ADHD Attention Deficit Disorder (Italian) PDF

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Summary

This document discusses the neuroanatomical and neurochemical aspects of Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD), including brain circuit activation and the role of the central nervous system in ADHD. Also included are discussions of interventions to improve outcomes for children with ADHD.

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Corso di Laurea in Logopedia Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione Facoltà di Medicina e chirurgia Università degli Studi di Sassari Il Disturbo da deficit di attenzione La riabilitazione Neuropsic...

Corso di Laurea in Logopedia Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione Facoltà di Medicina e chirurgia Università degli Studi di Sassari Il Disturbo da deficit di attenzione La riabilitazione Neuropsicologica delle FE Dott. Giorgio Gaspa Neuropsichiatra Infantile Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Neuroanatomica Castellanos FX et al. Nature Neuroscience 2002; 3: 617-628 Pliszka SR et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 1996, 35 (3): 264-272 Neurochimica Attenzione esecutiva Giro del cingolo Spaziale Orientamento visivo Memoria i lavoro Verbale Funzioni visive Circuiti cerebrali regolano l’attenzione e l’attività, inibiscono i pensieri ed i comportamenti inappropriati, organizzano le azioni in modo da raggiungere uno scopo Neuroanatomica Neurochimica Neuroanatomia Aree del Sistema Nervoso Centrale di dimensioni inferiori: ◼Encefalo (4%): lobo frontale destro (8%) ◼Gangli della base (6%) → Normalizzazione (18 anni) ◼Cervelletto (12%) → Ulteriore riduzione (18 anni) Castellanos et al 2002, JAMA, 288:1740-8 Neuroanatomica Neurochimica Studi di Brain Imaging evidenziano come, nei bambini con ADHD, il SNC maturi in modo normale, ma con un ritardo medio di 3 anni. Tale ritardo è più pronunciato nelle regioni deputate a funzioni complesse come il ragionamento astratto, l’autoregolazione, l’attenzione e la pianificazione. Nello strato più esterno della corteccia si evidenzia un ritardo maturativo globale (Shaw 2007,2012) Neuroanatomica Volume cerebrale Neurochimica totale Controlli > ADHD P relazione,efficacia) Maggior collaborazione tra genitore e figlio (genitore ->figlio e figlio -> genitore) … e poi c’è la SCUOLA Gli interventi rivolti agli insegnanti Interventi rivolti Psicoeducazione agli insegnanti Training per gli insegnanti Obiettivi ❑ Conoscere il disturbo ❑ Comprendere i processi cognitivi che sottendono i comportamenti ❑ Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali ❑ Rispettare le caratteristiche di apprendimeto del bambino ❑ Prestare attenzione alla dimensione psicologica Francesca Offredi , Claudio Vio , Tiziana De Meo , Cesare Cornoldi Iperattività e autoregolazione cognitiva Cosa può fare la scuola per il disturbo da deficit di attenzione/iperattivitàOffredi, Vio, De Meo, Cornoldi, Iperattività e autoregolazione cognit Elena Bassi , Giorgio Filoramo , Mario Di Pietro L’alunno iperattivo in classe Problemi di comportamento e strategie educative, ed Erickson L’intervento a scuola Informare sulle caratteristiche del DDAI e sul trattamento che viene proposto Fornire appositi strumenti di valutazione per completare i dati diagnostici Mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la relazione con l’alunno Spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento all’interno della classe Informare su come strutturare l’ambiente classe Suggerire particolari strategie didattiche per facilitare l’apprendimento Spiegare come lavorare all’interno della classe per migliorare la relazione tra il bambino con DDAI e i compagni Alcuni accorgimenti… Essere molto precisi e dettagliati in ciò che l’insegnante vuole ottenere Il richiamo deve essere immediato all’evento negativo Il dialogo deve essere sereno, calmo e tranquillo Durante il richiamo, è opportuno mantenere il contatto oculare È bene che il dialogo si svolga in forma privata È sconsigliato punire i ragazzi con iperattività facendogli ripetere i compiti non svolti La Scuola Un lavoro parallelo a quello con la famiglia dovrà