Legislazione per quiz PDF
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This document contains notes on legal concepts, focusing on the principles of law, educational institutions, and their respective regulations. It details the aspects of general law, highlighting the nature and different types of sources of law. It also includes discussions on the structure and organization of the legal system.
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Per spiegare cosa è il diritto (episodio del parco giochi di peppa pig) secondo la formula di Ulpiano "la giustizia è la perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo". Il diritto è l'insieme delle regole di una comunità finalizzate a favorire l'onestà dei comportamenti reciproci, senza danneggi...
Per spiegare cosa è il diritto (episodio del parco giochi di peppa pig) secondo la formula di Ulpiano "la giustizia è la perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo". Il diritto è l'insieme delle regole di una comunità finalizzate a favorire l'onestà dei comportamenti reciproci, senza danneggiare il prossimo, riconoscendo a ciascuno ciò che gli spetta. L'istituzione scolastica è un ambiente giuridico con una normativa speciale; insieme ad esercito e carceri. - l'istituzione scolastica ha delle finalità, delle specificità. - forma il cives non solo attraverso ciò che impara, ma anche attraverso ciò che vive e come lo vive. Il primo esempio di educazione civica è il rispetto di tutti i soggetti delle regole che governano l'ambiente scolastico, primo ambiente pubblico nel quale entra un bambino. Le regole dell'istituzione scolastica governano i rapporti della cosiddetta comunità educante. Esse sono finalizzate a favorire il diritto all'istruzione e a indirizzare chi fa scuola, i docenti, secondo l'idea di istruzione che una determinata società ha maturato. Le regole servono a prevenire e ridurre i conflitti interni. La scuola e le regole scolastiche seguono la società. Brodel -> storia fatta di correnti a velocità diverse, alcune mutano di giorno in giorno, altre di anno in anno... Le norme sono intrecciate alla società entro la quale si applicano. Poiché sulla scuola gravano una serie di cose, le norme cambiano ma il sistema abitudinario resta pressoché stabile. Aspetti generali del diritto 1. il diritto è astratto: la norma predispone in via direttiva e ipotetica; 2. è generale: si applica a un numero indeterminato di destinatari; 3. ha carattere di obbligatorietà: una norma è tassativa; 4. ha carattere di coercitività: sono predisposti i mezzi affinché una norma sia seguita coattivamente e sono previste sanzioni in caso di mancato rispetto. L'insieme delle norme dà vita all'ordinamento giuridico, ossia il modo in cui un sistema è collocato, disposto o organizzato e regolato da quelle norme. Gli ordinamenti didattici sono l'insieme delle norme che regolano il processo di insegnamento e apprendimento. Quali sono? 1. l'obbligo scolastico 2. la scansione del percorso scolastico 3. linee guida e indicazioni nazionali: le norme generali sulla valutazione degli alunni e sugli esami e le norme sugli strumenti didattici Le disposizioni sui BES tagliano gli ordinamenti didattici. Bisogna stare attenti sull'ambito soprattutto della valutazione e degli strumenti didattici. L'ordinamento è basato sulle norme; tali norme, che sono le fonti del diritto, sono l'insieme degli atti e dei fatti che costituiscono l'ordinamento giuridico, ossia il sistema di norme di riferimento che regola un'istituzione. Esistono tre tipi di fonti: 1. Fonti di produzione: le norme che producono diritto; 2. Fonti sulla produzione: regolano come si fanno le norme, es. la costituzione è allo stesso tempo una norma di produzione (produce diritti) e sulla produzione 3. Fonti di cognizione: strumenti attraverso i quali le leggi vengono rese note (Gazzetta Ufficiale, portale normattiva) Come è organizzato il sistema giuridico? La piramide di Kelsen è una costruzione a gradini utile a spiegare quali fossero le norme principali, le secondarie e quelle atipiche, colorando l'insieme con la consuetudine (ossia le norme non scritte della comunità che vanno a riempire i vuoti delle norme; un esempio è l'articolo del codice penale che parla di oltraggio al comune senso del pudore). 1. In cima alla piramide ci sono i principi costituzionali, che ciascuna società si è data come norme fondamentali 2. Poi troviamo le norme di rango primario: leggi/decreti legge... 