SESTA PARTE DEL LIBRO DI CAMBI

La pedagogia cognitivistica: Da Piaget a Gardner

• La pedagogia cognitivistica si focalizza sulla formazione intellettuale e sul ruolo dell'insegnamento nello sviluppo della mente.
• Piaget ha sottolineato l'importanza dell'insegnamento scientifico e delle procedure che lo accompagnano.
• Piaget ha sottolineato l'importanza di iniziare con concetti generali e operativi, come gli insiemi in matematica.
• Piaget riconosce che la mente infantile si sviluppa attraverso strutture cognitive, e questo è fondamentale per un'educazione del pensiero che tenga conto delle capacità del bambino.
• Piaget ha contribuito alla rivoluzione cognitiva e all’impostazione genetica e alle connessioni biologiche, sociali e culturali relative allo sviluppo del bambino.

Vygotskij

• Vygotskij sottolineava la centralità della creatività e del superamento delle condizioni date dallo sviluppo mentale nel bambino.
• Vygotskij riteneva che il gioco stimoli l'invenzione e l'immaginazione, oltre a favorire il rispetto delle regole.
• Vygotskij si allontanava da Piaget ripetendo che gli stadi di sviluppo non devono essere vincolanti in educazione e che la mente infantile, oltre ad essere logica, è inventiva e immaginativa.
• Vygotskij ha sottolineato l'importanza del pensiero verbale e il suo sviluppo come processo storico-naturale.
• Ha sottolineato il ruolo del linguaggio nell'educazione che porta a un pensiero logico-concettuale e il ruolo attivo dell'insegnamento nello sviluppo della mente.
• Vygotskij ha sostenuto che l'apprendimento ha un ruolo cruciale nello sviluppo cognitivo del bambino e che la scuola occupa una funzione fondamentale.

Bruner

• Bruner ha tradotto i principi del cognitivismo nella pedagogia, evidenziando le strutture operative del pensiero nei processi di categorizzazione.
• Bruner ha sviluppato una pedagogia di tipo strutturalistico, che si basa su tre fasi di rappresentazione dello sviluppo intellettuale:
  • azione
  • organizzazione visiva (iconica)
  • linguaggio (simbolico)
• Bruner ha sottolineato l'importanza del linguaggio nello sviluppo cognitivo.
• Bruner ha sottolineato il ruolo della scuola nell'istruzione, nella trasmissione della cultura e nello sviluppo intellettuale.

Gardner

• Gardner ha teorizzato l'esistenza di «intelligenze multiple» nell'uomo, riconoscendo l'importanza della comprensione in educazione.
• Gardner ha sviluppato una «pedagogia modulare» ispirata al principio della comprensione.
• Gardner ha identificato le seguenti intelligenze:
  • logico-matematica
  • corporeo-cinestetica
  • spaziale
  • linguistica
  • musicale
  • intrapersonale
  • interpersonale

La pedagogia cognitivistica e la complessità della mente

• Le teorie cognitive contemporanee promuovono una visione della mente come un sistema complesso e dinamico, dove "sapere e fare" sono interconnessi.
• È fondamentale considerare la cultura dell'educazione, come indicato da Bruner, e analizzare il processo educativo come un processo di costruzione individuale e sociale.
• Howard Gardner elabora la teoria delle "intelligenze multiple", che contrasta l'idea di intelligenza come un'unica facoltà, proponendo sette diverse forme di intelligenza: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, interpersonale e intrapersonale.
• Gardner enfatizza l'importanza di educare tutte le forme di intelligenza, integrandole nel processo di apprendimento.
• Le ricerche di Fodor, Sternberg e Bruner hanno portato a una visione più articolata del cognitivo, evidenziando il pensiero narrativo come stile di pensiero e come elemento fondamentale nella formazione della mente.
• Le teorie del curriculum, sviluppate soprattutto nel mondo anglosassone, hanno contribuito ad analisi dei processi di insegnamento e apprendimento, focalizzandosi su obiettivi, contenuti, metodi, programmazione didattica e valutazione.
• Le tecnologie educative, influenzate dalle teorie neocomportamentiste di Skinner, hanno introdotto l'uso di tecnologie come calcolatori, televisori, videoregistratori e computer nei processi di apprendimento, rendendo più impersonale, controllabile e microstrutturato il processo di insegnamento e apprendimento.
• Le ricerche di Benjamin S. Bloom si concentrano sulla "pedagogia degli obiettivi", definendo il sapere come conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi e valutazione, e l'affettivo come ricezione, risposta, valorizzazione, organizzazione e caratterizzazione del valore.
• La metodologia del mastery learning mirata a costruire una didattica individualizzata e su misura, con l'insegnante che svolge un ruolo di guida e di supporto per l'allievo.

