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PleasingMagnesium3522

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Università di Bologna

Alessio Panizzi

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macroeconomics economic indicators GDP economic theory

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This document provides an overview of macroeconomics, focusing on key concepts like GDP, inflation, and population. It discusses various calculation methods and the differences between nominal and real GDP. Examples and exercises are included, but insufficient to classify as exam paper.

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lOMoARcPSD|39683074 1 MACROECONOMIA: Rispetto alla microeconomia, la macroeconomia si interessa a dati a livello aggregato → studia la produzione, il consumo,… di un determinato paese (es. produzion...

lOMoARcPSD|39683074 1 MACROECONOMIA: Rispetto alla microeconomia, la macroeconomia si interessa a dati a livello aggregato → studia la produzione, il consumo,… di un determinato paese (es. produzione italiana, consumo degli italiani,…) Si divide in: MEDIO-LUNGO periodo = riguarda l’economia rispetto a un lungo periodo (es. 5-10 anni) BREVE periodo = riguarda l’economia a un breve periodo (es. 2-5 anni) ↳ Esempio medio-lungo periodo: studio sulla crescita economica dell’Itala dal 1995 ad oggi. È cresciuta estremamente poco rispetto alla Germania ad esempio, per via di ipotesi irreali, quali sarai flessibili ad esempio 2 DATI DELLA MICROECONOMIA: Le teorie economiche hanno origine nell’osservazione della realtà: vengono costruite sulla base della conoscenza del funzionamento dell’economia vengono testate utilizzando i dati disponibili → verifica empirica Chi raccoglie i dati? - ISTAT - Banca d’Italia - Eurostat - BCE - Commissione Europea - OCSE - ONU - FMI - WB Esistono 3 categorie (o variabili): 1) Produzione-spesa → PIL (= misura del benessere del paese) 2) Inflazione e prezzi 3) Popolazione → occupazione e disoccupazione 1) PRODUZIONE E SPESA: FLUSSO CIRCOLARE: - flusso MATERIALE (interno) = quantità materiai (unità di lavoro, di beni e servizi) - flusso MONETARIO (esterno) = quantità monetarie PIL = PRODOTTO INTERNO LORDO: → Misura il flusso monetario corrispondente allo scafo di beni e servizi tra gli individui e le imprese, in un sistema economico → Misura la produzione di nuova ricchezza Il PIL può essere definito come: la spesa totale in beni e servizi finali prodotti nel paese in un anno (es. comprende il costo dell’auto, bene finale, non delle gomme, bene intermedio; comprende il costo del pane, ma non quello del grano, lievito,…) il reddito totale prodotto dai fattori di produzione localizzati nel paese durante un anno (es. solo il reddito prodotto in Italia: ragazza italiana, percepisce uno stipendio in Svizzera, questo non rientrerà nel PIL; mentre ragazza italiana che lavora in Italia si) ☞ Visto che ogni transizione dell’acquirente è uguale al reddito del venditore, la somma di tutte le spese = somme di tutti i nuovi redditi prodotti Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 2 Come viene calcolato il PIL, in riferimento all’Italia ad esempio, vista la quantità di beni prodotti? Tenendo in considerazione che: - diversi beni e servizi hanno valori diversi; - i valori sono espressi attraverso i prezzi di mercato; Es: produzione italiana = 4 mele + 3 arance → PIL = 4 x prezzo mercato mele + 3 x prezzo mercato arance Quali transazioni entrano nel PIL? 1) BENI USATI → NO, perché sono già stati calcolati e non sono stati prodotti nell’anno attuale (es. acquisto di una casa del 1960 ≠ acquisto casa costruita nel 2023; macchina usata ≠ macchina immatricolata nel 2023) 2) SCORTE DI MAGAZZINO → SI, poiché rappresentano una nuova ricchezza, nonostante non vengano usati immediatamente 3) BENI INTERMEDI → NO, si tiene conto solo del beni FINALI Esistono 2 modalità di calcolo del PIL: 1. Metodo del PRODOTTO = calcolo dei valori dei beni finali prodotti in un paese in un anno (= spesa aggregata finale) 2. Metodo del VALORE AGGIUNTO = calcolo dei valori dei beni finali + valori AGGIUNTI, in tutti gli stadi di produzione; → VALORE AGGIUNTO = valore del bene finale - valore di beni intermedi utilizzati per realizzarlo Es: Marco vende la pizza a 3 euro; compra la mozzarella da Luigi a 1 euro: 1. PIL = 3 euro (valore del bene finale) 2. Valore aggiunto = 3 - 1 = 2 → PIL = 2 + 1 = 3 METODO DEL PRODOTTO: ↳ Misurare il PIL (spesa aggravata finale) sommando le spese sostenute per gli acquisti dei beni e servizi. La spesa di un paese è divisa in quattro categorie: Consumo = C Investimenti = I Spesa pubblica = G Esportazioni nette = NX → PIL = reddito totale = Y → spesa totale = C + I + G + NX ↳ Y = C + I + G + NX COMPOSIZIONE DEL PIL ITALIANO: 1. CONSUMO (< 60%) = valore di tutti i beni e servizi acquistati dagli individui. Si dividono in: - beni DUREVOLI → automobili, case, elettrodomestici,.. - beni NON DUREVOLI → cibo, vestiti,.. - SERVIZI → lavori fatti per gli individui 2. INVESTIMENTI (< 15%) = valore di tutti i beni acquistati per un uso futuro. Si dividono in: - investimenti FISSI → macchinari e strumenti di produzione - investimenti in SCORTE → beni trattenuti in magazzino in attesa di essere vendute (quando acquistati dal consumatore ↝ consumi) - investimenti in ABITAZIONI → immobili industriali o abitativi 3. SPESA PUBBLICA (< 20%) = valore di tutti i beni e servizi acquistati dalla Pubblica Amministrazione. - acquisti pubblici → infrastrutture, dipendenti pubblici, spesa militare, polizia,… = beni e servizi prodotti quest’anno e acquisti dalla PA - vengono escluse → spese per ridistribuzione e trasferimento (no nuova ricchezza) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 3 4. ESPORTAZIONI NETTE ( < 2-4 %) = sono la differenza tra il valore totale delle esportazioni (EX = acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo) e importazioni ( IM = acquisti di beni e servizi dall’esterno effettuati dai residenti). ↳ NX = EX - IM FONDI E FLUSSI: - FONDI = misurano gli stock di una variabile in un certo periodo di tempo → RICCHEZZA = ciò che una persona possiede ( casa, conto in banca,…) - FLUSSI = misurano la variazione degli stock da un periodo all’altro → REDDITO = ciò che una persona guadagna ogni mese, anno… INVESTIMENTI vs CAPITALE: Capitale → uno dei fattori di produzione. In ogni istante l’economia ha un certo stock complessivo di capitale. Investimento → è il flusso di nuovo capitale che va ad aumentare ( o diminuire se in negativo) lo stock = Quindi il capitale è compreso tra le variabili della produzione, poiché con un’investimento ad esempio, lo stock cambia. PIL REALE E PIL NOMINALE: Le variazioni del PIL fra due diversi periodi dipendono sia da variazioni della produzione che da variazioni dei prezzi utilizzati. Quando si calcola il PIL di un anno con i prezzi dello stesso anno si parla di PIL nominale, per distinguerlo dal PIL reale che, invece, indica il valore della produzione depurato dalle variazioni dei prezzi. → PIL REALE = misura del reddito reale (quanto si può acquistare) senza tenere conto delle variazioni dei prezzi (es. inflazione) → PIL NOMINALE = misura del reddito, tenendo in considerazione le variazioni dei prezzi Es: i prezzi delle mele e delle arance raddoppiano ridettò al 2021: 1. Nominale → n° mele x prezzo mele nel 2022 (contando l’aumento dei prezzi) 2. Reale → n° mele x prezzo mele in un anno base (es. 2020, non tiene in considerazione l’inflazione degli ultimi anni) Quindi…: PIL nominale = misura il valore di beni e servizi prodotto, a prezzi correnti → comprendono variazioni di quantità e prezzi PIL reale = misura il valore, utilizzando come numerario i prezzi di un periodo di riferimento → comprendono solo le variazioni di quantità se i prezzi crescono ↝ PIL nominale aumenta per valutare il benessere di un paese = PIL reale 2) INFLAZIONE: TASSO D’INFLAZIONE = è la variazione percentuale del livello generalizzato dei prezzi in un periodo (di solito 1 anno). Il problema dell’inflazione colpisce tutti i paesi industrializzati (Europa, America,…) che lo fronteggiano con metodi diversi (es. aumentare i tassi d’interesse) Mentre si parla di iper inflazione, quando questa supera il 50 % al mese. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 4 Due modalità di calcolo dell’inflazione: 1. DEFLATORE DEL PIL = misura il livello dei prezzi in un anno ↳ si calcola: 100 x PIL nominale/PIL reale 2. IPC (= indice dei prezzi al consumo) = misura il livello dei prezzi di un paniere tipico di consumo delle famiglie (es. famiglia media italiana) ↳ si calcola: 100 x costo paniere periodo in corso/ costo paniere nel periodo di base Differenze: DEFLATORE IPC BENI CONSIDERATI TUTTI (anche beni di lusso) PANIERE DI CONSUMO (solo beni e servizi di famiglia media) PROPDOTTI IN ITALIA ITALIA E ALL’ESTERO (es. cell) PESI DEI BENI VARIABILI (cambia ogni anno) FISSI (= per 4-5 anni) 3) POPOLAZIONE: La popolazione si suddivide in: ATTIVA = tutte le persone in età lavorativa (16-64 anni) PASSIVA = persone in età NON lavorativa (bambini, adolescenti e pensionati) La popolazione attiva è classificata sulla base della condizione lavorativa: - FORZA LAVORO = disponibilità di lavoro fornita nell’economia → è costituita da: → Occupati = coloro che hanno un lavoro retribuito → Disoccupati = individui che in età lavorativa, essendo abili e disponibili a lavorare al salario corrente, non hanno un impiego - FUORI DALLA FORZA LAVORO = non occupati e non in cerca di lavoro (es. studenti a tempo pieno, casalinghe,…) → sono individui in età lavorativa, ma non nella forza lavoro Come si misura la disoccupazione? Si possono calcolare alcune statistiche che riassumono lo stato del mercato del lavoro: TASSO DI DISOCCUPAZIONE = disoccupati/forza lavoro (occu+disoccupazione) TASSO DI PARTECIPAZIONE = forza lavoro/popolazione attiva TASSO DI OCCUPAZIONE = occupati/popolazione attiva TASSO DI INATTIVITÀ = non forza lavoro/popolazione attiva → PNL = PRODOTTO NAZIONALE LORDO: Il PNL rappresenta l’andamento dei redditi dei residenti in un paese. Si misura: PNL = PIL + reddito estero dei residenti - reddito interno dei non residenti → PNN = PRODOTTO NAZIONALE NETTO: Si misura: PNN = PNL - ammortamenti del capitale (= stima delle perdite di valore di un bene, impianti, macchinari,…) Es. ogni anno il cellulare perde di valore (= ammortamento del capitale). → REDDITO NAZIONALE: Si misura: PNN - imposte indirette (es. IVA, imposte sul consumo,…) → REDITO PERSONALE: Si misura: RN +/- trasferimenti a/da imprese e P.A (non tasse) → REDDITO PERSONALE DISPONIBILE: Si misura: RP - tasse P.A. