Ghiandole, esocrine ed endocrine PDF
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Leonardo Ravera e Davide Mineni
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These lecture notes detail the characteristics of glandular tissue, differentiating between exocrine and endocrine glands. It describes the processes of secretion, including continuous and regulated methods. The notes also classify different gland types based on structure and function.
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Sbobinatori: Leonardo Ravera e Davide Mineni Materia: Istologia Docente: Giovanna Tabellini Data: 13-11-2023 Lezione 17 Argomenti: Ghiandole GHIANDOLE Le ghiandole sono costituite da cellule secernenti che derivano da un processo di differenziamento del tessuto epiteliale. Nel nostro organismo esistono due tipi di ghiandole, esocrine ed endocrine. Entrambi i tipi di ghiandole derivano da lamine epiteliali, ossia cellule epiteliali che hanno proliferato e sono entrate nel tessuto connettivo sottostante: nelle ghiandole esocrine la parte più distale della lamina si è differenziata in cellule secernenti in grado di elaborare un prodotto, mentre nella parte prossimale le cellule mantengono la loro funzione epiteliale; l’origine delle ghiandole endocrine avviene sempre dalla lamina epiteliale ma le cellule perdono il contatto con la lamina epiteliale da cui derivano, rimangono nel connettivo e tutta la porzione secernente viene attraversata da vasi sanguigni. SECREZIONE Il processo di secrezione può avvenire in maniera continua o discontinua: Secrezione continua o costitutiva: avviene in maniera costante lungo tutto il corso della vita della cellula. Secrezione discontinua o regolata: le cellule accumulano il prodotto nel citoplasma e solo in seguito ad uno stimolo esterno sono in grado di esocitarlo. Il secreto può essere di varia natura: proteica, glicoproteica, glucidica, lipidica. La secrezione comprende diverse fasi: -assunzione di materiale da liquidi interstiziali -elaborazione all’interno della cellula -rilascio di materiale elaborato GHIANDOLE ESOCRINE Le ghiandole esocrine derivano, come detto, dalla lamina epiteliale e mantengono il contatto con essa. La porzione distale si specializza nella secrezione; questa porzione secernente delimita una cavità entro la quale le cellule riversano il prodotto di secrezione che prende il nome di adenomero. La parte più prossimale prende il nome di dotto escretore ed è costituito da cellule epiteliali semplici non specializzate nella secrezione. Il dotto escretore è un tubicino attraverso cui il secreto accumulato nell’adenomero drena verso la superficie dell’epitelio. A seconda della posizione della ghiandola il secreto verrà portato tramite il dotto o sulla superficie esterna del corpo (è il caso, per esempio, delle ghiandole sudoripare o sebacee) o in una cavità interna del corpo. CLASSIFICAZIONE GHIANDOLE ESOCRINE Esistono diversi criteri di classificazione per le ghiandole esocrine In base al numero di cellule: -Unicellulari: formate da una singola cellula. L’unico esempio è la cellula caliciforme mucipara, intercalata negli epiteli di rivestimento delle vie digerenti (epitelio intestinale) e respiratorie (epitelio pseudo-stratificato della trachea); ha la funzione di secernere il muco (costituente principale delle mucine, sostanze che contengono GAG, proteoglicani, glicoproteine). Il muco si accumula nella parte apicale del citoplasma e assume, al microscopio, un aspetto biancastro. In questa cellula REL e Apparato di Golgi sono molto sviluppati poiché devono attaccare residui zuccherinici alle proteine; il muco viene emesso per esocitosi sulla superficie dell’epitelio -Pluricellulari: la maggior parte delle ghiandole In base alla sede nella quale si trovano (che dipende anche dalle loro dimensioni): -Intra-epiteliali: sono di piccole dimensioni (costituite da poche cellule) e rimangono nello spessore dell’epitelio dal quale derivano. Un esempio sono le ghiandole alveolari semplici dell’epitelio respiratorio delle cavità nasali: queste hanno l’adenomero alveolare e sono dette semplici perché hanno un solo dotto -Extra-epiteliali: sono più voluminose; possono rimanere nella parete dell’organo al quale appartengono (parietali come quelle esofagee, gastriche, intestinali o tracheali) o essere talmente grandi da formare delle ghiandole a sé stanti (in tal caso dette extra-parietali, come il pancreas o il fegato, le ghiandole salivari maggiori: il dotto secretore di queste ghiandole drena all’interno dell’organo). In base alla forma dell’adenomero: -Tubulari: se l’adenomero a forma a tubulo. Se il tubo non è rettilineo ma è avvolto su sé stesso si parla di ghiandola a gomitolo o tubulo-glomerulare (come nel caso delle ghiandole sudoripare che sono ghiandole semplici intra-epiteliali). -Alveolari: se l’adenomero ha la forma di un sacculo sferico con un ampio lume. -Acinose: se l’adenomero ha forma sferica ma con il lume più piccolo. -Tubulo-alveolari: se l’adenomero ha dapprima forma a tubulo poi forma alveolare. -Tubulo-acinose: se l’adenomero ha dapprima forma a tubulo e poi acinosa. In base alle ramificazioni dei dotti escretori -Semplici: formate da un adenomero e un dotto -Ramificate: c’è un dotto principale nel quale viene riversato il prodotto di tanti adenomeri di forma diversa -Composte (le più grandi e numerose): formate da un dotto principale che si ramifica in dotti di calibro minore i quali fanno capo a vari adenomeri. Gli adenomeri possono essere sia di tipo acinoso che di tipo alveolare. Esistono ghiandole composte tubulari (l’adenomero ha forma di tubulo), composte alveolari e composte acinose. La parete dei dotti secretori di ghiandole di grosso calibro è formata da epitelio cubico pluristratificato. Man mano che il diametro del dotto diminuisce l’epitelio si assottiglia diventando da cubico a cilindrico e da pluristratificato a monostratificato. Tutte le ghiandole composte (in particolare quelle di grandi dimensioni) sono avvolte da una capsula connettivale in cui troviamo vasi sanguigni, vasi linfatici ed innervazioni ossia tutte le strutture necessarie per la sopravvivenza delle cellule. Dalle capsule connettivali di queste ghiandole si dipartono setti connettivali più sottili che entrano all’interno della ghiandola suddividendola in lobi i quali vengono a loro volta suddivisi in lobuli; i setti diventano via via più sottili finchè una sottile striscia di connettivo avvolge l’adenomero e il dotto: al suo interno vi sono le ramificazioni dei vasi sanguigni, linfatici e delle innervazioni in modo che ciascuna cellula viene innervata e vascolarizzata. Cellule mioepiteliali: attorno agli adenomeri di alcune ghiandole ci possono essere cellule molto ramificate con caratteristiche epiteliali e muscolari (dette, appunto “mioepiteliali”). Queste si contraggono in maniera involontaria e contraendosi favoriscono l’emissione del secreto dal lume dell’adenomero dentro il dotto escretore. Nelle ghiandole mammarie possono far fluire il latte dall’adenomero al dotto. MODALITA’ EMISSIONE SECRETO: Ghiandole olocrine: le cellule secernenti che costituiscono l’adenomero vanno incontro ad un processo di degenerazione, muoiono per apoptosi e vengono espulse insieme al prodotto di secrezione. Sono un esempio quelle sabecee. Ghiandole merocrine: che è la modalità più diffusa, la cellula rimane integra ed è solo il prodotto a venire espulso. Un esempio sono le ghiandole sudoripare. Ghiandole apocrine: accumulano il secreto nella parte apicale del citoplasma, la quale subisce una strozzatura e perde parte del citoplasma sotto forma di vescicole con dentro la secrezione, rimane il nucleo permettendo alla cellula di rigenerarsi. Esempi: ghiandola mammaria, ghiandola uterina, ghiandola sudoripara a lume ampio. Le ghiandole merocrine si suddividono in base alla natura del secreto in: Ghiandole sierose: l’adenomero genera un prodotto di secrezione chiaro fluido acquoso, contenente: proteine, enzimi e glicoproteine. Queste cellule sono molto basofile, cosa che le porta a colorarsi notevolmente tramite metodo ematossilina eosina. Un esempio è la maggior parte del pancreas e nella mucosa respiratorio e intestino. Ghiandole mucose: secreto ricco di zuccheri che non si colora più di tanto, rendendo l’adenomero di un colore piuttosto chiaro. Queste cellule hanno il nucleo posto alla base della cellula, schiacciato. Esempio: le ghiandole salivari sottolinguali. Ghiandole miste: ghiandole siero-mucose. Ad esempio all’interno delle ghiandole sottomandibolari, in cui si trovano le semilune del Giannuzzi, ossia le cellule sierose si dispongono a formare una semiluna intorno alle cellule mucose formando una coppa che chiude l’estremità del tubolo mucoso. GHIANDOLE ENDOCRINE: Derivano sempre dalla lamina epiteliale, dalla quale però perdono successivamente il contatto. Non sono formate da un adenomero e dotto, bensì da un gruppo di cellule specializzate