Sociologia dell'educazione: Lezioni 025-028

L'idea che l'educazione contemporanea sia in crisi, basata su luoghi comuni come la perdita di valori e l'apoliticità dei giovani, secondo l'interpretazione di Garelli.

La critica di Garelli all'immagine nichilista dei giovani contemporanei si basa sull'idea che i giovani non siano avulsi dal mondo, ma abbiano un'anima sociale e siano impegnati in sfide reali.

Il paradigma della cura di Garelli sottolinea l'importanza di un'educazione che si concentra sul bene comune e sulla responsabilità verso il futuro.

Le sfide educative che Garelli identifica nella scuola contemporanea riguardano l'inclusione sociale, la lotta alle disuguaglianze e la costruzione di un'etica condivisa.

Secondo Garelli, trasmettere implica semplicemente il trasferimento di informazioni, mentre educare implica la costruzione di un percorso di crescita personale e sociale.

L'influenza del livello di istruzione dei genitori, dello status economico e socio-economico sul percorso di crescita dei figli, comprendendo aspetti come le pratiche ludico-ricreative, le pratiche educative e l'autonomia.

Secondo Piaget, la socializzazione implica anche momenti di controllo e regolamentazione delle azioni individuali, necessari per l'inserimento sociale. Questo non è sempre negativo, ma è cruciale per l'apprendimento di regole e comportamenti.

Piaget descrive il passaggio dalle regole imposte dall'esterno alla collaborazione come un processo di maturazione intellettuale e morale, in cui il bambino sviluppa la capacità di capire e rispettare regole condivise.

Durkheim ha teorizzato due tipi di società: la solidarietà meccanica, basata su regole comuni e tradizioni, e la solidarietà organica, caratterizzata dalla divisione del lavoro e dalla specializzazione. Il passaggio da una all'altra implica un cambiamento nella socializzazione.

Nella teoria di Piaget, la socializzazione è vista come un processo di adattamento reciproco tra l'individuo e la società, dove le strutture psicologiche si sviluppano in relazione alle strutture sociali.

Secondo Piaget, il processo di socializzazione coinvolge un passaggio dalla subordinazione all'autodeterminazione, dove il bambino impara ad agire in autonomia e a cooperare con gli altri.

Piaget identifica quattro trasformazioni fondamentali nella socializzazione: il passaggio dall'energia alla volontà, dalla volontà all'intelligenza, dall'intelligenza alla ragione e dalla ragione alla moralità.

Nella teoria di Piaget, lo stadio della codificazione delle regole corrisponde all'età in cui i bambini iniziano a comprendere e ad applicare le regole del gioco e della vita sociale, generalmente intorno ai 6-7 anni.

Lo stadio egocentrico, secondo Piaget, corrisponde all'età in cui i bambini hanno difficoltà a comprendere i punti di vista altrui e tendono a vedere il mondo solo dalla propria prospettiva, generalmente tra i 2 e i 5 anni.

Il libro "Il giudizio morale nel fanciullo" è un'opera di Jean Piaget, in cui l'autore analizza lo sviluppo morale del bambino attraverso l'osservazione e l'analisi sperimentale.

L'adattamento, nella teoria di Piaget, è il risultato di due processi complementari: assimilazione e accomodamento.

L'approccio sociologico di Piaget è stato definito da lui stesso come individualista, poiché si concentra sullo sviluppo individuale del bambino in relazione al contesto sociale.

L'approccio di Dubar alla socializzazione si concentra sulle relazioni e l'interazione tra individui, riconoscendo il ruolo fondamentale dei simboli nella costruzione dell'identità e del significato.

Dubar analizza il processo di socializzazione secondaria, che comprende l'acquisizione di competenze specifiche, conoscenze e ruoli sociali all'interno di contesti come la scuola, il lavoro o le organizzazioni.

L'opera di Dubar

L'opera di Dubar

L'opera di Dubar

L'opera di Dubar

L'opera di Dubar

L'opera di Dubar

Nell'opera 'La spiegazione in sociologia', Piaget si concentra sulle connessioni tra le spiegazioni sociologiche e quelle psicologiche. In sostanza, analizza come la psicologia, ed in particolare lo sviluppo mentale individuale, influenzi i processi sociali e viceversa.

Piaget definisce lo sviluppo mentale del bambino come un processo di costruzione continua, dove nuove conoscenze e competenze si aggiungono a quelle già acquisite.

Secondo Piaget, lo sviluppo mentale del bambino è influenzato da due elementi cruciali: le strutture cognitive, cioè le modalità di organizzare le informazioni, e il funzionamento, ovvero i processi mentali che il bambino utilizza per elaborare le informazioni e risolvere i problemi.

Piaget individua una doppia dimensione nello sviluppo mentale del bambino: quella individuale, relativa alle esperienze personali di apprendimento, e quella sociale, legata all'interazione con l'ambiente sociale e culturale.

Nella teoria di Piaget, l'equilibrio svolge un ruolo fondamentale. Si riferisce alla capacità del bambino di adattarsi alle nuove situazioni, mantenendo un equilibrio tra i propri schemi mentali preesistenti e le nuove informazioni che incontra.

La teoria della doppia transazione, sviluppata da Dubar, evidenzia l'interazione tra le esperienze biografiche e le esperienze relazionali nella formazione dell'identità sociale di un individuo.

Piaget vede la socializzazione come un processo di interazione tra il bambino e l'ambiente sociale. In questo processo, il bambino, attraverso l'imitazione, la cooperazione e il confronto con gli altri, interiorizza le norme sociali e sviluppa una propria identità.

Durkheim vede l'educazione come un processo di trasmissione dei valori e delle norme sociali, mentre Piaget la considera un processo di costruzione attiva di conoscenze da parte del bambino, influenzato dalle interazioni sociali e dallo sviluppo cognitivo individuale.

Il processo attraverso cui gli individui interiorizzano norme, valori e comportamenti sociali, passando da un'identità individuale a una sociale.

La socializzazione che avviene nei primi anni di vita, in contesti come la famiglia, durante l'infanzia. Coinvolge l'apprendimento dei ruoli e valori di base della società.

La socializzazione che avviene negli anni successivi, in contesti come la scuola, il gruppo dei pari e il lavoro. Si caratterizza per l'interiorizzazione di norme, valori e comportamenti specifici di determinati gruppi.

L'approccio di Piaget alla socializzazione rompe con la concezione di un processo passivo di condizionamento, proponendo una visione dinamica in cui l'individuo interagisce con l'ambiente e costruisce attivamente la propria conoscenza e identità sociale.

Percheron indaga il campo delle rappresentazioni tra pari, ossia il modo in cui i ragazzi si rapportano tra loro e costruiscono un'immagine comune degli adulti e della scuola. Questo studio si concentra sulle dinamiche sociali e le influenze reciproche tra i giovani.

La ricerca di Lautrey, condotta tra il 1962 e il 1972, ha dimostrato la forte correlazione tra la classe sociale di appartenenza dei genitori e la riuscita scolastica dei figli. Questo studio evidenzia l'influenza del contesto sociale sulle opportunità educative individuali.

Il sociologo inglese Bernstein ha evidenziato l'importanza del codice linguistico utilizzato all'interno della famiglia, mostrando come un linguaggio ricco e articolato possa favorire lo sviluppo cognitivo e la riuscita scolastica dei ragazzi.

Un approccio alla socializzazione che si concentra sulla costruzione del Sé attraverso interazioni sociali, esperienze e scelte individuali. Implica una continua ridefinizione dell'identità e del ruolo sociale.