Summary

This document provides information on agronomy, describing the study of natural production factors, including plant cultivation and the environment. It focuses on the relationship between these factors and the regulation of production through physical, chemical, and biological interventions.

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L’ agronomia studia i fattori naturali della produzione, la pianta coltivata e l’ambiente. Ne studia le relazioni per poterle regolare con interventi fisici, chimici o biologici per ottenere una produzione programmata nel tempo, in quantità e qualità. Mentre l’agricoltura riguarda le att...

L’ agronomia studia i fattori naturali della produzione, la pianta coltivata e l’ambiente. Ne studia le relazioni per poterle regolare con interventi fisici, chimici o biologici per ottenere una produzione programmata nel tempo, in quantità e qualità. Mentre l’agricoltura riguarda le attività umane indirizzate alla produzione di cibo o materie prime. L’agronomia è speciale se tratta coltivazioni, generale se riguarda la pianificazione economica dell’uso agricolo del suolo. Ha vari compiti tra cui l’aumento di cibo (maggiori rese), del benessere e il miglioramento della vita. Negli obiettivi rientrano ridurre l’inquinamento, conservazione suolo, salvaguardia del verde e diversificazione alimentare e non. L’ecosistema è l’insieme di esseri viventi dipendenti tra loro e dall’ambiente, riconosciamo dunque la parte biotica e non biotica, che formano un complesso funzionale. Esso è generalizzato se contiene molte specie con pochi individui, ed è molto produttivo; mentre specializzato se le specie sono poche ma con molti individui e sono poco produttivi per i limiti ambientali. L’agroecosistema è quello modificato dall’uomo, ci sono fonti ausiliarie di energia e gli esseri viventi sono sottoposti a selezione. L’atmosfera è quel involucro di gas che circonda il globo, composta da 5 strati. Dalla troposfera 0-12km fino all’esosfera 500km. La troposfera ha funzione di abitabilità e nutrizione (CO2). Meteorologia studia i fenomeni fisici dell’atmosfera. Il clima è la risultante di più fenomeni che caratterizzano lo stato medio dell’atmosfera in un punto del globo, il tempo è invece qualcosa di momentaneo ed istantaneo. Il clima è composto da macroclima (vasto territorio), clima locale (località precisa) o microclima (molto limitato). Il clima si classifica secondo T° (freddo, polare, tropicale) o precipitazioni (arido, caldo umido, umido, freddo arido). Il clima mediterraneo --> inverni a decorso mite e piovoso con estati calde e asciutte. Radiazioni, principale fattore ecologico, influenzano fortemente il clima e le attività biologiche. I raggi si distinguono in base alla lunghezza d’onda. Infrarossi (2-0,76 nm con azione termica), Visibili (0,76nm-0,40nm luce) e Ultravioletti (14h. Brevidiurne con durate inferiori di 14 ore mentre le indifferenti terminano il ciclo indipendentemente dal periodo di luce. Le piante ELIOFILE richiedono grande quantitativo di luce, le SCIAFILE soffrono con eccessi. Riferendoci al termo periodo, è la fluttuazione delle temperature durante giorno e notte. In molte specie porta una miglior produzione. Necessario parlare di vernalizzazione (necessità della pianta di soddisfare bisogni di freddo espresso in ore, sotto una determinata T° per formare fiori o infiorescenze). Cosi come la dormienza (meccanismo di adattamento di semi e gemme che non sono capaci di germinare per un tot periodo, anche in condizioni favorevoli). Rapporti H20-TERRENO: Il potenziale idrico è un parametro che misura l’energia potenziale dell’acqua nel suolo, riferimento all’acqua libera. Quantifica il lavoro che le piante devono spendere per l’assorbimento radicale ed è fondamentale nei calcoli per irrigazione. Risultante di più componenti: COMPONENTE MATRICIALE (affinità dell’acqua con la matrice solida), COMPONENTE OSMOTICA (generata da tensione osmotica, forza con cui soluta lega l’acqua), COMPONENTE GRAVITAZIONALE (generata da posizione dell’acqua nel campo gravitazionale). Il totale è dato dalla somma di queste 3 componenti, con possibili situazioni. 1) potenziale=0 [se terreno saturo d’acqua, per convenzione è zero]. 2) potenziale > 0 [acqua in pressione, capace di compiere lavoro]. 