lezione 12

Un lungo conflitto tra Atene e Sparta per l'egemonia in Grecia.

Relazioni relativamente buone, interrotte da circostanze specifiche.

Periodo di scontri militari tra Atene, Sparta e altri stati greci per circa 16 anni.

L'alleanza tra Megara ed Atene portò a conflitti con Corinto e Sparta.

In questa battaglia, Atene fu sconfitta dagli Spartani e dai loro alleati.

Vittoria chiave che stabilì il dominio ateniese sulla Grecia centrale.

Trattato di pace tra Atene e Sparta ma temporaneo

Iniziativa ateniese in Sicilia, un nuovo conflitto futuro.

Trattato di pace che pose fine ai conflitti tra Atene e Sparta, stabilendo un'egemonia duale tra le due potenze. La pace durò circa 15 anni, dal 445 a.C. al 431 a.C.

Il trattato di pace comprendeva delle clausole che regolavano le relazioni tra Atene e Sparta, come il ritorno dei territori conquistati da Atene durante la guerra e la libertà degli stati non allineati di aderire a un'alleanza o all'altra.

La Pace dei Trent'anni portò a una divisione chiara tra le due superpotenze, Atene e Sparta, ognuna con la propria egemonia su determinati territori. La pace stabilì un bipolarismo stabile.

La rivalità tra Atene e Sparta, i modelli politici diversi, e il crescente potere di Atene contribuivano a creare tensioni anche durante il periodo di pace.

Durante la Pace dei Trent'anni, Atene continuò ad espandere la sua influenza, conquistando nuove città e consolidando la sua posizione nel Mar Egeo e ai confini settentrionali della Grecia.

Atene, sotto la guida di Pericle, fondò la colonia di Anfipoli sullo Strimone, assicurandosi il controllo di una regione ricca di risorse strategiche.

Atene fondò Turi in Magna Grecia, una colonia che doveva servire gli interessi strategici di Atene, con l'obiettivo di estendere la sua presenza nel Mediterraneo occidentale.

In Sicilia, Siracusa, ora una città democratica, stava crescendo di potere e questo spinse alcune città a cercare un'alleanza con Atene per protezione.

Pericle decretò un embargo commerciale contro Megara, alleata di Sparta. Questo decreto, che punì Megara per aver coltivato delle terre sacre, fu un importante passo verso lo scoppio della Guerra del Peloponneso.

Il Decreto di Megara causò grave danno economico a Megara e contribuì a inasprire le tensioni tra Atene e Sparta.

Secondo alcuni storici, Pericle avrebbe direttamente provocato lo scoppio della guerra con il decreto di Megara, con l'intento di portare Atene a un conflitto con Sparta.

Il decreto di Megara è generalmente attribuito a Pericle, che in quel periodo era uno stratego importante ad Atene, e questo atto è spesso visto come la causa scatenante della Guerra del Peloponneso.

Il decreto di Megara contribuì a innescare la guerra del Peloponneso, un conflitto che segnò la fine del periodo di pace e creò un profondo conflitto tra ateniesi e spartani.

La fragile pace tra Atene e Sparta, stabilita dopo un periodo di guerra, fu spezzata dal decreto di Megara. Questo atto di provocazione inaugurò un nuovo periodo di conflitto.

Atene, sotto la guida di Pericle, continuava ad affermare la sua egemonia, espandendo la sua influenza in Grecia e nel Mediterraneo.

Tucidide sostiene che la crescente potenza di Atene, che incuteva timore a Sparta, fu la causa principale della guerra del Peloponneso.

La disputa tra Corcira e Corinto riguardo a Epidamno portò Atene a intervenire, creando tensione tra Atene e Corinto.

Atene inviò truppe a difesa di Corcira, che aveva richiesto aiuto contro Corinto, provocando il risentimento di Corinto.

L'assedio di Potidea, una colonia corinzia, da parte di Atene, fu un altro punto di frizione tra le due città.

