L'evoluzione della Moda nel XX Secolo

Il sistema produttivo che combina la creazione di nuovi stili con la produzione industriale.

Gruppi sociali con gusti e modi di vestire distintivi che influenzano la moda. Spesso, la moda nasce proprio da queste sottoculture.

Lo stile di abbigliamento che è pronto da indossare, diverso dai vestiti sartoriali che richiedono su misura.

L'abbigliamento tradizionale, spesso con uno stile fisso che non cambia frequentemente.

L'abbigliamento soggetto a cambiamenti rapidi e frequenti, influenzato dagli sviluppi culturali e dalle tendenze.

Un'istituzione sociale che regola l'evoluzione degli stili di abbigliamento. Influisce sulle scelte individuali e sulle strategie delle aziende.

Il fenomeno per cui la moda non è più guidata da un solo centro come Parigi, ma da diversi centri internazionali influenti.

Il fenomeno per cui la moda non segue un unico stile, ma è caratterizzata da una pluralità di stili diversi e ugualmente validi.

Leggi antiche romane che limitavano l'esibizione di lusso e gli eccessi.

La prima legge suntuaria romana (215 a.C.) che limitava l'ostentazione di lusso da parte delle donne.

La pratica di indossare abiti che indicano lo status sociale.

La competizione per dimostrare ricchezza e prestigio tramite l'apparenza.

La costante ricerca di maggiore magnificenza e lusso, come dimostrato dalle tendenze dell'abbigliamento nell'antica Roma.

Le differenze nelle tendenze dell'abbigliamento indicano che le persone si vestivano in modi diversi a seconda del loro status sociale.

Il modo in cui le persone si vestivano e apparivano nell'antica Roma, come i vestiti, le acconciature e i gioielli.

Il rispetto per la tradizione e la sobrietà nel modo di vestire, spesso in competizione con influenze esterne.

L'attività economica del passato era principalmente focalizzata sulla sussistenza, non sul guadagno. Il fine era assicurare cibo e risorse per la popolazione e per gli animali, mantenendo sana la terra.

In passato il trasporto era costoso e pericoloso, rendendo difficile il commercio e la diffusione di idee.

I campi erano divisi tra agricoltura (cereali, vino) e allevamento (animali, pascoli). L'aumento della popolazione creava competizione per la terra e le risorse.

Il movimento stagionale degli animali, tra pianura e montagna, era fondamentale per l'approvvigionamento di cibo per il bestiame.

Nell'Europa mediterranea, la terra era generalmente lavorata da singoli contadini, mentre in Europa del nord il lavoro era svolto in modo comunitario.

I campi nell'Europa mediterranea erano di forma rettangolare in pianura e irregolari o a terrazze in montagna.

In Europa del nord, i campi erano divisi in grandi sezioni (partite) all'interno delle quali c'erano piccole particelle lunghe e strette.

I boschi e i pascoli potevano essere di proprietà comune degli abitanti del paese o del signore.

La distinzione tra abiti maschili e femminili che si è verificata a partire dal XIV secolo.

L'abbigliamento maschile nel XIV secolo, caratterizzato da abiti più corti, calzoni attillati, scarpe semplici, calze e giubbotti imbottiti.

L'abbigliamento femminile nel XIV secolo, caratterizzato da abiti lunghi, talvolta con strascico, che mettevano in risalto il busto.

Tecniche di lavorazione a maglia e uncinetto che si sono diffuse nel XIV secolo, permettendo la creazione di capi di vestiario in modo più efficiente.

Indumenti realizzati con tessuti elastici che si adattano perfettamente al corpo.

Bottoni e allacciature diverse che si sono diffuse nel XIV secolo, rendendo gli abiti più facilmente regolabili.

L'abbigliamento che si adatta alla figura del corpo, richiedendo più lavoro e competenze da parte dei sarti.

Il rifiuto di esibire la ricchezza materiale attraverso l'abbigliamento.

L'abito nero come simbolo di cultura, educazione e valori interiori.

La moda era definita da una rigida gerarchia di colori che indicava lo status sociale.

Il nero era il colore predominante per gli abiti maschili di classe elevata.

Il nero, nell'abbigliamento maschile, identificava immediatamente i gentiluomini.

La consacrazione formale dell'abito nero come simbolo di classe.

Il nero era un simbolo di virtù morali e intellettuali.

Il nero era un simbolo di cultura e intelletto.

Nel Rinascimento e nell'età moderna, l'eleganza non era solo legata all'abbigliamento, ma anche al comportamento. Il modo di comportarsi, l'habitus, era fondamentale. Ad esempio, ci si soffiava il naso con un fazzoletto, non con la tovaglia; si mangiava con le posate e si evitava di mettere le dita nel naso.

L'Italia era considerata un modello di stile e moda per tutta Europa fino ai primi del Cinquecento. Figure come Federico da Montefeltro e Battista Sforza erano conosciute per la loro eleganza e l'uso di abiti e gioielli costosi.

La crisi politica italiana del XVI secolo portò al declino del suo ruolo dominante nella moda. Francia e Spagna presero il sopravvento e iniziarono ad imporre le proprie tendenze.

Francesco I di Francia, dopo una sconfitta militare in Italia, importò nuove mode italiane nella sua corte, inaugurando una nuova ondata di influenza italiana.

Caterina de' Medici, figlia di Lorenzo II de' Medici e moglie di Enrico II di Francia, ha contribuito a diffondere la moda italiana in Francia nel corso del XVI secolo.