3) potenziale < 0 [in terreni insaturi, occorre spendere energia per sottrarre acqua]. Si misura con i tensiometri, formati da una cappa porosa, un tubo e un manometro; si riempie di acqua e si pone nel terreno, se è insaturo l’acqua passa dal tubo al terreno rendendo il potenziale negativo. Ci sono delle costanti idrologiche: CAPACITA’ IDRICA MASSIMA ---> quantità totale di acqua che il suolo può trattenere quando è completamente saturo, ossia quando tutti i pori del terreno sono pieni d'acqua. Immediatamente dopo un'irrigazione o una pioggia abbondante, prima che l'acqua in eccesso inizi a drenare. CAPACITA’ DI CAMPO ---> quantità di acqua trattenuta nel suolo dopo che l'acqua in eccesso è drenata per gravità, e rimane solo l'acqua nei micro pori, che è disponibile per le piante; tipicamente 1-3 giorni dopo una pioggia o un'irrigazione. PUNTO DI APPASSIMENTO ---> quantità minima di acqua presente nel suolo al di sotto della quale le piante non riescono più a estrarre l'acqua necessaria per mantenersi in vita. Le lavorazioni: sono interventi agronomici dell’uomo, attrezzi manuali o macchine complesse allo scopo di permettere la coltivazione. Perché le facciamo? -Preparare letto di semina, aumentare permeabilità, distruggere infestanti, interramento fertilizzanti. I lavori sono classificabili in base all’epoca [seguono le stagioni], in base all’effetto sul suolo o al carattere [leggeri rovesciatori (invertono strati); discissori (frantumano orizzonte duro, rompono crosta, estirpano); rimescolatori (organi rotanti rimescolano), misti (accoppiano attrezzi), speciali (operazioni catalogabili). ARATURA: è la lavorazione più conosciuta e diffusa, eseguita con aratro [a vomere, a disco o coltivatore]. Esegue taglio verticale, uno orizzontale, solleva e ribalta il terreno. Organi: coltello, vomere e versoio. L’aratro può essere mono vomere o polivomere, anche reversibile ovvero lavorare senza il ritorno a vuoto. Ma che effetti ha sul terreno? Ribalta orizzontalmente il terreno lavorato, interra residui organici, sopprime vegetazione, aumenta porosità e interra semi. In base alla posizione, se in pianura o in collina, si esegue in maniera differente. In collina si possono seguire le curve di livello o seguire la linea di massima pendenza. Si inizia dall’alto. A ritocchino solo quando la pendenza è eccessiva. Diverso per la pianura: ALLA PARI [inizio da parte più alta e ribalto a destra, torno a vuoto e ripeto] A COLMARE [inizio dal centro, rovescio a destra e torno dal lato opposto, rovescio sempre a destra. Creo la baulatura centrale] A SCOLMARE [inizio dai lati e lavoro come nel caso della lavorazione a colmare, innalzamento ai lati]. Infine le lavorazioni possono essere tradizionali, con aratura 50-60cm, zappatura che sminuzza gli strati per ridurre zollosità e ospitare il seme. Oppure le alternative: -A DUE STRATI: -LAVORAZIONI MINIME: contemporaneamente fresatura, estirpatura, erpicatura e semina (5-15cm) -NON LAVORAZIONE: una gestione conservativa, semine con particolari seminatrici su terreno non lavorato -STRIP TILLAGE: compromesso tra minimo e non lavorazione; su una striscia larga 5-25cm e profonda 5-15 con al centro la fila di semina. IRRIGAZIONE: ci consente di apportare acqua alla coltura. Gli scopi sono molteplici ed ognuno caratterizza un certo tipo di irrigazione. -Ammendante: migliora proprietà fisiche -Antiparassitaria: combatte parassiti o direttamente, o con antiparassitari nell’acqua. -Correttiva: modifica pH. -Dilavante: asporta eccessi di salinità. -Fertirrigazione: somministra elementi nutritivi con l’acqua irrigua. -Termina: modica la T° del terreno. -Umettante: aumenta l’umidità. Il tipo di organizzazione permette di distinguere irrigazione autonoma da una collettiva. Nell’autonoma, l’azienda dispone di acqua propria che impiega a proprio piacimento. Nel caso della collettiva, un organismo distribuisce acqua agli utenti a turni e con Q prestabilite. Variabili irrigue --> efficienza di distribuzione. Efficienza all’adacquamento. Efficienza produttiva. Efficienza d’uso. Come capiamo quando intervenire? Ci sono diverse tipologie di analisi, si può esaminare il grado di apertura degli stomi, il potenziale idrico fogliare, o anche il metodo empirico basato sui periodi critici. CLASSIFICAZIONE METODI IRRIGUI: -Scorrimento superficiale: l’acqua scorre continuamente sulla superficie del terreno. Applicazione sia su terreni piani che declini, causa però erosione e dilavamento; è poco adatto agli argillosi e necessita manutenzione continua. Sistemazioni