La linguistica - Morfologia (PDF)
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G. Berruto, M. Cerruti
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This document provides an introduction to morphology, a branch of linguistics focused on the internal structure of words. It explains the concept of morphological processes and how they alter the meaning and usage of words.
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G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfologi a L’ambito di azione della morfologia è la struttura della parola. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti...
G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfologi a L’ambito di azione della morfologia è la struttura della parola. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica - nozione intuitiva di ‘parola’ (elencare le scandire parola per parola etc.) vedi parole, sillabazione - parola e sintagma: per distinguerli, criterio della “non interrompibilità” → questo bravo ragazzo, quel bel viaggio, ma non *que- ragazzo-sto o *quest-ragazz-o etc. - gli amici dei miei amici sono miei amici: - 8 parole? Parola grafica (spazi bianchi, segni interpunzione, virgolette, apostrofo) - 5 parole? Amici si ripete 3 volte, miei 2. (ricorrenza/occorrenza © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica di parole grafiche) G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La parola È la minima combinazione di elementi dotati di significato (i morfemi) costruita spesso attorno ad una base lessicale Un morfema è l’unità minima di prima articolazione, il più piccolo pezzo significante di una lingua portatore di significato proprio (es. dentale = dent-, -al-, -e) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Lessico: insieme dei lessemi di una lingua - Lessemi presenti nel vocabolario = LEMMI / VOCI ordinate alfabeticamente in base alla forma di citazione. Importante distinzione tra lessema (entità astratta, vd. fonema, morfema, prosodema) e forma flessa (dotata di genere, numero, caso). - Assenza di biunivocità tra parole grafiche e forme, e tra parole grafiche e lessemi: una parola grafica riunisce spesso più di una forma e rimanda a più di un lessema. Esempio: Dei (preposizione articolata) < preposizione semplice di + articolo maschile plurale i; riunisce in sé forme di due lessemi diversi, DI e IL, ma con variazione di DI > de- (nuovo tipo di forma). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Forme flesse di un lessema Forma di citazione: ridurre una parola al LESSEMA di base: gli < IL miei < MIO amici < AMICO sono < ESSERE - lessema: elemento dotato di significato lessicale: amico ‘persona con cui si ha un legame di affetto e amicizia’. Appartiene a una certa classe di parole (nome) ed è rappresentabile da una o più forme (IL: lo, la, gli, etc., ESSERE: sono, sei, saremmo etc.). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Omonimia e lessemi invariabili gli plurale di IL e gli dativo di EGLI sono forme omonime = si scrivono (omografe) e si pronunciano (omofone) nello stesso modo. Parli: indicativo/congiuntivo Dunque: gli è parola grafica che rappresenta due diverse parole grammaticali, che rappresentano due diverse forme flesse di due diversi lessemi. Lessemi invariabili: non hanno forme flesse; tesi, blu, lapis, stranamente, virtù, città, gru etc. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Omonimia nel in ‘negazione’ significante = impossibile, inutile, irriducibile in ‘direzione/dentro’ = immettere, invecchiare, imbucare MA: bar-ista = bar- radice; -ist- suffisso dal valore di ‘persona che svolge un lavoro connesso con…’ / bar-a = bar- radice omonima alla precedente; ametista = -ista stringa di fonemi casualmente omonimi al suffisso -ista. s- in scacciare (‘via da’) è diverso da s- di sfiducia (NEG), scaldare (INGRESSIVO) è diverso da sfortunato (NEG) I morfi sono segni linguistici MINIMI, non ulteriormente scomponibili in costituenti che siano a loro volta dei segni linguistici minimi. