisponde alla spremitura degli alveoli da parte delle cellule epiteliali (cellule stellate), che porta tutto il latte in cisterna della mammella. È necessaria l’ossitocina, prodotta dalla neuroipofisi sotto determinati stimoli (stimoli uditivi come il rumore della sala mungitura, stimoli tattili che simulano assunzione da parte del vitello), i quali vengono trasmessi al sistema nervoso centrale che attua il rilascio dell’ossitocina. 🡺 Se si ha la stimolazione (=ossitocina rilasciata), ma la mungitura avviene dopo un po’ di tempo (=ossitocina non viene sfruttatata) si ha una mungitura incompleta, poiché parte del latte rimane in mammella. L’ossitocina fa il suo effetto in pochissimi secondi e l’effetto può durare 2-8 minuti. 4) Mungitura -> per quanto riguarda la produzione di latte si devono tenere in considerazione alcuni fattori che influenzano produzione e qualità del latte: - Numero di mungiture giornaliere -> di solito 2 mungiture al giorno (comode da fare, efficaci), ma se si mungesse 3 volte si avrebbe 25% di latte in più nelle pluripare, 35% in più se si mugesse 4 volte; questo è difficile per quanto riguarda l’organizzazione aziendale. La produzione aumenta all’aumentare delle mungiture, perché non si ha rallentamento della secrezione di latte. - Intermungitura (=tempo che intercorre tra una mungitura e l’altra) -> mungendo 2 volte al giorno - lo si può fare ogni 12h, con un intervallo di 10/14h (più comodo per l’allevatore ma si ha un po’ di perdita di latte) o con un intervallo di 8/16h ma si ha perdita produzione del latte del 2/4%. - Completezza della mungitura -> la parte grassa del latte viene secreta per ultima, dunque, se si effettua una mungitura incompleta, si ha un latte meno grasso (addirittura all’inizio il latte può avere 1,5% di grasso, a mungitura completa può arrivare fino a 5% di grasso). Produzione di latte influenzata anche da: - Età della bovina -> il potenziale di produzione delle bovine sarebbe massimo alla quinta lattazione, le nostre bovine arrivano a 2,4 circa lattazioni nella loro vita, non arrivando mai al massimo del loro potenziale; - Gestione animali -> problema del sovraffollamento importante: le aziende hanno strutture fisse nelle quali vengono inseriti più animali assieme rispetto alla capienza massima, sapendo che non tutti gli animali vanno a mangiare o a coricarsi assieme, con lo scopo di produrre più latte possibile. Dal punto di vista sanitario e produttivo si hanno delle perdite: il grafico mostra come all’aumentare dello spazio in stalla per ogni vacca aumenta anche la sua produzione di latte (diminuisce la competizione per l’alimentazione tra le bovine) ed aumenta anche la qualità del latte -> avendo un allevamento con una densità del 142% si ha la diminuzione del grasso nel latte (rispetto ad una densità del 100%) ed un aumento delle cellule somatiche (-> scarsa qualità). TECNICHE DI MUNGITURA La mungitura può essere manuale o meccanica (normalmente si utilizza questa). La mungitura meccanica può essere effettuata: - Alla posta -> effettuata da impianti mobili a secchio o a carello, o da impianti fissi a lattodotto; - In sala mungitura, con una sala lineare o rotativa; - Dal robot di mungitura. La mungitura ha lo scopo di simulare il vitello, il quale crea una depressione a livello capezzolare che porta al rilascio di latte. Mungitura meccanica alla posta Gli impianti a carrello sono composti da: - Motore che aziona una pompa, che simula il vuoto; - Pulsatore che regola le poppate/minuto (non continue poiché la mammella è formata da membrane flessibili che devono avere il tempo di rilassarsi per poi creare nuovamente il vuoto); - Tubi che convogliano il latte dal capezzolo nelle cisterne in azienda o nei secchi dei carrelli; - Gruppo mungitura, formato da 4 prendicapezzoli; - Collettore che convoglia i prendicapezzoli, quando si staccano, al macchinario di partenza. Gli impianti a secchio vengono usati nelle aziende a stabulazione fissa; si hanno tutti i componenti elencati sopra tranne il motore che aziona la pompa per simulare il vuoto poiché il secchio si collega a dei tubi del vuoto in azienda, e questi ultimi trasmettono il vuoto. NB. Il problema principale è l’igiene: i capezzoli possono essere sporchi, può succedere che gruppo mungitura si stacchi ed aspiri tutto ciò che c’è per terra andando nel latte. Gli impianti fissi a lattodotto hanno il motore e l’aria in un’altra stanza; l’aria ed il latte vengono convogliati da dei tubi. Sale di mungitura Diversi tipi: - A tandem -> una vacca dietro l’altra, si possono fare poche vacche alla volta e quando una finisce deve essere rimpiazzata con l’aiuto dell’allevatore; - A spina di pesce -> se una vacca ha finito prima deve aspettare che finiscano quelle davanti a lei, si risparmia più spazio; - Sistemi a giostra (da 20 a 70 vacche) -> mungitori possono essere sia dentro che fuori, le vacche entrano una alla volta e dopo un giro sono state munte completamente e possono uscire e fare entrare un’altra vacca; se il gruppo di mungitura si stacca, si rischia di perdere la vacca e non completare la mungitura. Robot di mungitura Sono sistemi di mungitura automatici -> la vacca va da sola a farsi mungere. Un robot di mungitura va bene per 60 vacche. Il vantaggio è che i robot fanno tutto da soli, ma le vacche devono essere abituate. Attraverso questo sistema si riesce ad arrivare a 2,5/3 mungiture al giorno -> aumento di produzione di latte. Però se ci sono imprevisti/problemi si bloccano; alcuni valutano la conduttività (=conducibilità elettrica) del latte (se è alto si ha probabilità di mastite) per scartarlo in caso non sia adeguato. Le vacche vengono attirate al robot di mungitura dal mangime (una parte in mangiatoia ed una parte data dal robot). Il costo è elevato e si ha bisogno di molta assistenza. Le stalle, inoltre, devono essere predisposte per i robot di mungitura. Esistono vari tipi di flusso: - Flusso forzato -> la vacca per mangiare deve per forza passare dal robot di mungitura, dopo esser stata munta può andare a mangiare (a volte anche contrario: mangiare -> mungitura); - Flusso controllato -> vacche vengono riconosciute tramite collare, se vacca appena munta viene mandata a mangiare senza passare per il robot, altrimenti passa per il robot di mungitura prima di andare a mangiare; - Flusso libero -> animali attirati dal mangime, liberi di andare e venire, ma livello di mungiture per animale disomogeneo rispetto agli altri sistemi. NB. Si deve considerare il time budget dell’animale, ossia quanto ci mette l’animale per riposarsi, mangiare, bere e quanto movimento fa. In stalla in media una vacca mangia per 5h al giorno, riposa circa 12/14h (-> se poche cuccette, piuttosto di andare a mangiare la vacca aspetta che se ne liberi una per poi andare a riposarsi -> perdita di produzione), 30 minuti per bere e 2,5/3h per la mungitura (-> se sala mungitura occupata e l’animale deve aspettare molto, va direttamente a riposarsi senza mangiare/farsi mungere). Il gruppo di mungitura deve aderire perfettamente alle mammelle della vacca, in modo da non buttare dentro alle mammelle l’aria dall’ambiente esterno quando si ha l’azione del vuoto, poiché si rischia di contaminare con batteri la mammella. LESIONI CREATE DALL’APPARATO DI MUNGITURA Se il vuoto creato dal gruppo di mungitura è troppo spinto si rischia l’estroflessione dei capezzoli, mentre se si dà un vuoto troppo poco potente si rischia che il gruppo di mungitura cada e aspiri germi dall’ambiente esterno. È importante che non si abbia la sovramungitura (=tenere il gruppo mungitura attaccato quando il latte è finito) -> si crea un vuoto sui tessuti, quando non c’è latte da aspirare, causando l’estroflessione dei capezzoli. 