Istologia: Epitelio e Osteoclasti

L'epitelio pluriseriato è un tipo di epitelio che presenta più strati di cellule, con ogni cellula in contatto con la lamina basale. I nuclei di queste cellule sono disposti a diverse altezze, dando un aspetto stratificato all'epitelio. Questo tipo di epitelio può avere diverse specializzazioni apicali, come chinociglia o stereociglia, in base alla sua funzione.

La citocrinia è il processo mediante il quale le cellule melanocitiche, che derivano dal neuroectoderma, trasferiscono i melanosomi (vasi delle melanina) ai cheratinociti. Questo processo è reso possibile da estroflessioni citoplasmatiche che permettono il passaggio di questi organelli dal citoplasma dei melanociti a quello dei cheratinociti.

L'epitelio della vagina è classificato come tessuto epiteliale di rivestimento pavimentoso composto (pseudocheratinizzato), caratterizzato da diversi strati di cellule che procedono verso gli strati superficiali, appiattendosi e presentando nuclei schiacciati. La sua struttura si caratterizza per l'interdigitazione tra creste epiteliali e papille connettivali.

L'epitelio della vagina è pseudocheratinizzato, ovvero contiene cheratina, ma in quantità minore rispetto agli epiteli cheratinizzati. Lo spessore dell'epitelio varia a seconda della fase funzionale, con una fase proliferativa e una fase desquamativa, in base alla stimolazione ormonale.

La fibrillina è una proteina che costituisce le microfibrille, filamenti sottili con un diametro di 10nm che fungono da impalcatura per la deposizione della matrice amorfa di elastina. Quando le microfibrille sono costituite solo da fibrillina, si parla di fibra ossitalanica.

L'epitelio della vagina si forma da cellule derivanti dal mesoderma per 2/3 e dall'endoderma per 1/3; l'imene, una membrana che si trova all'ingresso della vagina, è invece di origine endodermica.

L'epitelio della vagina è soggetto alla stimolazione di due ormoni: gli estrogeni, che promuovono la fase proliferativa (aumento dell'epitelio), e il progesterone, che promuove la fase desquamativa (riduzione dell'epitelio).

La ghiandola luteinica è un corpo endocrino che si forma dopo l'ovulazione, composta da cellule della granulosa e cellule della teca interna. L'LH stimola la teca interna, che a sua volta stimola la produzione di androgeni utilizzati dalle cellule della granulosa per la produzione di estrogeni. L'LH stimola anche direttamente le cellule della granulosa, le quali si trasformano in cellule luteiniche che producono progesterone.

Un polisaccaride complesso, formato da coppie di zuccheri ripetute, che conferisce proprietà idratanti e viscoelastiche alla matrice extracellulare.

Il componente organico della sostanza fondamentale del tessuto connettivo propriamente detto di tipo mucoso e di sostegno cartilagineo. Costituisce il 'core' dei grossi aggregati di proteoglicani.

Un'importante glicoproteina specifica del tessuto cartilagineo che contribuisce alla connessione tra i condrociti e le fibrille di collagene di tipo II.

Un elemento cellulare multinucleato, derivante dalla linea macrofagica-monocitaria, responsabile della rimozione del tessuto osseo.

Un'espansione citoplasmatica dell'osteoclasta, ricca di integrine alfaV-beta3, che delimita il microambiente acido necessario per la decalcificazione della matrice ossea.

La porzione di matrice ossea degradata dagli osteoclasti, caratterizzata da una cavità formata dalla loro azione erosiva.

Un enzima proteolitico presente nei lisosomi degli osteoclasti, con azione collageno-litica, che degrada la componente collagenica della matrice ossea.

Pompe protoniche situate sulla membrana degli osteoclasti, che secernono ioni idrogeno (H+), contribuendo alla decalcificazione della matrice ossea.

La distroglicana è un complesso proteico che lega la laminina 2 della matrice extracellulare e la distrofina del citoscheletro muscolare.

Il distroglicano alfa interagisce con la laminina 2, mentre il distroglicano beta lega la distrofina.

Prolungamenti citoplasmatici dei neuroni sensoriali pseudounipolari e bipolari, con struttura simile ad un assone, che trasmettono segnali sensoriali.

I dendriti neuritizzati sono mielinizzati, il che conferisce una conduzione nervosa saltatoria e quindi più veloce.

Lo strato più esterno della parete dello stomaco, composto da un epitelio semplice batiprismatico secernente muco.

Le cellule dello strato di rivestimento dello stomaco sono ricche di RER, Golgi e vacuoli contenenti muco.

La tonaca propria della mucosa dello stomaco contiene vasi sanguigni, linfatici e ghiandole.