possibili sono ad ALA DOPPIA (continua in inverno e discontinua in estate), ALA SEMPLICE (si adatta meglio in terreni pendenti 2-4%) e SPIANATA (appezzamenti rettangolari e riceve acqua dal lato minore). -Infiltrazione laterale: acqua immessa in solchi, arriva alle radici con movimento di penetrazione verticale o laterale. Si possono usare acque fredde, il fogliame non si bagna. Bensì bassa efficienza, metodo lento e serve pendenza. -Sommersione: sommerge il terreno con uno strato d’acqua in modo più o meno duraturo. L’acqua penetra verticalmente. A SCOMPARTI (terreno viene suddiviso in scomparti e sempre alimentato), A RASOLE (appezzamento suddiviso mediante arginelli in piccoli riquadri da 100m2), A CONCHE (si bagna il terreno limitato da zona circolare tra base del fusto e proiezione della chioma). Qua posso utilizzare l’acqua anche per altri scopi ma il consumo è notevole, inoltre non posso usare acque fredde. -Subirrigazione: apporto di acqua per via ipogea LOCALIZZATA (micro irrigazione con apporto gocciolante, impianti provvisori interrati di 5-10cm o permanenti 20- 50cm). FREATICA (innalzamento falda fino ad apparati radicali). Totalmente automatizzabile, alta efficienza e perdite contenute. I costi però sono elevati e intralcio per lavorazioni del suolo. -Aspersione: acqua arriva sul campo attraverso apparecchiature che simulano pioggia naturale. Elementi -> il gruppo motore pompa, la rete di tubi e uno o più irrigatori. Negli impianti fissi la rete di tubi non viene mai rimossa e seve l’intera azienda, nei mobili i tubi possono essere spostati. -Micro portata: irrigazione localizzata, con micro erogatori che bagnano lentamente e con un orario prolungato solo una parte del suolo. Punto di alimentazione dell’acqua, gruppo di controllo, condotte ed erogatori. Si risparmia acqua, non bagna fogliame, è automatizzato e la manodopera è minima. Ingombro però dei tubi e scarsa adattabilità. SISTEMAZIONI IDRAULICHE l’insieme di opere e interventi preventivi che permettono di controllare e regolare i rapporti acqua-terreno, evitando eccessi o carenze. L’eccesso di acqua può esser caudato dalla natura poco permeabile del terreno o dalle barriere. Quando parliamo di ristagno intendiamo una situazione dove il contenuto idrico del suolo è superiore alla capacità di campo. Gli effetti negativi si manifestano su terreno, coltura e attività agricola. Il terreno soffre perché aerazione insufficiente e il terreno si scalda meno in quanto umido, le colture riducono attività respiratoria per scarsa disponibilità di ossigeno, con annessi attacchi parassitari. Inoltre condiziona i tempi delle lavorazioni, di semina e\o raccolta. Come ci difendiamo allora dal ristagno? Con interventi preventivi. Le sistemazioni si dividono tra pianura e collina. -PIANURA --> Affossatura [rete di fossi che raccolgono acqua superflua degli appezzamenti coltivati e convogliano nei canali di scarico]. Drenaggio [rete di canali sotterranei che eliminano acqua in eccesso]. Capezzagne [strade campestri che servono alla viabilità nell’azienda] ESTENSIVE O TEMPORANEE: a porche, alla lombarda. INTENSIVE O DURATURE: a cavalletto o alla bolognese, alla ferrarese. -COLLINA --> si ricorre quando si hanno pendenze superiori al 5%, oltre il 25% l’unica possibilità è il pascolo o bosco. Troviamo sistemazioni a ritocchino, a gira poggio, a onde o terrazzamento. CONCIMAZIONI Tecnica con la quale apportiamo concimi al terreno per migliorare le funzioni di nutrizione del terreno. Il concime è una qualsiasi sostanza in grado di modificare le funzioni di nutrizione del terreno. La fertilizzazione apporta fertilizzante al terreno per migliorarne fertilità, qualsiasi sostanza capace di modificare le funzioni di abitabilità del terreno. Concimi ORGANICI (apporto di origine animale, vegetale o misto) o INORGANICI (sottoforma minerale). Sono semplici se contengono uno tra potassio, fosforo o azoto. Composti da 2 a 3 (miscela). Complessi 2+ ma combinazioni chimiche. Organo-minerali per reazione tra concimi organici e minerali. Specialistici per gli idrosolubili. Le unità fertilizzanti sono quantità di elemento espresso in peso, contenuto in 100kg di concime. Il concime presenta elementi indispensabili come MACRO ELEMENTI E MICRO ELEMENTI, mentre gli ACCESSORI anche se utili non sono necessari. Ma l’efficienza? È data dalla capacità o meno di essere a disposizione, per essere assorbito dalla