essere svolto con la scuola, fornendo agli insegnanti informazioni chiare e precise sull’ADHD e sulle sue diverse manifestazioni al fine di evitare che essi si costruiscano rappresentazioni non corrette sul disturbo con attribuzioni legate magari a difetti della personalità, di carattere, a una situazione familiare problematica ecc. Interventi basati sui comportamenti negativi: 1. Ignorare Pianificato Una strategia vincente può essere proprio quella di ignorare sistematicamente i comportamenti indesiderabili, utilizzati per attirare l’attenzione su di sé, rinforzando allo stesso tempo quelli positivi. Nei casi in cui venga accertato che un comportamento inappropriato sia stato rinforzato dall’attenzione dell’insegnante, l’ignorare pianificato richiederebbe il ritiro dell’attenzione quando il comportamento si ripresenta; infatti, se l’intento del bambino è quello di attirare l’attenzione con modalità disturbanti, ogni qualvolta l’attenzione arriva, tale comportamento viene premiato e rinforzato. Un punto importante riguardo al ritiro dell’attenzione è che, nella fase iniziale, l’alunno intensificherà i comportamenti indesiderabili nel tentativo di riottenere ciò che ha perso. Questo è il momento cruciale in cui la tenacia nell’ignorare porterà il comportamento a ridursi sino a scomparire 2. Rimproveri Il rimprovero conseguente a comportamenti negativi è un momento di importante valore educativo in quanto si ha la possibilità di dare diverse indicazioni di ritorno al bambino che si intende punire. Una formulazione del rimprovero che risulta particolarmente efficace è il rimprovero centrato sul comportamento. Si tratta di un tipo di rimprovero suddiviso in quattro fasi: descrizione del comportamento indesiderabile, spiegazione del perché tale comportamento è indesiderabile, suggerimento di un comportamento alternativo, indicazione del vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato. Questa modalità di rimprovero ha il vantaggio di evidenziare non solo il comportamento indesiderabile, ma di indicare anche quale potrebbe essere il comportamento adeguato in tale circostanza; inoltre viene accuratamente evitato ogni commento svalutativo nei confronti del bambino, qualsiasi giudizio di tipo morale, enfatizzando invece gli aspetti pragmatici del comportamento. 3. Time Out Il termine time out significa letteralmente sospensione e trae origine dalla terminologia sportiva del basket, dove viene utilizzato per indicare una breve sospensione o interruzione della partita. I bambini con ADHD a volte presentano dei comportamenti impulsivi e incontrollabili che lasciano poco spazio all’efficacia di altre tecniche; il time out, infatti, viene utilizzato soprattutto per interrompere quei comportamenti esplosivi, collerici, aggressivi e fortemente indisponenti. Esso consiste nell’allontanare il bambino dal luogo in cui si trova, collocandolo in un luogo neutro e insignificante, con lo scopo di interrompere atteggiamenti negativi e tipicamente distruttivi. In questo contesto, quindi, il time out indica sospensione, per il bambino, di ogni attenzione, gratificazione o soddisfazione. I bambini non gradiscono il time out proprio perché esso comporta la perdita di qualcosa: sia essa l’attenzione degli insegnati o la possibilità di disturbare gli altri. Se l’alunno viene messo sistematicamente in time out quando manifesta determinati comportamenti, sarà sempre più motivato a ridurre tali reazioni e a escogitare altre e più desiderabili modalità di comportamento; se questi nuovi modi di agire verranno adeguatamente ricompensati e incoraggiati, sarà sempre più probabile che in futuro tendano a consolidarsi in alternativa a comportamenti indesiderabili. Bisogna prima di tutto ricordare che… …il bambino/adolescente con ADHD… Il ragazzino ADHD spesso… non programma l’attività non è rivolto verso degli obiettivi non è proteso verso un risultato se lo è… non lavora con DETERMINAZIONE non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è non riconosce il livello di difficoltà del compito è caotico e frettoloso Non tollera…… le frustrazioni gli sbagli lo sforzo mentale costante l’attesa del risultato Le classiche misure disciplinari sono