Lo strato più interno della parete dello stomaco, composto da epitelio, lamina propria e muscolaris mucosae. L'epitelio è di tipo cilindrico semplice, con cellule mucose che secernono muco per proteggere la parete gastrica dall'acido cloridrico e dagli enzimi digestivi.

Lo strato intermedio della parete dello stomaco, composto da tessuto connettivo lasso, vasi sanguigni, linfatici e nervi. Contiene anche il plesso sottomucoso di Meissner, che controlla il movimento della muscolaris mucosae.

Lo strato esterno della parete dello stomaco, composto da tessuto muscolare liscio disposto in tre strati: uno strato circolare interno, uno strato longitudinale esterno e uno strato obliquo intermedio. Il movimento dei muscoli della muscolaris externa consente la peristalsi gastrica, che mescola il cibo con i succhi gastrici e lo spinge nel duodeno.

Strato di tessuto muscolare liscio presente nella tonaca mucosa dello stomaco. Questo strato controlla il movimento delle pieghe della mucosa gastrica, aumentando la superficie di contatto del cibo con i succhi gastrici.

Le ghiandole gastriche proprie sono composte da diversi tipi di cellule specializzate, inclusi i parietali che producono acido cloridrico, le principali che producono pepsinogeno (enzima digestivo) e le cellule mucose che secernono muco per proteggere la parete gastrica dalla digestione.

Un gruppo di cellule nervose che si trovano nel plesso sottomucoso di Meissner, il quale controlla la motilità della muscolaris mucosae e la secrezione delle ghiandole gastriche.

Strisce trasversali che delimitano i sarcomeri, le unità contrattili dei muscoli scheletrici. Sono composte da alfa-actinina e desmina, proteine che legano i filamenti sottili e intermedi, rispettivamente.

Strutture all'interno delle cellule muscolari lisce, simili alle Linee Z del muscolo scheletrico. Sono costituite da alfa-actinina e desmina e fungono da punti di ancoraggio per i filamenti sottili e intermedi, rispettivamente.

Il tessuto connettivo di sostegno che compone la cartilagine articolare. È un tipo di cartilagine ialina, caratterizzata da alcune proprietà essenziali per la sua funzione nell'articolazione.

La cartilagine articolare non possiede il pericondrio, una membrana che riveste le altre cartilagini. Questa assenza è fondamentale perché minimizza l'attrito e favorisce il movimento fluido delle articolazioni.

La cartilagine articolare è in contatto diretto con il liquido sinoviale, un fluido che ha un ruolo importante nella nutrizione e ossigenazione della cartilagine.

La cartilagine articolare ha uno spessore sottile, variabile tra 2 e 5 mm, ed è appiattita, conformandosi alla forma della superficie articolare.

Lo strato più superficiale della cartilagine articolare, composto da condrociti appiattiti e fibrille collagene disposte parallelamente alla superficie.

Lo strato intermedio della cartilagine articolare, caratterizzato da lacune condrocitarie rotondeggianti con gruppi isogeni e fibrille collagene con orientamento non uniforme.

Lo strato più profondo della cartilagine articolare, caratterizzato da lacune condrocitarie allineate in colonne parallele e fibrille collagene perpendicolari alla superficie.

Il confine tra la zona profonda e la zona calcificata della cartilagine articolare. È un sottile strato glicoproteico che impedisce la calcificazione della zona profonda.

Un tipo di cellula presente nel tessuto connettivo denso e adiposo, che funge da riserva energetica e contribuisce alla termogenesi.

I miofilamenti spessi costituiscono la banda A del sarcomero e sono formati da numerose molecole di miosina, disposte in modo antiparallelo.

Il miofilamento spesso è responsabile della contrazione del sarcomero, grazie alle proteine che compongono il ponte trasversale, che consentono l'interazione con i miofilamenti sottili.

I miofilamenti spessi sono costituiti da numerose molecole di miosina, che presentano una doppia polarità: metà delle molecole orientano la propria testa in direzione di una linea Z, mentre l'altra metà verso la linea Z opposta.

La sierosa è composta da due strati: un epitelio di rivestimento (mesotelio) e un tessuto connettivo sottostante (tonaca sottosierosa).

La sierosa è una membrana che delimita cavità non in comunicazione con l'esterno. Esempi di sierose sono il pericardio, il peritoneo e la pleura.

Le cellule ematiche che presentano un nucleo polilobato, acidofile e numerose granulazioni.

Le cellule ematiche che si differenziano dai basofili per la presenza di cristalloidi, strutture che derivano dalla precipitazione di proteine contenute nei granuli.