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 5 Esercizi PIL nominale, PIL reale e crescita del PIL: 1) Calcolo PIL nominale, PIL reale e crescita del PIL: BENE A BENE B PREZZO QUANTITÀ PREZZO QUANTITÀ 2020 1 2 3 2 2021 1.2 3 2.9 2.3 → PIL nominale: PILn = Q(A) x P(A) + Q(B) x P(B) PIL 2020 = 1 x 2 + 3 x 2 = 2 + 6 = 8 PIL 2021= 1.2 x 3 + 2,9 x 2,3 = 10,27 → Crescita del PILn: PILn21 - PILn20 / PILn20 x 100 Crescita PILn = 10,27 - 8 / 8 x 100 = 28,37 % → PIL reale = Q(A) x P (A nel anno base) + Q(B) x P (B nel anno base) Anno base: 2020 PIL 2020 = 1 x 2 + 3 x 2 = 8 PIL 2021 = 3 x 1 + 2.3 x 3 = 9,9 → Crescita del PILr = PILr21 - PILr20 /PILr20 x 100 Crescita del PILr = 9,9 - 8/ 8 x 100 = 23,75 % ↳ La crescita del PILr è più bassa di quella del PILn 2) Calcolo dell’inflazione: → Deflatore = PILn/ PILr x 100 Deflatore 2020 = 8/8 x 100 = 100 % Deflatore 2021 = 10,27/9,9 x 100 = 103,73 % → Inflazione = Deflatore21 - Deflatore20 / Deflatore20 x 100 Inflazione = 103,73 - 100 / 100 x 100 = 3,73 % 3) Calcola PILr, PILn, Crescita del PIL e inflazione dell’anno 2022: BENE A BENE B P Q P Q 2022 1.1 3.1 3 2.4 4) Calcolo dell’IPC: Paniere: BENE A (Q = 1) BENE B (Q=2) BENE C (Q=1) P20 P21 P20 P21 P20 P21 1 1.1 2 2,4 2 2 → IPC = Costo del paniere nel tempo corrente / Costo paniere nell’anno base (= 2020) X 100 Costo P2020 = 1x1 + 2x2 + 2x1 = 7 Costo P2021 = 1x1.1 + 2x2,4 + 1x2 = 7,9 IPC21 = 7,9/7 X 100 = 112,86 IPC20 = 7/7 X 100 = 100 Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 6 → Inflazione = IPC21 - IPC20 / IPC20 x 100 Inflazione = 112,86 - 100 / 100 x 100 = 12,86 % DISOCCUPAZIONE: Italia vs Stati Uniti L’Italia ha un tasso medio di disoccupazione più elevato di quello degli stati uniti (ad es. per via di un mercato poco flessibile). Ma ha anche un tasso di partecipazione minore → perché? (cap. 6) LEGGE DI OKUN: Legge che individua il legame tra: - crescita del PIL - tasso di disoccupazione ☞ Una crescita del 2% del PIL reale è associato ad una riduzione dell’1% del tasso di disoccupazione 19-09: 3 IL REDDITO NAZIONALE: IL MODELLO MACROECONOMICO: Riguarda il medio-lungo periodo (5- 10 anni) in cui si stabiliscono obbiettivi e si fanno ipotesi precise: OBBIETTIVO: - Studio della domanda e offerta di beni e servizi - Determinazione del prodotto totale e delle componenti della domanda aggregata (variabili endogene) IPOTESI: - Market clearing = i mercati sono sempre in equilibrio (benessere ed equilibrio della domanda e offerta in ogni bene) - Economia chiusa = non si hanno rapporti con l’esterno (NX = 0) - Variabili esogene → la produttività dell’economia è data - Non c’è disoccupazione - Disponibilità totale di fattori produttivi → capitale (K) e lavoro (L) Componenti del modello dell’economia classica: 1. Produzione di beni e servizi: Produzione di beni e servizi (reddito) Domanda e offerta di fattori produttivi (lavoro e capitale) Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito 2. Domanda di beni e servizi: Componenti della spesa aggregata (C, I, G) Dimanda di capitali di prestito (per gli investimenti) 3. Equilibrio dei prezzi: Mercati di fattori produttivi e produzione Mercato finanziario: i capitali di prestito Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 7 1) PRODUZIONE: I fattori di produzione (input): - K = capitale → strumenti, macchinario, impianti utilizzati nella produzione - L = lavoro → impegno fisico e mentale dei lavoratori - F = tecnologia disponibile per trasformare capitale e lavoro in beni e servizi La funzione di produzione: Y = F (K,L) → indica quanta produzione (Y) si ottiene da unità di capitale (K) e unità di lavoro (L), dato il livello delle tecnologia produttiva disponibile in un dato momento (F) Ipotizzando che: 1. Il livello della tecnologia è fisso; 2. I fattori produttivi (K e L) siano fissi, totalmente impiegati e nel migliore dei modi: K=K L=L Quindi la produzione è: Y = F ( K , L) 3. La funzione di produzione ha rendimenti in scala costanti = se si raddoppia K e L la produzione raddoppia. Altri rendimenti… in scala crescente = se si raddoppia K e L la produzione più che raddoppia in scala decrescente = se di raddoppia K e L la produzione non aumenta Come viene distribuito il reddito tra i vari fattori? I fattori di produzione vengono remunerati in base alla loro produttività marginale → il reddito viene ripartito tra K e L in base a quanto questi hanno contribuito alla produzione. I prezzi dei fattori rappresentano il pagamento per l’uso di una unità di fattore: Salario = prezzo pagato per l’uso di L Rendita del capitale = prezzo pagato per l’uso di K I prezzi sono determinate sul mercato concorrenziale, dalla: - Offerta di ogni fattore (in questo modello è fissa); - Domanda, delle imprese, di fattori produttivi per massimizzare i profitti; ☞ PRODUTTIVITÀ MARGINALE = è la quantità di lavoro ottenibile con una unità aggiuntiva di lavoro (data la quantità di capitale): PML = F (K, L + 1) - F (K, L) Graficamente rappresentata dalla pendenza della funzione di produzione: Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 8 La produttività marginale di un fattore decresce al crescere delle quantità di fattore utilizzate (date tutte le altre variabili). Quindi: Se K è costante ma L cresce = meno impianti disponibili per ogni lavoratore = minore produttività Il salario di equilibrio: ☞ L’offerta di lavoro è costante e pari a L ☞ Il salario ( prezzo d’equilibrio) è quindi determinato dalla domanda 2) DOMANDA: Le componenti della domanda aggregata sono: C = domanda per consumo di beni e servizi I = domanda di beni di investimento G = domanda di beni e servizi dello Stato (ipotesi di economia chiusa, quindi NX = 0) 1. CONSUMO: Il consumo delle famiglie dipende dal reddito disponibile = dopo il pagamento delle tasse (Y - T) [ in realtà dipende anche dal tasso d’interesse La funzione di consumo indica quanto reddito disponibile viene destinato al consumo ↳ C = c (Y - T) ☞ Propensione marginale al consumo (PMC): indica quanto aumenta il consumo, se il reddito disponibile aumenta (es. se R aumenta di 1, C aumenta in parte, tra 0 e 1) La PMC deve essere valutata in base: - allo spazio (USA ≠ Italia) - al tempo ( anni ’60 ≠ 2023) - alla condizione economica (miliardario: aumento del reddito = propensione bassa ≠ povero: aumento del reddito = propensione alta) Il consumo aumenta all’aumentare del reddito disponibile Non parte da 0, poiché anche se non si ha un reddito, qualcosa si consuma Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 9 2. INVESTIMENTI: Gli investimenti (I) delle imprese dipendono dal tasso di interesse reale (r) = tasso di interesse nominale corretto per l’inflazione ↳ Funzione di investimento: I = I (r) ↳ r = rn (es. quello che si chiede in banca) - inflazione ↳ Se il tasso di interesse cresce gli investimenti totali calano, e viceversa. 3. SPESA PUBBLICA: La spesa pubblica (G) include tutte le spese pubbliche per l’acquisto di beni e servizi ed esclude i pagamenti per i trasferimenti Le tasse (T) rappresentano le entrate per il governo ↳ Sia la spesa pubblica (G) sia le tasse (T) sono variabili esogene al modello (e sono considerate costanti) Il bilancio pubblico è dato dalle entrate - le spese pubbliche (G-T) ed è: in pareggio, se: G = T in avanzo, se: G < T in disavanzo, se: G > T → deficit 3) EQUILIBRIO NEL MERCATO DI BENI E SERVIZI: Domanda e offerta devono essere in equilibrio = tutto ciò che viene prodotto viene anche domandato. ↳Y=C+I+G Ys = F (K,L) Yd = C + I + G Ys = Yd → equilibrio Y = C ( Y - T ) + I ( r ) + G (Y con barra sopra) Qual’è l’unica variabile? Il tasso d’interesse: questo si muove per far si che l’offerta di beni e servizi coincida con la domanda Es. offerta= 80; domanda=60 → r: deve scendere = investimenti crescono = equilibrio Y= C + I + G ↓ Y-C-G=I I capitali disponibili per il prestito derivano dal risparmio nazionale (S), ovvero dal risparmio delle famiglie e della pubblica amministrazione ↳S=Y-C-G Il risparmio totale si calcola sommando risparmio privato [(Y-T) - C] + risparmio pubblico [G-T] ↳ S = (Y-T) - C + T - G = Y - C - G Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 10 L’EQUILIBRIO MACROECONOMICO: L’equilibrio di domanda e offerta nel modello macroeconomico è determinato da variazioni die vari fattori (G, S, T, I, Y, r). Esempi di diversi casi: 1) Aumento della spesa pubblica ( G↑ ) Tenendo in considerazione che gli altri fattori (S,Y,C,I,T,r) rimangono inalterati: ☞ Se G↑ = S↓ ↝ r↑ = I↓ L’aumento di G spiazza gli I dei privati → il PIL non cambia, ma la sua composizione si 2) Diminuzione del risparmio nazionale ( S↓ ): Tenendo in considerazione che gli altri fattori rimangono inalterati. ☞ Se S↓ = G↑ = S↑ ↝ r↓ = I↓ Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 11 3) Aumento delle tasse ( T↑ ): Tenendo in considerazione che gli altri fattori rimangono inalterati. ☞ Se T↑ = C↓ = S↑ ↝ r↓ = I↑ Esempio: crisi debito sovrano, Italia 2011. Monti per sovrastare la crisi aumentò le tasse, così il tasso d’interesse diminuì e aumentarono gli investimenti 4) Diminuzione delle tasse ( T↓ ): Tenendo in considerazione che gli altri fattori rimangono inalterati. ☞ Se T↓ = C↑ = S↓ ↝ r↑ = I↓ 5) Aumento degli investimenti ( I↑): Tenendo in considerazione che i fattori rimangono inalterati e che S non dipenda da r (non è realistico. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 12 In realtà, però, il risparmio nazionale dipende fortemente dal tasso d’interesse, quindi sarebbe più corretto: ☞ Se I↑ e S dipende positivamente da r: I↑ = r↑ = I ↑ ↝ C↓ 6) Aumento della produzione ( Y↑ ): Tenendo in considerazione che i fattori rimangono inalterati. ☞ Se Y↑ = S↑ ma se Y↑ = C↑ = S↓ → vista però la PMC = -1 ︸ Y↑ = S↑ ↝ r↓ = I↑ In sintesi: Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 13 ESERCIZIO: S=Y-C-G PMC = 0,8 → C = 0,8 (Y-T) S = Y - 0,8 (Y-T) - G 1) La spesa pubblica cresce di 100 unità, a quanto ammonta la variazione del risparmio nazionale? Dati: △G = 100 △S = ? △S = △Y - 0,8 (△Y - △T) - △G △S = 0 - 0,8 ( 0 - 0 ) - 100 = 0 - 100 = -100 2) Se le tasse aumentano di 100 unità, a quanto ammonta la variazione del risparmio nazionale? Dati: △T = 100 △S =? △S = 0 - 0,8 (0 - 100) - 0 △S = -0,8 (-100) - 0 = 80 - 0 = 80 26.09: 4 MONETA E INFLAZIONE: Moneta = insieme di attività usate per le transizioni economiche. Ha 3 funzioni: 1) RISERVA DI VALORE = può essere utilizzata come forma di risparmio, per acquisti futuri o per spese impreviste 2) UNITÀ DI CONTO = beni e servizi, acquistati e venduti, vengono espressi con la moneta (es. euro: unità di conto) 3) MEZZO DI SCAMBIO = viene utilizzata per acquistare e vendere, ovvero scambiare beni e servizi Diverse sono le teorie sul sistema monetario, che danno ≠ peso alla moneta in quanto: teoria Keynesian: moneta come riserva di valore monetaristi: moneta come mezzo di scambio Esistono due tipologie di moneta: 1. moneta MERCE = ha valore intrinseco, per via del suo materiale (es. oro o argento, possono essere usati per altri scopi) 2. moneta FIDUCIARIA (o FIAT) = non ha valore intrinseco (es. banconote di carta), ma acquista valore in quanto ‘moneta a corso legale’ (= accettata dalla legge) Nella storia si è passati dall’uso della moneta merce a quella fiduciaria, per due motivi: - difficoltà di trasporti (es. rischio di attacchi, furti,…) - la produzione di oro e argento, era minore della produzione di carta, rame,… → la produzione di risorse (come l’oro e l’argento) era connessa ad un aumento sul prezzo: con nuovi giacimenti e una maggiore quantità di risorse, aumentavano i prezzi. Ma nel tempo sempre - oro e argento, perciò si passò a materiali meno costosi. LA BANCA CENTRALE: Oggi (moneta FIAT) la politica monetaria è condotta e controllata dalla Banca Centrale dei Paesi: Europa: BCE USA: FED (Federal Reserve Bank) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 14 La Banca Centrale Europea (BCE) è composta dalla Banca centrale e da un sistema di banche nazionali: Consiglio direttivo: composto dal comitato esecutivo e dai direttori delle banche centrali. ↳ funzioni: formula la politica monetaria di tutta Europa Comitato esecutivo: composto dal Presidente della BCE, vicepresidente della BCE e da 4 membri nominati dai governi europei (che hanno adottato l’euro) ↳ funzioni: predispone le riunioni del consiglio direttivo attua la politica monetaria e impartisce istruzioni alle banche centrali nazionali Consiglio generale: composto dal Presidente della BCE, vicepresidente della BCE e tutti i rappresentanti delle banche centrali (anche se non hanno adottato l’euro). Qual’è il ruolo delle banche centrali nel sistema monetario? Le banche centrale intervengono nella politica monetaria attraverso: ☞ OPERAZIONI DI MERCATO APERTO: quali: - fornire liquidità = aumentare l’offerta monetaria - sottrarre liquidità = ridurre l’offerta monetaria Come aumenta l’offerta di moneta? Per avere più denaro in circolazione la BC immette euro nel Paese (rischio di inflazione, solo se il benessere del paese è già elevato). Per farlo COMPRA dei titoli = fornisce liquidità ↳ operazione di mercato aperto in ACQUISTO Come riduce l’offerta di moneta? Per avere meno denaro in circolazione, la BC riduce quantità di euro nel Paese. Per farlo VENDE dei titoli = sottrae liquidità ↳ operazione di mercato aperto in VENDITA In questo caso, per vendere dei titoli la BC deve aumentare i tassi d’interesse. I titoli comprati e venduti dalla Banca Centrale erano solitamente titoli del mercato secondario, quali titoli di stato ad esempio. Ma dopo la crisi del 2007, per compensare la poca offerta di moneta, iniziò a comprare altre tipologie di titoli. Oggi banche quali BCE o FDE, attuano delle politiche in vendita, per contrastare il pericolo di inflazione. ☞ REQUISITO MINIMO DI RISERVA: Quando le banche ricevono dei depositi, questi vengono suddivisi in: - riserve LIBERE = parte del deposito che può essere investita - riserve OBBLIGATORIE = parte del deposito che deve essere obbligatoriamente trattenuta come riserva. Nonostante questo la Banca Centrale può cambiare la % di riserva obbligatoria per aumentare, o ridurre, l’offerta di moneta. MISURE DELL’OFFERTA DI MONETA: Come si misura la moneta? 1) CIRCOLANTE = composto dall’ammontare di banconote e monete in circolazione 2) M1 = composto dal circolante + il saldo dei depositi in conto corrente (es. bancomat) 3) M2 = composto da M1 + la smobilitazione di titoli monetari (es. buoni del tesoro) 4) M3 = composto da M2 + altri depositi e titoli LA TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA: Tenendo in considerazione l’economia classica, dove: i fattori produttivi sono dati (capitale, lavoro) non c’è disoccupazione e i prezzi sono in equilibrio moneta = ‘velo sull’economia’, ovvero influisce solo sui prezzi (=inflazione) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 15 formula: MV = PT M = quantità di moneta in circolazione (= offerta di moneta, v.d prima) V = velocità di circolazione della moneta ( quante volte una stessa moneta o banconota, è cambiata di mano) P = prezzo medio T = numero di transizioni (≠ da V) Es. 1 Un macellaio (ha 10 €) compra 2kg di pane per 10€, dal panettiere. Il panettiere (ha 10 €) compra 1 kg di carne per 10 €, dal macellaio. V=1 M = 20 € P = 10 € T=2 MV= PT → 20 1 = 10 2 Es. 2 Un panettiere (10 €) compra 1 kg di carne dal macellaio per 10 €. Il macellaio (aveva 0 €) utilizzerà i 10€ ottenuti, per acquistare 2 kg di pane dal panettiere. V = 2 (stessa banconota usata 2 volte: panettiere → macellaio; macellaio → panettiere) M = 10 € T=2 P = 10 € MV = PT → 10 2 = 10 2 ☞ Queste stesse transizioni hanno una velocità di circolazione ≠ DIVERSE TEORIE SULLA VELOCITÀ DI CIRCOLAZIONE: Due visioni: V = variabile V = costatante (noi usiamo questa) In realtà la V è variabile e dipende dalle strutture economiche di un Paese (es. V diversa in un paesino senza bancomat rispetto ad una città; V diverso se in un’economia si fa + o - nero) MV = PT → T difficile da misurare, ma è in parte misurabile grazie al PIL in termini reali (= Y). ⇣ MV = PY ⇣ per legare identità alla domanda di moneta M/P = Y/V Ponendo K = 1/V otteniamo la funzione di domanda di moneta: (M/P)^D = kY Se V (quindi k) è costante la domanda M/P cresce proporzionale rispetto al reddito Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 16 Nella TEORIA CLASSICA il reddito dipende da: - tecnologia (funzione di produzione) - fattori produttivi (K e L) - NON dalla moneta → Quindi se V (e k) è costante un’aumento di M = aumento di P DOMANDE DI MONETA: Esistono 2 tipologie di domande di moneta: per fini transitivi per fini speculativi (Keynes) 1) FUNZIONE DI DOMANDA DI MONETA PER FINI TRANSITIVI: È la funzione legata agli acquisti che si possono attuare in base al reddito. Se reddito è alto gli acquisto saranno maggiori, e viceversa. Formula: Esempio: 2) TEORIA DELLA PREFERENZA PER LA LIQUIDITÀ (Keynes): In cui la domanda di moneta dipende sia dal desiderio di fare acquisti, ma anche da motivi speculativi → si tiene conto degli effetti del tasso di interesse sulla domanda di moneta. Quindi se il tasso di interesse è elevato = trattenere moneta cartacea è costoso; mente risulterebbe più conveniente investire la stessa somma e ottenere un tasso di interesse. Perciò se il tasso d’interesse è elevato, trattenere moneta risulta costoso poiché si perdono: tasso di interesse: che otterrei investendo soldi inflazione: tenendo i soldi in tasca, questi vengono depurati dall’inflazione. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 17 Questa teoria mostra come la domanda di moneta dipende dal tasso di interesse e dal reddito: dipende in modo positivo dal reddito → se il reddito cresce, la domanda di moneta cresce dipende in modo negativo dal tasso di interesse → se il tasso di interesse cresce, la domanda di moneta scende. Ciò è importante perché si può vedere come la domanda di moneta cambia gli effetti sui livelli dei prezzi, nel caso di un’aumento di offerta di moneta o di un’annuncio di variazione di essa. IL SIGNORAGGIO: Il governo finanzia G: tassazione T debito emettendo moneta Le rendite ottenute stampando moneta = SIGNORAGGIO Se l’offerta di moneta supera la domanda = INFLAZIONE Per signoraggio si intende le entrate che lo Stato percepisce aumentando l’offerta di moneta (= stampando più moneta) Il signoraggio è come una tassa nascosta: Inflazione: rende meno costoso ripagare i debiti pubblici (definiti in termini nominali e non reali) Signoraggio: trasferisce risorse dalle famiglie allo Stato, come una tassa Il signoraggio = è una tassa d’inflazione perché riduce il potere d’acquisto (e la ricchezza reale) di coloro che detengono moneta. Italia ≠ Stati Uniti: Stati Uniti: signoraggio 3% delle entrate dello Stato Italia: fino al 10%, in passato INFLAZIONE E TASSI D’INTERESSE: La remunerazione nominale ai fondi mutabili è il tasso di interesse nominale (= i) Il tasso d’interesse reale (= r) misura i rendimenti dei fondi mirabili in termini reali. ↓ Dato il tasso nominale, il tasso di interesse reale dipende dall’inflazione: r = i - 𝜋 EQUAZIONE DI FISHER → i = r + 𝜋 ↳ Il tasso nominale aumenta con la remunerazione reale dei capitali di prestito (r) o a seguito dell’inflazione La teoria quantitativa della moneta e l'equazione di Fisher implicano: 1. La moneta porta inflazione: Var % M = Var % P = 𝜋 2. L’inflazione aumenta i tassi nominali: i = r + 𝜋 = r + Var % M 3. Tassi di interesse nominali e inflazione sono legati tra loro LE ASPETTATIVE: Debitori e creditori fissano il tasso di interesse nominale sulla base delle aspettative di inflazione. Si prendono in considerazione 2 tipi di tassi di interesse reale: EX-ANTE = inflazione attesa (tasso che si ci aspetta di pagare) → πe EX-POST = inflazione realizzata (tasso che effettivamente si paga) → 𝜋 Effetto di Fisher: i = r + πe Sulla base alla teoria quantitativa della moneta, la domanda di moneta (M/P) dipende da Y. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 18 Quindi detenere moneta ha un costo-opportunità: 1. Interesse reale r su investimenti 2. Potere di acquisto M cala con 𝜋 → Costo-opportunità: tasso di interesse nominale = tasso reale + inflazione attesa: i = r + πe TEORIA DELLE PREFERENZE PER LA LIQUIDITÀ: La domanda di moneta: 1. Cresce con il reddito: Y 2. Decresce con il tasso di interesse nominale: i Tenendo in considerazione che: La scelta tra moneta e fondi mutabili dipende da: i = r + πe La domanda di saldi monetari reali è data da: (M/P)^D = L (r + πe, Y) Le famiglie riducono la domanda di moneta se il reddito cala, se il tasso d’interesse reale cresce e se l’inflazione attesa cresce MERCATO DELLA MONETA: L’offerta di moneta nominale M è controllata dalla BC e quindi è una variabile esogena La domanda di saldi monetari dipende: Reddito: Y (esogeno) tasso d’interesse reale: r (esogeno: determinato sul mercato dei fondi mutabili) aspettative di inflazione Il mercato della moneta è in equilibrio: I prezzi P cambiamo endogeneamente fino a quando la domanda e l’offerta di saldi monetari sono uguali. Qual’è l’effetto di un aumento dell’offerta di moneta (M↑)? Supponiamo che: πe non cambia L (i,Y) non cambia Se M aumenta P aumenta MA l’inflazione attesa NON è costante → se M cresce i prezzi aumenteranno. Quindi: Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 19 Ma P dipende da 𝜋e? Se la banca centrale annuncia un futuro aumento dell’offerta di moneta non atteso da parte degli individui, gli individui razionale si aspettano inflazione attesa superiore: 𝜋e cresce quindi i cresce I COSTI SOCIALI DELL’INFLAZIONE: L’inflazione riduce il benessere, riducendo il potere d’acquisto dei salari. Questo argomento non è corretto se tutti i prezzi (compresi i salari) sono liberi di aggiustarsi → TEORIA CLASSICA: salario reale = produttività I costi dell’inflazione si possono dividere in: costi dovuti all’inflazione ATTESA, quand’essa è perfettamente anticipata; costi dovuti all’inflazione INATTESA, quando non è stata correttamente prevista; ↓ L’inflazione comporta costi sia quando è anticipata sia quando non è prevista, cioè inattesa. COSTI INFLAZIONE ATTESA: Costo del consumo delle suole → costi necessari per ridurre la quantità di moneta detenuta, al fine di evitare la tassa d’inflazione 𝜋↑ = i↑ = L (i,Y)↓ La velocità di circolazione della moneta deve aumentare e così il numero di prelievi in banca (e i costi di transizione) Se l’inflazione cresce, il tasso d’interesse cresce, la domanda di moneta diminuisce = si hanno meno soldi, nel portafoglio, e ciò significa che si vogliono investire più soldi in titoli. Avere meno soldi nel portafoglio (a causa dell’inflazione) crea disagio all’individuo, in quanto dovrà andare più volte in banca per smobilizzare i titoli. Nelle grandi aziende → è necessario pagare una persona che gestisca la liquidità. Costi di stampa del menù → associati ai cambiamenti di prezzi (costi reali). Se l’inflazione è bassa, stampo il menù una volta l’anno, mentre se l’inflazione è alta devo stampare il menù più frequentemente, perché lo devo aggiornare più spesso. Nelle grandi aziende → è necessario trovare persone che si occupino di cambiare ogni volta i menù con i prezzi aggiornati Costi psicologici e di programmazione → per i cambiamenti continui delle unità di misura e poiché rendono difficile il confronto die valori in periodi diversi DISTORSIONI FISCALI → alcune tasse (come quelle sul capital gain) non tengono conto dell’inflazione. I capital gain vengono quindi pagati sui 1000 euro di guadagno nominale. Es. in Italia, come in altri paesi, le tasse si pagano a scaglioni. Perciò se l’inflazione fa crescere il nostro reddito, e di conseguenza le tasse, noi paghiamo più tasse quando in realtà il nostro reddito in termini reali è lo stesso. DISTORSIONI DI PREZZI RELATIVI → le imprese cambiano i prezzi a intervalli regolari, ma non in modo sincronizzare. Quindi i prezzi relativi dei beni variano e con loro anche le scelte dei consumatori, che dividono la spesa tra beni diversi. Es. L’IKEA stampa il catalogo l’1 Gennaio, i suoi prezzi sono gli stessi dal 1 Gennaio al 31 Dicembre. Un’altra ditta cambia i prezzi a Giugno, che rimangono gli stessi fino al Giugno dell’anno successivo. Supponendo che ci sia stata inflazione, e che quindi i prezzi siano cresciuti, questa crea una distorsione nei prezzi relativi, perché → sebbene tutte le imprese cambiano i prezzi, queste non lo fanno lo stesso giorno, ma in periodi diversi = prezzi relativi dei beni cambiano. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 20 COSTI INFLAZIONE INATTESA: Ridistribuzione del potere di acquisto: - Contratti non indicizzati; - Se 𝜋 è diversa da 𝜋e, qualcuno ci rimette e altri ci guadagnano. Es. contratti di prestito: → se: 𝜋 > 𝜋e, allora (r - 𝜋) < (r - 𝜋e). Il reddito reale è trasferito dai creditori ai debitori → se: 𝜋 < 𝜋e, allora (r - 𝜋) > (r - 𝜋e). Il reddito reale è quindi trasferito dai debitori ai creditori. Aumento dell’incertezza → è tanto maggiore quanto 𝜋 è elevata, in base a: - Scelte economiche più difficili - Ridistribuzioni tra diversi agenti più frequenti - Costi di indicizzazione dei contratti - Riduzione delle rendite (es. pensionati) Qual’è il beneficio dell’inflazione (moderata)? Permette di ridurre i salari reali nel caso in cui sia necessario. Nella realtà ridurre i salari, può risultare difficile, mentre è possibile farlo in presenza di inflazione → se i salari nominale vengono aumentati meno dell’inflazione, in questo modo i salari reali calano. ☞ Se 𝜋 ≥ 50% al mese = IPERINFLAZIONE Tutti i costi dell’inflazione aumentano esponenzialmente con iperinflazione La moneta perde le sue funzioni Riemerge il baratto o l’uso di valuta estera ☞ Se 𝜋 ≤ 50% al mese: Quasi 1% al giorno Il livello dei prezzi si moltiplica per 100 in un anno … e per 2 000 000 in tre anni Esistono diverse cause dell’iperinflazione (= enorme aumento dell’offerta di moneta): 1) Quando la banca centrale stampa moneta, il livello dei prezzi aumenta 2) Se l’aumento dell’offerta di moneta è sufficientemente elevato il risultato è l’iperinflazione Cosa può spingere un governo a creare tara moneta, al punto da annullare il valore? 1. Il governo non è più in grado di emettere nuovo debito e non riesce a tassare a sufficienza 2. Il governo si affida al signoraggio → forme estreme di signoraggio portano a episodi iperinflazionistici Come si può fermare l’inflazione? In teoria la soluzione sarebbe smettere di stampare moneta. In realtà è necessario risolvere il problema alla radice: BILANCIO PUBBLICO. Sarebbe necessario quindi adottare una politica fiscale restrittiva: Costosa per l’economia Difficile: le tassi sono nominali, ma in presenza di inflazione le entrate tributarie sono annullate (definite su redditi che perdono velocemente valore). NEUTRALITÀ DELLA MONETA (dicotomia classica): Della teoria quantitativa della moneta è importante ricordare la neutralità della moneta, anche detta DICOTOMIA CLASSICA. La neutralità della moneta vuol dire che l’offerta di moneta non influisce sulle variabili reali → nel lungo periodo la moneta è neutrale. Le variabili NOMINALI sono determinate dalla teoria quantitativa e vengono misurate in unità di moneta, esse sono: salari nominali: euro per ore di lavoro tasso di interesse nominale: euro ottenibili in futuro, prestando un euro oggi prezzi: euro necessario per comprare un bene o servizio Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 21 Le variabili REALI sono le quantità di beni e servizi e vengono misurate in unità fisiche, esse sono: potere di acquisto del salario: ossia quanti beni si posso acquistare con un determinato salario tasso di interesse reale: ossia i beni ottenibili in futuro prestando un’unità oggi (= quanto posso comprare in futuro con i soldi che ho prestato oggi) salari reali: beni guadagnati in un’ora di lavoro Le variabili reali sono determinate tra di loro in un modello che le studia, in particolare il grafico di risparmio-investimento. Ricordiamoci che la dicotomia classica vuol dire che la moneta nel lungo periodo è neutrale (non ha effetti sulle variabili reali). ☞ Dicotomia classica = separazione tra variabili nominale e variabili