Anatomia Umana Costanza_compressed PDF

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This document provides a comprehensive overview of human anatomy, from macroscopic structures to microscopic components and diagnostic imaging techniques. It details the different types of tissues and their functions, and how they work in coordination.

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LEZIONE 1 L’anatomia è la scienza che studia forma, architettura e struttura degli elementi costitutivi degli organismi viventi e le loro relazioni, fornendo una base morfologica per l’interpretazione funzionale di essi. Studia le strutture interne ed esterne del corpo umano e i rappo...

LEZIONE 1 L’anatomia è la scienza che studia forma, architettura e struttura degli elementi costitutivi degli organismi viventi e le loro relazioni, fornendo una base morfologica per l’interpretazione funzionale di essi. Studia le strutture interne ed esterne del corpo umano e i rapporti tra le varie parti del corpo. La siologia studia il funzionamento delle strutture costitutive di un organismo. Anatomia dal greco anatomè=dissezione (anà=attraverso, tèmno=tagliare) ANATOMIA MACROSCOPICA Studia strutture su cientemente grandi da essere osservabili ad occhio nudo. - Anatomia di super cie, studia la forma generale esterna; - Anatomia regionale, studia parti interne ed esterne di regioni quali testa, tronco, arto; - Anatomia sistematica, studia le strutture dei principali apparati e sistemi. ANATOMIA MICROSCOPICA Studia le strutture che NON sono visibili ad occhio nudo - Microscopio ottico - Microscopio elettronico Tecniche di diagnostica per immagini RX radiogra a TC tomogra a computerizzata MOC densitometria RM risonanza magnetica ECO ecogra a PET tomogra a ad emissione di positroni La radiogra a si basa sull’utilizzo di un fascio di raggi X che attraversa il corpo e riproduce le immagini delle strutture interne. I raggi X attraversano i tessuti molli ma vengono assorbiti da quelli densi, infatti gli organi meno densi appaiono più scuro rispetto a quelli più densi. A volte però gli organi sono sovrapposti e possono confondersi, perché la densità è molto simile. Per visualizzare le strutture cave o contenenti uidi, è necessario utilizzare un mezzo di contrasto che può essere iniettato o assunto per via orale (bario). La densitometria misura la densità dell’osso in base al contenuto mineralometrico. Questa tecnica utilizza un fascio di raggi X che, attraversando il segmento osseo da esaminare, viene ridotto di intensità e permette di avere informazioni sulla sua densità. La tomogra a computerizzata sfrutta i raggi X (ma NON vi è la sovrapposizione) per riprodurre sezioni o strati corporei del paziente ed e ettuare elaborazioni tridimensionali. La risonanza magnetica fornisce informazioni sui tessuti molli del corpo utile per distinguere i tessuti normali dai tessuti anomali (tumori, placche aterosclerotiche, anomalie cerebrali). La tomogra a ad emissione di positroni consente di analizzare lo stato metabolico di un tessuto e quindi fornisce informazioni di carattere siologico più che morfologico degli organi. Le CELLULE formano i TESSUTI -> più tessuto formano gli ORGANI -> che sono associati in SISTEMI o APPARATI. La CELLULA è l’unità strutturale e funzionale fondamentale del corpo. Il corpo umano è composto da circa 100.000 miliardi di cellule diverse fra di loro. Ogni cellula è separata dall’ambiente circostante per mezzo di una membrana plasmatica. Nella cellula si possono individuare due compartimenti principali: il citoplasma e il nucleo. Il primo può a sua volta essere suddiviso in una parte uida (contenente ioni, proteine, zuccheri); in organuli, che possono essere o meno delimitati da membrana; e nel citoscheletro. Parte degli organuli del citoplasma è costituita da membrane come il RER, il REL e l’apparato del Golgi. I TESSUTI sono raggruppamenti di cellule specializzate che cooperano per svolgere una determinata funzione. Vi sono vari tipi di tessuto: 1. Tessuto epiteliale -> formati da cellule organizzate in lamine, tubuli e cordoni (a stretto contatto tra di loro) 2. Tessuto connettivo -> funzione di collegamento tra gli organi 3. Tessuto muscolare -> specializzato nella contrazione 4. Tessuto nervoso fl fi fi fi fi fi fi ffi fi ff fi fi fi fl 1. Presentano una polarità: - apicale - basale possono essere: - monostrati cati (semplici) - pluristrati cati (composti) Questo tipo di tessuto svolge diverse funzioni: funzione protettiva, funge da barriera tra l’ambiente che rivestono e l’ambiente esterno e proteggono da danni sici, chimici e biologici; funzione di assorbimento, lascia passare selettivamente sostanze dall’ambiente esterno all’ambiente interno; funzione secernente, gli epiteli si organizzano in ghiandole che producono materiale utile all’organismo (i secreti) che riversano all’esterno; funzione sensoriale, dipende dalla presenza di terminazioni nervose che conferiscono la loro capacità di percepire stimoli. I tessuti epiteliali vengono distinti in: - epiteli di rivestimento, formati da cellule a stretto contatto tra di loro organizzate in lamine che rivestono la super cie esterna del corpo e le super ci interne degli organi cavi. Questi epiteli poggiano su un tessuto connettivo con l’interposizione di una membrana basale, ed ha il compito di mediare gli scambi metabolici tra il tessuto connettivo e le cellule epiteliali. Vi sono diversi tipi di epiteli di rivestimento: semplici (monostrati cati), pseudostrati cati (le cellule formano diversi strati a contatto con la membrana basale), strati cati (composti). Si distinguono anche in base alla forma: pavimentosi (cellule appiattite), isoprismatici o cubici (cellule dalla forma cubica), batiprismatici o cilindrici (cellule dalla forma di un prisma allungato o di un cilindro). - epiteli ghiandolari, formati da cellule specializzate nella secrezione, ovvero nel rilascio e nella sintesi di sostanza utili all’organismo (secreti). Quando la secrezione avviene attraverso dotti escretori si parla di ghiandole esocrine; quando invece la secrezione avviene direttamente all’interno dei vasi sanguigni si parla di ghiandole endocrine. 2. Intervengono dinamicamente in molte, se non tutte, le funzioni dei tessuti adiacenti. Partecipano ai meccanismi di difesa dell’organismo e assicurano gli scambi nutritizi a favore di tessuti che non sono vascolarizzati. Comprendono: - connettivi propriamente detti - connettivi di sostegno (cartilagineo e osseo) - connettivi uidi (sangue e linfa) I propriamente detti si distinguono in: - adiposo, sintetizza e immagazzina i grassi con funzione di riserva energetica. Le sue cellule hanno un reticolo endoplasmatico liscio molto sviluppato e sono in gran parte riempite di grasso. - compatto, è composto da bre strettamente intrecciate, è di uso nelle zone in cui si necessita maggiore resistenza (es. legamenti e tendini) - lasso, ha bre non strettamente intrecciate, forma la struttura di organi interni in cui è richiesta una resistenza minore. I tessuti cartilaginei presentano abbondante matrice extracellulare al cui interno sono sparse le cellule (controllasti e condrociti). Non contengono vasi sanguigni o linfatici né bre nervose. Non hanno capacità rigenerativa. Ve ne sono di tre tipi: ialino, elastico, broso. Il sangue è un tessuto connettivo a matrice extracellulare uida. Rifornisce le cellule del corpo di O2 e nutrimento, ed allontana la CO2 e altri ri uti. Alcune su cellule intervengono nella coagulazione, altre difendono l’organismo da patogeni e sostanze tossiche. Nel sangue sono presenti diverse cellule tra cui i globuli rossi (eritrociti), i globuli bianchi (leucociti) e le piastrine. 3. Caratteristica peculiare di questo tessuto è la capacità di contrarsi. Le cellule muscolari sono in grado di allungarsi e ritornare alla posizione di riposo (elasticità), di aumentare massa (ipertro a) e di numero (iperplasia). - STRIATO, fcostituisce i muscoli del sistema locomotore, si occupa sia di produrre movimenti del corpo che di sostenere il peso dei visceri e di proteggerli da traumi esterni. Gli elementi principali sono le bre muscolari striate scheletriche. Ogni bra presenta anche più nuclei localizzati al di sotto della membrana plasmatica (sarcolemma). Nel citoplasma (sarcoplasma) delle bre muscolari sono presenti molecole di proteine contrattili organizzate in mio lamenti che costituiscono fasci detti mio brille. Il sarcoplasma delle bre muscolari mostra un’alternanza di bande chiare e bande scure. fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi ff fi fi fi fi M - CARDIACO (o miocardio), forma la parete del cuore ed è costituito da singole cellule, cardiomiociti (o cardiociti), collegate tra di loro attraverso particolari giunzioni dette dischi intercalari. Nonostante sia striato, non è controllato dalla volontà. - LISCIO, forma i muscoli involontari che muovono gli organi interni. È costituito fa cellule allungate e a usolate provviste di mio lamenti nel sarcoplasma che però non mostra striature trasversali e quindi neppure l’organizzazione in sarcomeri. Questo tessuto presenta una contrazione lenta. È formato da cellule che possono aumentare di dimensione e di numero (es. muscolatura liscia dell’utero durante la gravidanza). 