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Il morfema è l’unità pertinente a livello di sistema. Il morfo è un morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante, prima e indipendentemente dalla sua analisi funzionale e strutturale. L’allomorfo è la variante formale di un morfema, cioè è ciascuna delle forme diverse in cui può presentarsi uno stesso morfema (buon-o : bon-tà, pied-e : ped-al-e, romp-o : rupp-i) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Suppletivismo: casi in cui un morfema lessicale in certe parole derivate viene sostituito da un altro morfema dalla forma totalmente diversa (e spesso di diversa origine etimologica) ma con lo stesso «significato». (es. acqua e idrico, fegato e epatico, Napoli e partenopeo, cavallo ed equino, avorio ed eburneo etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Anche la relazione tra [s], [z], [ɪz] da una parte e [en] dall’altra può essere vista come una relazione di suppletivismo, come quella tra vad- e and- In bue : buoi; dio : dei etc. c’è una qualche somiglianza fonologica, il suppletivismo è “debole” Il suppletivismo è problematico per il modello a entità e disposizioni. Come impedire, infatti, che si formino forme come **ando e **vadiamo, che corrisponderebbero esattamente a vado e andiamo quanto a combinazione di morfo lessicale e morfi grammaticali? © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ Il suppletivismo è tipico della coniugazione di verbi irregolari, nel cui paradigma compare più di una radice, mentre gli affissi sono quelli tipici della classe flessiva a cui il verbo appartiene. Si veda la coniugazione dell’indicativo presente del verbo andare (con alternanza di radice) con quella regolare del I pers. verbo amare: sing. am-o vad-o II pers. sing. va-i am-i III pers. sing. v-a am-a I pers. plur. and-iamo am- iamo II pers. plur. and-ate am-ate III pers. plur. van-no ama-no © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ In studi recenti si tende invece a come un grado considerare estremo dell’allomorfia. il suppletivismo In italiano si può distinguere una scala di forza crescente del suppletivismo, a un estremo della trasparenti quale stanno(per casi es., i quattro di allomorfia allomorfi determinati da del prefisso negativo in-, im-, ir-, il-, dovuti al processi fonologici produttivi e diverso comportamento della consonante nasale col variare del contesto fonologico: inutile, impossibile, irreale, illogico); © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ all’estremo opposto il suppletivismo forte nel quale si alternano morfemi privi di qualsiasi somiglianza fonologica (sono / fui), passando attraverso fenomeni intermedi in cui la relazione allomorfica si è oscurata, per il motivo che la somiglianza fonologica non è riconducibile a fattori attivi nella sincronia della lingua (per es., fondo → fusi, devo → dobbiamo, dio → dei); per questi fenomeni è stato proposto il termine suppletivismo debole. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ Il suppletivismo è un fenomeno che caratterizza le lingue appartenenti al tipo morfologico fusivo o flessivo, a cui appartiene l’italiano. È dunque comune anche nelle altre lingue romanze. Si confronti, per es., la prima persona singolare del presente, passato remoto e futuro dell’indicativo del verbo andare in italiano, e i verbi corrispettivi in francese (aller), spagnolo e portoghese (ir): presente futuro passato remoto italiano vado andrò andai francese vais irai allai spagnolo voy iré fui portoghese vou irei fui © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica https://www.treccani.it/enciclopedia/suppletivismo_(Enciclopedia-dell'Italiano)/ © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Tipi di morfemi 1. Classificazione funzionale In base alla funzione dei morfemi, al valore che recano nel contribuire al significato delle parole 2. Classificazione posizionale In base alla posizione che i morfemi assumono nella parola e al modo in cui contribuiscono alla sua struttura © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica 1.Classificazione funzionale © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica In italiano le cosiddette parole funzionali (gli articoli, i pronomi personali, le preposizioni, le congiunzioni) difficilmente sono identificabili come morfemi lessicali o grammaticali. Una distinzione, che mal si adatta all’italiano e bene all’inglese, è quella tra: morfemi liberi = morfemi lessicali (boy, cat, run, sun) morfemi legati = morfemi grammaticali (-s, -en, -er) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfemi liberi/legati Morfema = iposema (Lucidi), corrisponde al glossema di Hjelmslev e al monema (Martinet) = monemi lessicali (semantemi) vs monemi grammaticali (morfemi) Morfemi liberi = quelli che da soli possono costituire una parola. Esempio: blu, gru, tra, perché etc. Morfemi legati = non occorrono mai isolatamente se non in contesti metalinguistici (bell-, giall-, can-, -ità, -os-, (a)zion- etc.). Morfemi semi-liberi = parole funzionali (parole vuote = articoli, pronomi personali, preposizioni, congiunzioni, che formano classi grammaticali CHIUSE ma che per certi versi sono scomponibili in morfemi: un-o per commutazione con un-a, t-u per commutazione con t-e, t-i, del(l)-a/del(l)-e etc.) In inglese le forme singolari sono monomorfemiche, le plurali bimorfemiche = morfo libero + morfo legato di plurale. In italiano, invece, sono bimorfemiche sia le forme del singolare sia quelle del plurale. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La derivazione dà luogo a parole regolandone i processi di formazione; agisce prima della flessione = è un sistema di «costruzione» di parole. Non è obbligatoria. La flessione dà luogo alle forme di una parola regolandone il modo in cui si attualizzano nelle frasi; è obbligatoria; i morfi flessionali si collocano alla fine. Derivazione e flessione costituiscono i due grandi ambiti della morfologia. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica 2. Classificazione posizionale Affissi Prefissi (in-utile, dis-abile, pre-meditare etc.) Suffissi (cambi-ament-o, ir-raggiung-ibil-e etc.) Infissi (lat. rumpo ‘rompo’ vs. rupi ‘ruppi’, gr. lambánō presente vs. aoristo élabon, it. cuor-ic-in-o, camp-ic-ell-o: o, in italiano, «interfissi ante-suffissali»?) Circonfissi (ted. sag-en ‘dire’ : ge-sag-t ‘detto’ etc.) Transfissi (arabo ktb ‘scrivere’, da cui kitab ‘libro’, kutub ‘libri’, katib ‘scrittore’ etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfemi lessicali (più numerosi) e morfemi grammaticali (numericamente più ridotti) Suffissi e prefissi = esprimono un tipo di significati a metà strada tra quello generale dei tratti morfosintattici e quello particolare dei valori lessicali (ante-, circum-, mega-, micro-, ile ‘rifugio per animali’ etc.). Formazione di nuove parole/lessemi: avviene per composizione (unione di due lessemi già esistenti) e per derivazione (formazione di lessemi tramite morfemi grammaticali) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Altri tipi di morfemi Sostitutivi (foot : feet, goose : geese), dove il valore PLUR è reso dalla modificazione della vocale della radice = assimilazioni di elementi non contigui (a distanza) → metafonesi/metafonia = una vocale all’interno si modifica per effetto di una vocale finale. (cfr. Proto-Germ. sing. *fōt-s > ingl. foot, ted. Fuss, ma Proto-Germ. plur. *fōt-iz > ingl. feet, ted. Füße) Zero (cf. plurali invariabili come città, gru, blu, sheep: valore del plurale non marcato nella forma fonica) Ø Soprasegmentali – superfissi/sopraffissi (cf. inglese = [‘ɹɛkɔd] ‘registrazione’ : [ɹı’kɔd] ‘registrare’, ital. càpitano, capitanò, capitàno etc.), cf. prosodemi. Cumulativi ----> Amalgama (bell-o, pulchras puellas, bonorum, francese preposizione articolata au ‘al’ [o] = à ‘a’ + le ‘il’ etc.) Processi morfologici attraverso cui si manifesta la morfologia delle lingue: la reduplicazione (indonesiano anak ‘bambino’ : anak anak ‘bambini’, samoano moe ‘dorme’, momoe ‘dormono’) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfo zero Si «realizza» quando una distinzione obbligatoriamente marcata nella grammatica di una certa lingua viene eccezionalmente a non essere rappresentata in alcun modo nel significante = plurali invariabili in lingue che abbiano normalmente la marcatura del numero (sheep : sheep) In italiano il plurale non è aggiuntivo, dunque non è dato da un morfo che si aggiunga al singolare come in inglese, ma è dato da alternanza delle desinenze: solo nei casi delle parole invariabili come città : città, si potrebbe parlare di morfo zero per la categoria generale del numero (che non si realizza neppure nell’alternanza desinenziale) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfo zero in latino Exul (nominativo singolare) rispetto a exul-is (genitivo singolare), exul-i (dativo singolare), exul-em (accusativo singolare) etc. Il nominativo corrisponderebbe al puro tema, privo della segnalazione della funzione di nominativo. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfo zero in russo © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Morfoma Cf. allomorfia radici lessicali (vad-/and-; ven-/vien-/veng-/verr- /; finis[k]-/fin-/finis[ʃ]- etc.) Morfoma = Entità, priva di forma fonologica concreta e con un significato esclusivamente morfologico, senza controparte semantico-funzionale (cf. il problema della ‘morfematicità’ delle vocali tematiche). Si tratta di una ‘regolarità strutturale astratta, schema ricorrente all’interno di paradigmi morfologici. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica “Sinonimia” tra morfemi = allomorfia cat : cats = [kɑ:t] : [kɑ:ts] [s] room : rooms = [ɹu:m] : [ɹu:mz] [z] fish : fishes = [fɪ:ʃ] : [fɪ:ʃɪz] [ɪz] I tre morfi di plurale sono sinonimi nel significato ma diversi quanto a significante. Sono in distribuzione complementare. Tale proprietà è comune agli allofoni di uno stesso fonema (ad esempio: [‘anatra] : [‘aŋgolo] : [aɱ’fibjo]). Sono realizzazioni diverse di uno stesso morfema, dunque ALLOMORFI © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica I morfemi derivazionali Mutano il significato della base a cui si applicano modificando la classe di appartenenza della parola e la sua funzione semantica, o sfumandone il senso (es. da dormire, dormitorio). Essi permettono inoltre la formazione di un numero teoricamente infinito di parole a partire da una certa base lessicale: una famiglia di parole (o famiglia lessicale). Vedi pagina 108 famiglia a base socio- © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La vocale tematica mangiare, vedere, partire -abil-, -ibil-, -ubil- (suffissi che creano aggettivi deverbali con valore potenziale) cambi-ament-o, cambia-ment-o, o cambi-a-ment-o? am-abil-e, ama-bil-e, o am-a-bil-e? Il «significato» della vocale tematica è del tutto «esteriore», indica l’appartenenza di una forma a una determinata classe di forme della lingua (a = verbo di I coniugazione etc.) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Suffissoidi (es. sociologia, termo metro, aracno fobia) Prefissoidi (es. cronometro, psicoterapia, zoomorfo) Parole composte (es. portacenere, cassapanca, capotreno) Unità lessicali plurilessematiche/polirematiche (es. essere al verde, al punto da, a furia di, sul punto di, porca miseria + cf. dopo) Unità lessicali bimembri (es. ufficio concorsi, nave scuola, sedia elettrica) = intermedie tra parole composte e unità plurilessematiche (graficamente separati nello scritto) Sigle o acronimi (es. CGIL, TFR, SMS) Parole macedonia (es. ristobar) Due neologismi hanno riscontrato più fortuna degli altri, entrambi formati dalla crasi di due parole. Ci si riferisce a: utonto (da utente+tonto) e webete (da web+ebete). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Plurale dei composti 1) plurale interno, che coinvolge il primo costituente = capistazione 2) plurale esterno, alla fine della parola = roccaforti 3) un doppio plurale = mezzelune 4) forme invariabili = i battiscopa Non mancano i casi in cui uno stesso composto presenta nell’uso comune più di un tipo di plurale: i caporedattori, i capiredattori, i fermacravatta, i fermacravatte © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica La formazione delle parole: cenni su composizione con elementi nativi A differenza dei derivati, le parole composte sono costituite da DUE morfemi lessicali (pettirosso, capostazione, cassapanca) In inglese le parole semplici sono in genere monomorfematiche, e i composti che le contengono, al singolare non presentano flessione. In italiano le parole semplici sono in genere bimorfematiche (base lessicale e morfo flessivo): le parole composte sono dunque formate da due basi lessicali. In russo le basi lessicali che compongono il composto sono raccordate da un linking element, solitamente una vocale (o/e) → ognetušitel’ (fuoco + spegnitore); anche in tedesco, cf. casi come Liebe-s-Brief ‘lettera d’amore’ (amore + lettera), Tag-e-buch ‘diario’ (giorno + libro) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Le polirematiche rappresentano un’unica unità di significato, non corrispondente alla semplice somma dei significati delle parole componenti. gatto selvatico non è un gatto «selvatico» ma una particolare specie di gatto. Gatto delle nevi non ha nulla a che vedere con i felini. Fare il bucato non significa ‘fare/costruire il bucato’, luna di miele non è una ‘luna al sapore di miele’ Tra le polirematiche rientrano i verbi sintagmatici (andare via, buttare giù etc.) e i binomi coordinati (sale e pepe, anima e corpo, usa e getta, bread and butter) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Esempi di unità plurilessematiche ( = polirematiche) = locuzioni