🡺 Quando si hanno 800 g/min si stacca automaticamente il gruppo mungitura, non si svuota completamente la mammella per evitare la sovramungitura. Esistono sistemi che bloccano la mungitura solo per uno dei quarti, in modo da non avere la sovramungitura, ma mungendo completamente i quarti che hanno ancora latte. DISINFEZIONE DELLA MAMMELLA Alla fine della mungitura, dopo lo stacco del gruppo mungitura, si procede alla disinfezione dei capezzoli allo scopo di ridurre il rischio di infezioni mammarie. Si usano prodotti a base di iodio e cloro e possono essere spray, creme, schiume o liquidi (per immersione). Ora si utilizza anche il ‘pre-dipping’: si usano disinfettanti a base di acido lattico, che riducono la carica batterica e, se vanno nel latte, sono consumabili. REFRIGERAZIONE DEL LATTE Il latte viene raccolto all’interno di cisterne, nelle quali viene raffreddato (4-6°C) allo scopo di evitare proliferazione eccessiva di batteri. La temperatura delle cisterne dipende da quanto tempo il latte permane in esse (più resta all’interno delle cisterne più deve essere conservato a basse temperature). Tenendo il latte a temperature troppo basse, nel caso in cui si volesse caseificare (in particolare per formaggi stagionati), si va a compromettere la fermentazione dei batteri lattici e favorisce alcuni batteri psicrofili (=adattati al freddo) che vanno a compromettere la maturazione del formaggio -> esistono deroghe che fissano temperatura oltre alla quale quel latte specifico non deve andare (es. per il Parmegiano Reggiano non sotto ai 18°C -> deve essere prelevato subito dalle cisterne). 14/11/2023, LEZIONE 4 TIPOLOGIE DI STABULAZIONE NELLA VACCA DA LATTE Si dividono in: - Stabulazione fissa -> in UE quasi non viene più utilizzata, tollerata se stalla che ha sotto ai 30 capi e soprattutto se in estate vanno in alpeggio. Gli animali sono sempre legati alla posta, possono essere ad 1 fila o a 2 file con la corsia di alimentazione (se a 2 file è in mezzo) e dietro si ha la corsia di servizio (se a 2 file ce ne sono 2) in cui le feci vengono raccolte solitamente da un raschiatore; la lettiera può essere di vario tipo e spesso non è semplice pulire la posta. La mungitura, avvenendo in stalla, è meno igienica rispetto a quella fatta in sala di mungitura poiché se il gruppo mungitura cade aspira la lettiera. - Stabulazione libera -> più benessere per l’animale, si muove di più, non resta per molto tempo nella stessa posizione (altrimenti lesioni agli unghioni, che succede nella stabulazione fissa). Le stalle solitamente sono grandi ed aperte su tutti e quattro i lati, sono migliori poiché sono più arieggiate -> il rumine fornisce molto calore (39°C) alla vacca, quindi d’inverno non soffre il freddo ma d’estate soffre molto il caldo; inoltre non si hanno accumuli di ammoniaca e metano all’interno della stalla, ai quali i vitelli sono molto sensibili. È importante che non ci siano correnti d’aria -> si fa uno studio per capire l’andamento dei venti e si sistemano delle barriere esterne per bloccare le correnti. Stabulazione fissa In questo tipo di stabulazione la bovina vive sempre in stalla, raramente va al pascolo. All’interno di questa sono presenti delle aree funzionali: - Corsia di foraggiamento -> dove l’allevatore passa con i mezzi per distribuire l’alimento agli animali; - Zona di alimentazione -> dal lato dell’animale, dove l’animale si alimenta; - A volte ci sono paddock esterni; - Zona di riposo -> gli animali vanno a coricarsi, hanno accesso libero tra questa zona e quella di alimentazione. Si hanno eccezioni nel caso di presenza di robot di mungitura -> si possono avere flussi controllati. Possono essere presenti le cuccette (=spazio individuale, le bovine sdraiate non rischiano di essere calpestate) o la lettiera permanente (=molto spessa, dà confort elevato alla vacca, ma le vacche sdraiate rischiano di essere calpestate e c’è maggiore sporcizia; inoltre, se si volesse cambiare la lettiera per mantenerla sempre pulita, il costo sarebbe molto alto). La cuccetta, inoltre, è fatta in modo tale per cui quando la vacca si alza per defecare le feci cadono al di fuori della cuccetta -> mammelle restano sempre pulite; l’unico problema è il dimensionamento delle cuccette, che è diverso per le diverse razze di bovine; - Solo in alcune stalle è presente un autoalimentatore, solitamente assieme ai robot di mungitura, per integrare la razione a bovine che producono particolarmente tanto. L’autoalimentatore va ad integrare la razione normale (regime proteico ricco di energia= amido + proteina) -> animali riconosciuti dal macchinario grazie ad un collare. Esistono diverse disposizioni delle cuccette: o testa a testa o groppa a groppa, con le corsie di alimentazione/defecazione nel mezzo. Tipologia di cuccette: - In cemento, con materassino (o tappetini di gomma) -> non elevato confort ma facili da lavare; - Cuccette piene -> in cemento, rialzate, con materiale inorganico (sabbia) od organico (paglia); - In cemento, con materassino e paglia -> massimo confort; - Cuccette a buca -> concave, riempite di terra/paglia/sabbia/digestato, più confort ma questo materiale deve essere sostituito spesso. In base alla superficie che si ha a disposizione si decide il tipo di pavimentazione: - Pavimentazione a grigliato -> con fessure, hanno la funzione di mantenere la stalla pulita poiché urina e feci vanno nelle fessure; il problema è che questo tipo di pavimentazione dà più lesioni agli unghioni rispetto ad una pavimentazione non grigliata e non si può utilizzare la paglia (non passa dalle fessure), ma truciolo/materassino; - Pavimentazione non grigliata. NB. È importante che gli animali abbiano una cuccetta a testa, inoltre devono essere tutte ben ombreggiate per essere utilizzate sempre oppure devono essercene di più rispetto al numero di animali, così che tutti gli animali abbiano una cuccetta a testa anche se alcune non vengono utilizzate (nelle stalle spesso si ha situazione opposta). Esistono aziende che lasciano che le bovine defechino sulla pavimentazione, lasciano che il letame si secchi e poi lo girano: è considerato un substrato poiché non fermenta, ma causano infezione alla mammella. Il problema di questo tipo di stalle si presenta per gli animali che vanno in sala mungitura 2 volte al giorno poiché, camminando molto su una pavimentazione fatta di grigliato, rischiano di avere problemi di zoppie. Sala parto È una struttura che dovrebbe essere presente all’interno delle stalle; nella pratica non è presente in tutte le stalle ed è un problema, poiché il vitello nasce assieme alle altre vacche, in un ambiente sporco (per presenza di feci ecc…) -> vitello soggetto molto suscettibile alle malattie infettive perché non ha sistema immunitario completo. Solitamente è presente la lettiera permanente, deve essere estremamente pulita. In alcune aziende per i parti si utilizzano i box delle bovine in asciutta o il box infermeria (dove vengono spostati gli animali malati, ma a volte è occupato e non utilizzabile per i parti). COMPOSIZIONE DELLA MANDRIA Per tutto l’anno la mandria è costituita da: - Vacche in lattazione, le quali producono il latte; - Vacche in asciutta (=stanno per partorire), solitamente in box separato dalle vacche in lattazione; - Rimonta= animali che andranno a sostituire gli animali che vengono riformati ogni anno; hanno varie fasce di età poiché per fare la rimonta si ha bisogno di animali più o meno di dimensioni simili nello stesso box (gli