La condotta ateniese nei confronti di Potidea fu vista da Sparta come una violazione del trattato di pace, portando alle pressioni corinzie per la guerra.

Tucidide identifica la paura di Sparta nei confronti della crescente potenza di Atene come la causa ultima del conflitto.

Il decreto di Megara, che mirava a isolare la città, fu usato dagli Spartani come pretesto per dichiarare guerra ad Atene.

Dopo la decisione di entrare in guerra, Sparta chiese ad Atene di revocare il decreto su Megara, porre fine all'assedio di Potidea e rimuovere Pericle dalla scena politica.

Il gruppo di città guidato da Sparta, composto soprattutto da stati dorici e con una struttura politica oligarchica.

Il gruppo di città capeggiato da Atene, formato principalmente da stati ionici con una struttura politica democratica.

Sparta aveva un esercito forte e oplitico, mentre Atene aveva una flotta potente ed esperti marinai.

La guerra del Peloponneso durò 27 anni, dal 431 al 404 a.C.

Atene dominava un impero marittimo basato sulla Lega degli Ateniesi, che comprendeva molte città greche.

Un'alleanza di città greche guidata da Atene, che aveva come scopo la difesa contro la Persia, ma che diventò una potenza dominante.

La guerra del Peloponneso fu condotta con le armi e tattiche tipiche della guerra oplitica, dove fanti pesantemente armati formavano falangi.

Un'imposta speciale introdotta da Atene durante la guerra del Peloponneso per finanziare lo sforzo bellico.

Nel 425 a.C., la flotta ateniese sotto il comando di Demostene fortificò una posizione a Pilo in Messenia, creando un avamposto strategico.

La flotta ateniese catturò 120 soldati spartani a Sfacteria, un evento che causò il panico a Sparta.

La strategia di Pericle durante la guerra prevedeva di evitare una battaglia campale con gli Spartani e di sfruttare il potere navale di Atene.

Atene triplicò il tributo imposto ai membri della Lega delio-attica per finanziare la guerra in corso.

Nel 424 a.C., il generale spartano Brasida condusse una spedizione in Tracia, incitando alla rivolta gli alleati di Atene e colpendo i loro interessi economici.

Brasida conquistò Anfipoli, una colonia ateniese, infliggendo una dura sconfitta agli Ateniesi.

Dopo le sconfitte di Brasida, Atene e Sparta concordarono un armistizio di un anno nel 423 a.C.

Un trattato di pace siglato tra Atene e Sparta dopo la morte di Brasida e Cleone, che riportava le parti allo status quo antebellum.

Le clausole della pace prevedevano la restituzione di Anfipoli e altre città della Tracia ad Atene, mentre Atene restituiva Pilo e i prigionieri di guerra.

La pace di Nicia indebolì Sparta perché molti suoi alleati, come Corinto, Megara e Tebe, si rifiutarono di accettarla.

Un politico ateniese ambizioso e affascinante, contrario a Sparta, che ebbe un ruolo chiave durante la guerra del Peloponneso.

Un'alleanza tra Atene, Argo, Mantinea e l'Elide, guidata da Alcibiade, che mirava a contrastare l'egemonia di Sparta nel Peloponneso.

La battaglia di Mantinea vide una disfatta degli alleati della Quadruplice Alleanza, ma non mise fine alla pace con Sparta.

Atene conquistò e distrusse l'isola di Melo nel 416 a.C., un atto di forza contro un'isola che si era rifiutata di entrare nella Lega delio-attica.

Un racconto di Tucidide che descrive la trattativa tra Atene e i Meli, in cui Atene dimostra la sua spietata politica imperialista.

Guerra Archidamica, caratterizzata dalle invasioni Spartane dell'Attica e la strategia di difesa di Atene.

Un breve periodo di pace tra Atene e Sparta, che terminò con la ripresa delle ostilità.

Un'importante battaglia durante il conflitto che vide Atene sconfitta dai siracusani e dai loro alleati.