3. Le norme di rango secondario: DPR, Regolamenti (norme tecniche di dettaglio che eseguono tecnicamente le procedure di una norma di legge) 4. Gli atti atipici (decreti DPCM, decreti del Ministro...) Abbiamo un'altra catena parallela, quella dell'UE e degli organismi internazionali (ONU) che entrano a far parte del nostro ordinamento. 5. I contratti. Quali sono i criteri per quando una norma è in contrasto con un'altra? 1. Cronologico: la legge giovane batte quella vecchia; questo criterio è necessario perché non tutti gli atti normativi hanno le abrogazioni. 2. Gerarchico: un regolamento non può contraddire una norma di legge; un decreto del Ministro non può contraddire una norma di legge. 3. Di competenza: ci dice che ogni norma, se emanata da ente competente in materia, vale e non può essere scavalcata da una norma prevista da un altro ente. Es. il settore degli asili nido è patrimonio delle regioni, pertanto lo Stato non può normale sugli asili nido a meno che non concordi con le regioni la norma; secondo esempio, gli educatori sono sottoposti a regole regionali e "ges" dai comuni. Amministrazione e Burocrazia NON sono sinonimi. Il termine "amministrazione" deriva dal latino administrare, che deriva da "minister", servitore, aiutante. Il minister nello specifico era l'aiutante del magister. L'amministrazione è l'apparato che dovrebbe fungere da servitore che regola, sorveglia e cura l'interesse degli amministrati. Il termine "burocrazia" deriva da una crasi tra il francese "bureau" (scrivania/ufficio) e il greco "kratos" che significa "potere" -> potere degli uffici. Quando l'ufficio diventa autoreferenziale. L'amministrazione del Ministero dell'istruzione e del merito dovrebbe curare, regolare e sorvegliare il buon andamento del sistema di istruzione. Importante la motivazione dei provvedimenti da parte della pubblica istruzione. Il D.Lgs. 165/2001 dice che al ministro spetta l'atto di indirizzo politico - amministrativo. (Definisce obiettivi e programmi da attuare) DPR 62/2013 dà una serie di indicazioni generali. Gli strumenti dell'amministrazione 1. Decreti: bandi di concorso per esempio; sono atti di natura amministrativa e gestionale. Sono affidati ai Dirigenti. In ordine gerarchico sono Dipartimentali, Direttoriali, Dirigenziali. 2. Le determine/decreti: atto esecutivo del Dirigente scolastico. È un provvedimento attraverso cui si manifesta la propria volontà nell'esercizio della loro potestà di gestione finanziaria, tecnica e amministrativa. 3. Le Note: emanate dai dirigenti dell'amministrazione; di natura strettamente interpretativa (ermeneutica) delle norme, non possono contraddirle. Sul principio dell'analogia possono riempire i vuoti normativi o stabilire una corretta gerarchia delle fonti. 4. Le delibere collegiali: adottate dal Consiglio di Istituto o dal Collegio Docenti, mantengono la struttura degli altri atti amministrativi: motivazione e decisione (detto anche "dispositivo"). AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE Cosa significa il termine "autonomia"? da "autos" (stesso) e "nemo"(governare): governare se stessi. Con il termine autonomia si intende la capacità autoregolativa di una istituzione, ovvero la facoltà di realizzare le finalità ad essa assegnate dall'ordine giuridico autoregolando le proprie attività e l'impiego delle proprie risorse. Il termine "istituzione" deriva da istituire, che vuol dire stabilire un ordine, fondare, regolare. In generale, istituzione indica un gruppo organizzato o un apparato definito giuridicamente che persegue un particolare scopo in maniera sistematica seguendo regole e procedure. L'istituzione ha un carattere permanente (ma non eterno), mentre le persone che la compongono o la governano, e il suo stesso ordinamento, mutano nel tempo. L'istituzione scolastica è un apparato della Repubblica che persegue il diritto costituzionale all'istruzione nel quadro degli ordinamenti scolastici. La sua autonomia è finalizzata a ottimizzare la propria attività tenendo conto della comunità educante che la compone. Il particolare scopo dell'istituzione scolastica, "istituzione" e dunque "ambiente giuridico e didattico" è uno solo: creare le condizioni per favorire, per ciascun alunno, i migliori risultati di apprendimento possibili e, nel contempo, per contribuire alla