Semantica PDF

Summary

Questi appunti descrivono l'interazione simbolica, con esempi concreti come la conversazione e il linguaggio. L'analisi del ruolo dei simboli nel comportamento umano e nella comunicazione è centrale.

Full Transcript

### Lezione n.1: Il parlare come interazione simbolica 1) Un esempio di interazione: questa lezione stessa Questa lezione è un esempio di interazione. Immagina un'aula in cui l'insegnante sta spiegando un concetto complesso. Se nota che molti studenti iniziano a guardare altrove o a distrarsi, potr...

### Lezione n.1: Il parlare come interazione simbolica 1) Un esempio di interazione: questa lezione stessa Questa lezione è un esempio di interazione. Immagina un'aula in cui l'insegnante sta spiegando un concetto complesso. Se nota che molti studenti iniziano a guardare altrove o a distrarsi, potrebbe decidere di fare una pausa o di riformulare l'argomento in modo più semplice. Invece, se vede gli studenti annuire e prendere appunti, potrebbe continuare con fiducia. Questo dimostra che anche l'ascolto passivo degli studenti influisce attivamente sull'insegnamento. #### 2) Definizione di interazione **Definizione:** Una *interazione* è una reciproca azione o influenza tra due o più fenomeni, elementi o forze. Un esempio semplice è una conversazione tra due persone. Se una persona racconta una storia divertente e l'altra ride, questa risata incoraggia chi sta parlando a continuare a raccontare storie simili. Se invece l'interlocutore non mostra interesse, chi racconta potrebbe cambiare argomento o smettere di parlare. Questo mostra come la comunicazione verbale sia un continuo scambio di segnali che influenzano entrambe le parti. In un contesto scientifico, considera l'interazione tra due pianeti che si attraggono gravitazionalmente secondo la legge di Newton. Ogni pianeta esercita una forza sull'altro, modificando le rispettive traiettorie. Questo è un esempio di interazione fisica in cui entrambe le parti sono attivamente coinvolte. 3) L’interazione sociale Le interazioni sociali rientrano nelle interazioni finalistiche. **Definizione:** L'interazione sociale è la relazione tra due soggetti in cui ciascuno modifica il proprio comportamento in risposta a quello dell'altro, anticipandolo o reagendovi. Prendiamo come esempio un dialogo tra un cliente e un venditore. Se il cliente mostra interesse per un prodotto, il venditore potrebbe enfatizzarne i pregi e offrire uno sconto. Se invece il cliente si mostra disinteressato o esprime dubbi, il venditore potrebbe cambiare approccio, proponendo un prodotto diverso o cambiando strategia di vendita. Questo tipo di interazione dimostra come le azioni di una persona influenzino direttamente le risposte dell'altra. Un altro esempio è il modo in cui una decisione politica, come l'aumento dei tassi d'interesse, può scatenare una serie di interazioni economiche. Le aziende potrebbero decidere di ridurre gli investimenti, i consumatori potrebbero spendere meno, e questo potrebbe influenzare l'intero mercato. Ogni azione innesca una reazione, mostrando come le interazioni sociali siano complesse e interconnesse. #### 4) L’interazione simbolica **Definizione:** L'interazione simbolica è un aspetto del comportamento umano per cui l’uomo si distingue per la capacità di apprendere e utilizzare una vasta gamma di significati simbolici. Un esempio chiaro è l'uso del linguaggio. Quando una persona dice "gatto", evoca nella mente dell'ascoltatore l'immagine di un animale domestico a quattro zampe. Tuttavia, se una persona che non conosce l'italiano ascolta la parola "gatto", potrebbe non capire il significato. Questo esempio dimostra che l'interazione simbolica dipende dalla condivisione di un sistema di significati. Un altro esempio è l'uso dei colori nei segnali stradali. Il rosso è universalmente riconosciuto come un simbolo di "stop" o "pericolo". Questo simbolo è così radicato che, indipendentemente dal contesto, quando vediamo un segnale rosso, ci fermiamo o prestiamo attenzione. Questa reazione è un esempio di come i simboli regolano le nostre interazioni quotidiane. #### 5) L'interazione attraverso i segni L'interazione attraverso i segni è alla base della comunicazione umana. Segni e simboli sono ovunque nella nostra vita quotidiana. Consideriamo un caso in cui qualcuno ti saluta da lontano alzando una mano. Anche se non puoi sentire cosa sta dicendo, interpreti il gesto come un saluto e rispondi alzando la mano a tua volta. Questa è un'interazione simbolica: il gesto della mano è un segno che entrambe le persone comprendono come un saluto. Un altro esempio può essere trovato nei messaggi di testo. Se ricevi un messaggio con l'emoji di un pollice in su, interpreti questo segno come un'approvazione o un consenso. Rispondi quindi con un messaggio appropriato, sapendo che l'emoji ha trasmesso un messaggio chiaro senza l'uso di parole. Questo dimostra come anche i segni visivi possano avere significati condivisi e facilitare l'interazione. In conclusione, parlare è una forma di interazione sociale e simbolica altamente sofisticata. Quando comunichiamo, non solo scambiamo informazioni, ma lo facciamo attraverso un sistema complesso di segni e simboli che abbiamo appreso e che condividiamo con gli altri. Questo processo di creazione, riconoscimento e interpretazione dei segni è ciò che rende unica l'interazione umana. Questi esempi dimostrano come ogni tipo di interazione, sia essa fisica, sociale o simbolica, giochi un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana, influenzando il modo in cui ci comportiamo e comunichiamo Lezione n.2: I Segni e una loro prima classificazione #### 1) Le parole simbolo e segno **Definizione:** Parlare è una forma di interazione simbolica o segnica, derivante dalla parola *simbolo* e dalla parola *segno*. La parola *simbolo* ha origine dal termine greco “simbolon”. Per i greci, un *simbolon* era qualcosa che si connetteva a un'altra cosa e questa connessione veniva sfruttata nelle interazioni sociali e comunicative. Un esempio pratico di *simbolon* nell'antichità era l'uso di cocci chiamati “ostraka” nelle votazioni. Durante il processo, chi aveva diritto di voto riceveva una tessera di coccio che veniva spezzata. Per votare, questo coccio doveva combaciare con la metà tenuta dagli scrutatori, garantendo l'autenticità del voto. Oggi, possiamo fare un parallelismo con la parola e il significato che essa rappresenta. Prendiamo, ad esempio, la parola *chiave*. Nel linguaggio comune, questa parola simboleggia un oggetto fisico usato per aprire una porta, ma può anche essere utilizzata metaforicamente, come in "la chiave del successo". Qui, *chiave* non si riferisce più a un oggetto fisico, ma al concetto di un elemento fondamentale per ottenere un risultato. Questo gioco di *marca e contromarca* è simile al collegamento tra parola e significato, dove una parola (marca) si associa a un significato specifico (contromarca). #### 2) I nomi della semiotica o semiologia La parola *semiotica* deriva dal termine