Guerra Deceleica o Ionica, conclusa con la vittoria di Sparta e la sconfitta di Atene.

Invadere e devastare il territorio nemico durante l'estate, forzando lo scontro di terra o la resa.

Evacuare l'Attica, difendersi dai muri, controllare il mare e attaccare il territorio nemico attraverso la flotta.

Il principale leader ateniese durante la guerra archidamica, famoso per la sua strategia di difesa e la sua abilità politica.

Una terribile epidemia che colpì Atene durante la guerra, causando molte vittime e demoralizzando la popolazione.

Un esponente di una nuova classe politica ateniese, che si contrapponeva all'aristocrazia e si fece promotore di una politica più aggressiva.

Un'isola della Lega degli Ateniesi che si ribellò ad Atene cercando l'aiuto di Sparta.

Atene inizialmente decise di punire duramente Mitilene, ma cambiò idea e condannò a morte solo i leader della rivolta.

Il costo della soppressione della rivolta colpì duramente le finanze ateniesi e dimostrò le difficoltà finanziarie legate al mantenimento della Lega.

Città ionica alleata di Atene, che nel 427 a.C. chiese aiuto ad Atene contro Siracusa.

Città dorica, rivale di Atene, che nel 427 rispose alla richiesta di aiuto di Leontini.

Atene intervenne in Sicilia nel 427 a.C. per aiutare Leontini, forse anche per prevenire un intervento di Siracusa a favore dei Peloponnesiaci.

Città alleata di Atene, in conflitto con Selinunte nel 415 a.C., fornendo così un pretesto per un nuovo intervento ateniese.

Città alleata di Siracusa, in conflitto con Segesta nel 415 a.C.

Nel 415 a.C., Atene intervenne in Sicilia per danneggiare un alleato dei Peloponnesiaci e forse tentare la conquista dell'isola.

Gli Ateniesi sottostimarono l'ampiezza del territorio siciliano, la complessità politica e fecero affidamento su promesse di aiuti Segestani.

Generale ateniese che predicava cautela riguardo alla spedizione siciliana, in contrasto con Alcibiade.

Vandalizzazione delle statue di Ermes ad Atene pochi giorni prima della partenza della spedizione siciliana, evento interpretato come una cospirazione.

Alcibiade fu accusato di cospirazione e, pur non essendo chiaro il suo coinvolgimento, fuggì in Sparta e si mise al servizio dei nemici di Atene.

La spedizione ateniese non ricevette il supporto sperato dalle città siciliane ostili a Siracusa.

Generale spartano che, su consiglio di Alcibiade, fu inviato in Sicilia nel 414 a.C. per aiutare Siracusa.

La spedizione siciliana culminò in una disastrosa sconfitta ateniese ad opera di Siracusa, con la perdita di uomini, navi e risorse.

Un gruppo di oligarchi ateniesi che prese il potere ad Atene nel 404 a.C. dopo la sconfitta della città nella Guerra del Peloponneso.

Il periodo di violenza che seguì la salita al potere dei Trenta ad Atene, durante il quale furono messi a morte molti cittadini e meteci.

Un politico ateniese che si oppose agli eccessi dei Trenta e fu messo a morte da loro.

Un leader democratico ateniese che guidò la rivolta contro i Trenta e restaurò la democrazia ad Atene.

L'accordo raggiunto tra i democratici e gli oligarchi dopo la caduta dei Trenta, che prevedeva la concessione di perdono per i crimini commessi durante la guerra civile.

La sconfitta ateniese nella Guerra del Peloponneso, che portò alla caduta della democrazia e all'ascesa dei Trenta.

La Persia, dopo la sconfitta di Atene, riacquistò potenza e si preparò a svolgere un ruolo importante nella politica greca.

Alcibiade, un importante politico e generale ateniese, fu ucciso da una banda di assassini probabilmente inviati da Lisandro e dal satrapo Farnabazo.

