Certificazioni Volontarie di Prodotto (PDF)

Summary

This document is a presentation on voluntary product certifications in the agro-food industry, focusing on food safety, certifications and quality concepts used in Italy. The presentation covers different types of certifications and their relevance with the current consumer market.

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Insegnamento Nutrizione a livello degli alimenti: chimica e tecnologie alimentari Professore Stefania Supino Argomento Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 Stefania S...

Insegnamento Nutrizione a livello degli alimenti: chimica e tecnologie alimentari Professore Stefania Supino Argomento Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 Stefania Supino Indice degli argomenti - Una premessa - Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agroalimentare - Conclusioni Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 2 di 15 Stefania Supino Certificazioni volontarie di prodotto Nell’ambito delle certificazioni di prodotto volontarie, ma non regolamentate, vanno annoverate quegli attestati i cui requisiti tecnici sono stabiliti dall’Ente di certificazione, con il consenso dell’impresa che li adotta. Il loro scopo è la valorizzazione dei prodotti attraverso il riconoscimento di caratteristiche differenti dai prodotti standard. Un tratto distintivo di queste certificazioni è la possibilità di variare i parametri prefissati. I requisiti tecnici possono variare tra i diversi Enti e tra le aziende che ne fanno uso. Ciò che ne deriva è una numerosa varietà di certificazioni, con il risultato, alle volte, di creare confusione e con il rischio di diminuire, piuttosto che aumentare, l’informazione al consumatore finale. Di seguito vengono elencate alcune delle principali certificazioni. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 3 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie di prodotto Le certificazioni di prodotto volontarie e non regolamentate si sviluppano in parallelo al cambiamento delle abitudini di consumo e delle dinamiche evolutive in materia di nutrizione e benessere. Basti pensare che, a seguito del l’avvento di un sempre maggior numero di casi di intolleranze e allergie, il numero dei prodotti certificati – connotati da peculiarità - è cresciuto in maniera esponenziale. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 4 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie di prodotto L'intolleranza al lattosio è determinata da un malassorbimento di uno zucchero contenuto nel latte, il lattosio. Il lattosio non è presente solo nel latte, ma anche nei suoi derivati. In Italia l’Associazione Italiana Latto-Intolleranti Onlus, vista la forte richiesta sociale dovuta alle persone che soffrono di questa intolleranza, ha lanciato nel 2016 il Marchio italiano, europeo ed internazionale che identifica e garantisce i prodotti senza lattosio o senza lattosio, latte e derivati. Il Marchio, denominato Lfree, gestito da Ellefree Srl, si pone l’obiettivo di valorizzare prodotti alimentari, farmaceutici e integratori senza lattosio e/o latte e derivati sul mercato, garantendo al soggetto intollerante al lattosio qualità, sicurezza , affidabilità e una corretta informazione. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 5 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie di prodotto Qualità Vegetariana® è la prima certificazione nazionale dei prodotti vegetariani e vegani, a servizio della competitività delle aziende e della filiera del mercato vegetariano e vegano. Lo standard è riconosciuto e promosso dall‘Associazione Vegetariana Italiana (AVI) e l’uso del marchio da parte di aziende è pertanto subordinato all’ottenimento della certificazione di un Organismo di Certificazione accreditato che attesti la conformità allo standard. I licenziatari potranno così beneficiare di uno strumento di garanzia verso il mercato e i consumatori, in grado di differenziare concretamente i prodotti ricercati dai consumatori vegetariani e vegani. La certificazione Qualità Vegetariana® è applicabile a: tutti i prodotti food che presentino un rischio di presenza di ingredienti di origine animale; i prodotti e manufatti non compresi nella definizione food, che presentino un rischio d’impiego di ingredienti di origine animale; strutture ricettive che assicurano la preparazione di piatti vegetariani / vegani. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 6 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie di prodotto V-LABEL®, dunque, è un marchio internazionale per prodotti/servizi vegetariani e vegani, di proprietà dell'Associazione Vegetariana Italiana (AVI). Il marchio V-Label è assegnato a due diverse categorie di prodotti: - prodotti vegetariani (alimenti con latte, uova o miele) - prodotti vegani / puramente vegetali (alimenti totalmente privi di ingredienti di origine animale). Tale marchio è quindi utilizzabile dalle imprese qualora abbiano l’obiettivo di fornire al consumatore un’identificazione rapida e inequivocabile dei prodotti vegetariani e di quelli puramente vegetali, ma può essere utilizzato anche come strumento per promuovere l’offerta vegetariana/ vegana a livello di gastronomia/ristorazione. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 7 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie di prodotto Friend of the Sea è un’organizzazione non governativa, che si propone come obiettivo la conservazione e la tutela dell’habitat marino. Friend of the Sea è uno schema di certificazione internazionale per prodotti provenienti sia da attività di pesca che da acquacoltura. I prodotti certificati provengono da ogni parte del mondo, e includono le specie più commercializzate, mangimi e prodotti Omega 3 a base di olio di pesce. Questa certificazione consente di dare dimostrazione al consumatore che le attività produttive ittiche vengono effettuate in modo rispettoso dell’ambiente e sta diventando uno strumento importante per essere fornitori di prodotti ittici delle catene distributive italiane e internazionali. Nata nel 2008, è stata adottata da numerosi produttori e trasformatori. Sono 180 i certificati rilasciati ad imprese italiane, che vedono coinvolte organizzazioni della Gdo come Conad, Coop, Despar, Esselunga. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 8 di 15 Stefania Supino Certificazione RSPO L’olio di palma è l’olio vegetale maggiormente prodotto nel mondo, usato sia per l’industria food, che non-food, e gioca un ruolo fondamentale nelle economie dei paesi produttori e nel sostentamento di milioni di persone. Negli ultimi decenni si è avuto un significativo incremento dei volumi produttivi dell’olio di palma con conseguenti impatti ambientali e sociali, principalmente riconducibili a fenomeni di conversione delle foreste, perdita di biodiversità e lesioni dei diritti delle comunità nei suoi maggiori paesi produttori, posizionati nella fascia tropicale. La Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO) è una associazione multi-stakeholder che raccoglie più di 2.400 membri tra produttori, aziende di beni di consumo, grande distribuzione e associazioni ambientaliste. Ha varato uno standard di certificazione internazionale sull’olio di palma sostenibile che disciplina aspetti ambientali, sociali ed economici. La certificazione è rilasciata da un organismo indipendente accreditato secondo un sistema di rilevanza internazionale. L’uso di olio di palma certificato RSPO dimostra l’impegno delle Organizzazioni a mantenere un sufficiente approvvigionamento senza danneggiare le condizioni di vita delle comunità locali e la biodiveristà degli ecosistemi interessati. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 9 di 15 Stefania Supino L’industria italiana, soprattutto in alcuni settori strategici come quello alimentare, rappresenta un’eccellenza in termini di attenzione alle criticità legate alla produzione dell’olio di palma e ambiente. Infatti, nel nostro paese è sorta l’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, costituita a fine ottobre 2015 da un gruppo di Aziende e Associazioni attive in vari settori merceologici nei quali viene utilizzato olio di palma, con l’obiettivo di essere un punto di raccordo utile a promuovere attivamente la cultura della sostenibilità di questo prodotto. Le principali aziende utilizzano già olio di palma certificato RSPO: il settore dolciario, ad esempio, utilizza olio di palma certificato sostenibile RSPO per circa il 70%, con l’obiettivo di giungere al 100% di olio di palma sostenibile entro il 2020. Negli ultimi anni si è fortemente sviluppata l’esigenza di rendere ancora più stringenti le regole per minimizzare gli impatti della produzione dell’olio di palma. In tale contesto , si inserisce ad esempio il Palm Oil Innovation Group (POIG), iniziativa che – partendo dai requisiti di RSPO – mira ad applicare criteri più stringenti a protezione delle foreste e delle comunità. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 10 di 15 Stefania Supino Conclusioni Se è vero che il settore agro-alimentare è un asset strategico per l’economia del nostro Paese, ciò dipende dall’enorme ricchezza delle produzioni che l’Italia è in grado di garantire - sia attraverso il settore primario che mediante quello della trasformazione industriale - ma anche dalla capacità di soddisfare crescenti aspettative di qualità. Le straordinarie performance del made in Italy agroalimentare esprimono la capacità di competere del nostro Sistema-Paese a livello globale - intesa come capacità di creare valore per sé e per i propri stakeholder, con livelli crescenti di affermazione sul mercato - che è strettamente ed univocamente correlata alla sua capacità di produrre e assicurare qualità, nelle diverse e mutevoli forme e modalità. L’assicurazione della qualità al mercato, tramite adeguate forme di verifica ed attestazione della conformità ai requisiti applicabili – ovvero attraverso la certificazione - riveste grande importanza nel settore agro-alimentare, alla luce del carattere primario e diffuso dei bisogni che i relativi prodotti sono chiamati a soddisfare. L’assicurazione della qualità, non costituisce di per sé un fine (che è invece rappresentato dalla realizzazione della qualità), bensì uno strumento inteso ad ingenerare negli stakeholder sufficiente fiducia circa l’effettiva capacità di soddisfazione dei loro bisogni. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 11 di 15 Stefania Supino Le certificazioni volontarie nel settore agroalimentare divengono così, contemporaneamente, mezzo e fine. Sono il mezzo per garantire l’applicazione di norme specifiche che generano qualità legata al processo e al prodotto e, contestualmente, hanno il fine di generare, attraverso la definizione di un rinnovato e ampliato concetto di qualità, anche un più elevato grado di sicurezza dei prodotti alimentari e di soddisfazione del cliente, sempre più attento a nuove dimensioni della qualità, che riguardano anche la sfera ambientale, sociale, religiosa ed etico-sociale. Gli organismi di certificazione svolgono, in tale ambito, un compito rilevante, configurandosi come portatori di una cultura della qualità e della sicurezza attraverso i percorsi di verifica all’interno delle strutture produttive certificate. Le imprese della filiera agroalimentare hanno colto l’importanza di qualificare e differenziare la propria offerta con elementi tangibili e verificabili dal consumatore. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 12 di 15 Stefania Supino La stessa modalità del “fare impresa” nel settore è cambiato: non potendo più operare sul fronte dei costi, ci si è orientati verso la qualità: elemento distintivo di un prodotto che determina la sua capacità di penetrazione commerciale. La qualità, però, non è univoca, ma si evolve nel tempo e nello spazio e pertanto la chiave di volta per rispondere simmetricamente alle richieste della domanda è rappresentata da un’adeguata differenziazione dell’offerta. Tale nuova attenzione alla qualità e alla sicurezza alimentare è alla base del successo economico che il nostro settore agroalimentare sta riscuotendo. L’articolato ed inarrestabile processo volto allo sviluppo della certificazione volontaria che è stato oggetto del nostro modulo ha voluto esplorare il magmatico scenario delle certificazioni volontarie di processo e di prodotto nella filiera agro-alimentare. Esso rappresenta un bagaglio di conoscenze importanti per gli esperti della nutrizione, che devono necessariamente confrontarsi, conoscere e saper gestire gli ambiti e i contenuti collegati alle diversificate forme di certificazione volontaria che connotano l’attuale settore agroalimentare. Ciò alla luce del loro ruolo di all’interno delle interazioni tra produttori, distributori e consumatori, nel quale le certificazioni di qualità costituiscono uno strumento utile ad operare nei molteplici ambiti di attività. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 13 di 15 Stefania Supino Abbiamo analizzato i molteplici Sistemi di Gestione e di relativa certificazione di qualità di sistema - che assicura la capacità di un'organizzazione di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi in modo da riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti e le esigenze della collettività - in un’ottica di miglioramento continuo. È una forma di "assicurazione indiretta" e riguarda, tra gli altri, i sistemi di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001), per l'ambiente (UNI EN ISO 14001), per la sicurezza alimentare (UNI EN ISO 22000), per la certificazione etica (SA 8000). Abbiamo analizzato, inoltre, la certificazione di prodotto, nelle sue multiformi dimensioni, da intendere quale forma di "assicurazione diretta", con cui si accerta la rispondenza di un prodotto ad un ampio ventaglio possibile di requisiti predefiniti. E’ stato, inoltre, evidenziato il nodale ruolo della GDO nelle dinamiche evolutive del settore agroalimentare, come pure i più recenti orientamenti in tema di sostenibilità ambientale, con riferimento all’analisi della piramide alimentare (concetto della doppia piramide alimentare/ambientale), alla tematica dello spreco e delle perdite alimentari, al concetto di «filiera corta» per la valorizzazione della qualità dei prodotti agroalimentari, come pure altri aspetti innovativi che connotano le filiere agroalimentari. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 14 di 15 Stefania Supino Ciò che emerge con prepotenza è la necessità di imprimere maggior slancio alla promozione dello sviluppo delle diverse forme di certificazione applicabili, di prodotto e di processo, fra loro correlate e complementari, con specifico riferimento alla problematiche di sicurezza alimentare, oltre che agli aspetti più ampi, collegati alla affermazione di crescenti livelli di qualità economica, ambientale e sociale, mediante un approccio Triple Botton Line. A tal fine, occorre: valorizzare in modo sinergico gli strumenti cogenti e volontari disponibili; garantire la validità, credibilità ed efficacia dei metodi e procedimenti di certificazione; conferire alle attestazioni di conformità (marchi di qualità) la massima visibilità, anche mediante azioni di sensibilizzazione, informazione e comunicazione, sia nei confronti degli operatori del settore della nutrizione che dei consumatori. Le certificazioni volontarie di prodotto nella filiera agro-alimentare 2 15 di 15

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