Storia, Guerre e Crisi Economiche PDF 1989-1991-1993

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University of Brescia

2021

Sergio Vergalli

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history political science economic history

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This document is a lecture from the University of Brescia. It discusses historical events, wars, and economic crises. The document is part of a course on history focused on the years 1980-1993, starting with the Sputnik launch.

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Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca 19 gennaio Vergalli 2021 - Lezione 1 Dal 1980 al 1993 Sergio Vergalli [email protected] Vergalli - Lezione 1 4-5 ottobre...

Storia, Guerre e Crisi Economiche Sergio Vergalli [email protected] Istituto Perlasca 19 gennaio Vergalli 2021 - Lezione 1 Dal 1980 al 1993 Sergio Vergalli [email protected] Vergalli - Lezione 1 4-5 ottobre 1957 – Sputnik – «Compagno di viaggio» ARPA ARPANET è stato uno degli esempi di maggior successo di investimenti governativi sostenibili nelle infrastrutture La volontà del Governo di sostenere il progetto rifletteva il clima della Guerra Fredda di quel periodo. Nell’ottobre 1957 l’Unione Sovietica lancio lo Sputnik, sollevando il timore degli Stati Uniti che l'abilità degli Stati Uniti nella scienza e nella tecnologia di difesa fosse a rischio In risposta, il Presidente Eisenhower ha dato priorità alla ricerca e allo sviluppo, dando vita nel 1958 all'istituzione dell'Advanced Research Project Agency (ARPA) all'interno del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ARPANET ARPANET ("Advanced Research Projects Agency NETwork«) ➔ rete di computer studiata e realizzata nel 1969 dall’ARPA, responsabile dello sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare di cui anche gli universitari potevano fare uso. Da questa rete, creata per collegare due università americane e utilizzata solo in seguito a scopi militari, si originò a partire dal 1983 Il primo router di Arpanet, il BBN Interface Message l'attuale rete Internet. Processor (IMP), del 1969 ARPANET A differenza della rete telefonica pubblica commutata finanziata privatamente, ARPANET è stata finanziata pubblicamente attraverso l'ARPA per un importo di 833 milioni di dollari in quattro anni L’obiettivo era migliorare la produttività e l'innovazione consentendo una maggiore condivisione delle risorse Era il 1971 quando un programmatore americano, Ray Tomlinson, inviò la prima email della storia da un laboratorio americano del Massachusetts. L’inventore dell’email lavorava allora per la Bolt Beranek and Newman (Bbn), la compagnia che nel 1969 aveva sviluppato ARPANET TAT8 Il processo della UE - Euro-pessimism, 1973-1986 - Political shocks: ‘Luxembourg Compromise’ + enlargement = decision-making jam; Plans for extensive economic integration promised postponed. - Economic shocks: Bretton Woods falls apart, 1971-1973 (Vietnam War); Failed EEC monetary union; 1973 and 1979 oil price shocks with stagflation (Yom Kippur War and Iranian Revolution); Introduction of ‘technical barriers to trade’ (TBTs) as substitute for tariffs. - Bright spots: Democracy in Spain, Portugal and Greece lead to their accession; EMS (European Monetary System) set up in 1978 works well; Merger Treaty (1965) and direct election of EU Parliament (1979). I primi passi dell’integrazione europea Il diplomatico francese Jean Monnet (1888-1979) fu uno degli artefici dell’unità europea. La sua visione dell’integrazione è detta FUNZIONALISTA perché, contrariamente ai federalisti, intuiva che sarebbe stato impossibile prescindere, almeno in un primo tempo, dai ruoli dei vecchi stati nazionali. Bisognava, quindi, integrare le economie, le società e i sistemi politici europei per APPROSSIMAZIONI SUCCESSIVE, preparando con gradualità il terreno su cui erigere la «casa comune». «Noi non coalizziamo Stati, ma uniamo uomini» soleva dire. Il 9 maggio del 1950 il ministro degli esteri francese Robert Schuman propose