Il '68: critica ideologica dell'educazione e pedagogie radicali

• I movimenti del '68 hanno portato a un processo di rivoluzione culturale e di rivolta giovanile, influenzando la società, le ideologie, le istituzioni, i saperi e i luoghi di apprendimento (scuole e università).
• Il pensiero del '68, influenzato da Marx, Mao e Marcuse, era orientato al marxismo rivoluzionario, all'anarchismo, al trotskismo e a forme di estremismo antiautoritario.
• Il movimento studentesco del maggio francese ha rivendicato una trasformazione radicale del sistema educativo e della politica sociale, portando avanti una tensione utopica espressa nello slogan "L'immaginazione al potere", un invito a pensare l'impossibile e a riqualificare la vita sociale.
• Negli Stati Uniti, il '68 ha visto una critica radicale del sapere accademico e delle istituzioni educative, influenzata da Marcuse e dalla Scuola di Francoforte.
• In Germania, il '68 promuoveva una ripresa creativa del marxismo, influenzato dalla Scuola di Francoforte e da figure come Wilhelm Reich, che integrava psicoanalisi e marxismo.
• In Italia, il movimento studentesco si è unito alla rivolta sindacale e operaia, portando avanti una critica al PCI e sviluppando gruppi estremisti di ispirazione marxista, da Lenin a Trotski.
• Il '68 ha portato ad una riletture critica del ruolo della cultura e dei diversi saperi, compresa la pedagogia.
• Il dibattito del '68 ha messo in evidenza l'ideologia come un falso pensiero connesso a interessi di classe e a intenzioni di egemonia socio-politica, e ha individuato l'istituzione scolastica come uno dei luoghi di riproduzione e legittimazione dell'ideologia.
• Teorici come Althusser e Broccoli hanno sostenuto l'ideologia come elemento determinante nelle dinamiche educative, e hanno avviato una critica dell'ideologia a base politica, con l'obiettivo di rinnovare l'ideologia pedagogica.
• Il '68 ha portato ad un'analisi più complessa del ruolo sociale della scuola e del suo funzionamento interno, evidenziando l'ambiguità della sua identità, tra la formazione di coscienze più libere e la conformazione dei soggetti a precise regole sociali.
• Il '68 ha contribuito alla smascheratura del ruolo ideologico della pedagogia e alla critica dei suoi meccanismi autoritari.
• La pedagogia è stata riconosciuta come un sapere schierato, ma che ha il dovere di optare per l'emancipazione e la liberazione dell'uomo.
• Il '68 ha portato all'affermazione di modelli educativi alternativi, basati su valori e principi diversi da quelli borghesi e capitalistici, con l'obiettivo di contrastare l'ideologia conformistico-autoritaria e repressiva.

Pedagogie del Novecento

• Le pedagogie dell'autogestione, della descolarizzazione e della controscuola rappresentarono un modello di rottura con le pratiche educative tradizionali.
• Queste pedagogie puntavano a promuovere processi formativi più aperti e capaci di creare soggetti più creativi, indipendenti e critici.
• La pedagogia critica radicale si contrapponeva alla visione borghese dei processi formativi e si basava sul principio della differenza.
• Il riferimento a Marx, Freud e Nietzsche diede vita a una pedagogia libertaria, antirepressiva e dialettica.

Georges Lapassade e l'autogestione

• Lapassade criticava il mito dell'adulto e promuoveva l'infanzia come età di "incompiutezza" e di "entrare nella vita" in modo autentico.
• La pratica dell'autogestione pedagogica mirava a valorizzare e promuovere la natura genuina dell'infanzia, liberando allievi, insegnanti e pedagogisti.
• L'autogestione pedagogica era ispirata ai valori del socialismo e si proponeva di superare le contraddizioni della formazione borghese.

Ivan Illich e la descolarizzazione

• Illich sosteneva la necessità di descolarizzare la società per sottrarre apprendimento e formazione all'ideologia del potere.
• Descolarizzare la società significava creare alternative formative diffuse nella società, non istituzionalizzate e informali.
• L'obiettivo della descolarizzazione non era la professionalizzazione dell'individuo, ma la formazione sociale dell'uomo.

Paulo Freire e la pedagogia degli oppressi

• La pedagogia di Freire era impregnata di coscienza politica ed era rivolta ai poveri, agli ultimi e a processi di apprendimento che andavano oltre la semplice alfabetizzazione.
• La sua pedagogia mirava alla "coscientizzazione" attraverso la conquista del linguaggio, l'analisi dei significati e la loro collocazione storica e sociale.