animali si spostano di 3 mesi in 3 mesi nei vari box), in modo che la competizione per l’alimento sia omogeneo. Il numero di animali che si devono tenere in rimonta dipende dal numero che si vuole riformare, in modo da mantenere la mandria costante. La riforma avviene ogni 2-4 lattazione per quanto riguarda la Frisona: nella pratica dopo 3 anni (=3 1 lattazioni) si riformano tutte le vacche che si hanno attualmente in lattazione, cambiando 3 della mandria ogni anno (=33% della mandria) -> si dovranno avere 33 manze che partoriscono ogni anno e che sostituiscono le 33 vacche che vengono riformate. Per avere 33 manze si dovranno avere 66 parti (poiché il 50% dei figli sono maschi, a meno che non si usi il seme sessato) e non si dovranno avere alcun tipo di mortalità, infertilità o patologie. Le vacche in lattazione possono essere divise in gruppi a loro volta: - Vacche freschissime -> nel primo mese dopo il parto (nei primi 21-30 giorni dopo il parto), ancora nella fase di transizione; - Vacche fresche -> ad inizio lattazione, fino a 90 giorno dal parto; - Vacche a metà lattazione -> fino al 180° giorno dal parto; - Vacche a fine lattazione -> dal 180° giorno dal parto fino all’asciutta. Se si ha la possibilità di fare solo 2 gruppi, l’ideale è fare un gruppo per le freschissime ed un gruppo con tutte le altre vacche; in alcune stalle vengono messe le vacche freschissime e quelle fresche nello stesso gruppo e le altre in un gruppo diverso. Alcune aziende dividono le primipare (=manze che partoriscono per la prima volta) dalle pluripare (=vacche cono 2 o più lattazioni); è una scelta ottima poiché si abbassa la competizione tra le bovine e vengono distinti i fabbisogni diversi delle bovine (maggiori per le primipare, che producono latte ma devono ancora crescere) -> aumento delle performance delle primipare, il gap di produzione che si ha solitamente si riduce. Fare vari gruppi di lattazione dà problemi: - Si devono preparare 4 razioni diverse, serve più manodopera; - Si devono dividere gli spazi; - Quando si spostano gli animali da un gruppo all’altro si provoca dello stress: si riforma la gerarchia, cambiano alimentazione, cambiano compagne, cambiano la zona della stalla -> riduzioni sul potenziale di produzione di latte. Può succedere anche che le vacche in lattazione siano tutte assieme (in Veneto) e questo comporta che tutte mangiano la stessa razione, pur avendo esigenze diverse: le vacche freschissime hanno esigenze molto elevato (producono per la prima volta il latte, hanno poco appetito, hanno bisogno di molta proteina ed energia), mentre le vacche a fine lattazione hanno basse esigenze (ingrasserebbero con la stessa razione delle vacche freschissime). La maggior parte degli allevatori forma i gruppi in base ai giorni trascorsi dal parto, è un sistema comodo ma non ideale, con l’obbiettivo di dare la razione perfetta ad ogni vacca. La suddivisone in gruppi ideale andrebbe a considerare i fabbisogni energetici dell’animale -> dovrebbero essere fatti dei gruppi a ‘Cluster’, che raggruppano gli animali calcolando i loro fabbisogni, considerando peso, età, quantità di latte prodotto e quantità di grasso all’interno del latte. In questo modo si aumenterebbero gli IOFC (=Income Of Feed Coast), ossia i ricavi rispetto al costo dell’alimentazione per quell’animale -> maggiore efficienza economica degli animali grazie ai Cluster. VITELLI Alla nascita dei vitelli gli allevatori li tolgono immediatamente dalla madre poiché dal punto di vista pratico la gestione dei vitelli all’interno della stalla con altre vacche comporta dei rischi, dovuti all’ambiente sporco e al fatto che possono essere calpestati dalle altre vacche. Appena nato al vitello viene somministrato il colostro dall’allevatore (negli allevamenti biologici il vitello viene lasciato bere il colostro direttamente dalla madre) e viene inserito in gabbie individuali di dimensioni poco maggiori rispetto a quelle del vitello. La tendenza ad isolare il vitello è utile poiché si riesce ad individuare prima eventuali problemi nel vitello essendo tenuti sotto controllo; inoltre per visitarlo è più semplice perché è già all’interno della gabbia ed è meno semplice che tra i vitelli vengano passate le infezioni (a patto che le gabbiette vengano pulite ogni volta che entra dentro un nuovo vitello). Le gabbiette possono essere posizionate all’aperto o all’interno dei capannoni assieme alle vacche, anche se quest’ultima pratica è più rischiosa per la presenza di malattie infettive. I vitelli hanno bisogni sia di bere latte (materno o ricostituito) sia di bere acqua; l’acqua viene data tramite un secchio, il latte tramite bottiglia con tettarella poiché il succhiare dalla bottiglia innesca il riflesso della chiusura della doccia esofagea che permette al latte di raggiungere direttamente l’abomaso, evitando di andare nel rumine ed evitando fermentazioni anomale. Lo svezzamento del vitello dura solitamente 2 mesi, in cui vengono dati anche alimenti pre-starter e starter. I pre-starter sono mangimi solidi che danno proteine ed energia, a base di latte magro in polvere o siero di latte in polvere con aggiunta di proteine; vengono dati questi mangimi poiché il sistema digerente del vitello è adattato a digerire le proteine del latte. Gli starter hanno meno componenti a base di latte e più componenti a base vegetale per far crescere i vitelli. I vitelli da 8 settimane in poi devono andare in gruppo e possono essere alimentati o con il secchio con la tettarella oppure attraverso le lattatrici automatiche. Ogni 3/4 mesi si devono spostare gli animali dai gruppi in modo da mantenere l’omogeneità dal punto di vista dimensionale e da dare delle razioni più calibrate, in modo che crescano il più possibile -> favorisce formazione di tutti gli organi (tra cui mammella -> vacca che produce di più). NB. Tra i 5-10 mesi la manzetta non dovrebbe crescere più di 8/9 etti al giorno -> se cresce più velocemente la mammella si infiltra di grasso, gli alveoli hanno meno spazio e diventerà una vacca che produce meno latte. CRITICITÀ NELL’ALLEVAMENTO Le principali patologie metaboliche (acidosi ruminale, chetosi, ipocalcemia, dislocazione dell’abomaso), presenti negli allevamenti, sono fortemente legate all’alimentazione ed alla gestione degli animali. Esistono problemi riproduttivi, per i quali avviene la riforma degli animali, che possono essere tenuti sotto controllo dall’adeguata individuazione dei calori, dalla prevenzione delle malattie infettive, dall’adeguata assistenza veterinaria e dalla corretta alimentazione. Le zoppie possono essere causate da lesioni podali, da lesioni ai garretti (dovuti alle cuccette di dimensioni inadeguate) e da altre lesione dell’apparato locomotore; possono essere favorite dalla scorretta cura degli unghioni, da lettiere e pavimentazioni inadeguate ed anche dalle patologie metaboliche (es. acidosi ruminale), che vanno ad influenzare l’assorbimento di endotossine batteriche che vanno ad alterare il microcircolo delle parti periferiche (arti e mammelle), andando ad incrementare il rischio di queste patologie. Le mastiti possono essere di tipo clinico o subclinico e vengono tenute sotto controllo grazie ad un’adeguata pulizia della struttura, ad un’adeguata gestione della mungitura e all’analisi del latte. Lesioni podali Possono essere di tipo infettivo o non infettivo. Lesioni di tipo non infettivo: - Ulcere della suola -> favorite da pavimentazione inadeguata, ma se la bovina avesse la possibilità di riposarsi il tempo necessario non avrebbe problemi; la causa principale è che la bovina sta molto tempo in piedi per aspettare che le cuccette/sala mungitura si liberino. - Malattia della linea bianca -> causata da azione meccanica, legata ad animali che camminano molto in un ambiente umido (più legato ad animali al pascolo), le unghie si ammorbidiscono e si fratturano, consentendo ingresso a batteri secondari che possono dare altre patologie; - Dermatite digitale ed interdigitale -> colpiscono tessuti molli del piede, sono legati alle spirochete (vivono bene nelle eiezioni), batteri che proliferando danno infezioni. Per evitare questa problematica si ha bisogno di igiene o di bagni podali prima della mungitura, per cercare di controllare queste infezioni. Per valutare la presenza di zoppie in un allevamento si utilizza il ‘Locomotion Score’= valutazione della postura dell’animale quando è ferma e quando è in movimento (da 1=animale sano a 5=animale che non poggia l’arto a terra). È importante poiché permette di individuare zoppie subcliniche, di tipo lieve: se ne sono presenti parecchie vuol dire che si ha un problema a livello strutturale/gestionale. 