di porre la produzione francese e tedesca del carbone e dell’acciaio sotto il controllo di un’organizzazione comune, di cui avrebbero potuto far parte anche altri stati europei. Comunità europea del carbone e dell’acciaio 8 aprile 1951: a Parigi i rappresentanti di Francia, Germania federale, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo firmarono il TRATTATO che istituì la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio). I maggiori paesi produttori di carbone ed acciaio decisero di non competere, ma di cooperare per rendere disponibili a prezzi contenuti materie prime e fonti di energia decisive per lo sviluppo europeo, nel momento in cui il PIANO MARSHALL stimolava le economie in via di ricostruzione. La Gran Bretagna (dove nel 1951 i conservatori erano tornati al governo) decise, per il momento di restare fuori dal trattato, pensando di poter svolgere ancora un ruolo autonomo come punto di congiunzione fra Usa, Europa continentale e Commonwealth, prospettiva che si rivelerà illusoria, dato il «duopolio» della forza russo/americano. La Ced (Comunità europea di difesa) 1950-1953: guerra di Corea Nel 1950 Monnet suggerì la possibilità di costituire un «esercito europeo». 30 Agosto 1954: il Parlamento di Parigi bocciò il trattato per la Ced, sotto la pressione congiunta dei nazionalisti di De Gaulle e dei comunisti. L’ipotesi di passare subito dalle posizioni «funzionaliste» a quelle federaliste crollò e il processo d’integrazione conobbe una battuta d’arresto. La difesa dell’Europa occidentale verrà affidata alla Nato, ovvero agli Stati Uniti; gli europei ebbero più risorse da destinare alla ricostruzione ed allo sviluppo. 1966: il generale De Gaulle portò la Francia fuori dall’organizzazione militare del Patto atlantico e per dotarla di una forza nucleare autonoma, senza peraltro che nessuna vera alternativa al primato militare degli Usa prendesse forma. I trattati di Roma 1956: i governi degli stati aderenti alla Ceca avviarono trattative per costituire altre due comunità: Il 25 marzo 1957 nacquero, con i TRATTATI DI ROMA, la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e la Comunità economica europea (CEE) che cominciarono la propria attività il 1° Gennaio 1958. La prima stabiliva norme comuni per produrre ed usare energia atomica, la seconda mirava, invece, a creare un MERCATO COMUNE EUROPEO, smantellando dazi e tariffe fra gli stati membri e creando un’unica tariffa esterna comune. Lo sviluppo della Cee fu rapido e impressionante, anche perché coincise con il momento di massima espansione delle economie postbelliche. L’Euratom ebbe meno rilevanza del previsto a causa del predominio del petrolio come principale fonte di energia per il continente. 1973: entrarono a far parte delle Comunità europee Regno Unito, Irlanda e Danimarca. Roma, 25 Marzo 1957: firma in Campidoglio, nella sala degli Orazi e Curiazi, dei Trattati di Roma I trattati di Roma ART. 1 Con il presente Trattato, le ALTE PARTI CONTRAENTI istituiscono tra Loro una COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA. ART. 2 La Comunità ha il compito di promuovere, mediante l'instaurazione di un mercato comune e il graduale ravvicinamento delle politiche economiche degli Stati membri, uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell'insieme della Comunità, un'espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano. ART. 3 Ai fini enunciati all'articolo precedente, l'azione della Comunità importa, alle condizioni e secondo il ritmo previsto dal presente Trattato: a) l'abolizione fra gli Stati membri dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative all'entrata e all'uscita delle merci, come pure di tutte le altre misure di effetto equivalente, b) l'istituzione di una tariffa doganale comune e di una politica commerciale comune nei confronti degli Stati terzi, c) l'eliminazione fra gli Stati membri degli ostacoli alla libera circolazione delle persone, dei servizi e dei capitali […] L’EUROPA NELLA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA 1973: L’Europa dei nove [Italia, Francia, Germania federale, Benelux (Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo), Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca) era la seconda potenza economica del mondo dopo gli Stati Uniti. Lo schock petrolifero e la crisi che ne seguì tendeva a riproporre alcuni «egoismi nazionali» sotto forma di rinegoziazioni degli accordi comunitari (Gran Bretagna) o di tentativi di ristabilire forme di protezionismo (Danimarca). Evoluzione verso due cerchi concentrici: effetto domino I Charles De Gaulle ha fermato l'adesione del Regno Unito due volte (nel 1963 e nel 1967). Danimarca, Irlanda e Regno Unito si unirono nel 1973, mentre i norvegesi dissero no in un referendum. Accordi di libero scambio (FTA) tra ciascuna delle rimanenti nazioni dell’EFTA e la CEE. SALAZAR FRANCO Rivoluzione dei Garofani G. PAPANDREU K. KARAMANLIS 24 luglio 1974 Portogallo – Spagna - Grecia Portogallo ➔ Estado Novo (1933-1974) ➔ Salazar (+1968) Spagna ➔ Franchismo (1939-1975)➔ Francisco Franco ➔ 1977-1982 (tentato colpo di stato nel 1981) ➔ 1982 ingresso nella NATO Grecia ➔ Governo Papandreu (partito socialdemocratico, governo 1964, esonerato dal re)➔Dittatura dei Colonnelli dal 21 aprile 1967 e proseguito, sotto varie forme, fino al 24 luglio 1974 ➔ Governo Karamanlis L’EUROPA NELLA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA 1973: L’Europa dei nove [Italia, Francia, Germania federale, Benelux (Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo), Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca) era la seconda potenza economica del mondo dopo gli Stati Uniti. Lo schock petrolifero e la crisi che ne seguì tendeva a riproporre alcuni «egoismi nazionali» sotto forma di rinegoziazioni degli accordi comunitari (Gran Bretagna) o di tentativi di ristabilire forme di protezionismo (Danimarca). 1974: i regimi autoritari dell’Europa meridionale si dissolsero per crisi interne o per effetto di ripercussioni internazionali e Grecia, Portogallo e Spagna si resero disponibili ad una rapida integrazione nel processo unitario. Entrarono in Europa: la Grecia (1981), la Spagna e il Portogallo (1986) 1979: si riuscì a varare il sistema monetario europeo e gli europei votarono il primo Parlamento a suffragio universale diretto. PORTOGALLO – SPAGNA e GRECIA Guerra Iran -Iraq Il fiume Shatt al-Arab forma i confini tra Iran e Iraq prima di sfociare nel Golfo Persico. Per la sua importanza strategica sia per l'Iraq che per l'Iran, entrambi i paesi hanno difeso per secoli i loro diritti di sovranità sul fiume. La disputa di Shatt al- Arab è stata una causa importante che ha portato allo scoppio della guerra tra l'Iraq e l'Iran nel 1980-1988. Le cifre sono spese incrementali rispetto a una base di riferimento in tempo di pace, di solito l'anno precedente allo scoppio del conflitto. Per questo motivo, la tempistica dello scoppio è importante. I costi della Guerra Fredda sono al netto delle guerre di Corea e del Vietnam; i limiti superiore e inferiore per la Guerra Fredda rappresentano linee di base alternative (il 1940 fornisce il limite superiore e il 1949 il limite inferiore). Lunga crisi (1958-1961), dovuta a adesione della Repubblica Il muro: federale tedesca alla Cee possibile ingresso l’immagine visibile della Germania nella Nato della divisione stabile Crescente esodo di berlinesi da est verso ovest Le autorità della Repubblica popolare tedesca, nel 1961, costruirono un muro che divideva in due la città East German Guard Towers Checkpoint Charlie, 1961 48 48 156 km, dapprima filo spinato, poi in cemento con interventi successivi, fino al muro di «quarta generazione», iniziato nel 1975, alto 3,6 metri Migrazioni stimate da Berlino Est a Berlino Ovest 1949-1961: 2.600.000 persone 1961-1989: 5.000 persone East–West differences before WWII The working-class share in 1925: East–West differences before the GDR existed bassa produttività del lavoro (tra il 45% e il 55% di quella della RFT Debito verso Bundesbak 1989 12 miliardi di dollari USA Errori Politica Economica Con l'ottavo congresso della