reali. RIASSUNTO: Nell’economia classica e nel medio-lungo periodo: - il capitale è FISSO - il reddito è di PIENA OCCUPAZIONE - i prezzi sono FLESSIBILI Nel mercato dei beni, la variabile fondamentale che porta questo in equilibrio è il tasso d’interesse reale (tasso interesse nominale, ma depurato dall’inflazione) Questo portando in equilibrio il mercato finanziario ↝ porta in equilibrio domanda e offerta di beni e servizi. In questo contesto le politiche economiche, e in particolare quelle fiscali , producono diversi effetti: aumento di spesa pubblica e riduzione delle tasse = politica fiscale ESPANSIVA riduzione della spesa pubblica o aumento delle tasse = politica fiscale RESTRITTIVA. TEORIA QUANTITIATIVA: Considerando poi il ruolo della moneta in questo economia, abbiamo trattato la teoria quantitativa della moneta: la moneta NON ha effetti sulle variabili reali la moneta è come un “velo sull’economia” la moneta cambia il livello dei prezzi la moneta influisce sul livello del tasso di interesse nominale ↳ Questo è molto importante perché nell’economia classica, vuol dire che la moneta: ‣ non ha effetti sulle variabili reali (v.d prima) ‣ non aumenta il PIL reale ‣ non riduce la disoccupazione Per dimostrarlo → teoria quantitativa della moneta: se aumentiamo l’offerta di moneta, i prezzi aumentano mentre il PIL rimane fisso. EQUAZIONE FISHER (basata sull’inflazione attesa: non posso prevedere l’inflazione tra 2 anni): L’equazione di Fisher: tasso di interesse nominale = tasso di interesse reale + inflazione Unendo le due teorie: Teoria quantitativa → se aumento l’offerta di moneta = aumento l’inflazione (x via aumento prezzi) Equazione di Fisher → il tasso di interesse nominale, cambia solo se modifico il tasso di interesse reale o l’inflazione = La crescita dei domanda di moneta, facendo aumentare i prezzi e quindi creando inflazione, fa crescere anche il tasso d’interesse nominale Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 22 Da ciò si può notare: 1. Esiste quindi un legame stretto tra il tasso di interesse nominale e l’inflazione, infatti nei Paesi con una inflazione elevata, il tasso di interesse nominale è maggiore (es. Venezuela); 2. Il tasso di interesse nominale cresce, ad esempio durante le guerre finanziate con tasse, con debito, ma anche stampando moneta. Quindi durante le guerre l’offerta di domanda cresce, l’inflazione cresce e i tassi d’interessi nominali crescono. Parlando invece di tassi di interesse reali, ne abbiamo individuato due tipologie: - EX-ANTE = basato sull’inflazione attesa (quello che penso di dover pagare) - EX-POST = basato sull’inflazione realizzata, effettiva (quello che effettivamente pago) DOMANDE DI MONETA: Esistono due tipologie: 1) per fini TRANSITIVI → alla base della teoria quantitativa, in cui si domanda moneta SOLO per fare acquisti. La moneta è considerata solo come mezzo di scambio (tipica dei monetaristi) 2) per fini SPECULATIVI → “Teoria della preferenza per la liquidità” (tipica dei keynesiani), in cui la domanda dipende sia dagli acquisti, che da motivi speculativi = si tiene conto degli effetti del tasso di interesse sulla domanda di moneta. Se il tasso di interesse è elevato tenere moneta (= liquidità), risulta costoso per due motivi: tasso d’interesse: che otterrei investendo/spendendo i soldi inflazione: mantenendo i soldi in tasca quindi vengono ridotti dall’inflazione Quindi si deduce che la domanda di moneta dipende: in modo POSITIVO dal REDDITO ( aumento del reddito = aumento domanda di moneta) in modo NEGATIVO dal TASSO D’INTERESSE (aumento tasso s’interesse = diminuzione domanda di moneta) EFFETTI DELL’AUMENTO DI OFFERTA DI MONETA: Vediamo ora come la domanda di moneta riesce a cambiare i livelli dei prezzi con un suo aumento ,o anche solo un’annuncio di variazione. Supponiamo che la Banca centrale aumenti l’offerta di moneta. Ipotizzando che: - le aspettative sui prezzi non cambino - l’inflazione attesa non cambi - la domanda di moneta non cambi In equilibrio l’offerta di moneta deve essere uguale alla domanda di moneta. Ma se l’offerta è aumentata, mentre la dimanda è rimasta fissa, per riportare in equilibrio domanda e offerta bisogna → aumentare i prezzi (dello stesso ammortare dell’offerta). In realtà, però, se si aumenta l’offerta di moneta anche l’inflazione attesa dovrebbe cambiare ( poiché aumenterebbe l’inflazione), perciò gli individui devono → cambiare le aspettative di inflazione. Se l’inflazione attesa cresce, cresce il tasso d’interesse nominale, ma la domanda di moneta scende. Se la domanda di moneta scende cosa succede? I prezzi devono crescere ancora perché, sebbene l’offerta di moneta è crescita, allo stesso tempo la domanda di moneta è scesa, è quindi necessario aumentare i prezzi per ristabilire l’equilibrio. ☞ Quindi un’aumento dell’offerta di moneta = aumento dei prezzi e inflazione EFFETTO DELLA RIDUZIONE DELL’OFFERTA DI MONETA: Ora supponiamo che la Banca centrale riduca in futuro l’offerta di moneta, gli effetti: - aspettative di inflazione scendono - se le aspettative scendono ↝ il tasso di interesse nominare scende - se il tasso d’interesse nominale scende ↝ la domanda di moneta cresce - se la domanda di moneta cresce ↝ per riportare equilibrio, i prezzi scendono Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 23 INFLAZIONE: → v.d gli effetti dell’inflazione attesa e inattesa. INFLAZIONE ATTESA: Un’esempio di effetti dell’inflazione attesa è la DISTORSIONE DEI PREZZI RELATIVI. Esempio: Supponiamo di avere due negozi, IKEA e Maison du monde: IKEA: stampa il suo catalogo l’1 gennaio di ogni anno Maison du monde: stampa il suo catalogo l’1 giugno di ogni anno L’1 gennaio un tavolino IKEA costa 50€ e un tavolino Maison du monde costa anche lui 50€, quindi i costi dei due tavolini sono equivalenti, così come la qualità. IKEA non cambia i suoi prezzi fino a dicembre (tavolino 50€), mentre Maison du monde il 1° gennaio cambia i prezzi e decide di alzare il prezzo del tavolino a 60€. Il 1° gennaio poi anche IKEA cambia i suoi prezzi e alza il costo del tavolino a 60€. Vediamo quindi che nonostante sia un’inflazione attesa (che possiamo aspettarci), questa modifica i prezzi relativi e può quindi influenzare le preferenze degli acquirenti (da giugno a gennaio se devo comprare un tavolino mi converrà andare da IKEA). L’inflazione attesa modifica le mie preferenze sull’andare da Maison du monde o da IKEA, nonostante i tavolini siano identici e i prezzi aumentino in maniera uguale, solo in periodi diversi. INFLAZIONE INATTESA: Nonostante l’inflazione attesa crea delle distorsioni nei prezzi relativi, tuttavia i costi principali dell’inflazione sono dovuti all’inflazione inattesa. Un’esempio degli effetti dell’inflazione inattesa, come per le sorprese inflazionistiche, sono le DISTRIBUZIONI DI RICCHEZZA: - tra privati (tre creditori e debitori) - tra privati e Stato Quindi un’inflazione inattesa sposta ricchezza dai cittadini allo Stato e tra privati, sposta ricchezza dai creditori ai debitori, o viceversa. Esempio: Supponiamo di aprire un mutuo, il tasso di interesse che la Banca mi chiede corrisponde al tasso di interesse nominale = tasso di interesse reale + inflazione attesa → quindi: il tasso interesse reale (ciò da cui guadagna la banca) = tasso nominale - inflazione attesa. La Banca mette un tasso di interesse nominale pari al 4%, MA il tasso che effettivamente pagherò sul mio mutuo corrisponde a quello reale, che dipende dall’inflazione effettiva (supponiamo che la Banca ipotizzi un’inflazione attesa = 1%). Se l’inflazione attesa = inflazione effettiva → pagherò esattamente quello che mi aspettavo di pagare (tasso interesse reale = 4% - 1% = 3%) Ma se l’inflazione effettiva ≠ inflazione attesa, posso esserci due effetti: 1. Se l’inflazione effettiva è maggiore dell’inflazione attesa, il tasso d’interesse reale ex-post < tasso di interesse reale ex-ante → in questo caso ci guadagnano i debitori (tasso reale = 4% - 2% = 2%) 2. Se l’inflazione effettiva è minore dell’inflazione attesa, il tasso ex-post > ex-ante → in questo caso ci guadagnano i creditori (tasso reale = 4% - 0,5% = 3,5%). Ci sono però dei periodi in cui avviene il contrario, perciò se il tasso ex-post < ex-ante, in tal caso ci guadagno i creditori. ☞ Questo ci mostra che le sorprese inflazionistiche spostano ricchezza tra creditori e debitori. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 24 BENEFICI DELL’INFLAZIONE: L’inflazione può portare anche dei benefici: un’inflazione moderata porta un beneficio, che Keynes considerava l’olio motore dell’economia. Questo perché molte volte i salari reali non sono uguali al prodotto marginale del lavoro (PML). In un’economia di concorrenza perfetta, sappiamo che il salario reale deve essere uguale al prodotto marginale del lavoro, poesia quanto il lavoratore contribuisce alla produzione. Nonostante questa sia giusta, molte volte i salari reali non superiori al prodotto marginale del lavoro che, per andare in equilibrio, deve scendere. Come si può diminuire il PML? 1) si diminuisce il salario nominale → in questo caso le persone percepiranno uno stipendio più basso, il che non viene accettato facilmente dai lavoratori; 2) si aumentano i prezzi → in questo caso si genererà inflazione, che non rende le persone contente, ma risulta meno evidente e maggiormente accettabile. ↳ Secondo Keynes un’inflazione moderata era considerata come l’olio motore, perché faceva funzionare meglio l’economia riportando in equilibrio il mercato del lavoro IPER-INFLAZIONE: Durante una iper inflazione invece (quando è superiore al 50 % al mese) i costi sono gli stessi dell’inflazione, semplicemente più elevati. Sia l’inflazione che l’iper inflazione si correggono riducendo l’offerta di moneta, il problema è che per ridurla bisogna eliminare ciò che ha causato un’aumento nella stampa della moneta, quindi: ridurre la spesa pubblica (G) portare in equilibrio il bilancio dello Stato ↝ quindi attuare politiche fiscali restrittive MONETA: Infine abbiamo detto che, la moneta = insieme delle attività utilizzate per fare delle transazioni. Ha tre funzioni: - mezzo di scambio - riserva di valore - unità di conto La moneta può essere di due tipi: moneta-merce (oro-argento) moneta fiat (banconote, carta) L’OFFERTA DI MONETA = è la quantità di moneta disponibile nell’economia ed è controllata dalla Banca Centrale. La POLITICA MONETARIA = è il controllo dell’offerta di moneta, attraverso una variazione di quest’ultima dalla Banca Centrale. Ci sono diverse misure dell’offerta di moneta: M1= circolante + depositi (= banconote + depositi dei conti correnti) M2 e M3 = aggregati sempre più ampi di M1 Esistono in fine le RISERVE BANCARIE, ovvero la quota di depositi che le manche non prestano: quindi se le banche ottengono un deposito, parte di questo viene trattenuto sotto forma di riserva. Esistono due tipologie: - riserve libere (scelta della banca) - riserve obbligatorie (obbligate dalla legge a trattenere una parte di depositi come riserva) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 25 I SISTEMI BANCARI: Ci sono due tipi di sistemi bancari: sistemi bancari con una riserva del 100% sistemi bancari frazionari: le anche detengono solo una frazione dei depositi come riserva. Noi viviamo in un sistema frazionario. Per capire il ruolo delle banche nel ostina monetario dobbiamo considerare tre scenari: - 1° scenario → non esistono banche - 2° scenario → sistema bancario con una riserva del 100% - 3° scenario → sistema bancario frazionario Con queste premesse, ipotizziamo di trovarci in una situazione in cui il circolante è pari a 1000: - 1° scenario → non esistendo le banche, non esistono nemmeno i depositi. Quindi l’offerta di moneta = circolante (= 1000); - 2° scenario → esistono le banche con una riserva del 100% e inizialmente abbiamo un circolante pari a 1000. Depositando questo deposito in banca, ottengo un circolante = 0 e un deposito = 1000. Quindi l’offerta di moneta = circolante + depositi (= 1000 + 0 = 1000) - 3° caso → esistono le banche con un sistema frazionario e inizialmente abbiamo un circolante pari a 1000. Depositando questo circolante in banca, ottengo un circolante = 0 e un deposito = 1000. Ipotizziamo, però, che la banca abbia una quota di riserva pari al 20% → dei 1000 che la banca riceve come deposito, 200 (ovvero il 20%) vengono trattenuti come riserva, mentre 800 li presta o li da in mano alla persona che li ha prestati. Quindi l’offerta di moneta = circolanti + depositi (= 800 + 1000 = 1800). Inoltre se la persona che ha preso gli 800 euro, li ha deposti a sua volta in banca, questa trattiene il 20% come riserva e l’80% li presta (ovvero 640). A questo punto, l’offerta di moneta è maggiore, poiché = 640 + 1800 = 2440 euro. Continuando così (depositando i 640 euro e via dicendo) partendo da un circolante pari a 1000 euro, si arriva, con una riserva pari al 20%, ad un’offerta di moneta pari a 5000 euro. ↓ Un sistema bancario con riserva frazionario è utile a creare moneta, aumentandone l’offerta. Il sistema bancario sebbene crei moneta, NON può creare ricchezza perché, a fronte della moneta bancaria, ci sono debiti, prestiti,… BILANCIO DELLE BANCHE: Quindi la moneta dipende dal circolante iniziale (stampato dalla Banca centrale), ma dipende anche dal sistema bancario. Esempio di un tipico bilancio si una banca (semplificato): ‣ Sul lato del passivo della banca, ci sono: depositi debiti capitale (azioni della banca) ‣ Sul lato dell’attivo della banca, ci sono: riserve prestiti titoli Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 26 Un rapporto molto importante è il cosiddetto LEVERAGE → è pari alle attività delle banche, quindi al loro attivo: il capitale. Perché è importante il leverage? Supponiamo che per qualche ragione, come una crisi economica, l’attivo della banca diminuisca del 5% (5% di 1000 = 950). Con questo 950 la banca può ripagare i depositi e anche i debiti, nonostante, con la riduzione del 5%, le azioni della banca non valgono più niente → il leverage è pari al 20%. Invece se l’attivo scende del 10% questo diventa pari a 900 e con questa cifra la banca riesce a pagare i depositi, ma non i debiti → leverage pari al 10% ☞ Vediamo quindi che il leverage è una misura della rischiosità della banca = maggiore è il leverage, più la banca è in grado di ripagare i suoi debiti (solo se l’attivo scende di poco). Dopo la crisi del 2007 le riforme bancarie che sono state fatte, sono state utili per ridurre il leverage e quindi aumentare il capitale delle banche, per evitare che queste non fossero in grado di ripagare depositi e debiti. MOLTIPLICATORE MONETARIO: Per base monetaria (B) si intende la moneta che la Banca centrale stampa → la base monetaria = circolante + riserve (delle Banche centrali). ‣ Indichiamo con r le riserve sui depositi, composte da: - riserve libere - riserve obbligatorie Vogliamo trovare il legame tra l’offerta di moneta e la base monetaria: La base monetaria è pari a circolante + riserve → B = c + r L’offerta di moneta è pari a circolante + depositi → c + d ↳ Quindi: [(c + d)/B] B ☞ (c + d)/B viene detto MOLTIPLICATORE MONETARIO → si indica con m m = (c + d)/(c + r) = (c/d + d/d) : (c/d + r/d)] m = (1 + cr) (cr + rd) → rd < 1 Il moltiplicatore monetario è un numero maggiore di 1 e rappresenta il rapporto tra l’offerta di moneta e la base monetaria, esistenti in un determinato momento nel sistema economico. Se la Banca centrale stampa più base monetaria, l’offerta di moneta cambia. Supponiamo che la gente abbia paura a depositare soldi in banca e quindi il rapporto circolante su depostiti sale (= cr ), perché tengono più circolante che depositi → se cr↑ = m↓ Vediamo come la Banca centrale più cambiare l’offerta di moneta: Lo strumento principale sono le operazioni di mercato aperto, con le quali la Banca centrale inserisce o toglie moneta dal mercato. Un altro modo è quello di cambiare la riserva obbligatoria → se la Banca centrale aumenta questa quota, si riduce liquidità monetaria nel sistema economico e quindi anche l’offerta di moneta. In generale m è costante, ma nei momenti di crisi può cambiare. Quindi se m è costante la Banca centrale fissa l’offerta di moneta, tutta via essa può essere endogena = non scelta dalla Banca, ma determinata dal moltiplicatore monetario, ovvero dalle preferenze dei consumatori e delle banche. Tra il 1929 e il 1933 sono fallite 9000 banche e l’effetto del fallimento è dato dal fatto che m, e quindi l’offerta di moneta, è sceso del 30% Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 27 5 L’ECONOMIA APERTA: Studiando l’economia classica possiamo iniziare a comprendere come essa funziona in un medio- lungo periodo (5-10 anni) → passiamo quindi all’economia APERTA. Nell’economia aperta la spesa in beni nazionali, è composta da: Cd = Consumo di beni e servizi nazionali Id = Investimenti in beni e servizi nazionali Gd = Spesa pubblica per beni e servizi nazionali EX = Esportazioni di beni e servizi nazionali La somma di queste componenti rappresenta la spesa totale per beni e servizi prodotti nel paese. Invece, la spesa nazionale in beni e servizi prodotti all’estero, è stata da: Cd = Consumi di beni e servizi nazionali If = Investimenti in beni e servizi nazionali Gf = Spesa pubblica in beni e servizi nazionali La somma di queste componenti rappresenta la spesa totale per beni e servizi importanti (= IM). Unendo i fattori, il consumo, investimenti e spesa pubblica totali sono pari a: C = Cd + Cd I = Id + If G = Gd + Gf Quindi l’identità del reddito: Y = (C – Cf ) + (I – If ) + (G – Gf ) + EX Ovvero, Y = C + I + G + EX – (Cf + If + Gf) Y = C + I + G + EX – IM → (EX - IM) = NX Si ottiene l’equazione finale: Y = C + I + G + NX (esportazioni nette = EX - IM) L’equazione dell’identità nazionale può anche essere scritta diversamente come: NX = Y - (C + I + G) → spesa interna, o assorbimento interno. Quando consideriamo l’economia aperta, il Paese può avere un consumo interno (C + I + G) diverso dalla produzione (Y): - se Y > spesa interna = le esportazioni nette sono positive (quello che esporta è maggiore di quello che importa) → NX > 0 = bilancia commerciale in AVANZO. - se Y < spesa interna = esportazioni nette sono negative → NX < 0 = bilancia commerciale in DISAVANZO, deficit. - se Y = spesa interna → NX = 0 = bilancia commerciale in EQUILIBRIO Nel 2011 si è assistito alla “crisi del diritto sovrano”, alla quale sono state date 2 spiegazioni: 1) Questi paesi avevano debiti pubblici troppo elevati ed essendo insostenibili, sono andati in crisi 2) Krugman (premio nobel per l’economia) → secondo lui la crisi era dovuta al fatto che questi paesi avessero un deficit troppo elevato del bilancio commerciale. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 28 FLUSSO NETTO DI CAPITALI: Un’altra formula dell’economia aperta: Y - C - G = I + NX → dove (Y - C - G) indica il risparmio (S) ☞ (S - I) = risparmio - investimenti ↝ S = I + NX → S - I = NX [flusso netto di capitali (S - I) = saldo delle parti concorrenti (NX)]: - se S - I > 0 = bilancia in attivo → il paese è un CREDITORE NETTO verso l’esterno: risparmia più di quando sia investendo, offre quindi i risparmi sul mercato finanziario a paesi esteri (S > I = S - I > 0) Le esportazioni sono pagare in valuta estera, che entra nel paese (es. esportazioni in Giappone). Questa valuta (es. yen) rappresenta una attività per il paese (Italia), ma un debito per l’estero (Giappone). Questo significa che le esportazioni si traducono in prestiti all’esterno. Quando, un saldo positivo delle partite concorrenti è associato ad un risparmio superiore agli investimenti e a un credito netto nei confronti dell’estero. - se S - I < 0 = bilancia in passivo → il paese è un DEBITORE NETTO verso l’esterno: un paese ha le esportazioni nette negative, quindi avendo un disavanzò commerciale ha crediti verso l’esterno (S < I = S - I < 0) Valutando alcuni casi… 1) Aumento della spesa pubblica (G↑): il risparmio scende (S↓) dello stesso ammontare (S - I ) scende le esportazioni nette scendono (NX↓) ☞ Se si vuole influire sulla bilancia commerciale di un paese, devo influire sul suo risparmio: G↑ = S↓ = NX↓ 2) Aumento delle tasse (T↑) il risparmio sale (S↑), ma di un’ammontare un pochino inferiore il reddito disponibile scende il consumo scende (C↓) ☞ Quindi: T↑ = S↑ = C↓ 3) Aumento della spesa pubblica e delle tasse (G↑ e T↑ ↝ △T = △G): Presentano però una differenza: se: G↑ = S↓ se: T↑ = S↑ Qual’è l’effetto finale? Considerando che: - C = C (Y-T) → C = PMC (Y-T) - PMC = 0,9 Ma PMC è inferiore a 1 → quindi si ha un aumento di S, ma di un’ammontare leggermente inferiore (0,9). ☞ L’effetto finale è dominato da: G↑ = S↓ e quindi: NX < 0 Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 29 4) Diminuzione del risparmio (S↓): Dati: △S = ? △G = 100 △T = 100 PMC = 0,8 C = PMC (Y-T) → C = 0,8 (Y-T) S=Y-C-G S = Y - 0,8 (Y-T) - G S = (1 - 0,8) Y + 0,8 T - G S = 0,2 Y + 0,8 T - G △S = 0,2 △Y + 0,8 △T - △G △S = 0,8 △T - △G △S = 0,8 100 - 100 △S = -20 ☞ Se S↓ = curva rossa si sposta verso sinistra TASSO DI INTERESSE IN UNA PICCOLA ECONOMIA: Prendiamo in considerazione una piccola economia aperta caratterizzata da un tasso di interesse interno, uguale a quello prevalente nei mercati finanziari internazionali (r= r*): - r = tasso di interesse reale, depurato dall’inflazione - r* = tasso di interesse mondiale In questa economia il tasso di interesse non è libero di muoversi → è pari a quello internazionale se l’economia è aperta, piccola e non esistono restrizioni ai movimenti di capitali: - Se il tasso di interesse nazionale (r) fosse superiore al tasso di interesse mondiale (r*) si verificherebbe un’enorme entrata di capitali nel paese - Gli arbitraggisti (= coloro che comprano un bene sul mercato dove il prezzo è più baso, e lo rivendono in quello dove è più alto) riescono a lucrare la differenza fra r e r*, ottenendo profitti a rischio nullo. Questa maggiore offerta di capitali di prestito porta ad una riduzione del tasso di interesse interno fino a che: r* = r RISPARMIO E INVESTIMENTI IN UNA PICCOLA ECONOMIA APERTA: L’identità del reddito in economia comporta: NX = [ Y - C ( Y - T) - G ] - I (r*) Ovvero: NX = S - I (r*) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 cambio certo incerto ?. 30 TASSO DI CAMBIO REALE E NOMINALE: Nell’economia aperta il tasso di interesse è pari a quello del mercato finanziario internazionale. Gli investimenti dipendono dal tasso di interesse. S → tasso di cambio NOMINALE (e) = il prezzo relativo della valuta nazionale in termini della valuta estera (es. 1€ = tot. sterline) Ci sono due modalità di calcolo: certo per incerto (quello che utilizziamo) incerto per certo 1 € = 1,05$ → sistema certo per incerto, ci dice quando euro ci vogliono per comprare un dollaro: ↑ - Se un euro compra più dollari = l’euro diventa più forte - Se un euro compra meno dollari = l’euro diventa più debole → tasso di cambio REALE (𝜀) = il prezzo relativo dei beni nazionali rispetto ai beni esteri. Serve per capire le competitività di un paese nei mercati esteri. Il tasso di cambio reale (𝜀) = prezzo beni nazionali (eP) / prezzo dei beni esteri (P*). Quindi 𝜀 = e P/P*: - Se 𝜀 è minore di 1, i prezzi dei beni locali sono più vantaggiosi di quelli esteri QUINDI NX dijen - Se 𝜀 è uguale a 1, sarebbe indifferente HAPREZATO de da tasso di - Se 𝜀 è maggiore di 1, i prezzi dei beni locali sono più cari di quelli esteri cambio reale Il tasso di cambio reale è correlato alle esportazioni nette → la domanda di valuta necessaria per effettuare NX è uguale all’offerta di valuta in eccesso agli investimenti: S - I. Il tasso di cambio reale si muove quindi per portare in equilibrio NX e S - I: #non dipende dal quando 𝜀↑ = NX ↓ tasso reale quando 𝜀↓ = NX ↑ in equilibrio NX = S - I Es.: Voglio comprare un auto e devo decidere se in Europa (10.000 euro) o in Giappone (2,4 milioni di yen). Per decidere devo tenere conto del tasso di interesse reale, per trasformare gli euro in yen: 1 euro = 120 yen → 10.000 euro 120 yen = 1,2 mln → compro l’auto in Europa perché costa la metà. Quindi, 𝜀 = e P/P* = (120 10.000) / 2.400.000 = 1.200.000 / 2.400.000 = 0,5 → quando 𝜀< 1, i beni locali sono più vantaggiosi di quelli esteri. se si ridu SALDO DELLE PARTITE CORRENTI: - cono ↑ ℨ → i beni europei diventano relativamente più costosi rispetto a quelli esteri infort. ↓ EX, ↑IM REC ↓NX La funzione delle esportazioni nette riflette la relazione inversa tra NX e ℨ: NX = NX (ℨ) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) GRANDE ECONOMIA PT allo c , 5, + 2 B CAVANEO * -. S = Y-C-6 2 2 S ↓ NX I = T - C(y - 7) - 6 I A ⑧ A PAREGGIO B r - - - - - - B. I I Si Si ↑ T grande eco, , effetto piccola x eco su c e NX r *? sonde 2 ⑧ e r Si 2 S 1 *, I - Er - , B A B C. jeggiora NX NX S I , - lOMoARcPSD|39683074 NX = EPX-IMP 31 INTRODUZIONE AI DAZI: restrittiva E.I 5 DOZI · - CCasoopposto) allora ins. 3 B No crescono , si NX * NX No TASSO REALE SI DEPREZZA ma joi Ex e NX → curva di NX si sposta a destra, perché NX = EX - IMP, se dazio: IMP↓ e NX ↑ quindi Il governo può intervenire nell’economia per rendere le esportazioni più convenienti e le alla importazioni più costose, attraverso politiche fiscali restrittive, come: fire Dazi e tariffe → tasse pagate stelle esportazioni (ne aumentano il prezzo) (rec(t) Quote e contingentamenti → lo Stato disse la quantità massima di importazoumo Sussidi alle esportazioni → lo Stato paga parte del prezzo delle esportazioni, così le imprese riducono i prezzi suoi mercati internazionali ed esportano di più. In tutti i casi le esportazioni nette aumentano per ogni livello di tasso di cambio reale e la curva NX(ℨ) si sposta verso l’alto. Quindi una politica commerciale restrittiva, si può attuare in diversi modi: il più semplice è sicuramente la creazione di dazi, che aumentano il prezzo del mene. Aumentandolo, la domanda dello stesso bene diminuisce. A parità di tasso reale, se aggiungo un dazio esso va a influire sulle importazioni, che scendono: se IM↓ = NX↑ L’equilibrio si sposta dal punto A al punto B nel quale il tasso reale è cresciuto. Le esportazioni nette NON sono cambiate. Quindi l’effetto dei dazi, in realtà, è solo quello di chiudere un paese → una giusta politica per correggere un disavanzo commerciale NON è un dazio, poiché questo non migliora la bilancia commerciale, ma è aumentare il risparmio. Da cosa dipende il tasso di cambio nominale? Il tasso di cambio reale (δ) = eP/P* → può essere scritto anche in variazioni percentuali: △% δ = △%E + △%P - △%P* ↝ △% δ = △%e + (𝜋 - 𝜋*) La cosa importante di questa equazione è che il tasso di svalutazione della valuta dipende dai movimenti del cambio reale e dai movimenti di svalutazione. Vediamo quindi che, se la mia inflazione è superiore a quella di un’altro paese, questa variazione tende a scendere e quindi con la mia valuta compro sempre meno e il mio cambio si deprezza (es. in Italia l’inflazione è più alta che in Svizzera, quindi l’euro si deprezza e il franco svizzero di apprezza). Una delle ragioni per vedere se una moneta si deprezza o si apprezza è controllando il differenziale di inflazione. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 32 LA PARITÀ DEL POTERE DI ACQUISTO: Una regola che si tende a considerare è la LEGGE DEL PREZZO UNICO (o teoria della parità del potere d’acquisto): ↳ “Se i beni sono identici, e non c’è nulla che blocchi il commercio tra i beni, lo stesso bene deve avere lo stesso prezzo in paesi diversi (altrimenti si comprerebbero i beni nei paesi meno cari, per rivenderli in quelli più cari)”. Quindi il tasso di cambio nominale (e) deve essere uguale al rapporto dei prezzi: e = P/P* Mantenendo P* costante se il prezzo locale cresce, l’altro prezzo (P) si svaluta. L’economist, giornale di economia, ha creato un indice per vedere l’andamento dei prezzi e verificare la teoria della parità del potere d’acquisto. Per farlo, ha preso un bene uguale in tutto il mondo e ne ha osservato il prezzo (es. Big Mac) → ha calcolato che il tasso di cambio che risulta dal rapporto dei prezzi e lo ha confrontato con il tasso di cambio attuale. Cosi facendo verifica che una valuta è sottovalutata o sopravvalutata. GRANDE ECONOMIA: Per studiare una grande economia si devono prendere alcune informazioni dall’encomia chiusa e altra da una piccola economia aperta (e mettere insieme i due grafici). [grafico] Caso 1: aumento della spesa pubblica (G↑) in una grande economia (= economia chiusa + piccola economia aperta) ☞ ECONOMIA CHIUSA, effetti: - il risparmio scende (S↓) - il tasso d’interesse cresce (i↑) - gli investimenti scendono (I↓) ☞ PICCOLA ECONOMIA APERTA, effetti: - il risparmio scende (S↓) - le esportazioni nette scendono e diventano negative (NX↓) ☞ GRANDE ECONOMIA, effetti: - il tasso d’interesse cresce (i↑) - gli investimenti scendono (I↓) - le esportazioni nette scendono (NX↓) Quindi se: G↓ ↝ Y = C + I↓ + G↑ + NX↓ → Le politiche di una grande economia hanno effetti su una piccola economia. Supponiamo che l’America aumenti la spesa pubblica, cosa succede su una