Decreto Legislativo 175/2016

Societa' con oggetto sociale esclusivo di attivita' specifiche (lettere a), b), d) ed e) del comma 2).

Le amministrazioni pubbliche possono acquisire partecipazioni in societa' per valorizzare il proprio patrimonio, anche con conferimento beni immobili.

Societa' controllate da enti locali non possono creare nuove societa' o acquisire nuove partecipazioni, tranne casi specifici (es. gestione partecipazioni preesistenti).

Le societa' controllate da enti locali possono gestire le partecipazioni societarie preesistenti degli enti locali, con obblighi di trasparenza e consolidamento.

Societa' con caratteristiche di societa' universitarie o analoghe agli enti di ricerca, create conformemente a leggi specifiche.

Ammesse partecipazioni in societa' che gestiscono spazi fieristici e eventi fieristici.

Consentite partecipazioni in societa' che gestiscono impianti di trasporto a fune in aree montane per turismo e sport.

Consentite partecipazioni in societa' che producono energia da fonti rinnovabili.

La nomina o la revoca di componenti di organi societari da parte di soci pubblici seguono procedure codificate e sono efficaci dal ricevimento da parte della società.

La validità dell'atto di nomina o revoca di un componente societario da parte di un socio pubblico dipende dalla validità dell'atto deliberativo interno.

Le disposizioni riguardo la nomina/revoca di componenti societari si applicano anche alle società quotate.

Le alienazioni di partecipazioni sociali da parte di amministrazioni pubbliche devono rispettare procedure e principi specifici.

L'alienazione di partecipazioni sociali, in generale, è regolata da procedure standard. In casi particolari, e per motivi giustificati, può avvenire tramite negoziazione diretta.

La vendita di partecipazioni deve seguire i principi di pubblicità, trasparenza e non discriminazione.

Un atto di alienazione di partecipazioni è inefficace in caso di mancanza o invalidità dell'atto deliberativo.

Vi sono regole specifiche riguardanti l'alienazione di partecipazioni dello Stato, che non sono influenzate dalle regole generali.

Le pubbliche amministrazioni locali devono accantonare somme per le perdite delle società partecipate, se queste non vengono immediatamente ripianate e rappresentano una perdita durevole di valore.

Il valore della partecipazione delle pubbliche amministrazioni locali viene adeguato alla frazione del patrimonio netto della società partecipata se la perdita non è ripianata e rappresenta una perdita di valore.

Nel caso di società che redigono il bilancio consolidato, il risultato di esercizio è quello relativo a tale bilancio.

Per alcune società che svolgono servizi pubblici a rete di rilevanza economica, il risultato si calcola come differenza tra valore e costi della produzione.

L'importo accantonato diventa disponibile proporzionalmente alla quota di partecipazione se l'ente ripiana la perdita, dismette la partecipazione o il soggetto partecipato si trova in liquidazione.

Se il soggetto partecipato ripiana in tutto o in parte le perdite degli esercizi precedenti, l'importo accantonato viene reso disponibile proporzionalmente.

Per gli enti che partecipano a società con risultato medio negativo 2011-2013, l'accantonamento è calcolato sulla differenza tra il risultato precedente e il risultato medio migliorato.

Per gli enti con partecipazioni in società con risultato medio 2011-2013 non negativo, l'accantonamento è calcolato su una percentuale (25%, 50%,75%) del risultato negativo dell'esercizio precedente.

La semplice previsione di ripianamento delle perdite da parte dell'amministrazione pubblica, anche se accompagnata da aumento di capitale o trasferimenti, non è sufficiente. È necessario un piano di ristrutturazione aziendale approvato che dimostri concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico.

Le amministrazioni pubbliche non possono sottoscrivere aumenti di capitale o effettuare trasferimenti straordinari o aperture di credito a favore di società partecipate che presentino perdite consecutive o abbiano utilizzato le riserve per tali ripianamenti, salvo le eccezioni previste.

I trasferimenti sono consentiti, a patto che avvengano per convenzioni o contratti di servizio/programma relativi a servizi di pubblico interesse o investimenti, e siano inclusi in un piano di risanamento approvato dall'Autorità di regolazione in un tempo di 3 anni.

In casi gravi per sicurezza/pubblico, il Presidente del Consiglio dei Ministri può autorizzare interventi eccezionali per la continuità di servizi di pubblico interesse, previa richiesta e proposta del Ministro dell'economia.

Un documento che prevede misure per il recupero dell'equilibrio finanziario di una società, approvato da Autorità competenti e comunicato alla Corte dei conti per le società partecipate alle amministrazioni pubbliche.

Queste tipologie di società sono escluse dalle limitazioni relative alle sottoscrizioni di aumenti di capitale, trasferimenti straordinari e aperture di credito.

Significa che una società ha registrato perdite per tre esercizi consecutivi.