SED (giugno 1971), Honecker, nella sua relazione, individuò tre punti di fondo della politica economica del Paese: l'aggancio dei redditi alla crescita economica (progettata al 4% annuo): il costo di questa operazione fu molto oneroso per lo Stato ed esso era già impegnato a sostenere i prezzi sovvenzionati (per alcuni generi fermi ai livelli del 1944 o persino del 1936), che nel 1988 pesavano sul 30% del bilancio; una liquidazione delle imprese private residue, che privò il Paese di 11.000 imprese di fondamentale importanza per il Paese e che complicò immensamente il lavoro del dipartimento per la pianificazione; un grande piano di edilizia popolare, che sottrasse investimenti nel settore manifatturiero (con conseguente invecchiamento dei macchinari). Il crollo del comunismo La divisione dell'Europa è stata cementata dal muro di Berlino (1961). Negli anni '80, il sistema economico dell'Occidente ha fornito uno stile di vita molto migliore. Fino agli anni '80, i sovietici ostacolavano gli sforzi di riforma ma l'inadeguatezza del sistema sovietico ha costretto a cambiamenti nell'URSS: Riforme timide a favore del mercato (perestroika); Apertura (glasnost). Rivoluzioni di velluto nei Paesi CEECs - Le forze pro-democrazia nei Paesi dell'Europa centrale e orientale (CEECs) erano state ripetutamente represse con la forza militare fino a quel momento, ma trovarono poco o nessun ostacolo da parte di Mosca alla fine degli anni ‘80. - Giugno 1989: il movimento sindacale polacco 'Solidarność' ha ottenuto elezioni parlamentari libere e i comunisti hanno perso. Mosca ha accettato il nuovo governo polacco. - L'approccio di non interferenza di Mosca alle elezioni polacche ha innescato una serie di eventi: Ungheria ha aperto il suo confine con l'Austria e molti tedeschi dell'est si sono trasferiti in Germania occidentale attraverso Ungheria e Austria; proteste di massa in Germania dell'Est; il muro cade il 9 novembre 1989; fine del 1989: democrazia in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia; fine del 1990: riunificazione tedesca. Fritz Bartel The triumph of broken promises The end of the Cold War and the rise of Neoliberalism Harvard University Press, 2022 Il libro esamina le tre forze che hanno dominato la politica economica globale alla fine del XX secolo 1) Energia 2) Finanza 3) Disciplina economica 1) Tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo l’interazione di queste forze ha prodotto una radicale modifica delle «regole del gioco» della Guerra fredda combattuta dalla fine della Seconda guerra mondiale tra i paesi occidentali a guida americana e il blocco socialista a guida sovietica 2) La modifica delle «regole del gioco» ha determinato congiuntamente la fine della Guerra fredda e l’affermazione della «globalizzazione neoliberista» 64 Nel marzo del 1988 gli esperti del governo polacco producono un’analisi realistica delle relazioni tra crisi economica e crisi politica che mostra che per i polacchi erano piuttosto centrali i problemi economici che i problemi politici. F. Bartel, The triumph of broken promises , p. 216. In che senso, alla vigilia della fine della Guerra fredda, i problemi economici erano al centro della crisi dei paesi del blocco socialista? Quali problemi economici? La spiegazione prevalente → inefficienze strutturali e inevitabili nei regimi ad economia socialista Spiegazione alternativa → l’implosione dei paesi del blocco socialista come esito di un conflitto geopolitico che riguarda il complesso delle relazioni economiche internazionali. 