4. È il tessuto che caratterizza il SNC e il SNP. E composto da due tipi di cellule: i neuroni (cellule nervose propriamente dette) e da neuroglia (cellule di sostegno); entrambi hanno origine nel foglietto esterno (ectoderma). I neuroni sono cellule eccitabili capaci di rispondere a stimoli sici e chimici; possono produrre segnali che vengono propagati attraverso dispositivi giunzioni (sinapsi); sono dotate della proprietà della memoria. I tessuti si associano tra di loro a formare gli organi. L’ORGANO è una struttura morfologicamente identi cabile costituita da diversi tipi di tessuto. I singoli organi non funzionano in maniera indipendente. Tutti cooperano tra di loro per garantire le funzioni vitali. Gruppi di organi diversi per struttura e funzione che collaborano si associano in: - SISTEMA: insieme di organi morfologicamente e funzionalmente omogenei e con la stessa derivazione embriologica - APPARATO: insieme di organi morfologicamente e funzionalmente diversi e con diversa derivazione embriologica. Il corpo umano è costituito da 11 sistemi o apparati - Apparato CARDIOVASCOLARE - Apparato RESPIRATORIO - Apparato LINFATICO - Apparato DIGERENTE - Apparato URINARIO - Apparato RIPRODUTTIVO (maschi e femm) L’associazione di tutti i sistemi o apparati crea un organismo vivente. I processi che si svolgono devono avvenire in un ambiente costante. Omeostasi: capacità di un organismo di mantenere un equilibrio interno costante. Se qualcosa disturba l’omeostasi si va verso lo sviluppo di una PATOLOGIA (a meno che non si riesce a riequilibrare l’omeostasi). LEZIONE 2 Termini di posizione: caratterizzano la situazione statica del corpo o di una qualsiasi parte del corpo. Termini di movimento: indicano il tipo di spostamento e la direzione nella quale esso si è svolto. Entrambi si riferiscono al soggetto in POSIZIONE ANATOMICA: il corpo si trova in piedi, viso in avanti, arti ai lati del tronco paralleli all’asse del corpo e i palmo delle mani rivolti verso l’osservatore. PIANO SAGITTALE MEDIANO (o piano di simmetria) Rappresenta il piano di simmetria bilaterale. Gli organi o parti del corpo presenti in ambedue gli antimeri sono organi pari; quelli presenti in un solo antimero, o sul piano, sono organi impari. Piano paramediano: parallelo al piano sagittale mediano Faccia mediale: prospetta verso il piano sagittale mediano Faccia laterale: prospetta verso la parte opposta. ff fi fi fi PIANO FRONTALE o CORONALE: verticale, perpendicolare al piano sagittale mediano e parallelo alla fronte. Faccia anteriore o ventrale: volge anteriormente Faccia posteriore o dorsale: volge posteriormente PIANO ORIZZONTALE o TRASVERSALE: parallelo alla super cie di appoggio del corpo Piano cefalico o craniale: è il piano superiore Piano caudale o inferiore: è il piano di appoggio Termini di posizione riferiti agli arti - PROSSIMALE: parte più vicina (prossima) alla sua origine (nel caso di un arto rispetto al punto di attacco al tronco) - DISTALE: parte più lontana (distante) dalla sua origine (nel caso di un arto rispetto al punto di attacco al tronco) - PALMARE o VOLARE: super cie anteriore della mano - DORSALE: super cie posteriore - PLANTARE: super cie ventrale (riferita al piede) In riferimento alla maggiore o minore distanza rispetto alla super cie corporea: nell’arto superiore il gomito è prossimale rispetto al polso (facendo riferimento alla spalla); nell’arto inferiore il ginocchio è prossimale rispetto alla caviglia (facendo riferimento alla pelvi) - SUPERFICIALE: verso la super cie - PROFONDO: verso il tronco ASSI ANATOMICI Asse longitudinale o verticale: sul piano frontale alla intersezione con il piano sagittale Asse trasversale: sul piano trasversale alla intersezione con il piano frontale Asse sagittale o anteroposteriore: sul piano sagittale alla intersezione con il piano trasversale I termini di movimento caratterizzano un tipo di movimento e la direzione secondo cui esso si svolge. La direzione dei movimenti è indicata dall’asse intorno al quale essi hanno luogo. MOVIMENTI NEL PIANO SAGITTALE, asse trasversale Flessione: permette l’avvicinamento di due segmenti ossei o corporei, con diminuzione dell’angolo tra di essi Estensione: (movimento opposto al precedente) permette l’allontanamento di due segmenti ossei o corporei, con aumento dell’angolo tra di essi Quando l’angolo supera i 180°, si parla di Iperestensione. MOVIMENTI NEL PIANO FRONTALE, asse sagittale Inclinazione: il tronco si allontana dal piano sagittale mediano Abduzione: il movimento che allontana un arto dal piano sagittale mediano (comporta un allontanamento di due parti corporee) Adduzione: movimento opposto all’abduzione (comporta un avvicinamento di due parti corporee) MOVIMENTI SULL’ASSE VERTICALE Torsione: si svolge sull’asse verticale. Riferito al rachide. Rotazione: movimento che si svolge lungo l’asse dell’arto. Quando il movimento è diretto verso il piano sagittale si parla di rotazione INTERNA o INTRAROTAZIONE. Quando il movimento rotatorio è diretti verso il piano frontale di parla di rotazione ESTERNA o EXTRAROTAZIONE. Pronazione: movimento che compiono l’avambraccio o la mano quando la palma ruota da un piano anteriore a quello posteriore, oppure dal superiore all’inferiore fi fi fi fi fi fi Supinazione: movimento opposto alla pronazione si ottiene quando quando la palma della mano ruota da un piano posteriore a quello anteriore, oppure dall’inferiore al posteriore Circumduzione: si svolge lungo assi e piani in successione. Movimento tipico della spalla e dell’anca, circoscrive uno spazio conico. Si ottiene sommando in sequenza essione, estensione, abduzione e adduzione Flessione dorsale: movimento di essione nel piano sagittale riferito al piede, il cui dorso (collo) si avvicina alla parte anteriore della gamba (permette di stare sui talloni) Flessione plantare: movimento opposto al precedente riferito al piede, la cui pianta viene portata all’indietro e le dita verso il basso (permette di stare in punta di piedi) Inversione: (movimento riferito soltanto ai piedi) somma di adduzione, essione plantare e supinazione del piede che porta all’esposizione della pianta del piede verso l'interno Eversione: (movimento riferito soltanto ai piedi opposto al precedente) somma di abduzione, essione dorsale e pronazione del piede che porta all’esposizione della pianta del piede verso l'esterno Suddivisione topogra ca della Neurocranio: contiene buona parte del super cie anteriore e posteriore sistema nervoso del corpo Splancnocranio: comprende il sistema respiratorio (naso) e il sistema digerente (bocca) Punti schelometrici: punti Bacino: pelvi e perineo e linee individuabili anche nel vivente in rapporto allo scheletro o a parti dello scheletro apprezzabili durante l’esplorazione super ciale del corpo CAVITÀ CORPOREE Le cavità del corpo umano sono: - cavità dorsale o neurale, comprende la cavità cranica e la cavità vertebrale o spinale - cavità ventrale o splanonica, comprende la cavità toracica (superiore) e la cavità addominopelvica (inferiore). Le cavità del corpo sono rivestite, in tutto o in parte, da membrana sierale: - Pleura (ricopre i polmoni) - Pericardio (ricopre il cuore) - Peritoneo (ricopre le pareti della cavità addominale avvolgendo, senza interruzione, la super cie degli organi contenuti in tali cavità) CAVITÀ TORACICA Suddivisa in: - Cavità pleurica sx - Cavità pleurica dx - Spazio medistinico (delimitato dalle pleure) - Cavità pericardica (delimitata dal pericardio) CAVITÀ ADDOMINOPELVICA - Cavità addominale - Cavità pelvica Perineo: insieme di parti molli, coperte dalla cute, che si dispongono a chiudere inferiormente il piccolo bacino In base alla disposizione del peritoneo nella cavità addominopelvica: fi fi fi fl fl fl fi fl - Cavità peritoneale, compresa entro il rivestimento dato dal foglietto parietale - Spazio retroperitoneale, posto tra il foglietto parietale posteriore e la parete della cavità addominopelvica - Spazio sottoperitoneale, individuabile al di sotto del foglietto inferiore, tra questo e il pavimento pelvico MEMBRANE DEL CORPO Lamine di tessuto molto essibili. Tappezzano sia la super cie esterna e le cavità interne del corpo comunicanti e non con l’esterno. Formano guaina protettive intorno agli organi. Si classi cano in: - Membrane epiteliali (cute, mucose, sierose) - Membrane connettivali (membrane sinoviali) CUTE È asciutta. Comprende: - super cie epiteliale di rivestimento (epidermide) - strato profondo di tessuto connettivo broso (derma) MUCOSA Epitelio che poggia su una lamina propria di connettivo. Spesso nella lamina propria si possono trovare fascetti di muscolatura liscia (muscularis mucosae) che conferisce mobilità alla stessa mucosa. Rivestono tutte le cavità del corpo che comunicano con l'esterno (apparato respiratorio, digerente, urinario, genitale). Sono tutte bagnate da secrezioni. L'epitelio è specializzato per la funzione che svolge (assorbimento, secrezione ecc.). SIEROSE Rivestono le cavità interne non comunicanti con l’esterno. Mesotelio: epitelio pavimentoso semplice + tessuto sottomessoteliale (connettivo) Es. peritoneo, pericardio, pleura Sono costituite da due foglietti: - foglietto parietale, riveste la parete della cavità - foglietto viscerale, ricopre la super cie dell’organo Tra i due foglietti è presente una cavità virtuale che contiene un liquido sieroso a funzione lubri cante. LEZIONE 3 INTRODUZIONE AGLI ORGANI Il sistema o apparato è un insieme di organi che collaborano per una funzione speci ca. - della vita di relazione, scheletrico - muscolare - nervoso - tegumentario svolgono attività (volontarie e involontarie) in relazione all'ambiente - della vita vegetativa, cardiocircolatorio - respiratorio - uropoietico - genitale - digerente - endocrino svolgono tutte quelle attività viscerali che assicurano l'omeostasi generale dell'organismo (attività involontarie o vegetativa) Gli organi sono strutture anatomiche costituite da associazioni di tessuti diversi. Sono unità di lavoro a funzione specializzata. I singoli organi collaborano tra loro nel realizzare le funzioni fondamentali della vita vegetativa e della vita di relazione. ORGANI CAVI Hanno una forma a sacco o tubulare e possono comunicare direttamente o indirettamente con l’esterno. Sono costituiti da una parete che circonda una cavità interna chiamata lume. La parete è formata da una serie di strati (tonache) sovrapposti di di erenti tessuti. Es. stomaco, trachea, vasi sanguigni. I vari strati sono: 1. TONACA MUCOSA (tonaca più interna) È costituita da un rivestimento epiteliale che poggia su una lamina propria (formata da tess. connettivo lasso) Presenza di una muscularis mucosae: struttura costituita da fasci di bre muscolari lisce che servono per garantire movimento alla tonaca mucosa. Funzione di protezione meccanica e immunitaria, di assorbimento, di secrezione. fi fi fl fi ff fi fi fi fi fi 2. TONACA SOTTOMUCOSA Costituita da tessuto connettivo lasso (piano di clivaggio: punto in cui le lamine si scollano portando ad una divisione delle tonache) vasi sanguigni + ghiandole intraparietali 3. TONACA MUSCOLARE 2 strati di muscolatura liscia, uno più interno circolare e uno più esterno longitudinale. In alcuni casi vi è lo strato obliquo. Le brocellule muscolari lisce sono disposte a strati e sono responsabili dei movimenti: - peristolici (strato circolare) - peristaltici (strato longitudinale) Nello strato obliquo i movimenti avvengono su tutti i piani. 