pianta. La dose di un elemento non va tutto a beneficio della coltura ma frazioni vengono dilavate, alcune assorbite da terzi, o perse allo stato gassoso. La risposta delle piante alla concimazione si valuta con la resa, quale condizionata da fattori ambientali, vegetazionali e la scelta del concime. Il programma di concimazione va concepito per massimizzare il reddito dell’agricoltore compatibilmente con i vincoli ambientali e rispettando l’ambiente e il consumatore. Le scelte riguardano dosi di elementi nutritivi, tipi e quantità di concime, inoltre la modalità di somministrazione. -Quantità e disponibilità chiaramente variano tra terreni. -Le colture presentano diversa reattività alla somministrazione dello stesso elemento. -L’efficienza cambia da un terreno all’altro. ARIDO COLTURA: insieme di pratiche agronomiche per l’ottenimento di un risultato senza ausilio di irrigazione, causa scarsi apporti idrici. La sua importanza deriva dal fatto che solo il 25% delle superfici riceve acqua a sufficienza per i fabbisogni. -Si fa per ridurre ed evitare perdite inutili, si scelgono colture e tecniche al fine di migliorare l’uso d’acqua. Questo sistema si compone di 3 momenti: 1- Aumento disponibilità idriche > riducendo perdite, aumentando capacità di ritenzione idrica (+ S.O e modificando granulometria) e aumentando spessore di terreno esplorabile dalle radici. 2- Riduzione perdite inutili dell’acqua immagazzinata agendo sul clima per ridurre traspirazione ed evaporazione, sul terreno per limitare evaporazione e sulla copertura vegetale. 3- Ottimizzare uso risorse scegliendo la coltura adatta e con corrette tecniche colturali. INFESTANTI: parliamo di specie vegetali che nascono tra le colture provocando riduzione produttiva. Si tratta di qualsiasi pianta indesiderata. Ciascuna pianta o vegetazione esclusi funghi, che interferisce con gli obiettivi dell’uomo. Si distinguono in base all’ordine, famiglia o specie. In base alla durata del ciclo biologico o in funzione del periodo di emergenza. Il danno principale è la diminuzione delle rese, dovuta dal parassitismo e dalla competizione per acqua, luce ed elementi nutritivi. DCT= durata competizione tollerata, periodo in cui la presenza è tollerata. PRAM= periodo richiesto in assenza malerbe, fase finale del ciclo dove lo sviluppo delle infestanti non incide. PC= periodo critico della coltura e non è necessario controllarle. Soglie di intervento: -SEI [soglia economica di intervento, costo del trattamento eguaglia il beneficio del trattamento] -SEO [soglia economica ottimale] Le tecniche che ci permettono di limitarne lo sviluppo sono divise in più categorie. -Le preventive: si aumenta la predisposizione della coltura ad essere competitiva tramite sementi selezionate o CV competitive. -Dirette: agiscono direttamente sul loro sviluppo -Solarizzazione: si sottopone il terreno lavorato, irrigato e pacciamato alla radiazione solare per un numero di giorni. -Pacciamatura: copertura totale o parziale del terreno con materiale opaco per limitare germinazione o sviluppo delle infestanti. -Criodiserbo: effetti delle basse T° -Pirodiserbo: shock termico provocato dal rapido passaggio di una fonte di calore -Cover Crop: colture non redditizie al fine di migliorare le prestazioni dei sistemi. -Diserbante: sostanza di sintesi usata per il controllo delle infestanti. AVVICENDAMENTO: tecnica che prevede alternanza di diverse specie agrarie con l’obiettivo di riequilibrare le proprietà. -Ciclo chiuso per uno schema predefinito che si ripete a cicli poliennali -Ciclo aperto non segue un ordine Parliamo di mono successione se vi è ridotta diversificazione colturale, mono coltura per uniformità al paesaggio e poli coltura rende meno virulenti gli attacchi parassitari. All’interno di questa pratica le colture le classifichiamo in 3 gruppi principali 1- Da rinnovo: a fine ciclo incidono positivamente sulla struttura 2- Miglioratrici: aumentano fertilità 3- Depauperanti: sfruttano elementi nel terreno per impoverirlo Degli errati avvicendamenti comportano un accumulo di tossine, parassiti e impoverimento. Lo schema classico prevede rinnovo (girasole)- miglioratrice (trifoglio)- depauperante (frumento) Mentre la rotazione di Norfolk è una quadriennale [frumento rapa orzo trifoglio]. Il trifoglio si usa per l’enorme quantità di azoto che rendono fertile il terreno; le rape sfamano il bestiame in inverno. Se parliamo di