Alcibiade, un brillante stratego ateniese, tornò ad Atene nel 408 a.C. dopo una serie di vittorie navali, accolto come un eroe.

Nonostante il successo di Alcibiade, ad Atene persistevano tensioni e contrasti tra diverse fazioni politiche.

Lisandro, un abile condottiero spartano, fu inviato in Asia Minore e strinse un'alleanza con Ciro il Giovane, figlio del Gran Re.

Il rapporto tra Lisandro e Ciro portò alla formazione di un'alleanza strategica tra Sparta e la Persia, che finanziò gli Spartani.

Nel 407 a.C., Alcibiade perse 22 navi in uno scontro con gli Spartani a Nozio, vicino Colofone.

Gli Ateniesi, ritenendolo responsabile della sconfitta, destituirono Alcibiade dalla carica di stratego.

Alcibiade, temendo i suoi nemici ad Atene, si ritirò nei suoi possedimenti nel Chersoneso tracico.

Nel 406 a.C., la flotta ateniese fu bloccata nel porto di Metimna (Lesbo) dal navarco spartano Callicratida.

Gli Ateniesi, con uno sforzo eccezionale, ebbero una vittoria decisiva ad Arginuse contro gli Spartani.

Dopo la vittoria ad Arginuse, sei strateghi ateniesi furono condannati a morte per negligenza nel recupero dei naufraghi.

Secondo le fonti, Teramene fu uno degli artefici del processo e condanna dei sei strateghi, influenzato dalle rivalità politiche.

Nel 405 a.C., la flotta spartana, guidata da Lisandro, si stabili a Lampsaco, controllando l'Ellesponto.

Gli Ateniesi subirono una disastrosa sconfitta ad Egospotami, perdendo la loro flotta e molti marinai, tra cui cittadini.

Nel 404 a.C., Atene, stremata dalla fame e dalla sconfitta, accettò di arrendersi a Sparta.

Dopo la resa, Sparta impose ad Atene un governo oligarchico guidato dai Trenta Tiranni, un gruppo di uomini politici filospartani.

Alcibiade consigliò Sparta di fomentare le rivolte degli alleati di Atene, alcuni dei quali erano già in contatto con Sparta per ottenere aiuto.

Alcibiade, in rotta con Sparta, si trasferì in Asia Minore e incoraggiò la rivolta delle città ioniche contro i persiani.

Sparta aveva bisogno di una flotta per competere con Atene nel mar Egeo, ma le mancavano le risorse.

Sparta, in apparenza liberatrice delle città ioniche dal dominio ateniese, promise ai persiani il possesso futuro delle stesse.

Alcibiade consigliò ai persiani di far contrastare Atene e Sparta, indebolendole entrambe a beneficio della Persia.

La sconfitta in Sicilia aveva generato disordini interni ad Atene, con alcuni cittadini che desideravano sostituire la democrazia con un’oligarchia.

Un gruppo di ateniesi, guidati da Pisandro, Frinico, Antifonte e Teramene, complottò per rovesciare la democrazia e instaurare un’oligarchia.

Alcibiade, giungendo a Samo, convinse i capi della flotta ateniese che i persiani avrebbero sostenuto Atene se la città avesse adottato un'oligarchia e lo avesse richiamato.

Un nuovo governo oligarchico, composto da 400 membri, venne formato ad Atene nel 411 a.C., dopo un'ondata di terrore e intimidazione nei confronti dei sostenitori della democrazia.

I marinai della flotta ateniese di stanza a Samo, prevalentemente sostenitori della democrazia, si rifiutarono di riconoscere il nuovo regime oligarchico.

Il regime oligarchico ad Atene fallì a causa delle divisioni interne, dei fallimenti militari e della rivolta dell'Eubea.

Sotto il comando di Alcibiade, la flotta ateniese ottenne una grande vittoria contro gli Spartani a Cizico nel 410 a.C., annientandone quasi completamente la flotta.