greco “semeion”. Uno degli usi antichi di *semeion* era nel campo della medicina, dove indicava i sintomi di una malattia, permettendo così ai medici di diagnosticare e curare. I medici romani usavano il termine *semiotica* per descrivere le tecniche utilizzate per individuare i sintomi e diagnosticare le malattie. In epoca moderna, *semiotica* o *semiologia* indica la scienza che studia i segni di qualsiasi tipo e le forme di comunicazione. Al centro di questa disciplina vi è il concetto di *segno*. Un esempio pratico è l'uso delle *emoticon* o *emoji* nella comunicazione digitale. Quando inviamo un'emoji di un cuore, stiamo usando un segno per trasmettere un'emozione o un messaggio d'affetto. Questo tipo di segni è diventato fondamentale nella comunicazione moderna, rappresentando il modo in cui traduciamo le emozioni e i concetti in simboli comprensibili universalmente. #### 3) Il segno secondo Charles Peirce Nella seconda metà dell'800, Charles Peirce ha formulato una definizione di *segno* che è ancora centrale negli studi semiotici. **Definizione:** Definisco un *SEGNO* come qualcosa che da un lato è determinato da un Oggetto e dall'altro determinato da un'idea nella mente di una persona; quest'ultima determinazione, che io chiamo l'interpretante del segno, è con ciò stesso mediamente determinata da quell'Oggetto. Peirce utilizza il termine *Oggetto* con la O maiuscola per indicare il fine per cui il segno viene prodotto. Ad esempio, quando vediamo un semaforo rosso (segno), il nostro *Oggetto* è fermarci. Dall'altro lato, il segno è determinato dall'idea che evoca nella mente di chi lo riceve. Quando vediamo il rosso, sappiamo di doverci fermare, non solo perché è la regola, ma perché il colore rosso è associato al pericolo e all'arresto nella nostra mente. **Definizione:** Il *SEGNO* non è legato solo a chi lo produce in funzione di un certo contenuto, ma è legato nella sua esistenza anche al fatto che susciti un'idea nella mente di chi vede il segno o lo riceve, ma questa idea è determinata dal contenuto che la persona voleva trasmettere. Per esempio, una pubblicità che mostra un'automobile lussuosa (segno) intende suscitare nella mente dello spettatore l'idea di prestigio e successo (interpretante), influenzandone il desiderio di acquistare quel prodotto. Qui, il segno vive grazie alla connessione tra l'oggetto pubblicizzato e l'idea evocata nel pubblico. #### 4) I segni indice **Definizione (Peirce):** I *SEGNI INDICE* sono quei segni che si trovano in un rapporto di connessione naturale, non convenzionale e di contiguità fisica con il proprio Oggetto. Un esempio classico è il fumo che indica un fuoco. Il fumo non è arbitrario; esiste una connessione naturale tra il fumo e il fuoco, per cui vedere fumo suggerisce immediatamente la presenza di fuoco. Un altro esempio è un'impronta nella sabbia: vedendola, deduciamo che qualcuno è passato lì prima di noi. Non c'è nulla di convenzionale in questo; l'impronta è un indice naturale della presenza di qualcuno in un certo luogo. #### 5) I segni icona **Definizione (Peirce):** I *SEGNI ICONA*, ancora più importanti per la semiotica, sono segni che, pur senza un rapporto naturale di contiguità con ciò che designano, hanno un rapporto di somiglianza con la realtà denotata. Le icone sono rappresentazioni che assomigliano in qualche modo all'oggetto che rappresentano. Per esempio, un cartello stradale con l'immagine di un albero indica una zona alberata o un'area naturale. Anche se non è l'albero stesso, il disegno dell'albero sul cartello lo rappresenta chiaramente attraverso la somiglianza visiva. Un altro esempio è l'icona del salvataggio di un file su un computer, spesso rappresentata da un'immagine di un dischetto floppy. Anche se oggi i dischetti sono obsoleti, l'icona è rimasta perché somiglia all'azione di salvare un file, creando un collegamento visivo riconoscibile. #### 6) I segni-legisegno **Definizione (Peirce):** I *SEGNI LEGISEGNO* sono segni di cui forma e senso hanno un rapporto convenzionale, “legale” con il loro Oggetto, diversamente dagli indici e dalle icone. I legisegni sono segni che si basano su convenzioni sociali o legali, come le parole di una lingua. Ad esempio, la parola *cane* in italiano è un legisegno che si connette al concetto dell'animale attraverso un accordo convenzionale tra i parlanti della lingua italiana. In altre lingue, lo stesso concetto è rappresentato da suoni e parole diverse, come *dog* in inglese o *perro* in spagnolo. Questi segni sono comprensibili solo all'interno della comunità linguistica che li utilizza e possono cambiare nel tempo o da cultura a cultura. #### 7) La semiotica come scienza dei segni Dopo aver esplorato le diverse tipologie di segni, possiamo concludere che la *SEMIOTICA* è la scienza generale dei segni. Questa disciplina studia come i segni funzionano e come noi li usiamo per comunicare, comprendere e dare senso al mondo. Ad esempio, l'analisi semiotica può essere applicata ai media moderni, come i film o la pubblicità, per comprendere come i segni visivi, sonori e linguistici vengono utilizzati per trasmettere messaggi complessi e influenzare il pubblico. In conclusione, la semiotica ci fornisce gli strumenti per decifrare e comprendere il linguaggio dei segni che permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana, dalla comunicazione interpersonale alle espressioni culturali più complesse. **Lezione n. 3: Il Segno e la lingua** In questa lezione, ci concentreremo sulle forme e regole astratte che governano la nostra comunicazione concreta, sia nel parlare che nella produzione di segni. **Argomenti:** 1. Il segno di Peirce 2. Saussure e il circuito della “parole” 3. Il Filosofo Cratilo: il bagno impossibile 4. Concreto e astratto nel linguaggio 5. Dalla concretezza dell’esprimersi alla lingua 6. Significante, significato, segno **Il segno di Peirce** Charles Peirce, considerato il padre fondatore della semiotica, definisce il segno nel seguente modo: **Definizione:** Un SEGNO è qualcosa che, da un lato, è determinato da un Oggetto e, dall’altro, determina un'idea nella mente di una persona. Quest'ultima determinazione, che Peirce chiama l’interpretante del segno, è a sua volta mediatamente determinata da quell’Oggetto. Per Peirce, l’OGGETTO non si riferisce a una singola cosa materiale, ma piuttosto all'oggetto come contenuto della conoscenza. Dall'altra parte, c'è l’idea, che conferisce senso e valore al segno, legandosi inevitabilmente all'oggetto. Un segno non esiste in isolamento; è tale perché trasmette un significato che suscita un'idea nella mente di chi lo riceve. In sintesi, secondo Peirce, il segno si collega al contenuto, alla persona che lo produce e all’idea che genera nella mente del destinatario. **Saussure e il circuito della “parole”** Nel corso del Novecento, la teoria del segno si è arricchita grazie a Ferdinand de Saussure, il quale, nella sua opera "Corso di Linguistica Generale", introduce il concetto di **circuito della “parole”**. Qui, il termine “parole”, in francese, somiglia alla parola italiana "parola", ma in realtà significa **espressione**, ossia l'atto concreto del comunicare. Il circuito della “parole” è dunque il ciclo della **comunicazione concreta**. Saussure ha creato uno schema che raffigura il dialogo tra due persone: il segno prodotto parte dal cervello dell'emittente, passa per la bocca, arriva all'orecchio del destinatario, e viene poi elaborato nel cervello di quest'ultimo, che gli attribuisce un senso. A sua volta, il destinatario risponde, ricominciando il ciclo. Saussure sottolinea che il punto di partenza di questo processo è la mente della persona che parla. Secondo Saussure, inizialmente nel cervello non c'è l'immagine concreta della parola, ma un concetto che governa l'atto di “parole”. Questo concetto si traduce in un’immagine acustica, che viene prodotta attraverso la bocca e, una volta ricevuta, viene riconvertita in un concetto nella mente dell'ascoltatore. In questo schema, Saussure vuole dimostrare che nella comunicazione non ci sono solo elementi materiali, ma anche **regole astratte** che permettono di riconoscere e comprendere i segni. **Il Filosofo Cratilo: il bagno impossibile** Il filosofo Eraclito, citato da Cratilo, sostiene che **"tutto scorre e nulla rimane"**, comparando le cose esistenti alla corrente di un fiume. Dice che non si può scendere due volte nello stesso fiume, poiché il fiume, così come la persona, è in continuo cambiamento. Questo concetto si riflette nel linguaggio, dove il continuo fluire delle cose non può mai essere completamente catturato o adeguato dalle parole. **Concreto e astratto nel linguaggio** Saussure, nella sua analisi, spiega come gestiamo il flusso del concreto nella comunicazione. Quando parliamo, non ripetiamo mai esattamente una parola nello stesso identico modo. La stessa parola può avere infinite varianti di pronuncia e immaginazione, ma queste riconducono tutte a un significato generale. Saussure ci invita a comprendere che la **materialità fisica e fisiologica** del parlare e dell’udire non conta da sola, ma come realizzazione di **classi astratte** depositate nel nostro cervello. Introduce quindi la teoria delle classi di Bertrand Russell, dove una classe è un raggruppamento di entità con caratteristiche comuni. L'insieme di tutte le classi astratte è ciò che costituisce una lingua. **Dalla concretezza dell’esprimersi alla lingua** La **lingua** è l’insieme delle classi astratte che ci permette di riconoscere e produrre le parole nel concreto. Attraverso questo processo, riconduciamo la varietà delle realizzazioni concrete a un significato più ampio. **Significante, significato, segno** Saussure introduce i concetti di **significante**, **significato** e **segno**: - **SEGNO:** È l’unione di un significato e di un significante, ossia l’unione di due classi astratte. - **SIGNIFICATO:** È la classe dei sensi espressi dalla realizzazione concreta di un segno. - **SIGNIFICANTE:** È la classe dei suoni o delle grafie che, nell’esprimersi concretamente, realizzano un segno. Con queste definizioni, Saussure ci avvia verso una comprensione più profonda del segno e della comunicazione. I segni linguistici, per Saussure, sono una categoria all'interno del più vasto mondo dei segni, indicando che la linguistica è solo un capitolo della semiotica, secondo quanto scritto nell’opera del 1916. **Lezione n.5: Verso una concezione integrata della comunicazione** **Argomenti:** 1. Il circuito della comunicazione dopo Saussure 2. Le funzioni del linguaggio secondo Karl Bühler 3. Le funzioni del segno secondo Charles Morris 4. Lo schema della comunicazione secondo Claude Shannon e Warren Weaver --- ### 1) Il circuito della comunicazione dopo Saussure Saussure ci presenta due schemi della comunicazione linguistica. Il primo è chiamato "Il circuito della parola", uno schema concreto che raffigura cosa avviene tra due persone durante l’atto concreto di esprimersi. In questo schema, l'espressione nasce nella mente del soggetto A, passa dalla bocca del soggetto A, arriva all’orecchio del destinatario (soggetto B), e infine giunge alla mente del soggetto B. Se il soggetto B risponde, il processo si ripete simmetricamente. Saussure aggiunge che, oltre al concreto, esiste l’astratto: le forme astratte della lingua che regolano la produzione e la comprensione di un segnale. ### 2) Le funzioni del linguaggio secondo Karl Bühler Karl Bühler, nel 1934, ampliò le teorie di Saussure, identificando le funzioni del linguaggio nel suo libro "Le funzioni del linguaggio". Bühler, uno psicologo interessato al linguaggio umano e ai suoi ruoli nella psicologia, riconobbe l'importanza delle teorie di Saussure e le approfondì. Le funzioni del linguaggio secondo Bühler sono: 1. **Funzione espressiva**: Ogni segno che un individuo produce rivela se stesso, segnala la propria soggettività. Per esempio, nel linguaggio animale, esprimersi segnala il proprio territorio. Nel linguaggio umano, parlando o scrivendo, riveliamo la nostra posizione, stato d’animo, educazione, ecc. 2. **Funzione di appello**: Ogni segno interpella gli altri. Anche in un discorso noioso, il semplice atto di parlare o produrre un testo implica un appello agli altri, una richiesta di attenzione e interazione. 3. **Funzione di rappresentazione**: Ogni segno rappresenta un contenuto, una conoscenza, un’esperienza o un’idea. Bühler considera questa la funzione fondamentale del linguaggio. ### 3) Le funzioni del segno secondo Charles Morris Charles Morris, nel 1938, propose una teoria generale dei segni, successivamente approfondita nel suo libro "Segni, linguaggio e comportamento". Le funzioni dei segni secondo Morris sono: 1. **Funzione semantica**: Un segno indica qualcosa, ha un contenuto significativo. Questo vale non solo per i segni linguistici, ma per qualsiasi forma di comunicazione. 2. **Funzione pragmatica**: Un segno serve a un soggetto per agire, per interagire con altri esseri viventi. L’essere umano produce segni, sia linguistici che fisici, per interagire con altri. 