controproducenti minacce di punizione → oppositività-chiusura note e rimproveri punizioni → disistima di sè compiti scolastici → rifiuto-disinvestimento sospensione → utilità secondaria Favorire l’efficacia dell’insegnante Accettare il disturbo Conoscere il disturbo Restare calmi Mantenere delle routine e regolarità Fare richieste chiare e comunicare con chiarezza Favorire l’efficacia dell’insegnante Conoscere gli elementi che scatenano le crisi Essere positivi Utilizzare tecniche di gestione efficaci e coerenti Condividere i problemi I bambini iperattivi e disattenti e l’ambiente...Quando si è iperattivi qualcosa funziona diversamente… mancanza di inibizione scarse capacità di gestione dello sforzo e di autoregolazione percezione del tempo COSA SUCCEDE IN PRATICA? Nell’interazione, allora, diventa necessario essere: ESSENZIALI FEEDBACK IMMEDIATI RAPIDI Intervento in ambito scolare per il bambino con ADHD Si struttura in 5 linee: 1. Predisposizione di un contesto scolastico facilitante 2. Individuazione di modalità didattiche funzionali 3. Interventi sul comportamento 4.L’approccio metacognitivo 5.La gestione dello stress dell’insegnante 1.Predisposizione di un contesto facilitante Organizzazione degli spazi: ordinato ≠ organizzato Routine e regole: aumento capacità di previsione e autoregolarsi Attività strutturate nei momenti liberi e di transizione: diminuzione dei tempi «vuoti» di attesa Organizzazione dei materiali: prevedibilità 2. Didattica Definire tempi di svolgimento e difficoltà dei compiti Modalità che favoriscono la tenuta attentiva (ad es. spezzettare i compiti,..) Procedure di controllo del lavoro Regole che contrastino l’impulsività Peer tutoring, Apprendimento cooperativo Il bambino ADHD fa lezione alla classe Attività con il computer 3. Intervento sul comportamento Osservare: cosa accade e quando cosa faccio prima o cosa dopo come è il bambino quando è tranquillo quando sta per… ci sono segnali anticipatori? Fornire informazioni di ritorno: va bene così; non così ma… (diamo sempre l’informazione di quello che va bene) Selezionare comportamenti da modificare (incrementare o estinguere): non possiamo agire su tutto, necessario fissare degli obiettivi su alcuni aspetti 3. Intervento sul comportamento Utilizzo della gratificazione: i rimproveri e cosa non va di loro lo conoscono bene, glielo diciamo continuamente Utilizzo di contratti comportamentali: essere espliciti e condividere cosa si intende fare Punire solo se necessario: dopo aver prima lavorato su punti di forza e accordi con contratti educativi Favorire l’uso delle comunicazioni di merito: quando fanno bene comunichiamolo alla famiglia formalmente TRASMETTERE REGOLE EFFICACI COME FORMULARE LE REGOLE e QUANDO USARLE  REGOLE EFFICACI e INEFFICACI Descrizioni mirate piuttosto che descrizioni vaghe di un comportamento: - Se vuoi imparare a fare i triangoli esegui 1 scheda al giorno (descrizione precisa). - Se vuoi migliorare nel fare le cornici ne devi farne molte (descrizione vaga); [da Garry M. Pear J. (2000) (trad. Italiana a cura di Moderato P. e Rovetto F.), Strategie e tecniche per il cambiamento, McGraw- Hill, Milano] COME FORMULARE LE REGOLE e QUANDO USARLE  REGOLE EFFICACI e INEFFICACI Conseguenze certe piuttosto che conseguenze improbabili: - Ogni volta che riordini l’angolo libri alla fine avrai 3 figurine (probabile); - Lavarsi le mani prima di prendere la caramella, ma i bambini sanno che la maestra non verifica questa regola (conseguenza improbabile). [da Garry M. Pear J. (2000) (trad. Italiana a cura di Moderato P. e Rovetto F.), Strategie e tecniche per il cambiamento, McGraw-Hill, Milano] COME FORMULARE LE REGOLE e QUANDO USARLE  REGOLE EFFICACI e INEFFICACI Scadenze definite piuttosto che mancanza di scadenze. - Entro quanto tempo deve essere fatto X? - Quanto tempo per X? - Il premio arriva dopo X… [da Garry M. Pear J. (2000) (trad. Italiana a cura di Moderato P. e Rovetto F.), Strategie e tecniche per il cambiamento, McGraw-Hill, Milano] ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’ L’ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI - La disposizione dei banchi: - può favorire la partecipazione del bambino ADHD e del resto della classe; in relazione alla situazione da gestire si può valutare quale sia l’organizzazione migliore; - Considerare NON solo la dislocazione spaziale dei banchi MA anche quali interazioni con l’ambiente, con i pari e l’insegnante è possibile ne scaturiscano. Allo scopo è utile porsi alcune domande … ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’  Dallacattedra si vede il bambino?  