Introduzione al Medioevo

La riduzione delle acque del Nilo ha portato a una diminuzione della produzione di grano, aggravando le carestie e la crisi economica.

A partire dal III secolo d.C., le popolazioni barbariche dell'Europa centrale divennero sedentarie, sviluppando un'agricoltura avanzata, un'artigianato più raffinato e un commercio attivo con Roma.

L'emergere di un'aristocrazia guerriera, con comitati organizzati attorno a capi e spesso sostenuti dai romani.

Il termine "barbaros" veniva usato dai romani per indicare gli stranieri che non parlavano greco o latino.

L'impero romano si relazionava con popolazioni straniere, con conseguenti mutamenti sociali, economici e politici nelle regioni periferiche.

L'impero sasanide, successore dei Parti, divenne un potente rivale per Roma nel III secolo d.C.

L'impero sasanide consolidò il suo potere politico ed economico, con un governo centralizzato, un esercito efficiente basato sulla cavalleria pesante e un'economia prospera grazie al commercio.

Lo zoroastrismo, religione ufficiale dell'impero sasanide, distingueva tra l'"Iran" civilizzato e il "non-Iran" barbaro

Il regno longobardo si stabilì nel nord Italia con capitale a Pavia. Al sud sorsero ducati autonomi a Spoleto e Benevento. Le coste, il Lazio, la Romagna e altre aree rimasero sotto il dominio bizantino.

La debole resistenza romana portò alla frammentazione del regno longobardo in domini locali guidati da duchi.

Autari, eletto re nel 584, consolidò il regno longobardo con la capitale a Pavia.

L'assenza di una dinastia ereditaria rendeva la monarchia longobarda debole.

I Longobardi inizialmente espropriarono le terre dei Romani, ma nel tempo avvenne un'integrazione tra le due popolazioni.

La cultura longobarda fu influenzata dalla romanizzazione, come dimostrano le nozze miste e l'adozione di modelli di governo romani.

L'editto di Rotari (643) codificò le leggi longobardie in latino, abolendo la vendetta privata e imponendo compensazioni economiche.

La società longobarda era gerarchica, con il re al vertice, duchi, funzionari e un'assemblea di uomini liberi. Le donne avevano una posizione subordinata.

L'integrazione tra economia rurale e urbana ha consentito ai contadini di vendere i prodotti in eccesso nei mercati locali, contribuendo a un'economia di scambio dinamica.

Le comunità rurali si sono organizzate meglio, ottenendo condizioni più favorevoli con i signori e, in alcuni casi, ottenendo l'autonomia.

Il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini ha contribuito alla crescita demografica e all'integrazione con le città.

Tra l'XI e il XIII secolo, le città europee sono cresciute rapidamente, attirando persone dalle campagne e diventando centri di produzione, commercio e cultura.

Le città si sono specializzate in produzioni tessili, lavorando lana, lino, cotone e seta, con prodotti richiesti in tutta Europa e nel Mediterraneo.

Le botteghe artigiane erano l'unità produttiva di base, spesso organizzate in corporazioni che regolavano il lavoro e i prezzi e fornivano supporto sociale.

Il commercio urbano, alimentato dalle campagne, ha favorito una rete economica regionale e internazionale.

Le città sono diventate centri intellettuali con scuole cattedrali e università. La circolazione di idee e testi ha contribuito al progresso medievale.

Enrico I di Sassonia, eletto re nel 919, consolidò il potere agendo come "primo fra pari" e guidando campagne contro slavi e ungari.

L'incoronazione ad Aquisgrana nel 936 mirava a legittimare la continuità di Ottone I con la tradizione carolingia, evocando un'eredità potente e prestigiosa.

Ottone I rafforzò il suo controllo sui ducati nominando parenti alla guida di essi, assicurandosi così fedeltà e supporto.

Ottone I scelse personalmente vescovi e abati, sfruttandoli come alleati politici e militari, ottenendo un controllo strategico sulla Chiesa.

