Crescere Nella Societa' PDF

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This document discusses education in society, focusing on how different societies approach and implement educational systems. It explores the relationship between education and culture, highlighting how social change influences educational practices. The importance of socialisation in shaping cultural values and norms is also analyzed.

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lOMoARcPSD|13874076 Crescere Nella Societa' Sociologia dell'Educazione (Università degli Studi di Torino) Scan to open on Studocu Studocu is not sponsored or endorsed by any college or university Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 [CRESCERE NELLA SOCIETA’] Capitolo 1 – Che cosa intendiamo quando parliamo di educazione Non esiste un’educazione valida in assoluto Perché? DURKHEIM → Educazione VARIATA nel tempo e nello spazio. Ogni società ha il proprio sistema di educazione che cambia in base al contesto. La cultura è contestualizzata Cultura è la specificità che caratterizza i diversi modi di vivere delle società umane. Per i sociologi la cultura è: Norme Valori Credenze Simboli espressivi Weber vede gli UOMINI come: Costruttori di significati, Utilizzatori di simboli, Narratori di storie. OGBURN: Cultura materiale= si trasforma autonomamente in tempi brevi Cultura immateriale= è adattiva e si adegua ai cambiamenti della cultura immateriale CI SONO DUE SCUOLE DI PENSIERO: PRIMA CAMBIA LA SOCIETÀ POI LA CULTURA → Vedono la cultura come adattiva; LA CULTURA CAMBIA E QUINDI CAMBIA LA SOCIETA → Vedono la cultura come un fattore trasformativo. Indissociabile dall’essere. La società liquida di Bauman Venire meno delle certezze, perché` cambiano molto le situazioni e gli uomini non riescono a consolidare il loro modo di agire. BRICOLAGE IDENTITARIO: utilizzando di volta in volta le caratteristiche che appaiono più utili nella “MESSA IN SCENA” di Goffman. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Società informatizzata → FUNZIONAMENTO ALGORITMO. ▶ Situazione che necessita di nuovi strumenti e di un nuovo processo educativo. La cultura si apprende attraverso la socializzazione e determina il processo Cultura= saperi contestualizzati, non si ereditano vanno appresi attraverso la SOCIALIZZAZIONE. Ogni società ha il suo metodo di formare i bambini: chi vedendo i bambini come una tabula rasa, chi invece potenziando l’individuo lasciandolo libero nel seguire i suoi obiettivi personali. Bisogno di una ridefinizione di cosa trasmettere ai giovani → cambiamenti società rapidi e profondi. Il legame tra educazione e cultura ▶ Capirlo è il primo passo da cui partire per la ridefinizione Non esiste educazione senza cultura questo perché non esiste NEUTRALITA nell’educazione perché in qualche modo si vanno sempre a influenzare i valori e il modo di pensare dei giovani, NON esistono momenti separati in cui si trasmettono contenuti da una parte e valori dall’altra, è tutto collegato. La scuola deve trasmettere il senso critico La scuola non è più l’unica che trasmette contenuti la cosa importante per essa è riferirsi alla VERITÀ e trasmettere SENSO CRITICO, mentre altre fonti mirano solo all’UTILITÀ ▶ Valore di un’informazione → numero di “mi piace” → individualismo di massa Indice di popolarità nel mondo virtuale = mi piace Nel passato il pollice alzato significava l’indicazione che gli spettatori dei giochi gladiatori chiedevano la grazia per il gladiatore che si era battuto. Il simbolo ora ha un significato diverso ma influenza ancora il comportamento: numero dei like = misura del valore di una persona Il concetto relazionale e la relazione significativa Educazione ha due pilastri: La relazione → Identità adulto si forma in una serie di rapporti scopo: introdurre alla conoscenza della realtà Il significato → Nella società liquida è importante appartenere ad una comunità funzionale = gruppi di persone che condividono gli stessi valori. Perché è la presenza degli altri che conferma l’identità di un soggetto Gli permette di appartenere, di partecipare. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Nuovi attori dei processi di socializzazione e educativi Il quadro di questi processi è complesso per l’ingresso di rete, strumenti che supportano le nuove tecnologie, cambiamento nel peso degli attori tradizionali. Famiglia indebolita e depotenziata → interagire con la scuola → reagisce con delega totale o la difesa ad oltranza Rapporto con i media meno conflittuale Il capovolgimento dei new media Dovuto al fatto che i nativi digitali (tecnologie = parte esperienza quotidiana dalla nascita ) sono più competenti degli adulti in questo perché gli adulti sono immigrati digitali che hanno dovuto traghettarsi dal mondo analogico al digitale. C’è un capovolgimento perché i maestri diventano i ragazzi perché gli adulti non si adattano alla diffusione di una conoscenza condivisa = MODELLO WIKI. Modello wiki → processo di costruzione di una conoscenza condivisa, simile a quello dell’enciclopedia → Aggiornato dai suoi utilizzatori, e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. L’estensione della relazione tra pari Gruppo dei pari/amico del cuore sostituito da decine o centinaia di persone che danno l’amicizia. Sostituzione alla profondità → l’estensione Hikikomori → significa “colui che si ritira” e indica gli adolescenti e i giovani tra i 15 e 30 anni, quasi tutti i maschi, definiti paraside single, che vivono in casa e mediano attraverso il computer tutti i loro rapporti con il mondo. Il diritto alla libertà di educazione È un diritto di cittadinanza non può essere limitato in alcun modo. In un sistema democratico, i genitori dovrebbero poter controllare che la scuola frequentata dai figli sia coerente con i valori famigliari, che l’insegnamento sia di qualità e che garantisca un’ambiente sereno. Se si possono controllare tutti questi elementi: si può parlare di diritto alla libertà di educazione. Le scuole confessionali Cresciuta la necessità di garantire un equilibrio fra quell’impostazione culturale di fondo che abbiamo detto di considerare necessaria e valori come l'interculturalità, la multimedialità e la neutralità su cui si basano le società multiple. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 1.1 Spunti per una riflessione Una visione anticipatoria dei bambini L' approccio sociologico ha una visione anticipatoria dei bambini, li pensa come saranno da adulti e immagina la forma definita che potranno, dovranno o vorranno assumere. Il gruppo minoritario dei giovani In rapporto alla popolazione adulta il nuovo uomo è un infante, non sa parlare e non ha potere, per cui non ha un posto specifico nell’ organizzazione sociale e non può esprimersi nemmeno nelle questioni che lo riguardano più direttamente. I giovani rappresentano ancora un gruppo minoritario, se non in termini numerici, quantomeno di accesso al potere. La scuola delle tre E, e la genitorialità responsabile Nel progettare il sistema formativo non si può fare un discorso di potere, di proprietà del bambino, ma di responsabilità nei suoi confronti: limitandoci alla scuola, dobbiamo puntare ad una scuola che riesca a fronteggiare le mutevoli richieste della società in tempi rapidi, ma senza perdere la propria identità. Una scuola delle tre E: Efficacia → significa una scuola in grado di sviluppare tutte le potenzialità di una persona, rispondendo alla domanda di formazione individuale e sociale. Le probabilità che una scuola sia efficace aumentano in rapporto alla capacità di lettura del contesto, alla collaborazione di docenti fra loro e fra i docenti e le famiglie, l'assenza di conflitti; Efficienza → significa che gli obiettivi vengono ottenuti con il miglior rapporto possibile fra costi benefici; Equa → deve garantire a tutti l'uguaglianza non solo negli accessi, ma nei risultati, ed è fondamentale in un contesto dove il livello di istruzione è un'importante dimensione della stratificazione, ed è distribuito in modo diseguale. Genitori in una scuola del genere: PROSUMER = consumatori e produttori allo stesso tempo. Le politiche educative devono favorire l'idea di genitorialità responsabile. Una cooperazione tra gli stakeholders della scuola È dunque necessario che il modello educativo venga progettato a partire dalle caratteristiche della società in cui si manifesta e alla domanda di educazione a cui darà risposta. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Una proposta di azione fra i diversi stakeholder della scuola potrebbe essere quella di cooperare in modo informale e aperto, compito difficile in una scuola che ha perso prestigio perché percepita come riferita ad una società che non esiste più, in cui la comunicazione fra le generazioni deve essere integrata dalla comunicazione fra le culture e si sommano le difficoltà di entrambe. Il cambiamento delle tre fasi dell’apprendimento di Bateson Si può partire riesaminando le tre fasi del processo di apprendimento proposte da Bateson: 1. La trasmissione del sapere, di cui un tempo la scuola aveva l'esclusiva, ora ha perso di significatività; 2. L'acquisizione di una cornice formativa in cui si collocano le informazioni, deutero apprendimento, che invece diventa più importante; 3. La capacità di smontare e rimontare la cornice formativa, che Bateson considera patologica, mentre per Bauman la capacità di rielaborare i modelli mentali è cruciale, perché l'educazione deve far fronte a una situazione di mancanza di punti di riferimento e continuo cambiamento. Le conseguenze dei megatrend economici La crisi delle strategie e delle istituzioni tradizionali è determinata principalmente dai cosiddetti “megatrend economici”, che hanno conseguenze di rilievo sia sul mercato del lavoro che sulla società nel suo insieme. Il futuro del lavoro e dei lavoratori sta affrontando cambiamenti cruciali indotti dalla tecnologia, dalla globalizzazione, dalla demografia. Una società basata sul principio di prestazione È un principio per cui si vale per ciò che si fa e non per quel che si è. Questo porta a esternare paura e aggressività attaccando il “diverso” questo contraddice l’impianto eminente inclusivo delle istituzioni educative che vedono la diversità come opportunità. L’istruzione è un bene comune Formazione → concepita dalla società = BENE COMUNE, non sommatoria di beni e interessi individualistici ma BENE SOCIALE. Tre caratteristiche perché istruzione = BENE COMUNE NON IMPLICA RIVALITÀ → Ne possono fare parte molti senza sottrarla a qualcuno NON È ESCLUSIVO → È potenzialmente disponibile a tutti OGGI È ANCHE GLOBALE → Compie percorsi senza frontiere grazie alla globalizzazione che fa trasmettere la conoscenza grazie alle tecnologie Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 dell’informazione consentendo a tutti ad accedere nello stesso momento a tutte le informazioni disponibili. Una scuola ideale non esiste Questo lo diceva Durkheim, perché ogni società deve COSTRUIRSENE una. Possiamo utilizzare il paragone di Platone con “città ideale” → Poco importa che essa non esista o non sia esistita in un passato remoto. Ciò che è importante è che ci serva da modello. La scuola deve rispondere alle domande di significato dei giovani I ragazzi vanno a scuola volentieri se ne percepiscono l’utilità per la loro vita, quando sentono che a scuola possono trovare risposte alla loro domanda: di formazione+ di istruzione ma anche di SIGNIFICATO questo deve essere