4. TONACA ESTERNA tonaca avventizia: di natura connettivale, avvolge esternamente l’organo cavo tonaca sierosa: costituito da un sottile epitelio (mesotelio) e da uno strato di tessuto connettivo anch’esso molto sottile. L’organizzazione di 4 tonache non è presente in tutti gli organi cavi. STRUTTURA VASI I vasi sanguigni vengono distinti in arterie, vene e capillari. La parete delle vene e delle arterie è formata da 3 strati concentrici: 1. Tonaca intima: endotelio + strato sottoendoteliale 2. Tonaca media: - elastica (arterie di grosso calibro >7mm) - muscolare (arterie di medio calibro 0,5-7mm) - brosa (vasi venosi) 3. Tonaca esterna (avventizia): tessuto connettivo broso Anche il cuore è un organo cavo. Internamente è formato da uno strato endoteliale che corrisponde alla tonaca intima (endocardio); all’esterno è presente uno strato muscolare striato (miocardio) e in super cie un rivestimento sieroso (pericardio). ORGANI PIENI Sono costituiti da un tessuto predominante di natura epiteliale che ne costituisce il parenchima. Sono delimitati da una capsula esterna costituita da un tessuto connettivo denso da cui originano setti che si portano in profondità e vanno a costituire lo stroma: reticolo con funzione di supporto meccanico e che comprende vasi sanguigni, nervi ed eventuali dotti escretori dell’organo. A livello della capsula è possibile identi care una regione detta ILO (o PORTA): punto attraverso il quale l’rogano può essere vascolarizzato o innervato. Nel decorrere all'interno questi setti suddividono il parenchima in lobi (che vengono suddivisi in unità più piccole dette lobuli) con delle loro speci che funzioni. APPARATO TEGUMENTARIO Il sistema tegumentario, o tegumento è costituito dalla cute, dagli anelli cutanei e dal tessuto sottocutaneo. Svolge diverse funzioni tra cui: proteggere dalle radiazioni ultraviolette e dall’ingresso di microrganismi; è attivo nei processi di termoregolazione; produce secreti mediante le sue ghiandole; partecipa all’eliminazione di cataboliti; sintetizza ormoni. La struttura principale è la cute formata dall'epidermide (super cie epiteliale di rivestimento) e dal derma (strato profondo di tess. connettivo broso). Oltre alla membrana cutanea vi sono i cosiddetti annessi cutanei di cui fanno parte: follicoli piliferi, unghie e ghiandole esocrine. La CUTE è una spessa membrana che riveste l'intera super cie corporea che, in corrispondenza degli ori zi naturali del corpo, si continua con le membrane sierose. Lo spessore della cute cambia a seconda della regione del corpo. - cute spessa: spessore max 4-5mm (zone più sottoposte a stress come la pianta del piede) - cute sottile: 0,5mm (palpebre, meato acustico esterno, avambraccio) Ha una super cie di 1,5-2 m^2 e un complessivo di circa il 16% del peso corporeo. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi La cute può mostrare anche colore variabile che dipende dall'esposizione ai raggi luminosi (anche questione di genetica). È caratterizzata da: - super cie irregolare (solchi, depressioni, pori, pieghe, creste) - Impronte digitali (compaio al 3° mese di vita fetale) determinate, geneticamente, sulle dita da solchi, depressioni e creste (non è possibile modi carle). Il derma poggia su uno strato più profondo: ipoderma o strato sottocutaneo. Giunzione dermi-epidermica: si forma tra lo strato epidermico e il derma sottostante perché qui sono presenti creste epidermiche. Il derma presenta anche delle papille dermiche. La funzione delle papille e creste è quello di aumentare (incastrandosi formando le giunzioni) l'area di contatto -> ottimizzare la tensione e gli scambi. L’epidermide è una lamina costituita da epitelio pavimento strati cato cheratinizzato che presenta numerose cellule epiteliali, i cheratinociti. Nell’epidermide si distinguono 5 strati: 1. Strato basale o germinativo (più profondo) 2. Strato spinoso 3. Strato granuloso 4. Strato lucido 5. Strato corneo 1. Costituito da cellule staminali che possono di erenziarsi in cheratinociti. Vi è continua rigenerazione del tessuto: i cheratinociti hanno un tempo di permanenza nell'epidermide di 4 settimane. 2. Le cellule sono caratterizzate da estro essioni dette spine che gli conferiscono la forma di un puntaspilli. I cheratinociti sono disposti su 5-10 le. Vi è la presenza di tono brille. 3. 2-5 le di cellule appiattite (continua l’accumulo di cheratina). La cellula presentano dei granuli di cheratoialina. Contengono laggrina, una proteina ricca di istidina, e ioricrina (ricca di glicina), in grado di aggregare in micro brille la cheratina. Lisi degli organuli cellulari presenti all’interno del citoplasma. 4. 3-5 strati di cellule che appaiono translucide (ri ettenti la luce). Le cellule contengono eleidina, un composto ricco di zolfo e lipidi. eleidina + sebo e sudore = lm idroipidico (comporta il fatto che la nostra pelle sia impermeabile) 5. Strato desquamante: presenza di sottili scaglie. Cellule morte che iniziano a scaldarsi. Presenti da pochi no a centinaia di strati. Le cellule, nel percorrere i vari strati, subiscono un processo chiamato CHERATOGENESI o CITOMORFOSI CORNEA (processo di involuzione cellulare): perdita della caratteristica vitale della cellula per il fatto che questa viene a trovarsi ricolma all'interno di cheratina. La presenza di questa cheratinizzazione conferisce resistenza dall'attacco di patogeni e impermeabilità alla cute. Questo processo avviene perché gli elementi citologici degli strati dell'epidermide degenerano per apoptosi andando a formare una barriera. Altri componenti dell’epidermide sono: 1. Cellule di Merkel (o cellule epiteliali tattili) 2. Cellule di Langerhans (o cellule dendritiche) 3. Melanociti 1. Si trovano nello strato germinativo (basale). Possono essere presenti sia isolate che raggruppate in formazioni dette dischi tattili di Merkel. qFunzionano come recettori tattili prendendo contatto con terminazioni nervose. Quando si applica una certa pressione su questa cellula, queste rilasciano una serie di sostanze che si legano su recettori a livello della terminazione nervosa e viene veicolato all’informazione. 2. Si trovano nello strato spinoso. Hanno funzione di difesa: muovendosi inglobano le sostanze estranee e le mandano ai linfociti T presenti nei linfonodi. Sono cellule (quindi) presentanti l’antigene. 3. Si trovano nello strato basale. Producono pigmento giallo-bruno: melanina (sostanza responsabile del cambio di colore della nostra pelle). La melanina è un polimero della tirosina ed evidenzia la presenza di una tirosinasi (enzima) che interviene nella reazione con la dopa. Sintesi della melanina: la tirosina viene idrosilata a 3,4-idrossifenilanina (L-DOPA) per azione della tirosinasi. I principali gruppi in cui le membrane vengono classi cate sono: Eumelanina: un pigmento scuro Feomelanina: dai colori meno forti (rosso-giallastro) Il colore della pelle è dato dal mix di queste due. fi fi fi fi fi fi fl fi ff fl fi fi fi fi La melanina viene immagazzinata in vescicole, i melanosomi. Questi vengono trasferiti ai cheratinociti che si colorano in modo transitorio.i melanosomi vengono distrutti durante la citomorfosi cornea. La melanina ostacola il passaggio dei raggi UV scorrendo il colore della pelle. Efelidi o lentiggini: raggruppamento di melanociti in speci che zone dell’epidermide. Il colore della cute è di erente anche in base alla zona in cui si vive (oltre che genetica). Albinismo: incapacità ereditaria di sintetizzare melanina per assenza della tirosinasi. Presenza di melanociti ma assenza di pigmento. Assenza di melanina in capelli, occhi e cute Le radiazioni UV sono utili per la produzione della vitamina D a livello della cute. La vitamina D comprende un gruppo di molecole liposolubili: - D3 o colecalciferolo: prodotta nella cute per azione dei raggi (UVB) per irradiazione del colesterolo - D2 o ergocalciferolo: di origine vegetale, introdotta con la dieta. Entrambe le forme non sono attive ed entrano nel circolo: nel fegato sono trasformate in 25- idrossivitamina D (25D) ancora inattiva. La vitamina 25D viene messa in circolazione e nel rene viene modi cata da un enzima (idrossilasi) determinando il calcitriolo (forma attiva). La vitamina D favoriesce: - il riassorbimento di calcio a livello renale - l'assorbimento intestinale di fosforo e calcio - i processi di mineralizzazione dell’osso La mancanza di vitamina D provoca una patologia detta rachitismo. Il derma è costituito da uno strato papillare (a contatto con l’epidermide) e da uno strato reticolare (più profondo, a contatto con l’ipoderma) più denso del precedente. A livello della cute l'orientamento delle bre collagene forma delle linee (dette linee di Langer di clivaggio) chiamate linee di tensione della cute. Queste sono importanti per gli esiti cicatriziali: se il taglio è prodotto lungo le linee di clivaggio si potrà cicatrizzare meglio rispetto ad un taglio angolato rispetto ad esse. Al di sotto del derma vi è l’ipoderma o tessuto sottocutaneo che presenta al suo interno adipociti (che contengono lipidi) - funge da isolante - Riserva di lipidi - Ammortizzatore - Favorisce la mobilità della pelle (clivaggio) Si trova dove la cute poggia su super ci ossee protuberanti. Nell’ipoderma troviamo borse sinoviali contenenti liquido sinoviale (ammortizzatori meccanici). FUNZIONI DELLA CUTE Termoregolazione 1. Produzione di sudore 2. Flusso ematico (vasodilatazione) Protezione 1. Strato corneo 2. Cellule di Langerhans LEZIONE 4 ANNESSI CUTANEI: partecipano alla regolazione degli scambi di calore tra il corpo e l’ambiente esterno; alla prevenzione della disidratazione e della perdita di sali minerali; costituiscono una barriera all’ingresso di microorganismi. Di questi fanno parte: Unghie: lamine cornee presenti sulla super cie dorsale delle falangi distali delle dita. Svolgono una funzione di supporto rigido per il polpastrello. La lamina che costituisce l’unghia (lamina ungueale) corrisponde allo strato dorsale della falange. La parte prossimale (radice) e i due margini laterali si insinuano in un solco cutaneo dove la pelle forma il vallo ungueale (LUNULA). La matrice è la porzione che quindi conferisce una capacità rigenerativa ed è responsabile dell’accrescimento che è continuo ed è circa 1mm al giorno (più rapido nelle mani che nei piedi). L'asportazione della matrice comporta la perdita di capacità rigenerativa dell’unghia (in caso di perdita fi fi ff fi fi fi dell'unghia risulta ridotta la sensibilità tattile). Sono presenti nella matrice: cheratinociti, cellule di Langherans, melanociti (che però producono scarse quantità