Psicologia: Disturbi della Coscienza

È l'insieme di strutture e servizi che si occupano della salute mentale in un territorio specifico.

Il primo punto di riferimento per persone con disagio psichico. Offre cure, riabilitazione e prevenzione.

Struttura semiresidenziale che offre supporto terapeutico e riabilitativo durante il giorno.

Struttura extra-ospedaliera che offre un programma personalizzato di riabilitazione e supporto per persone con disagio psichico.

Servizio ospedaliero che offre trattamenti psichiatrici, sia su base volontaria che obbligatoria.

Trattamenti che aiutano le persone a far fronte ai sintomi dei disturbi mentali e a migliorare la loro qualità di vita.

Aiuta le persone con disagio psichico a trovare impiego.

Consulenze specialistiche per altri servizi di confine, come strutture per anziani e disabili.

Un evento o condizione che precede un disturbo mentale e contribuisce al rischio di svilupparlo.

Un fattore di rischio che può essere cambiato, come lo stile di vita.

Un fattore di rischio che non può essere modificato, come la genetica.

Il campo della psicologia che si concentra sulla ricerca e sugli interventi psicologici per i disturbi mentali.

La teoria che sottolinea il ruolo dell'apprendimento nel comportamento, inclusi i comportamenti patologici.

Un sistema di classificazione psichiatrica creato da Emil Kraepelin che ha evidenziato l'importanza della patologia cerebrale nei disturbi mentali.

Il movimento che mirava a chiudere gli ospedali psichiatrici e reinserire le persone nella comunità.

Un metodo di trattamento psicologico che si basa su processi inconsci e dinamiche interne.

Un elemento che deve essere presente affinché si verifichi un disturbo. Senza di esso, il disturbo non può insorgere.

Una condizione sufficiente per garantire la presenza del disturbo. Non è necessariamente la causa principale.

Un fattore che aumenta la probabilità di sviluppare un disturbo, ma non è né necessario né sufficiente.

Fattori causali che avvengono presto nella vita e possono avere un impatto a lungo termine sul rischio di sviluppare un disturbo.

Fattori causali che precedono immediatamente l'insorgenza del disturbo. Possono essere eventi stressanti o cambiamenti biologici.

Condizioni che mantengono i comportamenti disadattivi già in atto.

Individua la predisposizione di un soggetto a sviluppare un disturbo, derivante da fattori biologici, psicologici e socio-culturali.

Un evento stressante che può innescare un disturbo in un individuo con una predisposizione.

I disturbi mentali sono considerati malattie del sistema nervoso con cause ereditarie o patologie. La maggior parte non è dovuta a danni neurologici diretti.

La vulnerabilità genetica è una predisposizione ad un disturbo mentale. È influenzata da più geni, non da uno solo.

L'interazione tra i geni e l'ambiente determina il comportamento.

Il genotipo è il corredo genetico totale di un individuo.

Il fenotipo sono le caratteristiche fisiche e comportamentali visibili di un individuo, frutto dell'interazione del genotipo con l'ambiente.

I geni possono influenzare l'ambiente in cui si sviluppa un individuo, per esempio attraverso la somiglianza genetica con i genitori, le reazioni dell'ambiente alle sue caratteristiche o il suo ruolo attivo nel plasmare il proprio ambiente.

Lo studio degli anamnesi familiari, le ricerche sui gemelli e le adozioni permettono di separare gli effetti dell'eredità da quelli ambientali.

Gli studi citati aiutano a differenziare le influenze ambientali condivise (esperienze comuni a tutti i membri di una famiglia) da quelle non condivise (esperienze individuali).

La valutazione dello stato psichico di un paziente mediante un esame sistematico, che descrive il suo comportamento e le sue caratteristiche psicologiche in modo schematico e sintetico.

Le tecniche di imaging funzionale e i test mentali sono strumenti utili per la diagnosi dei disturbi mentali, ma non sono sufficienti da soli per una classificazione precisa. Il colloquio clinico è fondamentale per la diagnosi.

Il colloquio clinico fornisce informazioni preziose sullo stato mentale di un individuo, analizzando sia gli aspetti verbali che non verbali del comportamento.

La difficoltà di riconoscere e descrivere correttamente le alterazioni dello stato mentale del paziente, dovute alla tendenza a nascondere o non riconoscere i problemi.

Uno status psichico ben fatto dovrebbe catturare tutte le caratteristiche rilevanti dal punto di vista psicopatologico, indipendentemente dalla patologia specifica del paziente.

Lo sforzo necessario per condurre un esame psichico accurato, soprattutto in presenza di ostacoli come l'alterazione della coscienza o l'aggressività del paziente.

Uno status psichico ben fatto dovrebbe essere in grado di trasmettere una chiara idea dello stato mentale di un paziente a un osservatore che non lo ha mai incontrato.

Le variabili da analizzare e descrivere in modo dettagliato per un esame psichico completo.

La modalità di accesso al colloquio fornisce informazioni importanti sul livello di autonomia e supporto del paziente.

Il livello di motricità rivela informazioni sullo stato emotivo e mentale del paziente. Rallentamenti, agitazione, tensione o gestualità eccessiva possono indicare diversi stati interni.

La disponibilità al colloquio indica la volontà di collaborare e condividere informazioni.

L'aspetto generale e l'igiene personale forniscono indizi sullo stato psicologico e sociale del paziente, suggerendo possibile trascuratezza, confusione o cura eccessiva.

Manierismi o posture atipiche possono essere indizio di stati emotivi disfunzionali o patologie.

Mimica ed espressioni facciali trasmettono emozioni e stati d'animo. La loro analisi fornisce informazioni importanti sullo stato emotivo del paziente.

La coscienza di sé, del mondo interno e del mondo esterno. Determina la capacità di interagire con l'ambiente.

La depersonalizzazione è il sentirsi distaccati dal proprio corpo e dai propri pensieri. Un meccanismo di difesa contro lo stress.