65 4 Pil pro capite reale, tassi di crescita medi annui 3,5 3 Crescita omogena nel 2,5 «blocco occidentale» e 2 nel «blocco socialista» 1,5 nel periodo della Guerra fredda 1950-1978 1 0,5 0 Europa Europa URSS USA Mondo occidentale orientale 1913-1950 1950-1978 Fonte: A. Maddison, The World Economy. A Millennial Perspective, Ocse, Parigi, 2003 66 La fine della guerra fredda → prodromi Gli shock petroliferi degli anni Settanta → generano risposte diverse nei paesi capitalistici e nei paesi del blocco socialista → Crisi valutarie e inflazione nei paesi avanzati → Crisi debitorie nei paesi socialisti (e nei paesi emergenti) 18 Fine del sistema di Bretton Woods (1971- 16 1973) 14 Prima crisi petrolifera 1973 Tassi d’inflazione: 1960-2016 12 Inflazione a tassi storicamente elevati 10 8 6 4 2 0 1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 Prezzo del petrolio Euro Ocse 67 1) La crisi petrolifera trasferisce un ingente ammontare del reddito mondiale ai paesi produttori di petrolio (OPEC) 2) I paesi petroliferi non vogliono e non hanno interesse a destabilizzare i paesi che acquistano la loro principale materia di esportazione 3) Gli avanzi commerciali dei paesi OPEC vengono investiti nelle banche occidentali 4) Le banche in seguito hanno cominciato a prestare ai paesi con difficoltà di bilancia dei pagamenti 5) Inizio della globalizzazione finanziaria i cui fattori principali sono → 1) L’abbandono del sistema di cambi fissi che aveva regolato il funzionamento delle economie capitalistiche dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1971 il sistema di Bretton Woods collassa e si apre una fase di cambi fluttuanti che coinvolge tutte le maggiori economie capitalistiche. I sistemi di cambi fissi sono vulnerabili alla mobilità internazionale dei capitali e l’abbandono dei cambi fissi fornì l’occasione per allentare i vincoli sulla mobilità dei capitali. 2) L’aumento della speculazione sulle valute: nel 1971 il volume delle operazioni cambiarie era pari a 50 miliardi di dollari al giorno, nel 1992 aveva raggiunto i mille miliardi. Con la mobilità dei capitali e con la crescita della speculazione sulle valute, le grandi piazze finanziarie del mondo (New York, Londra, Zurigo, Hong Kong) hanno acquisito un notevole protagonismo nella scena finanziaria globale. 3) L’aumento degli squilibri delle bilance dei pagamenti che rende necessario mobilizzare flussi di capitale dai paesi in avanzo ai paesi in disavanzo. 4) I (modesti) saldi esteri dei paesi del blocco socialista sono depositati nell’euromercato, non nelle banche USA 68 Espansione dell’euromercato Crisi energetica ed emergenza della globalizzazione finanziaria → due fenomeni paralleli Come reagiscono i paesi capitalistici agli shock degli anni ‘70? In che modo la crisi petrolifera del 1973 si trasmette ai paesi del blocco socialista? (COMECON)* *Consiglio di mutua assistenza economica: organizzazione economica che regola su base multilaterale gli scambi economici tra i paesi dell’Europa orientale del blocco sovietico e tra questi e l’Unione sovietica. Istituito nel 1949, sciolto nel 1991, comprendeva anche Cuba, Vietnam , Mongolia e Jugoslavia 69 Per i paesi occidentali l’inflazione spinta dai prezzi dei petrolio significa la fine della crescita favorita dall’energia a buon mercato → rallentamento vistoso della crescita → malthusianesimo sociale: scompenso tra le aspirazioni delle popolazioni e la capacità delle economie di mercato Andamento dell'economia UE15, 1960-1989 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 1960-73 1974-89 PIL pro capite PIL per occupato Investimenti fissi lordi Esportazioni 1972 1976 1980 Limiti ecologici...... aspirazioni... conflitti sociali.... crescenti.... Nessun altro argomento come quello della questione energetica può illustrare più chiaramente la natura del nostro fondamentale dilemma. Gli alti prezzi, la scarsità e le irregolarità dell’offerta sono realmente rilevanti [...] Siamo incapaci di risolvere il problema [...] Il vuoto di azioni concrete non scaturisce da una mancanza di soluzioni, ma dal fatto che ogni soluzione provocherebbe un notevole e reale declino del reddito di qualche settore della popolazione (L. Thurow, La società a somma zero, il Mulino, 1981, p. 49) 70 1) Nel dopoguerra lo sviluppo dei paesi dell’Est europeo appartenenti al COMECON è strettamente intrecciato a quello dell’Unione Sovietica attraverso il «canale dell’energia» 2) I paesi EST-Europa importano materie prime (energia) dall’Unione Sovietica ed esportano prodotti manifatturieri → mercato relativamente chiuso, i rapporti di scambio tra beni manufatti e beni primari è fissato anche per ragioni di «solidarietà» entro il blocco socialista e per evitare la concorrenza dei mercati mondiali: prezzo politico (basso) dell’energia per i paesi Est-Europa 3) I paesi occidentali godono anch’essi di un prezzo politico del petrolio, basso in ragione della presa neocoloniale sui paesi produttori di petrolio. 