Modello ABC di Albert Ellis

Un modello sviluppato da Albert Ellis che spiega come i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e comportamenti.

Un evento o una situazione che attira la nostra attenzione.

I pensieri e interpretazioni che associamo all'evento attivante.

Le emozioni e i comportamenti che derivano dai nostri pensieri.

La capacità che abbiamo di influenzare le nostre emozioni e comportamenti cambiando il nostro modo di pensare.

Credenze, esperienze e regole interne che influenzano la nostra interpretazione degli eventi.

La caratteristica delle emozioni negative, come l'ansia, che ci dice di potenziali minacce future.

Comportamenti messi in atto per proteggerci da emozioni negative o minacce percepite.

La sensazione di perdita che si focalizza sugli aspetti negativi dell'evento, sull'impotenza a cambiare la situazione e sul pessimismo riguardo al futuro.

Un'emozione primaria che si manifesta in risposta a una percezione di ingiustizia nel soddisfacimento di un bisogno o desiderio.

Espressione della rabbia che punta a modificare il comportamento dell'altro per affermare la propria libertà e indipendenza.

La percezione di un danno subito come ingiusto, che porta alla rabbia e alla ricerca di una ricompensa o una vendetta.

Manifestazione fisica e emotiva della rabbia, senza uno scopo specifico.

Espressioni facciali caratteristiche della rabbia: sopracciglia aggrottate, denti digrigna, labbro serrato, occhi lampeggianti.

Modificazioni corporee associate all'esperienza della rabbia: irrigidimento dei muscoli, calore, aumento della pressione e del battito cardiaco.

Contesto sociale e culturale che influenza la manifestazione della rabbia. C'è una tendenza ad inibire o controllare la rabbia a causa della cultura, dell'educazione e della famiglia.

I pensieri ossessivi di tipo aggressivo che la paziente sperimenta durante la giornata, soprattutto al mattino, prima di dormire e quando prova rabbia, invidia e gelosia.

La paziente sperimenta un forte impulso a mangiare seguito dal vomito, che utilizza come meccanismo di regolazione della rabbia.

La madre della paziente controlla ossessivamente l'ambiente per evitare che la figlia possa ferire qualcuno.

La paziente passa la giornata a rimuginare sui suoi pensieri ossessivi e le emozioni negative.

La paziente evita di uscire di casa, di guidare e di vedere gli amici.

La paziente sperimenta un'intensa angoscia causata dai suoi pensieri ossessivi, accompagnata da disperazione e rabbia verso se stessa e gli altri.

La costante richiesta di rassicurazioni ai genitori e ai fratelli da parte della paziente.

Un processo mentale che implica la creazione di una rappresentazione del problema, la pianificazione di azioni per risolverlo e l'esecuzione e la valutazione dei risultati.

L'essere

L'abilità di osservare i nostri pensieri ed emozioni senza identificarci con loro, riconoscendoli come semplici eventi mentali.

Un metodo terapeutico che insegna a defondersi dai pensieri e dalle emozioni, permettendo un'azione guidata dai valori.

Un'azione che evita lo scontro e invece tenta di evitare con grazia o di essere gentile.

L'invidia è un'emozione che nasce dal desiderio di avere ciò che qualcun altro possiede. E' caratterizzata da un senso di inferiorità e malanimo, portando al tentativo di ottenere ciò che si desidera o di diminuire il valore di ciò che l'altro possiede.

L'invidia può essere un'emozione sia negativa che positiva. È considerata negativa quando porta ad azioni dannose o quando alimenta sentimenti di rabbia e risentimento, mentre può essere positiva quando spinge a imparare e migliorare.

L'invidia viene nascosta a causa del suo stigma sociale. Le persone spesso cercano di nascondere i loro sentimenti di invidia per evitare di apparire negative o invidiose.

La gelosia è diversa dall'invidia perché riguarda l'esclusività. Nella gelosia, la persona cerca di mantenere o riconquistare il possesso esclusivo di qualcosa o di qualcuno, mentre nell'invidia non c'è un'esigenza di possesso esclusivo.

L'invidia può essere un motore di crescita personale. Quando si invidia una persona per le sue capacità o i suoi successi, può essere un'opportunità per imparare da lei e migliorare se stessi.

Marta, la protagonista del caso, mostra segni di ansia e disagio. Il suo eloquio è fluido, ma i suoi pensieri ossessivi la portano a lunghi silenzi e uno sguardo fisso.

Marta è una ragazza di 21 anni che frequenta il secondo anno di Giurisprudenza. Si presenta durante la prima seduta con un atteggiamento ansioso e un eloquio contrastato. La sua emotività è evidente e si manifesta attraverso pianti e richiesta di rassicurazioni.

La famiglia di Marta è composta dalla madre, il padre, il fratello di 15 anni e la sorella di 12 anni. Questa informazione potrebbe fornire un contesto per comprendere meglio le dinamiche relazionali della famiglia e il suo impatto sul benessere di Marta.

Il desiderio di essere accettata e amata dagli altri, derivante dalla convinzione di essere "quella sbagliata".

L'episodio in cui Marta, a 4 anni, era terrorizzata dall'idea di soffocare dopo aver ingerito un tappo.

L'episodio in cui Marta, a 10 anni, si sente spinta dal demonio ad essere aggressiva, in concomitanza con la nascita della sorella e una lite tra la madre e la nonna.

Il pensiero che le emozioni negative allontaneranno le persone care e che il fallimento porterà all'abbandono.

La necessità di essere "la migliore" in tutto, per evitare di essere abbandonata e per rimediare al senso di colpa.

L'idea che provare emozioni negative significhi essere sbagliati, pazzi o incontrollabili.