di melanina). Peli: sono lamenti cornei presenti su quasi tutta la super cie del corpo tranne le regioni di cute glabra. Originano dal follicolo pilifero (il cui numero si de nisce alla nascita) e hanno una funzione protettiva. Sono anche capaci (a volte) di intervenire nella dispersione del calore (termoregolatori). La lunghezza, la forma e la distribuzione variano in base alla zona del corpo e all’individuo. Durante la vita fetale il corpo è ricoperto da una lanugine che viene sostituita nei primi mesi di vita dal vello, formato da peli sottili (peli folletto) che persistono in alcune regioni mentre in altre vengono sostituiti dai peli terminali. - TRAGI (peli del meato acustico esterno) - VILLI (peli del neonato, sottili, chiari) - VIBRISSE (naso) - CIGLIA e SOPRACCIGLIA (palpebra e arcata sopraccigliare) - CAPELLI: lissotrichi (se lisci), chimotrichi (se mossi), ulotrichi (se ricci) I peli sono costituiti da una parte visibile, fusto o scapo, e da una parte inserita nel derma, radice. Questa termina sul fondo del follicolo pilifero con un ingrossamento, bulbo pilifero, che avvolge la papilla dermica del pelo. Il FOLLICOLO PILIFERO si suddivide in tre porzioni: infundibolo, istmo, porzione inferiore. Nel bulbo si possono individuare due porzioni mediante un piano orizzontale passante per il punto di massimo spessore della papilla. La parte inferiore corrisponde alla matrice. La parte superiore è la zona di di erenziazione che contiene anche i melanociti. Il pelo è costituito da una serie di strutture: - midollo, contiene cheratina so ce - corteccia, contiene cheratina più dura - cuticola, contiene cheratina molto resistente, è sottile ed è la più esterna. La struttura del pelo è costituita da una serie di guaina: interna, esterna, connettivale. Il pelo presenta un ciclo di crescita che prevede fasi di arresto e di attività. 1. fase di attività, dura 5 anni e il pelo cresce in interrottamente 2. fase di regressione, il follicolo pilifero diventa inattivo 3. fase di arresto, il pelo perde la sua connessione con il follicolo e si chiama clava del pelo 4. la clava del pelo viene espulsa Fase di crescita (ANAGEN): divisione Fase di regressione (CATAGEN): arresto delle divisioni Fase di riposo (TELOGEN): il pelo cade Il muscolo piloerettore è un muscolo liscio che, partendo dal derma papillare (striato super ciale), si inserisce sul follicolo pilifero al di sotto della ghiandola sebacea. Nel follicolo pilifero vi è lo sbocco di uno o più ghiandole sebacee che mantengono elastico il fusto. L'erezione del pelo contribuisce alla fuoriuscita del sebo. Il pelo ha funzioni di protezione dalle radiazioni UV (testa), da microrganismi patogeni (meato acustico, narici) e protezione del bulbo oculare (attraverso le ciglia). Ghiandole cutanee: 1) SEBACEE: il secreto è costituito dalle cellule che si riempiono di gocce lipidiche e degenerano. Secreto ricco di trigliceridi e steroidi (pH=3-4). Il sebo ha funzione lubri cante per i peli e per l’epidermide. Contribuisce alla formazione del lm idrolipidico: sottile pellicola protettiva che impermeabilizza la cute e la mantiene elastica, e per il suo pH lievemente acido ha azione antibatterica. Assenti: palmo della mano, pianta del piede Presenti: cuoio capelluto, volto, regione ano-genitale Le ghiandole sebacee possono essere anche indipendenti dal follicolo pilifero. Sono quelle ghiandole che si aprono direttamente sulla super cie cutanea anziché nel follicolo pilifero: - bordo delle labbra - bordo palpebrale - meato acustico esterno - areola mammaria 2) SUDORIPARE: questo tipo di ghiandole è presente in tutta la super cie corporea, producono un secreto, il sudore, ricco d’acqua e sali minerali. Vi sono due tipologie di ghiandole sudorpiare: apocrine (secreazione continua), merocrine (secrezione discontinua: regolata da stimoli sici, metabolici e psichici. Funzione di termoregolazione e escrezione. ff fi ffi fi fi fi fi fi fi fi fi Meccanismo di secrezione: - (apocrine) i prodotti di secrezione sono accumulati nella cellula vicino al lume del dotto. Una porzione della cellula in prossimità del dotto si stacca dalla cellula e forma la secrezione stessa. - (merocrine) le cellule della ghiandola producono vescicole che contengono prodotti di secrezione e che vengono liberate nel dotto tramite esocitosi. Innervazione cutanea -> recettori cutanei - sensazione termica e dolori ca e tattile (sensibilità esterocettiva) Merocrine (eccrine) Apocrine Il secreto è limpido e incolore e costituito da acqua e Il secreto è opaco e leggermente alcalino. Contiene sali inorganici. Il pH è debolmente acido o neutro sostanze organiche (proteine, glucidi, acidi grassi esteri cati) Ubiquitarie e molto numerose Numero ridotto, presenti nelle regioni ascellare, perinatale, nelle palpebre e a livello dell’areola mammaria Piccole dimensioni Dimensioni maggiori rispetto alle merocrine. Si aprono in corrispondenza dei follicoli piliferi. Fanno parte le ghiandole mammarie e le ghiandole ceruminose del condotto uditivo esterno Alcune bre terminano sotto forma di terminazioni libere, altre vengono in rapporto con strutture connettivali (corpuscoli di senso). Corpuscoli di Pacini: recettori di pressione e vibrazione Corpuscoli di Meissner: recettori tattili APPARATO LOCOMOTORE Il sistema locomotore comprende l’insieme di ossa e articolazioni (sistema osteoarticolare) e do muscoli scheletrici (sistema muscolare), guidati e controllati dalle formazioni nervose centrali e periferiche (sistema nervoso), irrorati da vene e drenati da vasi linfatici (sistema cardiovascolare). 1) elementi passivi, ossa e articolazioni 2) elementi attivi, muscoli Ossa Nell’uomo sono 206 (escludendo gli ossicini dell’udito e le ossa sesamoidi). Formano lo scheletro di sostegno e sono unite attraverso le articolazioni. Contengono il midollo osseo responsabile della produzione delle cellule del sangue (emopoiesi). Sulle ossa sono presenti i muscoli che consentono la locomozione e proteggono gli organi e i sistemi. Articolazioni Riuniscono le ossa dello scheletro. Permettono il movimento vincolandone il tipo e l'ampiezza. Sono responsabili della trasmissione delle forze. Si distinguono per forza e grado di mobilità. —> dispositivi anatomici in grado di mettere in reciproco contatto due o più capi ossei Possono essere di tipo: mobile, semimobile, sso. Si dividono in SINARTROSI (per continuità, non mobili) e DIARTROSI (per contiguità, mobili, articolazioni sinoviali) SINARTROSI (articolazioni per continuità) Sono caratterizzate dalla presenza di un tessuto interposto tra i due capi articolari. Non permettono movimenti (o solo movimenti limitati). Si classi cano in base al tipo di tessuto interposto fra i due capi articolari: 1. suture e sindesmosi 2. sincondrosi 3. sin si 4. sinostosi Le suture sono tipiche delle ossa del cranio. Sono caratterizzate dalla presenza di tessuto connettivo broso denso fra i due capi articolari. Le sindesmosi sono strutture che presentano maggiore quantità di connettivo denso. La gonfosi è un'articolazione che consente di articolare la radice del dente a livello degli alveoli dentali. fi fi fi fi fi fi fi La sincondrosi è caratterizzata dalla presenza di cartilagine ialina tra i due capi articolari. Articolazione sacro-iliaca. Con il tempo lo strato cartilagineo può subire un processo di ossi cazione trasformando la sincondrosi in sinostosi. La sin si presenta tessuto cartilagineo broso (ossa pubiche - colonna vertebrale). DIARTROSI Dette anche articolazioni sinoviali. Presenza di spazio interposto tra i capi articolari (spazio sinoviale) assenza di saldatura tra i capi articolari. Presenza di capsula articolare. Movimenti più o meno ampi. - membrana connettivale - membrana sinoviale - liquido sinoviale - cartilagine articolare - assenza di periostio Capsula articolare: capsula brosa + membrana sinoviale La capsula articolare è un manicotto di tessuto connettivo rivestito internamente di membrana sinoviale che produce liquido sinoviale per dialisi. Le capsule presentano bre nervose a funzione sensitiva (propriocettori). Cavità articolare: contenente liquido sinoviale Cartilagine ialina o articolare Legamenti articolari Dispositivi diartrodiali La membrana sinoviale riveste internamente la capsula articolare, quando arriva il rivestimento cartilagineo si ripiega. Il liquido sinoviale (denso, giallastro, pH=7-8) viene prodotto a partire dal plasma. Funzione di lubri cazione, nutrimento, ammortizzamento. La cartilagine articolare viene nutrita in prevalenza dal liquido sinoviale piuttosto che dalla rete vascolare disposta nell'osso subcondrale. Le diartrosi possono presentare anche incongruenze. In base alla presenza o assenza di queste si distinguono: - diartrosi semplici, sono costituite da due super ci articolari (una convessa e una concava) le super ci articolari si adattano reciprocamente. ARTICOLAZIONI CONGRUENTI - diartrosi complesse, le super ci articolari sono molto dissimili. ARTICOLAZIONI INCONGRUENTI Opportuni dispositivi migliorano la distribuzione delle forze meccaniche sulle super ci. I dispositivi diartroriali sono brocartilagini la cui forma varia in funzione delle disarmonie di ordine meccanico fra le super ci articolari. A seconda delle necessità colmano incongruenze di forma e/o incomplementarietà del raggio di curvatura. Ottimizzano la concordanza fra due super cie articolari. - Dischi - Menischi - Labbri glenoidei I LEGAMENTI ARTICOLARI hanno la funzione di assicurare il contatto fra le super ci articolari. Evitano le deviazioni e arrestano l’ampiezza di certi movimenti. Possono essere intra-articolari o situati ad una certa distanza dalla capsula articolare. Nelle diartrosi si distinguono 5 gruppi di articolazioni in base alla diversa forma dei capi articolari che permettono diversi tipi di movimenti nei tre piani dello spazio: ARTRODIE, super cie articolari pianeggianti; permettono leggeri movimenti di scivolamento; movimenti biassali (su due assi) - SFERARTROSI o ENARTROSI, i capi articolari contrapposti hanno la forma di una semisfera cava e di una semisfera piena e permettono movimenti angolari su tutti i piani (3 assi di movimento) - ELLISSARTROSI o CONDILARTROSI, le super ci articolari contrapposte hanno la forma di un ellissoide cavo e di uno pieno (2 assi di movimento) - SELLARTROSI (articolazioni a sella), le super ci articolari sono biassali; permettono movimenti angolari in un solo piano (2 assi di