formazione dell'alunno come cittadino. Ogni processo, procedura, azione e progettazione che non sia rapportato a questo scopo o che contrasti con questo scopo è inutile. La modalità attraverso cui le regole sono applicate è un tassello fondamentale. Le quattro stagioni dei BES 1. Esclusione 2. Separazione 3. Integrazione 4. Inclusione "Diritto naturale": ogni uomo in quanto tale ha alcuni diritti naturali, tra cui quello all'esistenza. Il diritto medievale si basa non sull'individuo, ma sul gruppo o l'istituzione di appartenenza. Questo sistema di divisione in gruppi dura, nella concezione dei giuristi, sino all'Illuminismo (Locke, Hume...). Il diritto naturale si fonda sull'idea di uguaglianza tra uomini (Grozio). Si tratta di una rivoluzione concettuale perché sostituisce alla nozione di privilegio assegnata a una persona in quanto appartenente a un determinato gruppo, il diritto riconosciuto in quanto uomo, a prescindere da ogni appartenenza. Due pietre miliari: 1. Dichiarazione d'indipendenza degli USA (4 luglio 1776): gli uomini sono uguali e hanno diritti inalienabili tra cui la vita, la libertà e il perseguimento del benessere. 2. Rivoluzione francese, Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (26 agosto 1789): gli uomini nascono e vivono liberi e uguali nei diritti. Le destinazioni sociali non possono essere fondate che sull'utilità comune. Quando lo Stato inizia a preoccuparsi del diritto sociale dell'istruzione per tutti, bisogna tenere conto del fatto che il paradigma del sistema di istruzione italiano sino agli anni Settanta era basato su 3 elementi: 1. la necessità di alfabetizzazione strumentale e culturale; 2. il "taylorismo scolastico": davanti a grandi numeri, devo impartire l'insegnamento come se fosse una fabbrica tayloristica e creare un sistema di istruzione dove un maestro deve lavorare con 50/60 studenti; era impossibile che ci fosse attenzione sul singolo alunno; 3. l'implacabile selettività: l'idea che solo i migliori possano arrivare ai più alti gradi dell'istruzione; questo implica una selettività feroce già dai primi anni delle elementari. Quando il sistema pubblico di istruzione è investito dai problemi della disabilità e del disadattamento scolastico opera una netta separazione. La "separazione" delega l'istruzione dell'alunno con deficit di tipo fisico, psichico o sensoriale, e più in generale del diverso, all'istruzione speciale e lo separa dalle classi comuni. La "disabilità" e il "disadattamento", misurati con appropriati sistemi valutativi (sempre più raffinati nel tempo) costituiscono anche l’occasione per tutelare la normale e ordinata attività didattica degli altri alunni. 1898, Direzione Generale delle Scuole apre il dibattito: convengono le classi speciali? come si formano? Nel 1900 si inaugura la scuola Aurora di Torino "Classi speciali per fanciulli deficienti". Nel 1907, Montessori apre a Roma la prima "Casa dei bambini", l'anno dopo a Milano. -> a Roma, Scuola magistrale ortofrenica 1923, riforma Gentile: estende l'obbligo scolastico ai ciechi e ai sordi; i regolamenti attuativi disciplinano l'istruzione speciale che prevede 3 settori: 1. Classi differenziali, per alunni con lievi ritardi, ospitate nei normali plessi scolastici; 2. Scuole speciali per sordi, ciechi ed anormali psichici situati in plessi specifici; 3. Istituti speciali, per i casi più gravi, con lunghi soggiorni in cui gli allievi vivevano separati anche dalle famiglie. Le classi differenziali diventano il canale di scolo anche degli allievi con problematiche di condotta o disagio familiare e sociale. 1931, Enciclopedia Treccani, parla delle classi differenziali. La Costituzione della Repubblica italiana, come la Costituzione della Repubblica di Weimar (1919), non si limita a riconoscere i diritti dell'uomo e del cittadino (ovvero, i diritti politici), ma riconosce anche i diritti sociali, ovvero "il complesso delle tutele e dei servizi erogati dallo Stato e dagli enti locali al fine di garantire una rete di protezione sociale: istruzione, sanità, pensioni, previdenza sociale (in caso di malattia, gravidanza, disoccupazione), servizi socio-assistenziali (per bambini e ragazzi senza famiglia, anziani, malati cronici e con disabilità)". La Costituzione è basata su due principi: uguaglianza formale e sostanziale del cittadino (ART 3). L'innovazione sta nel principio di uguaglianza sostanziale. Riconoscimento