🡺 Se l’animale è zoppo mangia meno e, di conseguenza, produce meno. Mastiti Le mastiti sono l’infiammazione della mammella, solitamente legata ad una infezione. Le mastiti possono essere distinte in: - Cliniche -> visibile, può dare sintomi sistemici. Si presenta con arrossamento, gonfiore e dolore; - Subcliniche -> più diffuse, l’animale sta bene, ma in realtà è in atto un’infezione che dà una serie di problematiche. Le mastiti possono essere divise anche in base all’eziologia, ossia in base agli agenti che le causano: - Agenti contagiosi -> si trasmettono da un animale all’altro, trasmesse più facilmente durante la mungitura, attraverso le mani, i panni riutilizzati, i gruppi di mungitura ed il contenitore utilizzato per il post-dipping. È importante che, se si hanno delle vacche mastitiche, vengano munte per ultime per diminuire la possibilità di infettare le altre; - Agenti ambientali -> si deve cercare di migliorare la gestione della stalla e delle bovine, in particolare dopo essere uscite dalla sala mungitura; - Agenti opportunisti -> batteri normalmente presenti sulla cute dell’animale, che normalmente non danno infezione; in condizioni di stress locale possono dare infezioni. Se si ha la presenza di questi agenti vuol dire che si hanno dei problemi in mungitura, che creano stress all’animale. Dal punto di vista del decorso, esistono alcune mastiti che sono più acute (con comparsa di sintomi immediata ma di breve durata) ed altre che si cronicizzano (lunga durata). Alcune mastiti subcliniche si riescono ad individuare solo grazie al conteggio delle cellule somatiche (=leucociti che si formano, in risposta all’infezione della mammella, di cui fanno parte anche cellule epiteliali dovute allo sfaldamento della mammella). Idealmente una vacca dovrebbe avere meno di 200mila Cellule Somatiche/mL per essere considerata una mammella sana (per le primipare si dovrebbero avere meno di 100mila CS/mL). Esistono macchinari per fare SCC (=Conta delle Cellule Somatiche) sia in laboratorio che portatili, altrimenti esistono alcuni robot di mungitura che misurano la conducibilità elettrica (maggiore conducibilità elettrica allora maggiore probabilità di mastite), ma non è molto affidabile. Ci sono altri sistemi indiretti, ad esempio il ‘California Mastitis Test’, nel quale sono presenti coloranti e sostanze che lisano le cellule somatiche: si preleva il latte del capezzolo e si mischia al colorante con le sostanze apposite -> se si formano grumi visibili si capisce che il latte è mastitico; in base a quanti grumi si formano ed al colore il latte può essere da livello 1 (normale) con 100mila CS/mL fino al livello 3 con più di 5milioni CS/mL. NB. Con l’aumento di CS/mL si ha una perdita di kg di latte al giorno. Un altro esame che è possibile fare è il batteriologico, utile per individuare che batteri sono presenti (se sono contagiosi, ambientali od opportunisti). Inoltre se si fanno delle terapie ad una vacca con dei quarti mastitici, quel latte dovrà essere per forza scartato -> perdita per l’allevatore. Si usa sottoporre la bovina ad antibiotici quando è in asciutta, per prevenire le mastiti, anche se non sempre sono utili. Alcune volte si fa l’asciutta selettiva, nella quale si somministrano antibiotici solo ad alcuni animali, per i quali si pensa che ne trarranno beneficio -> si è iniziato ad utilizzare questo metodo per combattere l’insorgenza di resistenza agli antibiotici da parte dei batteri: con la riduzione dell’utilizzo degli antibiotici diminuisce antibiotico resistenza. 🡺 Si utilizzano anche antibiotici intramammari. Prima della somministrazione degli antibiotici, sarebbe utile fare un antibiogramma, ossia mettere dei dischetti con alcuni antibiotici su una piastra con il batterio in questione -> dove si forma l’alone più grande l’antibiotico è efficace. 15/11/2023, LEZIONE 5 BOVINO DA CARNE Tabella distribuzione in classi di età di bovini in UE: - In Franci rapporto tra vacca da latte e altre vacche è maggiore per altre vacche (=vacche da carne, ossia vacche nutrici della linea vacca-vitello); - In Italia le altre vacche sono ¼ rispetto alle vacche da latte. I pochi allevamenti di vacche da carne hanno razze locali (Chianina e Piemontese in prevalenza). In Francia gli allevamenti della linea vacca-vitello sono più frequenti poiché: - Francia è 3 volte le dimensioni dell’Italia; - Stessa popolazione dell’Italia ma concentrata a Parigi; - Si hanno molti pascoli in pianura ed in montagna. In Italia pascoli sono più impervi -> inadatti per questo tipo di allevamento, prevalentemente basato sul pascolo. Carne mangiata in Italia: - Importata direttamente dall’estero sotto forma di bistecche -> ha varie origini come la Polonia (notevole filiera latte, si mangia poca carne bianca e quindi si esporta in Italia), dalla quale i bovini vengono importati e macellati direttamente; - Macellazioni fatte in Italia -> composta da capi nati, allevati e macellati in Italia (45-47%), che derivano da razze locali (includono capi allevati in Italia, bovine da latte a fine carriera ed i figli maschi che entrano nella filiera di vitello a carne bianca); - Animali importati in Italia, ingrassati e poi macellati. Alcuni bovini vengono importati e macellati direttamente: - Vitelli giovani, provenienti dalla Polonia (nella quale si ha notevole filiera latte, ma si ha basso consumo di carne di bovino), vengono chiamati ‘baliotti’, provenienti da razze da latte, e pesano 40-45 kg; - Broutards pesano più di 300-350kg, importati dalla Francia, importati e allevati per la carne (rappresentano l’80% dei capi importati ed allevati in Italia). Adesso vengono importanti a pesi di 400-450kg -> i francesi li vendono anche se un po’ più vecchi (non perdono in spese di alimentazione, poiché si basa sul pascolo) in modo da guadagnare di più dagli allevatori italiani. CATEGORIE DI BOVINI ALL’INTERNO DELL’UE Sono categorie determinate e legislate a livello europeo: - Vitello -> fino a 8 mesi; - Vitellone -> per UE animali giovani, hanno più di 8 mesi di età fino a 12 mesi; includono maschi e femmine che non hanno ancora partorito (primo parto a 24 mesi), di solito non castrati. Comprendono carcasse animali maschi non castrati di età inferiore a 2 anni e carcasse di altri animali femmine (=manze); - Bovino adulto -> animali maschi non castrati (più di 12 mesi); - Bue -> animali maschi castrati. NB. La carne che viene utilizzata per la macellazione: - Quasi per il 70% di vitellone; - L’11% vitellone a carne bianca -> in parte lo produciamo ed in parte importato