4) La crisi petrolifera degli anni ‘70 altera radicalmente il meccanismo: l’aumento del prezzo mondiale del petrolio rende non più conveniente per l’Unione Sovietica i mercati dei paesi satelliti 5) L’aumento del prezzo del petrolio è interpretato positivamente dai dirigenti sovietici come una manifestazione di affrancamento dalla colonizzazione economica occidentale 6) Il tentativo dei dirigenti sovietici di aumentare il prezzo del petrolio per i loro clienti dell’Europa orientale incontra una forte resistenza che non intendono adattarsi ai «movimenti speculativi» dei mercati mondiali 71 L’adattamento delle economie agli shock degli anni ‘70 I paesi capitalistici rispondono con l’inflazione → rincorsa prezzi salari → instabilità politica (il terrorismo politico in alcuni paesi europei) I paesi del blocco socialista non possono fare ricorso all’inflazione a causa di → vincoli «tecnici) → prezzi amministrati → Consapevolezza che l’inflazione avrebbe peggiorato lo standard di vita dei cittadini sul quale riposava la legittimità politica dei governi «a possible political destabilization in the GDR through a restriction of social policy was connected with an incalculable political risk. In this respect the guarantee of economic and social stability was a basic premise of all political action» dalle memorie di G. Mittag, responsabile economico del Partito socialista della Repubblica democratica tedesca (Bartel, p. 42) L’aumento del prezzo del petrolio spinge l’URSS Schema della crisi a rinegoziare le condizioni con i paesi satelliti à soluzione di compromesso I prezzi restano più bassi di quelli Per mantenere lo standard di vita i paesi internazionali, ma troppo alti per dell’Europa orientale si indebitano nei mantenere invariato lo standard di vita mercati internazionali 72 Nei paesi socialisti preservare lo standard di vita della popolazione comporta la formazione di deficit di Deficit di conto corrente conto corrente... finanziato dai mercati internazionali dei capitali......finanziati finanziati dadapresti esteri prestiti a partire esteri a dalla metà degli anni ‘70 partire dalla metà degli anni ‘70 «the surplus capital generated by a global crisis in capitalism was now funding state socialism’s defense against the global capitalist system» (Bartel, p. 44) 73... I prestiti esteri determinano l’aumento dei debiti sovrani nel blocco socialista... Perché le banche continuano a prestare a questi paesi nonostante l’aumento del loro indebitamento? I banchieri credevano che i paesi socialisti avessero tre vantaggi sui paesi capitalisti 1) I paesi socialisti avevano un record di grande affidabilità finanziaria (nessun default) 2) L’«ombrello» delle risorse dell’URSS (materie prime e energia) 3) La natura autoritaria di quei regimi che li metteva in grado di «spremere» i propri cittadini per onorare i debiti esteri (Bartel, p. 46-48) 74 La resa dei conti Dopo il collasso del regime di Bretton Volker presidente della Federal reserve Woods e dopo la seconda crisi petrolifera si apre una lunga fase di Nei paesi occidentali la alti tassi di interesse stagflazione viene attribuita reali all’eccesso di welfare e alle politiche economiche che Alla fine degli anni ‘70 hanno fatto «troppo per viene data priorità daiì proteggere i lavoratori» tutti paesi alla lotta (Bartel, pp. 29-31) all’inflazione, a prescindere dagli effetti sugli strati sociali più deboli ma tenendo conto dei vantaggi per altri gruppi sociali. La lotta all’inflazione viene Giustificazioni dichiarate per gli alti tassi di interesse: perseguita con la politica a) incoraggiare il risparmio e quindi la crescita di alti tassi di interesse b) premiare le imprese più efficienti e sanzionare quelle più deboli 75 L’origine degli alti tassi di interesse reali dalla fine degli anni ‘70 è da cercare negli orientamenti della politica economica americana 1) Nel 1980 la Fed combatte l’inflazione con una politica monetaria restrittiva che viene però accompagnata da una politica fiscale espansiva: questo determina alti tassi di interesse ai quali gli altri paesi devono adattarsi, data la mobilità dei capitali. 