movimento) - CILINDRARTROSI o GINGLIMI,i capi articolari hanno la forma di cilindri (uno cavo e uno pieno) angolare o trocleare, gli assi della super cie articolare e dell’osso sono perpendicolari tra loro assiale o trocoide, movimento rotatorio; gli assi della super cie articolare e dell’osso sono paralleli tra loro fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi Spesso i tendini scorrono su parti ossee o su articolazioni e sono quindi sottoposti a sollecitazioni pressare o di sollevamento. Possono anche decorrere molto vicini alla super cie, fra pelle ed osso o fra muscolo ed osso. Borse e guaine sinoviali (o tendinee): tasche riveriste da membrana sinoviale e ripiene di liquido sinoviale. Favoriscono lo scorrimento del tendine e lo proteggono da sollecitazioni pressare dannose. Spesso presenti nel sottocutaneo fra pelle, muscolo e osso. Borse: sacche Guaine: manicotti LEZIONE 5 SISTEMA SCHELETRICO Il sistema scheletrico è un sistema costituito da organi e strutture (ossa) che ha il compito di sostenere il corpo e consente il movimento (è in attiva collaborazione con i muscoli). Ha anche il compito di proteggere i nostri organi interni, infatti consente di creare delle strutture con cavità all’interno che hanno il compito di cautelare gli organi. Lo scheletro è formato da circa 206 ossa, il numero può variare da individuo a individuo (anche a causa dell’età). A queste ossa sono associate delle cartilagini che consentono di mettere in movimento le ossa tra di loro. Lo scheletro può essere suddiviso in due porzioni: - Assile, costituisce una sorta di asse all’interno del nostro scheletro. È composto da cranio che poggia sulla colonna vertebrale e termina con la gabbia toracica. - Appendicolare, dove si trova lo scheletro dell’arto superiore e lo scheletro dell’arto inferiore che prevedono la presenza di due dispositivi ossei che sono il cingolo scapolare e il cingolo pelvico che hanno il compito di ancorare gli arti liberi allo scheletro osseo. Il cingolo scapolare è costituito da scapola e clavicola mentre quello pelvico comprende gli arti inferiori. Le funzioni del nostro scheletro sono: protezione, rigidità (queste due sono collegate tra di loro perché lo scheletro è formato da segmenti ossei che presentano una certa rigidità); va a de nire un attacco per i muscoli (le ossa funzionano come leve, in un sistema di pulegge, dove i muscoli si contraggono e determinano il movimento secondo una determinata angolazione); funzione correlata alla produzione delle cellule del sangue (lo scheletro è la sede della produzione di midollo osseo rosso); funziona anche come magazzino di minerali (la struttura dell’osso è caratterizzata da un’elevate mineralizzazione, specialmente calcio). Lo scheletro va a fornire sostegno e protezione formando un’impalcatura che sostiene le parti molli e gli organi: - Scatola cranica (protegge l’encefalo) - Speco vertebrale (cavità contenuta all’interno delle vertebre dove trova protezione il midollo spinale) - Coste (vanno a formare, assieme ad altri segmenti ossei, la gabbia toracica all’interno della quale si trovano i polmoni e il cuore) - Pelvi (vengono protetti gli ultimi segmenti dell’apparato digerente e gli organi dell’apparato genitale) Queste strutture di protezione o rono una resistenza meccanica alla trazione, alla compressione, alla essione e alla torsione. Le ossa o rono un supporto su cui va ad agire l’azione muscolare durante l’esecuzione dei movimenti. Sistema di leve: le ossa possono modi care ampiezza e direzione delle forze generate dai muscoli. Svolge anche funzioni metaboliche: - Deposito di sali minerali (calcio e fosforo), mantiene costante la loro concentrazione nei uidi organici; fl ff ff fi fi fi fl - Deposito di lipidi, le ossa immagazzinano riserve energetiche costituite dai lupi delle aree del midollo giallo; - Emopoiesi, presenza in alcuni segmenti di midollo osseo rosso dove appunto l’osso partecipa alla formazione di globuli rossi, bianchi e piastrine. TESSUTO OSSEO Tutte queste proprietà del sistema scheletrico dipendono dal fatto che le ossa sono costituite da tessuto osseo: tessuto connettivo specializzato caratterizzato da resistenza e durezza. Il tessuto osseo presenta un’elevata percentuale di sali di calcio. Presenta diverse funzioni: - Funzioni statiche - Funzioni dinamiche - Funzioni metaboliche La composizione delle ossa è particolare: si possono considerare costituiti per il 30% da sostanze organiche e per il 70% da sostanze minerarie. Il 30% a sua volta risulta essere costituito da una componente cellulare che si trova all’interno di una matrice costituita da bre collagene e proteine di natura organica. I minerali sono generalmente rappresentati in prevalenza dalla cosiddetta idrossiapatite. La matrice conferisce durezza e rigidità all’osso. I cristalli di idrossiapatite (2/3 del peso dell’osso) garantiscono resistenza nei confronti della compressione. Le bre collagenere (1/3 del peso dell’osso) fungono da supporto organico per la formazione dei cristalli e sono responsabili della resistenza alla trazione, alla torsione e alla essione. Le cellule del tessuto osseo sono: - cellule osteoprogenitrici - Osteoblasti - Osteiti - Osteoclasti Dal loro funzionamento dipende l’integrità strutturale e funzionale dell’osso. Le cellule osteprogenitrici sono cellule staminali (mesenchimali) che hanno la capacità di dividersi e di andare a formare nuove cellule dell’osso (intervengono anche nei fenomeni di rigenerazione e rimodernamento ello’osso). Queste si trasformano poi in osteoblasti, cellule che vanno a produrre matrice (componenti organici che costituiscono la matrice) garantendo la formazione di una matrice matura chiamata osteoide. Gli osteiti, contenuti all’interno delle lacune, rappresentano le cellule dell’osso maturo che hanno il compito di mantenere in equilibrio L’ultima classe di cellule sono gli osteoclasti, cellule grandi polinucleate, producono enzimi che sciolgono la matrice ossea liberando il calcio che viene veicolato all’interno del usso ematico. Queste cellule sono responsabili della osteoporosi. Queste 4 tipologie cellulari formano il tessuto osseo, intervengono nel mantenimento funzionale e strutturale dell’osso. La struttura macroscopica dell’osso. Osso lungo Porzione centrale allungata, DIAFISI, alle cui estremità sono presenti delle porzioni chiamate EPIFISI (prossimale e distale). La dia si è caratterizzata centralmente dalla cavità midollare dove si trova il midollo giallo (midollo osseo rosso degenerato) altamente lipidico. Tutta la struttura periferica dell’osso è formata dall’osso compatto che riscontriamo anche perifericamente alla struttura dell’epi si. Internamente all’epi si, vi è l’osso spugnoso che contiene tante cavità al suo interno, vi è il midollo osseo rosso. Esternamente l’epi si presenta la cartilagine articolare. La struttura ossea è rivestita esternamente dal periostio e internamente dall’endostio. Il tratto compreso tra dia si ed epi si è detto meta si. fi fi fi fi fl fi fi fi fi fl fi L’osso è formato da tessuto osseo lamellare che si può organizzare andando a formare: - Tessuto osseo compatto, presenza di una serie di lamelle ossee che formano dei cerchi concentrici, si organizzano attorno ad un canale centrale (canale di Havers) andando a formare l’osteone (unità funzionale dell’osso compatto) - Tessuto osseo spugnoso, formato da lamelle osse che si vanno ad organizzare in pacchetti di lamelle anastomizzate (formano una specie di trabecolato) chiamate trabecole. Si forma un’impalcatura tridimensionale, ricca di spazi, all’interno del quale si può annidare il midollo osseo rosso. Un osteone è caratterizzato dalla direzione che ogni bra collagene prende nella singola lamella, formano un angolo di 90° rispetto a quelle della lamella adiacente. Canale di Havers: contiene fasci neurovascolari Osteoni adiacenti presentano anche un altro tipo di canale: il Canale di Vollkmann. Questi ultimi sono canali trasversali che servono a collegare gli osteoni tra di loro e presentano all’interno una serie di vasi. La linea epi saria segna il punto d’incontro tra il processo di ossi cazione dia saria ed epi saria e che dura sino alla pubertà. È un punto di minore resistenza dell’osso per cui lungo questa linea ci sono più rischi di fratture. Lo sviluppo dello scheletro avviene a partire da segmenti cartilaginei che rappresentano una specie di stampo primario. Questi abbozzi vengono prima rivestiti da un manicotto osseo esterno, poi si forma una cavità all’interno del modello cartilagineo dove riesce a penetrare un vaso andando a formare il centro di ossi cazione primario (succede la stessa cosa a livello dell’epi si). L’osso spugnoso, è presente anche all’interno delle ossa piatte dove vi sono due lamine di tessuto compatto, che prendono il nome di TAVOLATI, in mezzo al quale vi è osso spugnoso, detto DIPLOE. L’osso può sembrare una struttura statica che non muta nel tempo, ma al contrario è molto dinamico: vi sono sia forze statiche che sollecitazioni funzionali che sono in grado di determinare un’azione modellante nei riguardi delle ossa. Le trabecole che vanno a costituire l’osso spugnoso si orientano seguendo delle linee di forza che si creano nei punti dove l’osso è più sollecitato. Nelle ossa lunghe la lunghezza prevale sulla larghezza e sullo spessore. Le ossa brevi presentano una forma cubica irregolare e sono costituiti esternamente da osso compatto e internamente da osso spugnoso. Presentano 3 dimensioni più o meno uguali (es. ossa del carpo e del tarso). Le ossa pneumatiche si trovano a livello del cranio. Sono ossa cave o contenenti numerose cellette aeree. Contiene una cavità al suo interno ripiena d’aria. Ha la funzione di alleggerire il cranio, funzionano come cassa di risonanza durante la fonazione. Queste cavità sono ricoperti da una mucosa quindi hanno anche la funzione di riscaldamento dell’aria inalata. Le ossa irregolari presentano una forma complessa e possono presentare delle superi ci corte, appiattite, incavate o spigolose. Due tipi di ossa irregolari solo la vertebra e lo sfenoide. Le ossa suturali sono delle ossa che cambiano a seconda dell’individuo in cui si trovano. Possono presentare una forma particolare e si vanno a generare tra le linee di sutura. fi fi fi fi fi fi fi fi Le ossa sesamoidi (irregolari isolate) si chiamano così perché spesso assomigliano ai semi di sesamo. Piccole dimensioni, tondeggiante e appiattite, vanno a