del diritto ad un trattamento diversificato in ragione di oggettive differenze e il dovere per la Repubblica di disporre azioni positive atte a rimuovere gli ostacoli. Entrano in Costituzione le carte internazionali costruite sugli stessi presupposti: - Dichiarazione universale dei diritti umani, ONU - Convenzione europea dei diritti dell'uomo (guarda dalle slide gli articoli principali della Costituzione) L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. (ART. 34) Legge 31 dicembre 1962 (L. 1859/1962): unifica la scuola media, istituisce anche per le medie le "classi di aggiornamento" e le "classi differenziali", presenti alle elementari, lasciando invariato il regime delle scuole/istituzioni speciali. Le classi di aggiornamento, cui vengono destinati "insegnanti particolarmente qualificati", accolgono nella I classe gli alunni bisognosi di particolari cure per frequentare con profitto la prima classe di scuola media; in III, gli alunni che non abbiano conseguito la licenza di scuola media perché respinti. Le classi differenziali sono istituite per "alunni disadattati scolastici". La scelta degli alunni, le forme adeguate di assistenza, l'istituzione di corsi di aggiornamento per gli insegnanti relativi, ed ogni altra iniziativa utile al funzionamento delle classi sono demandate a regolamenti. Della Commissione, che dovrà procedere al giudizio per il passaggio degli alunni a tali classi, faranno parte due medici, di cui almeno uno competente in neuropsichiatria, in psicologia o materie affini, e un esperto di pedagogia. In tutti e due i casi, le classi non potevano superare i 15 alunni. Il modello scolastico italiano attuale è figlio dei cambiamenti sociali e culturali avvenuti tra i primissimi anni 60 e gli anni 70 che rompono la linea di continuità Casati/Gentile. Primi anni 60 -> "miracolo economico": esportazioni, stabilità dei prezzi, espansione dell'occupazione, incremento del reddito nazionale netto e del tasso di natalità. Questo modello inizia a scricchiolare fino a una piena crisi negli anni 70. La società tende a uniformarsi a un modello di vita occidentale, americano. Forte immigrazione interna verso il Nord (triangolo industriale Torino-Milano-Genova) e nuove tensioni sociali. Inoltre, alla crescita di beni di consumo privati non si accompagna una adeguata spesa sociale e infrastrutturale. Tutto questo porta a una rottura valoriale (padri che avevano ricostruito e figli che spendevano)-> deflagrerà nel movimento del 1968. Tra i 1962 e il 1967 vi era stata un'impennata nella frequenza di un milione di alunni (+13% elementari, +14% medie, +15% università con 100.000 fuori corso). L'aumento della frequenza porta a una massa di precariato e conseguenti sanatorie, perché il legittimo interesse alla stabilizzazione si tramuta in diritto soggettivo. L'edilizia scolastica non sta dietro all'incremento demografico e alla richiesta di scolarizzazione. Nel 1967 esce "Lettere a una professoressa", una sorta di libro d'accusa collettivo scritto dai ragazzi della "Scuola di Barbiana" e dal loro parroco, Don Mino Milani, che si trasforma presto in una sorta di manifesto del 1968 (guarda slide). (slide 39 piena di leggi da non sapere) -> importante, prime norme sui mutilati e invalidi civili (Decreto legge 5/1971); liberalizzazione dell'accesso all'università (L. 9/1969). I nuovi paradigmi: - La scuola media unica introduce l'identificazione tra obbligo e stesso percorso, non giuridica ma pedagogica. - La valutazione è correlata più ai punti di partenza e ai progressi conseguiti che ai risultati raggiunti e ciò rende concepibile la presenza nelle classi comuni degli alunni con disabilità - Gli esami finali dei gradi perdono progressivamente la caratteristica di certificazione esterna - Si crea un sinallagma tra frequenza della scuola dell'obbligo e diritto a conseguire il titolo di studio - L'accesso all'università perde la richiesta di una propedeuticità dei cicli precedenti - La scuola vuole diventare una comunità educante partecipata anche in connessione con il territorio - La secondaria intraprende la strada delle sperimentazioni - A partire dai programmi della scuola media del 1979 e della scuola elementare del 1985, si postula l'identità del tempo scuola con il tempo di apprendimento e le indicazioni sul contesto diventano sempre più ampie Parola d'ordine: INTEGRAZIONE L'integrazione