Corso di Tecniche di Analisi dei Mercati Internazionali AA 2023 2024 PDF

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These slides provide an overview for the course "Tecniche di Analisi dei Mercati Internazionali" from the AA 2023-2024. The slides cover topics like course introduction, content, objectives, assessment, and recommended reading material. They are organized into different modules (I, II, and III), giving a module-by-module description of the course.

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Corso di Tecniche di Analisi dei Mercati internazionali AA 2023 2024 Stefano Iandolo, DISES – [email protected] Presentazione del corso Calendario del corso e modalità Calendario Martedì (13:30-15:10) – Aula 2 Mercoledì (13:30-15:10) – A.I. Giovedì (16:50-18:30) – Aula D Modalità: Lezioni teoriche,...

Corso di Tecniche di Analisi dei Mercati internazionali AA 2023 2024 Stefano Iandolo, DISES – [email protected] Presentazione del corso Calendario del corso e modalità Calendario Martedì (13:30-15:10) – Aula 2 Mercoledì (13:30-15:10) – A.I. Giovedì (16:50-18:30) – Aula D Modalità: Lezioni teoriche, esercitazioni, presentazioni di report Seminari Ricevimento: email [email protected] Edificio D, Piano 03, Stanza 035 Modalità di valutazione Valutazione (per chi segue il corso) Prova finale (5 CFU & 10 CFU) ~ Settimana 09/04 – 11/04: prova (5 CFU) Lavoro di gruppo (max 2) (10 CFU) Stesura di un report ~ Settimana 14/05 – 16/05: presentazione e consegna (10 CFU) Almeno il 70% delle presenze Contenuti e obiettivi Primo Modulo (I) Introduzione al corso e fattori macroeconomici rilevanti nell’analisi dei mercati internazionali. Rilevanza dell’analisi di mercato nel contesto economico globale: Globalizzazione, i driver della globalizzazione; Fasi principali nell’analisi di mercato. Le differenze nazionali nella determinazione dell’attrattività complessiva dei mercati esteri differenze nei sistemi politici, nel grado di sviluppo economico e culturali; alcuni indicatori: Human Development Index (HDI), Freedom in the World (FIW), “Doing Business Indicators” (DBI). Strategie di espansione globale; Le scelte strategiche dell’impresa: l’impresa come catena del valore, espansione globale, profittabilità e crescita, learning effects ed economie di scala; Strategie di entrata ed espansione strategica, Modalità di ingresso nei mercati internazionali (Esportazioni, Investimenti diretti esteri, Outsourcing). Contenuti e obiettivi Primo Modulo (II) L’analisi delle principali strategie globali Determinare l’attrattività complessiva di un mercato: Benefici (Dimensione, Crescita potenziale), Costi (Corruzione, Infrastrutture, Costi legali), Rischi (Rischio politico; Rischio Economico; Rischio Legale), Corruption Perception Index (CPI); gli Investimenti Diretti esteri: Gli investimenti diretti esteri: Definizione ed evoluzione degli FDI, Market seeking e low-cost-seeking, Brownfield vs Greenfield, Benefici/costi per il Paese host e per il paese home. le Esportazioni. Overview dei metodi di selezione dei mercati internazionali per l’espansione delle esportazioni; Metodi di analisi dei mercati country-level: ShiftShare Model, Global Screening Model, Trade-Off Model, Multiple-criteria Model (ITC),Decision support model; l’Outsourcing. Strategia, produzione e logistica, dove produrre, il ruolo strategico degli stabilimenti esteri. Contenuti e obiettivi Secondo modulo Strumenti analitici per l’analisi dei flussi di commercio. Indici di integrazione: Indici di apertura al commercio; Indici di composizione del commercio internazionale; Orientamento settoriale e geografico del commercio: Commercio intra-industriale, Margini della crescita dell’export, Diversificazione delle esportazioni. Indici di specializzazione e vantaggio comparato. Modello gravitazionale: teoria e stima. Integrazione economica regionale: Commercio regionale, Definizione e livelli di Integrazione economica regionale, Principali accordi internazionali. Materiale didattico: testi consigliati Italiano HILL, Charles W.L. “INTERNATIONAL BUSINESS. ECONOMIA E STRATEGIA INTERNAZIONALE: L’IMPRESA DEI MERCATI GLOBALI” HOEPLI (2008). Capitoli 