Storia del Cinema e Giolitti

Un uomo d'affari francese che ha fondato il primo e più importante polo industriale cinematografico in Francia.

L'inventore del cinema narrativo di finzione, in cui le scene si concatenano per esprimere una storia.

Il cinema di Méliès si caratterizzava per l'uso di costumi e effetti speciali per creare storie fantasiose.

Melies ha sperimentato diversi metodi per creare scene complesse, come l'uso di effetti speciali e trucchi di scena.

Méliès iniziò la sua carriera come prestigiatore in Gran Bretagna, sviluppando così una profonda conoscenza degli effetti speciali e della scenografia.

I Lumiere erano scettici sull'uso del cinematografo per creare film narrativi di finzione.

Méliès voleva realizzare film più complessi, ma i Lumiere si rifiutarono di vendergli una cinepresa.

Méliès ha commissionato la costruzione di un kinetografo, uno strumento specializzato per la ripresa cinematografica.

Il periodo storico tra il 1903 e il 1914 in Italia, caratterizzato dal governo liberale di Giovanni Giolitti, che affrontò le sfide legate alle differenze di crescita economica tra Nord e Sud.

Termine che descrive il modo di governare di Giolitti, caratterizzato da alleanze politiche fluide e mutevoli.

Il cinema italiano all'inizio del secolo XX era un fenomeno popolare, che attirava principalmente le classi meno abbienti.

Legge italiana del 1913 che introdusse per la prima volta la censura cinematografica, dando al governo il potere di controllare la produzione di film.

La censura cinematografica, introdotta in Italia nel 1913, aveva l'obiettivo di impedire la visione di film considerati offensivi per la morale, il decoro nazionale o i rapporti internazionali.

Nel 1896, Vittorio Calcina, rappresentante dei Fratelli Lumière, riprese Papa Leone XIII in Vaticano, creando uno dei primi film di repertorio su una figura molto popolare.

Torino e Milano ebbero due diversi modelli di produzione cinematografica. Torino sviluppò grandi produzioni mitologiche e spettacolari, mentre Milano puntava su film realistici e documentari.

La produzione cinematografica di Milano si caratterizzò per film realistici e documentari, spesso legati alla fotografia e all'antropologia.

Un tipo di cinema documentaristico che nasce in Russia durante il periodo rivoluzionario, utilizzando il montaggio per esprimere un messaggio politico e sociale.

Un gruppo di cineasti russi che utilizzavano il cinema come strumento di propaganda per il regime sovietico, realizzando filmati che mostravano la vita quotidiana dei lavoratori e la costruzione della nuova società.

Il concetto che il cinema può essere uno strumento per esplorare la realtà e il mondo in modo diverso, andando oltre la semplice registrazione delle immagini.

Questo tipo di cinema si focalizza sulla registrazione e sulla narrazione di eventi reali in modo immediato e diretto.

Un'immagine che viene mostrata in modo rapido e immediato, focalizzando l'attenzione dello spettatore su un particolare aspetto della realtà.

Un testo che accompagna le immagini in un film per arricchirle di significato o fornire ulteriori informazioni.

La capacità di unire diverse immagini in un modo che crea un nuovo significato, come in un montaggio.

Il processo di creazione di filmati diretti dalla realtà, senza la mediazione di scenari o storie finzionali.

Il cinema muto russo si caratterizza per la sua capacità di esprimere un linguaggio visivo potente attraverso la sequenza di immagini, senza l'ausilio del suono. Questo linguaggio si discosta dalla riproduzione della realtà e diventa un'interpretazione personale del regista.

Il montaggio nel cinema muto russo non è un semplice assemblaggio di immagini, ma un processo creativo che determina il ritmo e il significato del film. Il ritmo delle immagini è fondamentale per creare un linguaggio formale basato sulle attrazioni, ovvero attirare e coinvolgere lo spettatore.