consociazione, ci riferiamo alla combinazione di due o piu specie coltivate su uno stesso terreno, c’è meno spazio per malerbe, miglior qualità, aumento fertilità e ottimizzo il prodotto. POWERPOINT (TERRENO) La mia presentazione tratta le caratteristiche intrinseche ed estrinseche del terreno. Inizierei con il distinguere terreno agrario e suolo, il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre che si è formata attraverso processi fisici, chimici e biologici nel tempo, ed è composto da minerali, SO, acqua e aria ed organismi viventi. Mentre il terreno agrario è più specifico, si riferisce al suolo utilizzato per le attività agricole e per essere definiti tali devono essere coltivabili e fornire le condizioni necessarie alla crescita delle piante. Tornando alla presentazione, comprendere la stratigrafia e la classificazione dei suoli è per noi fondamentale, per gestire le risorse e per poter programmare la produzione. La stratigrafia ci è utile perché suddivide il terreno in orizzonti, strati formati da vari processi di alterazione geologica o climatica, nel corso di millenni. Ma come si è formato il suolo? Tramite un processo di pedogenesi, ovvero si passa da un substrato formato dall’alterazione della roccia madre, ad una seconda alterazione che porta al terreno. Queste alterazioni sono influenzate dalla roccia di origine, dal clima e dalle precipitazioni che accelerano tale processo; dagli organismi che ci vivono, i decompositori, le radici delle piante; e inevitabilmente dal tempo. Questi strati che si formano prendono il nome di orizzonti e hanno proprietà distinte. In superficie abbiamo lo strato organico, consiste di foglie, rametti e piante in decomposizione, è ricco di nutrienti ed è scuro per l’humus. L’orizzonte A è una miscela di SO e minerali, strato arabile poiché il più lavorato ed è molto fertile. L’orizzonte eluviale si forma in situazioni di lisciviazione e trasporto in basso di ferro, argilla. Strato B è di accumulo, ricco di minerali. Lo strato C è composto da roccia non del tutto trasformata ed è di passaggio tra B ed R, il più profondo e non alterato. Qui alcune definizioni, come giacitura del terreno ovvero la posizione rispetto al piano orizzontale, ne influenza drenaggio ed erosione. Può essere piana, in pendenza, ripida. L’esposizione indica la posizione rispetto ai punti cardinali influenzando chiaramente temperature e microclimi. Mentre il colore ci fornisce informazioni sui minerali presenti e sulla fertilità. Colori scuri= molta SO e fertili; Tornando al suolo, è composto da tre fasi, solida liquida e gassosa. Nella fase solida rientrano la frazione minerale (sabbia, limo, argilla e scheletro) e quella organica (SO, humus). Nella liquida troviamo l’acqua del suolo che con gli elementi nutritivi costituiscono soluzione circolante. E la fase gassosa composta da aria tellurica, che scorre nei pori, cruciale per respirazione di radici e organismi. I pori sono quelle cavità tra le particelle solide, che in base alle dimensioni si chiamano macro o micro. Nello specifico la porosità indica il volume complessivo di questi spazi vuoti in %. rapportato al volume totale. La tessitura fa riferimento alle dimensioni delle particelle, la prima distinzione è tra scheletro e terra fine, nello scheletro troviamo pietre >20mm e ghiaia 2-20mm. Nella terra fine quei corpi inferiori a 2mm come argilla, sabbia e limo. La classificazione riguarda la proporzione delle componenti. Dunque sabbioso limoso o argilloso. Il suolo sabbioso è adatto a colture resistenti alla siccità, cactus o patate. Limoso per cereali, ortaggi o frutta, mentre argilloso per colture da suoli umidi e pesanti come il riso. La chimica del suolo ci è poi fondamentale per determinare fertilità [capacità di un terreno di produrre, l’idea di terreno assolutamente fertile non può essere concepita poiché influenzato da molteplici fattori] e capacità di sostenere i processi fisiologici della pianta. Dobbiamo parlare di pH che misura l’alcalinità, la basicità o la neutralità di un suolo. I suoli acidi limitano nutrienti e alcalini carenze. La capacità di scambio cationico è un fenomeno tra fase liquida e solida, dove cationi e anioni tendono a stabilire equilibrio tra le fasi, trattenendo o rilasciando nutrienti. La sostanza organica derivante da decomposizione, migliora a fertilità e fornisce nutrienti.

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