1,2,3,7,8,9,12,14,15. TRIULZI, U. “GUIDA ALL’ANALISI DELLE STATISTICHE DEL COMMERCIO ESTERO” (2000) Inglese HILL, Charles W.L. “INTERNATIONAL BUSINESS. COMPETING IN THE GLOBAL MARKETPLACE” McGraw Hill (2019). Chapters 1,2,3,8,9,13,15,17. Materiale didattico: testi consigliati Altro materiale di supporto (online) Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) “RAPPORTO SULLA COMPETITIVITÀ DEI SETTORI PRODUTTIVI” Edizione 2020 [link] WORLD TRADE ORGANIZATION (WTO), “A PRACTICAL GUIDE TO TRADE POLICY ANALYSIS” (2012) [link] United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) Italian Trade Agency (ITA) “RAPPORTO ICE 2021-2022: L’ITALIA NELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE” (2022) [link] “KEY STATISTICS AND TRENDS IN INTERNATIONAL TRADE” (2019) “KEY STATISTICS AND TRENDS IN INTERNATIONAL TRADE – Trade trends under the COVID-19 pandemic” (2020) Ulteriore materiale didattico di supporto sarà fornito dal docente Materiale aggiuntivo Slide Seminari Team per la condivisione del materiale ACCEDERE AL TEAM LINK Rilevanza dell’analisi dei mercati internazionali AA 2023-2024 Stefano Iandolo, DISES – [email protected] Contenuti della lezione Case study Le globalizzazione: fasi del processo di globalizzazione Globalizzazione dei mercati Globalizzazione della produzione I driver della globalizzazione Gli effetti Le sfide Case Study: il settore software indiano La Infosys Technologies è stata fondata da 7 imprenditori nel 1981 con un investimento iniziale di 1,000 Rupie. Il settore software indiano La Infosys Technologies è stata fondata da 7 imprenditori nel 1981 con un investimento iniziale di 1,000 Rupie. Infosys adesso ha un fatturato annuale di circa $10.2 miliardi di dollari e più di 200mila dipendenti. Il settore software indiano La Infosys Technologies è stata fondata da 7 imprenditori nel 1981 con un investimento iniziale di 1,000 Rupie. Infosys adesso ha un fatturato annuale di circa $10.2 miliardi di dollari e più di 200mila dipendenti. Ma è solo una delle oltre 100 IT companies situate attorno a Bengalore che è diventato l’epicentro del florido settore informatico indiano. Il settore software indiano Dagli anni ‘80 Sviluppo prodotti di base Test software per le imprese occidentali Negli ultimi 20 anni Crescita del settore Aziende indiane hanno iniziato a competere sul mercato internazionale Oggi IBM ha investito $2 miliardi di dollari e ha 150,000 dipendenti in India, più che in ogni altro Paese Microsoft ha un centro di R&D e più di 4000 dipendenti. Il settore software indiano Il settore software indiano genera esportazioni per un valore di più di 150 bil USD (2020-2021). Il settore è cresciuto per 3 motivi principali: Capitale umano: ogni anno le università Indiane formano ~400,000 ingegneri Costo del lavoro: nel 2008, assumere un ingegnere indiano costava il 12% rispetto ad un ingegnere dei Paesi occidentali. Inglese una delle lingue ufficiali: rapporti più facili con le aziende occidentali. Fonte: Pankaj Jalote, Pari Natarajan ‘The Growth and Evolution of India's Software Industry’ Communications of the ACM, November 2019, Vol. 62 No. 11, Pages 64-69 La globalizzazione Il contesto economico globale Globalizzazione: integrazione e interdipendenza «Globalization is a fact because of technology, because of an integrated global supply chain, because of changes in transportation, and we're not going to be able to build a wall around that» (B. Obama 2016, Press Conference with Mexico President Enrique Peña Nieto) Passaggio da economie self-contained verso un sistema economico globale integrato (scambi e produzione) La globalizzazione dei mercati Questo processo di integrazione ha portato a una crescita considerevole delle relazioni economiche commerciali tra i Paesi. I grafici mostrano il valore delle esportazioni nel periodo tra il 1900 e il 2014. I valori sono in prezzi costanti (aggiustati per controllare per l’inflazione). Esportazioni oggi sono cresciute più di 40 volte rispetto al 1913. (linear – sx) In log: la crescita ha seguito quasi un andamento esponenziale. (log – dx) La globalizzazione dei mercati La vera crescita dell’integrazione internazionale è stata post-WWII. Oggi