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I media possono influenzare le opinioni condivise da una parte della popolazione tramite l'esposizione a fatti, teorie e idee.

Strumento per misurare l'atteggiamento verso un argomento (ad esempio, l'antisemitismo), basato su una media aritmetica di risposte a questionari.

Ipotesi che i media hanno un'influenza determinante nella creazione di idee nella popolazione.

Ipotesi che l'influenza dei media sulle opinioni sia limitata.

Schemi semplificati e spesso errati della realtà, creati e diffusi dai media.

Teoria che il ricevente del messaggio è passivo e facilmente influenzato dai media, come se fosse colpito da una pallottola.

Processo di apprendimento attraverso l'osservazione e l'imitazione di comportamenti altrui.

Meccanismo di apprendimento in cui un comportamento viene rinforzato o scoraggiato osservando le conseguenze sul modello.

Forma di potere esercitata da una posizione di superiorità, tipicamente concentrata in poche istituzioni.

Forma di potere diffusa, non concentrata in un'unica autorità, ma distribuita in vari luoghi e ambiti della società.

Potere basato sulla forza e non sul consenso, non riconosciuto come autorità legittima.

Potere basato sul consenso e sul riconoscimento come autorità legittima.

Potere basato sulla tradizione, consuetudine e rispetto della gerarchia, spesso ereditario.

Potere basato sulle qualità eccezionali di una persona, come capacità comunicativa e fascino, e sull'influenza emotiva.

Potere basato su regole e leggi, le quali vengono applicate in modo impersonale e prevedibile, tipico degli stati moderni.

Modello concettuale, non reale, usato in sociologia per comprendere i fenomeni sociali, come le forme di potere.

Società in cui non esistono capi centrali e tutti i membri hanno pari potere e autorità. Le decisioni vengono prese in modo collettivo e non ci sono gerarchie sociali.

Nelle società egualitarie, il potere è basato sull'esperienza e la saggezza dei membri anziani, specialmente dei gruppi famigliari. Non è un potere formale o gerarchico.

Uno stato è un'entità politica centralizzata con territorio definito, popolazione numerosa e un potere sovrano che controlla il territorio e i suoi abitanti attraverso leggi ed esercito.

Il potere dello stato è supremo e non sottoposto ad altri poteri. Lo stato ha il monopolio dell'uso legittimo della forza (attraverso leggi e forze dell'ordine) per mantenere l'ordine.

Nell'antichità, il potere del monarca era considerato divino, cioè derivato da Dio.

In età moderna, il potere del sovrano è basato su un contratto sociale tra il sovrano e i governati. Il contratto definisce i diritti e i doveri di entrambe le parti.

La teoria del giusnaturalismo sostiene che esistono leggi e principi universali e immutabili, scritti nella natura stessa dell'uomo. Questi principi sono superiori alle leggi dello stato e devono essere rispettati.

Un potere assoluto, sciolto da ogni controllo, che non deve rispondere a nessuno. Il sovrano ha poteri illimitati e non è vincolato da leggi o principi.

L'arena pubblica in cui le persone si confrontano su temi politici, esercitano i loro diritti di cittadinanza e influenzano le decisioni collettive. Secondo Hannah Arendt, lo spazio politico è stato eroso dai media di massa.

Un'insieme di valori, ideologie e comportamenti diffusi da mezzi di comunicazione come televisione, giornali e internet, che tendono ad omologare il pensiero.

Il concetto, elaborato da Hannah Arendt, che descrive come il male possa diventare banale e normale quando è decontestualizzato e ridotto a un semplice strumento di potere.

Un modello di stato che si fa carico del benessere dei cittadini garantendo servizi sociali come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e la protezione sociale.

La libertà di poter agire, di poter realizzare le proprie potenzialità, sostenuta da un'azione dello stato sociale.

La libertà di non essere molestati dallo stato. Tipica del liberalismo classico.

Attraverso il sistema fiscale, con l'imposizione di tributi (tasse e imposte) che vengono utilizzati per finanziare i servizi pubblici.

Il Welfare State si basa su modelli storici. La chiesa e la filantropia, le società di mutuo soccorso e l'intervento di Bismarck.

I problemi sociali identificati da Beveridge che il welfare state cerca di risolvere: povertà, disoccupazione, malattia, ignoranza e devianza.

Il piano ideato da Beveridge, che ha dato inizio al welfare state in Gran Bretagna, per combattere i cinque mali sociali con servizi e politiche sociali.

Organizzazione fascista italiana per la tutela della maternità e dell'infanzia, un esempio precoce di intervento sociale in Italia.

Istituzioni italiane nate nel 1943 per gestire le pensioni, le malattie e la sicurezza sul lavoro. Sono due pilastri fondamentali del welfare italiano.

Keynes sostenne un intervento dello Stato per proteggere il reddito e sostenere le fasce più deboli della società.

Il modello di welfare tipico dei paesi scandinavi, dove le tasse sono alte per permettere servizi sociali universali a tutti.

Il modello di welfare tipico dei paesi anglosassoni, dove l'intervento dello Stato è minimo e i cittadini si affidano principalmente a assicurazioni private.

Principio che prevede il supporto dei livelli gerarchicamente superiori a quelli inferiori nella gestione del welfare.

Organizzazioni che utilizzano i propri fondi per promuovere e valorizzare l'arte, la cultura locale e la ricerca scientifica, con un approccio simile a quello di un'azienda.

Garanzia della libertà di associazione, che consente a chiunque di unirsi in gruppi e organizzazioni per promuovere interessi comuni.

Un sistema di scambio basato sul tempo dedicato alle attività, dove si offrono competenze o servizi in cambio di altri servizi, senza il pagamento di denaro.

Un modello di welfare che incoraggia l'autonomia e l'indipendenza dei cittadini, attraverso la formazione e l'assistenza per trovare lavoro.