2) L’aumento dei tassi di interesse determinò una inversione del corso del dollaro, che si era deprezzato negli anni settanta: il dollaro si rivaluta nella prima metà degli anni ‘80. 3) L’apprezzamento del dollaro aggravò le conseguenze del secondo shock petrolifero (1979), in quanto il prezzo del petrolio, essendo fissato in dollari, raddoppia in termini di franchi o lire se il dollaro si apprezza. 4) Il deprezzamento delle valute europee rafforzò la determinazione dei paesi europei nella lotta contro l’inflazione. 5) I paesi a valuta più forte ingaggiano una gara con gli Stati Uniti per strappare i capitali liberi: questo favorisce la rincorsa verso l’alto dei tassi di interesse 6) La lotta contro l’inflazione determinò nei paesi europei rallentamento della crescita e aumenti ingenti della disoccupazione. 7) Il riorientamento della politica economica e monetaria ha conseguenze imponenti per la distribuzione del reddito tra imprese e azionisti, tra imprese e lavoratori e tra imprese e stato. 76 1) Nella seconda metà degli anni ‘70 i paesi capitalistici provano ad avviare politiche di austerità per bloccare l’inflazione 2) In Italia e nel Regno Unito i governi cercano l’assistenza del FMI che chiede tagli dei salari e della spesa pubblica 3) In Italia le politiche di austerità alla fine del decennio sono avviate dal «governo di unità nazionale» che include anche il Partito comunista 4) In Germania le politiche di austerità sono attuate dal governo socialdemocratico con la collaborazione dei sindacati 5) Nel Regno Unito i laburisti hanno un forte rapporto con le Trade Unions e non sono in grado di attuare politiche di austerità → nel 1979 si forma il primo governo Thatcher 6) Le politiche monetariste della Federal reserve segnano uno spartiacque «When we take on this inflation fighting job... we should not look around for much of a constituency. If we... go to the brink or let some... Things happen that we have not allowed to happen during the entire post war period, people... are not going to be very happy» (P. Volker, 1979, cit. in Bartel, p. 70) «begin the long process of convincing the public that radical change would have to come, that it would be pretty uncomfortable...» (J. Hoskyns, consigliere economico di M. Thatcher, documento riservato ora in https://www.margaretthatcher.org/document/111771) Le vicende politiche dei paesi capitalistici e dei paesi socialisti divergono → il testo confronta le esperienze paradigmatiche del Regno Unito dei governi Thatcher e dei paesi socialisti (A tales of two crises, cap. II di Bartel) 77 1) Negli anni ‘80 il controshock petrolifero riduce la capacità dell’Unione sovietica di sussidiare i consumi dei paesi satelliti (PS) 2) Negli anni ‘80 le esportazioni energetiche ai PS smettono di crescere 3) L’aumento dei tassi di interesse (Volker shock) determina massicci afflussi di capitale verso gli Stati Uniti e riduce la disponibilità per i paesi socialisti 4) Aumentano le difficoltà dei PS che devono affidarsi al Fondo monetario (Ungheria, Polonia) o ai prestiti della Germania ovest (DDR) 5) I governi socialisti tuttavia resistono alle condizioni dei creditori Il governo polacco tentò senza successo di imporre politiche di austerità nel 1970, 1976, 1980 e 1988 78 Paesi socialisti Lo smantellamento della base industriale e della classe operaia nei paesi occidentali costituisce una differenza cruciale rispetto all’esperienza dei paesi socialisti I paesi socialisti continuano ad aumentare la base industriale come fonte del loro consenso, Paesi capitalisti mentre i paesi capitalistici sono in grado di deindustrializzare la