Rilascio di garanzie a favore delle società partecipate è generalmente limitato dalle amministrazioni pubbliche.

Questo criterio si applica per determinare se le società possono essere considerate 'in house' e stabilisce che il primo triennio rilevante è il 2017-2019.

Il fatturato medio non superiore a cinquecentomila euro è la soglia da soddisfare per i trienni precedenti l'entrata in vigore del decreto per l'adozione dei piani di revisione straordinaria e di razionalizzazione.

Questi piani riguardano le società che hanno un fatturato medio non superiore a cinquecentomila euro per il triennio precedente l'entrata in vigore del decreto.

Questi piani riguardano le società con un fatturato medio non superiore a cinquecentomila euro per i trienni 2015-2017 e 2016-2018.

Le amministrazioni pubbliche possono acquisire o mantenere partecipazioni in società che gestiscono le case da gioco, anche se già esistenti alla data di entrata in vigore del decreto.

Queste disposizioni non si applicano alle società che gestiscono le case da gioco.

Queste disposizioni si applicano alle società che gestiscono le case da gioco a partire dal 31 maggio 2018.

Questo articolo riguarda l'adeguamento di alcune leggi preesistenti al nuovo decreto, sostituendo la parola 'società' con 'aziende e istituzioni' in alcuni casi.

L'articolo 4 non si applica alle società elencate nell'allegato A, a quelle che gestiscono fondi europei per conto dello Stato o delle regioni e a quelle che si occupano di progetti di ricerca finanziati dall'Unione Europea.

Le pubbliche amministrazioni possono mantenere le partecipazioni in società quotate detenute al 31 dicembre 2015.

Le società in partecipazione pubblica che quotano le proprie azioni in mercati regolamentati entro 18 mesi dall'entrata in vigore del decreto sono esentate dall'applicazione del decreto.

Le società in partecipazione pubblica che emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati entro 12 mesi dall'entrata in vigore del decreto sono esentate dall'applicazione del decreto.

Le società a partecipazione pubblica derivanti da una sperimentazione gestionale costituite ai sensi dell'articolo 9-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 sono esentate dall'applicazione degli articoli 4, 17, 19 e 25.

Sono fatte salve le partecipazioni pubbliche nelle società costituite per il coordinamento e l'attuazione dei patti territoriali e dei contratti d'area per lo sviluppo locale, ai sensi della delibera Cipe 21 marzo 1997.

Il decreto entra in vigore con un periodo di transizione di 18 mesi per le società in partecipazione pubblica che quotano le proprie azioni in mercati regolamentati e di 12 mesi per le società che emettono strumenti finanziari quotati.

Il decreto non si applica alle società elencate nell'allegato A, a quelle che gestiscono fondi europei e a quelle che si occupano di progetti di ricerca finanziati dall'Unione Europea, e prevede periodi di transizione per le società in partecipazione pubblica che quotano le proprie azioni o emettono strumenti finanziari quotati.

Le società a controllo pubblico che svolgono attività economiche protette da diritti speciali o esclusivi, devono adottare sistemi di contabilità separata per le attività oggetto di tali diritti e per ciascuna attività svolta in regime di economia di mercato.

Le società a controllo pubblico devono predisporre programmi specifici per valutare il rischio di crisi aziendale e informare l'assemblea in merito.

Le società a controllo pubblico possono integrare i loro strumenti di governo societario con regolamenti interni per la tutela della concorrenza, un ufficio di controllo interno, codici di condotta e programmi di responsabilità sociale d'impresa.

Le società a controllo pubblico devono indicare gli strumenti di governo societario adottati nella relazione annuale, pubblicata contestualmente al bilancio.

Le società a controllo pubblico devono assicurare che la loro attività sia conforme alle norme di tutela della concorrenza, compresa quella in materia di concorrenza sleale.

Le società a controllo pubblico possono adottare codici di condotta propri o aderire a codici di condotta collettivi per disciplinare i comportamenti imprenditoriali nei confronti di consumatori, utenti, dipendenti e altri portatori di interessi.

Le società a controllo pubblico possono implementare programmi di responsabilità sociale d'impresa in conformità alle raccomandazioni della Commissione dell'Unione europea.

La relazione sul governo societario deve essere pubblicata annualmente, contestualmente al bilancio d'esercizio.

Se un amministratore di una societa' controllata e' dipendente della societa' controllante, deve riversare il suo compenso alla societa' di appartenenza, fatta salva la copertura assicurativa e il rimborso spese documentate.

Gli statuti delle societa' a controllo pubblico possono prevedere l'attribuzione di deleghe di gestione a un solo amministratore, salvo l'attribuzione di deleghe al presidente se autorizzata dall'assemblea.

Le societa' a controllo pubblico non possono corrispondere gettoni di presenza o premi di risultato deliberati dopo lo svolgimento dell'attivita', ne' trattamenti di fine mandato ai componenti degli organi sociali.