Don Lorenzo Milani e la controscuola

• Don Milani, con la sua scuola di Barbiana, criticava la scuola borghese, classista e discriminatoria, incapace di superare il divorzio tra cultura e lavoro.
• La sua scuola lavorava tutto il giorno intorno a una cultura non formalistica, discutendo e scrivendo per riappropriarsi della parola e dell'autonomia del pensiero.
• L'esperienza di don Milani, pur limitata a un contesto specifico, ebbe un grande successo e influenzò il movimento studentesco del '68, incarnando una critica all'istituzione scolastica.

La pedagogia della differenza

• La pedagogia della differenza trovò i suoi sostenitori più radicali in Francia, unendo marxismo e freudismo.
• Il bambino era visto come emblema di un'umanità diversa dalla tradizione cristiano-borghese, più libera, perversa-polimorfa e anticonformistica.
• René Scherer, nel suo "Emilio pervertito", sosteneva la necessità di liberare la corporeità infantile e le sue "perversioni" dal controllo degli adulti.

Giovanni Maria Bertin e la ragione problematica

• Bertin sviluppava un razionalismo critico ispirato a Banfi e basato sui valori della differenza e della creatività esistenziale.
• La sua pedagogia mirava a formare una personalità inquieta, originale, aperta al cambiamento e al dissenso.

Pier Paolo Pasolini e l'educazione alla differenza

• Pasolini, pur essendo fuori dal campo pedagogico in senso stretto, si fece educatore della società civile, promuovendo un rifiuto dell'etica neocapitalistica e un ritorno a un'identità umana più autentica.
• Attraverso i suoi scritti, dialoghi e rubriche, Pasolini si rivolgeva ai giovani, educando alla differenza, ad altri valori e a una qualificazione esistenziale diversa dal consumismo.

Il '68 e le Pedagogie Radicali

• Il movimento del '68 ha alimentato un ampio movimento in ambito educativo, scolastico e pedagogico, toccando diverse aree geografico-culturali.
• Questo movimento ha influenzato profondamente l'identità della pedagogia, portando ad una riflessione sulla sua politicità e sul suo ruolo nella società.
• Il '68 ha spinto la pedagogia a riconoscere la sua dimensione politica, in quanto educare, insegnare e pensare all'educazione sono attività sociali con obiettivi specifici e connessi a valori e concezioni del mondo.
• Alcune pedagogie del '68 hanno proposto nuove visioni educative, immaginando modelli formativi che promuovono la dis-alienazione individuale e sociale, caratterizzati da libertà, anti-autoritarismo, erotismo e creatività.

La Pedagogia di Bertin

• L'opera di Bertin è stata influenzata dal '68 e si concentra su alcuni aspetti chiave dell'esperienza educativa.
• Bertin analizza l'educazione alla ragione, partendo da "singolo" e distinguendo tra forme di realizzazione inautentica (egocentrismo ed evasione) e quelle che corrispondono al soggetto umano guidate dal principio della ragione.
• La pedagogia di Bertin si presenta come una sintesi del problematicismo pedagogico e offre una analisi critica del "fare pedagogia", sottolineandone la storicità e la funzione critica rispetto ai modelli storici di formazione.

La Scuola dal Secondo Dopoguerra ad Oggi

• La scuola nei paesi industrializzati ha assunto un ruolo sociale sempre più centrale, diventando un'istituzione chiave per lo sviluppo economico, l'assetto democratico e la mobilità sociale.
• Dopo il secondo dopoguerra, la scuola ha contribuito all'alfabetizzazione di massa, all'innalzamento dell'obbligo scolastico e ha assunto un ruolo sempre più importante nel favorire la mobilità sociale.
• La scuola si è evoluta per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, fornendo competenze professionali e una cultura di base più solida, in un contesto di trasformazione socio-economica.
• Il conflitto tra l'obiettivo di diffondere una cultura generale e quello di formare profili professionali ha portato a dibattiti sull'identità della scuola secondaria in vari paesi.

Il Ruolo Ideologico della Scuola

• La scuola nell'era moderna, secondo Louis Althusser, svolge un ruolo fondamentale nella riproduzione della forza lavoro e dell'ideologia dominante.
• Il sistema scolastico è considerato un "apparato ideologico di stato", che trasmette valori e concezioni del mondo che riproducono i principi della classe dominante.
• La scuola agisce nel senso del "soggiogamento ideologico", manipolando il soggetto e regolando la sua identità e la "forma coscienziale" secondo i principi dell'ideologia dominante.
• La scuola, attraverso la trasmissione di conoscenza e competenze, contribuisce a formare cittadini più consapevoli e più capaci di partecipare alla "cosa pubblica", ma svolge anche un ruolo ideologico, legato ai suoi contenuti e strutture.