dall’Olanda; - Il 20-22% sono bovine da latte a fine carriera. VITELLONE Questa categoria comprende: - Razze specializzate da carne; - Razze rustiche -> adattate al pascolo, ex razze da lavoro/a triplice attitudine ossia carne, latte e lavoro, vivono su ambienti molto poveri (richiedono poca attenzione per l’alimentazione, ma hanno tempi lunghi -> macellati ad età più avanzate); - Razze a duplice attitudine, che rientrano nella categoria del vitellone; - Incroci industriali -> figli da bovina da latte + toro da carne = vitello più costoso poiché hanno performance di crescita migliori; - Razza da latte in minor grado -> non conviene allevare come vitelloni poichè hanno accrescimenti molto lenti e danno carne grassa e di minor qualità (entrano nella categoria di vitello a carne bianca). Vitellone macellato a diversi pesi: - Pesante -> oltre i 700 kg (max 750kg), come ad esempio i maschi di Charolaise; - Medio -> 600 kg; - Baby beef (=vitellone leggero) -> 500-550kg (di cui fanno parte le femmine, oltre questo peso si ottiene carne eccessivamente grassa dalle femmine). CARATTERISTICHE DELLE RAZZE SPECIALIZZATE DA CARNE Esistono caratteristiche anatomiche dei bovini che sono associate alle caratteristiche funzionali, legate alla produzione di carne. Le caratteristiche anatomiche in rosso sono legate alla resa alla macellazione (=carne ricavata dalla macellazione togliendo le tare, ossia ciò che rimane dopo macellazione come testa, estremità degli arti, pelle, visceri) e sono: - Impalcatura scheletrica non grossolana (-> scheletro che incide meno è meglio); - Pelle sottile e testa piccola, poiché sono tare; - Ventre non eccessivamente ampio (-> prestomaci e visceri non voluminosi). Le caratteristiche anatomiche della carcassa sono in verde e sono legate alla muscolosità (=incidenza dei tagli magri), all’adiposità ed alla percentuale dei tagli pregiati (= quarto posteriore, perché massa muscolare più sviluppata, meno grasso, tessuto connettivo scarso). Le caratteristiche anatomiche sono: - Collo muscoloso (quasi cifoso); - Animale largo; - Natica (=groppa e coscia) molto sviluppato, con profili convessi. A sinistra bovino specializzato da carne (Angus): - Testa piccola; - Collo gibboso; - Coscia estremamente convessa. A destra bovino a duplice attitudine (Rendena): - Testa grande; - Collo poco gibboso; - Coscia leggermente convessa. ATTITUDINE ALLA PRODUZIONE DI CARNE Esistono alcune caratteristiche che un toro da carne deve avere. IPG (=Incremento Ponderale Giornaliero) -> Il vitello cresce al giorno in media dai 500g a 1,8kg massimo (come la Chianina, che è una razza con gigantismo somatico); questo divario è legato a molti fattori: - Genetica -> esistono razze specializzate, che geneticamente sono predisposte a crescere tanto; - Alimentazione influisce molto (con erba bovini crescono poco, 500g); - Sesso -> crescono più velocemente i maschi (dopo una certa età, grazie al testosterone, mettono su più muscolo); - Età -> vitello di 6 mesi cresce più velocemente rispetto ai bovini più anziani. ICA (=Indice di Conversione Alimentare) -> si calcola dividendo i kg di mangime che mangia l’animale per i kg che l’animale prende mangiando quelle quantità di mangime -> per l’allevatore è meglio avere un ICA più basso (l’ideale è ICA=1 -> l’animale mangia 1kg di margine e cresce di 1kg, ma è impossibile). Le razze specializzate (Charolaise, Limousine) hanno ICA bassi, mentre ad esempio le Frisone hanno ICA alti. I maschi hanno ICA più basso (depositano meno grasso) -> dal punto di vista energetico costa di più mettere su il grasso poiché il muscolo è composto da proteine. I giovani sono più magri e gli adulti sono più grassi poiché si ha cambiamento del metabolismo. L’ICA è influenzato da: - livello nutritivo (=è energia, si calcola tramite il rapporto tra l’energia che si dà con l’alimento e l’energia che l’animale richiede per vivere senza crescere, ossia l’energia di mantenimento) -> se si dà livello nutritivo 2 elevato. 🡺 ICA si abbassa tanto più alto è il livello nutritivo! - Sistema di allevamento -> se due bovini hanno la stessa alimentazione, ma uno si tiene al pascolo e l’altro si tiene confinato in un box si ha che l’ICA migliore (più basso=consuma meno mangiando le stesse quantità) è quello in box, poiché fa meno movimento e consuma meno energia, anche se lo stato di benessere animale è molto minore rispetto al bovino al pascolo; - Condizione igienico-sanitarie generali -> un animale che deve attivare il sistema immunitario spende energia e parte delle energie dell’alimento viene utilizzata nei processi di guarigione/omeostasi. La resa alla macellazione è legata a vari fattori come il tipo genetico dell’animale e l’età: - Charolaise ha resa 60%; - Frisona ha resa 52%; - Piemontese ha resa che arriva fino a 65-68%. RAZZE SPECIALIZZATE Italiane Chianina: - Gigantismo somatico (anche 1,80m al garrese); - Non ha resa eccezionale, ma ha un accrescimento elevato. Piemontese: - Vitello ha mantello più scuro della madre; - Doppia groppa; - Muscolosità tale da avere resa più elevata; - Problemi di parti distocici (-> si fa cesareo) poiché ci sono alcune linee genetiche con diametri trasversi piccoli (anche se danno tanta resa e muscolosità). Romagnola e Marchigiana hanno resa buona e caratteristiche buone. Francesi Charolaise: - Razza più diffusa al mondo. Limousine: - Più delicata; - Temperamento ‘’aggressivo’’. La razza Blonde d’Aquitaines è detta anche Garronese. La razza Bianca Blu Belga è caratterizzata dalla doppia groppa. Anglosassoni Sono razze più piccole, ma mettono su più grasso. Altre Nell’immagine sono razze di origine zebuina, allevate in Brasile, Australia e Stati Uniti. Il Brangus è l’incrocio tra Angus e Brahman. RAZZE RUSTICHE Italiane Francesi Negli allevamenti da ristallo italiani si hanno incroci con Salers ed Aubrac. INCROCI INDUSTRIALI Alcuni allevatori da latte, nel caso di eccesso di rimonta (-> buona riproduzione, ma non vogliono ingrandire la mandria), fanno coprire le vacche da latte in eccesso dal topo da carne in modo da ricavare maggiore profitto dalla vendita dei vitelli che si ottengono da questo incrocio. Incroci più frequenti: - Limousine + Frisona; - Limousine + Bruna; - Charolaise + Frisona, anche se il toro Charolaise dà problemi per il parto. 🡺 Gli incroci danno caratteristiche intermedie tra la razza della madre e del padre. TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTO Diverse tipologie allevamento: - Linea vacca-vitello -> allevamento di vacche nutrici; - Allevamento per accrescimento ed ingrasso; - Allevamento del vitello a carne bianca. LINEA VACCA-VITELLO L’allevamento linea vacca-vitello è un allevamento in cui il prodotto finale è il vitello, che viene venduto; se l’allevamento è a ciclo chiuso è completo ed ha anche l’ingrasso. Caratteristiche: - Deve essere economico poiché margine di profitto è basso; - Ottimizzare tutto -> avere più parti possibili, far durare vacche il più possibile, vendere sia i maschi che le femmine (serve poca rimonta), non ci devono essere malattie tra gli animali; - Si usa poco l’inseminazione artificiale poiché sono animali prevalentemente al pascolo -> è complicato rilevare calore, bloccare l’animale e procedere con l’inseminazione, quindi si lascia il toro in mezzo alle vacche (1 toro ogni 20 vacche). 