Agricoltura e Società Inglese nel 1700

Un metodo che considera tutti gli aspetti di un fenomeno, evitando un approccio troppo ristretto.

In un contesto storico, il sistema di credenze, valori, abitudini e comportamenti che caratterizza un determinato gruppo sociale.

Tipiche delle società pre-industriali, sono società agricole in cui la produzione è basata su metodi tradizionali e la tecnologia è limitata.

Tipiche delle società moderne, sono società basate su tecnologia avanzata, industria e innovazione. In queste società, le relazioni economiche si caratterizzano per una forte divisione del lavoro e un'elevata specializzazione.

In una società tradizionale, è il fatto di produrre sia i beni di consumo che i beni di investimento (strumenti di lavoro) all'interno della stessa comunità, senza la necessità di importarli.

Caratterizza le società tradizionali: attività come l'agricoltura, l'allevamento e la pesca si alternano durante l'anno in base alle stagioni.

Nella società tradizionale, la terra è il bene più importante per la sopravvivenza e viene utilizzata in modo comune (non privato) da tutta la comunità.

Nelle società tradizionali, la produzione agricola era spesso insufficiente, e le carestie erano frequenti.

Nel XVIII secolo, l'Inghilterra sviluppò un mercato nazionale di prodotti agricoli, materie prime industriali, merci importate e coloniali. Il paesaggio inglese si divideva in terre alte e basse, con prevalenza dell'allevamento nelle prime e della cerealicoltura nelle seconde.

L'Inghilterra fu uno dei maggiori esportatori di grano in Europa tra la metà del XVII e la metà del XVIII secolo. La produzione di grano era particolarmente elevata nell'East Anglia, grazie a condizioni climatiche favorevoli e terreni fertili.

Un piccolo numero di famiglie aristocratiche possedeva ampie proprietà terriere che passavano di generazione in generazione. Queste famiglie avevano un grande controllo sul suolo e sulle risorse agricole.

Un numero maggiore di famiglie nobili di provincia, la gentry, possedeva terre di dimensioni considerevoli rispetto alla media aristocrazia del continente.

Alla fine del XVII secolo, l'agricoltura inglese e gallese aveva grandi riserve di terra, produceva cibo per il mercato e la produttività del frumento era alta, con raccolti stabili grazie alle condizioni climatiche favorevoli.

Tra il XVII secolo e la metà del XIX secolo, la popolazione inglese quasi triplicò, con una durata della vita più lunga. Le aree con attività manifatturiere e commerciali videro una maggiore crescita demografica.

Alla fine del XVIII secolo, la maggior parte della popolazione inglese viveva ancora nelle contee meno coinvolte nel processo di crescita industriale.

La crescita demografica concentrata nelle aree industriali e commerciali suggerisce un legame diretto tra sviluppo economico e crescita della popolazione.

Le campagne inglesi ebbero un ruolo chiave nella trasformazione economica del paese, fornendo manodopera alle industrie in crescita e promuovendo innovazioni agricole che sostennero l'industrializzazione.

Londra, già dalla fine del '600, era una città in forte crescita demografica, alimentata da un continuo flusso di persone dalle campagne.

L'alto potere d'acquisto dei lavoratori delle manifatture e dei commercianti londinesi alimentò la domanda di beni e servizi, contribuendo alla crescita economica.

Il processo di rafforzamento dell'unità nazionale inglese alla fine del '700 portò alla limitazione del potere della monarchia, della chiesa e della grande aristocrazia.

La Camera dei Comuni, con la Petizione dei Diritti, limitò il potere del re, aprendo un conflitto tra la corona e il parlamento.

La vittoria del Parlamento nella guerra civile (1642-1649) portò alla decapitazione di Carlo I e all'istituzione della repubblica, il 'Commonwealth', sotto la guida di Oliver Cromwell.

L'Atto di Navigazione (1651) vietò alle navi straniere l'accesso ai porti britannici e alle colonie, promuovendo il commercio nazionale e la crescita delle manifatture.

Cromwell cercò di favorire le manifatture britanniche vietando alle colonie di svolgere attività in concorrenza con la madrepatria.