idiomatiche a caldo, in proprio, sulla carta, a prezzo di costo, bene o male, porta a porta, su per giù, così così, via via, terra terra, papale papale, acqua e sapone, andata e ritorno, riguardo a, fermo restando che, mamma mia, madonna santa, buonanotte al secchio, alla faccia del ladro, in bocca al lupo, per amor di Dio, apriti cielo, per fortuna, porca miseria, santo cielo, nonostante che, sta di fatto che… © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Polirematiche = unità costituite da più elementi autonomi, dotate di significato unitario: ferro da stiro, battello a vapore, scala mobile, luna di miele etc. La preposizione aiuta a classificare una entità di questo tipo come polirematica. Più complesso il caso di scala mobile (molto simile a cassaforte = N + A) Non è semplice operare un discrimine tra la giustapposizione di composti formati da due nomi giustapposti o da un nome e un aggettivo = torta gelato vs pianoterra / caschi blu vs camposanto © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Si è detto che le polirematiche presentano una particolare coesione strutturale e semantica. Infatti esse: (a) non ammettono la sostituzione sinonimica dei costituenti interni (camera a gas → * stanza a gas) o la variazione per via di flessione, sia per quanto riguarda gli elementi che non sono testa del sintagma (fare acqua → *fare acque; gioco di carte → *gioco di carta), ma anche per lo stesso elemento testa (alte sfere → *alta sfera); (b) non possono essere interrotte con l’interposizione di altre parole (casa di cura → *casa spaziosa di cura, luna di miele → *luna fantastica di miele); (c) non permettono ➔ dislocazioni (permesso di soggiorno → *è di soggiorno quel permesso? *È di miele quella luna?) o altri cambiamenti nell’ordine delle parole (alti e bassi → *bassi e alti, andata e ritorno → *ritorno e andata); (d) non consentono di pronominalizzare uno dei costituenti interni (prestare attenzione → *che cosa hai prestato? attenzione; cartone animato → *quelli animati sono i cartoni che mi piacciono di più). Queste restrizioni non sono categoriche, bensì rappresentano solo tendenze. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Differenza FORMALE tra parole composte, unità lessicali bimembri, polirematiche Parole composte = unite nella grafia (sordomuto, cassapanca, capotreno, scolapasta) ULB (sintagmi?) = separate nella grafia, giustapposte, al massimo separate da un trattino (ufficio-concorsi, sedia elettrica, nave scuola, produzione scarpe, parola chiave) Polirematiche = separate nella grafia, sintagmi fissi (cf. phrasal verbs in inglese): buttare giù (due righe), andare via (allontanarsi), come across ‘imbattersi, incontrare’, fill in ‘compilare’, gatto delle nevi, ferro da stiro. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Differenza SEMANTICA tra parole composte, unità lessicali bimembri, polirematiche La semantica delle parole composte è data dalla somma della semantica delle parole che le compongono (cassaforte = ‘cassa che è forte’), MA, attenzione, non grattacapo La semantica delle ULB (sintagmi?) è quella della parola presa nella sua interezza: parola chiave (sign.to letterario!) ‘parola che identifica al meglio il significato del testo in cui è inserita’, scuola guida ‘insieme di lezioni pratiche e teoriche per l’apprendimento della guida di autoveicoli e il conseguimento della patente’ La semantica delle unità lessicali plurilessematiche (polilessematiche, plurilessicali) = polirematiche è quella della parola presa nella sua interezza, non della somma dei significati delle componenti, non può essere del tutto letterale: essere al verde = rimanere senza un soldo, passare la notte in bianco = ‘senza dormire’, vedere rosso ‘essere molto arrabbiato’, vuotare il sacco ‘rivelare un segreto’, sedia a rotelle, fare fagotto etc. Tuttavia, attenzione a casi più trasparenti come casa dello studente, carta di credito © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica 1) Secondo alcuni autori (pagina 112 manuale) le parole composte e ULB sarebbero la stessa cosa 2) Come si è visto nella precedenti slide, però, le somiglianze (sia formali sia semantiche) tra ULB e polirematiche sono molte A mio personale parere, opererei una sola suddivisione, a livello di base, tra parole composte e polirematiche (e, in queste ultime, farei rientrare le ULB) 3) Chiamerei ULB e polirematiche come PAROLE COMPLESSE o PAROLE COSTRUZIONALI, sulla