La Rivoluzione Industriale

La rivoluzione industriale ebbe inizio in Inghilterra tra gli ultimi decenni del 18° e la prima metà del 19° secolo, grazie alla presenza di precondizioni come istituzioni favorevoli all'iniziativa individuale, ricerca scientifica avanzata, agricoltura capitalistica, industria manifatturiera ed estrattiva, rete di trasporti efficiente, tasso di urbanizzazione elevato e commercio interno e internazionale. Il sistema di fabbrica rappresentò la maggiore espressione organizzativa della rivoluzione industriale. Nonostante l'impressionante aumento della ricchezza, gli operai ricevevano bassi salari e non avevano alcuna forma di protezione sociale. La rivoluzione industriale si estese anche in altri paesi come Germania, Italia settentrionale, Austria-Ungheria, Russia, Giappone e Stati Uniti, e si rinnovò con l'avvento dell'elettricità e del motore a combustione interna. Si affermò il gigantismo industriale, con fabbriche di migliaia di addetti, una rigida disciplina e precise gerarchie di funzioni e poteri. Si formarono alleanze e combinazioni tra settori produttivi e gli enti finanziari strinsero legami organici con l'industria. La seconda rivoluzione industriale vide i paesi a industrializzazione ritardata impegnati nello sviluppo di una propria industria nazionale e nella protezione delle proprie merci dalla concorrenza estera. La Germania e gli Stati Uniti superarono la Gran Bretagna. L'età della seconda rivoluzione industriale fu anche quella dell'imperialismo, culminata nella Prima guerra mondiale.

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