svilupparsi, lungo il corso della nostra vita, all’interno dei tendini e sono localizzate in prossimità delle articolazioni nelle mani e nei piedi. Un osso sesamoide che abbiamo tutti è la rotula. La funzione di queste ossa è quello di supporto dei tendini e di bilancio del peso corporeo. Le ossa presentano degli elementi descrittivi comuni: - Facce - Margini - Estremità La loro denominazione è quasi sempre legata al loro orientamento. Sulla super cie delle ossa si trovano anche delle eminenze, rilievi, che possono essere clas cate: - Articolari, rientrano nella composizione di un’articolazione (vengono utilizzate come strutture articolari) - Non articolari, si distinguono n base alla forma che presentano (bozze, tubercoli, protuberanza o tuberosi, eminenze mammillari, impronte, spine, linee, creste) Nelle ossa vi sono delle parti incavate che si possono classi care come: - Cavità articolari, intervengono nelle articolazioni e sono di fronte alle eminenze omonime - Cavità non articolari, possono prendere nomi di erenti a seconda della forma (docce, solchi, fosse o cavità di inserzione) Vi sono anche, a livello della super cie dell’osso, fori o canali: - Canali di trasmissione, danno passaggio a vasi e nervi che attraversano le ossa - Canali nutritizi, lasciano passare i vasi che portano alle ossa i principi nutritizi. SCHELETRO ASSILE CRANIO Le ossa del cranio sono 29 organizzate a formare - Neurocranio, costituito da ossa che vanno a circondare e proteggere l’encefalo. Comprende 8 ossa (pari e impari) - Splancnocranio, de nito anche viscerocranio perché costituito da ossa che proteggono e sostengono le parti iniziali delle vie digerenti e respiratore. 14 ossa (pari e impari). Vi sono altre 7 ossa associate (considerate un po’ esterne al cranio): ossicini dell’udito (martello, incudine e sta a), si collocano all’interno di un osso appartenente alla struttura del neurocranio ovvero il cosiddetto osso temporale (3 in uno e 3 nell’altro); osso ioide (a livello del collo) va a costituire un particolare punto importante dove trovano inserzione sia alcuni muscoli che rientrano nella costituzione del pavimento della cavità orale sia alcuni muscoli del collo. Ossa del neurocranio Le ossa del neurocranio sono quelle che vanno a costituire sia la volta che la base del cranio. Sono: fi ff fi fi ff fi ffi TESTA Ossa del nurocranio Occipitale Impari appiattito, forma la parte posteriore della base del cranio dove presenta il forame magno e partecipa alla formazione della volta cranica Sfenoide (interno) Impari di forma irregolare, costituisce la parte anteriore della base del cranio e porzione della cavità cranica, orbitaria e nasalI Temporale Pari, di forma irregolare consiste di tre parti: squamosa, petrosa e timpanica; forma parte della faccia laterale della base del cranio Etmoide (interno) Impari, costituisce parte delle cavità nasali e orbitarie; processi ricurvi di quest'osso formano le conche nasali superiore e media Frontale Impari, piatto, forma la parte anteriore del cranio e il tetto delle cavità orbitarie Parietale Ossa pari poste fra il frontale e l'occipitale che formano i lati e il tetto del cranio (parietale destro e controparietale a sinistra) OSSO FRONTALE Costituisce la porzione della nostra fronte. Posteriormente, tramite la sutura coronale è articolato con le ossa parietali, anteriormente, in basso, si articola con le ossa nasali. Formata da una porzione esocranica (esterna) e super cie endocranica (interna). All’interno dell’osso frontale troviamo il seno frontale (quindi l’osso frontale è un osso pneumatico) in cui è presente aria, quindi è un osso che partecipa alla formazione di strutture dette “seni paranasali”: insieme di cavità che si collocano nella zona intorno alla cavità nasale. Nella super cie esterna è presente una lamina ossea molto estesa chiamata squama del frontale: nella porzione superiore si trovano due rilievi chiamati “bozze frontali”; inferiormente si trova una depressione chiamata “glabella” che si trova a livello della sutura metopica. Al di sotto di queste bozze frontali è possibile vedere come l’osso frontale vada a formare il margine superiore della cavità orbitaria, presenta anche una lamina che si protende verso l’interno che forma la parte superiore della cavità orbitaria. Incisura etmoidale: dove si va a incastrare l’etmoide. fi fi OSSO PARIETALE Si articola anteriormente tramite la sutura coronale con il frontale, posteriormente con l’occipitale, interiormente con una porzione dello sfenoide e con un’altra porzione con il temporale. È una sorta di lamina quadrangolare che presenta 4 margini dentellati che andranno a produrre delle suture con le ossa circostanti. Sulla super cie esterna ci sono delle linee chiamate linee temporali (servono per le inserzioni dei muscoli della testa); vi è una tuberosi e le fossette granulari. FACCIA INTERNA OSSO TEMPORALE Si trova inferiormente al parietale, va a formare lateralmente e inferiormente la parete del cranio (ma rientra per una parte anche nella base del cranio). Si può dividere in 3 porzioni: - Porzione squamosa: data dalla squama del temporale - Porzione timpanica: si trova dove sarà presente la cavità timpanica - Porzione petrosa (non visibile dall’esterno): contiene l’organo dell’udito e l’organo dell’equilibrio (orecchio interno). Questa parte viene chiamata anche piramide del temporale o rocca pietrosa del temporale. Intorno all’osso temporale abbiamo 3 processi: zigomatico; stilodieo; mastoideo Questi si dispongono attorno all’apertura del canale timpanico (meato acustico esterno). Il processo mastoideo presenta all’interno delle cellette ricche di aria importanti perché sono in comunicazione con la cavità timpanica. Anteriormente al meato acustico, inferiormente al processo zigomatico si trova una fossa, fossa mandibolare, dove si andrà a inserire la mandibola con la sua super cie mandibolare. Il processo stiloideo si dirige verso il basso e fornisce un punto di attacco per i muscoli a livello del collo. fi fi OSSO OCCIPITALE Rientra nella costituzione della porzione posteriore del cranio ma anche nella base. Nella faccia esocranica è presente una lamina appiattita (squama) con dei margini dentellati che andranno a garantire la sutura con le ossa circostanti. Lungo questa super cie si forma una struttura crociata in cui le protuberanze e creste serviranno per l’attacco di muscoli e legamenti che collegano il collo con il cranio. L’osso occipitale è caratterizzato dalla presenza di un grande foro (grande foro occipitale o forame magno) importante perché attraverso questo il midollo spinale (contenuto all’interno della colonna vertebrale) transita all’interno della scatola cranica continuandosi con le prime formazioni encefaliche che sono (dal basso verso l’alto) il bulbo, il ponte e il mesencefalo. Lateralmente al forame magno ci sono due super cie articolari, i condili dell’occipitale, che andranno ad articolarsi con opportune super ci articolari che si trovano sulla prima vertebra della colonna vertebrale (atlante) determinando l’instaurarsi dell’articolazione atlanto-occipitale (condilartrosi) che ci consente i movimenti di esso-estensione del cranio. I rilievi presenti sulla squama produrranno delle depressioni de nite fosse: fosse cerebrali (superiori), fosse cerebellari (inferiori). Nelle prime poggiano gli emisferi cerebrali, mentre nelle seconde trovano alloggiamento gli emisferi che costituiscono la struttura del cervelletto. FACCIA ESTERNA FACCIA INTERNA SFENOIDE Osso impari mediano che prende parte alla costituzione della base del cranio, delle pareti, delle cavità nasali e orbitarie. È costituito da una porzione centrale chiamata corpo dello sfenoide (in cui troviamo un seno, quindi una cavità piena d’aria), dal corpo si distaccheranno dei processi che prendono il nome di: grandi ali, piccole ali, processi pterigoidei dell’osso sfenoide. Ha una forma che ricorda una farfalla. Sulla super cie superiore del corpo è presente una depressione chiamata fossetta ipo saria dove sarà presente l’ipo si (ghiandola), anteriormente vi è un solco, solco del chiasma, dove si incroceranno le fl fi fi fi fi fi fi fi bre del nervo ottico che passano attraverso i fori ottici che si creano grazie anche alla presenza delle piccole ali. Tra grande ala e piccola ala si trova una fessura, fessura orbitaria superiore, dove passano vasi e nervi per il bulbo oculare. Sul corpo dello sfenoide possiamo trovare una struttura chiamata sella turcica dello sfenoide (dove si trova la fossetta ipo saria) che posteriormente presenterà una zona chiamata dorso della sella. fi fi LEZIONE 6 ETMOIDE Osso impari, si articola anteriormente con il frontale e con le ossa nasali, posteriormente con lo sfenoide e con il vomere. Quest’osso si trova in una posizione in condivisione tra la cavità cranica e la cavità nasale. Concorre alla formazione della base del cranio e della volta della vanità nasale tramite una sua lamina ossea chiamata lamina cribrosa. La lamina orizzontale appare bucherellata (ci sono tanti piccoli fori). Questa lamina suddivide la lamina verticale in due porzioni: lamina perpendicolare (inferiore e più estesa), parte dell’osso etmoide diretta all’interno della cavità nasale; lamina cribrosa. Lamina orbitaria (papiracea) super cie laterale delle masse laterali dell’etmoide che concorre alla formazione della cavità orbitaria. I lamenti olfattivi arrivano alla cavità nasale attraverso la lamina cribrosa. La super cie mediale dell’etmoide concorre alla formazione della parete laterale della cavità nasale, i rilievi che troviamo su questa parte dell’etmoide vengono chiamate conche nasali o cornetti. fi fi fi Tutte queste ossa sono articolate tra di loro tramite suture: - Sutura lambdoidea (parietali-occipitale) - Sutura sagittale (parietali) - Sutura coronale (frontale-parietali) - Sutura squamosa (temporale) - Sutura frontonasale (nasali-frontale) Ossa dello splancnocranio Lo splancnocranio è l’altra parte in cui possiamo suddividere le ossa del cranio (14 ossa + osso ioide [osso esterno]) le quali fanno parte per lo più del massiccio facciale che vanno a formare anche il cosiddetto viscerocranio. OSSA NASALI Sono ossa piccole, somigliano a due piccole tegole. Hanno un aspetto quadrangolare con quattro margini (inferiore, superiore, posteriore e anteriore). Concorrono alla formazione della cavità nasale: in parte partecipano alla formazione della volta e grazie al margine