Ottone I, mantenendo il controllo sugli ufficiali pubblici, mobilitò cavalieri pesanti per campagne vittoriose, garantendo la forza militare necessaria.

La vittoria di Ottone I contro gli ungari a Lechfeld nel 955 pose fine alle loro incursioni in Occidente, consolidando il suo potere e la sua reputazione.

Ottone I, con il sostegno del papa, fu incoronato imperatore a Roma nel 962, consolidando il potere imperiale. Il Privilegio di Ottone gli conferì il controllo sull'elezione papale.

La dinastia sassone, sotto la guida di Ottone I e suoi successori, consolidò l'impero tedesco, preservando una maggiore coesione rispetto ad altri regni europei e rilanciando l'autorità imperiale.

Un sistema economico che portava all'accumulo di ricchezza nelle mani di una piccola élite, mentre la maggior parte della popolazione viveva in condizioni di povertà.

Un sistema di tassazione basato sul numero di contadini e sulla quantità di terra coltivata. Questo sistema gravava soprattutto sulla popolazione rurale, costringendo molti a cercare protezione presso i latifondisti.

Le condizioni dei contadini peggioravano a causa di leggi che li legavano alla terra e rendevano ereditario il mestiere. Ciò portò a proteste e ribellioni, come quelle dei circumcellioni in Africa nord-occidentale e dei bacaudi in Gallia e Spagna.

L'impero si divideva in un Oriente che prosperava e un Occidente in declino. L'Oriente beneficiò del commercio di grano e della riduzione dei tributi verso Roma, mentre l'Occidente soffrì per la diminuzione dei traffici commerciali.

Un'organizzazione militare in crescita, che raggiunse quasi 800.000 uomini nel IV secolo. Questo aumento pesava sulle casse dello stato e aggravava la pressione fiscale sulle classi più deboli.

Un sistema di valori che si diffuse rapidamente nel III secolo, anche se perseguitato da alcuni imperatori. Il cristianesimo attrasse seguaci in molti territori, come l'Armenia, la Georgia, l'Etiopia e tra i Goti.

Un importante traduttore che portò la Bibbia al popolo gotico, contribuendo alla diffusione del cristianesimo.

L'imperatore Diocleziano cercò di reprimere il cristianesimo considerandolo una minaccia all'ordine imperiale. La fede cristiana non riconosceva la divinità dell'imperatore, creando una tensione tra religione e potere politico.

Dopo il crollo dell'Impero Romano e le crisi tra il VI e l'VIII secolo, la popolazione europea aumentò significativamente, triplicando in soli 300 anni, e questo aumento portò a notevoli cambiamenti nel paesaggio e nella società.

L'espansione demografica portò ad un'intensa attività agricola, che ridusse le foreste europee dal 60-70% al 25-30%.

I piccoli insediamenti rurali si trasformarono in villaggi più organizzati e città con infrastrutture come chiese, mercati e magazzini. La rete viaria e portuale fu modernizzata.

La crescita demografica ebbe inizio già prima dell'anno Mille, tra la fine dell'VIII secolo e la metà del IX, accompagnata da miglioramenti agricoli, commerciali e artigianali.

Dopo l'anno Mille, la popolazione europea crebbe costantemente, passando da circa 30 milioni a 70 milioni entro il XIV secolo.

La crescita demografica fu particolarmente dinamica in alcune zone come Italia, Francia e Fiandre, con l'Italia che passò da 5,2 milioni di abitanti nel Mille a 12,5 milioni nel XIV secolo, pari al 18% del totale europeo.

La crescita demografica ed economica si influenzavano reciprocamente, sostenute da miglioramenti nel tenore di vita, nell'agricoltura e nell'alimentazione.

I contadini, che rappresentavano il 70-90% della popolazione, videro un miglioramento delle abitazioni, ora costruite in pietra o mattoni, e un cambiamento nell'alimentazione con l'introduzione del pane come alimento principale grazie alla diffusione dei mulini e delle colture di frumento.