La letteratura degli immigrati in Italia (1989-2007)

Le lettere scritte dagli emigranti italiani negli Stati Uniti erano spesso manipolate dalle aziende per presentare un'immagine positiva del lavoro, nascondendo la realtà difficile.

L'omicidio di Jerry Masslo, un giovane sudafricano, avvenuto a causa del razzismo nell'agosto del 1989, è considerato l'evento che ha dato inizio alla letteratura degli immigrati in Italia.

Gli italiani negli Stati Uniti erano percepiti come minaccia, paragonati agli immigrati di oggi, per la loro cultura, il loro numero e le loro abitudini.

La Legge Martelli, emanata nel 1990, fu la prima normativa moderna sull'immigrazione in Italia. Era ispirata alla Convenzione di Ginevra e introduceva lo status di rifugiato politico.

Il crollo di Wall Street del 1929 ha rafforzato la diffidenza verso gli italiani, considerati destabilizzanti per l'economia.

La legge Martelli fu criticata per la sua vaghezza nella regolamentazione dei flussi migratori e per le difficoltà pratiche nella gestione delle quote d'immigrazione.

Negli Stati Uniti del sud, gli italiani erano considerati più vicini ai neri africani che ai bianchi americani per cultura e colore della pelle.

La Repubblica, il Corriere della Sera e l'Unità sono solo alcuni quotidiani italiani che hanno trattato l'omicidio di Jerry Masslo. Ognuno di essi ha avuto un approccio diverso al tema del razzismo.

Il modello concettuale della "linea del colore", esposto a Buffalo nel 1901, collocava gli italiani e gli irlandesi in una posizione intermedia tra i neri e i bianchi anglosassoni.

La Repubblica ha definito l'omicidio di Masslo come un "raid anti-neri" simile al Ku Klux Klan, evidenziando la violenza contro i lavoratori immigrati come un problema diffuso.

Negli Stati Uniti, gli italiani erano vittime di pregiudizi razziali, definiti con epiteti denigratori come "ghini ghini" e "black dago", soprattutto in Louisiana e Alabama.

Il Corriere della Sera ha analizzato il razzismo italiano, collegando l'omicidio di Masslo a un contesto più ampio di intolleranza e tensioni culturali.

L'Unità ha raccontato il passato di Masslo, vittima del razzismo anche in Sudafrica, e ha dipinto l'omicidio come un segnale dell'apartheid arrivato in Italia.

I pregiudizi razziali verso gli italiani negli Stati Uniti si traducevano anche in violenze: nel 1899, tre fratelli Di Fatta furono linciati nel Mississippi, e nel 1891, undici immigrati siciliani furono massacrati a New Orleans.

Gli italiani negli Stati Uniti erano perlustrati nelle loro case, dove venivano ritrovati simboli religiosi come la Madonna nera e San Calogero, che rafforzavano la percezione della loro diversità.

Il Secolo XIX ha minimizzato il razzismo nell'omicidio di Masslo, concentrandosi sulle tensioni economiche tra italiani e immigrati. Ha presentato gli stranieri come una minaccia al lavoro e alla legalità locale.

Un termine generico usato per riferirsi agli arabi stranieri, evidenzia il modo in cui vengono semplificati e classificati.

Un termine dispregiativo originariamente usato per descrivere gli immigrati ambulanti, ma che si è trasformato in un insulto.

Il termine 'marocchino' nasce dall'ambiguità linguistica e assume una connotazione negativa. Lo scrittore siriano Yousef Wakkas gioca con questo termine nel racconto "Io marocchino con due kappa", mostrando il potere del linguaggio.

Le opere letterarie che evidenziano marginalità e stereotipi, mostrando come la società percepisce i migranti.

Il processo di incontro e scontro tra culture che arricchisce la lingua italiana con nuovi termini e espressioni.

Una situazione in cui le culture si mescolano, creando un panorama multiculturale e complesso.

Il viaggio verso un paese lontano visto come una rottura col passato e con le proprie origini.

L'attaccamento alle tradizioni e alla cultura d'origine mantenuto dai migranti italiani all'estero.

L'utilizzo di una lingua "altra" nel titolo di un romanzo per evidenziare la sensazione di estraneità e alienazione vissuta dagli emigrati.

Il contrasto tra la lingua d'origine e quella di accoglienza nel titolo di un'opera, che riflette il conflitto identitario e culturale degli emigrati.