l’obiettivo principale della scuola. Il bisogno di idee Postman evidenzia come in questo mondo confuso dalle troppo informazioni non abbiamo bisogno di altre informazioni, ma più IDEE che ci forniscano un contesto di chiarimento e di comprensione per riordinare le tante informazioni. Capitolo 2 – I processi di socializzazione Il processo di socializzazione garantisce la sopravvivenza della cultura Grandi domande che si pongono i sociologi oggi: come nasce la società e come riesce a garantirsi la sopravvivenza attraverso le generazioni? Generazione=il concetto è molto importante nello studio della socializzazione, si tratta di una coorte quindi aggregato di individui che, all’interno di una popolazione definita, in genere sulla base degli anni di nascita, hanno sperimentato nello stesso periodo di tempo eventi comuni. Queste domande trovano risposta nel processo di socializzazione proprio perché la cultura non si eredita ma viene appresa ogni società mette in atto questo processo di socializzazione per sopravvivere. Interazione tra educazione e società in cui avviene L’approccio sociologico dopo tempo ha capito che educazione e società sono collegate, perché le caratteristiche dell’educazione sono molto collegate alla società. Su questo Durkheim sottolinea: il diritto della società ad esercitare un’azione intenzionale sui giovani attraverso avvenimenti definiti: SOCIALIZZAZIONE. Il necessario mutamento delle società Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Socializzazione obiettivi = costruzione identità individuo, inserimento nella società e conciliare variabilità personale e progetto sociale. Ogni organizzazione sociale in qualche modo cambia, ed è il mutamento a garantire il necessario adattamento del sistema. Un equilibrio tra innovazione e conservazione Compito sociologia: formazioni sociali che si vedono come STABILI quindi si può pensare che si prediligano gli aspetti di conservazione ma il sistema educativo arriva al suo obiettivo solo con equilibrio tra innovazione e conservazione. Questo perché lo sviluppo si crea solo nella dialettica tra i poli opposti. L’innovazione previene l’anomia Innovazione culturale = produzione di nuovi significati. Previene l’ANOMIA = perdita di significato delle norme a cui le persone non si sentono più in dovere di obbedire. ANOMIA = è usato per indicare una situazione in cui le persone non si sentono più vincolate a seguire le norme sociali, questo termine però è utilizzato da Durkheim e da Merton in modo diverso, da Durkheim non riguarda una mancanza della società nei confronti dell’individuo ma il contrario = perché è l’individuo che non riesce a trovare una giusta collocazione. Per Merton invece l’anomia nasce quando in un sistema sociale si ha una frattura fra fini e mezzi. Il processo di socializzazione Attraverso la socializzazione il sistema politico esercita il controllo e riduce il conflitto per far crescere la propria possibilità di perpetuarsi nel tempo. Ma fornisce anche strumenti per la creazione dell’identità dell’individuo = linguaggio. In questo processo esiste un’interdipendenza tra dimensione culturale e dimensione organizzativa (modo in cui si struttura il sistema scolastico) 2.1 Le teorie generali sulla societa’ e l’educazione Definizione di società Non: insieme degli uomini. Non: risultato e movimento di separazione dei singoli. Ma per la sociologia la società è = un contesto di tipo non sommatorio, dove il tutto è maggiore della somma dei singoli e in cui a ciascuno è assegnata una funzione. Individuo: determinato dall’appartenenza al contesto Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Il concetto di società comprende anche le relazioni tra gli individui, e le leggi a cui queste relazioni soggiacciono. I rapporti tra individuo e società come tema centrale della sociologia Quindi, visto che questi rapporti rappresentano il suo tema centrale, le teorie sociologiche più valide dipendono dalla capacità con cui sono riusciti a subentrare all’ interno di questi rapporti. Compresenza di aspetti dinamici e statici Un altro aspetto molto importante per la socializzazione è la compresenza di questi aspetti, di cui già Compte parlava dividendo la sua “ fisica sociale” ,che analizza le condizioni di esistenza della società e le leggi del suo mutamento, in due parti: “STATICA” e “DINAMICA”. Oggi è sbagliato considerare questa distinzione perché bisogna vedere la società come un “unità indissolubile di elementi”. Teorie macro e microsociologiche Teorie macrosociologiche = studio strutture, istituzioni e organizzazioni. Teorie microsociologiche = significati e relazioni interindividuali. La dialettica micro/macro nella sociologia dell’educazione La dialettica tra questi due tipi di sociologia è presente anche nella sociologia dell’educazione, che fino agli anni ‘80 si interessava principalmente alla macrosociologia, fino a quando emerge l’esigenza di comprendere in che modo insegnanti e allievi vivono la pratica quotidiana dentro la classe → SOCIOLOGIA INTERPRETATIVA. La realtà come costruzione sociale Il testo che più si basa su questo nuovo approccio di fenomeni sociali è il testo di Berger e Luckmann “la realtà come costruzione sociale” in cui si afferma che nella sociologia è importante il riconoscimento che non esiste l’unica realtà, ma tutti gli universi simbolici e tutte le legittimazioni sono prodotti umani e la base della loro esistenza sta nella vita degli individui concreti. L’influenza della globalizzazione Ciò che ha più influenzato la sociologia degli ultimi anni e la globalizzazione → Ovvero l’interdipendenza o accelerazione dei mercati che genera sua volta l’interdipendenza tra le società. C’è sicuramente un legame tra globalizzazione e sociologia dell’educazione che può essere buono o cattivo a seconda di come viene usata. Un modello di socializzazione basato sulla comunicazione Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Nella società di oggi la socializzazione non è come un processo di assimilazione in cui si acquisisce il patrimonio culturale consolidato della tradizione per diventare simili agli adulti, ma piuttosto è più adatto un modello di socializzazione basato sulla comunicazione, sul confronto sui meccanismi di adattamento. Besozzi che dice che se le conoscenze, i valori non sono dati essi sono scoperti e costruiti. Assimilazione: gli studiosi che hanno descritto le molte forme in cui migranti entrano a far parte della società di arrivo parlano di assimilazione lineare = convinzione che i migranti seguono un percorso lineare e si assimilano in tutto e per tutto alla cultura del paese di arrivo dimenticando le proprie tradizioni per accettare in modo acritico la cultura prevalente chi non lo fa è destinato alla marginalità sociale. Oggi con le trasformazioni del mercato di lavoro e lo sviluppo della globalizzazione possiamo parlare di una pluralità di percorsi: si può parlare di assimilazione segmentata che cerca di capire non solo se la seconda generazione si assimilerà la società, ma in quale segmento lo farà. 2.2 Individuo, societa’, gruppo Teorie diverse sulla socializzazione Concezione sociologi della società + natura umana = teorie diverse sulla socializzazione. Visione positiva natura umana+ visione consensuale della società → teorie conservatrici del consenso (struttural—funzionalisti). Visione negativa della natura umana+ visione conflittuale della società → teorie radicali (neomarxisti). Il concetto di individuo L’analisi sociologica analizza l’INDIVIDUO come socialmente mediato → se egli è ciò che è solo in funzione dei rapporti con gli altri, la sua definizione ultima non è quella di una singolarità, ma piuttosto quella di una necessaria partecipazione e comunicazione con gli altri. Per potersi definire e autodeterminare, l’uomo deve vivere delle relazioni con i suoi simili, diventa un io-molti, che si costruisce nell’esperienza dell’alterità. In questa prospettiva, anche la persona singola è una categoria sociale. Elementi diversi alla base della società Alla base della società, le scienze umane pongono elementi diversi: i sociologi fondano la società sulla fiducia, la relazione, mentre gli economisti la fondano sul lavoro. La diversificazione sociale Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Con il crescere delle esigenze, si genera la diversificazione sociale: l’aumento della conflittualità genera una classe di guerrieri che controllano il conflitto, mentre con il crescere delle dimensioni dello Stato nasce la classe dei governanti con il compito di mantenere l’ordine e perseguire le finalità comuni; alla classe sacerdotale viene assegnato il compito di garantire il legame dei popoli con il sistema di valori su cui si fonda la società. L’approccio inadeguato delle teorie individualistiche Sia l'individualismo che sociocentrismo assoluto sono ottiche superate, e si può parlare al massimo di teorie che privilegiano uno dei due poli, con un’alternanza fra periodi prevalenza dell’individuo e della società. Sociobiologia e biosociologia Nell'individuazione della specificità della società degli uomini rispetto alle società animali, la sociobiologia e la biosociologia partono dal presupposto in parte diversi: la biosociologia è genericamente definibile come quella parte della sociologia che studia i rapporti fra fenomeni biologici e fenomeni sociali la sociobiologia nasce come applicazione ai comportamenti umani dei principi darwiniani. I sociobiologi, comparano sistematicamente il comportamento animale e quello umano, hanno accresciuto la conoscenza delle componenti genetiche che influenzano l'agire dell'uomo ma tendono a sottovalutare la differenza introdotta dal fenomeno della conoscenza di sé e della comparsa dell’ordine culturale. L’errore L'errore di questi studiosi sta nel trascurare il fatto che l'uomo stabilisce un rapporto con le componenti comuni al mondo animale, e per questo le loro semplificazioni sono riduttive e talora addirittura grossolane, perché applicano al comportamento umano la logica utilitaristica della selezione naturale che massimizza le possibilità di riproduzione della specie, trascurando l'esistenza dei significati dei modelli di comportamento culturale codificati, in un'ansia di semplificazione. La fiducia È possibile dare origine alla società solo se gli individui fin da piccoli apprendono il sentimento della fiducia gli uni verso gli altri: si genera, grazie alle relazioni personali con gli altri. Con la cooperazione si genera il capitale sociale, che valorizza la capacità degli individui e dei gruppi di creare rapporti con l’esterno. Se manca la fiducia viene a mancare anche la cooperazione. Nelle società moderne con la differenziazione sociale viene a mancare un’unica cultura e questo porta a una dimensione della fiducia, e per conoscere l’altro si tende a Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 utilizzare un ragionamento riduttivo- pregiudizio, che non permette la collaborazione. La fiducia è un elemento essenziale e viene appresa nelle prime esperienze ancora prima del linguaggio. Lo status ruolo Il nesso tra l’individuo e la società è il ruolo o lo status ruolo un concetto formulato da Durkheim e poi precisato da Parsons, indica l’insieme dei comportamenti che ogni individuo socializzato deve assumere in quanto occupa una determinata posizione nella società. Lo status è ordinato gerarchicamente nella società al fine di garantire la sopravvivenza di tutte le posizioni sociali necessarie. La