Il coke era un combustibile più efficiente rispetto al carbone vegetale, portando alla concentrazione di fabbriche nei pressi delle miniere di carbone.

Gli impianti siderurgici furono i primi ad avere una elevata concentrazione di capitale fisso e un'integrazione di diverse funzioni, impiegando molti lavoratori. Questo contribuì alla crescita industriale.

La necessità di drenare le acque sotterranee nelle miniere portò allo sviluppo e all'utilizzo delle pompe a vapore.

La macchina a vapore, inventata da Watt, ha rivoluzionato la produzione, riducendo il consumo di carbone ed alimentando il movimento rotatorio delle macchine.

Il periodo tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento è considerato il periodo di incubazione della Rivoluzione Industriale, con una crescita costante di infrastrutture e attività economiche.

L'agricoltura era un settore vitale, contribuendo alla ricchezza nazionale grazie ai guadagni di produttività e all'aumento del potere di acquisto dei cittadini.

La crescente domanda di energia e materie prime ha portato alla sostituzione di risorse organiche con minerali, generando nuove tecnologie.

Gli affaristi del 1710 erano indotti a investire in terre per ottenere titoli nobiliari. La legge del Parlamento stabiliva che era necessaria una rendita fondiaria minima per ottenere il titolo di Knight o Sir.

I giudici di pace e i pastori avevano un ruolo importante nel plasmare i valori e i comportamenti della società di provincia. I primi mantenevano l'ordine pubblico, si occupavano del reclutamento militare e della gestione delle leggi sui poveri.

La Riforma Protestante ebbe conseguenze sociali e culturali significative: aumento dei giorni lavorativi, diffusione dell'istruzione di base e aumento della pubblicazione in inglese.

L'Inghilterra fu il primo paese a sviluppare un'opinione pubblica e dove la stampa divenne strumento di pressione politica. Il Copyright Act del 1707 proteggeva i diritti degli autori.

All'inizio del 1700, l'agricoltura era il settore dominante in Gran Bretagna, con la maggior parte della ricchezza e della forza lavoro impiegata nelle campagne.

L'individualismo agrario e le innovazioni agronomiche come la conversione dei maggesi in campi coltivati e l'uso di macchine agricole aumentarono la produttività nell'agricoltura inglese del 700.

Fino agli anni '60 del 1700, l'Inghilterra era il primo esportatore di grano e farina in Europa occidentale. Il successo dell'agricoltura inglese era dovuto alla presenza di fittavoli imprenditori (farmers) che investivano nei terreni e in tecnologie.

I fittavoli imprenditori, o farmers, erano una figura chiave nell'agricoltura inglese del 700. Essi stipulavano contratti d'affitto a lungo termine che permettevano loro di investire sui terreni e ottenere profitti.

Nel primo Ottocento, l'industria inglese si sviluppò rapidamente grazie alla facilità di accesso al capitale. Gli imprenditori non avevano bisogno di grandi somme per avviare un'attività.

La macchina a vapore era costosa da acquistare e veniva utilizzata soprattutto nel settore siderurgico e minerario. Il settore cotoniero, invece, si basava principalmente su capitale circolante.

L'esplosione demografica in Gran Bretagna tra il 1801 e il 1851 ha portato a un aumento delle città industriali e a un'eccedenza di popolazione urbana rispetto a quella rurale.

La Gran Bretagna era la potenza economica dominante a metà dell'Ottocento. La crescita industriale ha portato a un'espansione significativa del settore secondario (industria) a scapito del settore primario (agricoltura).

Il processo di industrializzazione in Gran Bretagna fu caratterizzato dall'adozione di macchine su larga scala, che hanno aumentato la produttività del lavoro e creato un nuovo tipo di forza lavoro.

Le operazioni di rifinitura dei tessuti furono le ultime a essere automatizzate, perché la tradizionale opera manuale migliorava la qualità dei tessuti prodotti dalle macchine.

Le mule meccaniche, inventate da Kelly, si sono diffuse rapidamente e si sono rivelate estremamente affidabili.

I telai meccanici hanno raggiunto la perfezione tecnica tra il 1841 e il 1845. La loro diffusione ha ridotto il numero di lavoratori qualificati e ha diminuito i costi di produzione.