loro forza lavoro lasciando spazio alla crescente finanziarizzazione dell’economia 79 9 novebre 1989 3 ottobre 1990 Politiche fiscali espansive Politiche Monetarie restrittive La fase finale → caduta del Muro di Berlino, fine dei regimi socialisti → (Ungheria e DDR) (Bartel, capitolo 9 → Exit, voice or austerity) «If the experience of Poland and Hungary demonstrated that price increases and austerity measures were unpopular, it also showed that communist leaders avoided implementing austerity until they had no other choice» (Bartel, p. 268) 1) Nella seconda metà degli anni ‘80 i paesi socialisti dipendono dall’assistenza internazionale per mantenere inalterato lo standard di vita 2) Il merito di credito di quei paesi era sostanzialmente intatto ancora alla fine degli anni ‘80 e i loro confini relativamente sicuri 3) I prestiti internazionali vengono tuttavia con condizionalità: aumento dei prezzi, liberalizzazioni, privatizzazioni «Hungarian officials proved recluctant to see their policies through to their socially disruptive conclusions... The party had not found the will or the way to impose enough austerity and structural adjustment...» (Bartel, pp. 248-249) Ungheria e DDR cercano di rinviare l’aggiustamento economico offrendo ai paesi occidentali riforme politiche → pluralismo, apertura dei confini «Political liberalization [...] was initially aimed at making relative austerity more easily tolerated...» (Dichiarazione di un funzionario IMF a Washington, 1988). 84 Sintesi 1) «Electoral democracy made governments in the West more adept at breaking promises than the authoritarian governments in the East [ma] the economic problems and solutions of the West and the East were fundamentally similar» 2)... dopo la fine del regime comunista in Polonia il primo governo non comunista guidato da T. Mazowiecki, leader di Solidarnosc, attuò durissime politiche di austerità e M. Rakowski, il principale consigliere economico del governo polacco negli anni ‘80, che fu in seguito ministro, osservò: se «any PZPR [Polish communist party] government implemented the policies that the Mazowiecki government does, we’d already have a civil war... Mazowiecki’s government is pursuing a lethal economic policy, but there are no strikes» (Bartel, p. 334). 3) «Volker’s willingness to impose unprecedented economic discipline on the american people showed global capital holders that American policy makers could and would ultimately protect the interests of capital over the interest of labour [e diede ai possessori di capitale] the confidence... that their money was safe in American hands» (Bartel, p. 340) 4) «Rompere le promesse» richiese: incoraggiamento dei profitti, fallimenti, diseguaglianza salariale, disoccupazione, ma questo arsenale non era disponibile per i regimi socialisti 85 5) Quando esplodono le crisi petroliferi l’espansione dei mercati finanziari permette ai governi un salvataggio temporaneo per evitare di «rompere la promesse» 6) L’ingresso nell’equazione di politica economica di una nuova variabile, i detentori globali del capitale, cambia le soluzione disponibili: non più una relazione tra Stato e cittadini, ma una crescente attività di mediazione tra debitori e creditori con la conseguenza che «the state slowly dropped is commitments to protect the interests of labor and replace them with commitments to protect the interests of capital» (Bartel, p. 345) 7) Questo cambiamento radicale negli orientamenti di politica economica richiedeva un altrettanto radicale cambiamento nella mentalità collettiva: «changing the public’s negative perceptions of vast wealth and high inequality was the key» (Bartel, p. 346) 8) Il neoliberalismo si afferma mentre la Guerra fredda finisce perché è stato in grado di fornire una giustificazione ideologica al fatto di rompere le promesse; ha trasformato la disciplina economica in una virtù, mentre la democrazia elettorale ha offerto ai regimi capitalisti lo strumento politico-ideologico per fronteggiare la sfida 86

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