socializzazione ha il compito di far riconoscere alle persone il proprio ruolo ed imparare i comportamenti giusti: questi comportamenti sono noti e costituiscono l'oggetto dalle aspettative di ruolo che governano l'azione. Durkheim sosteneva che l’uomo socializzato idealmente è quello ultra- socializzato che riesce a passare da un’individualità biologica (la natura) ad un’individualità sociale (la cultura). Ultra-socializzazione Si parla di ultra-socializzazione quando l’individuo non è più in grado di agire liberamente, ma ogni azione è determinata dalla posizione che possiede nella struttura di ruolo. Si necessita una socializzazione che tenga conto sia delle richieste dell’ambiente sociale ma anche le esigenze dei singoli. Ricerca di equilibrio tra integrazione e differenziazione La riproduzione dei ruoli è uno dei compiti fondamentali del sistema formativo e questo pone alle istituzioni educative il problema dell’equilibrio tra permanenza e cambiamento, con uno sforzo di integrazione e differenziazione: l'integrazione → punta alla coerenza la differenziazione → consente lo sviluppo degli individui e l'arricchimento del sociale, nel rispetto della variabilità personale. La socializzazione deve tenere conto sia delle richieste dell'ambiente sociale sia delle esigenze particolari, delle peculiarità e talenti dei singoli. Compatibilità tra azioni del singolo e aspettative L’individuo non assimila ogni informazione che riceve, ma seleziona solo quelle che ritiene utile in genere facendo riferimento ai gruppi di appartenenza, poiché è la considerazione che le persone più vicine a noi incide sull’idea che noi abbiamo di noi stessi e le loro aspettative di ruolo determinano in larga misura il comportamento. È compito della socializzazione creare un accettabile livello di compatibilità tra ciò che una Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 persona pensa di dover essere, e ciò che gli altri si aspettano da lui di cui è egli a sua volta consapevole. La mediazione del gruppo Il rapporto tra singolo e comunità di appartenenza non è quasi mai diretto, generalmente, avviene attraverso la mediazione di un gruppo: un insieme di persone contraddistinte da un rapporto stabile, duraturo e affettivo (il primo è la famiglia). Caratteristiche del gruppo Il GRUPPO è la forma più semplice di aggregazione sociale che nasce per diversi motivi. I gruppi sono auto ed etero percepiti, dal momento che i membri pensano a sé stessi come “noi”, eventualmente in opposizione ad altri e al tempo stesso l’appartenenza al gruppo è una componente fondamentale della percezione che gli altri hanno di loro. Ne derivano una conseguenza negativa, la nascita di stereotipi sociali, di stigmi, e una positiva, il rinforzo dell’identità, che ha un esito negativo come, ad esempio, per i ragazzi che appartengono a gruppi devianti. All’interno del gruppo vi è quasi sempre un leader che ha il compito di mantenere la stabilità, superando le eventuali crisi. Le principali caratteristiche sono: Il numero dei membri; L’organizzazione funzionale; La frequenza delle relazioni; Il coinvolgimento affettivo; La stabilità. Conseguenze dell’individuo pluri-collocato Una condizione necessaria per definire il gruppo è la dimensione limitata, in modo che tutti i membri si possano conoscere tra loro e possano stabilire dei legami duraturi. Il gruppo può evolversi in: a. Associazioni: con lo scopo di perseguire lo stesso fine; b. Organizzazioni: associazioni che oltre a perseguire uno scopo, sono caratterizzate da una struttura rigida o burocratica. Nelle società contemporanee, ogni individuo appartiene a più gruppi: ciò può avere conseguenze positive o negative, positive perché contribuisce all’arricchimento personale, negative perché mette in crisi il principio di identità. L’uomo deve trovare una condizione di equilibrio quando si trova collocato in diversi gruppi. Elementi costitutivi del gruppo Gli elementi costitutivi di un gruppo sono: Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La similitudine: l’unione tra i membri è più facile se si hanno caratteristiche simili; L’eterogeneità: se non eccessiva aumenta la produttività, altrimenti porta al conflitto; Interazione e interdipendenza; Presenza di ruoli, norme, organizzazione: per riuscire a raggiungere gli obiettivi; Percezione di appartenenza; Capacità di soddisfare bisogni psicologici dei membri. Moreno e la sociometria = la forza e la direzione dei legami presenti all’interno di un gruppo orientato a conseguire un fine specifico sono misurate dalla SOCIOMETRIA che rileva anche la reciproca percezione funzionale ed espressiva dei membri di un gruppo. Scoperte da Jacob Moreno. Cooley fa una distinzione tra: I gruppi primari 1. Gruppi primari: il principale è la famiglia, composta da un numero ristretto di persone, che interagiscono in modo diretto. Si sviluppa un forte sentimento tra i membri del gruppo. È necessario che il numero dei membri sia limitato e ristretto. Il primo a studiare le dimensioni di un gruppo fu Simmel, che sostiene che più un gruppo è piccolo, più sarà il coinvolgimento. Abbiamo due suddivisioni: Diade: composta da due persone. Se una lascia il gruppo esso non esiste più. Triade: formato da tre persone. È più stabile, poiché se uno lascia il gruppo, esso continua ad esistere diventando una diade, il terzo soggetto può allearsi con uno o con l’altro, oppure può modificare i rapporti preesistenti. I gruppi secondari 2. Gruppo secondario: composto da un numero elevato di membri e le relazioni interpersonali sono neutre e funzionali a un determinato scopo che si sta seguendo. Gruppi di appartenenza e di riferimento I rapporti spesso sono guidati da un regolamento. Le organizzazioni e le associazioni sono gruppi secondari. Possiamo distinguere tra: Gruppo di appartenenza: può essere acquisito (gruppo professionale) o ascritto (la famiglia in cui si nasce); Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Gruppo di riferimento: gruppi a cui una persona aspira a raggiungere, per cui adotta comportamenti propri di qual gruppo realizzando una socializzazione anticipatoria. Il recupero della comunità Nella società globale si è trasformato il sistema di relazioni con l’aggiunta dei social network. È quindi particolarmente interessante notare la rinascita del localismo, che ridà vigore ad una forma sociale apparentemente caduta in disuso, la comunità, con un movimento di rifiuto della neutralità affettiva e dei rapporti formalizzati, o a forme ancora più precedenti, come le tribù. Il postmodernismo si caratterizza e si cristallizza proprio nella sinergia tra lo sviluppo tecnologico e il ritorno di forme arcaiche. Nel XXI secolo la comunicazione diventa proprio l'elemento sacro attorno a cui le comunità si fondano. 2.3 Socializzazione e educazione Differenza tra socializzazione e educazione Nel linguaggio comune, i termini educazione e socializzazione vengono considerati sinonimi, e si parla di EDUCAZIONE in riferimento a tutto quello che riguarda la crescita del bambino dal momento in cui nasce a quello in cui viene considerato adulto. Ma non è così: la SOCIALIZZAZIONE comprende tutto quanto, in modo intenzionale o non intenzionale, formale o informale, concorre all’inserimento di un individuo in un gruppo sociale, e in particolare ogni elemento della relazione esistente fra la struttura sociale e la formazione dell’identità, mentre l’educazione comprende solo gli aspetti formali della socializzazione, ed è un processo complesso e strutturato, caratterizzato dalla presenza di un rapporto tra chi insegna e chi apprende, che si realizza attraverso una sequenza ordinata ed intenzionale di avvenimenti che allo scopo di trasmettere alle persone i valori morali e culturali del gruppo e della società cui appartengono, in modo che possano prima a farli propri e poi rielaborarli. Rapporto tra educatore e educato L’educazione è in funzione dell’ambiente sociale, che attraverso del processo educativo interagiscono sia gli aspetti strutturali e culturali. L’elemento caratterizzante è il rapporto tra l’educatore e l’educando, che deve attraverso di esso trovare la sua strada nella vita e la propria forma, cioè conseguire un’auto-realizzazione: originariamente questo rapporto era quasi sempre di tipo faccia a faccia, mentre oggi avviene in genere all’interno di agenzie, specializzate e non, oppure è indiretto, come nei mass-media. Chi insegna esercita un’azione intenzionale per indurre in chi apprende comportamenti che a lui sono richiesti tanto dalla società nel suo insieme, quanto dall’ambiente particolare a cui è destinato: Berger definirà l’insegnante come imprenditore morale. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La relazione educativa La relazione educativa è una relazione interattiva caratterizzata da un elemento di libera scelta, determinata dalla tensione tra il desiderio di educazione e il desiderio di indipendenza, essenziale per l’esistenza stessa del processo educativo. La relazione educativa inizia in famiglia, dove nella socializzazione primaria si strutturano le capacità di entrare in relazione con le altre persone: a partire dalla scuola per tutto l’arco della vita umana si sviluppa la socializzazione secondaria, grazie ad una serie ulteriore di interazioni significative con gli adulti e con i pari, da cui si apprendono competenze cognitive, sociali e affettive. Un ruolo centrale sembrano giocare le aspettative reciproche. Socializzazione primaria e secondaria La socializzazione primaria ha per fine l’acquisizione delle basi della personalità e del ruolo, l’interiorizzazione di ciò che è lecito o meno sia in relazione ai valori universali, sia in relazione al proprio status, ed avviene prevalentemente in famiglia. La socializzazione secondaria ha per fine l’acquisizione del ruolo, in base alla definizione che ogni società compie dei ruoli di cui ha bisogno e della loro rilevanza sociale. Nelle moderne società complesse, la socializzazione secondaria è diventata più importante, perché i frequenti cambiamenti richiedono un adeguamento delle conoscenze, competenze e atteggiamenti. Ad ogni età nei momenti di transizione a nuove forme di vita, il cambiamento può essere così radicale e discontinuo, ad esempio nel caso delle migrazioni che è più corretto parlare di risocializzazione piuttosto che di ulteriori sviluppi dalla socializzazione secondaria. Socializzazione anticipatoria: quando l’individuo adotta i comportamenti dei membri di un gruppo di cui vorrebbe far parte anche mettendosi con il contrasto con i comportamenti di modelli di vita del proprio gruppo di appartenenza 2.4 Personalita’, identita’ e identificazione Sistema sociale, culturale e della personalità Parsons: Secondo lui la realtà si compone di 3 sistemi: SISTEMA SOCIALE: sociologia SISTEMA CULTURALE: antropologia SISTEMA DELLA PERSONALITÀ: psicologia Sono sistemi autonomi, indipendenti ma non gerarchizzabili, dotati di una propria organizzazione e complementari, se no l’azione sociale sarebbe impossibile. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Sistema può essere scindibile in sottosistemi: l’arte, la religione, l’economia e la politica… Le personalità modali Per permettere la sopravvivenza del sistema → l’obiettivo della socializzazione deve essere creare personalità desiderabili = personalità modali = indica le caratteristiche più diffuse in un certo periodo/tempo storico. Tra le categorizzazioni formulate la più famosa è: La tripartizione di Riesman Secondo questa tripartizione le personalità modali che si susseguono nella storia sono caratterizzate dai criteri di orientamento all’azione (il motivo per cui si compiono determinate scelte) e dal tipo di relazione fra sé e gli altri: La personalità diretta dalla tradizione: agisce in un modo perché “si è sempre fatto così” La personalità autodiretta: agisce in base alla propria determinazione/ coscienza (si diffonde nell’ umanesimo) La personalità eterodiretta: tipica della società moderna, criterio di azione= aspettative degli altri e la conformità è assicurata dalla tendenza ad essere influenzati dalle prospettive e preferenze altrui. Altre tipologie di personalità Ci sono altre tipologie di personalità come quelle individuate da Merton che si classificano in base all’accettazione/rifiuto di fini e mezzi proposti dalla società. I conformisti: li accettano entrambi; Il delinquente: accettano i fini ma li realizzano con mezzi illeciti; Il creativo: accettano i fini ma li realizzano con mezzi leciti ma innovativi; I ritualisti: li assumano acriticamente considerando significativi i mezzi; I ribelli o i rinunciatari passivi: non accettano né i fini né i mezzi. L’identità, una costruzione sociale storicamente connotata Identità = Principio stabile che rende riconoscibile nel tempo una persona e le fornisce criteri di azione, non coincide con la personalità. È il punto di arrivo della socializzazione dell’apprendimento sociale, può essere definita come costruzione sociale storicamente connotata: Il bambino si adatta ad un sistema sociale particolare acquisendo tutte le competenze che gli servono. L’identità, quindi, è tanto individuale quanto sociale perché abbiamo bisogno degli altri per costruirla. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Il conseguimento di un’identità come obiettivo L’obiettivo per il singolo è conseguire un’identità auto ed etero definita, implica la capacità di differenziarsi dagli altri. Il distacco dalla famiglia, prima tap a densità è difficile ma viene facilitato da una fase di identificazione in cui preadolescente si colloca in un gruppo e ne assume i caratteri distintivi: I preadolescenti trovano nel gruppo la forza per staccarsi e opporsi ai modelli comportamentali della famiglia che in seguito potranno recuperare quando si saranno messi alla prova come individui autonomi. Società acentrica o policentrica L’identità è un sistema di rappresentazione attraverso cui la persona si colloca viene collocata all’interno di un gruppo. Se in passato le società occidentali modello di adulta cui conformarsi era abbastanza ben definito in base ad una serie di variabili ed era chiaro per ciascuno che cosa fosse desiderabile oggi la società è caratterizzata da la caduta del centro = acentrica, E oppure dall’esistenza di molti centri = policentrica Una politica della frammentazione: le identità riciclabili Più che al raggiungimento di una personalità standardizzata, Le società della tarda modernità sembrano mirare una politica della frammentazione: l’identità non è unitaria, ma è nutrita da molte fonti assume molte e variabili forme. I punti di riferimento, i valori e comportamenti si modificano continuamente costruendo quelle che Bauman chiama “identità di ciclabili”. L’identità esplorativa Per cercare di controllare questa pluralità i bambini sviluppano un’identità esplorativa: al cui interno si cerca un principio unificante con la differenza che l’unità non sta prima della varietà delle esperienze, ma viene costruita dopo dal soggetto. Il rifiuto dei giovani a prendere decisioni definitive reversibili può essere legato al timore che dopo può presentarsi in opportunità più interessante di quella scelta. Questa reversibilità si applica perfino ad elementi che venivano ritenuti i componenti strutturali dell’identità, come il genere. Identità di gender tra natura e cultura: oggi il concetto di genere collegato al concetto di libertà individuale al progetto che ognuno di noi stabilisce per la sua persona, dimensione progettuale che rispetto al passato e più egocentrica. Fino a qualche anno fa le possibili edificazioni sessuali erano due, basate sul codice binario maschio/femmina Oggi le identità sessuali perdono significato mentre si modificano l’identificazione di genere che sono decine o infinite, se si prende come riferimento il mondo del web e dei social network. In questo senso, molto significativo fu l’intervento di una blogger che Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 definisce il figlio di nove anni GENDER FLUID (Il genere Florida è una persona che alterna identità maschile, identità femminile e identità miste). Dal modello dell’altro significativo all’altro generalizzato La spinta crescere non è solo fatto biologico, ma nasce nel bambino dal desiderio di identificarsi in un altro che abbia valore per lui, un altro significativo in cui si assumono modelli come il padre e la madre poi il bambino imiterà altri adulti che gli sono vicino finché a poca poco diventa capace di generalizzare estraendo contenuti e concetti non più imitando gli altri ma perché ha interiorizzato questi modelli e valori della figura dell’altro generalizzato: non una persona fisica ma la personificazione di tratti della società, un’oggettivazione del sociale a cui il bambino fa riferimento per costruire la sua personalità. Coscienza collettiva (Durkheim): l’insieme delle norme condivise da tutti i membri di una società, cui le persone adeguano i loro comportamenti. L’altro ideale Cooley → bambino astra dagli altri significativi → ALTRO IDEALE. Si comporta poi in base a questa immagine, rinforzando e indebolendo i suoi comportamenti: approvazione e disapprovazione. La transizione intergenerazionale Transizione intergenerazionale= lo scopo di costruzione dell’identità del bambino quando è dipendente dall’adulto perché questa relazione consente l’identificazione di sé come bambino, adolescente, giovani. FASE CRITICA → preadolescenza e adolescenza. La preadolescenza Inizio → 11 anni. Quando il soggetto è sensibile alle influenze esterne, qui inizia la fase di identificazione/identità in cui possiamo notare un allontanamento dalla famiglia. Questa fase segna il passaggio dalla dipendenza all’autonomia e il cambiamento della rete relazionale. L’importanza di genitori e insegnanti La famiglia e la scuola hanno compiti diversi ma complementare perché configurano le due dimensioni del legame sociale: il dono e lo scambio. In questo senso GENITORI e INSEGNANTI sono molto importanti perché se sono modelli soddisfacenti lo stato di incertezza dell’adolescente sfocia in una definizione positiva. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Insegnante: alter significativo oltre la famiglia. La difficoltà di un’identità solida Nella società di oggi è molto difficile raggiungere un’identità solida → ci mancano valori unitari di riferimento = modelli di adulti di riferimento, Quindi si perde la motivazione all’identificazione, salta il passaggio altro significativo/altro generalizzato. C’è sovrabbondanza di scelte (molte di più rispetto alla società tradizionale ma senza un criterio per compierle, questo genera insicurezza che porta alla diffusione di un COMPORTAMENTO MIMETICO = gli individui si travestono a seconda del gruppo frequentato, si mascherano e recitano una parte. Un’identità multipla e frammentata Il problema del mimetismo diventa importante in una società dell’immagine dove l’identità diviene multipla, frammentata, senza dimora o esplorativo- combinatoria e oscilla tra le molteplici collocazioni messe a disposizione dal reale. Manca un’etica trasversale riferita ad un centro: è stato il centro a venire a mancare e questo ci ha costretto a far riferimento ad un settore specifico. In questo caso il singolo appartiene a diverse sfere che se sono concentriche l’identità è definita se invece sono in contrapposizione l’identità diviene pluri- collocata e debole. Gli indicatori del raggiungimento dell’età adulta Questi indicatori sono diversi perché ogni società richiede all’adulto prestazioni e comportamenti diversi di solito ogni società cerca di ottenere adulti conformisti con caratteristiche desiderabili che si comportano secondo le aspettative di ruolo. Per esempio, si può considerare adulto ci si esprime le potenzialità ed effettuare delle scelte autonome ma questo ideal tipo contrasta con il fine di una società molto strutturata quindi definiamo adulto chi mantenendo la propria autonomia si adegua alle norme fondamentali della società a cui appartiene anche contrastando almeno tacitamente l’esortazione al conformismo. Nelle società semplici, il passaggio dall’infanzia all’età adulta era segnato da riti di passaggio ampiamente descritti → si trattava di una cesura fa un prima e un poi, di un momento preciso, in cui piccolo uomo diveniva parte del mondo adulto. L’adulto era caratterizzato da due dimensioni precise: la famiglia e il lavoro. Oggi questo è molto cambiato perché l’età media di uscita dalla famiglia si è spostata in avanti e poi si può avere un lavoro e vivere in famiglia, oppure andarsene di casa senza avviare una nuova famiglia. Se nella prima indagine si consideravano giovani le persone tra i 15 e i 25 anni, già nella seconda Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 indagine l’età media si è spostata a 29, nell’ultima a 34 e si parla di considerare in futuro gli adulti giovani fino a 39 anni. 2.5 L’apprendimento Nello studio dei processi di apprendimento distinguiamo: Fase iniziale → bambino impara Le competenze tecniche e le regole generali per vivere in una data comunità Fasi successive → bambino impara i savoir faire relativi al suo ruolo, e a far fronte al cambiamento Le ricerche hanno anche mostrato che gli stili di allevamento dei bambini influiscono sull’apprendimento Gli stili genitoriali di Flanagan Flanagan identificato tre stili genitoriali di base: 1. Autoritarismo: i genitori impongono di norma i bambini senza spiegargli le ragioni per cui dovrebbero comportarsi in un certo modo. Risultato: bambino orientato al risultato, timoroso, passivo. 2. Autorevolezza: approccio flessibile alternando discussione e linee di comportamento chiaro cercando di rispondere alle richieste del bambino. Risultato: Bambino curioso, capaci di autocontrollo, cooperativo. 3. Permissività: i genitori lasciano il bambino libero di esprimersi all’interno dei limiti poco definiti esercitano per poco un controllo. Risultato: Bambino ribelle, demotivato, con scarsi risultati. Gli psicologi hanno formulato un certo numero di teorie sul funzionamento di apprendimento accolte anche dai sociologi come: la teoria del rinforzo sociale, la teoria dell’imitazione o identificazione e la teoria dello sviluppo cognitivo. La teoria del rinforzo sociale Secondo cui ogni stimolo che porta ad una risposta perpetua può essere interpretato: Come rinforzo positivo → se produce effetti di risposta positivi Come rinforzo negativo → se riceve risposte negative o di scoraggiamento Il rinforzo positivo viene considerato più efficace che non l’effetto di scoraggiamento delle punizioni. Dal punto di vista sociologico il soggetto non è totalmente passivo e la gente che non socializza non a controllo assoluto visto che l’azione umana e complessa e organica non può essere scomposta in gestioni Tari, per cui non è possibile identificare una corrispondenza totale fra un’azione e la risposta che riceve. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La teoria dell’imitazione o identificazione Sostiene che nell’apprendimento conta il rapporto tra chi insegna, anche non intenzionalmente, e chi impara. L’essere umano è caratterizzato dalla capacità di istaurare rapporti, Gli altri possono essere assunti come modelli in due modi diversi: Come modello personale: persone con cui ha familiarità e che sono accessibili Come modello di posizione: in questo caso non è necessaria l’interazione diretta perché si imitano la persona, ma il tipo di accesso alle risorse di cui dispone La teoria dello sviluppo cognitivo Questa teoria è sviluppata da Piaget, riflettendo sul rapporto tra individuo e ambiente tende a sottolineare l’importanza dell’azione della persona, che non viene più considerata come totalmente passiva, ma è vista come in grado di sviluppare un controllo attivo sull’ambiente esterno, attraverso una rappresentazione cognitiva dell’ambiente stesso. Principi della ricerca sociologica sull’apprendimento Nella ricerca sociologica sull’apprendimento si può identificare alcuni principi: 1. Ogni apprendimento deve avere come base una conoscenza già acquisita: non si può ripartire sempre da capo, è sbagliato pensare di sviluppare competenze complesse in mancanza della base di competenze semplici 2. Gli apprendimenti devono essere dotati di significato: il bambino apprende molto più rapidamente le nozioni che si collegano ad una sua esperienza e di cui comprende lo scopo. 3. È opportuno cercare un equilibrio fra generalizzazioni ed esempi concreti 4. È necessario stimolare l’attenzione di chi apprende, oltre alla motivazione. L’interesse attiva la cosiddetta working memory che dura pochi secondi ma consente di operare rapidamente un numero elevato di collegamenti tra le informazioni nuove e le conoscenze che già possiede questo lo aiuta a trattenere un numero maggiore di informazioni. 5. Le ripetizioni rinforzano l’apprendimento: numerose prove brevi sono più utili di una sola prova finale perché costringono gli studenti di prendere ciò che sanno. Uno studio finale affannoso verrà presto dimenticato, mentre il ripasso rende automatici alcuni richiami. 6. Gli apprendimenti globali e impliciti sono meno efficaci di quelli graduali ed espliciti: immergere un bambino in una realtà complessa può inizialmente portare a risultati migliori, ma deve essere accompagnata anche da una sistematizzazione. Una concezione di apprendimento più innovativa Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Tutte queste considerazioni ci consentono di affermare che nelle due considerazioni di apprendimento: tradizionale. (Apprendimento come acquisizione, incremento, discontinuità) e innovativa si tende a lasciare posto all’innovativa che vede l’apprendimento come apprendistato, acculturazione, costruzione dell’identità all’interno di un gruppo. 2.6 Conclusioni: verso una metamorfosi delle agenzie di socializzazione Le profonde trasformazioni della società hanno influito sul processo di socializzazione, modificando il ruolo delle agenzie tradizionali creandone di nuove: soprattutto la tecnologia informatica della rete hanno prodotto un cambiamento nel modo di essere delle persone. Trasformazioni della famiglia Per la famiglia Donati sostiene che l’avvento delle tecnologie a modificato legami familiari → famiglia ibridata: In cui la struttura e la dinamica relazionale sono generate dalla ibridazione delle relazioni interpersonali con quelle mediate dalla tecnologia. Relazione non sono per forza impoverite mai necessario concordare delle regole d’uso. Non più comunità territoriali, ma relazionali Per quanto riguarda le relazioni più allargate, le comunità territoriali che erano caratterizzate da uno scambio faccia a faccia sono state integrate e quasi sostituite dalle comunità relazionali prive di riferimento al territorio. La famiglia restrittiva, che esercita un forte controllo sull'uso e sui contenuti, ma senza esercitare un vero ruolo educativo; La famiglia permissiva, all'opposto, sempre senza forte ruolo educativo ma con basso livello di controllo; La famiglia affettiva che esercita un basso livello di controllo, ma ha una forte presenza educativa e cerca di condividere l'uso dei media; La famiglia luddista che elimina i media dall'ambito famigliare, con motivazioni deboli e spesso ottenendo il risultato inverso; La famiglia lassista, che ritiene che l'uso dei media non sia un problema e lascia fare ai figli; La famiglia mediattiva, che è presente nell'uso dei media e si sforza di promuovere un senso critico fissando delle regole. La scuola, non più esclusiva fonte di informazioni La scuola ha perso l'esclusiva della trasmissione delle informazioni: il processo, avviato già da tempo, è stato reso irreversibile dalla diffusione della rete, in cui è possibile trovare in tempo reale ogni informazione necessaria, posto che si sappia come cercare. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La scuola resta il luogo della cultura organizzata e della trasmissione delle conoscenze. Formazione umanistica come potenziamento della capacità critica e di apprendere. Promuovere la capacità di variare il meccanismo Il processo formativo deve proporsi non di addestrare alla ripetitività, ma di promuovere la capacità di variare il meccanismo al cambiare delle circostanze, Gli insegnanti devono tenere presente, e far capire ai ragazzi, che fuori della scuola esistono meccanismi selettivi, talvolta anche irrazionali o ingiusti, ma che le possibilità di raggiungere le posizioni migliori sono influenzate dal successo scolastico, anche se la corrispondenza non è puntuale. L'insegnante deve acquisire la capacità di valorizzare il vissuto degli allievi, dando un peso anche alle esperienze extrascolastiche, e promuovendo attraverso l'orientamento la capacità di una proiezione di sé nel futuro, I cambiamenti degli ambienti comunicativi e del sistema delle relazioni tra i giovani «Riposizionamento della categoria sociale dei giovani all'interno della società» e sono cambiate le condizioni in cui si costruisce l’identità, in particolare gli ambienti comunicativi e il sistema delle relazioni, che sono passati dalla comunicazione faccia a faccia alla comunicazione «da uno a molti» dei media tradizionali, alla comunicazione «da molti a molti» dei social network. Capitolo 3 – Le agenzie di socializzazione Scuola e famiglia: apparati ideologici dello Stato L’azione socializzante per l’appartenenza ad un tipo di società o di gruppo sociale può avvenire in modo diretto SOLO nelle società semplici; è spesso mediata da agenzie formali chiamate agenzie di socializzazione → svolgono il compito in modo formale o informale: Scuola: come obiettivo esclusivo Famiglia: affiancandolo ad altri Chiesa, partiti politici: come conseguenza indiretta di un’altra funzione principale. Altri modi di socializzazione avvengono da media e gruppi di amici, e questo tipo di socializzazione influenza in modo molto maggiore il giovane. Per questo si parla di socializzazione defamiliarizzata e descolarizzata. Scuola e famiglia, però sono i due contesti dove maggiormente vengono definiti modelli, valori… Nella visione neomarxista di Althusser (1972) scuola e famiglia vengono considerate come istituzioni subordinate agli obiettivi dello Stato e definiti apparati ideologici dello Stato. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La famiglia influenza i percorsi scolastici La famiglia ha un’influenza maggiore dello status socioeconomico sui percorsi dei giovani. Con la famiglia si acquisiscono gli elementi culturali come: l’atteggiamento, l’achievement, la tendenza a considerare il destino come obiettivo personale → per questo bisogna sostenere l’inadeguatezza educativa genitoriale. La necessaria collaborazione tra tutte le agenzie I bambini non sono proprietà di nessuna agenzia, né della scuola, né della famiglia. Devono essere aiutati a crescere in collaborazione con tutte le agenzie. Ogni bambino si muove tra le agenzie, in contesti di collaborazione e di conflitto agendo come mediatore competente. 3.1 Famiglia e socializzazione Un’interazione positiva tra famiglia e scuola La famiglia è un elemento fondante della società, ed è oggetto di studio della sociologia della famiglia. Noi ci occuperemo solo della socializzazione. In famiglia il processo di socializzazione avviene quando un nuovo essere umano acquisisce valori e conoscenze prima dal gruppo poi dalla società in cui vive. La scuola è l’istituzione più importante, perché il tempo che il bambino ci passa all’interno è qualificante, ma le politiche educative non devono emarginare i bambini della vita della famiglia e della comunità. Il principio di sussidiarietà Il compito della società non è quello di sostituirsi alla famiglia ma quello di rimuovere gli ostacoli e i condizionamenti sociali ed economici Lo Stato dovrebbe agire in base al principio di sussidiarietà, che indica il dovere della società di operare per lo sviluppo della persona umana sostenendo libertà e autonomia. Non sostituendosi a singoli o gruppi e senza privarli dalle loro competenze, ma facendo crescere le capacità in modo autonomo. 3.1.1 La famiglia e la socializzazione primaria La qualità delle relazioni familiari influenza i meccanismi di socializzazione La socializzazione famigliare è alla base di tutte le socializzazioni, nel bene e nel male. Bene: può generare ed esportare significato, promuovere la creatività, accogliere il diverso Male: può facilitare comportamenti devianti, originare situazioni di disagio. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Questo ha portato psicologi come Parsons, a formulare l’idea che la qualità delle relazioni famigliari influenza i processi di socializzazione. La famiglia rimane, quindi, la principale agenzia di socializzazione, e viene definita primaria. Gli elementi che ostacolano la trasmissione dei valori La trasmissione dei valori rimane un compito principale della famiglia, ma è messa in crisi da 3 elementi: La rapidità del cambiamento: i genitori non riescono a stare al passo con il mutamento; La separazione generazionale: i bambini vengono raggruppati per fasce d’età e quindi hanno poca esperienza di socializzazione con adulti e anziani; Il conflitto interculturale: diversificazione, la cultura di appartenenza non è scontata. Convivenza tra valori del gruppo di appartenenza e della società Il compito di introdurre il neonato nella società è della famiglia, che ha anche il diritto di educarlo come crede. Questo crea una difficoltà a mantenere l’equilibrio tra il diritto della famiglia all’educazione e tra il diritto della società alla cittadinanza. Modelli di educazione familiare Alla fine degli anni ’70 sono presenti almeno 4 modelli di educazione famigliare: 1. FAMIGLIA AUTORITARIA: anni ’30, ruoli e fasi evolutive ben definite e senza un progetto pedagogico 2. FAMIGLIA AUTOREVOLE: anni ’50 e ’60, rapporti fondati sull’autorevolezza, con comportamenti adeguati ai cambiamenti 3. FAMIGLIA NEGOZIALE: anni ’70 e ’80, ruoli chiari e comportamenti alla pari tra le due generazioni 4. FAMIGLIA AFFETTIVA: anni ’90 in poi, prevale l’affetto con una tendenza protettiva, i figli vanno sempre difesi contro l’esterno Surfisti e velisti Surfisti → giovani che sono in balia delle circostanze Velisti → giovani che sanno tenere la rotta Un nuovo modello educativo Non è ancora stato tutelato un modello educativo in cui in famiglia è presente un solo genitore, identità di genere e diritto alla genitorialità surrogata per coppie omosessuali. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 I genitori sono capaci di riformulare le loro strategie educative La famiglia influenza il rapporto dell’individuo con la società. Secondo alcuni però la famiglia funziona bene solo nel momento in cui il cambiamento all’interno di essa è basso. Il depotenziamento della famiglia Alcuni pensano che gli adulti facciano fare al bambino molte esperienze esterne alla scuola e alla famiglia per coprire le carenze che loro non sono in grado di appianare. Questo porta così al depotenziamento della famiglia. Il costante valore della famiglia Per i giovani la famiglia è quella che da più fiducia, anche per la sua più sicura presenza nel futuro. 3.1.2 La famiglia e la socializzazione secondaria La socializzazione scuola-centrica Inizialmente la socializzazione secondaria era affidata alle famiglie, successivamente viene affidata ad altre agenzie, la prima è stata la scuola che è diventata l’agenzia di socializzazione principale → socializzazione SCUOLA-CENTRICA. L’importanza del gioco per la socializzazione lavorativa La famiglia ha giocato un ruolo importante nella socializzazione lavorativa, e ha accompagnato i figli al processo di professional self (io professionale). Per la socializzazione lavorativa, ma più per la crescita è importante la dimensione del fare che si esprime nel gioco. (“Oggi sono un vigile” - Berger) L’interesse verso il lavoro si specializza con il tempo Inizialmente il bambino è attratto solo dalle caratteristiche visive di un’attività, perché non ha interessi di potere, ricchezza e manca di riferimenti al lavoro → osserva e imita i comportamenti che lo colpiscono. Un tempo per le femmine svolgevano un vero e proprio lavoro di apprendistato (responsabilità della famiglia), mentre i maschi generalmente seguivano le orme del padre (contadino, artigliano). Con la famiglia industriale il bambino era a contatto stretto con il lavoro del genitore, mentre oggi, con la divisione dello spazio scuola/lavoro/casa, il bambino coglie solo un modello astratto dell’attività dei genitori. L’importanza di dare informazioni sul lavoro La famiglia ha un ruolo doppio sulla scelta della suola e del lavoro: Fornire informazioni Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Renderle concrete Deve quindi aiutare il ragazzo a capire le proprie aspirazioni, e insieme alla scuola orientarlo alla scelta individuale. Per questo è molto importante sostenere l’alternanza scuola-lavoro, per capire se la propria scelta è stata fatta correttamente o no. Dal lavoro provvisorio al definitivo Così si tende a creare una sorta di immagine sul lavoro che aspetterà nel futuro, e questo porterà a determinare il comportamento del giovane sull’accettare o meno posizioni inferiori alle proprie aspettative. La famiglia è importante per compiere una crescita e passare quindi da un lavoro provvisorio ad uno definitivo, che dovrebbe corrispondere alle caratteristiche desiderabili. Il valore dei contatti personali nel mondo del lavoro Oggi, la famiglia cerca di mobilitare tutte le sue risorse per inserire il proprio figlio facilmente nel modo del lavoro. Granovetter fece un’indagine in cui emerse che per la maggior parte dei maschi bianchi il lavoro era stato trovato attraverso l’influenza della famiglia e degli amici. Da questo emerge che è più facile per i giovani trovare lavoro se i Per trovare genitori lavorano. lavoro i giovani possono Banfield (1961) coniò il termine: familismo amorale → comportamento utilizzare tutti che tende a massimizzare i vantaggi della propria famiglia nucleare, questi legami contrapponendo valori particolaristici al bene della comunità. Altri mezzi per trovare lavoro Possiamo distinguere: Legami forti → famiglia Legami deboli → amici e conoscenti Legami individuali → FORMALI: concorsi e ufficio di collocamento INFORMALI: inserzioni e spedire lettere Per trovare lavoro conta anche il comportamento imitativo, ovvero prendere come esempio da genitori o amici più grandi. Il rapporto tra stratificazione sociale e istruzione Le famiglie però, non hanno tutte le stesse risorse e questo incide sulla scelta dei percorsi formativi, sulla costruzione dell’identità formativa e sulle possibilità di trovare un buon lavoro. Si può dire che: Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 L’appartenenza familiare influenza le probabilità di riuscita scolastica e le scelte del bambino non solo per i condizionamenti economici ma anche per il tipo di capitale culturale che trasmette La riuscita scolastica influenza le scelte scolastiche successive che a loro volta influenzano le probabilità di trovare un certo tipo di lavoro La famiglia utilizza la sua rete di relazioni per migliorare la possibilità di trovare un’occupazione al figlio Le funzioni della famiglia di origine La famiglia, quindi, contribuisce alla costruzione dell’identità professionale; fornisce sostegno e protezione ai giovani perché possono sperimentare più alternative prima di scegliere quella definitiva. Una volta scelto il lavoro definitivo la famiglia d’origine ha esaurito i suoi compiti. Il confine giovane/adulto: un passaggio incerto Il confine tra giovane e adulto è sempre più labile. In passato era presente un rito di passaggio che coincideva con l’uscita del giovane dalla famiglia di appartenenza per formarne una propria. Attualmente si parla di un passaggio incerto ovvero che, il creare una famiglia avviene dopo l’autorealizzazione personale e questo sposta l’età adulta sempre più avanti. I genitori hanno un ruolo fondamentale nella socializzazione dei figli Nella società complessa, nonostante la presenza delle altre agenzie, i genitori svolgono il ruolo fondamentale e insostituibile nella socializzazione dei figli. 3.1.3 Famiglia e media La famiglia fondamentale nel rapporto con i media Inizialmente il principale antagonista con cui la famiglia si doveva affrontare era la televisione che ora è stata sostituita dal telefonino, che rappresenta uno stimolo maggiore nell’intrattenimento anche tramite i giochi. È fondamentale quindi che la famiglia medi il rapporto dei ragazzi con i media. La funzione sociale della TV Inizialmente la TV era considerata di tipo sociale perché con i suoi palinsesti programmava la collocazione dei programmi in base alla giornata tipo di una Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 famiglia, così si cercava di migliorare le possibilità di incontro. Venivano introdotti prodotti e consumi dentro spazi e tempi della famiglia che così li avrebbero introdotti all’interno della quotidianità. Il maggior stimolo di socialità della famiglia è stato introdotto con il Carosello, e con la dicitura «a letto dopo il Carosello!», che è stato inserito nella quotidianità delle famiglie tramite la ripetizione rassicurante dell’esperienza. Carosello avveniva come un rito e divideva il tempo in: A letto → dimensione microsociale della negoziazione dei tempi domestici Dopo Carosello → dimensione macrosociale dei comportamenti collettivi I cambiamenti degli anni ‘80 Negli anni ’80 con la caduta del monopolio e con l’espansione della TV commerciale il palinsesto si dilata sull’intera giornata. Non sono più presenti tempi vuoti. La fruizione dei servizi on demand e la televisione digitale hanno introdotto dei comportamenti prima impossibili, come la visione di serie in sequenza o di guardare solo le trasmissioni che ti interessano. Ci sono due diversi punti di vista per il rapporto tra famiglia e TV: La famiglia nella televisione → il modo in cui viene rappresentato all’interno della TV La famiglia davanti alla televisione → il modo in cui rapporta con esso sLa famiglia nella TV La classica famiglia nella TV semplifica i valori della famiglia e riduce la complessità dell’idea di famiglia. Veniva rappresentata inizialmente con “la famiglia del Mulino Bianco” e oggi con “la famiglia Arcobaleno). In questa famiglia si tende ad evitare conflitti e discussioni falsificando l’immagine della famiglia. La famiglia davanti alla TV Umberto Eco distingue tra apocalittici e integrati, che mettono in atto due dinamiche opposte, il rifiuto e la replica. Replica: assunzione acritica dei contenuti televisivi con la delega della televisione a sostituire la famiglia nella costruzione dei valori. Rifiuto: è un meccanismo di difesa, che però conduce alla stessa acritica accettazione. Il rischio del blocco della comunicazione interpersonale Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Il rischio della presenza incontrollata dei media è dato dalla loro presenza incontrollata → blocco della comunicazione interpersonale. 3.2 I mezzi di comunicazione di massa: nuovi e vecchi media Lo studio di Morin: stampa, TV, media interattivi Studio nel 1962 sull’industria culturale. La stampa ha permesso il primo intreccio tra il pubblico ed il privato, successivamente il passaggio tra stampa e televisione che ha portato la video socializzazione ed infine il passaggio da media unidirezionali a quelli interattivi. Tutti i media hanno modificato i nostri comportamenti, parliamo di nativi digitali. Gli adolescenti digitali Attualmente internet ed i media sono parte dell’esperienza quotidiana. Ci sono 3 cambiamenti principali nell’adolescente digitale problematico: 1. Trasformazione dei sensi: potenziamento della vista (schermo del telefono) e dell’udito (ascolto della musica) 2. Svalutazione della memoria numerica e verbale (tanto si possono prendere le info in rete) 3. Modo di pensare poco responsabile e modifica del linguaggio) Caratteristiche comuni tra vecchi e nuovi media Nuovi media: tecnologie della comunicazione e alla rete Vecchi media: radio o tv Tv e radio hanno assunto le categorie dei nuovi media, la fruizione di questi è passata dalla fruizione complessa e partecipata ad una fruizione on demand, ad oggi il fruitore è un prosumer (produttore/consumatore) che decide liberamente quello che vuole vedere, diventando sempre di più consapevole delle proprie scelte. I media condizionano il sociale e la cultura I nuovi media hanno una dimensione sociale. Il messaggio dei social ha alcune caratteristiche in comune con i mass media tradizionali: Si basano sul coinvolgimento emotivo, non razionale Nonostante le interazioni non stimolano a interloquire Favoriscono l’identificazione con personaggi dello spettacolo, che ne rappresentano i modelli da imitare L’ambiente mediale I media influenzano sia la costruzione di percorsi di senso, ma anche il sociale e la cultura. Per i ragazzi esiste una realtà reale ed una virtuale. Il significato di “virtuale” Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Telecomunicazioni + informatica + sistema dei media = ambiente mediale che sostituisce l’ambiente comunicativo → la comunicazione interpersonale si integra con quella operata dei media e viene influenzata dal modellamento sociale. Le tecnologie hanno modificato il significato di virtuale. Originariamente significava potenzialità, poi Lèvy lo indicò come “qualcosa che è pertinente al mondo in cui gli umani sono nati”, oppure a cose che noi consideriamo “reali” in pratica, ma che in realtà non lo sono. Da questo possiamo indicare come significato di virtuale “immaginario, finto, falso”. Un’umanità distante della realtà Il rischio vero è il fatto che le tecnologie comunicative creano un’umanità che prende le distanze dalla realtà fino a generare patologie (bullismo, incapacità di comunicazione, obesità). Conseguenze