Le societa' a controllo pubblico non possono creare organi sociali diversi da quelli previsti dalle leggi in materia di societa'.

I dirigenti delle societa' a controllo pubblico non possono ricevere indennita' o trattamenti di fine mandato diversi o ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge o dalla contrattazione collettiva.

Nelle societa' a controllo pubblico indiretto, la nomina di amministratori della societa' controllante nei consigli di amministrazione o di gestione e' consentita solo in casi specifici, come l'attribuzione di deleghe gestionali continuative o la presenza di competenze tecniche particolari.

Non e' ammesso nominare amministratori della societa' controllante nei consigli di amministrazione o di gestione di societa' a controllo pubblico indiretto, a meno che non siano attribuite deleghe gestionali continuative o che la nomina risponda all'esigenza di mettere a disposizione della societa' controllata competenze tecniche specifiche.

La nomina di amministratori della societa' controllante in societa' a controllo pubblico indiretto e' possibile in due casi: se gli amministratori hanno deleghe gestionali continuative o se la loro nomina serve per mettere a disposizione della societa' controllata competenze o esperienza necessarie.

Una società partecipata può sanare un'irregolarità rinunciando a rapporti con terzi o sciogliendo i rapporti di affidamento diretti da parte di enti pubblici. In quest'ultimo caso, le attività devono essere riaffidate tramite gare competitive entro sei mesi.

Dopo la rinuncia agli affidamenti diretti, una società partecipata può continuare la sua attività se e in quanto soddisfa i requisiti di cui all'articolo 4 del decreto.

Nelle società a partecipazione mista pubblico-privata, la quota del socio privato non può essere inferiore al 30%. La selezione avviene tramite procedure di evidenza pubblica.

La selezione del socio privato in una società mista pubblico-privata si svolge con procedure di evidenza pubblica e riguarda sia la sottoscrizione della partecipazione che l'affidamento del contratto di appalto o concessione.

Il socio privato in una società mista pubblico-privata deve possedere i requisiti di qualificazione previsti dalle norme in relazione alla prestazione per cui la società è stata costituita.

All'avviso pubblico per la selezione del socio privato in società miste pubblico-private devono essere allegati la bozza dello statuto, degli accordi parasociali e degli elementi essenziali del contratto di servizio.

I dipendenti pubblici che sono anche amministratori di società a controllo pubblico sono collocati in aspettativa non retribuita, con sospensione della loro iscrizione agli istituti di previdenza e assistenza, a meno che non rinuncino ai compensi di amministratore.

Le società a controllo pubblico possono costituire comitati consultivi o di proposta solo nei casi previsti dalla legge. I membri di questi comitati non possono ricevere un compenso complessivo superiore al 30% del compenso dell'organo amministrativo.

Gli amministratori delle società partecipate sono soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali, con la giurisdizione della Corte dei conti per il danno erariale.

La Corte dei conti ha giurisdizione sulle controversie in materia di danno erariale, nei limiti della quota di partecipazione pubblica.

Nelle società a partecipazione pubblica ma non a controllo pubblico, l'amministrazione pubblica con una partecipazione superiore al 10% del capitale può proporre misure analoghe a quelle delle società a controllo pubblico.

I criteri utilizzati per scegliere l'offerta migliore per la gara pubblica. Possono includere aspetti quali-quantitativi, ambientali e sociali.

La durata della partecipazione privata in una società aggiudicata tramite gara non può superare la durata dell'appalto o della concessione.

Gli statuti delle società per azioni possono prevedere clausole che consentano al socio pubblico di controllare la gestione dell'impresa.

Gli statuti delle società a responsabilità limitata possono assegnare ai soci pubblici e privati diritti specifici, secondo le regole del codice civile.

Gli statuti delle società per azioni possono prevedere l'emissione di azioni speciali con prestazioni accessorie per il socio privato.

I patti parasociali possono avere una durata superiore a cinque anni, ma non possono superare la durata del contratto per cui la società è stata costituita.

La società può emettere azioni correlate per ottimizzare la gestione di più opere e servizi, anche se non assegnati contemporaneamente.

La società può costituire patrimoni destinati a specifiche attività per gestire al meglio le proprie risorse.

L'articolo 2-bis, comma 2, lettera b) del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 è stato sostituito con una nuova definizione che riguarda le società in controllo pubblico.

Si intende per società in controllo pubblico le società definite dalla lettera m) del comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175.

Dalla definizione di società in controllo pubblico vengono escluse le società quotate come definite dalla lettera p) del comma 1 dell'articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175.

L'articolo 28 del decreto legislativo elenca una serie di articoli di altre leggi abrogate, ovvero annullate e sostituite dal decreto.

L'articolo 28 elenca una serie di articoli di altre leggi abrogate, ovvero annullate e sostituite dal decreto.