la somma di EXP + IMP vale più del 50% del valore totale della produzione globale La globalizzazione della produzione Le aziende si riforniscono di beni e servizi da località in tutto il mondo per capitalizzare le differenze nazionali in termini di costo e qualità di fattori di produzione come terra, lavoro, energia e capitale La globalizzazione ha indotto molte aziende a suddividere i propri prodotti o servizi in componenti. Invece di produrre i componenti stessi o di ottenerli da fornitori nazionali, le aziende affidano all'esterno alcuni aspetti del lavoro ad altri Paesi. Gli economisti chiamano questa co-dipendenza una Catena globale del valore (GVC). La globalizzazione della produzione Commercio intrasettoriale, per tipologia di beni Come si può notare, il commercio intrasettoriale è aumentato per i beni primari, intermedi e finali. Questo modello di commercio è importante perché le possibilità di specializzazione aumentano se i Paesi sono in grado di scambiare beni intermedi (ad esempio, parti di automobili) con beni finali correlati (ad esempio, automobili). La globalizzazione della produzione Le imprese importano beni e servizi per utilizzarli come input nella produzione di beni e servizi che poi vengono esportati. I beni e i servizi importati incorporati nelle esportazioni sono un indicatore chiave dell'integrazione economica: ci dicono qualcosa sulle "catene globali del valore", dove le diverse fasi del processo produttivo sono dislocate in diversi Paesi. La globalizzazione della produzione Il grafico, tratto dal World Investment Report 2018 Investment and New Industrial Policies dell'UNCTAD, mostra l'andamento delle esportazioni, suddivise in valore aggiunto nazionale ed estero. Vale a dire, la quota del valore delle esportazioni che proviene da input stranieri. Oggi, circa il 30% del valore delle esportazioni globali proviene da input stranieri. Nel 1990 la quota era di circa il 25%. Il valore aggiunto estero nel commercio ha raggiunto il picco nel 2010-2012, dopo due decenni di continuo aumento. Questo dato è coerente con il fatto che, dopo la crisi finanziaria globale, si è registrato un rallentamento del tasso di crescita del commercio di beni e servizi rispetto al PIL mondiale. Questo è un segno che l'integrazione globale si è arrestata dopo la crisi finanziaria. La globalizzazione della produzione La diffusione delle catene globali del valore è dovuta a tre component principali: Riduzione costi complessivi. le aziende possono permettersi di spostare la produzione di beni e le forniture di servizi in luoghi che offrono i migliori vantaggi competitivi. Tecnologie dell'informazione e della comunicazione migliorate. I progressi nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) aiutano a ridurre i costi di accesso e le barriere all’ingresso dovute alla distanza dai mercati esteri. Riduzione degli ostacoli al commercio e agli investimenti. Nuovi trattati bilaterali sul commercio e sugli investimenti, tariffe globali più basse e economie liberalizzate nei mercati in via di sviluppo, come Cina e India, hanno consentito alle aziende di accedere a mercati che prima erano loro chiusi. I driver della globalizzazione Value of world trade, world production, number of regional trade agreements in force, and world population from 1960 to 2020 (index 1960 = 100). Il valore delle merci si stime essere 167 volte maggiore di quello del 1950, mentre l’economia globale 65 volte più grande. Nell’ultimo ventennio, la crescita è stata ancora maggiore. Tra il 2000 e il 2020 il valore del commercio internazionale è cresciuto di 3.3 volte mentre l’economia globale è cresciuta di 2.6 volte. La maggiore differenza si nota tra il commercio a livello globale e la produzione mondiale. Il valore del commercio internazionale è oltre 2.5 volte maggiore della produzione globale. I driver della globalizzazione Processo fluido e lineare? Baldwin (2006) riconosce due processi di disaggregazione (unbundling): First unbundling (in due waves (1850-1914) (1960-oggi)): → calo dei costi di trasporto → la produzione e il consumo possono avvenire in luoghi diversi. Second unbundling → calo dei costi di comunicazione → suddivisione