3. **Funzione sintattica**: Un segno si connette ad altri segni con cui coesiste. Questo concetto riprende un’idea di Saussure, secondo cui un segno linguistico non vive mai da solo ma è sempre in relazione con altri segni. Morris utilizza la funzione sintattica in un contesto logico-matematico, dove "sintattico" si contrappone a "semantico". La sintassi riguarda la forma del segno in relazione agli altri segni, indipendentemente dal significato. ### 4) Lo schema della comunicazione secondo Claude Shannon e Warren Weaver Negli anni '30 e '40, Claude Shannon e Warren Weaver, due fisici matematici, contribuirono allo studio della comunicazione con uno schema che mirava a ottimizzare i meccanismi di comunicazione, basato su problemi pratici di trasmissione di segnali. Lo schema della comunicazione di Shannon e Weaver è composto da: 1. **Fonte dell’informazione**: La mente del soggetto A. 2. **Trasmettitore**: La bocca del soggetto A. 3. **Ricevitore**: L’orecchio del soggetto B. 4. **Destinatario dell’informazione**: La mente del soggetto B. Lo schema distingue tra **messaggio** (il contenuto informativo) e **segnale** (la sua realizzazione concreta). Un concetto chiave è quello del **canale**, il mezzo materiale attraverso cui viaggia il segnale. Il canale può essere l'aria, che propaga le onde sonore delle parole. Durante la trasmissione, possono intervenire **rumori** o interferenze, che possono disturbare la comunicazione, e che devono essere considerati in ogni schema comunicativo. **Lezione n.6: I Segni e i Codici** **Argomenti:** 1. Un segno non vive da solo 2. Le dimensioni del segno 3. Dalle dimensioni del segno alle dimensioni del codice **Un segno non vive da solo:** Riprendendo il grafico che va dal concreto all’astratto di Saussure, vediamo il significante e il significato, per poi arrivare allo schema della comunicazione di Shannon e Weaver, dove messaggio e segnale viaggiano attraverso un canale. Queste due realtà rappresentano, da un lato, un programma astratto del segno che si vuole realizzare, e dall’altro, il segnale concreto che viene prodotto, ricevuto e compreso. Un segnale non esiste da solo, ma vive perché è alternativo ad altri segnali. Ad esempio, se varie persone in Italia pronunciano la parola "gatto", il segno rimane lo stesso, ma la pronuncia varia a seconda della fonte. **Definizione:** Un segnale è tale se si riconduce a una classe di segnali di stesso significato. Un’altra assunzione fondamentale è che un segno coesiste sempre con almeno un altro segno, poiché, come visto con la teoria delle classi, ogni classe ha sempre accanto una classe complemento. Di conseguenza, se un segnale si riconduce a una classe, ci saranno automaticamente altri segni che appartengono alla classe complemento. I segni diversi che coesistono con un segno dato, che possono apparire in alternativa al primo sullo stesso canale e nella stessa comunità, sono chiamati **codici**. **Definizione:** Un “codice” è un insieme di segni coesistenti. In semiologia, un codice è un insieme di segni che regolano il funzionamento di segnali e sensi, permettendoci di comunicare tra di noi. **Le dimensioni del segno:** Un segno si qualifica per le sue caratteristiche, che possono essere collocate su diverse dimensioni. Un segno appartenente a una classe astratta è composto da un significante e un significato, che possono realizzarsi in vari modi all’interno di una comunità di utenti. Per descrivere un segno, possiamo considerare diverse dimensioni: 1. **Realizzazioni:** Queste possono includere dialetti o varianti di scrittura come lo stampatello o il corsivo. Tutte queste realizzazioni si riconducono al significante della parola astratta e quindi al segno "gatto". 2. **Utenti:** Questa dimensione riguarda chi usa la parola, come la usa e per quali scopi, come evocare l’immagine di un gatto in un libro di zoologia o avvertire qualcuno che un gatto sta attraversando la strada. 3. **Sensi:** Questa dimensione si riferisce ai significati legati alla parola "gatto", come il colore, la razza, ecc. 4. **Altri segni:** Questa dimensione si riferisce alla possibilità di usare il segno "gatto" in altre forme, come disegnandolo o tramite un’icona. **Dalle dimensioni del segno alle dimensioni del codice:** Le dimensioni del segno che abbiamo illustrato si connettono alle possibili dimensioni del codice. In corrispondenza della dimensione del segno, ossia quella del senso, troviamo la dimensione semantica di un codice. **Definizione:** La semantica di un codice è il campo di ciò che i suoi segni significano. Ad esempio, la semantica del codice dei cartelli stradali riguarda i sensi che ci trasmette, come i segnali del semaforo con le luci verde, giallo e rosso. **Definizione:** La semantica è lo studio sui sensi che i segni di un codice possono trasmettere. Successivamente, troviamo la dimensione dell’espressività di un codice. **Definizione:** L’espressività di un codice è l'insieme delle realizzazioni dei suoi segni, ossia l’insieme dei significanti che possono avere i segni di quel codice. Ad esempio, l’espressività del codice di un semaforo stradale comprende i tipi di colore utilizzati per realizzare il rosso, il verde e il giallo, anche se questi colori possono variare leggermente. La terza dimensione è quella pragmatica di un codice. **Definizione:** La pragmatica di un codice è l’insieme delle finalità interattive cui i suoi segni sono destinati. Significa che ci sono codici creati per comunicare specifiche informazioni, come i cartelli stradali. Ad esempio, il semaforo serve a regolare il traffico, e la sua pragmatica è semplice e definita. L'ultima dimensione è quella sintattica. **Definizione:** La sintassi di un codice è l’insieme delle connessioni tra un segno e gli altri dello stesso codice. La dimensione sintattica lega un segno agli altri del suo codice, che può essere semplice, come nel caso di una spia accesa o spenta, o più complessa, come nel caso delle parole di una lingua. Per descrivere i codici, da quelli più elementari a quelli più complessi, dobbiamo considerare: 1. La loro semantica, cioè ciò che i codici significano. 2. La loro espressività, ossia le possibili realizzazioni e variazioni dei loro significanti. 3. La loro pragmatica, ossia gli usi a cui sono destinati i segni realizzati dagli utenti. 4. La loro sintassi, ossia i legami tra un segno e gli altri segni del suo stesso codice. La semiotica ci guida a considerare i rapporti tra il codice lingua e qualcosa di concreto, ossia il modo in cui viviamo in una società. Perché parliamo, scriviamo, gesticoliamo? Domande come queste trovano risposta in termini semiotici e analitici, distinguendo le somiglianze o differenze tra codici come la numerazione romana e araba, o le spie luminose di un’auto rispetto a quelle di un ascensore. ### Lezione n.7: Famiglie di codici In questa lezione, esploreremo come le diverse dimensioni dei codici (semantica, pragmatica, espressività e sintassi) ci permettono di classificare i codici in base alla loro similarità o differenza. Questa classificazione ci aiuterà a comprendere meglio come i codici sono organizzati e utilizzati nelle diverse aree della comunicazione. **Argomenti trattati:** 1. Tipologia dei codici: classificazioni materiali 2. Classificazioni di tipo pragmatico 3. Classificazioni di tipo semantico 4. Classificazioni di tipo semantico-sintattiche 5. Primato teorico e primato genetico dei criteri di classificazione dei codici 6. Definizione di linguaggio #### 1) Tipologia dei codici: classificazioni materiali Queste classificazioni si basano sulla materialità con cui i segni vengono realizzati e sono ancora utilizzate in vari ambiti, come in quello animale o ingegneristico. Un ingegnere, per esempio, può raggruppare i codici in base alla natura elettrica dei segnali che viaggiano su un canale, mentre un etologo può classificare i segni vocali o gestuali usati dalle specie viventi per comunicare. **Definizione:** La classificazione riguarda la materialità con cui si realizzano