Figure Storiche Sarde del XVI Secolo PDF
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This document provides biographical information on several historical figures from 16th-century Sardinia, including Sigismondo Arquer, Julia Carta, Antonio Angelo Carcassona, and Catalina Lai. The text details their lives, highlighting their roles in society and the challenges they faced, specifically in relation to religious persecution and the Inquisition. These individuals' stories offer insights into 16th-century Sardinian life and culture.
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# Sigismondo Arquer Nato a Cagliari nel 1530 da una famiglia della piccola nobiltà d'Aragona, si laureò a Pisa e a Siena in diritto civile, canonico e in teologia. Tornato in Sardegna ricoprì vari incarichi di prestigio. Nel 1549 parte per la Germania dove lavorò a diverse opere. Nel 1550 arriva a...
# Sigismondo Arquer Nato a Cagliari nel 1530 da una famiglia della piccola nobiltà d'Aragona, si laureò a Pisa e a Siena in diritto civile, canonico e in teologia. Tornato in Sardegna ricoprì vari incarichi di prestigio. Nel 1549 parte per la Germania dove lavorò a diverse opere. Nel 1550 arriva alla corte di Filippo, re di Spagna, svolse il ruolo di avvocato fiscale del Consiglio d'Aragona e fu spedito in Sardegna, dove erano in corso una faida tra il viceré Antonio de Cadorna e l'inquisitore Andrea Sanna inimicandosi entrambe le fazioni. Ad Andrea Sanna successe Diego Calvo, spietato e fanatico antiluteranista, credeva che i sardi che avessero studiato all'estero fossero stati contaminati dalle teorie eretiche di Lutero. Prese di mira Arquer, creò molte accuse e testimonianze contro di lui e insistette molto il tribunale di Toledo per ottenere giustizia, visto che Sigismondo si era trasferito lì da alcuni anni intuendo di avere molti nemici nell'isola. Il 10 agosto 1563 venne arrestato, tentò una disastrosa fuga e subì la tortura, non finalizzata tanto a capire se fosse innocente ma per ottenere altri nomi da poter perseguitare. Non parlò e non confessò, e il 4 giugno 1571 morì sul rogo. # Julia Carta Julia Casu Masia Porcu nacque a Mores nel 1561 da una famiglia molto umile, per cui crebbe in condizioni di povertà e analfabetismo. Da sua nonna imparò tecniche e pratiche magiche, come riconoscere le piante e i loro effetti, imparò a recitare delle formule, a preparare amuleti e unguenti curativi. Tutto il paese conosceva i suoi poteri e in tanti si affidavano a lei ma era allo stesso tempo una figura scomoda che suscitava invidia, odio e a volte timore. Per questi motivi venne denunciata al parroco del paese. Venne accusata di affermazioni eretiche e pratiche magiche e nell'ottobre del 1596 venne arrestata e portata nelle carceri di Sassari, dove venne sottoposta a tortura. Solo per sfuggire alla tortura Julia si dichiarò colpevole. Fu costretta a fare pubblica abiura nella cerimonia dell'autodafé, dove indossò il sambenito, un abito simbolo della penitenza. Tale abito venne esposto in chiesa come monito, ma in seguito sparì e non fu più ritrovato. Venne poi condannata a tre anni di prigionia e al sequestro dei beni. Julia venne processata un'altra volta nel 1604, riuscì nuovamente a scampare alla morte ma le carte processuali si fermano qui non consentendo di stabilire quale fu la condanna definitiva. # Antonio Angelo Carcassona Antonio Angelo Carcassona era un giurista e teologo di origine ebraica nato ad Alghero nel XVI secolo. Proveniva da una famiglia influente della comunità ebraica locale, i Carcassona, che si erano convertiti al cristianesimo dopo l'editto di espulsione degli ebrei dai domini spagnoli nel 1492. Questa famiglia era nota per la sua ricchezza e il suo ruolo prominente nella vita economica e sociale di Alghero durante il periodo aragonese. Angelo Carcassona studiò diritto presso le università di Bologna e Roma, conseguendo il titolo di dottore in diritto civile e canonico. Dopo la sua formazione, tornò in Sardegna e assunse un ruolo pubblico, ma le sue opinioni teologiche anticonformiste e le accuse di immoralità personale lo portarono sotto il mirino dell'Inquisizione spagnola. Tra le accuse rivoltegli vi erano l'interpretazione eterodossa della Bibbia, l'affermazione della superiorità del popolo ebraico e la convivenza con una donna nonostante fosse sacerdote. Nel 1561 fu processato dal tribunale dell'Inquisizione di Sassari, che confiscò i suoi beni e lo incarcerò. Tuttavia, riuscì a fuggire a Roma, dove cercò di ottenere un processo più equo e la restituzione dei suoi beni. Questo generò un conflitto di giurisdizione tra i tribunali di Roma e Sassari, che non fu risolto fino alla sua morte nel 1597. # Catalina Lai Catalina Lai era una levatrice di Seui, un piccolo paese della Sardegna, vissuta nel XVI secolo. Era una levatrice, con conoscenze di erboristeria e capace di creare rimedi naturali tramandati di generazione in generazione. Nel 1583 fu accusata di stregoneria dall'Inquisizione: si diceva che usasse il sangue e il grasso dei neonati per creare unguenti magici, una delle imputazioni più comuni verso le levatrici. Non è chiaro se le accuse fossero basate su maldicenze o superstizioni, ma la sua figura suscitava paura e invidia in un'epoca in cui ogni deviazione dalla norma era interpretata come un pericolo per l'ordine religioso. Processata a Sassari, Catalina fu condannata a sei anni di carcere, 200 frustate e alla confisca dei beni. Durante l'auto-da-fé, la cerimonia pubblica di riconciliazione con la Chiesa, fu costretta a confessare i suoi presunti crimini e a indossare il sambenito, un abito penitenziale che la identificava come strega agli occhi della comunità. Non si sa cosa sia successo a Catalina dopo la condanna. È possibile che sia morta in carcere, ma la sua storia è sopravvissuta nel tempo, e oggi è ricordata nel museo "Sa Omu de sa Maja" a Seui, che conserva memorie delle tradizioni magiche e del complesso rapporto tra superstizione e religione in Sardegna.