dei compiti del processo produttivo Baldwin, R. E. (2006). Globalisation: the great unbundling(s). I driver della globalizzazione Processo fluido e lineare? I driver della globalizzazione Barriere al commercio e agli investimenti Anni ‘20 e ‘30 del XX secolo: forti politiche protezionistiche da parte degli Stati Molte delle politiche adottate erano volte all’introduzione di tariffe alle importazioni su beni manifatturieri. Obiettivo principale: proteggere le imprese domestiche dalla competizione internazionale. Conseguenza: politiche commerciali ritorsive (“beggar thy neighbor”) con Paesi che progressivamente introducevano politiche restrittive uno contro l’altro. Gli effetti di tali politiche, furono tra le cause della Grande Depressione degli anni ‘30. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Paesi industrializzati iniziarono a ridurre le barriere al commercio internazionale (GATT, 1948 –> Uruguay Round, 1993). I driver della globalizzazione Il ruolo delle barriere al commercio e agli investimenti Average Tariff Rates on Manufactured Products as Percent of Value L’impatto del General Agreement on Tariffs and Trade (GATT) sulle aliquote medie tariffarie dal 1913 al 2017. I driver della globalizzazione Barriere al commercio e agli investimenti La riduzione delle barriere commerciali ha facilitato il commercio internazionale. Relazioni tra accordi commerciali - sia regionali (più di due Paesi coinvolti) che bilaterali – e commercio internazionale (linea azzurra). Quasi sovrapposizione tra il Value of world trade, world production, number of regional trade agreements in force, and world population from 1960 to 2020 (index 1960 = 100). commercio mondiale e il commercio tra Paesi che hanno sottoscritto accordi di natura commerciale. I driver della globalizzazione Accordi commerciali Le figure mostrano la quota (a) e il numero (b) di coppie di Paesi impegnati in RTA distinguendo la copertura dell’accordo (solo beni, solo servizi o entrambi). A partire dagli anni 2000s osserviamo un forte aumento della quota di RTA che prevedono la liberalizzazione del commercio sia di beni che di servizi. Mentre gli RTA incentrati Source: Conte et al., 2022 esclusivamente sui servizi sono pressoché inesistenti, I driver della globalizzazione Gli investimenti diretti esteri Comparisons of world trade and world GDP Il maggiore tasso di crescita del commercio internazionale rispetto alla produzione suggerisce che: Le imprese delocalizzano parte della produzione Le economie diventano sempre più interdipendenti Sono aumentati gli investimenti diretti esteri. La media dell’outflow degli FDI è cresciuta da $14 miliardi nel 1970 a $1450 miliardi nel 2016. Lo stock degli FDI è stimato nel 2017 essere pari a $27,000 miliardi. Più di 80,000 imprese controllano più di 800,000 controllate nei mercati internazionali. Gli effetti della globalizzazione I cambiamenti del contesto economico globale Dagli anni 90 due fenomeni fondamentali: Nel 1960, gli U.S.A. producevano circa il 40%della produzione mondiale. Nel 2017, il 16%. Trend simile per in altri Paesi sviluppati. La quota di produzione mondiale dei Paesi in via di sviluppo, invece, è aumentata. Ci si attende che raggiunga il 60% nei prossimi 5 anni. Gli effetti della globalizzazione I cambiamenti del contesto economico globale Volume degli FDI costantemente in crescita Crescente importanza dei Paesi in via di sviluppo Percentage Share of Total FDI Stock 1980-2011 FDI inflows (in millions). Investimenti Diretti Esteri (IDE) in entrata… Negli ultimi due decenni la mappa globale degli IDE in entrata e in uscita è cambiata in modo significativo. Crescente importanza dei Paesi in via di sviluppo Tradizionalmente gli IDE provengono dalle economie avanzate, che ne sono anche la principale destinazione. Dall'inizio degli anni 2000, l'importanza delle EME come destinazione degli IDE è gradualmente aumentata. Nel 2013, per la prima volta, le EME hanno attratto più del 50% degli I-IDE globali. … e in uscita Negli ultimi due decenni la mappa globale degli IDE in entrata e in uscita è cambiata in modo significativo. Crescente importanza dei Paesi in via di sviluppo Negli ultimi 