i segni. Tuttavia, queste classificazioni possono avere dei limiti significativi, in quanto i segni di uno stesso codice possono viaggiare su canali diversi, e allo stesso tempo, su uno stesso canale possono viaggiare segni appartenenti a codici diversi. **Esempio:** La lingua italiana può essere trasmessa attraverso conversazioni faccia a faccia, telefonate, scritti su fogli di carta, o messaggi su social network. Allo stesso modo, su un canale come la carta stampata, possono essere trasmessi segni di codici molto diversi, come numeri, musica, o segnalazioni visive. #### 2) Classificazioni di tipo pragmatico Le classificazioni pragmatiche tengono conto della destinazione d'uso dei codici. Un esempio tipico potrebbe essere la suddivisione della segnaletica stradale in diversi sottogruppi, come segnaletica verticale, orizzontale e semaforica, in base alle loro diverse funzioni e usi. #### 3) Classificazioni di tipo semantico-sintattiche Queste classificazioni si concentrano sulla sintassi e la semantica dei codici. Un esempio classico è il confronto tra il sistema di numerazione romana e quello arabo. Sebbene entrambi rappresentino numeri, differiscono notevolmente sia nella forma (sintassi) sia nella funzione e nel significato (semantica). Inoltre, sistemi come gli ideogrammi cinesi presentano differenze sintattiche rispetto all'alfabeto latino, con un gran numero di segni distinti e un diverso modo di rappresentare le parole. **Definizione:** Una buona classificazione dei codici deve tenere conto sia della semantica sia della sintassi. #### 4) Primato teorico e primato genetico dei criteri di classificazione dei codici Quando apprendiamo una lingua, iniziamo a riconoscere i segni attraverso l'espressività e la pragmatica, prima ancora di comprendere la semantica e la sintassi. Questo approccio è visibile nel modo in cui i neonati apprendono il linguaggio attraverso l'interazione con gli adulti. #### 5) Definizione di linguaggio dal punto di vista semiotico Un linguaggio, nel contesto semiotico, è definito come una famiglia di codici omogenei dal punto di vista semantico-sintattico. Questo significa che la classificazione dei codici all'interno di un linguaggio non tiene conto delle differenze espressive e pragmatiche. **Definizione:** Il linguaggio per eccellenza è il linguaggio verbale, cioè quello che utilizza parole, sia scritte che parlate. Il linguaggio verbale è particolarmente importante perché permette un'infinita combinazione di parole e frasi, rendendolo in grado di esprimere una gamma potenzialmente infinita di significati. Al contrario, altri linguaggi, come quelli numerici o chimici, hanno ambiti di applicazione molto più limitati. ### Lezione n.8: I linguaggi della certezza In questa lezione, esploreremo i concetti chiave relativi ai linguaggi e ai codici che sono caratterizzati dalla certezza, ossia dalla capacità di esprimere e distinguere chiaramente significati precisi. Ci concentreremo su come la limitazione del numero di segni, l'economizzazione e la ridondanza influenzano la potenza semantica dei codici e la loro efficacia comunicativa. **Argomenti trattati:** 1. Codici a numero: un codice limitato di segni 2. Economizzazione dei segni e il segno zero 3. Segni e codici meno economici: la ridondanza 4. La potenza semantica dei codici 5. I codici seriali #### 1) Codici a numero: un codice limitato di segni I linguaggi più semplici, da un punto di vista semantico-sintattico, sono quelli che utilizzano un numero limitato di segni. Un esempio classico è la numerazione araba, che utilizza i numeri da 0 a 9 per costruire combinazioni infinite di numeri e segni. Allo stesso modo, l'alfabeto italiano, con 21 lettere, può generare un numero potenzialmente infinito di parole e frasi. #### 2) Economizzazione dei segni e il segno zero Un concetto chiave nella comunicazione è l'economizzazione dei segni, dove si cerca di trasmettere il massimo significato con il minimo numero di segni. **Definizione:** Il segno zero ha un significante costituito dal permanere di uno stato inerziale del canale, reso significativo dal contrapporsi a significanti realizzati da un’espressione concreta. **Esempio:** Immagina una spia del carburante in un'auto. Quando è spenta, non comunica apparentemente nulla, ma in realtà il suo stato "zero" comunica che c'è carburante sufficiente per continuare a guidare. Allo stesso modo, in alcune lingue come il latino, il verbo "essere" può essere omesso, ma il suo significato è comunque implicito nel contesto. #### 3) Segni e codici meno economici: la ridondanza Mentre alcuni codici sono economici, altri fanno uso della ridondanza per garantire che il messaggio sia chiaramente compreso. **Definizione:** La ridondanza semiotica è la sovrabbondanza dei significanti rispetto alle necessità minime di distinzione dei significati previsti. **Esempio:** Le luci su una nave (verde e rossa) sono ridondanti per migliorare la comprensione della direzione della nave. Nella lingua, la ridondanza può essere osservata nella frase "Gli antichi romani erano bellicosi", dove il plurale è marcato ben cinque volte, a differenza dell'inglese "Ancient Romans were bellicose", dove è marcato solo due volte. Questo rende la lingua italiana meno economica ma potenzialmente più chiara. **Definizione:** La ridondanza semiotica è funzionale alla ricezione e comprensione dei destinatari, in quanto aumenta la quantità di segni per facilitare la comprensione. #### 4) La potenza semantica dei codici La potenza semantica di un codice si riferisce alla capacità del codice di distinguere tra un ampio numero di significati. **Definizione:** La potenza semantica di un codice è data dal numero di significati che esso permette di distinguere con i suoi segni. L'aumento del numero di segni in un codice può aumentare la sua potenza semantica, ma non è l'unico fattore. Altri fattori includono la complessità e la varietà delle combinazioni che i segni possono formare. #### 5) I codici seriali Un modo per accrescere la potenza semantica dei codici è la serializzazione dei segni, cioè la disposizione ordinata e sequenziale di un certo numero di segni. **Esempio:** I segni zodiacali, che sono 12, sono ordinati in base alle stagioni dell'anno e categorizzano diverse caratteristiche delle persone. Questa serializzazione permette di attribuire significati specifici a ciascun segno in relazione agli altri. Questa lezione ci aiuta a comprendere come i linguaggi e i codici possano essere progettati e ottimizzati per garantire chiarezza e precisione nella comunicazione, sfruttando i principi dell'economizzazione dei segni, della ridondanza e della serializzazione. ### Lezione n.10: La Sinonimia In questa lezione, analizzeremo il concetto di sinonimia, esplorando la distinzione tra significato e senso, i rapporti tra segni, e la possibilità di riformulare i segni all'interno di un codice. Vedremo come i segni possano essere uguali, diversi, o approssimativamente uguali, e come ciò influenzi la comprensione e l'uso dei codici. **Argomenti