inferiore partecipano alla formazione dell’apertura della cavità nasali. OSSO LACRIMALE Molto piccolo. È collocato sulla parete mediale della cavità orbitaria, posteriormente al processo frontale dell’osso mascellare. Si chiama così per la presenza di un solco, solco lacrimale, il quale ospita al suo interno una struttura che serve per drenare le lacrime che bagnano il bulbo oculare, queste lacrime vengono prodotte a livello della ghiandola lacrimale. OSSO MASCELLARE Formato oltre che dal corpo anche da 4 processi: - Processo zigomatico - Processo frontale - Processo palatino: una lamina ossea che si dirige internamente, va a formare con la sua super cie superiore il pavimento della cavità nasale e con la super cie inferiore il tetto o volta della cavità orale - Processo alveolare (presenza di alveoli: depressioni che si trovano sul margine inferiore dell’osso mascellare, dove avremo la formazione dell’arcata dentale) Presenza di un’apertura che conduce all’interno del corpo del mascellare dove è presente un seno (osso pneumatico) che contiene all’interno una cavità ricolma di aria. Il processo palatino, grazie alla sutura palatina traversa e la sutura palatina mediana, forma una lamina ossea che costituisce i 2/3 anteriori del palato duro. OSSO PALATINO Osso laminare pari localizzato tra il processo pterigoideo dell’osso sfenoide e la super cie posteromediale della mascella. Contribuisce alla formazione delle cavità nasali, del palato e del pavimento dell’orbita. La faccia mediale della porzione verticale o perpendicolare completa la parete laterale delle cavità nasali; la faccia laterale si articola con la faccia nasale della mascella; la parte orizzontale contribuisce alla formazione della parte posteriore del palato osseo. CORNETTO INFERIORE Osso non molto grande piuttosto irregolare che, insieme al cornetto nasale medio e superiore, va a suddividere la cavità nasale in una super cie piuttosto labirintica dando origine ai turbinati. VOMERE È una lamina quadrangolare che presenta 4 margini. Si riscontra in posizione mediana all’interno della cavità nasale. Insieme alla lamina perpendicolare dell’etmoide concorre alla formazione del setto nasale. La super cie esterna va formare la parete mediale della cavità nasale. È articolato inferiormente con il palato (con il processo palatino e la lamina orizzontale del palatino); posteriormente con la lamina perpendicolare dell’osso palatino; a livello del corpo si articola con lo sfenoide; anteriormente vi è l’articolazione con la lamina perpendicolare dell’etmoide e con una porzione cartilaginea. OSSO ZIGOMATICO Si trova lateralmente sulla super cie del nostro viso a formare l’arcata zigomatica. Presenta una super cie impegnata nella costituzione di parte della cavità orbitaria. Ha forma più o meno quadrangolare dove si trovano il processo frontale e temporale che si articolano con i processi zigomatici dell’osso frontale e temporale. La super cie articolare si articola con l’osso mascellare completando l’arcata zigomatica. MANDIBOLA Osso impari molto grande. Si trova inferiormente nel massiccio facciale. Importante perché è l’unico osso che riusciamo a muovere del cranio. La mandibola è formata da una parte anteriore: corpo della mandibola, anteriormente al quale si forma una protuberanza, protuberanza mentale (relativa al mento). Il corpo della mandibola ad un certo punto curva verso l’alto e procede dando origine ad un ramo, ramo della mandibola, dove vi è un angolo (angolo mandibolare) che si forma quindi tra corpo (anteriormente) e ramo della mandibola (diretto fi fi fi fi fi fi fi fi superiormente). Il ramo della mandibola è caratterizzato dal margine dove si trovano due processi con un’insicura: - processo coroideo (anteriormente), assomiglia ad una pinna di pesce cane, rappresenta il punto di attacco di alcuni muscoli della masticazione - processo condiloideo (posteriormente), si trova la super cie articolare (il condilo). Sulla super cie esterna del ramo mandibolare è presente un rilievo chiamato tuberosità masseterina. Presenza, a livello del corpo, del foro mentale che rappresenta il punto di sbocco di un canale che decorre all’interno di tutta la struttura mandibolare, dove sono contenuti anche le bre dei nervi che giungono agli alveoli dentali. Il canale che lascia passare questi enervi, prende origine a livello del foro mandibolare. Vicino al foro mandibolare vi è un piccolo rilievo sporgente, chiamano lingula, che rappresenta un punto di repere [=punti che possiamo sentire, attraverso la palpazione, che ci consentono di individuare delle zone ben precise del nostro corpo], e ci consente di individuare il foro mandibolare. L’osso IOIDE non è un osso associato direttamente con le ossa del cranio. È ancorato alle ossa dello splancnocranio attraverso legamenti. È un osso presente al di sotto della mandibola, nel collo (sopra la laringe e sotto della mandibola), concorre a fornire un punto di attacco per quei muscoli che vanno a determinare la formazione del pavimento della cavità orale. È un osso a ferro di cavallo che è posizionato tra la terza e la quarta vertebra cervicale. È un osso impari, mediano, mobile. A quest’osso si ancorano anche i muscoli che permettono i movimenti della lingua, della faringe e della laringe. BASE DEL CRANIO E CAVITÀ CRANICHE La base del cranio, esternamente, può essere suddivisa in 3 regioni: - Regione anteriore (zona facciale) - porzione relativa al palato - Regione media (zona giugulare) - sfenoide e una parte del temporale e dell’occipitale - Regione posteriore (zona occipitale) - piano ducale (base del cranio) All’interno del cranio, la base presenta delle depressioni (fosse): - Fossa cranica anteriore - Fossa cranica media - Fossa cranica posteriore Queste accolgono al loro interno delle porzioni del nostro encefalo. POLIGONO DI WILLIS: Dispositivo vascolare che si forma a partire da alcune arterie importanti del nostro organismo e che si vanno a suddividere in una serie di rami arteriosi che vanno a circondare la parte centrale dello sfenoide (la sella turcica dello sfenoide). Cavità orbitaria Ha il compito di accogliere il bulbo oculare e suoi annessi. Ha la forma di una piramide la cui base è rappresentata dall’apertura dell’orbita, mentre l’apice è data dal punto dove è presente il canale ottico. Vi sono anche una serie di aperti: superiore, inferiore, mediale, laterale, formate dalle ossa del neurocranio e splancnocranio. Cavità nasali Appartengono alle vie respiratorie; al loro interno presentano due tipi di mucosa: mucosa respiratoria e mucosa olfattiva. Queste due cavità sono divise in 2 dal setto nasale; sono ristrette in alto e slargate in basso; aspetto labirintico dovuto alla presenza delle conche nasali. Posteriormente presentano delle aperture dette coane. La parete superiore è formata dall’osso nasale, dall’osso frontale, dall’etmoide (lamina cibrosa) e dallo sfenoide. La parete mediale è data dal setto nasale (etmoide e vomere). La parete laterale è formata dalla massa laterale dell’osso etmoide e dalla lamina verticale dell’osso palatino. La cavità nasale è ricoperta da un rivestimento epiteliale che cambia in base alle zone: fi fi fi MUCOSA RESPIRATORIA La maggior parte della cavità nasale è rivestita da questa mucosa respiratoria dove vi è un rivestimento di tessuto epiteliale pseudostrati cato cigliato; presenza di molte cellule mucipare. È molto vascolarizzata: la sua funzione è quella di riscaldare l’aria che scorre lungo la super cie di questa mucosa respiratoria, e umidi carla. MUCOSA OLFATTIVA Tra le cellule epiteliali che vanno a formare questo epitelio, si trovano dei recettori (neuroni modi cati) dai quali partono i luzzi che vanno ad attraversare i fori della lamina cribrosa e vanno a sinaptare con le bre del bulbo olfattivo da cui poi partono le bre che costituiscono il nervo olfattivo. Associate al cranio ci sono le CAVITÀ PARANASALI (o SENI PARANASALI): cavità scavate nelle ossa del cranio. L’epitelio che le riveste è in continuità con la mucosa respiratoria delle cavità nasali. Comprendono: - Seno mascellare - Labirinto etmoidale - Seno sfenoidale - Seno frontale - cavità scavata nell’osso frontale Sboccano all’interno delle cavità nasali tramite delle aperture, dette meati, presenti al di sotto dei cornetti superiore, medio ed inferiore. CAVITÀ ORALE: prevalentemente formata dalle ossa dello splancnocranio. Nei bambini appena nati vi è una sproporzione della struttura del neurocranio rispetto a quella dello splancnocranio: il primo risulta più voluminoso dello splancnocranio che nisce di crescere e formarsi successivamente in quanto nello sviluppo deve intervenire lo sviluppo della muscolatura della masticazione. Il cranio dei bambini è caratterizzato dal fatto che le suture non sono ancora complete. CRANIOSTENOSI Ci possono essere delle anomali durante l’accrescimento in cui abbiamo una chiusura precoce di una sutura o di un’altra: fi fi fi fi fi fi fi fi LEZIONE 7 COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale è una struttura ossea formata da 33 vertebre che si articolano l’una sull’altra. Presenta una struttura metamerica: costituita da unità simili tra loro e ripetute. La lunghezza della colonna può variare ma mediamente è lunga 65-75cm. Queste vertebre si articolano tra di loro ma presentano di erenze, ogni zona della colonna presenterà un certo numero di vertebre che si distinguono in base alla zona in cui si trovano: - 7 vertebre cervicali (C1-C7) - 12 dorsali o toraciche (T1-T12) - 5 lombari (L1-L5) - 5 sacrali S(1-5) fuse fra loro - 4 coccigee fuse La colonna vertebrale è una struttura a forma di “S” perché presenta delle curve: - curve a concavità dorsale (lordosi) - 2 - curve a concavità ventrale (cifosi) -2 In totale abbiamo 4 curve molto importanti perché servono ad avere un maggiore sostegno: rendono la colonna vertebrale più resistente quindi in grado di sopportare un carico maggiore. Si possono individuare delle curve/curvature primarie (toracica e sacrale) e curve/curvature secondarie (cervicale e lombare). La cervicale al 3°-4° mese di vita, quella lombare al 12°-18° mese —> sviluppo completo a 10 anni. Queste sono curvature siologiche, ma ci possono essere anche curve anomale (iper-cifosi e iper-lordosi, e la scoliosi). Le vertebre sono diverse tra di loro a seconda del tratto analizzato; si può individuare però una struttura generale. È formata da un corpo che è posizionato anteriormente