di un uso distorto dei media L’estraneità tramite il telefonino può portare a forme estreme, ma genitori e insegnanti dovrebbero rendersene conto. Si stanno diffondendo patologie per l’uso compulsivo delle reti, fino ad arrivare a casi estremi. Scuola e nuovi media I nuovi media fanno fatica a trovare cittadinanza nella scuola. La scuola è un sistema autopoietico, che si trasforma senza cambiare realmente e senza accorgersi di diventare obsoleta. Bisognerebbe inserire tra gli obiettivi della scuola l’insegnamento dei social in modo critico. L’incompetenza tecnologica degli insegnanti può portare al rischio che gli insegnanti stessi non riescano a far capire come utilizzare i social in modo critico. Una rete orizzontale L’elemento positivo per l’apprendimento nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) è la creazione di un ambiente orizzontale tra gli studenti. Generando così un peer effect in cui i ragazzi apprendono l’uno dall’altro e costituendo una comunità di apprendimento. Il telefonino Telefonino → onnipresente, svolge moltissime operazioni (app). Ha origine come strumento di lavoro, poi grazie alla possibilità di portarlo in giro è stato adattato alla vita quotidiana. È nato per la parola parlata ed è diventato quasi subito adattabile a quella scritta, per poi evolversi ad immagini e suoni. Un mezzo democratico Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 È nato come metodo comunicativo e si è poi utilizzato come connessione con la rete e quindi con il mondo. Questo non garantisce più il distacco tra pubblico e privato e tra intimità ed estraneità. Non è più uno status symbol, ma è diventato uno strumento democratico, perché il suo utilizzo tende ad eliminare le differenze sociali, e a creare un senso di comunità. Una citizenship commodity Nessun altro tipo di tecnologia può creare relazioni così dirette ed immediate. È diventato una city commodity, una contaminazione tra pubblico e privato, sia per chiacchiere che per pagamenti e pratiche. Educare ad un uso critico del telefonino Per i processi educativi, nasce il problema di come educare ad un uso critico non solo del telefonino, ma anche dei media e dei messaggi. La possibilità di passare a diventare un probabile giornalista o al contrario di distorcere le informazioni e commettere cyberbullismo è davvero alta. Molti bambini lo utilizzano anche nella prima infanzia e lo ritengono parte naturale dell’ambiente. I genitori devono però ricordarsi di non perdere i doveri educativi, devono lasciare la libertà, mantenendo però un ambiente protetto ponendo delle regole (limite di tempo, studio, uso improprio). Una fratellanza virtuale Il telefonino serve per non restare soli, ma rimanere connessi; si crea quindi una fratellanza virtuale per coltivare le relazioni con i pari. Una socializzazione comunicativa mediata dalla rete La socializzazione comunicativa mediata da telefono e PC ha caratteristiche proprie: Diretta (non faccia a faccia) Si diluisce nel tempo e nello spazio (rispondere quando si vuole) Non richiede negoziazione (utilizzo per rompere rapporti o minacce) Viene considerato una tecnologia della socialità: mantiene rapporti interpersonali, accompagna in luoghi e tempi diversi e fa permanere il bisogno delle relazioni tra pari. Rischio → svuotamento delle relazioni e simulazione di esse. Un prodotto culturale complesso L’uso del telefonino è diventato talmente importante da essere considerato come una “protesi” del corpo umano. Questo sperimenta l’integrazione sempre più maggiore con le tecnologie fino ad arrivare al cyborg (fusione uomo + Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 macchina). Le tecnologie sono una creazione umana che rischia di diventare un fine per lo stesso. Le conseguenze della fuga nelle nuove tendenze La fuga delle nuove tecnologie può portare a due conseguenze pericolose: 1. Scarsità della realtà nelle relazioni 2. Saggezza delle folle interconnesse (ibidem) Si può aggiungere la perdita di vista dei rapporti con la realtà. Google ci rende stupidi? Acquisizioni sulle neuroscienze hanno individuato che il cervello viene continuamente rimodellato, quindi la lettura di uno schermo al posto che su un foglio di carta porterà quindi a delle conseguenze. «La possibilità di navigare su internet e trovare al 99% immediatamente la risposta alla domanda che ci siamo posti porterà sicuramente a delle conseguenze rispetto a quando uno si scervellava e sfogliava pagine e pagine di libri per avere quella stessa risposta». 3.3 La cultura giovanile 3.3.1 Il gruppo dei pari Un processo di identificazione Il rapporto singoli individui/società viene quasi sempre mediato da istituzioni. Per i ragazzi è importante (nel momento dell’uscita dalla famiglia) di essere parte di due gruppi: il gruppo dei pari e la cultura giovanile, che consentono di interagire con la società. Il più importante è quello dei pari → costruzione identità adulta tramite l’identificazione. Caratteristiche del gruppo dei pari Sono amici uniti da alcuni vincoli più stretti. Piccolo gruppo di persone simili per età, sesso e classe sociale; dove vengono confrontati consumi musicali, abbigliamento, tempo libero. Adeguarsi ai comportamenti del gruppo dei pari costituisce un segno di identificazione. Egualitarismo e lealtà La natura del gruppo è generalmente egualitaria, anche se è presente un leader non ha un potere maggiore rispetto agli altri. Grazie all’affetto e alla rassicurazione dei gruppi viene generata una lealtà al gruppo. Si possono trovare dei comportamenti anche trasgressivi e devianti, ma spesso sono azioni che diventano positive in termine di collaborazione. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Il gruppo dei pari è la prima scelta autonoma del ragazzo. Il rischio è che il gruppo dei pari si trasformi in una banda che a differenza del gruppo dei pari supporta i comportamenti devianti, il rifiuto dei valori della famiglia e della scuola. I rapporti con l’altro sesso Fin da piccolissimi i bambini vivono in contatto con entrambi i sessi, solo nell’adolescenza vengono distinte alcune attività fatte da uno o dall’altro sesso o che si fanno insieme. 3.3.2 Le caratteristiche della cultura giovanile Le reti relazionali sono la base della socializzazione PERSONA CULTURA SOCIETÀ GOIVANILE GRUPPO DEI PARI Cultura alternativa e controcultura Cultura alternativa → proposta di modelli diversi rispetto a quelli della società, non conflittuali. Controcultura → proposta di modalità di comportamento e credenze conflittuali. Il ruolo moratorio Ruolo moratorio → periodo del futuro sostanzialmente predefinito collegato all’appartenenza sociale e alle credenziali educative. La cultura hippie Autori: Ginsberg e Ferlinghetti. Puntava alla possibilità di allargare la soglia della conoscenza grazie a sostanze allucinogene e psichedeliche. La cultura giovanile Tipici della cultura giovanile sono: multidimensionalità, transitorietà, rapporto con il modo virtuale. Identità negativa e positiva Socializzazione flessibile → presenza di valori stabili e strutturati nell’ambito della morale civile. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Oggi i giovani hanno poca fiducia del sistema, a questo si ribellano. Identità negativa che viene rafforzata tramite l’appartenenza in un gruppo (organizzazioni criminali). Identità positiva molto rara tramite impegno politico, sociale e volontariato. La musica come spazio di espressione e autorealizzazione La musica è diventata un medium di comunicazione Un sistema in transizione 3.3.3 Nuove identita’ si affacciano: la socializzazione dei giovani di origine straniera Un arcipelago di identità Le identità meticce Giovani di origine straniera L’importanza del clima nel gruppo dei pari Diversi livelli di accesso alla cittadinanza Interdipendenza e multiculturalità 3.4 Il recupero delle agenzie tradizionali: la comunita’, la chiesa I movimenti religiosi rispondono alle richieste di senso 3.4.1 La comunita’ La definizione di Tonnies Caratteristiche Una natura materna Differenze tra comunità e società La teoria della finestra rotta Un recupero del ruolo educativo della comunità 3.4.2 Religione e socializzazione La socializzazione religiosa Il disincantamento del mondo di Weber e il sacro e il profano Durkheim La doppia definizione Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 Di religione La ritualità straordinaria Le visioni di Comte, Marx e Freud Altre visioni Non c’è società senza religione La socializzazione come simbolo della volontà di Dio La funzione sociale della religione La nascita di movimenti a carattere religioso: il ritorno del sacro Le istituzioni religiose sono istituzioni deboli L’influenza dell’esperienza religiosa Le scuole confessionali Capitolo 4 – Le istituzioni formative La descolarizzazione della società 1971 → ”de-scolarizzare la società” di Ivan Illich: criticava le istituzioni perché secondo lui la rovina della società era dovuta alla sostituzione dei valori etici con i valori tecnici. Pensava che fosse necessario creare una “società conviviale” dove il senso dell’istruzione → Piena realizzazione personale Il pensiero di chi era contro la sua idea era che se si prescindeva dalla scuola sarebbero aumentate ancora di più le disuguaglianze e non ridotte. OGGI → diffusione formazione a distanza tramite rete ripropone la possibilità di potere trasferire i saperi anche al di fuori dell’istituzione della scuola, questo perché chi sostiene la de-scolarizzazione in chiave tecnologica crede che la forma scuola abbia esaurito la propria capacità di rispondere al mandato sociale quindi che siamo quasi arrivati alla sua sostituzione con qualcosa di più adatto alla trasformazione della nostra società. Una crisi della scuola La scuola dell'infanzia in quanto istituzione, non ha esaurito le sue funzioni: sta attraversando da tempo un processo di crisi, in cui deve ripensare al proprio compito, e al modo migliore per assolverlo, così da consentire a tutti di accedere al sapere e di conseguire il successo formativo, inteso come una possibilità di sviluppare pienamente le proprie possibilità. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 L’università Tutto questo vale anche per l’università, un’istituzione formativa più giovane della scuola, la prima fondata nel 1088 che ha conservato una forma riconoscibile nei secoli anche se ha subito molteplici trasformazioni essendo ancora più sensibile a scuola ai mutamenti della società. 