trattati:** 1. Distinzione tra significato e senso 2. Segni con significati in rapporto di esclusione o di comunanza 3. Eguale, diverso, approssimativamente uguale 4. La riformulabilità dei segni #### 1) Distinzione tra significato e senso Nel linguaggio comune, utilizziamo sia il termine "significato" che "senso", spesso in modo intercambiabile. Tuttavia, esiste una distinzione fondamentale tra i due concetti. **Definizione:** Il significato si riferisce alle entità più astratte di un codice, mentre il senso indica la realizzazione concreta di un significato. **Esempio:** Il numero "12" rappresenta un insieme di 12 unità, e questo è il suo significato. Quando parliamo di "12 pere" o "12 stelle", stiamo applicando il numero a casi concreti, e questo è il senso. Quindi, un segno ha un significato generale, che può assumere diversi sensi in base al contesto in cui è utilizzato. #### 2) Segni con significati in rapporto di esclusione o di comunanza I segni all'interno di un codice possono avere rapporti di esclusione o di comunanza. **Esempio:** Le 10 cifre della numerazione decimale (0-9) hanno ciascuna un valore distinto, e il significato di una cifra esclude quello delle altre. Lo stesso vale per i 12 segni zodiacali, dove ogni segno ha un significato esclusivo rispetto agli altri. **Definizione:** Due segni sono sinonimi se possono avere qualche senso in comune. Alcuni linguaggi, come quello dei gesti usato negli aeroporti, contengono segni con sensi in comune, mentre molte parole nella lingua italiana, pur avendo significati diversi, possono veicolare lo stesso senso, come nel caso di "casa" e "abitazione". **Definizione:** Un codice è sinonimico quando i segni, tutti o in parte, possono essere tra loro sinonimi. #### 3) Eguale, diverso, approssimativamente uguale Per comprendere meglio la sinonimia, possiamo introdurre i concetti di uguale, diverso, e approssimativamente uguale. **Esempio:** - "3 + 4 = 7" indica uguaglianza. - "3 + 4 ≠ 8" indica diversità. - "3 + 4 ≈ 7,5" indica approssimazione. In semiotica, questi concetti aiutano a distinguere tra codici con sinonimia implicita (come nella segnaletica) e codici con sinonimia esplicita (come nell'aritmetica), dove i segni esplicitamente indicano uguaglianza, diversità o approssimazione. #### 4) La riformulabilità dei segni All'interno dello stesso codice, possiamo riformulare i segni che hanno lo stesso senso. **Esempio:** - "Ho lavato la mia auto" è sinonimo di "Ho lavato la mia automobile." - "Totti e Del Piero sono calciatori" indica che i due soggetti sono uguali o approssimativamente uguali in quanto calciatori. Sia i calcoli matematici che le lingue naturali sono codici con segni articolati, strutture profonde, e segni sinonimici, con la possibilità di affermare o negare esplicitamente la sinonimia. La capacità di riformulare i segni rende questi codici flessibili e adattabili a diverse situazioni comunicative, consentendo una ricca varietà di espressioni e significati. ### Lezione 11 Rapporti tra Calcolare e Parlare, Contare e Raccontare Questa lezione esplora le relazioni tra il calcolare e il parlare, concentrandosi sulle similitudini e differenze tra il conteggio numerico e il racconto linguistico. Analizzeremo come le frasi e i calcoli rappresentano contenuti, i requisiti fondamentali del calcolo, le differenze tra calcoli e linguaggio, e i limiti di ciò che è calcolabile e non calcolabile nelle lingue. **Argomenti trattati:** 1. Le frasi e i calcoli, entrambe rappresentazioni di contenuti 2. Il contenuto del calcolo: operazioni su quantità 3. Sette requisiti del calcolo 4. Sette differenze tra calcoli e lingue 5. Calcolabile e non calcolabile nelle lingue #### 1) Le frasi e i calcoli, entrambe rappresentazioni di contenuti Le frasi linguistiche e i calcoli aritmetici rappresentano entrambi dei contenuti, seppur in modi diversi. **Esempio:** - Il calcolo "3 + 7 = 10" rappresenta una somma tra due insiemi di quantità. - La frase "Questo tavolo è più grande di quello" rappresenta una comparazione tra oggetti. In entrambi i casi, sia la frase che il calcolo operano come strumenti per comunicare contenuti. #### 2) Il contenuto del calcolo: operazioni su quantità Nel contesto dei calcoli, il contenuto è definito dalle operazioni che rappresentano sulle quantità. **Definizione:** Il significato di un calcolo è dato dalle operazioni su quantità che esso rappresenta. Questo si applica specificamente ai calcoli aritmetici, dove la manipolazione di numeri e operatori rappresenta il cuore del contenuto espresso. #### 3) Sette requisiti del calcolo Per essere valido, un calcolo deve soddisfare sette requisiti fondamentali: 1. **Chiusura delle unità di base significative di quantità:** I calcoli devono utilizzare simboli riconosciuti e consistenti, come i numeri della numerazione decimale e i segni matematici, evitando simboli estranei che potrebbero creare confusione. 2. **Chiusura delle unità di base significative di operazioni:** Esiste una distinzione chiara tra i simboli che rappresentano le operazioni (come +, -, x, /) e quelli che rappresentano i numeri, assicurando che ogni elemento abbia una funzione specifica. 3. **Rapporto biunivoco tra significanti e significati:** Ogni cifra numerica corrisponde a un'unica quantità, e ogni operatore aritmetico porta a un risultato univoco, garantendo precisione e assenza di ambiguità. 4. **Indifferenza dei significati rispetto ai loro sensi concreti:** Un numero come "12" può riferirsi a qualsiasi gruppo di 12 entità, indipendentemente dalla loro natura (pere, mele, ecc.), il che dimostra la neutralità semantica del calcolo rispetto agli oggetti reali. 5. **Infinità potenziale delle stringhe e unicità del piano del contenuto:** I calcoli possono teoricamente espandersi all'infinito, ma rimangono limitati a operazioni su quantità numeriche, senza la capacità di esprimere concetti astratti come sentimenti o descrizioni fisiche. 6. **Ammissibilità solo delle stringhe ben formate:** I calcoli accettano solo combinazioni di simboli che seguono le regole dell'aritmetica, rifiutando stringhe irregolari o errate. 7. **Spiegazione di un calcolo tramite metalinguaggio:** Per spiegare un calcolo, utilizziamo un metalinguaggio, come la lingua parlata, poiché l'aritmetica non può autoesplicarsi. #### 4) Sette differenze tra calcoli e lingue Mentre esistono somiglianze tra calcoli e linguaggio, ci sono anche sette differenze fondamentali: 1. **Chiusura del vocabolario nei calcoli vs. apertura nel linguaggio:** Il vocabolario aritmetico è limitato ai numeri e agli operatori, mentre il linguaggio è aperto e continuamente espandibile. 2. **Chiusura degli operatori sintattici nei calcoli vs. apertura nelle lingue:** Gli operatori aritmetici sono fissi e limitati, mentre nel linguaggio esistono numerose preposizioni e congiunzioni che permettono molteplici combinazioni espressive. 3. **Rapporto biunivoco nei calcoli vs. rapporti plurivoci nel linguaggio:** Nei calcoli, ogni simbolo ha un significato unico e preciso, mentre nel linguaggio un termine può assumere diversi significati a seconda del contesto. 