piccola economia? Il mondo, nel suo complesso è un’economia chiusa, quindi il tasso d’interesse prevalente nei mercati finanziari internazionali si ottiene come in un’economia chiusa. Quindi dall’incrocio tra la retta del risparmio mondiale (somma dei risparmi di tutti i paesi) e la curva degli investimenti mondiali, ottengo r*. In questo caso, se l’America cambia la spesa pubblica (G↑): - il risparmio mondiale diminuisce - il tasso d’interesse mondiale cresce - le esportazioni nette, che prima erano in pareggio, crescono Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 33 7 LA CRESCITA ECONOMICA: La teoria della crescita studia l’aumento delle capacità di produzione e consumo. Ha come obbiettivi: - determinare le cause della crescita economica - suggerire politiche per migliorare le condizioni di vita nel lungo periodo Il MODELLO SOLOW analizza la crescita economica nel lungo periodo, studiando il ruolo: accumulazione del capitale fisico (investimenti) crescita della popolazione miglioramenti tecnologici Ipotesi: I mercati sono sempre in equilibrio Economica chiusa: NX = 0 e assenza di G e T Variabili esogene (= date): Tasso di risparmio e tasso di ammortamento del capitale Tassi di crescita del progresso tecnologico e della popolazione Il capitale K e il lavoro L non sono fissi, ma cambiano per via: - L → la popolazione può crescere o decrescere - K → investimenti: aumentano il capitale → ammortamenti: ovvero la % di K che ogni anno si logora (= non è più utile ai fini produttivi): riducono il capitale L’AMMORTAMENTO: Il tasso annuo di ammortamento è definito con δ Esempio 1: se il capitale installato dura 25 anni, il tasso di ammortamento è pari a: δ = 1/25 x 100 = 4% Perciò ogni anno bisognerà risparmiare il 4% del costo di quel bene per essere in grado di ripagarlo. Esempio 2: un Mac costa 1500 e si ipotizza duri 10 anni, il tasso di ammortamento è pari a: δ = 1500/10 = 150€ (da risparmiare ogni anno) ☞ FUNZIONE DI PRODUZIONE NEOCLASSICA: Y = F (K,L) rendimenti IN SCALA COSTANTI (RSC): se raddoppio K,L = raddoppio la produzione rendimenti MARGINALI DECRESCENTI (RMD): LA FUNZIONE DI PRODUZIONE PRO CAPITE: Tutte le variabili possono essere espresse in termini pro capite in modo da confrontare economie di dimensioni diverse: k = K/L y = Y/L c = C/L i = I/L Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 34 La produttività marginale del capitale pro capite è decrescente La PMK è decrescente e la pendenza della funzione di produzione cala con l’aumento del capitale utilizzato s y = i → s f(k) = 1 LA FUNZIONE DI CONSUMO E INVESTIMENTI: Come nel modello statico l’equilibrio macroeconomico implica che: Il grafico è uguale a quello della funzione di produzione “riscalato” di un coefficiente tra 0 e 1 (= tasso di risparmio): Il reddito y è diviso tra i consumi e gli investimenti. N.B: variazioni di s spostano la funzione sf(k) in alto e in basso. Quindi se s = 1 tutta la produzione è risparmiata e c = 0 se: s↑ = i↑ = c↓ (curva si sposta in alto) se: s↓ = i↓ = c↑ (curva si sposta iin basso) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 35 L’AMMORTAMENTO: Il capitale si deprezza al tasso costante δ che rappresenta la % del capotale installato che viene perso in ogni periodo perché non produttivo. INVESTIMENTI E AMMORTAMENTO: La variazione netta dello stock di capitale è data dalla differenza tra gli investimenti in nuovo capitale e logoramento di quello installato: △k = i - δk E poiché gli investimenti sono uguali ai risparmi: △k = s f(k) - δk Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 36 FATTORI PRO CAPITE: Fattori pro capite: k = capitale c (consumi) = i - y i (investimenti) = s f(k) y (produzione) = f(k) s (quota di risparmio) = numero compreso tra 0 e 1 δk = ammortamento, quota costante del capitale che si logora IPOTESI: il capitale pro capite (k) produce un tot (y), il quale viene ripartito tra: investimenti consumi La distribuzione dipende dalla quota di risparmio, quindi: se: s↑ = i↑ = c↓ se: s↓ = i↓ = c↑ L’equazione che ci permette di calcolare le variazioni del capitale: △k = i - δk Il capitale varia solo se variano gli investimenti o ammortamenti, perciò: se: i > δk = △k↑ se: i < δk = △k↓ se: i = δk = △k non cambia k0: i > δk = △k↑ k1: i < δk = △k↓ k*: i = δk → △k ↳ CAPITALE DI STATO STAZIONARIO = k non cambia, perciò anche la produzione, gli investimenti e e i consumi rimangono fissi. Ciò significa che l’economia si ripete uguale a se stessa (a meno che i o δk non cambino) Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 37 CASO 1: Se due paesi Paese non hanno raggiunto k*, hanno: 1) tanto △k 2) poco △k Entrambi i Paesi secondo il modello Solo raggiungeranno k*, aumentando o diminuendo △k = c’è CONVERGENZA. Inoltre il Paese più lontano a k* non solo lo raggiungerà, ma avrà un TASSO DI CRESCITA maggiore rispetto all’altro Paese. Questo modello è estremamente ottimistico: nella realtà si parla di CONVERGENZA CONDIZIONATA, ovvero si guarda ad altri fattori e caratteristiche di un Paese che ne influenzano la crescita. Fu usato, ad esempio, per spiegare la crescita economia di Paesi, come Cina e Giappone, dopo la seconda guerra mondiale. Infatti, situazioni come le guerre incidono notevolmente sul capitale pro capite, abbassandolo. Questi, però si riprendono con un tasso di crescita superiore. Secondo Solow alla crescita economica può essere vista graficamente come la distanza tra le due linee. Questa crescita, una volta raggiunto lo stato stazionario, si interrompe e l’economia si ripete uguale a se stessa, smettendo di crescere. Cosa succede se si aumenta il saggio di risparmio (s)? Se: s↑ = i↑ (la curva si sposta verso l’alto) = △k↑ = y↑ Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 38 IL TASSO DI RISPARMIO: Una variazione del tasso di risparmio comporta una modifica del livello degli investimenti. Perciò se il tasso di risparmio aumenta (s↑) ↝ la curva si sposta verso l’alto: s f (k) Per ogni livello di capitale una parte maggiore viene destinata ai risparmi e investita. Ne conviene quindi che un’aumento di s, oltre a provocare un’aumento di i, aumenta anche y. Possiamo quindi concludere che il benessere degli individui è massimo quando il tasso di risparmio è massimo? NO Ma gli economisti tendono comunque a misurare il livello di benessere attraverso le possibilità di consumo. LA “GOLDEN RULE”: La regola aurea ci permette di capire qual è il livello di capitale (di stato stazionario) che massimizza i consumi (di stato stazionario). Per farlo, bisogna cercare la % di saggio di risparmio che massimizza il consumo nel lungo periodo. C = y - i → ma gli investimenti variano a seconda di s (ci sono più curve): Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 39 Quale capitale di stato stazionario massimizza i consumi (tra k0, k1, k2)? Graficamente: spostare la retta di ammortamento (δk) parallelamente a se stessa, in modo che si congiunga con la curva della produzione (y) SE IL CAPITALE INIZIALE È TROPPO ELEVATO: k* > k*gold Supponiamo che in Italia abbiamo un livello di k1: per rispettare la golden rule è necessario abbassare k, come? Abbassando i risparmi e quindi consumando di più Un aumento di c* è ottenibile con una riduzione di s. Il consumo è superiore a quello iniziale durante tutta la transizione all’equilibrio Idea: il troppo capitale installato viene consumato SE IL CAPITALE INIZIALE È TROPPO BASSO: k* < k*gold In realtà, la situazione in Italia di k è inferiore rispetto alla golden rule. È quindi necessario aumentare k, aumentando i risparmi e diminuendo i consumi Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 40 LA POPOLAZIONE NEL MODELLO DI SOLOW: Nel modello di Solow popolazione e forza lavoro coincidono e vengono definite come L. Popolazione e forza lavoro totale crescono ad un tasso esogeno costante (n) che rappresenta la variazione percentuale di L: n = △L/L Se: L = 100 persone nell’anno 2004 △L = 5% all’anno Allora: n = 5/100 = 0,05 △L = nL = 0,05 100 = 5 Quindi nell’anno 2005 avremo L = 105 CAPITALE PRO CAPITE E CRESCITA DELLA POPOLAZIONE: Se la popolazione cresce, per mantenere il capitale pro capite (k) stabile, l’investimento deve: - rimpiazzare l’ammortamento (es. sostituire i computer che si sono rotti) - fornire capitale ai nuovi lavoratori (es. comprare nuovi computer per i nuovi lavoratori) Quindi: ☞ (δ + n) k = livello di investimento, necessario per mantenere k costante (tiene conto di △L) ☞ n k = capitale pro capite per i nuovi lavoratori ☞ δ k = ammortamento STATO STAZIONARIO E CRESCITA DELLA POPOLAZIONE: Lo stato stazionario è sempre definito dal capitale pro capite, che non cambia. Quindi in equilibrio: △k = sf(k) - (δ + n)k = 0 Ovvero l’investimento è pari alla riduzione del capitale pro capite: sf(k) = (δ + n)k In questo caso se: n↑ = (δ + n)k↑, ovvero diventa più ripida Nel concreto questo si traduce con politiche di contenimento demografico. Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 41 GOLDEN RULE E CRESCITA DELLA POPOLAZIONE: Il consumo è massimo quando la produttività marginale eguaglia il tasso di ammortamento più il tasso della crescita della popolazione: MPK = δ + n Scaricato da Alessio Panizzi ([email protected]) lOMoARcPSD|39683074 42 9 INTRODUZIONE ALLE FLUTTUAZIONI ECONOMICHE PASSAGGIO DAL LUNGO AL BREVE PERIODO: Anni ’30: crisi e depressione → Keynes, economista di quegli anni, notò però come nei modelli del lungo periodo non erano considerate: disoccupazione, crisi,… Differenze tra lungo periodo (5-10 anni) e breve periodo (2-5 anni): LUNGO PERIODO BREVE PERIODO DISOCCUPAZIONE NO DISOCCUPAZIONE SI DISCCUPAZIONE NON EFFICACE: EFFICACE: “un velo sull?

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