La testimonianza degli emigrati come elemento chiave nella prima fase della letteratura italiana della migrazione, che intreccia riflessione sociologica e dinamiche di potere.

Il rapporto tra centro e periferia come metafora della dialettica tra cultura dominante e cultura subalterna, rivelando il potenziale eversivo delle realtà marginali.

Le "culture minori" come entità sotterranee ma incisive, che agiscono all'interno delle strutture dominanti, secondo Deleuze e Guattari .

Le periferie urbane e i quartieri multietnici come luoghi privilegiati nelle opere della letteratura della migrazione, che riflettono l'esperienza di marginalità ed esclusione.

Gli scenari di degrado nelle periferie, come stazioni ferroviarie, capannoni industriali dismessi e alloggi di fortuna, come ambientazioni ricorrenti nelle opere degli scrittori italofoni.

Le periferie come metafore di esclusione e resistenza, dove si intrecciano identità frammentate e storie di lotta.

La letteratura minore si allontana dalle convenzioni tradizionali della letteratura maggiore, come un unico narratore, abbracciando una pluralità di voci narranti. Diverse prospettive, come in un mosaico, contribuiscono alla storia.

Il processo di creolizzazione si riferisce alla coesistenza di lingue diverse all'interno di una lingua madre, creando una nuova interpretazione del mondo. È come un giardiniere che unisce piante diverse, dando vita a un giardino unico.

Il pensiero rizomatico immagina una radice che si diffonde orizzontalmente, connessa a altre radici, senza un unico punto di origine. Simboleggia la molteplicità delle esperienze e delle lingue.

Il meticciato è un'ibridazione linguistica prevedibile, che prevede la mescolanza di diverse lingue globali all'interno di una sola. È come un artista che fonde colori diversi per creare una tela ricca di sfumature.

La letteratura minore, pur non aspirando all'universalità, celebra la specificità delle esperienze locali e delle minoranze linguistiche e culturali. È uno specchio che riflette l'unicità delle culture, come le conchiglie che custodiscono i segreti del mare.

La creolizzazione culturale si contrappone alla globalizzazione omogeneizzante, mantenendo viva la diversità e le identità culturali. È come preservare le tradizioni locali, mantenendo al contempo un atteggiamento aperto verso altre culture.

La poetica della relazione di Glissant punta sulla difesa dell'identità culturale, ma anche sulla sua apertura e interazione con altre culture. Immagina un dialogo tra due alberi: ognuno mantiene la propria forma, ma le loro radici si intrecciano.

Glissant sostiene che la letteratura nasce da un luogo specifico, legato alla sua totalità-mondo. La difesa del luogo e della lingua sono essenziali per la creolizzazione. È come un albero con radici profonde, che si nutre del suo terreno.

Termine coniato da Goethe, indica un corpus letterario globale che trascende i confini nazionali, mettendo in dialogo tradizioni culturali diverse. Nasce da scambi culturali e traduzioni, enfatizzando l'universalità dell'esperienza umana attraverso la letteratura.

Concetto moderno che celebra la globalizzazione letteraria e il meticciato culturale, creando testi che riflettono la pluralità e le connessioni tra tradizioni diverse.

Tipologia narrativa che abbraccia la globalità come tema e struttura. Ambientato in molteplici luoghi e con una prospettiva internazionale, esplora il mondo interconnesso, con personaggi e trame che superano i confini nazionali.

Il legame tra lingua e identità è un tema centrale nella categoria della letteratura migrante, con particolare attenzione al bilinguismo o alla conoscenza precoce di un dialetto o lingua diversa dall'italiano.

La scelta linguistica degli autori migranti può riflettere un attaccamento al passato, ma anche la volontà di abbandonare una lingua per integrarsi in una nuova realtà culturale.

La discussione sull'appartenenza alla letteratura migrante si complica per gli autori cresciuti nel contesto italiano, in quanto la loro seconda lingua è anche la lingua madre.

La letteratura migrante offre una nuova prospettiva sull'identità nazionale, mostrando come la lingua e la cultura possono essere plasmate dall'esperienza migratoria.

La letteratura migrante è un'esplorazione complessa di temi come la lingua, l'identità, l'appartenenza e la cultura, dando voce a esperienze diverse e arricchendo il panorama letterario.