4.1 La scuola La scuola: un’istituzione di insegnanti professionisti L'opzione educativa più diffusa → istituzionale: le società hanno assegnato ad organizzazioni specializzate (la scuola e l'università) il compito di trasmettere ai giovani conoscenze teoriche e operative, e modelli culturali di riferimento. La scuola come la intendiamo ora, sta all'incrocio “insegnante professionista/ istituzione”. Le altre tipologie si ottengono dall’incrocio tra insegnante (non) professionista/istituzione (non) specializzata: Insegnante non Insegnante professionista professionista Istituzione Esperto Docente della scuola Non istituzione Adulto Precettore Differenziazione in senso verticale e orizzontale Le istituzioni sono differenziate in senso verticale (scuola dell’infanzia, istruzione secondaria ecc…) In senso orizzontale, con la presenza da un certo punto in poi di diversi indirizzi all'interno dello stesso livello. Lo stato fissa dei minimi di istruzione per tutti i cittadini, la scuola dell'obbligo e in seguito differenzia l'offerta formativa: la scuola primaria è comune a tutti, la scuola secondaria invece è fortemente segmentata in indirizzi Lotta all’analfabetismo e innalzamento della scolarizzazione La prima e più importante sfida dei sistemi scolastici è stata la lotta all'analfabetismo, seguita dall'innalzamento della scolarizzazione. L’analfabetismo funzionale La licenza media è diventata obbligatoria con la riforma del 1962, e riguarda i nati dopo il 1952: il conseguimento dei livelli di scolarità si è progressivamente spostato in avanti. In questo contesto positivo si può sicuramente dire che la scuola italiana ha saputo svolgere il suo ruolo di alfabetizzazione di base però siamo però ancora al di sotto degli standard Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 europei di diplomati e laureati, ed è purtroppo molto elevato il numero di analfabeti funzionali. La costruzione di un sistema sovranazionale Anche se l’istruzione è di competenza delle singole nazioni, la commissione europea ha emanato una serie di documenti che si propongono di costruire un sistema sovranazionale con finalità comuni a partire dal cosiddetto rapporto Cresson fino ad arrivare agli accordi di Europa 2030. 4.2 Le teorie sociologiche sulla societa’ Una definizione sociologica Definizione sociologica scuola → «È un’istituzione che in modo deliberato e sistematico si sforza di far passare da una condizione di ignoranza ad una di consapevolezza l’intelletto, la moralità, le conoscenze tecniche e le abilità di un gruppo di persone attente, riunite in un luogo in un tempo determinati». O anche «Un’organizzazione specializzata nell’istruzione formale, a opera di un corpo di specialisti appositamente addestrati e selezionati». I primi tre quarti del nostro secolo hanno registrato il prevalere di un sistema formativo decisamente scuolacentrico. Non può mancare invece la serie ordinata di avvenimenti che abbiamo definito socializzazione, al termine della quale il bambino, ufficialmente considerata adulta, è in grado di inserirsi in un mondo attivo e critico nella società che appartiene. La formalizzazione del processo, tramite cui l’educazione affidata ad istituzioni specifiche, viene compiuta nel momento in cui le società diventano complesse. La scuola come prodotto sociale La scuola non è un’agenzia naturale come la famiglia o il gruppo, ma è un prodotto sociale che riflette gli orientamenti di valore presenti nella società, e ha il compito di mediare fra i fini degli individui, che la utilizzano per i propri progetti personali, le istanze educative e i valori specifici propri dei diversi gruppi cui i ragazzi appartengono, a cominciare dalla famiglia, è il diritto della società a trasmettere i propri valori per garantire la convivenza, per mezzo della culturazione dei nuovi membri. Un’istituzione specializzata La scuola è dunque un'istituzione specializzata, dotata di un notevole grado di universalità, indipendenza e permanenza, che ha il compito di far crescere ogni individuo come persona, come cittadino e come lavoratore, trasmettendo il patrimonio culturale del passato, o parti selezionate di esso, per garantire la continuità della società, fornendo le competenze necessarie ad occupare un determinato ruolo, e facendo interiorizzare i ruoli ideali e i valori prevalenti. Interdipendenza con le altre istituzioni Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 La scuola ha anche un rapporto di interdipendenza con le altre istituzioni per mantenere stabile il sistema, promuovendo solo i cambiamenti eufunzionali, che evitano le brusche rotture: tra gli aspetti più attuali di questo compito cioè la creazione del capitale umano, attraverso l'estensione e l'innalzamento della frequenza scolastica. Le teorie strutturali: marxista e funzionalista I teorici strutturalisti si dividono nelle due grandi correnti marxista e funzionalista. ENTRAMBI → considerano l'educazione fondamentale per il benessere della società e degli individui, e intendono la scuola come una variabile dipendente MARXISTA → la dipendenza della scuola dal sistema sociale e il ruolo cruciale che riveste nel posizionamento degli individui rispetto all'ordine sociale vigente sono un'ingiustizia contro cui ribellarsi FUNZIONALISTA → mentre per gli altri è l'unico meccanismo che garantisce il funzionamento e il mantenimento della convivenza civile La scuola è vista come luogo in cui si impongono schemi culturali selezionati da chi detiene il potere. Va quindi riformata: la visione intermedia assegna alla scuola il compito di agevolare i mutamenti per rispondere adeguatamente ai bisogni specifici di nazioni ai gruppi sociali, senza affermare un modello ideologicamente precostituito, ma ricercando l'efficacia. Riproduzione sociale e culturale Nella seconda metà del ‘900 l'impostazione marxista, nella forma della “scuola di classe” è prevalente, e i cosiddetti teorici della “riproduzione sociale” la considerano come la principale agenzia di riproduzione delle disuguaglianze economiche di potere. Sono Bowles e Gintis e Bourdieu e Passeron che, considerando limitativo l'approccio economicistico, hanno introdotto la nozione di riproduzione culturale, in cui è centrale la riproduzione non della forza lavoro, ma della legittimità dell'ordine vigente. Una continuità tra le agenzie di socializzazione Sul versante funzionalista, nella concezione idealizzata di Parsons, le agenzie di socializzazione agiscono in modo interdipendente e in una prospettiva di continuità. Nella scuola il bambino, che ha vissuto in famiglia in un sistema di ruoli privati, basati sulla gratuità e sui legami affettivi, comincia a svolgere un ruolo pubblico, basato sul principio di prestazione, in cui viene valutato non per ciò che è, ma per quello che fa. Il gruppo in cui il bambino viene inserito, cioè la classe scolastica, ha lo scopo di fargli acquisire alcuni criteri Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 universalistici, oltre che di prepararlo ad occupare un ruolo professionale specifico. La differenziazione tra i ragazzi avviene in base al desiderio di riuscita: i ragazzi dotati di maggiore motivazione avranno una riuscita migliore e con ciò stesso, si dimostreranno più adatti ad occupare posizioni di responsabilità. Le teorie di Parsons, riprese e ampliate dai tecnofunzionalisti, trascurano però il fatto che il sistema delle motivazioni e delle aspettative è influenzato dalle condizioni socioeconomiche della famiglia o, per utilizzare la terminologia di Bordieu, dal suo capitale culturale. La selezione L'orientamento fondamentale viene fornito dalla famiglia, con cui la scuola deve raccordarsi per consentire un corretto passaggio dalla dipendenza all'indipendenza. Il condizionamento familiare però non è mai assoluto. Quando le capacità individuali non corrispondono alla condizione socioeconomica della famiglia, la scuola opera come riduttore del conflitto, e promuove il mutamento e la mobilità basata sul merito. Per contro, i teorici della riproduzione arrivano a considerare vincolante il contesto. L’overeducation è la fine della scuola come ascensore sociale I funzionalisti partono dalla considerazione che le trasformazioni tecnologiche e organizzative del sistema produttivo richiedono una forza lavoro sempre più istruita. Poiché è la scuola a fornire le qualificazioni, con la domanda d'istruzione cresce l'importanza della scuola, e sempre più persone passano sempre più anni nel sistema formativo, ancora una volta i più poveri sono penalizzati, perché per arrivare allo stesso punto aumentano i costi. Quando i titoli diventano comuni, non conta tanto l'avere una laurea, quanto averla conseguita in una particolare università, e aumenta il rischio della cosiddetta overeducation, per cui le persone sono impiegate in mansioni che richiederebbero un titolo di studio inferiore. La scuola perde il suo ruolo di ascensore sociale e non è più un canale di mobilità, che consente la riuscita a chiunque disponga delle competenze necessari per cui le famiglie sono motivate ad investire in istruzione: l'ipotesi più attendibile è che la riuscita di uno studente dipenda sia dalle sue caratteristiche ed all'ambiente, sia dalla qualità dell'istruzione che riceve. L’educazione avviene in un contesto dialettico L'educazione avviene in un contesto dialettico fra i valori di cui il bambino è portatore, e che ha appreso sotto forma di condotta di vita convenzionale investita di un significato positivo nella famiglia nei gruppi di pari, e i valori che sono propri della società nel suo complesso, e di cui la scuola si fa portavoce. Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|13874076 4.3 Socializzazione e selezione: scuola e mercato del lavoro Compiti di socializzazione e selezione Nel definire il ruolo della scuola, si è soliti distinguere fra compiti di socializzazione e compiti di selezione, realizzati per mezzo del curricolo. SOCIALIZZAZIONE: si trasmette il sistema di valori, norme e modelli di comportamento condivisi dalla maggioranza dei membri della società a cui il bambino appartiene, si potenzia la variabilità personale e si apprendono le competenze tecniche necessarie per rivestire un ruolo adulto. SELEZIONE: si assegnano le persone alle posizioni disponibili nella gerarchia sociale, individuando i migliori per i ruoli di maggiore responsabilità, a cui sono collegate le ricompense più ambite in termini di prestigio, ricchezza e potere. Il rapporto fra scuola e mercato del lavoro, che è il fine ultimo della selezione, si sviluppa in un rapporto fra istruzione, occupazione e stratificazione sociale. Il superamento delle disuguaglianze Nelle società industriali è implicito nel concetto stesso di sistema scolastico, perché un’educazione senza selezione corrisponde all'idea utopica di una società che non riproduce la stratificazione. Per tutelare l'equità, i funzionalisti propongono di ridurre le disuguaglianze iniziali per mezzo dell'educazione compensatoria, mentre i marxisti rifiutano l'idea stessa di una disuguaglianza fra le culture, che non devono essere “compensate”, e puntano ad una abolizione tout court della selezione nella scuola: ma se questa abolizione consistesse in un puro e semplice accrescimento della scolarità, avrebbe solo un valore ideologico, perché si limiterebbe a spostare in avanti, dalla scuola al lavoro, il nodo della selezione. Criteri di selezione Per i funzionalisti, la selezione opera con criteri universalistici e meritocratici, e si giustifica in quanto la scuola fornisce credenziali spendibili sul mondo del lavoro, e quindi non può barare nell'assegnare le valutazioni: per creare l'idea dell'oggettività, si basa sul merito e sulla concezione di intelligenza come risorsa insostituibile, misurabile e scarsa. Per i marxisti la scuola seleziona arbitrariamente alcuni tipi di studenti indirizzandoli a carriere, di studio prima e di lavoro poi, che tendono a riprodurre i privilegi riducendo al minimo la mobilità, invece di dare a tutti gli strumenti per sviluppare le proprie capacità di base. In realtà, una netta separazione di funzioni è solo teorica, e l'equità non può essere separata dalla qualità, pena un impoverimento della comunità sociale. In un certo senso, l'importanza della scolarità come credenziale ha fatto considerare il “titolo” più importante di quello che si è imparato, e l'effetto Downloaded by Manuela Di Marco ([email protected]) lOMoARcPSD|138

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