4. **Indifferenza dei sensi concreti nei calcoli vs. sensibilità nelle lingue:** Nei calcoli, i numeri sono indifferenti al contesto concreto, mentre nel linguaggio il significato di una parola può variare a seconda della situazione. 5. **Unicità del piano del contenuto nei calcoli vs. pluralità nelle lingue:** I cal Lezione 12: Che cosa una lingua non è Questa lezione esplora cosa distingue una lingua naturale da altri sistemi di comunicazione o linguaggi, analizzando le similarità, le differenze, e le specifiche funzioni che caratterizzano il linguaggio verbale. **Argomenti trattati:** 1. Similarità tra lingue e altri linguaggi 2. Analogie di funzioni tra frasi e altri segni 3. Differenze salienti tra lingue e altri codici #### 1) Similarità tra lingue e altri linguaggi Le lingue naturali condividono alcune caratteristiche con altri linguaggi, in particolare con i sistemi simbolici utilizzati per la comunicazione. **Definizione:** Il linguaggio verbale è quello che utilizza le parole (in latino, *verba*). Nel contesto sociale, parlare è una forma di interazione simbolica che si avvale di segni e simboli. Secondo Peirce, i segni possono essere classificati in tre categorie principali: - **Indici:** Segni direttamente causati da un evento fisico, come tracce sulla neve o fumo da un incendio. - **Icone:** Segni che rappresentano per somiglianza, come un dipinto stilizzato o simboli riconosciuti, come la croce nel Cristianesimo. - **Leggisegni:** Segni legati a un significato tramite convenzione sociale, come le parole di una lingua. **Definizione di Parola:** Le parole sono fondamentalmente leggisegni, in cui la forma (significante) e il senso (significato) hanno un rapporto convenzionale e arbitrario. **Segno:** Un segno è l'unione di un significato e di un significante. - **Significato:** Classe dei sensi che si concretizza nell'uso di un segno, come la parola "gatto", che diventa concreta quando viene utilizzata in un contesto specifico. - **Significante:** Classe di suoni o grafie che realizzano il segno, come la parola "gatto", pronunciata in vari dialetti ma riconducibile a una forma comune. Il cervello umano interpreta e produce suoni secondo queste classi astratte, che costituiscono la base del linguaggio verbale. #### 2) Analogie di funzioni tra frasi e altri segni Nel contesto delle frasi, i segni linguistici svolgono varie funzioni che sono comuni anche ad altri tipi di segni: 1. **Funzione espressiva:** Ogni segno rivela qualcosa del soggetto che parla. Ad esempio, il modo in cui una persona parla può rivelare la sua identità o stato d'animo. 2. **Funzione di appello o pragmatica:** Ogni segno interpella o richiama l'attenzione di altri. Questa funzione, identificata da Bühler, si manifesta ogni volta che una persona utilizza il linguaggio per influenzare o coinvolgere un interlocutore. 3. **Funzione di rappresentazione semantica:** Ogni segno rappresenta un contenuto o un concetto. Questa funzione è centrale per la comunicazione, poiché consente di trasmettere idee, esperienze, o conoscenze. **Definizione di Linguaggio:** Un linguaggio è una famiglia di codici omogenei dal punto di vista semantico e sintattico. Tra tutti i linguaggi, il linguaggio verbale è considerato il più complesso, poiché utilizza le parole delle lingue storico-naturali. #### 3) Differenze salienti tra lingue e altri codici Nonostante le analogie, esistono differenze fondamentali tra le lingue e altri codici, come quelli utilizzati in matematica o informatica: 1. **Non chiusura del vocabolario:** A differenza dei sistemi numerici, il vocabolario di una lingua naturale è potenzialmente infinito, senza un limite fisso di parole. 2. **Non chiusura degli operatori sintattici:** Le lingue naturali offrono una vasta gamma di preposizioni e congiunzioni, a differenza dei codici matematici, che utilizzano un numero limitato e definito di operatori. 3. **Mancanza di rapporto biunivoco tra significanti e significati:** In una lingua, una parola può avere molti sinonimi e significati diversi a seconda del contesto, a differenza dei numeri, dove ogni cifra ha un significato univoco. 4. **Sensibilità al contesto:** Il significato di una frase in una lingua naturale può cambiare a seconda del contesto emotivo o situazionale, mentre un'operazione matematica come "3+4=7" rimane invariata indipendentemente dal contesto. 5. **Non unicità del piano del contenuto:** Mentre i codici matematici parlano solo di numeri e calcoli, le lingue naturali possono esprimere una vasta gamma di contenuti e idee. 6. **Uso di frasi non ben formate:** Le lingue naturali possono tollerare frasi incomplete o grammaticalmente scorrette, che comunque trasmettono il significato desiderato, cosa che non avviene nei codici matematici. 7. **Usi epilinguistici e metalinguistici riflessivi:** Le lingue naturali permettono riflessioni su parole e significati attraverso espressioni come "cioè" o "piuttosto", e utilizzano metalinguaggi per spiegare se stesse, cosa che non è possibile nei codici formali. Queste differenze sottolineano la flessibilità e la potenza delle lingue naturali rispetto ad altri sistemi di segni, dimostrando la loro capacità unica di esprimere un'ampia gamma di significati e sfumature. **Lezione n.13: Che cosa è una lingua** **Argomenti:** 1. La lingua: codice semiologico con segni articolati potenzialmente infiniti 2. La lingua: codice semiologico creativo 3. I bilanciamenti della creatività linguistica --- ### 1) La lingua: codice semiologico con segni articolati potenzialmente infiniti La lingua è un codice semiologico con segni articolati potenzialmente infiniti. Essendo un codice semiologico, regola il funzionamento dei segni utilizzati per realizzare interazioni simboliche nel linguaggio verbale. I segni linguistici sono articolati, ossia possono essere scomposti in unità più piccole come parole e morfemi. Questo processo di scomposizione permette un numero potenzialmente infinito di combinazioni, grazie alla disposizione con ripetizione degli elementi. Ad esempio, una frase può essere analizzata come composta da parole, e queste parole, a loro volta, possono essere scomposte in unità più piccole chiamate "morfi", che sono i segmenti significativi delle parole. Un esempio può essere la parola "correvamo", che può essere scomposta in "corr-" (radice che indica l'azione di correre), "-ev-" (indicatore del passato imperfetto) e "-amo" (desinenza della prima persona plurale). Questo processo di scomposizione mostra il delicato meccanismo attraverso cui le lingue costruiscono il significato delle parole. Le parole, oltre ad essere composte da morfi, si raggruppano in unità sintattiche più grandi chiamate "sintagmi". Un sintagma è un gruppo di parole che, grazie alla struttura profonda della lingua, assume un determinato valore sintattico e semantico. Ad esempio, nella frase "Il cavallo bianco del capitano corre sul prato verde", "Il cavallo bianco del capitano" è