scia di R. Simone (2013: 79) 4) Oppure, considererei le ULB come dei casi particolari (soprattutto quanto a semantica) dei composti 3) Tuttavia le ULB sono formate da 2 membri, cosa che risolve il «problema» Mediante un’analisi di tipo «scalare» (condivisione di tratti) sarebbe forse possibile valutare l’appartenenza categoriale © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica PARASTINCHI, APRIBOTTIGLIE : LUNA DI MIELE, MULINO A VENTO A METÀ: LE UNITÀ LESSICALI BIMEMBRI (NOTIZA BOMBA, SALA- COMPUTER, CARRO MERCI, ACQUA SANTA, NOTTE BIANCA) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Alcuni acronimi sono diventati nel tempo desueti, soprattutto nel contesto geografico italiano; altri si sono sedimentati al punto da diventare veri e propri prestiti linguistici. L’esempio per eccellenza è fornito dal famoso acronimo inglese LOL, il quale, a seguito di un adattamento linguistico di tipo morfologico, attraverso il suffisso in -are, proprio dei verbi italiani di prima coniugazione, ha dato origine al verbo lollare, con il significato di ‘ridere molto’. È interessante notare la formazione di alcuni acronimi, come CU, oppure CUL8R, i quali si basano sulla riproduzione fonica dei caratteri. Non si tratta dunque di semplici “sigle”, costituite dall’accostamento delle lettere inziali di ogni parola, ma di espressioni realizzate tramite l’unione della lettura fonica dei singoli caratteri (persino di numeri, in specifici casi). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Suffissazione e prefissazione (studiare bene ¶ pagina 114) Alterazione ----> aggiunta di un valore valutativo, tramite suffissi, alla base lessicale (es. gattino, finestrella, librone, amorazzo, robaccia, biancastro) Conversione (derivazione zero) ----> coppie di parole aventi la stessa radice lessicale ed entrambe prive di suffisso fra le quali, in termini meramente derivazionali, non è possibile stabilire quale sia la parola primitiva e quale la derivata (es. giocare, gioco, fiorire, fiore, cambiare, cambio, stancare, stanco). Se verbo-nome, la base è il verbo (nome= atto del X); se aggettivo-verbo, la base è agg. (verbo = azione di assumere lo stato di X) Verbi parasintetici: ab-bell-ire, in-arid-ire, ab-botton-are = verbi formati con prefissazione e conversione, generalmente da basi aggettivali © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Esempi di scomposizione morfologica Bar-ist-a Im-poss-(i)bil-e Psico-logic-(a)mente E-vas-ion-e Attrezz-(a)tur-a Con-soci-(a)bil-ità A-sintom-(a)tic-o Dis-educ-(a)tiv-o © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Esempi di scomposizione morfologica tirann-eggi-are, tron-eggi-are salum-eri-a, argent-eri-a occhi-at-a, stupid-at-a, fiaccol-at-a pattin-aggi-o, salv-at-aggi-o giorn-al-ai-o, san-it-ari-o, ferr-ai-o ri-abil-it-are, re-invest-ire americ-an-o, shakespear-ian-o © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica tendenzioso, che deriva da tendenza, che a sua volta viene dal latino tendentia (per il suffisso -enza: https://www.treccani.it/vocabolario/enza/#:~:text=%2D%C3%A8nza%20%5Blat.,%3A%20decenza%2C %20pazienza%2C%20prudenza), che a sua volta deriva dal participio latino del verbo tendere (tend-ent-). La di -enzi-, dunque, è un relitto di questa situazione antica, dal suffisso -entia-. Quindi: tend-enzi-os-o. - riallineamento: ri-alline-ament-o (se vogliamo prescindere un po’ dalla storia della parola), oppure ri-al-line-ament-o (se vogliamo mostrare che allineare, a sua volta, deriva da ad + linea > allinea- per assimilazione). La vocale tematica di -ament- possiamo eventualmente anche metterla a parte -a-ment-. © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica ILLEGALE in IL-LEGAL-E o IL-LEG-AL-E? Nonostante, infatti, esistano parole come LEGIFERARE, LEGISLAZIONE, LEGISLATIVO, LEGISLATORE (tutte con affricata!) etc., si tratta sempre di parole in cui il LEGIS iniziale rappresenta la cristallizzazione di un antico genitivo singolare di LEX (LEGIS, appunto): il legislatore era il LEGIS (della legge) LATOR (portatore) e così via. Dato che però ormai questo genitivo non esiste più né è percepito dal parlante, LEGISLATIVO (che per di più deriva a sua volta dal francese) sarà scomponibile in LEGISL-ATIV-O e LEGISLAZIONE in LEGISL-AZION-E, LEGIFERARE in LEGIFER-ARE (perché esiste legifero, legiferi etc.), LEGISLATURA in LEGISL-A-TUR-A. Certo è che la base *LEGISL- è una segmentazione errata