Filosofia del Diritto: Concetti Fondamentali

Regola che impone comportamenti specifici in determinate situazioni

Insieme di norme che regolano i comportamenti sociali, definendo diritti e doveri.

Persona fisica o giuridica titolare di diritti e doveri.

Capacità di imporre leggi o decisioni, anche con la forza.

Principio volto a distribuire ciò che è dovuto a ognuno secondo diritti e doveri.

La legge fondamentale che stabilisce i principi e l'organizzazione di uno Stato.

Diritti fondamentali e inalienabili di ogni essere umano.

Norma scritta e formalizzata che regola la vita sociale, emanata da un'autorità competente.

Regola di comportamento che impone obblighi o divieti, stabilita dalle autorità.

Capacità di un soggetto di essere titolare di diritti e doveri.

Studio del diritto così com'è, senza valutazioni morali.

Studio di come il diritto cambia e si adatta alla società.

Riflessione sul diritto 'ideale', sulla giustizia e i suoi fondamenti.

Teoria che crede nell'esistenza di principi morali universali.

Teoria che considera il diritto come norme create dal potere politico.

Essere umano riconosciuto come soggetto di diritti e doveri.

Organizzazione riconosciuta come soggetto di diritti e doveri (es. azienda).

Facoltà riconosciute dalla legge per tutelare i propri interessi.

Esigenze protette dal diritto, ma non considerate diritti a pieno titolo.

Responsabilità che i soggetti devono rispettare.

Insieme di pensieri giuridici centrati sull'idea di 'istituzione'.

Teoria che mette in risalto la norma fondamentale come base del diritto.

Approccio che sottolinea la molteplicità di soggetti e norme giuridiche.

La branca della filosofia del diritto che studia come il linguaggio viene utilizzato nel diritto per formulare regole e interpretare le leggi.

Il dibattito sulle origini del diritto positivo e la sua validità, se basato su principi morali o indipendentemente da essi.

La filosofia del diritto si interroga sul rapporto tra il diritto e la giustizia, cercando di definire come il diritto dovrebbe essere strutturato per ottenere giustizia sociale.

Una corrente della filosofia del diritto che si concentra sull'analisi del linguaggio giuridico e sul suo ruolo nell'ordinamento giuridico.

La visione contemporanea che vede il diritto come parte integrante della società, interagendo con valori giuridici, morali e sociali.

Influenza del postmodernismo sulla filosofia del diritto, criticando le categorie universali e promuovendo interpretazioni diverse della legge.

Approcci che analizzano l'interazione tra il diritto e altre sfere sociali, come l'economia e le strutture di potere.

Il testo sacro principale dell'Ebraismo diviso in tre sezioni: Torah (Legge), Nevi'im (Profeti) e Ketuvim (Scritti).

La seconda parte del Tanakh, che racconta la storia del popolo ebraico attraverso le parole dei profeti.

La terza parte del Tanakh, composta da libri di saggezza, poesia e riflessioni morali.

I 613 comandamenti ebraici, suddivisi in comandamenti positivi e negativi, che guidano la vita degli ebrei.

L'esilio del popolo ebraico dalla Terra Promessa, che si è verificato in diverse epoche.

Il processo di segregazione degli ebrei in quartieri separati e limitati.

Una delle due versioni del Talmud, che è una raccolta di discussioni legali, teologiche e storiche, che si basa sulla Mishnah. È stato redatto a Gerusalemme nel IV-V secolo d.C.

Una delle due versioni del Talmud, è una raccolta di discussioni legali, teologiche e storiche, basata sulla Mishnah. È stato redatto in Babilonia dal V al VI secolo d.C.

Racconti, parabole e leggende che spiegano storie bibliche o trattano temi morali e spirituali presenti nella letteratura rabbinica.

Testi che offrono spiegazioni narrative e allegoriche della Torah, contribuendo alla comprensione dei testi religiosi.

Risposte legali e interpretative date dai rabbini a domande specifiche dei fedeli riguardanti la Torah, le leggi e le situazioni pratiche.

I rabbini che hanno commentato e ampliato la Mishnah, dando vita al Talmud. Hanno vissuto tra il V e il VII secolo d.C.

I rabbini medievali, dal 1000 al 1500, che hanno scritto importanti commentari, come il Rambam (Maimonide) e il Rashi.

Gli studiosi successivi che hanno continuato a sviluppare e interpretare la legge rabbinica, dal 1500 in poi.

Un diritto speciale concesso dal sovrano che permetteva alle comunità ebraiche di essere giudicate secondo la loro legge, senza interferenza delle corti civili, durante il Medioevo.

Un privilegio concesso in Polonia che garantiva alle comunità ebraiche di essere giudicate solo da tribunali ebraici e di essere esentate dal giurisdizionamento delle autorità locali.

Un periodo di riforme che cercava di integrare gli ebrei nella società con leggi di emancipazione, ma manteneva alcune restrizioni.

Processo di separazione della religione dalla vita pubblica e dalle istituzioni.

Processo in cui un gruppo di persone si integra completamente in un'altra cultura, perdendo la propria identità.

Prejudice, discriminazione o ostilità nei confronti degli ebrei.

Movimento politico per la creazione di uno Stato ebraico in Palestina.

Legge religiosa ebraica che regola tutti gli aspetti della vita.

Parlamento israeliano, composto da 120 membri eletti.

Termine ebraico che indica cibo preparato secondo le leggi alimentari ebraiche.

Corti che applicano la legge religiosa ebraica (Halakhah) in questioni matrimoniali e di stato civile.

Torah scritta, i primi cinque libri della Bibbia.

Torah orale, l'interpretazione e la trasmissione orale delle leggi e tradizioni.

La prima codificazione della legge orale ebraica.

Una raccolta di commentari e discussioni sulla Mishnah.

Insieme di scritti e testi rabbinici che spiegano e interpretano la Torah.

Un insieme di regole che esistono indipendentemente dalle leggi create dagli umani. È considerato universale, eterno e immutabile. Può basarsi sulla ragione, la natura o la volontà divina.

Il diritto creato dagli esseri umani, specifico per una comunità e suscettibile di cambiamento nel tempo. Si basa sulla validità delle leggi scritte e applicabili.

Teoria che nega l'esistenza di un diritto naturale, affermando che solo le leggi create da un'autorità legittima hanno valore giuridico.

Si concentra sul diritto effettivo, cioè come vengono applicate le leggi nella realtà e come i giudici le interpretano.

L'osservanza delle leggi esistenti, indipendentemente dalla loro equità. Si basa sul rispetto delle norme scritte.

L'equità nei contratti e nelle transazioni, come gli scambi tra persone.

La giusta distribuzione di beni sociali, come ricchezze, opportunità e onori. Si basa su merito o bisogni.

Il riconoscimento della dignità intrinseca di ogni persona come essere umano, indipendentemente dalle leggi scritte.

Riduce il diritto a pura politica e volontà del legislatore. La giustizia è definita dalla legalità e dalla volontà politica, senza considerare principi morali.