è il processo tramite il quale diverse identità sono inserite, senza nessun tipo di discriminazione, all'interno di un contesto. L'integrazione scolastica mira a inserire nelle classi comuni gli alunni cui era riservata l'istruzione speciale e a intervenire per allineare i loro apprendimenti agli obiettivi comuni. D.L. 5/1971 "Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili" convertito con modificazioni dalla L. 118/1971, riordina in realtà alcune norme del 1966. - mutilati e invalidi civili: cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici... - abbattimento delle barriere architettoniche - trasporto gratuito per alunni non autosufficienti - istruzione dell'obbligo deve avvenire all'interno delle classi normali salvo i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi deficienze intellettive o da menomazioni fisiche gravi che rendano difficoltoso l'apprendimento o l'inserimento; sarà facilitata la frequenza degli invalidi e mutilati civili a tutti i gradi scolastici (art. 28) La norma rimane inattuata fondamentalmente. DPR 970 del 31 ottobre 1975 -> Norme in materia di scuole aventi particolari finalità; era una dizione "ipocrita" per riferirsi alle scuole dell'istruzione speciale. - norme sugli organi collegiali - il loro personale direttivo e docente deve essere fornito di apposito titolo di specializzazione da conseguire al termine di un percorso teorico-pratico di durata biennale presso scuole o istituti riconosciuti dal ministero della pubblica istruzione. Sono aboliti i corsi di fisiopatologia dello sviuppo fisico e psichico. - il personale docente specializzato può essere assegnato a scuole normali per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni, ed in particolare quelli che presentino specifiche difficoltà di apprendimento. DM 3 giugno 1977 -> Programmi dei corsi di specializzazione per il personale direttivo, docente ed educativo da preporre alle scuole ed istituti che perseguono particolari finalità - i corsi sono istituiti presso le scuole su domanda e riconoscimento sul Ministero; - il corso biennale è unitario; lezioni ed esercitazioni comuni, tirocinio nel proprio grado di scuola; - per ogni anno di corso dovevano essere effettuate 300 ore di lezioni per area informativa e 350 in area formativa che attribuiva al tirocinio guidato 200 ore, per un totale di 1300 ore. Il documento "Falcucci" Franca Falcucci, prof di storia e filosofia e responsabile scuola di Democrazia Cristiana (governo Aldo Moro). Le indicazioni contenute nella relazione della Commissione Parlamentare, meglio note come "Documento Falcucci", hanno consentito la diffusione dell'integrazione scolastica. Il documento fu allegato dal Ministro della Pubblica Istruzione Franco Maria Malfatti alla CM 8 agosto 1975, n. 227, "Interventi a favore degli alunni handicappati" che avviava la sperimentazione delle indicazioni. Il documento Falcucci parla di integrazione perché "la possibilità di attuazione di una struttura scolastica idonea ad affrontare il problema dei ragazzi handicappati presuppone il convincimento che" anche soggetti con disabilità devono essere considerati protagonisti della propria crescita e con potenzialità, il cui sviluppo deve essere favorito dalla scuola. Come? Adottando un concetto più ampio di apprendimento che valorizzi tutte le forme espressive; oltre all'intelligenza logico-astrattiva si deve considerare anche quella sensorio-motrice e pratica e bisogna tenere presenti i processi di socializzazione. Il tempo pieno diventa una successione organica e unitaria di diversi momenti educativi. Dove? Scegliendo in ogni distretto una o più scuole per l'integrazione, così configurate: Popolazione scolastica non superiore a 500 alunni Classi con max 15-20 alunni Tempo pieno La responsabilità globale verso la classe attribuita ad un gruppo di insegnanti Possibilità di un insegnante specializzato e di un'equipe composta almeno da assistenti sociali, psicologo, pedagogista specializzato, tecnici riabilitativi e specialisti clinici Il Documento Falcucci fu travasato, in parte, nella L. 517/1977 -> Norme sulla valutazione e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico - i vecchi voti vengono sostituiti dall'istruttoria e una scheda personale dove l'insegnante doveva documentare vari aspetti del progresso degli alunni; - abolizione delle classi di aggiornamento e classi differenziali.