alla colonna; posteriormente vi è l’arco costituito da una serie di strutture ossee (peduncoli, lamine, processi); all’interno dell’arco vertebrale si de nisce il foro vertebrale importante perché all’interno contiene il midollo spinale. Le incisure presenti sulle vertebre sono importanti perché portano alla formazione dei fori intervertebrali che servono per garantire la fuoriuscita laterale dei nervi spinali. L’articolazione che si viene a trovare a livello del corpo vertebrale è la sin si, quella a livello dei processi articolari che troviamo sempre lateralmente sono le artrodie. Il disco intervertebrale che troviamo nelle sin si è un disco che presenterà una zona periferica di consistenza brocartilaginea; centralmente troviamo un nucleo polposo (formato prevalentemente da acqua) che si trova racchiuso da un anello broso talmente resistente che viene de nito come un ff fi fi fi fi fi fi fi alloggiamento inestensibile (che gli impedisce la fuoriuscita). Il disco intervertebrale è privo di vasi sanguigni; se si rompe non può essere rigenerato. In seguito ad una compressione il nucleo polposo può rompere l’anello broso e penetrare nel canale vertebrale determinando la comparsa di un’ernia del disco. VERTEBRE CERVICALI Il foro vertebrale che si forma è più grande. Presenza del processo spinoso che in queste vertebre può essere bi do. Tra tutte le vertebre cervicali le prime due (C1-C2) sono le più particolari: la prima Atlante e la seconda Epistrofeo, consentono l’articolazione della colonna con il cranio, garantendo anche l’instaurarsi di articolazioni che consentono movimento di esso-estensione della testa; queste due si articolano tra di loro attraverso una particolare articolazione che ci consente di ruotare il cranio. Nell’atlante non c’è il corpo vertebrale ma bensì un unico grande foro centrale; si vengono a formare due archi (anteriore e posteriore) lateralmente ai quali si trovano masse ossee esterne dove abbiamo la faccetta articolare superiore che si articola con l’osso occipitale; lateralmente ancora vi sono i processi traversi che formano apo si traverse dove si trovano i fori trasversali. Atlante e Epistrofeo si articolano grazie alla presenza di un processo osseo che si protende verso l’alto e si chiama “dente dell’epistrofeo”: rappresenta un cilindro che si applica a livello della faccetta articolare presente sulla vertebra cervicale. Lateralmente a queste vertebre cervicali vi è la fuoriuscita di nervi spinali cervicali che vanno a determinare l’innervazione della muscolatura della spalla e del braccio. VERTEBRE TORACICHE - DORSALI Il loro corpo è a forma di cuore. Sono dotate di un processo spinoso diretto poster-inferiormente. I processi spinosi della T-10/11/12 sono più spessi. Dal T1 a T10 presenterà delle faccette costali superiori e inferiori per articolarsi a 2 coppie di coste. T11 e T12 hanno una singola faccetta per lato. Inoltre presenteranno anche delle faccette articolari aggiunti sui processi trasversali per articolarsi con le coste. Alle vertebre dorsali si articolano le coste e si inseriscono alcuni importanti fasci del diaframma. Le vertebre dorsali permettono i movimenti di tutta la schiena. TRATTO LOMBARE La parte lombare della colonna sostiene tutta la colonna e quindi l’intero corpo, con funzione primaria di stabilizzazione del bacino. Il tratto lombare contribuisce alla formazione del baricentro. Il corpo delle 5 vertebre lombari è molto massicciò e robusto; inoltre i processi spinosi sono quadrangolari e tozzi. TRATTO SACRALE Il tratto sacrale deriva dalla fusione di 5 segmenti ossei (5 vertebre sacrali). L’osso sacro è il tratto nale della colonna vertebrale, è importante perché partecipa alla formazione del bacino; lateralmente ad esso si articolano le ossa dell’anca. Fornisce un’ampia super cie di attacco per i muscoli responsabili della deambulazione. Lateralmente vi sono delle super ci abbastanza ampie de nite “ali del sacro”, qui si trova l’articolazione dell’osso sacro e dell’osso dell’anca. Sulla super cie dorsale si trovano faccette articolari superiori (in alto), lateralmente la super cie auricolare (punto in cui vi è l’articolazione con l’osso dell’anca), posteriormente vi sono i fori sacrali e rilievi (cresta sacrale media, laterale, mediale). Queste creste si formano per la fusione dei processi. Inferiormente vi è la porzione coccigea in cui sono presente 3-4 vertebre rudimentali. La zona sacrale (osso sacro) collega lo scheletro assile al cingolo pelvico per l’inserzione dell’arto inferiore, questa inserzione è stabilizzata da una serie di legamenti. Le funzioni della colonna vertebrale sono quindi: - Stabilità al corpo - Sostegno alla testa e attacco agli arti - Protezione del midollo spinale - Ammortizzazione di farci e forze esterne - Movimento del corpo - deambulazione fi fi fi fi fl fi fi fi fi fi GABBIA TORACICA È una formazione ossea che va a costituire le ossa del torace. Il torace è posto fra collo e addome. Presenta una forma a tronco di cono: più stretta superiormente e più larga inferiormente. Ha una funzione di protezione di organi vitali come cuore e polmoni. È anche un’impalcatura scheletrica che fornisce un punto di inserzione di numerosi muscoli respiratori. È molto essibile e mobile per la presenza delle articolazioni che si vengono a instaurare tra le vertebre e le coste: grazie a queste articolazioni costo-vertebrali si può espandere permettendoci i movimenti di respirazione. È costituita da 12 vertebre toraciche, 12 paia di coste, sterno (osso a livello del torace in posizione mediana che o re dei punti di articolazione alle coste). La parete toracica risulta essere completa anterioemren, posteriormente e lateralmente perché è aperta superiormente e inferiormente: - apertura toracica superiore, dà passaggio a una serie di visceri e vasi che transitano tra collo e mediastino - apertura toracica inferiore, forma un anello chiuso dal diaframma COSTE Ossa piatte allungate, sono 12 paia articolate indietro con le vertebre toraciche e in avanti con l sterno. Si possono classi care: - 1-7 paia di coste, coste sternali o vere che si articolano direttamente allo sterno - 8-10 paia di coste, coste asternali o false che non si articolano direttamente con lo sterno ma sono congiunte tra di loro per poi articolarsi alla cartilagine della settima costa - 11 e 12, dette coste uttuanti perché si articolano posteriormente con le vertebre, mentre anteriormente non si articolano con nulla La porzione cartilaginea della gabbia toracica è formata da cartilagine ialina che contribuisce all’elasticità della parete toracica. La lunghezza delle coste aumenta (dalla 1^ all’8^) man mano che andiamo dall’alto verso il basso (verso la 12^). Si accresce l’obliquità dall’alto verso il basso e in avanti ( determinando il raggio di curvatura delle coste). Le coste sono delle ossa con struttura allungata (sono ossa piatte NON lunghe), presentano un corpo e 2 estremità di cui, quella posteriore, si articola con le vertebre toraciche. L’estremità posteriore presenterà una testa, una zona ristretta (collo) e la porzione relativa al tubercolo. Di seguito alla testa ritroviamo il collo della costa (zona in cui la costa si restringe e o re un appunto di inserzione ai legamenti della muscolatura) e il tubercolo che si articola con il processo trasverso delle vertebre toraciche. Il corpo della costa presenta due superi ci/facce: una esterna e convessa e una interna e pianeggiante. Presenta inoltre due margini, quello superiore (smussato) e quello inferiore (presenta un solco costale che lascia passare al suo interno vasi e nervi per la muscolatura toracica). Coste atipiche - 1^: corta e larga, con una sola faccetta articolare con la T1 - 2^: lunga circa il doppio della 1^ ma ne conserva alcune caratteristiche - 11^ e 12^: testa con unica faccetta articolare con la vertebra corrispondente di numero. Sono corte, prive di collo e tubercolo In avanti la gabbia toracica è chiusa da una formazione ossa chiamata sterno (osso piatto, impari e mediano, lungo 15-20cm). È un osso impari unico, ma è costituito da tre segmenti ossei diversi che durante il corso della nostra vita si vanno a saldare: - porzione superiore, manubrio dello sterno - porzione media, il corpo slargato in mezzo e ristretto alle estremità - porzione inferiore, processo xifoideo assottigliato e appuntito, rappresenta un punto a livello del quale si ancora il diaframma ff fi fl fi ff fl Il manubrio si unisce co il corpo a livello di una zona che risulta essere angolata: angolo sternale o di louis (punto di repere). I margini laterali dello sterno presentano 7 incisure articolari in cui vanno ad inserirsi/ancorarsi le rispettive cartilagini costali. Vi è un’ulteriore incisora, incisura clavicolare, importante perché qui vi è l’articolazione con la clavicola. Tra le due incisure clavicolari (dx e sx) vi è un’ulteriore incisura chiamata incisura giugulare. Le articolazioni del torace sono: 1. ARTICOLAZIONI COSTOVERTEBRALI 2. ARTICOLAZIONI COSTOCONDRALI 3. ARTICOLAZIONI INTERCONDRALI 4. ARTICOLAZIONI STERNOCOSTALI 5. ARTICOLAZIONI STERNALI 1. Si instaurano tra testa e corpo vertebrale e tra tubercolo e processo trasverso della vertebra. Queste vertebre hanno super cie articolare pianeggiante (artrodie) quindi permettono piccoli movimenti di scivolamento tra le super ci ma importanti perché sono quei movimenti che avvengono durante la respirazione. 2. Articolazioni sse che si instaurano tra la costa e la cartilagine 3. (Coste dalla 6 alla 9) sono delle artrodie 4. Tra lo sterno e le coste che riguardano le estremità anteriori delle prime sette cartilagini costali con lo sterno. La prima costa si articola con il manubrio tramite una sincondrosi, dalla 2 alla 7 vi è la presenza di atro e 5. Lo sterno è formato da manubrio, corpo e processo sifoideo. Queste 3 porzioni in un primo momento sono articolate tra di loro grazie all’interposizione di tessuto cartilagineo, dopo, quando il processo di ossi cazione sarà completato, si avrà una sinostosi Coste e sterno: cerchi rigidi di una botte; tengono unita la gabbia toracica; possono inclinarsi in alto e in basso Quando inspiriamo il diaframma si abbassa, i polmoni all’interno della gabbia toracica si espandono, i muscoli respiratori alzano le coste in modo tale da aumentare il volume a disposizione dei polmoni. Quando espiriamo il diaframma si alza, in modo tal

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