Diritto Romano - Quiz introduttivo

Le relazioni tra individui, come contratti, proprietà e eredità.

Il diritto è un insieme di norme che regolano la società.

Il diritto è l'organizzazione sociale, il modo di essere di una società.

Le norme giuridiche sono generali e astratte, applicabili a chiunque e a qualsiasi situazione.

Le norme giuridiche possono essere imposte con la forza.

Il complesso delle norme che costituiscono un ordinamento giuridico, come il diritto civile romano.

I diritti individuali che spettano a ogni persona nell'ordinamento.

Il diritto romano classico si focalizzava sul diritto processuale, riconoscendo il diritto a chi poteva dimostrarlo in tribunale.

L'intervento del pretore era un modo di risolvere le controversie legali utilizzando un processo informale per colmare le lacune del diritto civile.

L'editto del pretore era un programma che annunciava le regole che avrebbe applicato nel suo mandato. In pratica, era un elenco di azioni legali disponibili.

Il Ius Quiritium era il diritto che governava i primi Romani, basato su consuetudini e tradizioni. Regolava il potere sulla famiglia e sulle cose.

Lo Ius Civile era una versione più moderna del diritto romano, che si applicava ai cittadini romani. Includeva l'interpretazione dei giuristi e nuove forme di contratto.

Le azioni legali sono i procedimenti legali che un cittadino può avviare per far valere i propri diritti.

Il potere che il pater familias aveva sulla sua famiglia, inclusi moglie e figli.

Il diritto di proprietà più ampio, che permetteva ai cittadini romani di possedere cose e persone.

Un tipo di potere particolare sulle cose e le persone, un po' diverso da un normale diritto di proprietà.

Norme emanate dal principe che si rivolgono alla popolazione o gruppi specifici, come l'editto di Caracalla che concesse la cittadinanza romana a tutti i sudditi.

Istruzioni formali dell'imperatore indirizzate ai funzionari governativi, simili a circolari, che avevano una validità limitata all'interno dell'amministrazione.

sentenze emesse dall'imperatore su richiesta di privati durante una lite, in cui l'imperatore assume il ruolo di giudice.

Risposte scritte dell'imperatore a casi concreti su richiesta di cittadini privati, dove l'imperatore fornisce un'interpretazione o un'opinione.

Risposte dell'imperatore a dubbi posti da funzionari imperiali, riguardanti l'applicazione o l'interpretazione del diritto.

Il diritto romano che si evolveva attraverso l'applicazione e l'interpretazione di norme particolari emanate dagli imperatori, come i decreta, rescripta e epistulae.

Il ruolo dei giuristi nell'interpretazione e nell'applicazione del diritto romano, che ebbe un ruolo fondamentale nell'evoluzione del sistema giuridico.

L'opinione dei giuristi qualificati su questioni legali, che acquistò un'importanza crescente nell'età romana, diventando vincolante per i giudici.

Il procedimento legale romano si divideva in due fasi: in iure e apud iudicem. La fase in iure si svolgeva davanti al magistrato e serviva a fissare i termini della controversia.

In questa fase, il magistrato aveva il compito di concedere l'azione (datio actionis) attraverso una formula scritta che definisce l'oggetto della controversia.

Il magistrato romano che presiedeva la fase in iure aveva il potere di iuris dictio, ovvero il potere di dare il diritto.

L'attore, in questa fase, presentava al magistrato la formula dell'azione che intendeva promuovere, facendo riferimento all'editto pretorio che conteneva i modelli delle formule.

Un atto formale attraverso cui l'attore convocava il convenuto davanti al magistrato.

Un obbligo legale per cui il convenuto si impegnava a presentarsi davanti al magistrato in un giorno prestabilito, spesso in alternativa alla in ius vocatio.

In questa fase, l'attore esponeva le sue pretese al magistrato per ottenere l'azione.

L'editto pretorio era una dichiarazione pubblica del pretore che conteneva le regole che avrebbero applicato nella sua giurisdizione.

Il nome del giudice che presiede il processo.

La pretesa dell'attore in un processo. Descrive ciò che l'attore rivendica.

Indica se la pretesa dell'attore è rivolta a una persona specifica (in personam) o ad un'entità generale (in rem).

La pretesa dell'attore è chiaramente definita e quantificata.

La pretesa dell'attore non è quantificata in quel momento, potrebbe essere determinata in seguito.

La causa della pretesa dell'attore, la ragione per la quale l'attore rivendica.

La parte della formula che indica la decisione che il giudice deve prendere. Condanna o assoluzione del convenuto.

Le parti opzionali della formula. Non tutte le formule le includono.

Le azioni in rem sono azioni che riguardano il diritto reale di un soggetto su un bene specifico, indipendentemente dalla persona che lo detiene. La pretesa dell'attore è erga omnes, ovvero nei confronti di tutti coloro che potrebbero avere un interesse sul bene.

Le azioni in personam sono azioni che riguardano il rapporto obbligatorio tra due soggetti, ovvero il diritto di credito di uno verso l'altro. La pretesa dell'attore è nei confronti di un determinato soggetto - il debitore - e non nei confronti di tutti.

Nella legis actio sacramenti, un sistema processuale romano antico, la distinzione tra azioni in rem e in personam era già presente, ma è nel processo formulare che prende forma definitiva.

Il processo formulare era un sistema processuale romano che prevedeva l'utilizzo di formule giuridiche per definire l'oggetto del contendere, come se fossero delle schede su cui si fonda la decisione del giudice.

L'azione in rem ha un carattere assoluto: riguarda il diritto di proprietà su un bene, indipendentemente dalla persona che lo detiene. La pretesa dell'attore è valida nei confronti di chiunque potrebbe avere un interesse sul bene.

L'azione in personam ha un carattere relativo: riguarda il rapporto obbligatorio tra due soggetti, ovvero il diritto di credito di uno verso l'altro. La pretesa dell'attore è valida solo nei confronti del debitore.

Nella condemnatio (la sentenza) delle azioni in rem, i nomi del convenuto e dell'attore non erano determinati a priori, perché la pretesa era erga omnes. Il nome del convenuto si determinava solo al momento dell'azione giudiziaria

Nella condemnatio (la sentenza) delle azioni in personam, i nomi sia dell'attore che del convenuto sono già specificati nell'intentio (la formula iniziale), perché la pretesa è nei confronti di un soggetto determinato.