È favorito lo scambio sguardo insegnante- bambino?  È facilmente raggiungibile? ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’ Ha compagni vicino a lui e come sono questi bambini? Tranquilli o vivaci? Circondare il bambino ADHD di MODELLI POSITIVI, spt. se il bambino li considera tali. Se un bambino si alza con quanti compagni entra in contatto? E’ rivolto verso la finestra? Quanti compagni osserva dal suo posto? ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’ POTENZIALI DISTRATTORI ALL’INTERNO DELL’AULA: Cartelloni Cestino Porta Finestre Orologio Compagni vicini Armadi/librerie E’ difficile eliminare tutte le fonti di distrazione MA è importante tenerne conto nella disposizione e nell’organizzazione dell’aula. LE ATTIVITA’ DIDATTICHE ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE ATTIVITA’ «ADHD E COMPITI A CASA» (Daffi e Prandolini, Erickson) Materiali e strumenti ordinati: A che cosa serve una cassetta degli attrezzi: Selezionare i materiali Scegliere solo quelli utili per il compito Come si usa: Verificare giornalmente e prima del compito il contenuto Chiedersi cosa: mi serve per questo compito? Si prende solo quello che serve nell’immediato Mentre si svolge il compito la cassetta rimane chiusa Dopo il compito si ripone tutto nella cassetta La cassetta rimane accessibile al bambino pur con le regole di cui sopra La parete delle informazioni: Menu del giorno A che cosa serve: Ritrovare facilmente tutte le informazioni Ridurre il rischio di distrazione Favorire l’organizzazione. Utile anche per il docente Focalizzare l’attenzione dell’alunno su dati o avvisi che l’adulto ritenga importanti. Come si usa: La parete delle informazioni va sempre mantenuta aggiornata e visibile al bambino, per questo non è consigliabile scegliere un ambiente che preveda di montare e smontare all’occorrenza lo spazio informazioni. Il tempo per rigenerarsi: A che cosa serve: 1: La consegna. Prima dell’avvio delle attività consegneremo al nostro alunno le ricaricard. Atteniamoci alla regola secondo la quale il soggetto ADHD ha un tempo di azione di circa 15/20 minuti (ovviamente molto dipende dall’età e dal tipo di compito, ogni tutor dovrà scoprire la durata “ideale” di una proficua sezione di lavoro procedendo, almeno all’inizio, per prove ed errori). Se ipotizziamo 1 ora di attività effettiva per portare a termine tutti i compiti possiamo consegnare al bambino 1 carta cambio attività, 2 pit stop e una pausa, rimanderemo ovviamente la merenda al termine dei compiti. Se ipotizziamo 2 ore di attività effettiva dovremo invece consegnare tutte le carte presenti nell’allegato (2 cambio attività, 3 pit stop, 3 pause e 1 merenda). Non è consigliabile prevedere più di 2 ore di effettivo lavoro sui compiti per un bambino con disturbo dell’attenzione e/o iperattività, ciò significherebbe chiedere troppo al bambino e rischiare di non ottenere i risultati attesi A che cosa serve: Il tempo del Il righello dà al soggetto la possibilità di riconoscere in compito: ogni momento in quale sottofase del compito si trova e, di conseguenza, cosa viene lui richiesto in quel particolare stadio. A sostegno delle competenze meta cognitive e della gestione del tempo vi è l’aggiunta di una finestrella dove inserire l’ora di inizio della fase corrente. I tempi dei compiti: il puzzle intelligente I tempi dei compiti: il puzzle intelligente I tempi dei compiti: il puzzle intelligente 4. L’approccio metacognitivo Problem-solving Autostima Attribuzioni Gestione delle emozioni IL PROBLEM SOLVING Processo attraverso il quale si cerca di definire e raggiungere il proprio obiettivo attraverso delle fasi. Il bambino con ADHD è deficitario nell’attuare il processo di pianificazione ma tale modo di procedere può essere insegnato agli studenti se l’insegnante si