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I tipi di fonti che creano il diritto, come la Costituzione e le leggi.

I documenti che rendono noti le fonti di produzione, come la Gazzetta Ufficiale.

Fonti create tramite un atto di volontà da parte di organi competenti, ad esempio leggi e decreti.

Fonti create da comportamenti o fenomeni indipendenti da una volontà specifica, ad esempio la consuetudine.

Il documento ufficiale che pubblica le leggi e i decreti in Italia.

La pubblicazione di norme e atti legali in ambito europeo.

Un uso costante e uniforme di un comportamento che diventa giuridicamente vincolante.

Un comportamento che non è un atto ufficiale ma è riconosciuto come giuridicamente vincolante dal corpo sociale.

Un comportamento sociale ripetuto nel tempo, sentito come giuridicamente vincolante per la generalità dei cittadini. L'elemento oggettivo è la "diuturnitas", mentre l'elemento soggettivo è l'"opinio juris ac necessitatis".

Il passaggio del potere dall'aristocrazia alla borghesia, la limitazione del potere della corona con la separazione dei poteri e l'affermazione dei diritti di prima generazione (libertà personale, proprietà privata, parola, giusto processo, voto).

Il principio di rappresentanza si affermò nello Stato Liberale. Questo significa che i cittadini delegano a degli eletti il compito di rappresentarli nelle decisioni politiche.

Una consuetudine che riguarda i rapporti tra organi costituzionali, ad esempio, le consultazioni del Presidente della Repubblica per la formazione del nuovo Governo.

Le regole non scritte del diritto internazionale che sono considerate obbligatorie dalla generalità degli Stati. Un esempio è il diritto consuetudinario marittimo.

L'uguaglianza formale nello Stato Liberale significa che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, indipendentemente dalla loro appartenenza sociale. In realtà, il diritto di voto era ristretto e basato sul censo, quindi solo una parte della popolazione poteva votare.

Il principio secondo cui solo lo Stato può stabilire le proprie fonti del diritto, indicando gli atti e i fatti che possono produrre norme.

Lo Stato Autoritario è caratterizzato da un partito egemone o da un dittatore che controlla il potere. La divisione dei poteri è mantenuta ma priva di equilibrio e sottoposta al partito o al dittatore. Non c'è più lo stato di diritto, i cittadini sono privi di garanzie e i diritti fondamentali sono limitati.

Nello Stato Autoritario, il dissenso è represso, le associazioni private sono vietate e gli organi di controllo non funzionano. Lo Stato ha un forte accentramento, con un apparato burocratico rigido.

La tecnica utilizzata dallo Stato per rendere applicabili le norme di altri ordinamenti nel proprio sistema giuridico.

Una disposizione dell'ordinamento italiano che richiama un determinato atto in vigore in altro ordinamento, che viene allegato.

Lo Stato Democratico-Pluralista si basa sull'espansione dei diritto politici e della rappresentanza. Il suffragio universale e i partiti di massa permettono a più persone di partecipare alla vita politica.

Un rinvio che non riguarda uno specifico atto di un altro ordinamento, ma una fonte generale. Ad esempio, il diritto internazionale privato.

Nello Stato Democratico-Pluralista, il principio pluralista è riletto in chiave democratica, riconoscendo la diversità e promuovendo la partecipazione di tutti. Il principio di uguaglianza sostanziale ribadisce che lo Stato ha il compito di ridurre le disuguaglianze.

I contrasti tra norme che esprimono significati incompatibili. Il compito dell'interprete è individuare la norma applicabile.

Lo Stato Democratico-Pluralista si evolve dallo Stato minimo allo Stato interventista. Ciò significa che lo Stato interviene attivamente nella società per garantire i diritti sociali e promuovere il benessere dei cittadini.

La Costituzione italiana definisce come la funzione legislativa è esercitata dalle due Camere. Entrambe le Camere devono approvare lo stesso testo per far sì che un progetto diventi legge.

Il processo di creazione di una legge in Italia, che comprende diverse fasi, dalla prima presentazione alla pubblicazione.

La fase iniziale del procedimento legislativo, in cui un progetto di legge viene presentato a una delle due Camere.

Il Governo italiano, i singoli deputati e senatori, il popolo, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e i Consigli regionali possono tutti presentare un progetto di legge.

I progetti di legge presentati dal Governo sono chiamati disegni di legge. Tutti gli altri sono chiamati proposte di legge.

Una volta presentato, un progetto di legge viene annunciato all'Assemblea, stampato e distribuito, quindi inviato alla Commissione permanente competente per la materia.

La Costituzione italiana specifica alcuni casi in cui la disciplina di una materia deve essere regolata dalla legge, non da altri atti amministrativi.

La Costituzione italiana può stabilire vincoli aggiuntivi per il legislatore quando definisce la disciplina di una materia, oltre a richiedere la legge.

Il periodo di tempo che intercorre tra la pubblicazione di una legge nella Gazzetta Ufficiale e la sua entrata in vigore. Di solito, questo periodo è di 15 giorni, ma può variare se la legge stessa prevede termini diversi.

La legge fondamentale di uno Stato, che stabilisce i principi e le norme generali dell'organizzazione dello Stato e dei diritti dei cittadini.

Il principio che garantisce la stabilità della Costituzione, rendendola difficile da modificare.

Metodo di controllo che verifica la conformità di una legge con la Costituzione prima che la legge entri in vigore.

Metodo di controllo che verifica la conformità di una legge con la Costituzione dopo che la legge è entrata in vigore.

La legge che ha lo scopo di modificare il testo della Costituzione.

Legge che integra la Costituzione con nuove norme su temi specifici già previsti nella Costituzione stessa.

Il procedimento speciale previsto nell'art. 138 della Costituzione per modificare o integrare la Costituzione. Richiede una maggioranza speciale e un referendum popolare.

Il referendum abrogativo è una consultazione popolare che permettere ai cittadini di abrogare (eliminare) una legge esistente.

Il referendum abrogativo fu visto come un mezzo per contrastare il processo di divorzio. La DC, il partito di maggioranza, sembrava dividersi sul tema e questa era una soluzione per evitare una crisi politica.

La legge di attuazione del referendum è il documento che definisce le procedure e i requisiti per organizzare un referendum abrogativo in Italia.

Il legislatore ha inserito alcuni vincoli per complicare la richiesta di referendum abrogativo.

Esistono diversi limiti temporali per la presentazione della richiesta di un referendum.

La Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale hanno il compito di controllare che la richiesta di referendum sia legittima.

Le consultazioni referendarie in Italia si svolgono solo in una domenica tra aprile e giugno.

Se le Camere vengono sciolte prima della data del referendum, il referendum viene annullato.