🡺 La chiave dell’allevamento è la fecondazione e la corretta gestione del parto. - I maschi vengono venduti tutti e le femmine in parte vengono tenute come rimonta e le altre vendute. Questi animali hanno longevità di 10-12 anni (-> 10-12 parti) quindi all’anno si dovrebbe fare la 1 1 rimonta di 10 o di 12 della mandria (circa 8-10% degli animali è rimonta); - È un allevamento di tipo semi-estensivo (la maggior parte utilizza il pascolo stagionalmente) -> si utilizza la monta naturale (toro in mezzo alla mandria); - Stagionalità dei parti -> se il vitello nasce nel periodo sbagliato si deve dare un’integrazione alla femmina. L’allevatore deve ottimizzare l’alimentazione delle bovine al picco di produzione di latte, evitando di spendere eccessivamente. In pianura si fa in modo che le vacche abbiano picco di lattazione in primavera (-> per picco di crescita dell’erba), mentre in montagna si preferisce che le vacche partoriscano in inverno in modo da alimentare la vacca con il fieno dell’anno prima per poi lasciarle al pascolo dopo il picco di lattazione; - Il vitello resta sotto alla madre fino a 6 mesi. Obiettivi: - Avere più vitelli possibili (idealmente uno all’anno per vacca). Obiettivo minimo è che l’85% delle vacche portino allo svezzamento i vitelli in un anno; è importante che le vacche portino allo svezzamento i vitelli poiché si ha mortalità maggiore fino a questo periodo. In Italia si dovrebbe avere una mortalità del 2% massimo. Ottenere un animale svezzato e con elevato peso al momento dello svezzamento significa che l’alimentazione della madre è corretta (per la sua sopravvivenza e per massimizzare la crescita del vitello) -> femmine devono mangiare razione con erba/fieno di buona qualità (ossia poco lignificato) e integrazioni di proteine ed energia (=amido); le integrazioni devono essere piccole poiché il costo è elevato; - Ridurre il costo per vacca per anno -> ridurre le spese mediche e di integrazione; - Prolungare la longevità vacche. In Italia la media dei capi negli allevamenti linea vacca-vitello è di 30-40 capi. Il primo parto si ha tardivamente (32-45 mesi) poiché sono animali che per raggiungere la taglia adulta impiegano più tempo (poiché allevati al pascolo); inoltre la produzione di latte di questi animali basta per i bisogni del vitello (fino ad un massimo di 15L di latte al giorno). In condizioni naturali il vitello fa molti pasti al giorno, mentre in condizioni artificiali gli vengono dati 2 pasti al giorno con un massimo di 8L a pasto. Queste razze non hanno problemi di parto. Negli allevamenti di tipo estensivo vengono utilizzati fili pastore elettrificati o recinti. Gli allevamenti di tipo confinato sono dei capannoni, che assomigliano a quello delle vacche da latte, con la differenza che hanno sempre il paddock. Gli animali vengono comunque lasciati al pascolo, anche se per periodi più brevi. Una volta l’allevamento confinato della linea vacca-vitello era a posta fissa (=vacche legate alla capezza ed i vitelli liberi di muoversi). Esistono box solo per vitelli, dove si ha un piccolo cancello attraverso il quale passano solo vitelli e quando il vitello deve bere il latte va dalla madre altrimenti sta nel suo box -> meno sporcizia nei box dei vitelli, diminuzione della possibilità di contrarre infezioni. CRITICITÀ DELLA LINEA VACCA-VITELLO Il problema principale si ha nell’ultimo terzo di gravidanza, durante il quale il feto raggiunge dimensioni elevate -> la vacca ha fabbisogni energetici maggiori, non deve dimagrire troppo (a differenza della vacca da latte che nell’ultimo trimestre è in asciutta, ha superato il picco di lattazione e rischia di ingrassare). Normalmente la vacca della linea vacca-vitello mangia erba, ma nell’ultimo trimestre con questa non riuscirebbe ad arrivare ai fabbisogni energetici di cui ha bisogno-> dimagrimento porta a distocie (=difficoltà durante il parto), ritardo del rientro in calore dopo il parto e non si arriverà ad un vitello all’anno. Il colostro è fondamentale per il vitello. Durante il picco di lattazione non deve esserci dimagrimento eccessivo -> nel caso si ricorre ad integrazioni. Rispetto alle bovine da latte, nella linea vacca-vitello il problema parassiti è importante (poiché allevate al pascolo) -> se senza trattamenti possono avere parassitosi (nematodi, cestodi, fasciola), con conseguente dimagrimento. È necessario un adeguato svezzamento, il quale viene fatto a 2-6 mesi. Ci sarebbero delle tabelle di valori che si dovrebbero raggiungere: - 3 mesi -> 130 kg, vitello pesando 50 kg alla nascita dovrebbe crescere di 900g al giorno; - 8 mesi 300-320 kg; 🡺 Per pesare animali si fanno pesature di gruppo o si utilizzano pedane da cui devono passare per bere, entrare nel box o per andare a mangiare. NB. L’alimentazione influenza fertilità -> fonte azotata influenza, se è alta migliora fertilità. 21/11/2023, LEZIONE 6 ACCRESCIMENTO ED INGRASSO L’allevamento da ingrasso può partire da: - Animali giovani, che compongono gli allevamenti di vitelli a carne bianca; - Animali svezzati, per i quali si parla di accrescimento ed ingrasso. In questo caso si possono avere razze locali come Chianina o Piemontese (-> animali nati in Italia) o i ristalli proveniente maggiormente dalla Francia. Obiettivo di questo tipo di allevamento: - Produzione di animali che crescono ed ingrassano velocemente; - Qualità alta delle carni; - Massimizzare la resa al macello; - Avere Indice di Conversione Alimentare basso (=favorevole) e conseguenti costi alimentari bassi; - Ridurre durata del ciclo di allevamento, compatibilmente con il tipo di alimentazione che viene somministrata (-> avendo cicli di allevamento più brevi se ne possono avere di più all’anno). 🡺 Un animale sano cresce meglio, risparmia spese veterinarie, consuma e converte meno (-> ICA basso). Animali ‘antibiotic free’= animali sui quali non sono stati utilizzati antibiotici per minimo i 4 mesi precedenti alla loro vendita. Gli allevatori tendono a stare attenti poiché, somministrando antibiotici nei 4 mesi prima della vendita degli animali, verranno comprati solo gli animali antibiotic free, la mandria dell’allevatore non sarà più omogenea e dovrà essere venduta successivamente a minor prezzo -> l’allevatore deve avere profilassi di prevenzione buona per avere animali sani. NB. Non si intende l’utilizzo di antibiotici a livello auxinico/preventivo perché è illegale (fino al 2006 veniva fatto, ma a causa dell’aumento dell’antibiotico resistenza non è più possibile farlo) e nemmeno per metafilassi (= a causa di un solo animale che si ammala viene somministrato l’antibiotico specifico a tutti gli animali dell’allevamento preventivamente). SISTEMI DI ALLEVAMENTO A livello globale l’allevamento di bovini da carne da ingrasso è di 3 tipi: - Allevamento estensivo -> in Argentina, Grand Bretagna ed Irlanda sono presenti grandi distese al pascolo. Questo tipo di allevamento ha costi bassi di alimentazione e cicli di allevamento molto lunghi (un solo ciclo all’anno/ogni due anni); - Allevamenti intensivi in strutture coperte -> allevamenti tipici da ristallo, in cui gli animali sono stabulati in box; l’alimentazione è un mix tra foraggi parzialmente coltivati in azienda, anche ricchi di proteine ed energia, come silomais (-> diminuiscono costi per l’allevatore dato che se li auto produce), e comprati dall’esterno (come la soia). Gli allevamenti possono essere di grandi dimensioni, hanno cicli più brevi (quasi due all’anno) ed i costi alimentari sono medi. - Allevamenti intensivi all’aperto -> tipici dell’America e della Spagna, dove il clima è caldo e gli animali possono stare all’esterno; si ha risparmio sulle strutture di allevamento ma i costi alimentari sono alti (alimenti comprati dall’esterno) perché gli animali hanno bisogno di molta energia e proteina per avere cicli molto brevi (-> buon accrescimento). 