un sintagma soggetto, mentre "corre sul prato verde" è un sintagma predicativo. In sintesi, la lingua è un codice semiologico i cui segni sono articolati e potenzialmente infiniti, permettendo così un'infinita combinazione di significati. ### 2) La lingua: codice semiologico creativo La creatività in logica e semiotica si riferisce alla variabilità, sia delle unità costitutive di base (come le parole) sia dei loro significati. La creatività linguistica si manifesta nella variabilità del numero e del significato delle parole, nonché nella incalcolabilità delle sinonimie. Le lingue sono caratterizzate da un numero di parole sterminato, che può variare significativamente in base alla comunità linguistica, al dialetto, e persino al tempo. Questa variabilità rende impossibile calcolare con precisione il numero di sinonimi in una lingua. Una delle conseguenze della creatività linguistica è il carattere locale dei processi di comprensione: il significato preciso di una frase può essere determinato solo nel contesto in cui viene usata. Ad esempio, la parola "macchina", che in italiano è diventata sinonimo di "automobile", ha assunto questo significato solo recentemente. La creatività delle lingue permette di adattarsi alle nuove esperienze e di esprimere concetti sempre nuovi, conferendo alle lingue un carattere universale e una straordinaria capacità di adattamento. ### 3) I bilanciamenti della creatività linguistica La creatività linguistica, pur essendo un potente strumento di espressione, può comportare dei rischi, come la dissociazione comunicativa, dove il significato delle parole può sfuggire al controllo o diventare incomprensibile. Tuttavia, le lingue offrono dei bilanciamenti per evitare tali rischi: 1. **Metalinguisticità riflessiva**: La capacità di spiegare un termine complesso o di chiedere chiarimenti durante una conversazione o lettura, permette di mantenere la comunicazione chiara ed efficace. 2. **Collegamento frase-contesto**: L'uso dei pronomi dimostrativi e altri strumenti linguistici aiuta a collegare le frasi al contesto, facilitando la comprensione del significato. 3. **Grammaticalità**: Le regole grammaticali, come l'uso corretto dei modi e dei tempi verbali, aiutano a evitare malintesi, ancorando il significato delle frasi a contesti specifici e migliorando la chiarezza comunicativa. In conclusione, nonostante la creatività insita nelle lingue, esistono strumenti e strategie che permettono di bilanciare questa creatività, garantendo che la comunicazione rimanga efficace e comprensibile. **Lezione n.14: Discorsi e testi: una tipologia** **Argomenti:** 1. Il parlato corrente e la scrittura ordinaria 2. Discorsi formali e testi scritti formali 3. Testi informativi e argomentativi 4. Testi di istruzioni e normativi 5. Testi letterari --- ### 1) Il parlato corrente e la scrittura ordinaria **Definizione**: Nel parlato corrente dominano le esigenze dell’immediata interazione comunicativa. Quando ci rivolgiamo a qualcuno verbalmente, la priorità è arrivare rapidamente al nocciolo di ciò che vogliamo dire, sfruttando le risorse linguistiche per raggiungere un risultato efficace nella comunicazione interattiva. Tuttavia, vi sono differenze significative tra la comunicazione parlata e quella scritta. **Definizione**: Nella scrittura, anche quella corrente, affiorano esigenze di distacco dall’immediatezza comunicativa. Chi non è abituato a scrivere può non rendersi conto che i contenuti non possono essere espressi con la stessa immediatezza del parlato. Ad esempio, mentre parlando possiamo riferire un fatto in modo rapido e semplice, scrivendo una lettera dobbiamo utilizzare le risorse linguistiche in modo tale da essere compresi da chi leggerà. Ciò comporta la necessità di preamboli o introduzioni per contestualizzare il contenuto, rendendo lo scritto più distaccato rispetto alla forma parlata. Italo Calvino consigliava ai suoi colleghi scrittori di prestare attenzione a questo aspetto della comunicazione scritta, considerando sia il destinatario che il contenuto dello scritto. ### 2) Discorsi formali e testi scritti formali Anche nel parlato e, soprattutto, nella scrittura, ci si distacca dall’immediatezza della comunicazione, ponendo maggiore attenzione alla cura formale in funzione della comprensione e dell’apprezzamento da parte del destinatario. **Definizione**: Chiamiamo testi e discorsi formali quelli che si distaccano dall’immediatezza e massimizzano le risorse sintattiche. Ogni enunciato presenta diverse funzioni, e nei testi formali è importante organizzare l’uso della lingua per ottenere il miglior risultato possibile. Le funzioni principali sono: - **Funzione pragmatica o di appello**: L’enunciato cerca di stabilire un rapporto tra chi parla e un interlocutore, richiamando l’attenzione e l’intenzione di interagire. - **Funzione di rappresentazione**: Ogni enunciato, anche il più semplice, trasmette comunque un contenuto. - **Funzione espressiva**: Ogni enunciato rivela qualcosa di chi parla, mostrando un aspetto del proprio modo di esprimersi. - **Funzione sintattica**: Per essere comprensibile, un enunciato deve rispettare le regole sintattiche della lingua. Nei testi formali, l’importanza del ricorso al patrimonio linguistico è accentuata, costruendo discorsi che valgono oltre il contesto immediato. Di conseguenza, si sviluppano diversi tipi di discorsi e testi formali. ### 3) Testi informativi e argomentativi I testi informativi e argomentativi mirano a fornire informazioni su un determinato argomento, come un articolo di giornale. Oltre a informare, questi testi collegano le informazioni tra loro, stabilendo relazioni e interpretando i fatti. Nei testi informativi e argomentativi dominano le funzioni sintattica e semantica, poiché è fondamentale l’organizzazione logica e la chiarezza del messaggio. ### 4) Testi di istruzioni e normativi I testi di istruzioni e normativi vanno dagli avvisi banali ai testi legislativi, orientando il comportamento del destinatario. Questi testi, quindi, sono dominati dalla funzione pragmatica, che si manifesta nell’indicazione di come comportarsi in determinate situazioni. Un esempio emblematico di testo normativo è la Costituzione Italiana, che guida il comportamento dei cittadini e delle istituzioni con una forte componente pragmatica. ### 5) Testi letterari Un testo letterario è un testo formale in cui domina la funzione espressiva. Chi scrive un romanzo o una poesia non si rivolge solo agli immediati destinatari, ma mira a ottenere letture nel tempo, suscitando interesse e emozioni anche in lettori futuri. Italo Calvino ricordava che un classico è un testo la cui qualità si consolida nel tempo attraverso letture e riletture. I testi letterari, in tutti i loro generi (narrativa, prosa, teatro, drammaturgia), sono caratterizzati dall’attenzione non solo alla sintassi e alla semantica, ma soprattutto alla modalità espressiva, ossia al ritmo della narrazione e alle emozioni evocate dalle parole scelte con cura.

Use Quizgecko on...
Browser
Browser