16 anni, anche le EME hanno progressivamente aumentato la loro importanza come fonte di IDE. la quota di IDE provenienti dalle EME ha iniziato ad aumentare all'inizio degli anni 2000. Dopo il 2008 il tasso di crescita degli IDE provenienti dalle EME ha subito un'accelerazione Nel 2014 le EME rappresentavano il 41% degli O-IDE totali. Le sfide della globalizzazione Comparisons of world trade and world population Le sfide della globalizzazione: povertà e sostenibilità. Il commercio internazionale cresce ancora ad un tasso molto più elevato del tasso di crescita della popolazione globale. Millennium Development Goals (2000) Sustainable Development Goals (2015) Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile Il dibattito sulla globalizzazione Il gap salariale tra lavoratori in settori skilled vs unskilled è cresciuto del 25% Studi sugli effetti della globalizzazione hanno dimostrato come i fundamental workers dei settori maggiormente esposti alla competizione internazionale abbiano visto diminuire il loro salario reale Relazione tra agenti inquinanti e reddito pro-capite (Grossman & Krueger su QJE, 1995) Who loses from globalisation? Autor, Dorn and Hanson (2013, AER) RQ: la concorrenza cinese ha influenzato le imprese statunitensi? Aumento della penetrazione delle importazioni cinesi nel mercato statunitense (dal 1985) Le importazioni annuali statunitensi dalla Cina sono aumentate del 1156% dal 1991 al 2007 Nel 2001 la Cina è entrata a far parte dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (↓ tariffe) ↑ importazioni prodotte dal settore manifatturiero ⇒ se i fattori utilizzati in modo intensivo nell'industria a prezzi calanti (manifatturiero) dovrebbero essere colpiti. In questo caso, l'attenzione si concentra in particolare sui risultati del mercato del mercato del lavoro (cioè occupazione e salari). Autor, D. H., Dorn, D., & Hanson, G. H. (2013). The China syndrome: Local labor market effects of import competition in the United States. American economic review, 103(6), 2121-2168. Who loses from globalisation? Who loses from globalisation? Risultati principali 1. La concorrenza delle importazioni cinesi ha influenzato il mercato del lavoro locale 2. ↓ occupazione nei settori direttamente concorrenti (manifatturiero) 3. ↓ salari in altri settori ⇒ La liberalizzazione del commercio genera diversi aggiustamenti del mercato del lavoro! L’internazionalizzazione I vantaggi per le imprese Una attenta analisi dei mercati internazionali, e la conseguente scelta ottimale della strategia e del mercato di sbocco, consente all’impresa di assicurarsi numerosi vantaggi. Aumento delle vendite. Se le vendite nel mercato interno sono buone, esportare è un modo per espandere il mercato, trovare mercati di nicchia esteri e trarre vantaggio dalla domanda in tutto il mondo. Maggiori profitti. Se l’impresa riesce a coprire i costi fissi attraverso operazioni nazionali o altri tipi di finanziamento, i tuoi profitti dalle esportazioni possono crescere molto rapidamente. Economie di scala. Quando disponi di una base di mercato più ampia, puoi produrre su una scala che ti consente di ottenere il massimo dalle tue risorse. Minore vulnerabilità. Se un’impresa riesce a diversificare sui mercati internazionali, evita di dipendere da un mercato unico e di soffrire di eventuali fasi di recessioni interne. Conoscenza ed esperienza. Il mercato globale consente di accedere a nuove idee, approcci e tecniche di vendita, produzione sviluppo prodotti che potrebbero avere successo anche nel mercato domestico. Competitività sul mercato globale. L'esperienza acquisita dalla tua azienda a livello internazionale ti aiuterà a mantenerti competitivo sul mercato domestico e nel mercato globale. Competitività sul mercato domestico. Se la tua azienda ha successo nel mercato globale, garantirà la tua resistenza alla potenziale concorrenza straniera nel mercato domestico. L’internazionalizzazione Potenziali minacce L’accesso ai mercati internazionali, però, presente anche alcune sfide Aumento dei costi. Potenziali necessarie modifiche a packaging, a prodotti o servizi, tenere conto dei costi a breve termine come viaggi extra, produzione