🡺 Per ogni tipo di allevamento si utilizzano razze diverse, la scelta della razza dipende anche dal clima. ALLEVAMENTO ESTENSIVO Immagine: - Allevamento di tipo estensivo, - In Irlanda; - Bovini Charolaise, Limousine, Bianco Blu del Belgio -> razze adattate al clima. In questo tipo di allevamento gli animali non crescono velocemente, sono allevamenti piccoli (media di 200 capi) ed il ciclo di allevamento è lungo, con integrazioni verso la fine dell’accrescimento (dura circa un anno -> 180/200 capi all’anno). Se sono razze continentali vengono comprate dalla Francia o dalle loro linee vacca-vitello a pesi molto elevati per poi portarli fino a 700 kg (=vitellone pesante, poiché razza specializzata). La resa al macello è discreta: 55% per la razza Angus e 60% per le razze Charolaise e Limousine. Essendo un allevamento al pascolo gli animali crescono circa 600g al giorno -> ciclo di allevamento lungo. ALLEVAMENTO INTENSIVO Allevamento di bovini da carne tipico dell’Italia Caratteristiche: - Stabulazione confinata -> animali stabulati in box, uno di fianco all’altro; - Razze Charolaise ed incroci con Limousine; - Tetto alto per migliore circolazione dell’aria; - Si ha corsia di foraggiamento, dove il carro miscelatore passa per distribuire gli alimenti in mangiatoia. Sono allevamenti caratterizzati da cicli brevi (6/7 mesi in allevamento -> quasi due cicli all’anno) e tendenzialmente hanno un gran numero di capi (anche 2/3 mila posti). Gli animali che vengono importati dalla Francia arrivano a 450 kg (sono animali che hanno più di un anno), per essere portati oltre ai 700 kg. La resa è alta grazie agli incroci tra Charolaise e Limousine ed anche l’Incremento Ponderale Giornaliero è elevato (quasi 1,5 kg al giorno= 1,7/1,8 kg all’arrivo e 1,2 kg alla fine dell’ingrasso). L’accrescimento giornaliero non è costante poiché gli animali giovani hanno poco grasso e molta acqua, mentre gli animali vecchi hanno meno acqua e poco grasso -> fare 1 kg di peso costa molto di più dal punto di vista energetico ad un animale vecchio. Diversi tipi di pavimentazioni utilizzate in questo tipo di allevamenti: - Pavimentazioni in grigliato -> contribuiscono a mantenere l’animale pulito e diminuiscono la manodopera da parte del personale. Pro: meno manodopera, minori costi per la paglia, animali più puliti (richiesto al macello per diminuire rischio di contaminazione batterica). Contro: pavimentazioni scivolose che portano a zoppie (dovute a traumi o stiramenti di legamenti) -> macellazioni anticipate ed alta mortalità. Gli animali pesanti posti su superfici dure sono più predisposti a lesioni a livello dello zoccolo come le ulcere; motivo per il quale le femmine vengono allevate più facilmente sul grigliato (poiché più leggere), mentre i maschi vengono allevati su lettiere permanenti. Si hanno meno comportamenti tipici della specie a causa dei pavimenti scivolosi (es. maschi di bovino non castrati normalmente fanno combattimenti, con i pavimenti scivolosi vengono fatti meno, da un certo punto di vista è vantaggioso). - Lettiera permanente -> usata maggiormente per animali grossi, per evitare lesioni causate da grigliato e garantire più confort. Attualmente non sono presenti leggi che riguardano gli spazi minimi per capo in questo tipo di allevamenti, 2 ma solo delle indicazioni a livello europeo per le quali dovrebbero essere a disposizione 3 𝑚 per bovini fino 2 ai 500 kg su grigliato, ed ogni 100 kg in più si dovranno avere 0,5 𝑚 in più per bovino. 2 2 In Italia si hanno 3,2 𝑚 /capo su grigliato (4 𝑚 /capo su lettiera permanente) fino a 500 kg, anche se quasi tutti gli animali arrivano fino a 700 kg -> condizioni non adeguate rispetto alle indicazioni dell’UE. Per mangiare in modo ottimale e senza competizione (-> maggiore accrescimento) ci dovrebbero essere 60 cm/capo in mangiatoia, in modo che tutti gli animali possano mangiare contemporaneamente (normalmente hanno circa 50 cm/capo). I box larghi 5m e profondi 4-5m sono più utili rispetto a quelli stretti e lunghi, poiché si possono ispezionare meglio tutti gli animali. Sono previsti due abbeveratoi per ogni box, anche se in estate possono risultare pochi anche perché ci sono bovini gerarchici che si mettono davanti all’abbeveratoio d’estate senza far bere gli altri animali. Gli alimenti vengono messi a disposizione ‘ad libitum’, non correttamente chiamato così poiché in realtà il carro miscelatore passa nelle corsie di foraggiamento una volta al giorno, distribuendo l’alimento in quantità maggiori rispetto alle necessarie (2-5% in più) in modo che l’animale, se ha fame, mangi sempre per massimizzare l’accrescimento -> ci possono essere scarti e conseguenti perdite per l’allevatore (soprattutto se l’alimento è umido e deteriora durante la giornata). Per non avere scarti i carri miscelatori fanno il calcolo preciso -> non ci sarà massimo accrescimento della mandria. Il tipo di alimento che viene dato è Unifeed, ossia una miscela di concentrati e foraggi tritati di diverse lunghezze, che consente l’ingestione contemporanea da parte degli animali di proteina, energia e fibra (l’ultima è essenziale per i ruminanti per far funzionare bene tutto l’organismo). L’ideale sarebbe avere all’interno degli allevamenti anche dei box quarantena, per gli animali che arrivano dall’estero o da altri allevamenti; questi box hanno lettiera permanente per garantire più confort e per far abituare gli animali che vengono trasferiti dal pascolo ad allevamenti recintati. Questi individui vanno spostati poi, tutti assieme, in un altro box. Ci sono paddock esterni, utilizzati maggiormente all’arrivo degli animali (soprattutto per quelli che arrivano dalla Francia, abituati al pascolo). NB. Nell’allevamento da ingrasso è importante fare sempre ciò che viene chiamato ‘tutto pieno o tutto vuoto’: bisogna caricare i box con tutti gli animali che arrivano e spostarli poi in altri box sempre tutti assieme, disinfettare il primo box in cui sono stati inseriti e mettere gli animali successivi dopo una settimana; questo viene fatto per evitare problemi dal punto di vista sanitario (si rischia di portare patologie nell’allevamento) e dal punto di vista gerarchico (inserimento di un nuovo animale in un gruppo già formato -> rischio di conflitti). Feedlot in USA Sono allevamenti all’aperto ma estremamente intensivi e sono tipici degli Stati Uniti, dell’Australia e della Spagna. Si hanno poche strutture di contenimento (solo recinti) con molti animali, prevalentemente si hanno razze anglosassoni. Gli edifici vicino agli allevamenti servono per lo stoccaggio degli alimenti e dei macchinari da utilizzare per la distribuzione degli alimenti. L’alimento viene prevalentemente comprato dall’esterno e si basa su miscele di granella e foraggio secchi (costi elevati). Sono allevamenti tipicamente molto grandi (possono arrivare fino a 30mila animali). La resa è attorno al 60% e l’Incremento Ponderale Giornaliero è minore dato che si tratta di razze anglosassoni. Il ciclo di allevamento riesce ad arrivare a quasi 2 all’anno ed alla fine di ogni ciclo si ha la pulizia del box. Feedlot in Australia Nelle immagini è illustrato un allevamento in Australia dove, essendoci un clima più piovoso, si ha al suo interno la presenza di tettoie per la protezione degli animali e, soprattutto, dell’alimento; si hanno strade che comunicano e permettono ai macchinari di distribuire l’alimento, inoltre sono presenti le ‘lagoons’ per lo smaltimento delle deiezioni. Le razze all’interno di questo tipo di allevamento sono di tipo zebuino, come le Brahaman, le quali hanno rese più basse ma crescono più velocemente poiché si hanno