che rimane all’interno del connettivo, questo agglomerato di cellule viene abbondantemente vascolarizzato. Il prodotto delle ghiandole endocrine prende il nome di ormone, l’ormone va ad agire sulle cellule o organi bersaglio, ossia quelli che possiedono il recettore specifico per quell’ormone; li colpiscono influenzandone l’attività. L’ormone può agire sia su organi vicini che distanti nello spazio. Le ghiandole endocrine sono molto vascolarizzate, infatti l’ormone viene rilasciato perlopiù nel sangue e nei fluidi interstiziali in bassa concentrazione, a differenza del secreto delle cellule esocrine, il quale viene espulso in quantità elevate. I vasi che irrorano queste ghiandole, per via del loro andamento sinuoso, sono detti sinusoidi, inoltre possiedono un lume molto ampio. Le cellule endoteliali che tappezzano questi sinusoidi sono fenestrati, ossia, tra le cellule endoteliali ci sono dei pori che facilitano il transito degli ormoni col circolo. Alcuni ormoni vengono detti tropo-ormoni, dal momento che stimolano la sintesi di altri ormoni (es. TSH e ACTH). Gli ormoni possono essere principalmente di due tipi: Peptidici: derivano da proteine e sono idrofili. I recettori per tali ormoni, dato che quest’ultimi non riescono ad attraversare la membrana plasmatica, si trovano sulla membrana stessa. Il legame specifico ormone-recettore scatena l’attivazione segnale a cascata all’interno della cellula, per cui si attivano dei secondi messaggeri (solitamente AMP ciclico o GMP ciclico), questi agiscono su determinate proteine risiedenti nel citoplasma, e di conseguenza la cellula riesce a dare una risposta relativamente veloce. Esempi sono l’insulina e il glucagone. Steroidei: derivano dal colesterolo, e vengono prodotti dal reticolo endoplasmatico liscio in collaborazione con i mitocondri. Dato che gli ormoni steroidei riescono a superare la membrana plasmatica, la cellula bersaglio presenterà i recettori specifici nel citoplasma o nel nucleo, se l’ormone penetra nel nucleo esso andrà a modificare la trascrizione genica, quindi la formazione dell’RNA, le modifiche, la traduzione ecc. richiederà del tempo, sicuramente di più di quello necessario alla risposta agli ormoni peptidici. Glucocorticoidi e ormoni sessuali sono due esempi. Altri tipi minori di ormoni sono quelli derivati da amminoacidi (tiroxina, catecolammine), acidi grassi (eicosanoidi) e dalla vitamina D. Le cellule interagiscono fra loro in differenti modi: Endocrina: gli ormoni circolano nei vasi sanguigni e nei vasi linfatici che sono ad essi collegati, in tal modo, queste sostanze, riescono a raggiungere bersagli che si trovano distanti dal punto di rilascio della ghiandola. Paracrina: La ghiandola che produce l’ormone lo rilascia nel fluido circostante, quindi la cellula bersaglio, che si trova nell’immediata vicinanza non ha bisogno di immettersi nel torrente sanguigno. Cellula-Cellula: cellula produttrice e cellula bersaglio sono in contatto diretto, la materia ormonale non richiede neanche di essere riversata nel fluido interstiziale. Autocrina: la cellula che produce l’ormone ha il recettore stesso, si autostimola, come ad esempio le cellule tumorali ormone-dipendenti. Classificazione cellule endocrine in base alla loro disposizione e organizzazione: Cordoni solidi: rappresentano lo schema di assembramento delle cellule nella maggior parte delle ghiandole endocrine, detto per l’appunto ghiandole a cordoni solidi( ipofisi, paratiroidi, surrene, epifisi, corpo luteo). Vescicole chiuse( o follicolare): le cellule di queste ghiandole si dispongono a follicoli chiusi, formando una sorta struttura ovale. L’unico esempio è la tiroide. Isolotti: le cellule delle ghiandole endocrine possono formare degli isolotti cioè dei raggruppamenti più piccoli dispersi nel parenchima esocrino, il pancreas è un esempio dato che possiede agglomerati di cellule che formano le isole di Langerhans, produttori di ormoni. Ghiandole interstiziali: cellule che si trovano nell’interstizio del testicolo e dell’ovaio, queste avranno il compito di regolare, tramite gli ormoni da loro prodotti, la produzione dei gameti maschili e femminili. Sono cellule disperse singolarmente o a piccoli gruppi nel connettivo di un organo. Sistema endocrino diffuso: cellule endocrine disperse nei tessuti epiteliali, di rivestimento o secernenti, sono singole o in piccoli raggruppamenti; non si riescono a distinguere per tanto vengono catalogate nel sistema endocrino diffuso.