Il cinema muto russo si caratterizza per il suo forte legame con la realtà, anche se non la copia fedelmente. Il regista utilizza le immagini per esprimere la sua visione del mondo e per influenzare lo spettatore.

Il cinema muto russo è stato un importante strumento di propaganda durante la rivoluzione russa. I film venivano utilizzati per diffondere i valori della rivoluzione leninista e per celebrare il nuovo regime politico.

La morte di Lenin nel 1924 e l'ascesa di Stalin al potere segnano un punto di svolta nella cinematografia russa. Il clima di libertà artistica inizia a restringersi, portando a una maggiore censura e controllo politico.

La morte di Ejzenštejn, provocata da un infarto, è descritta nel film "Bartlet" come un evento influenzato dalle preoccupazioni dell'artista per il giudizio di Stalin. Questo atto rappresenta la paura e la pressione che i registi subivano nell'ambiente politico repressivo.

La fine della libertà artistica e della sperimentazione nel cinema russo si verifica negli anni '30 con l'introduzione del cinema sonoro. Il contesto politico repressivo e la censura del regime stalinista contribuiscono all'insorgere della paura e della sfiducia.

Il suicidio di Majakovskij nel 1930 è visto come un simbolo delle delusioni politiche e dell'oppressione che caratterizzavano il regime di Stalin. La sua tragica fine rappresenta una perdita profonda per la cultura russa.

Il film documentario "Tre Canti su Lenin" di Dziga Vertov è stato concepito come un'opera di real-socialismo, con lo scopo di commemorare la figura di Lenin.

Vertov ha realizzato il film "Tre Canti su Lenin" come un documentario sonoro, caratterizzato da un uso poetico del materiale folkloristico.

Per realizzare "Tre Canti su Lenin", Vertov ha inviato troupe in Caucaso, Asia centrale e nelle periferie della Russia alla ricerca di testimonianze e materiali folkloristici.

Vertov si era concentrato sulla raccolta di canzoni, ritmi musicali, modi di dire e poesie tradizionali con l'intento di rileggere la figura di Lenin attraverso il folklore popolare.

Il funerale di Lenin è stato un evento cruciale nel film "Tre Canti su Lenin", mostrando il dolore e la devozione popolare per il condottiero.

Le registrazioni sonore dei discorsi di Lenin, utilizzate come colonna sonora del film, hanno comportato un processo di restauro per migliorare la qualità del suono.

"Tre Canti su Lenin" è stato realizzato a pochi anni dalla morte di Lenin, come un progetto per celebrare il decennale della sua scomparsa.

L'immagine di Lenin nel film "Tre Canti su Lenin" è rappresentata come quella di un leader carismatico e rivoluzionario, che ha portato al progresso sociale.

Lo stile di Flaherty si discosta dal cinema Vertov, privilegia la spontaneità e l'immediatezza nell'osservazione delle culture e dei costumi delle persone.

Flaherty ama immergersi nella cultura che sta osservando e vive con i protagonisti dei suoi film, entrando in sintonia con loro.

I protagonisti dei film di Flaherty sono persone reali, non attori professionisti. Queste persone provengono dallo stesso ambiente e contesto del film.

Flaherty, un uomo impulsivo e avventuroso. Il suo approccio alla vita e al cinema è istintivo e spontaneo, guidato dalla sua curiosità per il mondo.

Flaherty, un uomo di azione e non uno studioso di teoria. La sua conoscenza del mondo e delle culture si basa sull'esperienza diretta e l'osservazione.

Flaherty riprende la vita quotidiana con un'ottica realistica, mostrando la bellezza e la difficoltà del vivere in diverse culture e contesti.

Flaherty utilizza la cinepresa con grande libertà e flessibilità, anche in ambienti difficili e imprevisti.

Flaherty, un uomo che ama il contatto diretto con la natura e con le persone. Il suo cinema è un ponte tra la vita reale e la vita sullo schermo.