di nuovo materiale di marketing e personale aggiuntivo per adattarsi ai mercati esteri. Livello di coinvolgimento. Per entrare, affermarsi e restare competitivi sui mercati internazionali, sono necessari tempo e risorse. Restare a lungo termine. Sebbene l’accesso ai mercati internazionali rappresenti una grande promessa economica per la maggior parte delle aziende, possono passare mesi o addirittura diversi anni prima che si veda un ritorno significativo sull'investimento. Differenze con i mercati internazionali. È necessario studiare, capire e assimilare nella propria strategia le differenze di lingua, cultura e pratiche commerciali per poter accedere al mercato potenziale in modo efficace. Accessibilità del mercato e concorrenza. È necessario conoscere bene il Paese target e le caratteristiche dei mercati al suo interno. La rilevanza dell’analisi dei mercati internazionali Perché studiare i fattori che influenzano la partecipazione ai mercati internazionali? L’analisi e lo studio dei mercati internazionali consente di capire le caratteristiche di un Paese e cogliere le opportunità offerte dall’attuale contesto economico globale. Le imprese possono svolgere la propria attività in mercati conosciuti o possono considerare l’accesso a nuovi mercati. L’accesso a mercati globali consente di avere accesso a nuovi consumatori, profitti e nuove idee. Questo dà anche la possibilità di diluire la componente di rischio dell’investimento oltre a dare la possibilità di estendere il ciclo di vita dei propri prodotti o servizi. Le fasi dell’analisi di mercato Stage 1: Studio delle caratteristiche (macroeconomiche) principali dei mercati L’analisi condotta dall’impresa deve considerare Collezionare dati statistici necessari per l’analisi degli aspetti rilevanti per l’ingresso sul mercato internazionale. Identificare mercati potenziali (large, fast growing, etc.) sulla base delle caratteristiche rilevanti per il commercio internazionale Studiare le caratteristiche e la performance negli anni precedenti: Il Paese ha mostrato segnali di crescita negli ultimi 3-5 anni? Sono cresciute le importazioni? Qual è il grado di apertura del Paese al commercio internazionale? Considerare le caratteristiche anche di mercati emergenti che possono avere potenzialità maggiori per la minore presenza di competitors. Processo analitico di scelta dei Paesi L’analisi condotta deve considerare Attrattività del paese: Accessibilità del paese: barriere all’ingresso (naturali, concorrenziali, artificiali) Mercati a elevata priorità di ingresso Alta Accessibilità del Paese domanda potenziale, espandibilità della domanda primaria effettiva, compatibilità dell’offerta aziendale Mercati Strategici Media Bassa Mercati Marginali Bassa Media Attrattività del Paese Alta Le fasi dell’analisi di mercato Stage 2: Valutazione dei mercati Esaminare i trend economici principali che potrebbero influenzare la domanda di beni e servizi nel Paese. Esaminare il livello di importazioni di prodotti simili negli anni precedenti per identificare il livello di domanda del Paese target. Studiare il livello di concentrazione del mercato (nazione e domestico). Analizzare le differenze economiche e culturali Identificazione delle barriere tariffare e non tariffarie per il commercio verso il Paese target che influenzano le esportazioni (importazioni) verso (da) il Paese target. Studiare le differenze nel sistema legislativo (grado di protezione, ease of doing business, corruzione). Le fasi dell’analisi di mercato Stage 3: Interpretazione dei risultati e conclusioni Le imprese che falliscono l’accesso ai mercati internazionali sono quelle imprese, spesso di piccole dimensioni, che non conoscono i mercati internazionali, ma fondano le proprie decisioni Su contatti informali e informazioni non strutturate Sulla distanza (geografica/culturale) rispetto ai mercati di destinazione Trascurando mercati potenzialmente interessanti Per conoscere i mercati internazionali è necessario: Considerare tutte le caratteristiche che possono influenzare i flussi internazionali di beni e capitali Interpretare correttamente i risultati

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