Fisiologia Muscolare e Plasticità Cerebrale

Se i filamenti sono troppo lontani non generano forza efficace.

Struttura che avvolge le miofibrille e regola la contrazione muscolare.

Strutture che si connettono ai tubuli T e contengono ioni calcio.

Combinazione di tubulo T e due cisterne terminali per ogni sarcomero.

Actina e miosina, responsabili della contrazione muscolare.

Costituita da 2 catene pesanti e 4 leggere, forma i miofilamenti spessi.

Punti di flessibilità che consentono la rotazione per formare ponti trasversi.

Formati quando le teste della miosina si legano ai filamenti sottili.

Proteina che forma il filamento spesso e produce forza contrattile.

Parte centrale del filamento spesso priva di teste di miosina.

Molecola di actina con forma sferica, base dei filamenti sottili.

Filamento di actina formato dalla polimerizzazione di G-actina.

Proteina che copre i siti di legame dell’actina in condizioni di riposo.

Proteina con tre subunità che regola l'interazione tra actina e miosina.

La proteina più grande dell'organismo, stabilizza i filamenti spessi.

Proteina che stabilizza i filamenti sottili di actina rispetto alla linea Z.

Processo in cui il calcio liberato viene ricapturato dal reticolo sarcoplasmatico.

Proteina che rileva il potenziale d'azione e attiva RyR.

Canale per il rilascio di calcio, attivato dal recettore DHP.

Meccanismo che riporta il calcio nel reticolo sarcoplasmatico, consumando ATP.

Ciclo di contrazione e rilassamento di un muscolo.

Primo stadio della scossa muscolare, quando il muscolo si accorcia.

Secondo stadio della scossa muscolare, in cui la forza diminuisce.

Condizione in cui un muscolo non riesce a mantenere la forza attesa.

Fatica causata da fattori del sistema nervoso centrale, come la fatica mentale.

Sottoprodotto della glicolisi, aumenta l'acidità e causa stanchezza.

Fatica dovuta a fattori muscolari, come la deplezione di glicogeno.

Contrazione involontaria che provoca dolore alle strutture circostanti.

Aumento della pressione all'interno del muscolo che limita l'afflusso di ossigeno.

Esecuzione sbagliata di un esercizio che può portare a crampi e affaticamento.

Condizione di ridotta perfusione sanguigna che provoca dolore ai muscoli.

Fibre muscolari non muoiono dopo la morte del motoneurone, ma vengono riinnervate.

Processo di germogliazione di assoni vicini per riinnervare fibre muscolari orfane.

Formata da fibre riinnervate, con conseguente scarsa precisione nei movimenti.

Condizione patologica nelle distrofie muscolari con aumento di tessuto connettivale invece di fibra muscolare.

Proteina necessaria per la resistenza del sarcolemma nei muscoli; la sua mancanza causa debolezza muscolare.

Dovute a contrazioni forti nelle malattie muscolari; sostituite da tessuto cicatrizzante.

Cellule che riparano il tessuto muscolare, ma esauriscono il loro potenziale dopo diversi interventi.

Perdita di forza e massa muscolare dovuta all'invecchiamento.

Meccanismi che regolano la plasticità e limitano la crescita funzionale eccessiva.

Recupero di abilità motorie dopo un ictus, evitando il sovraccarico di esercizi.

Tensione e diminuzione della risposta nelle sinapsi dovuta a stimolazione ripetitiva.

Diminuzione della capacità di contrazione dopo ripetute stimolazioni nei muscoli.

Attivazione ripetuta di sinapsi a velocità elevate, portando a fatigue.

Processi che permettono l'adattamento del sistema nervoso, limitando l'iperattività.

Processo di riabilitazione in cui l'iperiniziativa motorie deve essere gestita.

Rallentamento significativo nei progressi a causa di un sovraccarico nel recupero.