dell'originario latino (in italiano non esiste un *LEGISLARE). Più problematico ancora LEGISLATORE (perché esiste anche legislatrice). Sicuramente diacronicamente LEGIS-LATOR, ma poi rianalizzato dai parlanti come LEGISL-A-TOR-E, sulla base del suffisso -(A)TOR. Nella coscienza del parlante SINCRONICO non è più percepibile il confine morfologico tra LEGIS- e LATOR, e le parole simili hanno subito RIANALISI in *LEGISL- seguito da vari affissi. Per quanto riguarda LEG in ILLEGALE rispetto a LEGG- nella parola LEGGE si potrebbe pensare a una diversità della consonante finale di radice dovuta alla presenza della vocale palatale (che genera una affricata) o della vocale bassa centrale (che genera una velare). Dunque a una allomorfia foneticamente condizionata. Dipende, in sostanza, se ragioniamo sulla base sincronica e di produttiviità (nella mente del parlante) dei morfi o su una base diacronica. Si tratta, peraltro, di termini tipici di un linguaggio specialistico-settoriale come quello giuridico, dunque intriso di "antichità". © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Cf. anche razion-al-e, razion-al-ità, ir-razion-al-ità rispetto a ragion-e, ragion-evol-e, ragion-evol-ezz-a, ir-ragion-evol-ezz-a - razion- base latina (trafila dotta) da ratio, rationis (e dunque rationem) - ragion- base di trafila popolare Ma raziocinio < lat. ratiocinium (da cui ratiocinari) < ratio + cinari (per canere ‘cantare, far conoscere’) Cf. i derivati raziocin-ant-e, raziocin-are © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Categorie grammaticali Morfologia nominale: genere numero caso grado definitezza possesso © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Categorie grammaticali Morfologia verbale: modo tempo aspetto diatesi persona © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Categorie lessicali o parti del discorso nome, o sostantivo aggettivo verbo pronome articolo preposizione congiunzione avverbio interiezione © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Due diversi modi di funzionamento della morfologia flessionale: La flessione inerente riguarda la marcatura a cui viene assoggettata una parola in isolamento, a seconda della classe di appartenenza, per il solo fatto di essere selezionata nel lessico e comparire in un messaggio. La flessione contestuale è quella che dipende, appunto, dal contesto: specifica una forma e seleziona i relativi morfemi flessionali in relazione al contesto in cui la parola viene usata, dipendendo quindi dai rapporti gerarchici che si instaurano fra le parole all’interno della frase (l a tort a è buon a) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Forme flesse contestuali Non esiste un termine che denomini le diverse forme di uno stesso lessema che non differiscono quanto ai significati grammaticali che esprimono, ma solo per il contesto fonologico/sintattico, ma nel libro si userà la parola “forma contestuale” di un lessema: dunque, de- in dei è forma contestuale del lessema DI nelle preposizioni articolate, a è la forma contestuale dell’articolo indeterminativo inglese davanti a consonante. Dunque: il, lo, l’ = forme flesse contestuali del lessema IL (e non forme flesse diverse in quanto portatrici di significati grammaticali diversi come amico/amici). © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Proprietà del lessema o delle forme flesse Belle: aggettivo qualificativo femminile plurale Casa: genere femminile come proprietà dell’intero lessema Belle: aggettivo qualificativo come proprietà dell’intero lessema MA il genere femminile è una proprietà delle forme flesse. Mangiano: informazione che riguarda l’intero lessema = VERBO/TRANSITIVO; informazioni sulla specifica forma flessa = terza persona plurale presente indicativo © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica G. Berruto, M. Cerruti La linguistica Accordo e reggenza Accordo = Tutti gli (o alcuni) elementi suscettibili di flessione all’interno di un certo costrutto prendono le marche (i morfemi congruenti) delle categorie flessionali per le quali è marcato l’elemento a cui si riferiscono o da cui dipendono. Accordo tra verbo e soggetto e fra i diversi componenti di un sintagma Reggenza = il processo mediante il quale un verbo assegna il caso al suo complemento (in italiano il rapporto tra verbo e preposizioni = riguardo a, avvalersi di, contare su, parlare di, mit mir, ohne dich) © 2017 Berruto, Cerruti, La linguistica