Sistemi Politici e Globalizzazione

Il metodo storico è studiare a fondo pochi casi per identificare il meccanismo causale di un processo e la logica comune che lo governa, concentrandosi su classificazioni, tipologie e ricostruzioni narrative.

Il metodo statistico confronta diversi casi per verificare se c'è una relazione statistica tra le variabili. Serve a confermare o confutare ipotesi sulle relazioni causali.

La correlazione statistica tra due variabili, ovvero il modo in cui cambiano insieme, suggerisce una possibile relazione causale, ma non la dimostra.

Il metodo storico approfondisce i dettagli di pochi casi, mentre il metodo statistico analizza molti casi ma con meno dettagli.

Il metodo storico aiuta a capire la genesi di un fenomeno nel tempo, mentre il metodo statistico verifica se alcuni fattori influenzano stabilmente altri.

Gli studiosi di politica cercano di comprendere la partecipazione politica, la democratizzazione, il numero di partiti e la stabilità dei governi usando metodi scientifici.

Il processo di diffusione di capitali, tecnologie, imprese, merci, persone, culture e ricerca oltre i confini nazionali.

Insieme di regole, norme e istituzioni che governano le relazioni tra stati e altri attori internazionali.

Un tentativo di creare istituzioni di governo sovranazionali per affrontare le sfide della globalizzazione.

Un campo di studio che analizza le interazioni e i processi che si verificano all'interno dei sistemi politici.

Un approccio che considera la politica come un sistema composto da elementi interdipendenti.

La comunicazione tra sistema politico e società attraverso input e output.

Il processo di affermazione della democrazia all'interno degli stati nazionali.

L'autonomia delle istituzioni dello stato rispetto al potere religioso.

Lipset ha osservato che le democrazie stabili nei Paesi europei e di lingua inglese, e in quelli latinoamericani, presentano livelli maggiori di ricchezza, industrializzazione, urbanizzazione e istruzione rispetto a democrazie instabili o dittature.

Lipset ha notato che un rapido sviluppo economico può portare a forti diseguaglianze, radicalizzando le classi meno abbienti, rendendo più difficile la stabilità democratica.

Le analisi statistiche mostrano che, a parità di altre condizioni, un maggior sviluppo economico e livelli di istruzione aumentano la probabilità di esito democratico.

Przeworski afferma che è più facile identificare le condizioni che favoriscono la sopravvivenza dei regimi democratici rispetto a quelle che ne favoriscono l'instaurazione.

Przeworski ha notato che raramente si verificano transizioni alla democrazia in Paesi molto poveri, ma è altrettanto difficile che si verifichino se una dittatura è sopravvissuta in un Paese divenuto abbastanza ricco.

Le democrazie hanno una maggiore capacità di sopravvivenza rispetto ai regimi autoritari.

La correlazione tra reddito e democrazia è diminuita dopo la seconda guerra mondiale, ma è rimasta costante e positiva.

La correlazione tra democrazia e uguaglianza economica è diminuita e ora è un predittore marginale.

I cittadini diventano meno legati ai partiti tradizionali e più inclini a cambiare voto in base alle questioni politiche e alla performance dei leader.

I partiti si affidano sempre più a staff di comunicazione centralizzati per raggiungere gli elettori.

I partiti formano alleanze e influenzano le regole elettorali per limitare la concorrenza e massimizzare i finanziamenti pubblici.

Il numero degli iscritti e dei militanti dei partiti si riduce, mentre gli elettori sono meno identificati con un partito specifico.

Gli elettori valutano i partiti in base alla loro posizione su questioni importanti, al loro operato in passato e all'immagine dei leader.

I partiti usano le primarie per scegliere i candidati e i leader, coinvolgendo un numero maggiore di persone.

L'aumento dell'informazione, del benessere e dell'istruzione ha portato a una maggiore indipendenza degli elettori.

Tradizionalmente, i partiti si basavano su una forte base associativa e un legame con le classi sociali. Oggi, questo legame si indebolisce.

Il sistema politico svizzero è unico e non replicabile altrove, con tutti i principali partiti che formano grandi coalizioni, un esecutivo eletto dal parlamento ed un presidente del Consiglio federale eletto per un solo anno.

Il sistema parlamentare prevede una separazione tra capo di stato e capo di governo, con il capo dello stato che ha un ruolo simbolico e di garanzia dell'unità nazionale.

In alcuni sistemi presidenziali, il presidente delega il coordinamento dell'esecutivo a un suo fiduciario.

Il ruolo del capo dello stato nei sistemi parlamentari varia tra i paesi, ma in generale è visto come un garante dell'unità nazionale, mentre il primo ministro è il capo effettivo del governo e risponde al parlamento.

La modalità di elezione del capo dello stato è una differenza fondamentale tra i sistemi politici, con capi di stato eletti democraticamente e capi di stato per diritto ereditario.

In passato, i monarchi delegavano le funzioni esecutive a un primo ministro, ma con l'evoluzione del sistema parlamentare, il primo ministro è diventato espressione della maggioranza parlamentare

La legittimazione del capo di stato, derivante dall'elezione democratica o dall'eredità, è un fattore che distingue i sistemi politici.

I sistemi presidenziali e parlamentari presentano differenze significative nella divisione dei compiti tra capo di stato e capo di governo.

Gruppi che agiscono nel sistema politico per influenzare le decisioni pubbliche, senza partecipare alle elezioni. Possono essere associazioni, imprese, sindacati, ecc. Essi cercano di ottenere risultati specifici dai decisori pubblici.

Gruppi di persone che, pur influenzando il sistema politico, non si candidano alle elezioni. Si caratterizzano per non avere una struttura organizzativa gerarchica, ma un forte senso di appartenenza e identità comune. Spesso si impegnano in proteste non convenzionali e promuovono nuovi temi.

Sono coloro che si presentano alle elezioni con il proprio simbolo, con lo scopo di ottenere ruoli di governo. Sono organizzati in strutture gerarchiche, e hanno programmi e ideologie politiche ben definite.

L'insieme di tutte le organizzazioni, gruppi e individui che operano nel sistema politico e si influenzano reciprocamente: partiti, movimenti, gruppi di pressione.

L'attività di influenzare le decisioni dei decisori pubblici e di ottenere risultati concreti da parte degli attori politici.

L'insieme delle regole, istituzioni e processi che permettono ai cittadini di partecipare alla vita politica e influenzare le decisioni del governo.

Il processo attraverso il quale le decisioni pubbliche vengono prese, applicando regole e procedure stabilite.

Gli obiettivi che i gruppi di pressione e i movimenti cercano di raggiungere, che possono essere di tipo politico (influenzare una legge) o sociale (promuovere un'idea).