cicli molto brevi (-> i bovini vengono venduti a 500-600kg). FASI DI ALLEVAMENTO In questo tipo di allevamenti si parla di ristallo: gli animali vengono importanti dal pascolo ad allevamenti confinati. Ciò che cambia per gli animali è: - Tipologia di struttura -> da densità bassa e libertà di movimento a strutture confinate ed a densità alte; anche la pavimentazione cambia (da erba a grigliato); - Gruppo di animali con cui viveva; - Alimentazione -> da erba a silomais. Questi cambiamenti comportano che gli animali vengano allevati in 3 fasi: 1) Adattamento/condizionamento -> primi 30 giorni, allevato su lettiera permanente poiché abituato su erba e se allevato su grigliato si causa troppo stress. Si lascia il tempo agli animali per adattarsi, si utilizzano gli antiparassitari e, a seconda della zona di provenienza, le vaccinazioni. La dieta iniziale è adattata al pascolo -> per i primi 3 giorni o anche per tutta la prima settimana si dà il fieno e poi si inserisce anche il silomais; quando gli animali si sono adattati si dà l’unifeed, inizialmente abbastanza fibrosa (per adattare i prestomaci al nuovo tipo di alimento), per poi aumentare gradualmente la concentrazione di energia e proteina e diminuire leggermente la fibra; 2) Accrescimento -> animali dopo 30 giorni, sui quali si spinge sulla crescita muscolare; vengono somministrate razioni con molta energia e proteina. Quando gli animali si avvicinano alla macellazione (ultimi 30/60 giorni, a seconda del sesso) si riduce la proteina e si mantiene l’energia per aumentare il grasso intramuscolare (=grasso di marezzatura, apprezzato dai consumatori); 3) Finissaggio -> si ingrassano gli animali (circa 2-5% di grasso intramuscolare), cambia l’alimentazione da quella per l’accrescimento a quella per il finissaggio. Razionamento Tre tipi di razioni: 1) Razione che fa l’alimentarsi che teoricamente sulla carta è perfetta per quell’animale; 2) Razione somministrata all’animale -> il responsabile dell’alimentazione, seguendo una tabella, deve caricare gli ingredienti nel carro miscelatore. Ora sono presenti carri miscelatori con la bilancia, ma è presente ugualmente un fattore di errore umano, quindi la dieta somministrata non sarà mai uguale a quella tabulata; 3) Razione che mangia l’animale -> l’animale sceglie ingredienti che gli piacciono di più o il carro miscelatore scarica gli alimenti non in maniera equa e si avranno alimentazioni diverse per lo stesso gruppo di animali. 🡺 L’allevatore deve osservare la risposta degli animali all’alimentazione somministrata, sia dal punto di vista sanitario che cognitivo. Se il mais non viene digerito correttamente e si ritrova nelle feci può indicare che la razione contiene troppo poca fibra, che dà un transito intestinale molto più rapido e conseguente spreco di energia; in questo caso l’animale è più a rischio di acidosi ruminale e diarrea, che può portare a zoppie. CRITICITÀ DEL RISTALLO Le criticità del ristallo riguardano soprattutto il primo periodo poiché gli animali sono sotto stress a causa di: - Cambiamento totale della tipologia di allevamento; - Fase di trasporto al nuovo allevamento molto lungo (8-10 ore); - Disidratazione -> causata dalle ore di trasporto (possono perdere fino al 5% di peso corporeo, dovuto alla perdita di acqua); - Patologie respiratorie (BRS =Bovine Respiratory Syndrome) dovute al cambio di temperature -> accadde nei primi 30-60 giorni, soprattutto agli animali che vengono spostati da zone di pascolo montano agli allevamenti confinati nel periodo estivo, in cui le temperature sono molto più alte; si ha forte perdita di animali e, per questo, si somministrano vaccinazioni. Per ridurre lo stress sono utili ventilatori e sistemi di raffrescamento efficaci. Fattori predisponenti Il sesso, la razza ed il peso influenzano la predisposizione a determinate patologie. Generalmente le femmine sono più predisposte a patologie respiratorie, come lo è più predisposta la razza Limousine rispetto alla Charolaise; le femmine, però, sono a minor rischio di patologie podali poiché sono animali più leggeri. La presenza di patologie podali è legata anche alla pulizia della stalla: nelle deiezioni sono presenti le spirochete, le quali causano infezioni digitali (dermatiti digitali ed interdigitali). PATOLOGIE NON INFETTIVE TIPICHE DEL VITELLONE Esistono alcune patologie tipiche del vitellone e sono: - Necrosi della coda -> coda senza pelo e necrotica, ciò è dovuto ad un trauma iniziale (es. calpestamento), legato poi alla presenza di micotossine (=funghi contaminanti i cereali, possono portare a problemi di sanità pubblica se presenti nella carne e nel latte) nell’alimento, che causano la necrosi; - Urolitiasi -> formazione di calcoli in vescica ed in uretra, che può portare alla morte degli animali dopo un periodo di inappetenza che dovrebbe dare il campanello d’allarme per il sospetto di urolitiasi; - Clostridiosi -> legato ad animali che mangiano molto; quando si hanno periodo di abbondante pioggia e poi viene raccolto il fieno con la terra in cui si ha avuto lo sviluppo di tossine da clostridium (=batterio, le cui spore sono presenti nel terreno), porta a morte dell’animale in poco tempo. Curiosità: Manzo Kobe, allevato in Giappone, ha carne molto grassa. I grassi sono saturi perché il rumine ha un processo di bioidrogenazione degli acidi grassi insaturi che li porta alla saturazione. Nel caso del manzo Kobe i grassi sono formati da acido oleico, dovuto sia alla genetica dell’animale che al tipo di alimento somministrato. ALLEVAMENTO DEL VITELLO A CARNE BIANCA L’allevamento di vitelli a carne bianca nasce per diversi motivi: - Il consumatore è convito che la carne bianca sia più tenera, in realtà è più tenera perché il vitello è giovane ed in uno stato per-anemico; - In Europa, in particolare nel periodo delle quote latte, c’era un problema di eccedenza di latte, per questo veniva fatto il latte in polvere ed un modo per smaltirlo era attraverso gli allevamenti di vitelli a carne bianca. I vitelli a carne bianca sono vitelli maschi che derivano dalle vacche da latte, i quali vengono portati a cicli di raccolta. Gli animali devono essere identificati entro 20 giorni dalla nascita, tramite un auricolare con un codice univoco, che permette di avere un sistema di tracciamento (dalla bistecca si riesce a risalire agli allevamenti in cui è stato allevato); il vitello deve essere identificato prima di lasciare l’allevamento. I vitelli vengono mandati all’allevamento da ingrasso o nei centri di smistamento (=centri in cui l’allevatore si reca per comprare l’animale) dopo 15-20 giorni per 2 motivi: - Non possono essere mandati dopo i 20 giorni perché prima si abitua l’animale ad una certa alimentazione e prima si hanno maggiori performance di accrescimento; - Non possono essere mandati prima dei 15 giorni perché il vitello quando nasce ha il cordone ombelicale ancora aperto, dopo 15 giorni si cicatrizza completamente -> cordone ombelicale aperto è un potenziale veicolo di ingresso di batteri quindi si attende che si cicatrizzi completamente. I vitelli arrivati nei centri di smistamento o di ingrasso vengono divisi in box in base al peso, al sesso ed alla razza; viene utilizzato sempre il metodo ‘tutto pieno o tutto vuoto’ per spostare i vitelli da un box all’altro. Inizialmente i vitelli vengono messi nei ‘baby box’, sono box singoli in cui il vitello non può essere tenuto per più di 8 settimane -> favoriscono controllo della quantità di mangime che mangia il vitello, più semplice visitarli, minore diffusione di

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