propone come modello attivo nella soluzione dei problemi attingendo a problemi che emergono in classe e che vanno risolti. I passaggi della pianificazione possono essere rappresentati in un cartellone per la classe. I passaggi sono i seguenti: IL LIVELLO DI AUTOSTIMA A causa delle incapacità autoregolative i bambini con ADHD vanno incontro a numerosi insuccessi, percependo un minor senso di competenza e raccogliendo frequenti disapprovazioni dall’adulto. L’insegnante può intervenire promuovendo le competenze di autocontrollo riguardanti l’automonitoraggio, l’autovalutazione e l’autorinforzo LE ATTRIBUZIONI Sono le cause che noi individuiamo per i nostri insuccessi o successi. Possono essere interne (attribuisco la causa degli eventi a me stesso) o esterne (attribuisco la causa degli eventi agli altri o al caso) Per impulsività il bambino con ADHD non valuta tutte le variabili in gioco e può compiere errori di attribuzione L’insegnante dovrebbe riconoscere tali attribuzioni e con esempi concreti correggere le attribuzioni errate LA GESTIONE DELLE EMOZIONI Scarsa modulazione delle emozioni che si traduce nell’evidenziare stati emotivi eccessivi e non congrui con le situazioni che si creano. La scuola può educare all’espressione e all’autoregolazione delle emozioni attraverso esempi di problemi (hai promesso una cosa ad un tuo amico ma poi ti trovi nelle condizioni di non poter mantenere la promessa), modificando il modo con cui viene interpretato un evento. 5. La gestione dello stress degli insegnanti Alcuni suggerimenti per ridurre e controllare lo stress emotivo che può insorgere di fronte alla gestione di comportamenti indesiderabili associati a iperattività, impulsività e oppositività: Accettare il fatto che l’alunno iperattivo ha caratteristiche di natura costituzionale Conoscere le caratteristiche del Disturbo ed i metodi d’intervento rende le cose più facili Rendere chiara la comunicazione con l’alunno Essere consapevoli delle situazioni che scatenano la crisi Essere positivi Utilizzare in modo adeguato e costante le tecniche psicoeducative comportamentali Rimanere calmi in situazioni di crisi attraverso il rilassamento Formare gruppi di supporto Ricordarsi che non si è da soli! Importante è la collaborazione con i servizi del territorio che hanno il Gli interventi rivolti agli insegnanti Interventi rivolti Psicoeducazione agli insegnanti Training per gli insegnanti Obiettivi ❑ Conoscere il disturbo ❑ Comprendere i processi cognitivi che sottendono i comportamenti ❑ Modificare gli atteggiamenti didattici tradizionali ❑ Rispettare le caratteristiche di apprendimeto del bambino ❑ Prestare attenzione alla dimensione psicologica Francesca Offredi , Claudio Vio , Tiziana De Meo , Cesare Cornoldi Iperattività e autoregolazione cognitiva Cosa può fare la scuola per il disturbo da deficit di attenzione/iperattivitàOffredi, Vio, De Meo, Cornoldi, Iperattività e autoregolazione cognit Elena Bassi , Giorgio Filoramo , Mario Di Pietro L’alunno iperattivo in classe Problemi di comportamento e strategie educative, ed Erickson Bisogna prima di tutto ricordare che… …il bambino/adolescente con ADHD… Il ragazzino ADHD spesso… non programma l’attività non è rivolto verso degli obiettivi non è proteso verso un risultato se lo è… non lavora con DETERMINAZIONE non riesce a differenziare ciò che è importante da ciò che non lo è non riconosce il livello di difficoltà del compito è caotico e frettoloso Non tollera…… le frustrazioni gli sbagli lo sforzo mentale costante l’attesa del risultato Le classiche misure disciplinari sono controproducenti minacce di punizione → oppositività-chiusura note e rimproveri punizioni → disistima di sè compiti scolastici → rifiuto-disinvestimento sospensione → utilità secondaria L’intervento a scuola per il bambino con ADHD 1.Predisporre un ambiente facilitante 2.Gestione delle lezioni 3.Gestione del comportamento 4.L’approccio metacognitivo 5.La gestione dello stress dell’insegnante Approccio autoregolativo Tecniche di autoistruzione verbale 5 fasi cosa devo fare considero tutte le possibilità fisso l’attenzione scelgo la risposta controllo la risposta

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